3. INTELLECTUAL CAPITAL PROCESS MODEL
2.2.1 MODELLO DI NAVIGAZIONE E DI VALUTAZIONE DELLA SKANDIA
Una delle prime forme strutturate, conosciute e diffuse di identificazione, misurazione e valutazione del capitale intellettuale è quella proposta dalla Skandia AFS, società assicurativa svedese appartenente al gruppo SKANDIA. Negli anni 90' viene costruita una funzione organizzativa proposta alla pianificazione, alla gestione, e al controllo del capitale intellettuale: la intellectual
capital function. Sintetizziamo gli obiettivi di questa funzione, alla quale fu il primo direttore Leif
Edvisson24:
-identificare e migliorare la visibilità delle risorse immateriali
-catturare e strutturare la conoscenza, anche attraverso l'uso della tecnologia
-accrescere il capitale intellettuale attraverso attività mirate di sviluppo professionale -creare valore attraverso attività sistemiche di trasferimento e riutilizzo della conoscenza
Da quel momento gli intangibles diventano oggetto di attività sistemica di pianificazione, misurazione, gestione e comunicazione.
Viene sviluppato un modello per la valutazione del capitale intellettuale e per la "navigazione", ovvero in grado di aiutare i manager a gestire gli intangibles ai fini della creazione di valore.
Il presupposto concettuale alla base dello sviluppo del modello di misurazione è che il capitale intellettuale rappresenta quel valore ottenuto dalla differenza tra valore di mercato e valore di bilancio. Secondo Edvisson il capitale intellettuale dovrebbe essere assimilato alle fonti dello SP, rappresentando la contropartita dell'avviamento, del valore delle tecnologie e delle competenze.
ATTIVITA' PASSIVITA' E CAP
NETTO AVVIAMENTO TECNOLOGIE COMPETENZE CAPITALE INTELLETUALE
Esso è incluso tra le fonti in quanto si ritiene che sia assimilabile al capitale netto, poiché preso in prestito dagli stakeholders. L'autore sottolinea come, dal punto di vista contabile, la contropartita sia costituita dall'avviamento, mostrando incoerenza con la rappresentazione. Infatti, l'avviamento tende a coincidere con tutte le risorse immateriali non contabilizzate e non con una parte di esse. Il capitale intellettuale è considerato anche in senso qualitativo come "the possesion of knowledge, applied experience, organisational technology, costumer relationships, and professional skill that provides Skandia AFS with a competitive edge in the market" (Edvisson, 1998).
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Leif Edvinsson (born in 1946) is a Swedish organizational theorist, Professor at the University of Lund in Sweden
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Esso, quindi, è dato dall'insieme delle risorse immateriali critiche per il successo aziendale. In questo modello, il capitale intellettuale è articolato in 2 sottocategorie: capitale umano e strutturale, serve per distinguere le risorse che sono legate alle persone e quelle che sono avvinte all'azienda.
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Il capitale strutturale è composto dal capitale organizzativo e dal capitale commerciale quindi vengono misurate solo quelle relazioni con i clienti e non le relazioni che intercorrono con gli altri stakeholders. Si parla infatti di capitale commerciale e non di capitale relazionale. Abbiamo uno strumento utilizzato per la navigazione denominato Business Navigator, e un strumento per la valutazione del capitale intellettuale denominato Intellectual Capital Index. Quindi per navigare in un contesto ambientale e organizzativo complesso, viene creato il "Business Navigator". Questo strumento dovrebbe essere d'ausilio alla gestione efficacie ed efficiente del capitale intellettuale e, soprattutto, al governo del processo di creazione del valore. Il Navigator si compone di cinque aree fondamentali e viene rappresentato graficamente come una casa.
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Figura: Business Navigator
Il focus economico-finanziario e il focus del rinnovamento e dello sviluppo sono posizionati ai due estremi, per mettere in evidenza che il primo esprime la performance passata, il secondo cerca di catturare gli elementi che sono alla base dello sviluppo futuro dell'azienda.
Obiettivo del focus sul cliente è di investigare la relazione con il cliente attuale e potenziale. Si suggerisce di monitorare le caratteristiche e la fedeltà, nonché il contributo allo svolgimento dei processi aziendali e il loro livello di soddisfazione.
Il focus sui processi ha l'obiettivo di monitorare il modo in cui un'azienda usa la strumentazione tecnologica per creare valore. E' opportuno costruire indicatori che siano in grado di segnalare i possibili errori nella scelta delle tecnologie e che siano in grado di evidenziare il valore che effettivamente contribuiscono alla produttività dei processi e alla creazione di valore. Tra i possibili indicatori abbiamo la spesa sostenuta per l'information tecnhology nell'anno in corso oppure il rapporto tra i dipendenti che lavorano nell'area ITC sul totale degli addetti aziendali.
Al centro della casa-Navigator abbiamo il focus delle risorse umane, infatti, ricoprendo un ruolo attivo, sono alla base dell'esistenza e del funzionamento di tutti gli altri elementi del capitale intellettuale. E' un area molto difficile da misurare in quanto è ostico attribuire un valore ad elementi quali la conoscenza tacita, le competenze e la motivazione. Gli indicatori possono riguardare la composizione del personale, il tasso di turnover, le spese sostenute per la formazione ecc...
Il focus del rinnovamento e dello sviluppo riguarda le modalità con cui l'azienda sta costruendo il proprio futuro, preparandosi ad affrontare il mercato potenziale, a rispondere prontamente al cambiamento e a cogliere le opportunità che si dovessero presentare. Quindi devo osservare le 4 dimensioni precedenti con un ottica orientata al futuro (Es: attività svolte per formare il cliente, contributo dei nuovi mercati al fatturato aziendale ecc...)
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Infine, abbiamo il focus finanziario che è importante in quanto il capitale intellettuale e la sua performance sono considerati come elementi anticipatori della performance aziendale futura. Si ritiene che le sue componenti debbano trasformarsi in valore finanziario anche se con un lag temporale più o meno lungo. Si ritiene che un indicatore da tempo presente negli altri focus non ha avuto nessuna ripercussione in termini economici-finanziari, sia espressivo di un intangible non rilevante, e quindi, debba essere eliminato dal Navigator. La verifica dell'impatto che gli indicatori di performance intellettuale hanno sulla performance aziendale è ritenuta importante per generalizzare alcune misure e utilizzarle come standard per la rappresentazione e misurazione del valore del capitale intellettuale.
Il navigator costituisce il presupposto essenziale per lo sviluppo dell'Intellectual capital Index. Possiamo utilizzare lo schema della composizione del capitale intellettuale procedendo per sottrazione: il valore del capitale strutturale si potrebbe calcolare come differenza tra quello del capitale intellettuale e quello del capitale umano. Inoltre, viene proposta una misura sintetica, di natura monetaria, che dovrebbe esprimere il valore del capitale intellettuale. Tecnicamente si procede individuando una "equazione del capitale intellettuale" nella quale esso emerge come prodotto tra variabili causali fondamentali: "C" e "i". Esse rappresentano la capacità di sviluppo futuro del capitale intellettuale, ossia il valore massimo verso il quale può tendere, e l'efficienza nell'utilizzo dello stesso. I valori di ciascuna delle variabili sono ottenuti selezionando alcuni degli indicatori presenti nei focus del navigator. In particolare, per determinare "C" vengono scelte misure monetarie che esprimono la capacità di sviluppo futuro dell'azienda quali, ad esempio, gli investimenti in ITC, per lo sviluppo di nuovi mercati o aree d'attività, dei clienti, dei dipendenti ecc... Mentre le capacità di sfruttare il capitale intellettuale sono espresse attraverso il coefficiente "i" ottenuto calcolando la media di un panel di indicatori selezionati nel navigator. Gli indici considerati devono essere espressi in termini percentuali (es: quota di mercato, indice di soddisfazione del cliente ecc...), devono variare in modo proporzionale rispetto alla performance aziendale e non essere ridondanti. Comunque la scelta dipende sempre da un giudizio soggettivo. L'indice che emerge dal prodotto delle variabili esaminate, l'Intellectual Capital Index, secondo Edvisson, presenta il vantaggio di essere influenzato da tutte le categorie del capitale intellettuale, così che una variazione di una delle stesse, modificherebbe il suo valore. Tuttavia tale indicatore deve essere preso come base di partenza per futuri sviluppi.
Adesso analizziamo i principali limiti alle tesi di Edvisson:
- Il concetto di capitale intellettuale sembra coincidere con l'avviamento, esso evoca un concetto di natura contabile; si tratta, in altre parole, di un valore che può essere rappresentato in bilancio, fra le attività, che è assoggettato al processo di ammortamento quindi il suo valore contabile verrebbe progressivamente decurtato con il passare degli anni. Mentre il concetto di capitale intellettuale, che riflette il valore delle risorse knowledge-based, dovrebbe auspicabilmente aumentare con il tempo e non essere decurtato.
- Gli indicatori che compongono i vari focus mettono in rilievo la composizione e le caratteristiche qualitative e quantitative delle categorie. Troviamo un mix di indicatori monetari, quantitativo-
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fisici e qualitativi che sono focalizzati sulle attività delle singole dimensioni non considerando appieno le interrelazioni che si instaurano tra esse.
- La scelta degli indicatori da inserire nella formula del capitale intellettuale è soggettiva.
- L'intellectual capital Index viene suggerito per effettuare comparazioni spaziali, tuttavia, non si può trascurare la problematica della standardizzazione. Infatti, sono stati scelti si indicatori generici, riscontrabili in molte realtà ma non si può tralasciare la verifica della loro rilevanza nel determinare il valore del capitale intellettuale.
- Sarebbe opportuno attribuire un peso a ciascuno degli indicatori presi in considerazione in quanto è molto probabile che incidono in maniera diversa sul valore del capitale intellettuale.
- non si tiene in considerazione della natura delle diverse aziende.
La SKANDIA è stata una delle aziende pioneristiche anche nella reportistica del capitale intellettuale (1°report pubblicato nel 94'). Tutti i report pubblicati hanno avuto la funzione principale di supporto al bilancio d'esercizio e si presentano si con una serie di indicatori, ma anche da una cospicua parte narrativa. Nei vari report vengono descritte le attività che l'azienda pone in essere per creare valore attraverso le sue risorse immateriali nonché le modalità utilizzate per sviluppare la conoscenza, stimolando le partnership con i soggetti esterni ecc... In definitiva il report sul capitale intellettuale si presenta come uno strumento innovativo, il cui utilizzo non è consolidato. Si sceglie di dare informazioni su cosa sia il capitale intellettuale per l'azienda, tralasciando aspetti analitici di importanza non trascurabile, per questo recentemente in molti paesi EU è stata posta l'obbligatorietà di tale documento da allegare al bilancio.
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
-offre degli indicatori specifici per ogni dimensione
- fornisce un ampia copertura della struttura organizzativa
-non assegna alcun valore monetario al capitale intellettuale
-offre una fotografia a una certa data e non rappresenta la dinamica dei flussi dell'organizzazione