• Non ci sono risultati.

Il mondo è una canzone stonata cantata da altri

5. ray loriga

5.2. Lo peor de todo, Héroes, Días extraños, Caídos del cielo: sesso, droga, rock

5.2.1. Il mondo è una canzone stonata cantata da altri

Nonostante CDC si differenzi dagli altri tre libri di Loriga, poiché narra

una storia vera e propria, può essere considerato il punto finale di una sorta di tetralogia – se si include anche DE –: il protagonista, per l’ennesima volta, è un adolescente in lotta con la società, consapevole del fatto che l’unico modo per rimanere eternamente giovani è cercare la morte. I quattro volu- mi presentano inoltre tematiche comuni, in grado di dimostrare un’ampiez- za di vedute spesso negata agli esponenti della ‘Cultura x’. Tra le pagine di Loriga prende corpo un microcosmo che va al di là dei punti di riferimento del rock e della droga: la visione involuta dei personaggi è a trecentosessan- ta gradi e ricalca la sensibilità acutissima di un adolescente che capta ogni frizione tra sé e il mondo.

Un senso diffuso di abulia, di deriva esistenziale, è ciò che emerge dagli scritti dell’autore. I suoi protagonisti rinunciano a qualsiasi lotta, o meglio, la loro forma di protesta consiste nell’abbandonarsi all’inerzia della vita: si muovono silenziosi, con lo sguardo allucinato e scettico di chi non si aspetta

molto negativi: vid. Fernández Porta 1995: 17; Sánchez Magro 1995: 30.

14 Sono vari i lungometraggi che potrebbero aver contribuito in qualche modo (le inquadratu-

re, il ritmo, la violenza, i paesaggi, l’aspetto dei protagonisti, la tragicità dell’epilogo, ecc.) alla ste- sura di CDC: Thelma y Louise, Wild at heart, Natural born killers, The wild one, Rebel without a cause,

95

| 5. ray loriga |

nulla dal futuro (Gracia 2005: 261). abbonda la rassegnazione, non esiste un fine perché si parte già dal presupposto che il lavoro è una catena che aliena l’individuo e si è certi che l’amore nasconde tra le sue pieghe il tradimento e la delusione: dunque, qualsiasi sforzo non conduce ad alcun risultato15. Loriga rifiuta però di accettare che si tratti di una passività fine a se stessa e la definisce una difesa, un modo di far capire che ognuno ha il diritto di vivere come meglio crede (beilin 2004: 202). Questa visione ‘egocentrica’ si inserisce appieno nell’accentuazione estrema dell’individualismo che con- traddistingue la ‘Cultura x’ e, infatti, lo scrittore madrileno è convinto che l’ultimo baluardo contro la società sia l’individuo perché questi, nel ridotto spazio che ruota attorno a lui, può godere di un’ampia libertà16.

La deriva esistenziale porta gli antieroi di Loriga a ripetere sempre gli stessi gesti: bere alcol, per esempio, è un ritornello che scandisce le loro esi- stenze prive di importanza17. È, in fin dei conti, un’altra maniera per sot- tolineare una doppia impotenza: l’incapacità di accettare la vita così com’è e l’impossibilità di cambiare qualcosa – quando gli effetti dell’alcol e della droga svaniscono la realtà è la stessa da cui si era fuggiti –. La musica ha una funzione similare (Colmeiro 2001: 16): è un ventre che accoglie, un lampo che offre un’esistenza alternativa per qualche minuto o qualche ora. In certi casi si è di fronte a una vera e propria devozione nei confronti dei miti del rock, da loro ci si aspetta una rivelazione che cancelli il grigiore della quotidianità18. Loriga scrive a ritmo di musica19, i suoi riferimenti intertestuali rimandano spesso all’ambito della canzone e, in quel periodo, i suoi maestri di scrittura sono le rockstar20. Il cinema e la televisione invece, suscitano nei protagonisti reazioni contrastanti. Il cinema è considerato un’arte e si nota che Loriga è un

15 «me dieron cien o doscientos trabajos absurdos y estúpidos que yo iba abandonando sin

decir nada a nadie, hasta que ya no buscaba ni pedía, ni quería nada.» (Loriga 1999: 14). «Me empeño muchísimo en cualquier cosa y a mitad de camino me olvido de lo que estaba inten- tando. La verdad es que en general no me gusta esforzarme. […] Me gusta mucho ir, sencilla- mente. Llegar nunca es la mitad de bueno.» (Loriga 1994: 13).

16 «Se ha sustituido a un millón de personas detrás de una bandera por un millón de per-

sonas detrás de un millón de banderas. Se puede ver como el colmo del individualismo y el egoísmo, pero positivamente es el colmo de la libertad personal.» (baños-rossell 1999: 24).

17 Vid. Loriga 1999: 17; Loriga 1998: 137; Loriga 1994: 47; Loriga 1995: 85.

18 «Me parece relevante recalcar la connotación religiosa del verbo manejado aquí –salvar-

se– teniendo en cuenta el carácter sagrado que el yo atribuye a estrellas del rock como Jim Morrison, Lou reed, bob Dylan y David bowie.» (Steenmeijer 2004: 60).

19 «Loriga utiliza un recurso frecuente en el rock, coger una idea y jugar con ella, repitiéndo-

la y dándole la vuelta para llegar de nuevo al principio.» (Navarro Martínez 2008: 179).

20 «Éste es un mundo extraño. Está el rock and roll y un par de cosas buenas. David bowie,

los Clash, los Stones y alguno de los nuevos, como Living Colors o Sonic Youth.» (Loriga 1994: 58). «En la radio sonaba Let Me Get into Your Fire. Él dijo: –antes de Hendrix no había nada.» (Loriga 1995: 57-58).

96

| simone cattaneo |

cinefilo che ama avere a portata di mano i lungometraggi favoriti21. La televi- sione, al contrario, viene ritenuta uno specchio che, spoglio di ogni vocazione artistica, restituisce la stupidità e la violenza della società (beilin 2004: 206):

El chico le echa la culpa a los locutores de televisión: «Puedes ver cómo se mueven sus bocas pero no puedes entender lo que dicen. Hablan de niñas mutiladas y de campeonatos del mundo. Es como un revólver de un idiota: una bala de verdad y una de fogueo, una de verdad y una de fogueo, una de verdad y una de fogueo». (Loriga 1998: 58)

Il televisore rimanda inoltre, indirettamente, alla presenza/assenza del- la cerchia familiare (Moreiras Menor 2002: 216), ambito contraddittorio e carico di conflitti irrisolti (Vázquez Montalbán 1996: 386). Nelle opere di Loriga la madre è amata e rifiutata, i protagonisti la considerano una par- te fondamentale della loro fanciullezza, a cui non vogliono rinunciare, ma anche una persona adulta che li richiama all’ordine e tarpa i loro desideri di trasgressione22. Il rapporto con il padre è connotato dal rimpianto per il tempo trascorso: il compagno di giochi dell’infanzia si è ormai tramutato nell’uomo che li spinge a cercarsi un lavoro, a formare una famiglia per divenire a loro volta padri23.

La donna, in quanto polo opposto alla madre e oscuro oggetto del deside- rio, è un altro tema che tocca da vicino i protagonisti di LPT, H e DE, mentre in CDC viene presentata come un essere da scoprire con ammirazione e timore. Tutto ruota intorno al sesso quando si parla di donne in generale: i personaggi vogliono essere all’altezza dei loro coetanei e fantasticano in maniera volgare sull’amplesso, con un linguaggio scurrile che serve a esor- cizzare le loro paure24. In CDC si fondono ripugnanza e attrazione: il sesso

21 Per maggiori riferimenti o citazioni cinematografiche occulte nel libro CDC rimandiamo

a Lunati 2004-2005: 427-447.

22 «Mi madre también era buena mujer. Nos abrazaba a todos los hermanos. Cuando éra-

mos pequeños, claro.» (Loriga 1998: 114). «ahora me acuerdo mucho de mi madre porque cuando era pequeño no importaba demasiado donde me quedara dormido, siempre me des- pertaba a su lado.» (Loriga 1994: 14). «a mi madre le parece que hay una relación directa entre llevar los vaqueros rotos y matar a la gente.» (Loriga 1995: 20).

23 «Cuando yo era pequeño mi padre y yo veíamos combates de boxeo por televisión. […] Mi

padre me sacaba de la cama y nos quedábamos a verlos los dos solos.» (Loriga 1999: 78). «Mi padre estaría más orgulloso de mí si pudiera enfrentarme con esto sin tener que pedir ayuda.» (Loriga 1998: 161). «Mi padre me dijo: “Hijo mío, no te fíes de las mujeres”. Pero mi padre no era uno de esos tipos con pinta de dar buenos consejos.» (Loriga 1994: 62).

24 «Todas las mujeres magníficas, con sus tetas, sus culos y lo que sea que llevan dentro,

nunca más serán para mí. Las veo y sólo puedo pensar: todas ésas nunca serán para mí.» (Lori- ga 1998: 82). «No tenía muchas oportunidades con lo de follar. De hecho traté de conseguir un ritmo de no follador. […] Quería andar por la calle como un tío que desprecia el sexo. […] Muy frío. Pensé que eso volvería locas a las chicas. No funcionó.» (Loriga 1994: 12).

97

| 5. ray loriga |

appartiene al mondo degli adulti e appare come un atto che macchia l’ani- ma poiché si sviluppa su un piano meramente corporeo; eppure la bellezza femminile ferisce e provoca un sentimento di tenerezza. Tra i protagonisti di CDC però, chi ha un approccio più puro è l’uomo, la donna invece appare

intraprendente e materialista25. Montserrat Lunati (2004-2005: 433) accusa lo scrittore madrileno di adottare nei suoi libri una visione maschilista, ma la misoginia dei personaggi di Loriga emerge soltanto nell’istante in cui la donna è argomento di discussione pubblica, mentre allorché diventa parte della sfera privata dell’individuo, in qualità di fidanzata o ragazza sognata, l’autore raggiunge una delicatezza e un’ingenuità di scrittura che svelano il senso di inferiorità provato dall’uomo: «T es el amor de mi vida y la chica más bonita que he visto nunca, ni de pequeño ni de mayor he visto otra igual. No exagero. […] Si algún día me operara y T no estuviera conmigo me moriría inmediatamente» (Loriga 1999: 43); «Chico, cualquier imbécil puede herir a una mujer pero sólo un hombre grande puede llevársela para siempre» (Loriga 1998: 70). Navarro Martínez (2008: 206) stabilisce poi un parallelo tra l’atteggiamento antisessista di Kurt Cobain – icona della musi- ca degli anni ’90 – e i personaggi di Loriga, poiché in loro è lampante l’im- paccio del ragazzo androgino, non contraddistinto da marcati attributi virili. Lo scrittore stesso sottolinea il suo impegno a favore di una reale parità di diritti tra uomo e donna, ponendo l’accento sul fascino femminile, legato alla dimensione intellettuale, in chiaro contrasto con la rudezza maschile26. Ecco perché le donne nei libri di Loriga sono quasi impalpabili, figure fragili dotate di un coraggio e una forza non comuni che le rendono troppo supe- riori perché una mano di uomo riesca a sporcarle o a umiliarle.

Seguendo questa pista si comprende anche lo sguardo benevolo dell’au- tore nei confronti dei bambini: tra loro non ha ancora attecchito il desiderio sessuale e non discriminano le amicizie a seconda della razza o del sesso. Chi non ha varcato la soglia dell’adolescenza possiede un’anima pura e non corrotta27. Lo scrittore vorrebbe che qualcosa – se non tutto – dei bambini sopravvivesse nell’età adulta, per questo li accarezza con le parole e dedica

25 In La pistola de mi hermano invece, versione cinematografica di CDC, il sesso non è mai

esplicito, è uno stato di stallo adolescenziale: vid. Pita 1997.

26 «Tengo un gran respeto por las mujeres […]. En mi obra, la mujer nunca es un compo-

nente anecdótico o sexual ni nada similar. Me gustan las mujeres inteligentes, como me gustan los escritores inteligentes. Soy un combativo defensor de la igualdad absoluta, y no creo que las mujeres tengan que convertirse en algo tan bruto como los hombres, unos tipos con bigote que se sientan a tu lado a comentarte el fútbol.» (Pita 1997).

27 «Me encantan. Si miras a un grupo humano, los niños son el ochenta por ciento de puta

madre y hay unos veinte cabrones. Entre los adolescentes ya hay cincuenta cabrones y cin- cuenta majos. a los treinta años, ochenta cabrones, y al final encontrar un tío de puta madre es jodido.» (Martínez 1993: 37).

98

| simone cattaneo |

loro passaggi surreali: «Todos los niños buscan amor y acaban encontrando algo que no sé muy bien qué coño puede ser, algo que duele y ensucia y acaban pagando demasiado por ello» (Loriga 1998: 97), «Los mapas de los colegios en las películas extranjeras me alejaban de los países, pero de al- guna manera me acercaban a los niños, como si la ignorancia de diferentes geografías nos hiciera a todos iguales» (109), «Los niños duermen porque agotan todo su tiempo, se lo tragan» (Loriga 1994: 22), «La idea era que los verdaderos mensajeros son como niños sin demasiadas huellas en la cabe- za. […] siempre me han salvado los niños» (93). Lo stesso Loriga, in un’inter- vista con Olga beilin (2004: 208), spiega perché il giovane di CDC uccide il benzinaio: l’uomo rappresenta agli occhi dell’adolescente ciò che non vuole diventare, il polo opposto rispetto all’ingenuità dell’infanzia.

Se si passa invece dalla sfera personale a quella collettiva si può notare una certa discrepanza tra l’approccio dell’autore e le posizioni assunte dalla critica. Nella maggior parte degli studi dedicati agli scrittori della ‘Genera- ción x’ si è più volte insistito sull’assenza di una coscienza storica (Colmei- ro 2001: 10-11; Moreiras Menor 2002: 188-189). È indubbio che in loro vi sia un rifiuto del passato, però non in quanto Storia, bensì in quanto tempo agito da altri. I giovani non sono riusciti a uccidere – metaforicamente par- lando – i loro padri, perché questi li hanno convinti che non era più neces- sario né eticamente accettabile, dal momento che già loro si erano incaricati di eliminare – anche in questo caso in senso figurato – Francisco Franco, il padre-padrone per eccellenza. Proprio la frustrazione derivante da tale im- pedimento e la continuità temporale tra passato prossimo e presente, pro- vocano un atteggiamento scettico riguardo all’impegno nei confronti della Storia e della politica, ma ciò non comporta l’incapacità di registrare ciò che accade e di denunciarlo, come nota Pérez a proposito di Mañas28. Loriga segue grosso modo questa linea. Nei suoi testi l’attualità o la Storia affiorano costantemente, ma in maniera calibrata: si scelgono avvenimenti o notizie paradigmatiche dell’orrore del passato e della contemporaneità, imbastendo quindi una protesta di carattere politico senza ripararsi all’ombra di un par- tito, ma basandosi sulla capacità di indignazione del singolo. Tra le pagine emergono riferimenti alla guerra in Vietnam, alla pedofilia, alla Seconda Guerra mondiale o alla guerra civile spagnola, ecc. Si tratta di rapidi cenni che, con la loro estrema semplicità e secchezza, sembrano non voler lasciar alcun segno nella coscienza di chi legge, eppure sono come pugni scattanti in grado di sfiancare l’avversario29.

28 «aunque sean focalizados a través del tamiz de la pantalla de la televisión, los estercoleros

de la Europa del bienestar permean estos textos como campo de referencia externo que enmar- ca e interacciona con los mundos ficcionales.»(Pérez 2005: 45).

99

| 5. ray loriga |

Per quanto riguarda il discorso legato ai riferimenti a una cultura ‘alta’, altro ambito in cui la critica ha mosso delle rimostranze, si può ricalcare quanto detto a proposito della Storia: spesso questi giovani autori sono stati accusati di voler rifiutare la letteratura avita, prediligendole forme espressi- ve più contemporanee (musica, cinema, televisione, fumetto, ecc.). Loriga smentisce una visione così semplicistica. Nei suoi primi scritti non emer- gono di certo profonde meditazioni, ma è un dato di fatto che i rimandi intertestuali colti ad autori o artisti vi siano e che questi si intensifichino con il passare del tempo, aprendo un cammino che lambisce sempre più la riflessione metaletteraria: «a Sid no se le vio después de eso, en el mismo hotel habían vivido arthur Miller y Dylan Thomas» (Loriga 1999: 23), «Los ojos del espejo apenas aguantan la mirada y eso te lleva a Céline, después, cuando estás lejos del espejo, puedes volver tranquilamente a Dylan» (Lo- riga 1998: 152),

algo sobre el suicidio de Pavese. Pavese dijo: “El consuelo de una visión consiste en creer en ella, no en que sea real”. Salían unas cuantas fotos. No parecía un tío muy alegre Pavese. Tam- bién decía: “Las cosas que he visto por primera vez bastaban para contentar, pero ahora requieren otro significado”. ¿Cuál? (Loriga 1994: 25-26)