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5.3. Tokio ya no nos quiere (1999) : il cuore di tenebra della storia
In TYNNQ Loriga narra le vicende di un commesso viaggiatore, incarica- to da una multinazionale farmaceutica di vendere droghe sintetiche capaci di cancellare una parte più o meno ridotta dei ricordi degli acquirenti. Lo smercio di tali sostanze è legale poiché la narrazione è ambientata in un fu- turo prossimo – inizi del xxI secolo – rispetto all’epoca in cui è stata scritta, un domani fantascientifico che richiama gli scenari avveniristici di Blade
Runner, del regista americano ridley Scott33, e quelli descritti nei libri di James Graham ballard, ray bradbury e Kurt Vonnegut (Valencia 2008: 20).
Il protagonista parla in prima persona, ma non rivela mai il suo nome, la sua età né da dove provenga34 e l’indeterminatezza fisica va di pari pas- so con quella psicologica, la qual cosa ha suscitato qualche polemica tra i critici35. Le azioni appaiono in effetti arbitrarie e insignificanti e la trama si presenta sfilacciata, ma è fedele riflesso della mente dei personaggi. La memoria erosa artificialmente è il fulcro del romanzo e da questa premessa deriva l’impossibilità di costruire una storia lineare: ci sono vuoti, ritorni del rimosso, amnesie e sarà compito del lettore destreggiarsi tra queste circon- voluzioni36. La sensazione che se ne ricava è quella di un viaggio nel cuore di tenebra di un presente incapace di ricevere la fioca luce del passato: si attra- versa una giungla di stanze di hotel intercambiabili fra loro, di megalopoli che hanno perso la loro identità in seguito a una globalizzazione selvaggia
33 Colmeiro intravede altri riferimenti al cinema: vid. Colmeiro 2005: 178.
34 È possibile però affermare che sia di Madrid: «Me he despertado en Madrid […]. España
lava la culpa eterna. Estoy en casa pero eso ya no significa nada.» (Loriga 2000: 259-260).
35 «ahí reside el gran problema de Tokio ya no nos quiere. Más que de un narrador-personaje
debemos hablar de un sujeto gramatical –por ello, intercambiable y prescindible– al que se le endosan acciones arbitrarias e intrascendentes.» (Peral 1999: 48).
36 «al lector le ofrezco un mecano, él tiene las piezas y las puede montar como quiera.»
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(Colmeiro 2005: 181), dove gli uomini sono scarafaggi-zombie che si agitano solo per consumare droghe o copulare, il tutto all’insegna del non-ricordo. Il protagonista beve alcol, fa sesso con uomini e donne di ogni età e razza, si imbottisce di antidepressivi, cocaina, anfetamine, oppio e si inietta, con- travvenendo alle norme dell’azienda per cui lavora, buona parte del prodotto che dovrebbe vendere: il suo corpo non regge questa corsa verso l’autodi- struzione e collassa. al risveglio si ritroverà in una stanza d’ospedale a ber- lino, afasico e senza capacità mnemoniche: sopravvivono solo una manciata di immagini rotte, momenti di felice vita a due con un’eterea Lei, a Tokio, e un nome tedesco che ritorna in molte sue mail, Krumper. all’amnesico eroe di Loriga non resta altra scelta che seguire quest’ultima pista e così torna in arizona – il libro presenta un andamento circolare – per incontrare una bambina messicana che in realtà è il corpo di Krumper, poiché le è stato trapiantato il cervello di questi, mentre il vero volto del tedesco rivive grazie a uno schermo. Da qui giungono le tanto attese spiegazioni: Krumper era un chimico nazista che dopo il crollo del regime hitleriano non era riuscito a riprendersi dal trauma di vedere le sue fanatiche illusioni deluse, aveva quindi cominciato a elaborare per la CIa una droga capace di rimuovere selettivamente ricordi non desiderati37. anche lui però è destinato a sparire perché la sua immagine è una proiezione che dipende dallo sguardo della bambina messicana: finché lei guarderà lo schermo lui non scomparirà, ma il sangue giovane della ragazzina invade il vecchio cervello del nazista e lei passa sempre meno tempo davanti al monitor, preferendo correre e giocare con i suoi coetanei38. alla fine Krumper-Kurtz si spegne e la riflessione che chiude il romanzo è malinconica: l’unico angolo inalterabile della mente è quello che custodisce la paura39.
37 È significativo citare il passaggio seguente in cui si afferma che è possibile cancellare la
memoria individuale, ma non quella collettiva: «mientras trataban de borrar las huellas mne- mónicas de los soldados llegados del frente, mientras trataban de eliminar las matanzas de niños y otros horrores semejantes que hundirían sin remedio a los jóvenes combatientes en el mar negro de la culpa, los investigadores rusos mordieron sin quererlo más de lo que eran capaces de tragar. resulta que tras someter a sus hombres a penosos procesos de hipnosis con el fin de localizar los recuerdos atroces que debían ser tachados, […] se dieron de narices con recuerdos aún más antiguos, con experiencias vividas por sus soldados en otras guerras, en otras vidas.» (Loriga 2000: 277).
38 Qui vale la pena sottolineare la relazione che intercorre tra immagine e memoria: «[Tokio
ya no nos quiere] viene a expresar que sin imágenes no hay memoria y sin memoria nada ha
ocurrido». (Navarro Martínez 2008: 133).
39 «Y así será para siempre. Los nuevos sueños sobre las viejas pesadillas y sobre los sueños pe-
sadillas aún más nuevas. La eterna espiral de la resistencia. Se limpia la sangre en la espada mien- tras se espera la siguiente batalla. El miedo es lo único que nunca se olvida.» (Loriga 2000: 281).
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5.3.1. voltare pagina
In TYNNQ si rivelano le prime avvisaglie di un mutamento radicale da
parte di Loriga nell’accostarsi alla letteratura (romero 1999: 23). L’autore ha ormai trent’anni e il suo sguardo sul mondo è cambiato: non ha più gli oc- chi arrossati del giovane scavezzacollo, ha alle spalle vari libri, si è sposato e ha un figlio. Il sesso e le droghe pervadono il volume, ma la loro funzione è di segno opposto rispetto a LPT, H, DE e CDC: se prima tracciavano mappe intime delle proprie paure e delle proprie insicurezze, ora diventano sim- bolo di un’apertura nei confronti della collettività e già è indicativa la scelta degli ambienti descritti: una miriade di città concrete – sebbene uniformate dalla globalizzazione –, nominate e ubicate con precisione (Phoenix, New Orleans, Hong Kong, Tijuana, Madrid, berlino, bangkok, ecc.)40. È poi im- portante sottolineare che sebbene il protagonista commetta eccessi con la droga e il sesso non è un emarginato ma, anzi, mostra un atteggiamento conformista poiché l’universo di TYNNQ è un alveare in fermento, in cui
l’essere umano partecipa a una gara grottesca per consumare e consumarsi. Loriga sembra cercare una maturità letteraria, ordendo un romanzo complesso, dipingendo con pennellate ossessive un possibile ritratto del fu- turo dell’umanità, diretta conseguenza di un modello sociale che asseconda l’egoismo e l’alienazione dell’individuo. Per certi versi, in questa specie di rivisitazione di 1984 trovano spazio anche l’impegno politico – sempre ab-
bozzato da un’ottica individualista – e un tono di malinconica denuncia. La scrittura invece non cambia: la frase continua a essere breve, quasi priva di punteggiatura e franta, la sintassi avanza per giustapposizioni di periodi legati fra loro da un senso minimo e il registro rimane piuttosto colloquiale. Echevarría (2005: 233) però evidenzia un’affettazione dello stile di Loriga, un automatismo che lo rende prevedibile: «a estas alturas, hay que resignarse a que el estilo de Loriga conlleve su propio amaneramiento: una irrefrenable tendencia a la sentenciosidad, a la frase lapidaria, a la paradoja chistosa». Nel tentativo di emanciparsi dalla ‘Generación x’, l’autore rinuncia in gran parte alla vena lirica e tronca ogni accenno poetico41, riducendo al minimo i bagliori ingegnosi e dolci che fungevano da contrappunto alla durezza della prosa. La stessa impressione di strappo, di risoluzione frettolosa, è quella
40 Questo aspetto è riconducibile alla biografia dello scrittore, giacché durante la stesura di
TYNNQ si era trasferito con la famiglia a New York e si era dedicato a viaggiare negli Stati Uniti
e in asia: vid. Duque 1999: 51-52.
41 «Qué día tan hermoso y qué desagradable sorpresa. Y es que así viajan siempre las malas
noticias, agazapadas como regalos envenenados, como la sombra afilada de las flores, como el rencor escondido en el corazón de los animales muertos, como la venganza aplazada que guardan los niños en los puños apretados mientras duermen. En fin, que me alejo del asunto, algo extraño ha sucedido en el camino a Quartzsite.» (Loriga 2000: 266).
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che intacca le ultime pagine del romanzo, in cui l’ispirazione sembra venir meno e qualche digressione bizzarra di troppo fa tremare il fragile ma am- bizioso castello di carte architettato da Loriga.
Considerando i pregi e i difetti del libro, l’ago della bilancia rimane in equilibrio e TYNNQ si presenta come il punto di svolta nella produzione dell’autore, un testo di transizione in cui lo scrittore prova a cambiare i temi trattati e il tono, ottenendo suoni melodiosi o dissonanze improvvise con la stessa arbitrarietà con cui un adolescente in procinto di cambiare la voce stona o segue alla perfezione la melodia di una canzone.