IL MEZZO NAUTICO E LE SUE INTERAZIONI CON IL TESTO-PAESAGGIO ADRIATICO
1.4 Adriatico orientale, Quarnero, Dalmazia, Albania e area balcanica
1.4.4 Navi, viaggi e Balcani di Vico Mantegazza
1.4.4 Navi, viaggi e Balcani di Vico Mantegazza
Anche l’opera del prolifico giornalista e viaggiatore milanese Vico Mantegazza annovera numerosi resoconti e reportage in cui sono presenti in abbondanza dati topici e tematici relativi alla macroarea adriatica e ai mezzi di trasporto. Costantemente interessato al mondo balcanico, le sue corrispondenze dei primi anni del XX secolo provenienti dal Montenegro, dalla Macedonia o dall’Albania costituiscono un prezioso e peculiare osservatorio del sottomotivo che mette in relazione Adriatico e mezzo di
trasporto, soprattutto per la valenza sociologica con cui esso è presente negli scritti244.
Nel resoconto tratto dal suo viaggio in Montenegro, effettuato nel 1896 come inviato per il fidanzamento a Cettigne (Cetinje) della principessa Elena245, i passi narrativi e descrittivi fanno spesso leva sul micromondo dei mezzi di trasporto, segnatamente la nave a vapore e la carrozza, della quale ci si occuperà nel capitolo a essa dedicato246. Sin dalla partenza dal porto di Fiume (Rijeka), un significativo frammento testuale presenta riferimenti polemici e costruttivi alle compagnie di navigazione e ai disservizi che queste riservano ai viaggiatori nelle tratte adriatiche verso Antivari (Bar), che pure, concede l’autore, non dista che poche ore dalla costa italiana. Tali riferimenti polemici sono, per ammissione dello stesso Mantegazza, solo minimi particolari necessari a colorire il resoconto odeporico, eppure si inseriscono in una cornice culturale che, a rileggerla oggi, appare ancora viva nella sua attualità, soprattutto nell’ammissione che mette a nudo la poca confidenza del popolo italiano con i viaggi. Nel racconto della partenza, l’attenzione si concentra temporaneamente su «uno di quegli splendidi vapori del Lloyd austriaco che vanno direttamente a Cattaro in 32 ore»247, sebbene il vapore sul quale si imbarca il giornalista appartenga a una compagnia concorrente, l’Ungaro-Croata. Rimangono, della traversata dalmata, osservazioni paesaggistiche scaturite proprio dal ponte della nave: profili costieri, canali,
244
La caratterizzazione sociologica e socioeconomica di queste corrispondenze, e soprattutto l’attenzione di Mantegazza verso problematiche riguardanti le comunicazioni e i trasporti, sono testimoniate anche dall’attività extra-pubblicistica dell’autore, che fu tra i finanziatori e segretario della Compagnia di Antivari, l’attività della quale egli documentò in un dettagliato saggio sul porto di Antivari e sulla ferrovia Antivari-Vir: cfr. M. Asciano, Introduzione a V. Mantegazza, Al Montenegro. Note ed impressioni (agosto-settembre 1896), Edizioni digitali del C.I.S.V.A., 2009, p. III, reperibile su http://www.viaggioadriatico.it/ViaggiADR/biblioteca_digitale/titoli/scheda_bibliografica.200 9-01-23.9642275653 (ultimo accesso: dicembre 2011). Sempre riguardo al rapporto tra il giornalista e la società di navigazione montenegrina, cfr. anche S. De Nardis, Italiani nei
Balcani fra Ottocento e Novecento. Materiali di lavoro per un’emigrazione poco nota, in G.
Scianatico e R. Ruggiero (a cura di), Questioni odeporiche. Modelli e momenti del viaggio
adriatico, cit., p. 613.
245 Il viaggio di Mantegazza aveva però solide fondamenta sociopolitiche, da mettere in relazione con le attività di politica commerciale del Regno d’Italia con il paese balcanico: cfr. M. Asciano, Introduzione a V. Mantegazza, Al Montenegro, cit., p. XII.
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Cfr. cap. 3, par. 3.5.4.
247 V. Mantegazza, Al Montenegro. Note ed impressioni (agosto-settembre 1896), Milano, Libreria Editrice Milanese, 1910, p. 48.
isole, evocazione di suggestive configurazioni geografiche e accenni alla fulgida vegetazione verdeggiante. L’interazione tra paesaggio e moto del piroscafo si rinsalda ulteriormente con l’avvicinamento alle Bocche di Cattaro. La navigazione da Gravosa (Gruž) a Ragusa, seppur in un tragitto brevissimo, prospetta un gioco paesaggistico di geometrie visive tra colline, fortificazioni, montagne e mura:
Le colline che coprono Gravosa vanno man mano fuggendo dietro la nave, e a poco a poco si perdono di vista le biancheggianti fortificazioni della baia, mentre ancora spicca il Monte Sergio […]. Il nostro piroscafo passa a poca distanza da Ragusa, la Fiorenza della Dalmazia, che si presenta a ridosso di una collina pittoresca […]248.
La sensibilità di Mantegazza verso tematiche attinenti ai trasporti e alle comunicazioni risalta anche in un altro scritto odeporico, la cui ambientazione è geograficamente collocata più a sud del precedente: si tratta di L’Albania. Nella parte dedicata al lago di Scutari (Liqeni i Shkodrës) i riferimenti alla diligenza e al servizio di posta regolato dal coordinamento di carrozze e vapori fungono da opportuna cornice sociologica al viaggio. Altri mezzi, inoltre, spiccano in veste di intermezzi narrativi, come succede quando il giornalista rievoca un suo precedente arrivo in Albania a bordo del vapore “Danitza”, sorprendendosi per la presenza di un piccolo vapore, adibito a mezzo nautico postale e lacustre, che batte bandiera italiana249.
Lasciando Scutari e dirigendosi verso Durazzo (Durrës), il viaggiatore è costretto a servirsi dell’unica via navigabile, il fiume Bojana, che all’epoca rappresentava un limite, un confine naturale ben più invalicabile di oggi, tra due mondi idealmente lontani, quello ottomano dell’Albania e quello
248 Ivi, p. 53. Per un parallelo con un altro celebre resoconto da questa zona adriatica, seppur quasi privo di riferimenti ai mezzi di trasporto e al loro rapporto con il paesaggio (esclusa qualche pennellata oleografica), si rimanda a A. Baldacci, Le Bocche di Cattaro ed i
Montenegrini. Impressioni di viaggio e notizie da servire per introduzione alla flora della Czernagora, Bologna, Società tipografica Azzoguidi, 1886. Lo stesso Baldacci, inoltre,
menzionerà in alcuni dei suoi resoconti odeporici le stesse società di navigazione citate da Mantegazza, soprattutto la “Puglia”: cfr. A. Baldacci, Itinerari albanesi, Roma, Società Geografica Italiana, 1900, pp. 5-6.
relativamente austriacante del Montenegro. Mantegazza cambia mezzo di trasporto e si trasferisce su un piroscafo della compagnia Puglia. Se si eccettua un rapido riferimento alle tartane di Dulcigno (Ulcinj), mezzo di trasporto nautico stavolta utilizzato come raccordo storico-divulgativo250, la traversata fluviale registra un paesaggio piatto, triste, che si mantiene tale con l’avvicinamento all’Adriatico. Giunto a San Giovanni di Medua (Shëngjin), il viaggiatore cambia ancora nave, imbarcandosi stavolta sul “Barion”, le cui tariffe stracciate sono utilizzate nella narrazione come paradigma della feroce concorrenza tra le compagnie Lloyd e Puglia. L’avvistamento di Valona (Vlorë) e della sua insenatura dalla nave, dopo aver catalogato fiumi, lagune, pianure e l’isola di Saseno (Sazan), avvalora la potenza suggestiva ed evocativa del nostro sottomotivo adriatico, qui in accezione storico-militare:
[…] quando il piroscafo […] entra nella baia di Vallona [sic], si comprende subito l’importanza che dal punto di vista nautico e militare, deve avere codesta vasta insenatura251
1.4.5 Un “Adriatico militare” e le sue piccole barche: Franco