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I NNOVAZIONE , R ESPONSABILITÀ SOCIALE E S VILUPPO SOSTENIBILESOSTENIBILE

Nel documento Romagna – Forlì-Cesena e Rimini (pagine 91-108)

Il commercio con l’estero

ESPORTAZIONI DI RIMINI VERSO I 3 PRINCIPALI PAESI Gennaio-Settembre

2.7 I NNOVAZIONE , R ESPONSABILITÀ SOCIALE E S VILUPPO SOSTENIBILESOSTENIBILE

Innovazione, Responsabilità sociale e Sviluppo sostenibile sono aspetti che assumono nello scenario generale e nel contesto specifico dei singoli territori una valenza fondamentale e decisiva per i Territori, per le Imprese e per le Persone. A maggior ragione se sono visti l’uno accanto all’altro come asset strategici nell’ambito di una visione sinergica.

Come è noto, ciascuno di questi fenomeni ha caratteristiche di tale complessità che gli indicatori attualmente disponibili non sono adeguati a rappresentarli né singolarmente, né nell’insieme.

Le valutazioni che seguono, dando per scontata per ragioni di efficacia l’analisi definitoria, hanno l’obiettivo di fornire i principali indicatori disponibili a livello provinciale su questi temi cruciali per iniziare a delineare un quadro della situazione territoriale da completare progressivamente in futuro.

Allo stesso modo per l’illustrazione descrittiva del piano ricco ed articolato di progetti, attività, iniziative ed eventi realizzati nel 2018 dall’Azienda speciale CISE (che ha come mission i temi in oggetto) e dalla Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini si fa rimando alla documentazione e ai materiali specifici già divulgati e ai quali è stata data diffusione in vari e articolati contesti.

Un aspetto da sottolineare, infine, è il fatto che i temi dell’Innovazione, della Responsabilità sociale e dello Sviluppo sostenibile occupano un ruolo prioritario nella programmazione pluriennale della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini.

Sommario del capitolo Innovazione

• Osservatorio Innovazione 2018 – Emilia-Romagna

• Osservatorio Innovazione 2018 – Focus Romagna e province di Forlì-Cesena e Rimini

• Monitoraggio della Strategia di specializzazione intelligente (S3)

• Start-up innovative

• Piccole e Medie Imprese innovative

• Protezione della proprietà intellettuale

• Grado di innovatività degli scambi con l’estero

• Smart city

Responsabilità sociale delle imprese Sviluppo sostenibile

• Gestione della sostenibilità

• Economia circolare

• Green Economy e imprese “green”

• Ecosistema Urbano

• Consumo del suolo

• Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

• Qualità della vita

Rapporto sull’Economia 2019 e scenari 92 Quadro economico della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

Innovazione

Il contesto generale sul tema “Innovazione” è attualmente particolarmente complesso e attraversato da grandi fenomeni. L’accelerazione dello sviluppo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione (il cosiddetto ICT), i cambiamenti demografici e la globalizzazione stanno, infatti, trasformando radicalmente la società e l’economia.

Stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione industriale che pone il tessuto imprenditoriale, le Istituzioni ed i territori davanti ad un futuro particolarmente impegnativo ma altrettanto sfidante: da un lato, la possibilità di utilizzare con consapevolezza le nuove ed avanzate tecnologie (quali, la manifattura additiva, la robotica collaborativa, strumenti di realtà aumentata e virtuale, le simulazioni avanzate, l’internet delle cose, l’integrazione digitale dei processi aziendali e della filiera produttiva, l’analisi di grandi e complesse moli di dati, l’intelligenza artificiale, il cloud computing, la cybersecurity, etc); dall’altro l’abilità e la lungimiranza nel ridefinire coerentemente i modelli produttivi. Su questi elementi si giocherà la competitività nei prossimi anni; la capacità di mettersi in discussione e di innovare potrà quindi fare la differenza, poiché la delicata risalita dalla crisi economica e la tradizionale scarsa innovatività delle nostre imprese, ora si affianca in maniera concreta alla complessità e alla velocità dei cambiamenti resi possibili da tali nuove tecnologie.

Questa trasformazione (nota come Industria 4.0 o Impresa 4.0) è da tempo al centro del dibattito socio-economico, e anche politico, di numerosi Paesi; nel 2017 anche l’Italia ha presentato un proprio piano di sviluppo, denominato “Piano nazionale Impresa 4.0 2017-2020”, a supporto delle imprese che vogliono acquisire competitività, tramite la digitalizzazione dei processi produttivi, la valorizzazione della produttività dei lavoratori e la formazione di competenze adeguate per lo sviluppo di nuovi prodotti e processi.

Ora, sebbene la diffusione delle tecnologie ICT in Italia mostri un gap rilevante rispetto agli altri Paesi Ue, a livello nazionale, in base al Report ISTAT su “Imprese e ICT” di dicembre 2019, si rileva che, il 94,5% delle imprese (con almeno 10 addetti) utilizza connessioni in banda larga fissa o mobile, con un aumento della quota di quelle che dichiarano di ricorrere a connessioni cosiddette “veloci” (41% di imprese che si collega ad almeno 30 Mbps, rispetto a 32% nel 2018, e 14% ad almeno 100 Mbps, rispetto a 10% nel 2018); nell’ultimo triennio, però, rimane invariata la quota delle imprese che impiega esperti ICT (16%), con il 68,5% delle stesse che dichiara di utilizzare personale esterno per la gestione di attività legate all’ICT. Inoltre, in base al Report ISTAT su “Cittadini, Imprese e ICT” di gennaio 2019, pur aumentando la quota di imprese che investono sulle competenze digitali provvedendo alla formazione dei propri addetti (17%), rimane ampio il divario tra grandi e piccole imprese nel livello di digitalizzazione; in tale contesto, poi, emerge un profilo prevalente di imprese che non investono in beni e servizi digitali ricompresi nel Piano Impresa 4.0 (circa l’86%), a fronte di una minoranza di imprese che dichiarano di aver già investito nel biennio 2016-2017 o che intendono farlo nel biennio 2018-2019.

Proseguendo, nella classifica dei 60 Paesi più innovativi del mondo, stilata a gennaio 2020 da Bloomberg, sulla base di un indicatore di sintesi, derivante dai risultati di sette indicatori di analisi, l’Italia si posiziona al 19° posto (primi tre posti: Germania, Corea del Sud, Singapore), guadagnando, rispetto all'anno precedente, due posizioni. Tutto sommato, buoni i risultati ottenuti riguardo alla concentrazione di imprese high-tech (16° posto), numero dei brevetti (20°) e produttività (21°), discreti quelli afferenti al valore aggiunto del manifatturiero (23°), investimenti in ricerca e sviluppo (24°) e la capacità di attrarre ricercatori (25°); punto critico, invece, l'efficienza del settore terziario (33°). In un'altra classifica, più estesa e completa, relativa a 129 Paesi più innovativi del mondo, stilata a luglio 2018 dall'Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, sulla base di un

Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

Rapporto sull’Economia 2019 e scenari 93 Quadro economico della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

indicatore di sintesi, derivante dai risultati di ottanta indicatori di analisi, l'Italia si posiziona, invece, al 30° posto (primi tre posti: Svizzera, Svezia, Stati Uniti), guadagnando, rispetto all'anno precedente, una posizione.

La regione Emilia-Romagna appare trainante nella crescita innovativa e tecnologica, anche se questa è ancora prevalentemente determinata dalle grandi imprese, (analogamente a quanto accade a livello nazionale), e ciò ancora non risulta sufficiente ad avvicinarla alle grandi regioni manifatturiere europee; a confermarlo, i dati del report Regional Innovation Scoreboard 2019 (versione regionale dell’European Innova-tion Scoreboard promosso dalla Commissione Europea), che analizza 238 regioni europee sulla base di 17 specifici indicatori, ripartendole in 4 gruppi a seconda del grado di innovazione annoverata come “strong innovator”), il 2° posto nella top-10 moderate innovators (preceduta da Mellersta Norrland, regione svedese) e “solo” la 113° posizione nel ranking complessivo.

Infine, ricordiamo che sono stati presentati i dati relativi all'Osservatorio sull’Innovazione nelle imprese dell’Emilia-Romagna (edizione 2018), strumento progettato e realizzato da CISE per conto della Regione Emilia-Romagna con l’obiettivo di monitorare le dinamiche regionali e di fornire alle istituzioni e agli attori economici del territorio informazioni utili alla programmazione, pianificazione, monitoraggio e valutazione di

Tav. 2.7.1 QUADRO DI VALUTAZIONE DELL'INNOVAZIONE REGIONALE 2019

(Regional Innovation Scoreboard 2019)

Fonte: European Commission (Regional Innovation Scoreboard 2019) - Dati aggiornati al 17/6/2019)

Tav. 2.7.2 REGIONAL INNOVATION SCOREBOARD 2019 Classifica decrescente delle regioni italiane, posizionamento europeo e gruppo d’appartenenza

Regioni Punteggio Rank europeo Gruppi Friuli Venezia Giulia‐Venezia Giulia 92,6 102 Strong -Emilia Romagna‐Romagna 89,1 113 Moderate +

Lombardia 86,6 118 Moderate +

Veneto 84,9 123 Moderate +

Prov .Auton. Trento 82,1 127 Moderate +

Marche 81,2 128 Moderate +

-Fonte: European Commission (Regional Innovation Scoreboard 2019 - Dati aggiornati al 17/6/2019)

Rapporto sull’Economia 2019 e scenari 94 Quadro economico della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

Osservatorio Innovazione 2018 – Emilia-Romagna

L’Osservatorio InnoER, risultato della collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di Commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, ASTER e Intesa Sanpaolo, è stato curato dal CISE, azienda speciale della Camera di Commercio della Romagna, con il supporto scientifico del Centro Studi Antares ed economico della Regione Emilia-Romagna.

Le imprese oggetto della presente indagine appartengono al sistema produttivo dell’Emilia-Romagna, hanno un fatturato superiore ai 500 mila Euro e rientrano nella strategia di specializzazione intelligente (S3) della Regione Emilia-Romagna1. La strategia individua 5 grandi ambiti produttivi su cui concentrare l’azione delle politiche regionali di innovazione: 3 di essi - agroalimentare, meccatronica e motoristica, costruzioni - rappresentano gli attuali pilastri dell’economia regionale, gli altri 2 - salute e benessere, cultura e creatività - costituiscono invece ambiti produttivi con alto potenziale di espansione e di cambiamento anche per altre componenti del sistema produttivo. La strategia individua quindi i principali fattori tecnologici e organizzativi su cui è necessario intervenire per assicurare competitività e crescita al sistema produttivo, i driver dell'innovazione fondamentali alla base di nuove traiettorie di crescita, legati in modo rilevante anche allo sviluppo dei servizi ad alta intensità di conoscenza.

Ciò detto, secondo l’indagine realizzata su un campione di 2.047 imprese (pari al 10% del totale di quelle potenzialmente coinvolte con un fatturato superiore a 500 mila euro) e l’integrazione di diverse banche dati, le aziende emiliano-romagnole presentano quattro profili innovativi: leader (30% del campione) con una capacità elevata di governare il nuovo paradigma della prossimità all’interno dell’ecosistema di relazioni con fornitori e clienti, anche con capacità di utilizzare reti internazionali e tecnologie avanzate; proattive (24%) che non detengono una leadership tecnologica di settore ma lavorano costantemente sullo sviluppo innovativo di prodotti; adattive (14%) che hanno un profilo di

“inseguimento” dell’innovazione in relazione ai cambiamenti che avvengono nel proprio settore e nel mercato; tardive (31%) che mostrano un ritardo di “sintonizzazione” con il fenomeno innovativo che interessa le filiere globali e le altre imprese regionali, e denotano una vulnerabilità più probabile anche nella perdita di valore2.

I profili si differenziano soprattutto su tre dimensioni chiave: la cultura innovativa all’interno dell’azienda, il ruolo della prossimità e del territorio per i processi di innovazione, l’adozione di nuove tecnologie per il governo della complessità interna all’azienda e di filiera. Il profilo delle leader e delle proattive è fortemente correlato con la capacità di essere competitivi nell’economia dei servizi, dove digitalizzazione, prossimità con il cliente e cultura innovativa si fondono.

Lo studio evidenzia come ciò che misura la distanza tra una impresa tardiva e una leader è la capacità di questa di adeguare la propria cultura organizzativa a un cambio di paradigma di “costante e continua innovazione” per ridurre la distanza con il cliente/utente, in chiave di co-progettazione, digitalizzazione della supply-chaine3 rapidità degli scambi. Inno ER 2018 indica come prevalga la dimensione in house: il 27% delle attività di innovazione interna riguarda i prodotti, mentre il 26%

delle attività di innovazione esterna riguarda i servizi di marketing.

Il rapporto individua i “tempi” dell’innovazione, individuando tre categorie di imprese in relazione alla velocità di rendimento dei nuovi prodotti nell’arco di tre anni in relazione al fatturato. Ci sono così le

1 La Strategia di specializzazione intelligente (S3) è uno strumento utilizzato nei Paesi UE per migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche per la ricerca e l'innovazione. Attraverso la propria S3, che costituisce parte integrante del Por Fesr 2014-2020, la Regione Emilia-Romagna ha costruito un quadro strategico di azioni con l'obiettivo del rafforzamento competitivo e della crescita occupazionale del sistema economico regionale.

2 Per l'1% delle imprese campionate non è possibile determinare il profilo innovativo.

3 Per catena di distribuzione si intende una serie di tre o più entità (organizzazioni o individui) direttamente coinvolte in flussi (a monte e/o a valle) di prodotti, servizi, denaro e/o informazioni dalla materia prima fino all'ultimo cliente (Mentzer 2001); la gestione della catena di distribuzione (supply chain management) riguarda diverse attività delle aziende, in primis marketing e logistica, con l'obiettivo di controllare le prestazioni e migliorarne l'efficienza.

Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

Rapporto sull’Economia 2019 e scenari 95 Quadro economico della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

imprese Fast Trackers, pari al 16% i cui prodotti e servizi generano il 40% del fatturato; le Climbers, che sono il 34% e sviluppano tra il 10% e il 40% e infine le Long distance runners, percentuale del 50% che producono fatturato fino al 10%.

La lettura dei profili dell’innovazione aiuta a leggere anche le possibili traiettorie di evoluzione della

“specializzazione intelligente” regionale, ovvero la prospettiva di nuove possibili vie di scoperta e applicazione di idee innovative, coinvolgendo più imprese e più settori.

L’indagine si focalizza anche sugli elementi che secondo le imprese favoriscono l’innovazione, indicando soprattutto clienti e fornitori, poi, nell'ordine, addetti ricerca e sviluppo interni, consulenti, attività legata a fiere e convegni, studi di mercato, appartenenza a gruppi aziendali e reti di impresa, collaborazioni con Università e centri di ricerca.

Tra i fattori che inducono ad innovare emergono soprattutto tre elementi: cliente leader, clima aziendale interno come fucina di idee, presenza di fornitori locali e quindi il ruolo del territorio; al riguardo, il comportamento delle imprese è diventato selettivo nella scelta e la prossimità geografica è importante a condizione di una presenza di specializzazione tecnologica che garantisca risposte.

Esiste inoltre una forte correlazione tra leadership tecnologica e la capacità di accompagnare i processi produttivi con una forte propensione ai servizi in chiave di interoperabilità tra le fasi interne e della value chain4. Il ruolo strategico del sistema economico emiliano-romagnolo, storicamente forte di proprie vocazioni manifatturiere, resta così elevato anche all’interno della nuova “economia digitale dei servizi”.

In ottica, infine, di “economia circolare” (“economia pensata per potersi rigenerare da sola”, Ellen MacArthur Foundation) risultano prevalenti le soluzioni aziendali orientate all'eco-efficienza (riduzione dei consumi, dei rifiuti ed imballaggi) rispetto a quelle indirizzate verso l'eco-efficacia (riciclabilità dei materiali, utilizzo di materie prime sostenibili o secondarie, riutilizzabilità del prodotto finale, analisi del ciclo di vita del prodotto, sharing economy); nel complesso, il 21% delle imprese del campione adotta soluzioni avanzate di eco-efficacia.

In sintesi, poco più della metà del sistema produttivo emiliano-romagnolo è oggi ben sintonizzato con le sfide di innovazione lanciate dal mercato e dalla società; un terzo risulta invece in ritardo, ma ha le basi su cui poter innestare azioni

correttive di carattere organizzati-vo e per essere ricettiorganizzati-vo rispetto al supporto ai processi innovativi che possono essere alimentati a livello regionale e nazionale.

La sfida del prossimo decennio è quella di aumentare, da una parte, la leadership tecnologica del siste-ma regionale e, dall’altra, la parte-cipazione all’innovazione anche di imprese oggi in ritardo; non esiste, nel campo delle politiche per l’innovazione, una “ricetta unica”

ma occorrono strategie differenzia-te che permettano di costruire

4 La catena del valore è un modello, teorizzato da Michael Porter nel 1985, che permette di descrivere la struttura di una organizzazione come un insieme limitato di processi; secondo questo modello, un'organizzazione è vista come un insieme di 9 processi, di cui 5 primari (quelli che direttamente contribuiscono alla creazione dell'output) e 4 di supporto (quelli che non contribuiscono direttamente alla creazione dell'output ma che sono necessari alla sua produzione).

Tav. 2.7.3 INDICATORE DI CIRCULAR ECONOMY

Indice di complessità delle soluzioni di economia circolare, ottenuto pesando su una scala da 1 a 3 le soluzioni circolari proposte

Fonte: elaborazione CISE (Osservatorio Innovazione 2018 – Emilia-Romagna)

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percorsi di innovazione per e con i diversi profili di impresa.

In una fase di rafforzamento delle politiche regionali dell’innovazione, grazie all’azione di supporto attraverso il ciclo di programmazione europea POR-FESR e al coordinamento della rete Alta Tecnologia con gli strumenti associativi dei Clust-ER e della Value chains1, è importante considerare gli elementi conoscitivi per un’azione di sistema. Il rapporto indica alcuni fattori chiave che emergono dall’indagine e considerati utili per un rafforzamento delle politiche regionali: transizione tecnologica e digitalizzazione; circolarità come efficacia e trasformazione del prodotto/servizio; territorio, Research and Technology Organisations (RTOs) e offerta di R&D; politiche regionali.

Osservatorio Innovazione 2018 – Focus Romagna e province di Forlì-Cesena e Rimini Sulla base dei risultati dell’Osservatorio Innovazione 2018, sono stati poi fatti specifici focus sui territori della Romagna (FC+RN), Forlì-Cesena e Rimini.

Le imprese del campione sono state 335 (197 a Forlì-Cesena e 138 a Rimini) e sono state scelte con gli stessi criteri delle imprese regionali: fatturato superiore ai 500 mila Euro e settori rientranti nella strategia di specializzazione intelligente (S3) della Regione Emilia-Romagna: agroalimentare, meccatronica e motoristica, costruzioni, salute e benessere, cultura e creatività, più i servizi ad alta intensità di conoscenza.

Sulla base dei profili tecnologici mappati all’interno dell’osservatorio, le imprese del territorio Romagna (FC+RN) presentano quattro profili innovativi. Rispetto al campione di imprese analizzato, le imprese leader, con una capacità elevata di governare il nuovo paradigma della prossimità all’interno dell’ecosistema di relazioni con fornitori e clienti, anche con capacità di utilizzare reti internazionali e tecnologie avanzate, rappresentano il 24%; le imprese proattive, che non detengono una leadership tecnologica di settore ma lavorano costantemente sullo sviluppo innovativo di prodotti e servizi, sono il 28%; le imprese adattive, che hanno un profilo di

“inseguimento” dell’innovazione in relazione ai cambiamenti che avvengono nel proprio settore e nel mercato, sono l’11%; le imprese tardive, che mostrano un ritardo di “sintonizzazione” con il fenomeno innovativo che interessa le filiere globali e le altre imprese regionali, mostrando una vulnerabilità più probabile anche nella perdita di valore, sono il 37%.

Nel complesso, le imprese della Romagna presentano, rispetto alla media regionale, una quota di imprese tardive più alta (37% Forlì-Cesena, 36% Rimini) che compensa la minor incidenza di imprese leader (più bassa della media regionale), in particolare per la provincia di Rimini (25% Forlì-Cesena, 20% Rimini); inoltre, a livello di province emerge una diversa specializzazione delle leader:

a Forlì-Cesena è più probabile trovare leader nell’ambito dei servizi ad alta intensità di conoscenza, a Rimini è più probabile che siano leader le imprese dell’industria della salute e del benessere; a Forlì-Cesena è maggiore il peso delle tardive nell’ambito della salute e del benessere; a Rimini le tardive sono più concentrate nell’ambito dell’edilizia e delle costruzioni.

La quota di imprese che negli ultimi 3 anni non ha introdotto alcuna innovazione è del 12% in Romagna, equamente distribuita tra Forlì-Cesena e Rimini, maggiore della rispettiva quota regionale (9%); è il sistema dell'edilizia e delle costruzioni quello che innova meno, con un'incidenza del 17%

(17% Forlì-Cesena, 18% Rimini), seguito dal settore dei servizi ad alta intensità di conoscenza, con un'incidenza del 14% (11% Forlì-Cesena, 17% Rimini), mentre quelle meno immobili risultano le industrie della salute e del benessere, dove tutte le imprese del campione hanno fatto un'innovazione nel periodo considerato.

Nel dettaglio, sono tre le tipologie di contributo all'innovazione:

innovazione incrementale (cambiamenti anche di minore impatto apportati su prodotti e processi);

Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

Rapporto sull’Economia 2019 e scenari 97 Quadro economico della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

innovazioni significative per l’azienda (aspetti di innovazione di impatto sull’azienda);

innovazioni significative per il mercato (innovazioni apportate sul mercato di riferimento).

Queste fanno riferimento a miglioramenti nei seguenti campi: prodotti, processi produttivi, riorganizzazioni aziendali e tecniche di marketing.

Mediamente, nell'area Romagna, la quota di imprese che ha introdotto innovazioni incrementali è del 68%, maggiore della quota regionale (65%), mentre l'incidenza delle aziende che hanno introdotto innovazioni significative per l'azienda o per il mercato si attesta, rispettivamente, al 47% e 42% (49% e 41% in Emilia-Romagna); con riferimento all'innovazione incrementale, Forlì-Cesena ha un'incidenza uguale a quella regionale mentre a Rimini è superiore (71%), per ciò che riguarda l'innovazione significativa per l'azienda, Forlì-Cesena detiene una quota superiore (51%) e Rimini inferiore (42%), per ciò che concerne, infine, l'innovazione significativa per il mercato, buon risultato sia per la provincia forlivese (44%) che per quella riminese (41%).

Le imprese della Romagna mostrano un’incidenza più alta alla collaborazione: si osserva una propensione alla cooperazione con altre aziende o istituzioni per realizzare innovazioni (3,6% contro una media regionale del 1,4%), soprattutto in relazione ai servizi ad alta conoscenza, le industrie culturali e l’agroalimentare.

Un elemento cruciale è rappresentato dai fattori dell'innovazione, che possono essere di varia natura e arrivare da diverse fonti; per l'area Romagna ruolo fondamentale svolgono sia i clienti che i fornitori, che primeggiano tra i fattori determinanti, ma anche il ricorso a consulenti, la partecipazione a fiere/convegni e lo svolgimento di studi e ricerche di mercato (dove la quota Romagna risulta maggiore di quella regionale), nonché la dotazione interna di un ufficio ricerca e sviluppo. In merito alle specificità provinciali, in aggiunta a quelle già citate, superiori alle rispettive medie regionali, per

Tav. 2.7.4 FATTORI CHE FAVORISCONO L'INNOVAZIONE Percentuale sulle aziende del campione per area territoriale

Fonte: elaborazione CISE (Osservatorio Innovazione 2018 – Romagna, Forlì-Cesena e Rimini)

Rapporto sull’Economia 2019 e scenari 98 Quadro economico della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

Forlì-Cesena si sottolineano anche l'appartenenza alle reti di impresa, la partecipazione ad eventi per la condivisione delle idee innovative e la collaborazione con Università, centri di ricerca e tecnopoli;

Forlì-Cesena si sottolineano anche l'appartenenza alle reti di impresa, la partecipazione ad eventi per la condivisione delle idee innovative e la collaborazione con Università, centri di ricerca e tecnopoli;

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