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P RINCIPALI DINAMICHE

Nel documento Romagna – Forlì-Cesena e Rimini (pagine 131-135)

Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

3.1 P RINCIPALI DINAMICHE

Al 31 dicembre 2018 la popolazione residente totale in provincia di Forlì-Cesena è pari a 394.627 persone (fonte: ISTAT), in lieve aumento rispetto al 31/12/2017 (+0,11%). La dinamica dell’anno 2018 mostra un saldo naturale (differenza tra nati e deceduti) negativo di 1.448 unità, mentre il saldo migratorio (differenza tra iscritti e cancellati, comprensivo anche dei movimenti anagrafici) risulta positivo di 2.942 unità, riuscendo pertanto a recuperare il deficit naturale.

Al 31/12/2018 gli stranieri residenti nel territorio di Forlì-Cesena risultano 43.549 (di cui il 52,8%

sono donne), pari all’11,0% della popolazione totale, incidenza inferiore a quella regionale (12,3%), ma superiore a quella nazionale (8,7%). I principali Paesi di provenienza dei residenti non italiani sono, nell’ordine: Romania (18,6% del totale stranieri), Albania (14,9%), Marocco (12,6%), Cina (7,8%) e Bulgaria (4,9%).

Al secondo trimestre 2019, il livello del tasso di occupazione provinciale (15-64 anni) è pari al 70,4%, sostanzialmente in linea col dato regionale (70,2%) e superiore a quello nazionale (58,8%). Il tasso di disoccupazione della provincia di Forlì-Cesena (15 anni e oltre) è risultato pari al 5,0%, migliore sia della media regionale (5,5%) sia, in particolare, di quella nazionale (10,2%).

In provincia di Forlì-Cesena il valore aggiunto totale dell'anno 2018 ammonta a 11.571,6 milioni di euro correnti; rispetto al 2017, si rileva un incremento del 2,3%, maggiore della variazione altrettanto positiva di Emilia-Romagna (+2,0%) e Italia (+1,7%). Il 68,4% del valore aggiunto è generato dal settore complessivo dei servizi, che ha un’incidenza maggiore di quella che assumono gli stessi a livello regionale (66,7%) ma inferiore al peso nazionale (73,8%); al suo interno, commercio, trasporti, turismo (alloggio e ristorazione) e ICT, nel loro complesso, generano il 25,3% del valore aggiunto totale provinciale, dato che risulta superiore sia alla media regionale (24,2%) sia a quella nazionale (24,9%). L'industria in senso stretto (prevalentemente manifatturiera) è un settore rilevante nella creazione della ricchezza provinciale, con il 22,5% mentre le costruzioni contribuiscono per il 5,7% e l'agricoltura per il 3,4%; le incidenze per questi due ultimi settori sono superiori al dato regionale e nazionale, coerentemente con il ruolo svolto e l'importanza assunta da questi comparti sul territorio.

Il valore aggiunto pro capite 2018 della provincia di Forlì-Cesena è di 29.321,03 euro, inferiore al dato regionale (32.273,96 euro) ma superiore alla media nazionale (26.034,19 euro).

La provincia di Forlì-Cesena, dove alla data del 31/12/2019 si contano 50.724 localizzazioni registrate, di cui 45.000 attive, e 41.985 imprese registrate, delle quali 36.535 attive, si conferma un territorio con imprenditorialità altamente diffusa: il rapporto fra imprese attive e abitanti, infatti, è pari a 93 imprese attive ogni 1.000 abitanti (90 imprese a livello regionale e 85 a livello nazionale).

Riguardo sia alle localizzazioni attive sia alle imprese attive, si rileva, rispetto al 31/12/2018, una flessione, che risulta essere più lieve per le prime (rispettivamente, -0,5% e -1,1%); nel confronto territoriale il calo delle imprese attive risulta superiore a quello dell’Emilia-Romagna (-0,8%) e dell’Italia (-0,3%).

Nei settori di attività economica maggiormente significativi continua la diminuzione del numero delle imprese attive: nella specie, il Commercio (21,8% sul totale), con una flessione annua del 2,6%, l’Agricoltura (incidenza del 17,6%, -1,8%), il Manifatturiero (9,7%, -1,5%) e il comparto Trasporto e magazzinaggio (3,6%, -2,0%). Si segnala, poi, la stabilità nei settori delle Costruzioni (incidenza del

Rapporto sull’Economia 2019 e scenari 132 Quadro economico della provincia di Forlì-Cesena

15,2%, -0,1%) e dell'Alloggio e ristorazione (7,6%, +0,2%) mentre crescono le Attività immobiliari (incidenza del 6,3%, +0,9%). Con riferimento alla forma giuridica delle imprese attive, spiccano le imprese individuali (57,5% sul totale), seguite dalle società di persone (21,6%); le società di capitale (18,3%) rappresentano l’unica forma giuridica in aumento (+2,3%), così come negli altri ambiti territoriali di confronto (Emilia-Romagna e Italia).

Le imprese straniere1 attive al 31/12/2019 nella provincia di Forlì-Cesena sono 3.539, pari al 9,7%

del totale e registrano una crescita del 2,3% rispetto al 2018. Le imprese femminili2 attive sono 7.607, il 20,8% delle imprese attive, a fronte del 21,2% regionale e del 22,7% nazionale. Infine, le imprese giovanili3 attive sono 2.380, pari al 6,5% del totale.

In termini di numerosità, assumono particolare rilievo le imprese artigiane attive (11.901), pari al 32,6% del totale (31,4% a livello regionale e 25,1% in ambito nazionale); queste, però, registrano una diminuzione tendenziale dello 0,8%.

In base ai dati più recenti, aggiornati al 3/2/2020, le start-up innovative con sede in provincia di Forlì-Cesena sono 61, pari al 6,6% del totale regionale; il confronto annuo evidenzia una diminuzione del 9,0% (da 67 a 61 unità). Il 67,2% delle start-up innovative provinciali appartiene al macrosettore dei Servizi, di cui il 37,7% ai servizi digitali e informatici e l’11,5% alla ricerca e sviluppo; a seguire, il 24,6% del settore Industria/Artigianato e l’8,2% del Commercio.

In agricoltura continua il calo generalizzato del numero delle imprese attive (n. 6.430, -1,8% rispetto allo stesso periodo del 2018). La Produzione Lorda Vendibile (PLV) provinciale stimata per il 2019 risulta pari a 522,2 milioni di euro correnti, facendo segnare un -0,3% rispetto al dato (definitivo) del 2018; tale variazione negativa è la combinazione di una flessione nel corso dei prezzi medi (-3,5%) e di un effetto quantità positivo (+3,4%). Nel dettaglio, le coltivazioni erbacee (pari al 19,9% della PLV totale) registrano un incremento della PLV del 2,7%, dovuto ad una compensazione positiva tra l’effetto prezzo (+5,5%)4 e l’effetto quantità prodotte (-2,6%), mentre le coltivazioni arboree (15,0%) sono state caratterizzate da una decisa contrazione della PLV (-13,1%), per effetto della riduzione del prezzo medio (-13,7%); infine, la PLV della zootecnia (65,1% del totale) risulta in aumento (+2,3%), grazie al contributo dei prodotti della carne (+5,8%) mentre cala il valore delle uova (-2,5%).

Al 31/12/2019 risultano attive 3.538 imprese manifatturiere in provincia di Forlì-Cesena (-1,5%

rispetto al 31/12/2018), che rappresentano il 9,7% delle imprese attive totali. Gli indicatori della congiuntura del manifatturiero attestano, nel 2019, una frenata delle attività manifatturiere; a fronte di una flessione della produzione (-1,6%) si riscontrano, comunque, aumenti nel fatturato a valori correnti (+1,4%), nella domanda interna (+1,2%) ed estera (+1,4%) e nell’occupazione (+2,2%).

Per ciò che concerne il settore delle costruzioni, si constata la stabilità delle imprese attive (5.553 sedi; -0,1% rispetto al 2018); segno più, invece, per ciò che riguarda l’occupazione (+0,4%, annata edile ottobre 2018 - settembre 2019 rispetto alla precedente) e le ore lavorate (+4,1%). Buon andamento del volume d’affari nei primi tre trimestri del 2019, con una battuta d’arresto nell’ultimo;

nel complesso, la variazione media sui 12 mesi dell’anno, rispetto ai 12 mesi precedenti, risulta essere positiva (+3,9%).

1 Insieme delle imprese nelle quali la partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche amministrative detenute.

2 Insieme delle imprese nelle quali la partecipazione di genere risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche amministrative detenute.

3 Insieme delle imprese nelle quali la partecipazione di persone “under 35” risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche amministrative detenute.

4 Si richiama l’attenzione sul fatto che la variazione indicata risulta in parte influenzata da alcuni cambiamenti nelle fonti informative dei prezzi di riferimento, in quanto alcuni prodotti orticoli non sono più quotati nel listino della Camera di commercio della Romagna o hanno presentato discontinuità di quotazione negli anni e sono stati sostituiti dalle quotazioni ISMEA. Trattasi, in ogni modo, di prezzi base alla produzione, calcolati come media delle effettive settimane di quotazione (al netto di IVA e altri contributi).

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Rapporto sull’Economia 2019 e scenari 133 Quadro economico della provincia di Forlì-Cesena

Le imprese attive del commercio in provincia di Forlì-Cesena, al 31/12/2019, ammontano a 7.972, in diminuzione, rispetto al 31/12/18, del 2,6%. Sostanzialmente stabili le vendite nel commercio al dettaglio (-0,2% variazione medio-annua 2019 provinciale, -0,7% in regione). Il comparto è tuttora in una difficile fase caratterizzata da elementi di criticità percepiti soprattutto dalle piccole imprese del commercio locale, in particolare l’eccessiva pressione fiscale e burocrazia, la difficoltà di accesso al credito, la difficoltà di riscuotere i crediti e il problema della sicurezza percepita.

Nel periodo gennaio-settembre 2019 le esportazioni provinciali sono stati pari a 2.749 milioni di euro correnti, con un aumento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dell’1,3%. Il peso di Forlì-Cesena sulle esportazioni regionali (5,6%) risulta lievemente in flessione rispetto lo stesso periodo 2018 (5,8%). Nei primi nove mesi del 2019 le esportazioni provinciali sono cresciute meno rispetto sia alla media regionale (+4,8%) che a quella nazionale (+2,5%). Esaminando le esportazioni per settore si nota come queste sono determinate principalmente dai “Prodotti delle attività manifatturiere” (91,2%) e, secondariamente, dai “Prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca” (7,7%); riguardo a quest’ultimi va evidenziato, da un lato, il loro ruolo, che risulta ben più preponderante a livello locale di quanto lo siano a livello regionale e nazionale, dall’altro, una crescita annua del 2,7%. Per ciò che concerne i principali comparti del manifatturiero si rilevano incrementi per i “Prodotti alimentari, bevande e tabacco” (+5,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, incidenza del 7,5%), la “Metalmeccanica” (+0,5%, 44,6%), grazie alla “meccanica”

(+2,5%) rispetto all’”elettronica” (-0,2%), e i “Mobili” (+15,3%, 6,0%); diminuzioni caratterizzano, invece, gli “Articoli in pelle, escluso abbigliamento” (-8,1% annuo, incidenza del 9,2%) e gli “Articoli sportivi” (-8,1%, 8,9%). Le principali aree di destinazione dell’export sono l’Unione Europea (UE) per il 65,5% del totale (+5,8%), l’Asia Orientale per l’8,3% (-5,1%), i Paesi europei non UE per il 7,5%

(-3,2%) e l’America Settentrionale per il 7,2% (+6,3%); i principali Paesi sono, rispettivamente, la Francia (14,4%, +7,5%), la Germania (12,6%, +5,3%), il Regno Unito (6,9%, -8,1%) e gli Stati Uniti (6,5%, +5,8%).

In aumento anche le importazioni provinciali (+3,7% annuo, 1.401 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019), con una variazione superiore sia all’andamento regionale (+3,4%) sia a quello nazionale (+0,7%).

Riguardo al movimento turistico nella provincia di Forlì-Cesena, i dati provvisori per l'anno 2019, fanno rilevare un andamento in chiaro-scuro; rispetto al periodo gennaio-dicembre 2018 si registra, infatti, un lieve aumento degli arrivi dello 0,3% ed una contemporanea diminuzione delle presenze dello 0,6%. La clientela nazionale (84,2% degli arrivi e 81,7% delle presenze) ha avuto, rispetto a quella estera, variazioni positive, sia in termini di arrivi sia riguardo alle presenze: +0,8% per gli arrivi italiani e +0,6% per le presenze nazionali, -2,4% per gli arrivi stranieri e -5,6% per le presenze estere. Nel dettaglio, sostanziale stabilità degli arrivi (-0,2%), a fronte di una diminuzione delle presenze (-0,6%), nei comuni della riviera (ben l’82,9% delle presenze) e nelle città di interesse storico-artistico (-0,1% di arrivi e -2,1% di presenze), mentre nei comuni termali si verifica un aumento negli arrivi (+1,9%) e un calo nelle presenze (-1,5%); performance interamente positiva, invece, per le località dell'Appennino forlivese, la cui area è l’unica ad essere caratterizzata dal segno più sia per gli arrivi sia per le presenze (rispettivamente, +2,9% e +5,1%). La permanenza media (rapporto presenze/arrivi) è risultata pari a 4,8 giorni (come nel 2018): 4,6 giorni per i turisti italiani e 5,5 giorni per gli stranieri.

Difficoltà si riscontrano per il settore Trasporti (1.314 imprese attive al 31/12/2019), con una diminuzione delle imprese di “Trasporto e magazzinaggio” (-2,0%) minore della variazione negativa regionale (-2,3%) ma superiore alla decrescita nazionale (-0,8%); in calo anche il “Trasporto di merci su strada” (77,9% delle imprese attive del settore, -3,3%). Tra le criticità rilevate, la competizione con

Rapporto sull’Economia 2019 e scenari 134 Quadro economico della provincia di Forlì-Cesena

prezzi al ribasso determinata dalla concorrenza di imprese con sede in altri stati UE e il differenziale fiscale sfavorevole. Riguardo al movimento autostradale nei caselli della provincia, nel 2019 si registra un incremento annuo (in entrata e in uscita) sia del traffico di veicoli leggeri (+1,4%) sia di quelli pesanti (+1,7%), per un aumento del traffico complessivo (+1,5%); in crescita, rispetto al 2018, anche gli autoveicoli in “uscita” ai caselli autostradali della provincia (+1,4%).

Riguardo al sistema bancario e credito, prosegue il ridimensionamento strutturale del settore:

-4,3% sportelli bancari presenti sul territorio provinciale (264 unità al 31/12/2018). La densità degli sportelli si conferma comunque buona sia riguardo agli abitanti (67 sportelli ogni 100 mila abitanti) sia riguardo alle imprese (72 sportelli ogni 10 mila imprese), con valori superiori alle medie regionali e nazionali. In diminuzione i prestiti bancari totali (11.256 milioni di euro a fine dicembre 2019) del 5,0%

annuo (-2,2% in Emilia-Romagna, -1,9% in Italia) e quelli alle imprese (61,2% del totale) dell'8,9%; in calo anche i prestiti “vivi” alle imprese (finanziamenti erogati al netto delle sofferenze): -7,0%, variazione negativa che ha caratterizzato tutti i settori produttivi, soprattutto quelli relativi ai servizi (-9,6%) e alle costruzioni (-6,1%). In aumento, invece, i prestiti alle famiglie consumatrici (34,2% del totale) del 2,5%. Nel medio periodo (dal 2014 al 2019) si riscontra una “stretta creditizia” pari a -20,5%, per ciò che riguarda i prestiti totali, e -27,0%, per ciò che concerne i prestiti vivi alle imprese.

In crescita, rispetto al 2018, risultano i depositi (+4,1%, 10.734 milioni di euro a fine dicembre 2019) mentre diminuiscono sensibilmente le sofferenze (-31,4%, 750 milioni di euro al 30/9/2019), anche se rimane ancora relativamente alto il tasso di rischio del credito (rapporto sofferenze/prestiti): 6,5%, maggiore del dato regionale (5,6%) e nazionale (4,6%).

Per la cooperazione le imprese attive sono 513 (-1,5% rispetto al 2018). Gli effetti della crisi si sono manifestati anche in questo settore che però ha continuato a far leva sullo spirito solidaristico; si registra una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali. Le 135 cooperative sociali, risultanti dall’Albo del MISE, pur confrontandosi con fattori di difficoltà, rappresentano un punto di riferimento per il welfare locale insieme a molte altre organizzazioni non profit.

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