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Rolando Di Gregorio

Architetto e designer

Email: info@rolandodigregorioarchitetto.it; www.rolandodigregorioarchitetto.it

Abstract

Il contributo è un approfondimento e un’esplicitazione della proposta progettuale elaborata dagli autori all’interno del Workshop internazionale ‘Identità Marittime per l’Interculturalità Urbana: il mare e la città come habitat di pace’, promosso nell’ottobre del 2014 dall'Istituto di Ricerche sulle Attività Terziarie (IRAT) del Consiglio Nazionale delle Ricerche Italia (CNR - IRISS), nell'ambito del Forum Universale delle Culture di Napoli. Il gruppo di lavoro ha sperimentato un processo pilota di rigenerazione urbana lungo un tratto di costa della provincia di Napoli, la fascia costiera che per circa 2 km da ‘Pietrarsa’ si congiunge con il porto del ‘Granatello’, di competenza del Comune di Portici. Partendo dall’indagine condotta sul campo, analizzando lo stato dei luoghi, i progetti esistenti approvati in ambito comunale e i bisogni espressi dalle interviste semi-strutturate proposte ai vari utenti dell’area, è emerso che l’acqua, nelle sue varie accezioni, viene percepita dalla comunità quale opportunità di sviluppo e forte elemento identitario, potenzialmente in grado di valorizzare non solo le aree ad essa più prossime, ma anche quelle più interne. Lo scenario proposto vuole, dunque, innescare un processo innovativo di network tra hub tematici dislocati in diversi punti del territorio, facendo leva sull’utilizzo di strutture temporanee, i container, quali unità funzionali e mezzi di trasporto via mare e via terra. A tal fine, il progetto mette in campo una Water Sourcing Map per la tutela attiva e partecipativa del mare, del porto e del paesaggio costiero.

1 | Introduzione

Negli ultimi anni gli esperimenti di rigenerazione urbana nazionali ed internazionali hanno dimostrato come la rivitalizzazione delle città possa essere affrontata a partire dalla realizzazione di eque politiche economiche e di accessibilità in un’ottica di reti: sociali, ambientali, spaziali, energetiche.

Partendo da un processo di produzione della città capace di correlare gli aspetti di un meta-progetto1, è

evidente che la valorizzazione della città e del territorio in un ciclo di produzione-consumo non può più essere oggetto di una logica capitalistica (Zukin, 2009), ma piuttosto di uno schema partenariale community planning oriented che consideri le peculiarità locali (Esposito, Trillo, 2014).

Gli esperimenti di successo di pianificazione dei waterfront evidenziano l’importanza del progetto in rapporto al contesto, alla mixité funzionale, alla trasversalità dei flussi e alla coerenza con le istanze sociali, considerando fruitori provenienti da terra e da mare (Bruttomesso, 2004; Carta, 2012; Clemente, 2011, 2013; Feyen, Shannon, Neville, 2009; Fusco Girard, 2013; Hein, 2011; Marshall, 2004; Russo, 2010; Savino, 2010; Shannon, 2009). Considerare l’acqua come elemento strutturante della città stessa significa classificarla quale elemento catalizzatore di nuovi valori urbani: una risorsa da tutelare e al contempo valorizzare.

Molteplici sono gli approcci negli ultimi decenni che hanno combinato istanze di conservazione dei ‘fronti acqua’ (Giovinazzi, Moretti, 2009). Si è così consolidata l’idea di una water renaissance urbana (Bruttomesso, 2007) per definire l’insieme sistematico di processi, attività e progetti che caratterizzano le strategie vincenti di sviluppo di molte città di mare.

Studi e pratiche interdisciplinari condotte in questa direzione hanno favorito riflessioni sui condizionamenti della morfologia urbana delle città d’acqua, come alimentatori della qualità urbana (Carta, 2008), e nello specifico delle città-porto, sulle stratificazioni ed interazioni culturali, sulle dinamiche sociali e logistico-funzionali (Clemente, 2011). In particolare la necessità di avere, per la linea di costa, specifici strumenti di pianificazione e gestione che garantiscano l’accesso equo, la fruizione consapevole, la tutela delle risorse ambientali e culturali e la sostenibilità economica degli interventi (Fusco Girard, Nijkamp, 2004; Losasso, 2006; Russo, 2010).

Allo scopo di sperimentare i suddetti strumenti, gli autori di questo paper hanno scelto come caso studio il tratto di costa da Pietrarsa al porto del Granatello di Portici, luogo di convergenza di innumerevoli risorse di carattere storico, culturale, paesaggistico, architettonico e ambientale, che non esprimono il loro potenziale a causa di una mancata connessione economica e sociale prima ancora che spaziale.

Lo studio è stato svolto all’interno del workshop ‘Identità Marittime per l’Interculturalità Urbana: il mare e la città come habitat di pace’, promosso dal CNR - IRISS2 nell'ambito del Forum Universale delle Culture,

il quale ha voluto mettere in campo molteplici progetti pilota di rigenerazione urbana lungo la costa metropolitana di Napoli.

2 | Le vie del mare. Strategie per la costa metropolitana di Napoli

Il tema del workshop organizzato dal gruppo di ricerca ‘Città e Architettura’ coordinato dal Prof. Massimo Clemente3, «induce a comprendere l'essenza delle città costiere e portuali spostando il punto di vista dalla

terraferma al mare»4, perseguendo obiettivi multisettoriali di sviluppo delle città di mare che promuovano

l’identità marittima, la pace e l’interculturalità urbana. In tale prospettiva, il workshop propone di «cambiare lo scenario marittimo urbano della città di Napoli», affinché dalle proprie acque marine – che oggi sembra negare – possa riprender vita, rigenerarsi, cambiare ‘rotta’, nonostante l’impasse che da tempo ormai comprime il porto di Napoli in una «coesistenza difficile di flussi e luoghi» (Gasparrini, 2014). Le vie del mare possono diventare, allora, infrastrutture marittime ma anche direttrici simboliche da tracciare verso la città, assumendo la linea costiera quale filtro ‘osmotico’ e spazio di intermediazione in un contesto metropolitano che supera i tre milioni di abitanti. Strategie efficaci per la costa metropolitana di Napoli non possono, dunque, che lavorare sulla costruzione bottom-up di una rete di vie del mare, a sostegno di una portualità diffusa, e a partire da alcune aree campione a cui attribuire il ruolo di volani del

1 Riqualificazione degli spazi pubblici, promozione di mobilità sostenibile, incentivazione della qualità ambientale,

implementazione dell’attrattività economica, etc.

2 Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo 3 Nell’ambito della linea di ricerca sulle città di mare e sviluppo sostenibile del CNR - IRISS

potenziamento marittimo: nel comune di Napoli, l’area marina protetta della Gaiola, il molo del Carmine e il molo San Vincenzo; nel comune di Portici, l'area costiera Granatello-Pietrarsa.

3 | Caso studio. Il waterfront di Portici 3.1 | Descrizione dell’area di interesse

Il waterfront metropolitano della città di Portici è una linea di costa di circa un miglio situata al centro del Golfo di Napoli alle pendici del Vesuvio tra i comuni di San Giorgio a Cremano ed Ercolano. L’area, caratterizzata da un valore simbolico storico, è compresa tra il ‘museo di Pietrarsa’ – opificio edificato nella prima metà del XIX secolo da Ferdinando II di Borbone per la costruzione e la manutenzione delle locomotive a vapore a servizio del primo tratto ferroviario italiano Napoli-Portici – e il ‘Porto Borbonico del Granatello’, edificato nel 1774 da Ferdinando IV di Borbone su una gobba lavica scivolata dal Vesuvio al mare, e sulla quale fu eretta nel 1738 da Carlo III di Borbone la ‘Reggia di Portici’ con i suoi Giardini Reali che si spingevano verso il mare del Golfo. L’area di intervento possiede un patrimonio culturale ricchissimo, basti ricordare le numerose emergenze architettoniche tra le quali ‘Villa d’Elboeuf’, costruita nel 1711 su disegno di Ferdinando Sanfelice (attualmente in stato di totale abbandono) e ‘Villa Savonarola’, pregevole fabbrica neoclassica eretta nel 1850, oggi di proprietà del Comune di Portici, e adibita a biblioteca e spazio della cultura5.

L’accessibilità al waterfront metropolitano della città di Portici è ostacolata dalla linea ferroviaria Napoli- Torre Annunziata che corre parallela alla linea di costa limitandone fortemente la permeabilità dalla città. Nonostante la generale condizione di incuria, la comunità locale riconosce questi luoghi soprattutto per la caratterizzazione marittima e il legame storico con il mare, sui quali hanno fatto leva negli ultimi anni i numerosi tentativi di rigenerazione urbana avviati attraverso dibattiti, conferenze, laboratori e concorsi di progettazione. In ultimo, il ‘progetto di riqualificazione urbana del waterfront e del Miglio d’Oro di Portici’, partito nel 2009, che recepisce gli indirizzi del Programma Integrato Urbano ‘P.I.U. Europa’6 di Portici, il

cui costo complessivo è pari a 41,2 milioni di euro circa7 e che rappresenta un insieme coordinato di

interventi finalizzati al rafforzamento dell’attrattività e della competitività della città di Portici, in un’ottica di rivitalizzazione socio-economica sostenibile8 (Documento di Orientamento Strategico, 2009). In

particolare, per l’area in oggetto, sono state stanziate nel 2010 risorse per 10 milioni di euro che rientrano negli accordi di Programma Quadro per i fondi strutturali 2007-2013 per l'ammissione a finanziamento dell'intervento di riqualificazione del waterfront. Attualmente, il progetto di riqualificazione del waterfront è in fase di bando di gara per l’affidamento di incarico di esecuzione dell’opera.

3.2 | Strategia di progetto

Il progetto Water Miles Pioneers nasce dal confronto e la cooperazione di professionalità provenienti da ambiti culturali e formativi differenti con l’obiettivo di ‘riscoprire’ l'area costiera ‘Granatello-Pietrarsa’ caratterizzata da un'elevata qualità formale, ma tuttavia contrassegnata da situazioni di degrado e da una forte incomunicabilità con il territorio retrostante.

L'osservazione diretta sul campo e il conseguente riconoscimento del potenziale già presente nel sito hanno condotto alla definizione di obiettivi condivisi, fondati sull'individuazione dei punti di forza dell’area capaci di costituire la solida base per processi virtuosi di rigenerazione urbana, ecologica e socio- economica. La progettazione, finalizzata ad uno sviluppo coerente con gli obiettivi di crescita sostenibile, punta sulla riscoperta dei valori preesistenti, da mettere efficacemente a sistema. L’acqua è l'elemento cardine da cui sono iniziate le ipotesi progettuali, in quanto risorsa in grado di riconnettere, ben oltre i limiti amministrativi, l'intero golfo metropolitano di Napoli. Il quadro strategico adotta come motivo progettuale, al fianco della valorizzazione della risorsa marina attraverso una Water Sourcing Map, la realizzazione di una rete terra-mare di aree che – una volta ‘colonizzate’ – possano dar vita a nuove centralità, tanto a scala urbana quanto a scala territoriale.

L’idea della Water Sourcing Map nasce da un’analisi della letteratura relativa ad alcuni strumenti di valutazione e analisi delle potenzialità dell’acqua come il metodo del Water Opportunity Map (WOM)

5 http://www.comune.portici.na.it.

6 PIU’ Europa Programma Integrato Urbano PO FESR 2007/2013 Asse 6 sviluppo urbano e qualità della vita Obiettivo

operativo 6.1 – città medie.

7 Di cui 29,3 milioni di quota regionale a valere su fondi FESR.

(Reinhard, Folmer, 2009), che ha lo scopo di sviluppare mappe idonee ad identificare le varie opportunità che un territorio può offrire con particolare riferimento alle risorse idriche.

In termini operativi, una Water Opportunity Map (WOM) si articola in alcune fasi principali (Fusco Girard, Cerreta, De Rosa, Di Palma, Inglese, Poli, 2013) che passano da uno starting point, quale quadro conoscitivo di riferimento di potenzialità e criticità del territorio, allo sviluppo di una mappa dei desideri sul territorio, attraverso l’analisi dei soggetti interessati, interpretando i risultati e valutando il grado di idoneità di alcune trasformazioni, ed infine all’elaborazione di una mappa (la WOM), in grado di legare i risultati delle analisi sopradescritte e le strategie/azioni significative per la gestione integrata delle risorse idriche.

Nella Water Sourcing Map diventa significativo come i punti di debolezza possano trasformarsi in punti di forza in un’ottica di ‘circolarizzazione’ di nuove economie ed interessi sostenibili, attraverso cui garantire lo sviluppo economico senza compromettere l’integrità del sistema costiero.

L’intuizione che ha ispirato il progetto è, infatti, l’idea di una ‘colonizzazione pioniera’ della costa urbana, la quale fa riferimento al concetto ecologico di occupazione9 delle aree turbate o alterate da fenomeni

estremi (Beeby, Brennan, 2008). Attraverso uno slittamento di significato, il concetto è stato applicato ad un tratto di costa che ha subito nel tempo un vigoroso processo di urbanizzazione, dietro cui si è eclissato il tradizionale ruolo della costa quale relazione fisica e simbiotica tra mare ed entroterra. Tuttavia, i segni di questo legame con il mare ancora persistono nelle ville aristocratiche costiere (ruderi, allo stato attuale), nelle attività pescherecce, nelle aperture visuali della Reggia di Portici e dei giardini, e, soprattutto, ne resta un ricordo vivo nella memoria dei suoi abitanti. Il progetto affida il ruolo di pioneers ad un serie di hub tematici, vale a dire catalizzatori di risorse e attività, organizzati in un sistema costiero reticolare e diffuso: water, un attivatore economico e sociale della risorsa mare collegata alla costa; landscape, uno snodo tra terra e mare, attraverso aperture panoramiche privilegiate verso il paesaggio urbano e ambientale; social, uno spazio identitario della comunità e di relazione socio-culturale; cultural, un dispositivo di rete tra beni di pregio storico, architettonico e/o artistico; ecological, un nuovo habitat insulare dove le tecnologie innovative si incrociano con progetti di mitilicoltura e fitodepurazione; infra, un nodo intermodale di trasporti marittimi e territoriali, che coniuga sistemi di mobilità tradizionale con quelli più innovativi supportati da tecnologie sostenibili; leisure, un nucleo di attività ricettive a servizio del turismo e del tempo libero lungo la linea di costa e le direttrici interne (Figure 1, 2 e 3).

Figura 1 | Water Miles Pioneers. Messa in campo di una Water Sourcing Map per la rigenerazione ‘dal mare’ della costa

metropolitana di Napoli. Fonte: elaborazione degli autori.

Figura 2 | Water Miles Pioneers. Masterplan. Fonte: elaborazione degli autori.

3.3 | I container terra-mare. Approfondimento tecnologico

In questo scenario strategico, la scelta di utilizzare strutture temporanee quali i container (TEU), simbolo d’unione tra terra e cultura marittima, è indubbiamente una questione centrale. Il container, utilizzato come modulo di base e nelle sue possibili aggregazioni, diventa elemento caratterizzante di nuove funzioni, definendo il nuovo uso dell’area.

L’utilizzo di elementi prefabbricati e modulari permette di adottare un sistema costruttivo rapido ed economico, con particolare attenzione alla sostenibilità energetica. L’aggregazione dei TEU consente anche di avere flessibilità nella composizione, in riferimento alla funzione richiesta. Tale approccio consente di comporre geometrie e forme capaci di favorire, in taluni casi (quali ad esempio la serra e l’orto), la ventilazione naturale rendendo superfluo l’uso di impianti di trattamento d’aria. L’alto grado di flessibilità delle strutture modulari permette di ottenere una configurazione tale che nel periodo invernale sia favorito l’irraggiamento naturale, permettendo al sole di riscaldare le pareti metalliche dei TEU e, quindi, anche degli ambienti interni. L’aspetto esterno delle unità aggregate può essere di vario tipo e natura, permettendo di rispondere a qualsiasi funzione e di integrarsi senza alcuna difficoltà in agglomerati urbani. La configurazione base del container fa riferimento a dimensioni standardizzate10 di uno o due

TEU realizzati con struttura intelaiata in acciaio e da chiusure in lamiera grecata. Per l’assemblaggio sono state definite alcune tipologie aggregative quali il modulo singolo, il modulo accoppiato, il modulo sovrapposto, ed i moduli ad ‘L’, ‘S’, ‘U’ e ‘T’ ed infine misti (Figura 4).

Figura 3 | Water Miles Pioneers. Dettaglio tecnologico dei container terra-mare. Fonte: elaborazione degli autori. Le funzioni individuate, in riferimento alle richieste emerse dalle interviste semi-strutturate, sono: info-point, modulo singolo con apertura sul lato lungo; sense, assemblaggio ad ‘S’ che consente di ottenere un percorso tematico; serra, composta da un modulo singolo chiuso con pareti in policarbonato ed attrezzato con

vasche in terreno; expo, realizzato con le tipologie ad ‘L’, ‘U’ o ‘T’; giardino, costruito mediante il riempimento di uno o più moduli con terreno vegetale e piantumato con essenze arbustive e/o arboree; panoramico, moduli orientati e disposti su più livelli, posizionati in punti panoramici; bar/ristorante, realizzato su uno o più livelli e con aggregazione mista.

Figura 4 | Water Miles Pioneers. Fotoinserimento, collocazione dei container terra-mare. Fonte: elaborazione degli autori.

3.4 | Studio di fattibilità economico-finanziaria

Partendo dalla diagnosi preliminare dell’ambito territoriale in cui si inserisce la proposta, lo studio di fattibilità esplicita le condizioni che rendono convenienti e realizzabili le indicazioni derivanti dallo scenario strategico progettuale (Valenza, Vignetti, 2002). L’analisi finanziaria è orientata ad approfondire la dimensione economica, soprattutto rispetto alla possibilità di sovvenzionare le azioni della rigenerazione, attraverso i fondi monetari nazionali ed europei.

Data la complessità dell’opera e del contesto, si ritiene utile in tale sede soffermarsi sul settore dei fondi comunitari, dimostrando come la programmazione europea 2014/2020 (Ministro per la Coesione Territoriale, 2012), declinata rispetto ad undici assi tematici di finanziamento ed un asse tematico trasversale ‘Turismo, cultura e sport’, consentirebbe all’Amministrazione comunale di ammortizzare l’intero investimento, relativo non solo al waterfront di Portici ma all’intero territorio circostante.

Le proposte della Commissione europea per la politica di coesione 2020 (COM(2010)2020, Bruxelles 03.03.2010) mirano a promuovere la crescita:

• Intelligente: sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione;

• Sostenibile: incentivare un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva;

• Inclusiva: sviluppare un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

Secondo tali priorità, l’Italia beneficerà di un totale di risorse comunitarie pari a 32.268 milioni di euro, di cui 22.334 sono destinati alle regioni meno sviluppate (tra le quali la Campania).

Lo studio di fattibilità si basa su ipotesi di scenari futuri, pertanto, l’articolazione temporale delle attività fa riferimento alla scala dell’area vasta (Zotta, 2014). Le azioni collegate agli interventi infrastrutturali sono certamente le più rilevanti sul piano della dimensione economica; tali azioni non rappresentano la mera traduzione di un nuovo assetto infrastrutturale per il solo waterfront bensì una riconfigurazione dell’intera realtà territoriale in chiave di sostenibilità, fruibilità del patrimonio culturale, costruzione di un modello alternativo e concorrenziale dell’economia locale.

Alcune azioni possono, e auspicabilmente devono, partire immediatamente nell’attuazione degli interventi. Sono evidentemente quelle che fanno riferimento alla autorità comunale; tra queste si inserisce la riqualificazione della costa e dei punti di accesso al mare e soprattutto la possibilità di realizzare i container, mediante partenariati pubblico-privati, predisposti all’affitto e/o alla vendita (Tabella I).

La scala dei tempi relativa alla programmazione europea, particolarmente riferita ai FESR sembra la più adatta per questa scansione temporale. Il quadro strategico complessivo prevede l’avviamento di azioni che necessariamente si protrarranno nel tempo che riguardano tutti gli interventi inerenti la realizzazione degli HUB, l’intermodalità, l’accessibilità ed i collegamenti, avviabili in parallelo per ciascun nodo.

Di essi di fatto si gettano le basi nel settennio, in attesa di osservare gli effetti attesi in periodi successivi. Tabella I| Finanziamenti in atto e in programma. Fonti: Comune di Portici (Na) – PIU’ EUROPA – PO FESR 2007-2013 (Web

site: http://www.comune.portici.na.it/p-i-u-europa-portici) e Por Campania Fesr 2014-2020 (Web site:

http://porfesr.regione.campania.it/it/2014-2020/2014-2020-vuto)

Portici - Inquadramento finanziamenti in atto

Programma Integrato Urbano - P.I.U. Europa della Città di Portici

POR Campania FESR 2007-2013

Asse 6 - Sviluppo urbano e qualità della vita

Obiettivo Specifico 6 - Rigenerazione urbana e qualità della vita

Obiettivo Operativo 6.1 - Città medie € 27.842.650,00

Fondi Bilancio Comunale € 3.150.000,00

Altri Fondi Pubblici (Università e Ministero) € 1.500.000,00

Risorse Private € 10.101.200,00

P.I.U. Europa della Città di Portici TOT. € 42.593.850,00

Inquadramento finanziamenti in programma

POR Campania Fesr 2014-2020

Città medie e PIU Europa come Portici

Asse 10 - Sviluppo Urbano Sostenibile

Obiettivo Tematico - OT 6: Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse

Priorità di investimento 6.c): conservare, proteggere, promuovere e sviluppare il patrimonio naturale e culturale

Motivazione: Necessità di interventi per la tutela, la valorizzazione e la messa in rete del patrimonio culturale, materiale e

immateriale, nelle aree di attrazione di rilevanza strategica tale da consolidare e promuovere processi di sviluppo.

Obiettivi specifici 6.7: Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale, nelle aree

di attrazione attraverso la valorizzazione integrata di risorse e competenze territoriali

Settori di intervento

048. Altri tipi di infrastrutture TIC/risorse informatiche/impianti di grandi dimensioni (comprese infrastrutture elettroniche, centri di dati e sensori; anche quando integrate in altre infrastrutture, quali strutture di ricerca, infrastrutture ambientali

€ 53.311.554,12 055. Altre infrastrutture sociali che contribuiscono allo sviluppo regionale e locale € 25.593.968,04 063. Sostegno ai cluster e alle reti di imprese, principalmente a vantaggio delle PMI € 6.118.899,44 067. Sviluppo dell'attività delle PMI, sostegno all'imprenditorialità e all'incubazione (compreso il sostegno

a spin off e spin out) € 42.832.296,09

068. Efficienza energetica e progetti dimostrativi nelle PMI e misure di sostegno € 9.178.349,16