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LA NUOVA ESPERIENZA

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 36-40)

SATURNO E PLUTONE AL MEGACONCERTO DI NEW YORK CITY

4. LA NUOVA ESPERIENZA

Per l’esperimento, ho scelto quattro persone nate in luoghi e tempi differenti ma tutte con Saturno e Plutone in aspetto sensibile. Tale scelta è stata fatta per rendere possibile una conduzione di gruppo con persone diverse, ma accomunate da una caratteristica speciale: la relazione astrologica tra i due pianeti lenti. Di co-mune accordo ed in rispetto della loro privacy, ho cambiato i nomi delle quattro vo-lontarie e mi sono limitata a riportare solo il vissuto legato all’esperienza con il Trã-taka, evitando qualsiasi accenno alla loro vita personale.

Dal punto di vista natale, Anna e Lisa, nate rispettivamente nel 1943 e nel 1977, ricevono un bilanciato sestile tra i due pianeti; Nina, nata nel 1947, presenta un’ambigua congiunzione; Olga, nata nel 1955, evidenzia uno stridente quadrato; naturalmente, sono tutte sfiorate dall’influsso collettivo dell’attuale posizione pla-netaria.

Nel corso dell’incontro, le quattro volontarie non sono riuscite a distaccarsi dagli stati emotivi legati ai tragici avvenimenti dell’undici settembre a Manhattan; ed io con loro. In effetti, le partecipanti hanno preferito restare sul tema del conflit-to mondiale, anche se ognuna ha vissuconflit-to l’aspetconflit-to interplanetario collettivo, secon-do le caratteristiche individuali della propria configurazione natale.

Dopo che ognuna ha guardato per un po’ il proprio tema astrale, io ho chiesto loro di metterlo da parte e di costruire o disegnare un simbolo che rappresentasse la relazione attuale tra Saturno e Plutone. Hanno confabulato per un po’, scam-biandosi idee e raccontandosi parte delle loro storie, hanno condiviso i timori per la gravità degli eventi mondiali, poi quasi all’unisono, hanno deciso di rappresentare i pianeti, esattamente, con gli stessi glifi che li raffigurano.

Insieme abbiamo preparato il setting, mettendo il disegno al centro della stan-za, spegnendo la luce centrale ed accendendo una lampada dal chiarore più discre-to e soffuso, in modo da illuminare i simboli, senza affaticare gli occhi. Dopo vari esercizi di respirazione su di una candela, è stato più facile fissare la figura, senza batter ciglio e poi chiudere gli occhi per lasciarla riapparire come immagine menta-le.

Ricordo la frase che Olga ha ripetuto per ben tre volte: “Il cambiamento è

inevitabile. Stanno cambiando le strutture cognitive e linguistiche della co-municazione. Dobbiamo cambiare, prima che una sconvolgente esperienza collettiva ci obblighi a farlo”

Dopo un po’, senza accorgermene, quasi trascurando la conduzione, sono en-trata anch’io nel gioco metalinguistico ed ho tradotto i simboli, attraverso queste strane sensazioni:

“Scherzo speculare tra la polarità di due piattaforme identiche e contrarie; so-dalizio tra la comunicazione e la mistificazione, incrocio tra il senso del dovere e l’a-stio personale, comunione ideologica tra la giustizia e la vendetta, la pace da otte-nere con la violenza, il fondamentalismo contro la globalizzazione, l’informazione sugli eventi e la disinformazione sugli intenti, l’esposizione lucida degli accadimenti

ed il buio totale sulle dinamiche tra le parti, tutto è palese e niente è chiaro, cadono i baluardi del potere, crollano i pilastri della sicurezza, la guerra è ambiguità in di-retta, le strategie e le armi fatali restano occulte per entrambe le fazioni, la resi-stenza è un muro di cartapesta e la logica è la maschera della paura. Quando due valori si oppongono, polarizzandosi agli estremi di una singola linea, la soluzione viene cercata nel capro espiatorio di turno, mentre i burattinai affinano le armi al-trove”.

Ad un certo punto, mi sono accorta che l’impatto dell’elemento collettivo, pressante anche per me, mi stava inducendo ad una confluenza fuorviante e poco consona al servizio che mi si richiedeva; insomma, invece di condurre il gruppo, stavo scivolando in tutt’altra esperienza. Mi sono subito resa conto di non sapere più se seguivo intuizioni personali, se assorbivo le immagini ravvicinate della mente delle astanti, se si trattava di un feeling personale sull’aspetto generazionale dei corpi celesti, se condividevo l’angoscia per la minaccia di guerra o se si trattava del-l’influenza associativa dell’aspetto interplanetario. Nello stesso momento in cui ho preso coscienza del fatto, le quattro partecipanti si sono afferrate per mano ed hanno cambiato ritmo di respirazione, quasi a voler marcare un confine visibile tra i ruoli da mantenere. Mi sono trovata fuori del cerchio, così com’è giusto che sia e così come volevano le consultanti che, di tacito ed istantaneo accordo, hanno dife-so la loro posizione. In un baleno, ho compredife-so il valore della responsabilità nelle dinamiche del lavoro in gruppo e la necessità di salvaguardare, senza rigidità, il ruolo d’appartenenza. Nelle relazioni d’aiuto, l’empatia priva del necessario distacco nuoce ad entrambe le parti; il distacco privo d’empatia irrigidisce i ruoli ed ostacola la relazione…ma come sempre, tra i due estremi si trovano mille altre strade possi-bili e colui che coordina il viaggio deve saper individuare il percorso più adeguato al momento, alla persona, all’ambiente ed alla situazione, accettando anche l’evenien-za di un temporaneo ribaltamento o stravolgimento dei ruoli e delle regole…cosa che non sempre riesce facile.

Quando il Trãtaka focalizza simboli che mettono in figura potenti archetipi, producendo un’illusione o una visione collettiva, il rispetto dei ruoli non è cosa fa-cile e non c’è regola che tenga; quando la razionalità saturnina è folgorata dall’e-splosione irrazionale di Plutone che porta alla luce un crollo collettivo, non c’è tec-nica che segua un canone stabilito… quando nel pieno del Trãtaka, Anna e Lisa hanno voluto interrompere la pratica perché in TV iniziava il megaconcerto per New York city… nessuna di noi ha potuto resistere al richiamo, nemmeno Nina che dalla pratica ad occhi chiusi era scivolata in uno stato onirico… ed insieme, al di là di ogni regola stabilita, in modo atipico, abbiamo scoperto il potere dei due pianeti in opposizione… lo schermo è diventato un nuovo ed occasionale strumento di Trã-taka e di counselling… il microgruppo ha guardato e vissuto le reazioni della lonta-na, ma chiara esperienza del macrogruppo. In altre parole, quando si schiantano i pilastri della sicurezza centrale, crolla ogni resistenza al cambiamento e crolla per tutti, compresi i referenti; e Clapton, gli Stones, gli Who, altri ancora ed infine Mc

Cartney che, in passato, in nome della libertà, partecipavano ai concerti pacifisti contro la guerra in Vietnam, hanno attualmente cantato, in nome della libertà, per onorare le vittime di Manhattan e per incoraggiare i giovani a partecipare all’inter-vento in Afganistan. Guardando, abbiamo provato compassione per la folla ferita nel cuore ma ignara dei giochi di potere al vertice… e poi chi avrà compassione, chi suonerà e chi canterà dall’altra parte del mondo, per la moltitudine d’innocenti, ugualmente vittime dell’altrui follia?

E noi cinque abbiamo ascoltato e guardato e sentito… ed alla fine, abbiamo in-terrotto la tv e spento la candela ancora accesa, turbate da un misto di consapevo-lezza e confusione sul nuovo significato della parola libertà. Abbiamo chiuso l’in-contro con un paio di domande che restano ancora delle Gestalt incompiute:

Fino a che punto è necessario il cambiamento?

E quando esso arriva dalle macerie di due torri frantumate, dai resti di corpi lacerati dall’esplosione, dal genocidio che risponde allo sterminio in massa, fin dove è giusto adeguarvisi e come?

Questo era ieri.

Nata a Napoli, ho vissuto per quindici anni in India e risiedo a Perugia. Studio e pratico Astrologia da circa trent’anni. Sono stata discepola dell’astrologo indiano Chakradher Joshinãth. Sono conoscitrice dell’arte dei Tarocchi.

Ho studiato, sperimentato e praticato i principi del Tantra, grazie alle iniziazio-ni ed agli insegnamenti ricevuti dai Maestri Lãngtã Bãbã e Jay Kãlã Brãhmã Mahã Tãrã Mahakãla Vinãsini.

Sono esperta in “Comunicazione e gestione delle risorse umane” secondo la Gestalt Psicosociale. Sono Consulente in Gestalt Psicosociale.

Insegno Lilã Kriyã e conduco seminari sulla parte non iniziatica del Tantra, in Italia ed all’estero.

Ho insegnato ai ragazzi pluriminorati gravissimi, usando le tecniche del Nada Yoga.

NOTE

1 Yoga = in senso letterale, unione, fusione. In senso spirituale è l’unione dell’individuo con il Co-smo e con il Divino, grazie ad una serie di pratiche speciali. Vi sono vari tipi di yoga, da quelli più corporei a quelli che non comprendono alcuna postura o movimento. Tutti i tipi di yoga danno un’importanza basilare alla respirazione.

2 Jantra = letteralmente, strumento, sostegno, supporto. Nelle pratiche spirituali, è un diagramma sacro, un circuito di forze sottili che rappresentano una determinata Divinità o un simbolo parti-colare. Gli astrologici ne costruiscono alcuni molto speciali a beneficio dei consultanti.

3 Mandala = Il termine sanscrito deriva dalla radice manda, “essenza, purezza” e dalla desinenza la, “ricettacolo o sfera o possessore.” Da cui “Ricettacolo o Sfera o possessore d’Essenza.” La parola Mandala in Sanscrito designa anche il cerchio, il disco e l’orbita. Secondo Jung, quando nella fan-tasia o nei sogni o nelle immagini mentali vi è l’apparizione spontanea di diagrammi, tra cui i mandala, l’ego rivela la sua capacità di assimilare parti dell’inconscio; in alcuni casi, egli dice, può

trattarsi anche di un tentativo di eludere la disintegrazione della psiche. Nelle pratiche hindu, in-vece, i mandala e gli jantra, oltre ad essere finalizzati all’evoluzione spirituale, presuppongono una fase obbligatoria di destrutturazione e ristrutturazione dell’immagine iconica, unitamente al-le varie parti del praticante, dall’esterno all’interno e viceversa.

4 Chakra = letteralmente significa ruota, vortice, condotto, disco, orbita, centro, plesso, disegno oroscopico. Secondo la fisiologia e la filosofia hindu, i sette chakra principali si trovano all’interno del midollo spinale, lungo la colonna vertebrale, dal coccige alla sommità del capo. Ogni chakra, oltre ad esprimere un preciso tipo di consapevolezza, è connesso a determinate funzioni fisiche, psichiche e spirituali. La meditazione ed alcune forme di yoga tendono a reintegrare le funzioni dei chakra, risvegliandoli. Anche C. G: Jung approfondì lo studio dei Chakra.

5 Kundalini è l’energia arrotolata come le spire di un serpente.Giace addormentata nel primo chak-ra, all’altezza dell’osso sacro. Viene risvegliata, attraverso varie pratiche, per far sì che ascenda lungo il canale centrale e si unisca al principio di conoscenza. Al suo passaggio, l’individuo speri-menta una fase di destrutturazione totale, seguita da una fase d’integrazione in cui vengono alla luce anche insospettate potenzialità.

6 Mantra = formula sacra, parola o sillaba o suono di potere, spesso privo di significato ma capace di risvegliare particolari stati di coscienza.

7 Yoga nidr_ = si tratta di uno degli stati di coscienza, quello del sonno profondo con sogni lucidi sui quali, volendo, il praticante può liberamente intervenire. Le nidr_ più potenti sono prodotte dalle tecniche avanzate di gruppo.

8 Corpi = Secondo il sistema hindu, l’individuo possiede tre corpi: il terreno, il sottile ed il causale o eterico. I tre corpi non sono separati e distinti ma interconnessi ed interdipendenti.

9 Mudrã = gesti speciali delle mani che risvegliano alcune energie e le integrano ai propri stati d’a-nimo, attraverso il corpo. Sono anche potentissimi mezzi di trasformazione e trasmutano l’espe-rienza sensoriale in consapevolezza. Eseguite in sequenza rituale, in alcuni casi, possono indurre stati alterati di coscienza.

10 Ciotola = rappresenta la coppa sacra, l’utero della Dea, l’Universo e la volta celeste con tutta la configurazione astrale di ogni singolo. Non esiste rito induista in cui non sia presente la ciotola cerimoniale. La meditazione sulla ciotola è un potentissimo strumento di amplificazione della co-scienza. Quella vibratoria è uno strumento costruito con vari tipi di metallo, incorporati l’uno nel-l’altro e va percepita non solo attraverso la vista ma attraverso tutti gli altri sensi ed in modo par-ticolare, tramite la propria pelle.

11 Bindu = Il Bindu o punto è la parte più importante di uno jantra, di un mandala e dello stesso in-dividuo. Dal punto di vista cosmologico, rappresenta l’origine della creazione; da quello psicolo-gico, designa l’armonia del maschile e del femminile nella persona; da quello spirituale, rappre-senta il nucleo della propria essenza vitale. Si chiama Bindu anche il punto centrale tra le soprac-ciglia. Ogni Bindu del nostro corpo rappresenta un punto esatto dell’universo con le sue galassie.

12 Karma = è il frutto dell’azione, la legge di causa-effetto che permette all’individuo di raccogliere, integrare o disgregare gli effetti delle vite passate. Si tratta del principio cosmico che coinvolge qualsiasi essere vivente nel perenne ciclo del divenire. In Occidente, lo si associa, erroneamente, al destino che è tutt’altro.

L.A. 129-367

Un saluto e un omaggio al decano dell’astrologia torinese, Federico Capone, Capri-corno tenace da poco scomparso, attraverso una sua frase: L’uomo è ben lontano

dall’essere uno schiavo delle stelle, egli è al contrario libero quanto le stelle, come di fronte alla sua immagine riflessa nello specchio, nel quale vede disegnati i suoi movimenti. L’Astrologia rende possibile la rappresentazione del proprio io e del de-stino di ciascuno, liberandoci dall’inquietudine della lotta per la vita; essa insegna la via per raggiungere una sommità dalla quale vedremo di più e potremo gettare uno sguardo su quel tutto, di cui noi siamo una parte. ( Introduzione al piccolo manuale di Astrologia, 1977).

Manilio, poeta romano degli inizi del I secolo, fu autore di un capolavoro stel-lare in 5 libri, l’Astronomicon . Leggiamone alcuni versi che descrivono i 12 segni: Primo l’Ariete, splendente nel suo vello d’oro/ Stupisce nel veder sorgere il dorso del Toro, /Toro che chiama, a testa bassa, i Gemelli/ Cui segue il Cancro; e il Leone segue quello / Poi la Vergine e la Bilancia con giorni e notti eguali, /Che tocca lo Scorpione e la sua stella lucente, /La coda cui mira il Centauro col suo arco,/ Pronto a scoccare la sua freccia veloce./Viene ancora la stretta curva del Capricorno,/dopo di lui l’Ac-quario che dall’urna versa/ Acque che son preziose per i seguenti Pesci,/Che toccano Ariete, ultimi tra i segni.

Nel momento in cui il segno della Bilancia sta per concludersi, ecco un omag-gio a Venere, sua signora, scritto da Plinio nella sua Cosmologia:

Al di sotto del Sole gira un grosso pianeta chiamato Venere, dal corso alterna-to, e che gareggia già nei nomi che porta, con il sole e la luna. Infatti quando anti-cipa il sole e sorge prima dell’alba ha nome Lucifero, perché è come un altro sole che fa affrettare il giorno; all’opposto, quando scintilla dopo il tramonto, è deno-minato Vespero, perché prolunga la luce e fa la parte della luna. Già in grandezza è al di là di tutti gli astri, e il suo splendore è così forte che solamente i raggi di que-sta stella producono ombre. Per il suo influsso ogni cosa è generata sulla terra, spargendo una rugiada fecondatrice.

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 36-40)