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LINGUAGGIO ASTRALE

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LINGUAGGIO ASTRALE

dal 1970

Pubblicazione Trimestrale del Centro Italiano di Astrologia

ANNO XXXII n. 129 Inverno 2002

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Se Linguaggio Astrale e Sestile

sono stati di tuo interesse non scordarti

di rinnovare entro gennaio la quota d’iscrizione annuale (vedi terza di copertina).

La tua sollecitudine ci permetterà di scialacquare in supplementi, colori, doni e nuove iniziative.

Se vuoi invece “chiudere” Ti preghiamo di avvisarci in merito (via e-mail o per posta), onde risparmiarti noiosi solleciti.

Buone feste e buon utilizzo dei prossimi transiti!

La Redazione

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SOMMARIO

110 Il siero della verità ... 4

HORTUS CONCLUSUS 130 André Barbault: Fuochi incrociati ... 10

150 James Hillmann: Conferenza magistrale ... 20

612 Meskalila Nunzia Coppola: Counselling astrologico e trãtaka ... 29

367 Grazia Mirti: Piccolo specchio di astrologia ... 40

I PERSONAGGI 170 Mario Costantino: Padre Pio “Santo? Mistificatore?” ... 48

360 Patrizia Zivec Raggi: Il processo d’individuazione di Italo Svevo attraverso i protagonisti della sua trilogia ... 61

388 Nadia Paggiaro: Com’era e dov’era… ... 79

CASA SETTIMA 631 Elisabetta Mirti, Annarita Rovere: S.O.S.: astropsicologo cercasi ... 84

CASA SESTA - IL LAVORO PAZIENTE DEI NEOFITI 630 Matteo Pavesi: Mitologia di Efesto ... 96

655 Guardare il firmamento ... 98

690 Computer Club ... 100

650 Lianella Livaldi-Laun: Lilith in transito nelle case (VII-IX) ... 102

697 La posta di Marco Pesatori ... 107

698 Stefano Vanni: Astrologia della coppia (2ª parte) La scelta del partner ... 110

CASA QUINTA …SETTORE PUDICO… 599 Vacanze dilettevoli ... 124

928 Bilancio dei dodici viaggi-studio ... 125

930 Impressioni dal viaggio studio in Portogallo ... 131

540 L’omaggio di turno ... 136

550 Linguaccia Astrale ... 139

850 Regula Hoch: Cosa pensano di noi italiani… ... 148

CASA DODICESIMA 820 Marief Ruperti-Cavaignac: Ricordo di Bernard Crozier ... 156

848 Franco Santoro: Il mondo dell’alto (Astrosciamanesimo) ... 159

632 Luca Biazzo: Nettuno e il suo rapporto con l’infinito ... 169

633 Omaggio a Nettuno: due poesie di Salvatore Arcidiacono ... 172

CORSI, CONGRESSI E INIZIATIVE 668 Congresso di Astrologia del CIDA-Campania ... 176

992 Il Convegno del CIDA-Lazio ... 178

999 Annunci vari ... 180

945 Viaggio vacanza-studio del CIDA alle Isole Canarie ... 185

991 Grazia ed Elisabetta Mirti: Iniziative astrologiche ... 187

CASA NONA - CONGRESSI E NOVITÀ DALL’ESTERO 973 Claudio Cannistrà: Primo Forum europeo sopra Astrologia e Società ... 193

975 Gracentro (da Valencia) ... 196

920 Charles Ridoux: Un incontro di qualità ... 199

980 Elenco dei Delegati e Corrispondenti CIDA ... 204 pag.

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L.A. 129-110

Nel numero precedente Victoria Hill riportava la perizia giurata di un astrologo, co- me prova per condannare un killer che agiva consultando le stelle (n. 128 a pag 24).

Possiamo anche noi fare qualcosa di simile, sia pure per nostro diletto, per giu- dicare se la fama - giusta o ingiusta – su personaggi del passato trovi una giustifi- cazione astrologica.

Abbiamo scelto Lucrezia Borgia, approfittando della messe di manifestazioni indette dalla città di Ferrara per il 500° anniversario del suo ingresso nella città per andare sposa ad Alfonso d’Este.

La città che l’accolse trionfalmente e la vide fe- lice desidera ancor oggi contrastare la sua fama sinistra di avvelenatrice, inaugurata da Victor Hu- go sulla base di incaute maldicenze, ma già con- testate nell’800 dal gran- de e serio storico Grego- rovius e nel ‘900 da Maria Bellonci.

Lucrezia era spagno- la, e figlia naturale di Pa- pa Alessandro VI Borja nonchè sorella di Cesare, il Valentino ispiratore del Machiavelli.

IL SIERO DELLA VERITÀ

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La sua vita si può dividere in due parti: alla corte papale, in cui dovette subire il pressante amore paterno e la probabile violenza incestuosa del fratello Cesare, che fece uccidere i suoi amanti o presunti tali, oltre al secondo marito.

Andata sposa – dopo due vedovanze ! - per motivi politici a 22 anni ad Alfon- so I - abile fabbricante di cannoni - figlio del grande Ercole I che inaugurò la corte più raffinata d’Europa -, rivelò straordinarie doti politiche, amministrative e cultu- rali, tanto da contribuire notevolmente alla creazione di un circolo raffinato, invi- diato in tutta Europa, di cui facevano parte il Trissino,Tito Vespasiano Strozzi, Aldo Manuzio, Ludovico Ariosto e soprattutto il Bembo, cui fu legata da casto affetto.

Progettava addirittura di fondare una Accademia. Ferrara divenne il più importante centro musicale d’Europa; anche Enrico VIII d’Inghilterra – buon musicista -intratte- neva rapporti epistolari con la corte Estense.

Venne a Ferrara anche il grande architetto Biagio Rossetti autore del Palazzo dei Diamanti.

Adorata dal suocero – che morì tre anni dopo - amò sinceramente suo marito cui diede 8 figli (e con l’ultimo morì di parto a 39 anni). Anche Alfonso la stimava al punto di delegarle il potere durante le sue assenze militari. Fu in armoniosi rapporti con i cognati, il maldicente cospiratore Ferrante, il dissennato Don Giulio, lo spieta- to Cardinale Ippolito e la raffinata Isabella duchessa Gonzaga. L’Ariosto – oltre ad

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un Epitalamio in latino di circostanza al suo arrivo – volle dedicarle una lode appas- sionata anche nel Furioso.

Tanto fu amata in Ferrara che ancor oggi a 500 anni di distanza le si è dedica- to un anno intero di festeggiamenti e manifestazioni e cortei storici. A Palazzo Bo- nacossi è stata allestita una mostra molto suggestiva e particolare: in ogni stanza si è riprodotta una struttura architettonica d’epoca in cartongesso, con spettacolari effetti luminosi e scenografici.

Peccato che di Lucrezia non ci siano pervenuti ritratti sicuri, e che scarseggino suoi documenti diretti, salvo le lettere al Bembo. Alla mostra c’era solo una ciocca di capelli biondi – in verità bellissimi – e una nota spese assai accurata (sempre Toro era!) .

Tutte queste lodi, e una fama che perdura così a lungo, fanno sospettare che solo i retaggi del suo passato romano potevano incrinare la nobiltà di questa splen- dida figura.

Ma noi abbiamo a disposizione, come si diceva all’inizio, il nostro “siero della verità”…

Va premesso tuttavia che il tema natale non esprime “ valori morali di com- portamento” – è classica la indistinguibilità fra temi di Sante e di Maddalene – e che fra l’altro variano a seconda dei popoli.

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I dati natali adottati sono quelli proposti concordemente dagli studiosi recenti di Lucrezia (in particolare Maria Bellonci) e riportati ufficialmente nei festeggia- menti del Comune di Ferrara.

L’ora che abbiamo adottato non è garantita, ma è soprattutto “funzionale”, in quanto con essa Urano entrerebbe in settima proprio a 24 anni, due anni dopo la sua entrata in Ferrara, quando la morte del padre le permise di esprimere tutte le sue vere qualità e di cambiare totalmente vita di relazione. Un Plutone e un Satur- no in prima concorderebbero con il suo fascino straordinario, ma ben controllato e gestito.

Balza comunque subito agli occhi una Luna in esilio, aggredita dai fuochi in- crociati di Plutone, di Venere, dalla Luna nera, e come non bastasse da una opposi- zione di Giove e Nodo che suggeriscono una pesante oppressione da parte del po- tere e del destino. Unico ma non trascurabile conforto è il largo trigono col Sole, che gode di buoni rapporti con Saturno e con Mercurio.

Pare quindi che la sua vita si possa distinguere in una fase lunare, dolorosa, e in una fase solare – gestione del potere – saggia e prudente una volta allontanata da casa (in IX).

Il simbolo lunare può qui essere inteso come destino subìto, e quello solare co- me destino scelto.

L’opposizione Venere-Plutone può essere vista anche come violenza sessuale subìta più che “ stravaganze culinarie per gli ospiti”.

Lasciamo ai nostri lettori più specializzati la possibilità di definire altri dettagli, fino al colore dei capelli e alla lunghezza delle unghie.

Nel tema del fratello, (sembra precisa l’ora natale), spicca subito evidente la sua luna sopra il Sole di Lucrezia, opposta a Urano+Nettuno in terza casa! Una di- sposizione alla violenza può essere sospettata da Saturno+Marte in Leone opposti a Giove. Uno stellium all’Ascendente con un Sole imprigionato da Luna nera, Plutone e nodo trasmette una sensazione inquietante, o anche un carisma diabolico. Marte è trigono sinastrico con Venere della sorella.

Nel 1891 un abile e serio scrittore svizzero (Angel Ferdinand Meyer) ha scritto un romanzo in parte di fantasia, sulla cugina Angela Borgia, ripubblicato per l’occa- sione in questi giorni. Nel descrivere l’ingresso di Lucrezia a Corte, fra i personaggi che l’accompagnavano sapendo del suo passato, figura anche un “matematico e astrologo”che

“ considerava la Principessa una donna secondo natura, deviata solo da circo- stanze eccezionali e stranianti influssi di costellazioni, che potesse ora compiere un appropriato percorso femmineo sotto mutate stelle in un nuovo ambiente”. Insom- ma astrologia condizionalista!

C’è da chiedersi quindi se ad ogni individuo sia concesso solo in parte di vivere i propri pianeti e raramente tutti; e spesso in tempi successivi : questo spiegherebbe fra l’altro le differenze fra gemelli astrali. Ne deduciamo che alla fine ci è concesso di essere solo una parte di noi stessi. Non buttiamo il tema insiema al pianeta!

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LUCREZIA BORGIA TRANSITI SUL TEMA

E’ curioso notare che all’apertura delle celebrazioni borgiane di quest’anno , oltre ad un affet- tuoso Sole-Venere sulla Luna, fa spicco la coppia Giove- Nodo che si ripropone con un abbrac- cio sulla stessa coppia in con- giunzione natale. La giustizia Karmica… I due pianeti congiun- ti all’Ascendente natale si ritro- vano disgiunti, e alle due estre- mità dell’asse mediano: una di- stinzione opportuna fra intrighi e saggezza.

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HORTUS CONCLUSUS

130 – Barbault:

Capi nazifascisti contro i capi alleati 150 – Hillman:

Conferenza magistrale 612 – Coppola:

Trãkata e counselling

367 – Estratti da “Specchio della Stampa”

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L.A. 129-130

Prima di illustrarvi i miei esempi, permettetemi di ritornare ai principi che regolano lo studio dei rapporti interpersonali.

In effetti, devo constatare che si diffonde sempre più la pratica di erigere un nuovo Tema per la data media tra quelle di nascita delle due persone analizzate, at- tribuendogli il significato di Tema comune. Che cosa giustifica una simile operazio- ne? Si sa che in Astrologia si può fare tutto ciò che si vuole, ottenendo sempre ri- sultati plausibili! Mah… pur supponendo che questo procedimento abbia un qual- che valore, in tutti i casi si tratta di una svalutazione del metodo perché abbiamo un Tema indiretto, differito, derivato: perché girare intorno alla questione senza es- sere sicuri che sia fondata nel momento in cui usiamo un simile metodo?

Molto meglio andare direttamente ai fatti, attraverso un faccia a faccia imme- diato tra i pianeti della coppia analizzata. In questo caso non c’è artificio: questa comparazione interpersonale riceve da sempre piena conferma dal punto di vista interpretativo.

Possiamo constatare insieme il miglior bilancio astrologico possibile. Si tratta di un’osservazione statistica eseguita da Didier Castille all’INSEE attraverso l’anali- si di 6.498.658 matrimoni celebrati in Francia dal 1976 al 1997 (fig. 1).

L’analisi si basa sulle posizioni longitudinali del Sole dello sposo e del Sole della sposa. Tali posizioni sono considerate l’una in rapporto all’altra attraverso lo scarto angolare: questo scarto va da 0° (congiunzione Sole–Sole che avviene quando i co- niugi hanno in comune la data di compleanno) a 180° (quando i loro compleanni distano 180 giorni). Emerge immediatamente con chiarezza che il maggior numero di matrimoni viene celebrato tra compleanni vicini, con un picco sulla congiunzione a 5° di orbita, 10 giorni di distanza tra le date di nascita della coppia. Ci troviamo di fronte ad un fatto astrologico che testimonia un effetto di congiunzione che tende ad unire affettivamente l’uomo alla donna nel matrimonio.

Questo metodo del confronto diretto, nella sua essenzialità, sebbene segua la via tradizionale, è esaustivo, dal momento che confronta la configurazione piena dell’uno con la configurazione piena dell’altro, all’interno di una multidimensiona-

ANDRÉ BARBAULT

FUOCHI INCROCIATI

TESTO DELLA RELAZIONE TENUTA AL SECONDO CONGRESSO FAES DI MONTPELLIER (6 LUGLIO 2002)

TRADUZIONE DI GRAZIA MIRTI

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lità della relazione umana. I fondamenti delle nostre relazioni astrali si basano d’al- tra parte su configurazioni interpersonali. L’uomo e la donna hanno una loro fisio- nomia astrale personale; successivamente come coppia generano un figlio: che venga alla luce al levarsi o alla culminazione di un tale pianeta, il frutto del loro concepimento tende comunque a ripetere la stessa configurazione, quale trasmis- sione di un patrimonio ereditario attraverso il tessuto dello stesso temperamento planetario.

Attraverso l’analisi collettiva dei matrimoni abbiamo osservato l’effetto della congiunzione.

Constatiamo ora l’effetto dell’opposizione nel caso più eclatante che io cono- sca. Tra i personaggi storici della mia collezione non ne ho trovato nessuno migliore del duo Napoleone–Bernadotte, con una quintupla opposizione Sole–Sole, Mercu- rio–Mercurio, Venere–Venere, Marte–Marte e Giove–Giove (fig. 2)!

Come se i pianeti fossero schierati gli uni contro gli altri. Un legame di paren- tela ha collegato questi due personaggi, poiché Bernadotte ed il fratello maggiore di Napoleone, Giuseppe, sposarono due sorelle.

L’antagonismo tra i due fu immediato e arrivò a punte estreme. Bernadotte ri- cordò: ‘Ho riconosciuto questa fatalità che mi colpisce da molto tempo e che mi perseguita da sempre, senza che ci siano errori da parte mia, nei confronti delle in- tenzioni del Primo Console, arrivando al punto di pensare di ‘essere al mondo la persona che l’Imperatore odiava di più’.

Questo maresciallo di Francia, nominato dall’Imperatore dopo avere goduto del

Figura 1

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massimo prestigio e dei fasti militari dell’Impero e dell’esercito, diventato principe ereditario di Svezia, darà il colpo di grazia a Napoleone dopo la sconfitta di Lipsia, avendo per di più segretamente tentato di prendere il suo posto come capo dello Stato francese.

Ciò che rende ancora più eclatante la storia del potere conflittuale dell’opposi- zione tra i due uomini è che tra loro c’era una donna, Désirée Clary, che era stata fi- danzata con Bonaparte prima di diventare moglie di Bernadotte – le sue posizioni sono all’interno del grafico – con il Sole in Scorpione (drammaticamente congiunto a Saturno) equidistante dalle posizioni solari dei due. Curioso personaggio, questa tenebrosa vendicatrice, che ha la Luna e Marte molto vicini alle posizioni comple- mentari (coppie Sole–Luna e Venere– Marte) di suo marito e, nel medesimo tempo, di fronte a quelle del suo antico fidanzato. Se Napoleone ha definito Bernadotte

‘l’uomo ostacolo’ per il fatto di averlo dovuto incontrare costantemente contro la sua volontà, Désirée non si sbagliò nella sua scelta, avendo detto di quest’ultimo:

‘Ho accettato di sposarlo quando mi è stato detto che era capace di tenere testa a Napoleone’. Sì, si trattava della sua vendetta di fidanzata, platealmente abbandona- ta dal giovane corso e tutto lascia pensare che ella desiderasse assaporare un lieve ma piacevole desiderio di punizione. La si può osservare nel suo ruolo di interme- diaria tra i due giganti, nell’introdursi sempre di più politicamente al centro del conflitto tra i due rivali, assistendo desolata e rallegrata, in un’esaltazione bagnata di lacrime, all’esilio dell’aquila imperiale. Questa storia triangolare non è forse chia-

Figura 2

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Figura 3

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ramente leggibile nella perfetta simmetria dei loro destini astrali? Al di là del cer- chio intimista e della relazione privata, questo fenomeno interpersonale si realizza nella società fino ad un incastro tra generazioni. Ne ho offerto un esempio illustre dedicando il numero 133 dell’Astrologue allo studio dei cinque fondatori dell’Astro- nomia moderna.

Nella realizzazione della rivoluzione scientifica si può osservare un concatena- mento nell’ambito di un albero genealogico che segue un grande ciclo Urano–Net- tuno in Scorpione, iniziato con Copernico e terminato con Newton. Si possono rile- vare tre punti zodiacali di particolare interesse, due dei quali coinvolgono il Sole in Capricorno, segno di Tycho Brahe, Keplero e Newton; nei Pesci vibra il Sole di Co- pernico e di Galileo; inoltre su questi ultimi vengono a trovarsi Giove di Keplero, una congiunzione Giove–Saturno di Newton ed un grandioso trigono collegato ad una posizione comune in Scorpione (fig. 3 e 4).

Figura 4

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Pensandoci bene, questo insieme di correlazioni testimonia una solidarietà in- tellettuale di altissimo livello, un vero e proprio monumento temporale che ha la grandezza di un Pantheon!

Prima di giungere alle mie considerazioni non posso fare a meno di sottoporvi il caso del rapporto tra uno Stato ed un personaggio, che si è verificato di recente in Francia.

La Quinta Repubblica ha visto la luce con la congiunzione Giove–Nettuno a 3°

- 4° dello Scorpione; il generale De Gaulle, con il suo Urano all’Ascendente a 29° Bi- lancia, ne è stato il creatore. Naturalmente i primi gradi del Toro si trovano di fron- te, punto simbolico di divisioni e conflitti. Così, mentre il referendum che istituiva le elezioni presidenziali a suffragio universale, risale al 28 ottobre 1962, quando un Sole trigono a Giove ed a Nettuno vibra sulla grande congiunzione, si può consta- tare il ripetersi di episodi critici in occasione dei passaggi solari opposti di fine apri- le: colpo di Stato dei generali algerini nel 1961, esplosione della crisi di maggio 1968, uscita di De Gaulle l’anno successivo (è sempre una luttuosa congiunzione Sole–Saturno che transita nel 1969: la morte del padre), ecc….

Il rivale principale di De Gaulle, François Mitterrand, aveva curiosamente Giove a 0° del Toro, ma al tempo stesso il Sole a 2° Scorpione. Con una tale opposizione di nascita non può stupire che abbia fatto ondeggiare il regime gaullista della Quinta Repubblica portando l’opposizione di sinistra al potere, dando luogo al primo esem- pio di coabitazione politica.

Ebbene, Jean–Marie Le Pen (fig. 5), con Giove a 3° Toro, spalleggiato per con- giunzione da un ultra-aggressivo Marte in Ariete, non dimostra forse il più eclatan- te segno di conflittualità? E per di più questo oppositore numero 1 dei valori repub- blicani ha vissuto i momenti più significativi della sua ostilità al regime tre volte:

Figura 5

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quando il Sole transitava sul suo Giove ed all’opposizione della congiunzione Gio- ve–Nettuno della Quinta Repubblica.

Non ottenne nemmeno l’1 % dei voti alle elezioni presidenziali del 1974, ma era un 5 maggio. Al contrario, l’effetto sorpresa si è manifestato nelle presidenziali del 1988 con il 14,39 % di suffragi: questa volta lo scrutinio è del 24 aprile, con il Sole a 4° Toro che tende a congiungersi a Mercurio ed a Giove 7° - 10° Toro e con i trigoni di Saturno, Urano e Nettuno!

Più tardi ottiene il 15,1 % alle presidenziali successive del 23 aprile 1995, men- tre il Sole si trovava a 3° Toro in compagnia di Mercurio. Alla fine – mentre il suo Sole natale riceveva un trigono da Urano di transito – il Sole era a 1° del Toro in quel fatidico 21 aprile 2002 quando, ottenendo più del 17 % di voti, Le Pen passava al secondo turno delle ultime elezioni presidenziali.

Non è forse significativa questa ripetizione di passaggi solari, questo procedi- mento comparativo in maniera adeguata, non abbiamo forse in mano uno stru- mento formidabile di indagine circa la relazione umana? Aggiungiamo anche che Jacques Chirac ha Venere a 3° dello Scorpione…

Dopo questa introduzione generale, concentriamoci adesso sui sei principali statisti protagonisti della Seconda Guerra Mondiale: Hitler e Mussolini e, con De Gaulle, Churchill, Roosevelt e Stalin, a proposito del quale il registro della Chiesa di Gori, in Georgia, dice che nacque il 6 dicembre 1878 (secondo il Calendario Giulia- no, cioè il 18 dicembre secondo il Calendario Gregoriano) e non il 21 dicembre 1879, come diceva lui (fig. 6).

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Una comparazione di Temi esprime il confronto di una dozzina di posizioni dell’uno con una dozzina di posizioni dell’altro, con le loro reciproche interferenze.

Interconnessioni di aspetti che bisogna incastrare osservando i punti di incontro, prese dirette, dove si delineano legami essenziali. Nel microcosmo di un piccolo gruppo di protagonisti, vale a dire i nostri sei statisti, bisogna schematizzare le loro vibrazioni in una sintesi comune nella quale si giochino gli effetti di congiunzione e di opposizione. Di qui emerge la sintesi del loro e del nostro divenire storico.

Potete osservare ora il grafico che illustra lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale attraverso i personaggi citati. Ne emerge un asse conflittuale che polariz- za gli antagonisti in due campi tra loro contrastanti.

Non si tratta soltanto di una comune segnatura urano–saturnina (i due pianeti sono angolari per l’uno e per l’altro) di tendenza dittatoriale che avvicina Hitler e Mussolini. Si tratta soprattutto di constatare che il frenetico tedesco ha il suo Me- dio Cielo sul Sole leonino dell’enfatico italiano (forse allo stesso grado). E si tratta, in senso più ampio, della sovrapposizione di una congiunzione Medio Cielo–Satur- no del primo su una congiunzione Sole–Mercurio, signora del Medio Cielo, del se- condo.

L’intervento di Saturno, certamente potenziato da una congiunzione Luna–

Giove in Capricorno, ma nel medesimo tempo incastrato in caduta con un quadrato marziano in esilio, trasforma il Furher nel cattivo genio del Duce. Nulla può confer- marlo meglio del Tema personale di quest’ultimo, con la presenza dei tre malefici Marte, Saturno, Plutone, in Settima Casa: è il suo socio che lo distrugge. Mussolini è partito piuttosto bene: finirà male.

Al di là del centro di gravità dell’asse Berlino–Roma, si allineano le posizioni dominanti degli altri quattro personaggi, coalizzati nel loro effetto di opposizione.

Churchill con Saturno a 9° Acquario Stalin con Giove a 7° Acquario

Roosevelt con Sole a 11° e Venere a 6° Acquario De Gaulle con Giove e Marte a 6° e 11° Acquario

Si deve inoltre osservare che né Pétain, né Laval e nemmeno Franco, hanno posizioni in Leone o in Acquario. Tutt’al più si può osservare che il Sole di Pétain al- l’inizio del Toro è equidistante dai due poli, ciò che si presta ad un ruolo di doppio gioco, tenendo conto che la vibrazione del Sole di Hitler con quello di Pétain possa avere spinto l’anziano maresciallo ad accettare la vittoria tedesca. L’imperatore del Giappone, Hirohito, aveva anche lui il Sole all’inizio del Toro….

Invece Churchill e Hitler si detestavano visceralmente, come due animali estra- nei l’uno all’altro: le loro dissonanze sono ad un livello di record, soprattutto Marte del Primo Ministro inglese che vibra su Urano del dittatore. Tra Roosevelt e Hitler si innalza il muro dei principi politici antitetici, essendo Saturno dell’uno dissonante rispetto al Sole dell’altro in un gioco incrociato che impediva qualunque dialogo.

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L’ambivalenza delle relazioni tra Stalin e Hitler chiarisce i due tempi di questa guer- ra: quello del Patto tra Germania e Unione Sovietica giustificata dalla sovrapposi- zione capricorniana di Mercurio del signore del Cremlino sulla congiunzione Lu- na–Giove del capo nazista; più tardi la guerra tra i due paesi che giustifica l’opposi- zione di Marte dell’uno a Marte dell’altro. Sulla base comune che raggruppa in Ac- quario i partner alleati, si entra nell’ambito delle relazioni singole tra l’uno e l’altro che collegano le componenti dei loro Temi.

Tra Churchill e De Gaulle – i due primi partner – esiste un forte effetto di con- giunzione, come se fossero obbligati a collaborare: con i loro compleanni vicini, il Sole a 8° di distanza, Venere a 4° e Mercurio a 15°. Nessun politico francese nel 1940 avrebbe potuto meglio di De Gaulle relazionarsi con il Primo Ministro britan- nico.

Si tratta di una sovrapposizione Giove–Ascendente a 22°-23° Bilancia in un ambiente comune vivacizzato dalla congiunzione Marte–Giove dalla Bilancia all’Ac- quario. Si realizza una condizione propizia grazie a Saturno di Churchill sovrapposto al duo Marte–Giove di De Gaulle, nonostante la durezza delle relazioni, anche bur- rascose, sulle quali avrebbe prevalso l’obiettivo degli interessi di due paesi vicini.

Tra Churchill e Roosevelt ecco una serie di numerosi trigoni e sestili che colle- gano i loro grafici, in particolare nella triplicità d’Aria. Questi due gioviani si capi- scono benissimo; come due amici trattano interessi comuni nella migliore atmosfe- ra. Quanto alla sovrapposizione Saturno–Sole, se Hitler l’ha fatta subire a Mussolini scatenando la sua sconfitta, si può capire qui che con la vittoria la potenza solare americana è giunta in soccorso degli inglesi, immersi nella prova saturnina della lo- ro guerra solitaria.

Il salvataggio è venuto anche da Stalin, vincitore dello stesso nemico, come si può capire da Giove del capo russo che vibra come un balsamo sulla miseria satur- nina di un’Inghilterra isolata di fronte ad un continente europeo occupato dal ne- mico.

Soltanto 19° separano il Sole Sagittario di questi due personaggi (Churchill e Stalin), ciò che poteva avvicinarli per reazione considerando che il nemico del loro principale nemico poteva trasformarsi in un alleato efficace. Per quanto differente ed estraneo potesse essere il britannico gioviano debordante nei confronti del silen- zioso solitario saturnino del Cremlino.

E’ tra Roosevelt e Stalin che si presenta la migliore vibrazione attraverso una congiunzione Sole–Venere del primo sul Giove del secondo. D’altra parte è grazie al migliore Giove in Acquario che in quell’epoca è emerso colui la cui valorosa armata rossa aveva distrutto la macchina da guerra nazista meritando gratitudine e dispo- nibilità da parte del Presidente americano. Quest’ultimo aveva così sperato di am- mansirlo per avvicinarlo alla democrazia. Tentativo vano di amicizia acquariana…

Giove su Giove tra De Gaulle e Stalin esprime la situazione occasionale dell’u- no che si appoggia all’altro per controbilanciare la crescente espansione anglo- americana. Diversamente i due uomini avrebbero fatto presto ad urtarsi reciproca-

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mente attraverso l’opposizione di Saturno e Sole a 4° da Marte dell’altro. Nel mede- simo tempo, è sullo stesso grado che si sovrappongono il Sole di Roosevelt e Marte del capo della Francia libera, si conosce bene d’altra parte l’ostilità tra i due perso- naggi…

Siamo alla conclusione: non è forse vero che la comparazione tra Temi è utile?

Secondo Congresso della Federazione Astrologica dell’Europa del Sud Montpellier, 6 luglio 2002

DATI DI NASCITA:

Jean Bernadotte: Pau, 26 gennaio 1763 ora non conosciuta.

Napoleone Bonaparte: Aiaccio, 15 agosto 1769 tra le 11 e le 12.

Désirée Clary: Marsiglia, 8 novembre 1777, ora non conosciuta.

Winston Churchill: Blenheim, 30 novembre 1874, 1,30 Adolph Hitler: Braunau am Inn, 20 aprile 1889, 18.30 Benito Mussolini: Predappio, 29 luglio 1883, 14.45 Charles De Gaulle: Lille, 22 novembre 1890, 4.

Franklin Roosevelt: Hyde Park, N.Y., 30 gennaio 1882, 20.45

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L.A. 129-150

Una rivisitazione critica della struttura astrologica, degli archetipi, della preponde- ranza degli effetti sulle cause e dell’approccio verso la nostra disciplina.

All’interno delle sue sfere, il Cielo trattiene la metà di tutti i corpi e di tutti i mali (Paracelso)

Questo è il vostro settore di competenza, non il mio; la vostra professione, non la mia; la vostra responsabilità.

Il fatto che non abbia alcuna responsabilità né in quest’antica arte, né in que- sta stimata - e altrettanto bistrattata – professione, mi permette di non sentire il peso di quanto penserò e dirò stamani. Solo in virtù di quest’irresponsabilità, mi posso sentire abbastanza libero di dire quello che penso possa servirvi.

Al contrario dell’impegno che voi mettete nel vostro lavoro e nella vostra arte, il mio è solo un interesse costante, forse anche un amore, per l’astrologia come fe- nomeno archetipico, vale a dire diffuso, senza tempo, irresistibile, che tocca le corde interne e pieno di risorse, ma allo stesso tempo enormemente pericoloso. Tuttavia, in ragione di queste qualità l’aggettivo archetipico è decisamente appropriato.

Se è archetipica, l’astrologia è qui per restare e poiché è destinata a non passa- re, deve essere archetipica. Ed io sono certo che non passerà.

Lo storico della cultura Theodore Zeldin scrive: “ nel 1975 un gruppo di 192 eminenti scienziati, fra cui 19 premi Nobel, guidati da un professore di Harvard, fir- marono un manifesto nel quale si dicevano molto preoccupati della crescente ac- cettazione dell’astrologia in varie parti del mondo……Uno dei firmatari, un profes- sore d’astronomia dell’UCLA, si lamentò del fatto che un terzo dei suoi studenti di- ceva di credere nell’astrologia ed anche sua moglie ci credeva.“ Zeldin va avanti af- fermando che un terzo della popolazione francese ed inglese ammette di credere nell’astrologia e che in Francia (“dove la lucidità è la virtù nazionale”) il 90% della popolazione conosce il proprio segno zodiacale”. 1

Prima di andare oltre dobbiamo dire qualcosa sulla pericolosità di un archeti- po. Il potere penetrante dell’astrologia mi colpì 45 anni fa a Zurigo quando mi trac- ciarono per la prima volta il tema di nascita, sebbene già ne conoscessi il linguaggio

JAMES HILLMAN

CONFERENZA MAGISTRALE

TRADUZIONE DI MARGHERITA FIORELLO

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stenografico e simbolico. Quest’interesse costante, questa fascinazione, quest’amore non mi ha mai lasciato. Voglio essere chiaro, non ci credo, non la pratico, né capisco come funzioni, anche se l’astrologia è uno dei linguaggi di base in cui formulo le mie riflessioni psicologiche.

Semplicemente, per me, l’astrologia riporta gli eventi agli Dei. Tutto dipende dal fatto che le sue immagini provengono dal cielo. Essa invoca in senso metafori- co, poetico, mitico, politeistico, ciò che è imprevedibilmente reale. Questo è ciò che rende l’astrologia un’arte, un linguaggio, una maniera di pensare, terribilmente effi- cace. Nella mente popolare è la conferma di una grande tradizione che ci tramanda che gli esseri umani vivono in un cosmo intelligente, che dà risposte più grandi di quanto possano essere le domande umane. Ci obbliga ad immaginare ed a pensare in termini psicologici. Inoltre non si fonda sulla fede per un unico Dio - è politeista - e marcia controcorrente rispetto al pensiero dominante della storia occidentale.

Prendo in prestito il termine efficace da Paracelso che scrisse: ”divenne un me- dico solo quando si accorse che ciò che non è ancora nominato, che è invisibile ed immateriale è tuttavia efficace. ” Ed ancora prendo a prestito questo termine dal- l’interpretazione delle posizioni planetarie e delle relative influenze fatta dai Neo- platonici. Nel Rinascimento, o forse anche prima, esse fornivano una lettura beni- gna, efficace, anche dei pianeti considerati più maligni, come Saturno, e delle più tremende costellazioni. Tutti gli Dei ci riempiono di benefici; è compito dell’essere umano, dell’interprete scoprirli. Altrimenti ci lasciamo sfuggire le benedizioni e le scambiamo per maledizioni.

Durante le mie peregrinazioni, scoprii i benefici di Saturno, mentre mi trovavo a Roma qualche anno fa. Stavo osservando un vecchio tempio di Saturno, chiuso ai visitatori. A Roma, si dice chiuso per restauro. Il restauro durava da circa cinquecen- to anni e ne sarebbe durato altri cinquecento: è il modo della Chiesa cattolica di te- nere lontana dal presente la vecchia religione politeistica, impedendo l’accesso degli edifici dell’antichità ai visitatori. Molti templi sono in restauro o architettonicamen- te pericolanti, o debbono essere ricostruiti,.

Ad ogni modo, stando lì, mi venne in mente che le maledizioni di Saturno che mi avevano afflitto – freddezza e distacco, ossessioni del pensiero, sindromi depres- sive che mi paralizzavano nell’azione, preoccupazioni materiali, goffaggine nell’uti- lizzo di congegni elettronici o, in generale, di cose a me non familiari, fardelli di re- sponsabilità, periodi di rigidità ed intrattabilità verso gli altri e verso me stesso – tutte queste maledizioni erano state valutate solo per la loro apparenza. Non avevo afferrato la loro efficacia - com’esse mi avevano protetto, tenuto fedele alla mia vocazione, lasciato il tempo di pensare ed apprezzare la solitudine e come avessero permesso che la mia tendenza all’ordine fosse sconfitta in favore dell’assenza e del vuoto. In altre parole le maledizioni che attribuivo a Saturno erano delle benedizio- ni. Quel giorno compresi che siamo noi che facciamo di Saturno un pianeta sinistro e maledetto interpretando le sue benedizioni in una visione ristretta ed oppressiva, come pesanti fardelli piuttosto che carichi di doni. Scordiamo una metà; la parte

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celeste del male. Per questa ragione non c’è un Dio che ci maledice; siamo noi che abbiamo maledetto Dio, male interpretando la sua efficacia.

L’astrologia neoplatonica attribuì le ragioni della nostra caparbietà, della ten- denza al vittimismo, simbolizzate da Saturno - per continuare nel nostro esempio - al fatto che le nostre anime sono intrappolate nella stupidità del Naturalismo, del prendere tutto alla lettera, nel considerare solo ciò che è concreto. Prendiamo alla lettera le nostre sofferenze, comprendiamo le cose solo come ci appaiono ai sensi, insistiamo nel fatto che solo ciò che è concreto è reale. Quest’errore di comprensio- ne è causato dal fatto che le nostre anime sono prigioniere della Hyle, parola greca che vuol dire “ forma di legno “. Se è davvero così, il viaggio dell’anima, come lo de- scrive l’alchimista Michael Meier, comincia da Saturno e si conclude in Saturno. Co- mincia dal farci sentire vittime e oppressi mentre, nascoste dalla “legnosità” delle nostre menti, troviamo tutte le benedizioni del Dio, il cui vero scopo, scrive chi co- nosce il segreto, è condurre all’illuminazione guidando l’intelletto verso la cono- scenza di quello che è buono ed utile.

Non dobbiamo dimenticarci che efficace non vuol dire positivo. I doni di Sa- turno possono essere veramente oppressivi e limitanti. Un dono spesso non è solo quello che sembra: dobbiamo incartare i nostri regali in belle confezioni, per na- scondere che ogni dono è potenzialmente negativo. In inglese la parola dono è

“gift”, ma Gift è anche la parola tedesca per veleno. Questo è talmente evidente che in alcune culture, come quella cinese, il regalo può essere usato come maledizione occulta, subliminale, che tiene legato chi lo riceve, se questo non provvede pronta- mente con un contro-regalo. Allo stesso modo, per noi occidentali, nel ricevere un regalo, più tempo aspettiamo a scrivere un biglietto di ringraziamento, più diventa difficile farlo. Un regalo, una volta scartato dal suo bell’involucro, mostra la sua maledizione latente.

La lettura di un oroscopo alla maniera dei Neoplatonici, restituisce quanto do- vuto agli Dei, ma non è un banale rendere le cose positive a tutti costi. Semplice- mente, una lettura efficace rifiuta di dividere le cose in negative e positive ed allora un quadrato può diventare Beethoven, un trigono Forrest Gump.

Una lettura efficace de “l’altra metà” invisibile che condiziona i nostri corpi ed i nostri mali, come dice Paracelso, non significa una lettura fortunata di pianeti for- tunati in posizioni fortunate. Giove in Leone in seconda od in decima casa non si- gnificano solamente ottimismo, magnanimità, calore umano; sappiamo che essi in- dicano anche esagerazione, prodigalità, entusiasmo indiscriminato. Le spiagge a cui Giove ci fa approdare possono essere luoghi avventurosi, ma anche distruttive ed esagerate. In ogni caso dobbiamo considerare la posizione culturale della persona che si ha di fronte, di cui si sta analizzando la carta.

Voglio approfondire il concetto di posizione. Un essere umano ha una posizio- ne, una carta ha la sua posizione. Il momento della nascita è sempre situato in un luogo che non è solo una coppia di coordinate, latitudine e longitudine. Quel posto ha la sua cultura, la sua natura, la sua storia, la sua politica, una geografia, una lin-

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gua, uno stile, un carattere. Un luogo non è solo un incidente della nascita, ma è l’unico e solo posto del quale Plotino disse che è una delle quattro cose che un’ani- ma sceglie: i propri genitori, il proprio corpo, la propria sorte, ed un luogo per en- trare nel mondo.2

Il luogo che si è scelto per vivere e per entrare nel mondo importa all’Anima. E questo dove ci riporta al modo in cui gli astrologi costruiscono una carta.

Un abitante della Bay Area può rispondere frettolosamente ad un “Buongior- no”. Un segno d’assenso, un sorriso, così come gli è stato insegnato in famiglia. Nel Maine, un “Buongiorno” può avere come risposta “Ho altri progetti”. A Manhattan,

“Si faccia gli affari suoi” e in Alabama “Grazie, grazie di cuore, buongiorno anche a lei, spero che torni presto” . Sottolineo il fatto che queste differenze nelle risposte corrispondono a differenze geografiche – non è importante adesso sapere a quale segno zodiacale corrispondano Bay Area, Maine, Manhattan, Alabama – quanto sottolineare l’importanza del luogo nel fare una carta, perché ogni posto ha il suo umore ed il suo tempo, la sua atmosfera e la sua vegetazione, la sua storia e la sua cultura.

La diagnostica psichiatrica considera il luogo come parte del quadro clinico. Mi ricordo di un mio insegnante in Svizzera, che ci avvisava circa le diagnosi mania- co–depressive. Siate certi del luogo di provenienza del vostro paziente, perché quel- la che sembra depressione può essere la condizione normale nelle scoscese e roccio- se vallate dell’interno della Svizzera e quella che sembra mania è il comportamento abituale dei Bavaresi. L’ospitalità polinesiana ed il rigore spartano sono più che leg- gende, sono determinanti; il sentimento civico di Minneapolis e le atmosfere deca- denti di New Orleans sono atmosfere di luoghi planetari, che dipendono dalla loro posizione per il carattere ed il destino, allo stesso modo dei pianeti di una carta.

All’inizio del mio discorso ho detto che l’astrologia è archetipica, estremamen- te potente e pericolosa allo stesso tempo. Voglio ora parlarvi dei pericoli, lo stesso pericolo che ho combattuto per molti anni, in molti scritti, in molti modi – la ten- denza all’interpretazione letterale. Nello specifico, oggi, l’interpretazione letterale in astrologia.

Due tipi d’interpretazione letterale affliggono l’astrologia, che, come la psicoa- nalisi, tende a divenire una fede fondamentalista. La prima ha a che fare con il tem- po. Io la chiamo interpretazione Letterale – Temporale. Si nutre di calcoli, tavole, esattitudini, minuti e secondi. Essa non si fa troppe domande sulla qualità del Tem- po, ma è imprigionata piuttosto dalla sua misura. Penso che si possano fare dei cal- coli matematici, ma si debba guardare loro meno come ad una accurata misura del tempo e più come ad un rituale, un teurgico Abracadabra che serve a costellare la visione interiore, la capacità di focalizzare, ad elaborare una modalità di distacco – come in altre arti e come in medicina, si usano misure attente ed accurati dosaggi, anche in culture meno tecniche della nostra. Ma questo non è che un rituale per focalizzare l’attenzione e rifinire la propria tecnica piuttosto che un modo di spie- gare i risultati di quello che sta avvenendo, è avvenuto o avverrà nella inconoscibile

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sfera invisibile, l’altra metà al di là del nostro mondo. Contemporaneamente, libe- randoci dell’attaccamento al tempo possiamo sbarazzarci dell’altra potente tenta- zione che prende di mira gli astrologi: quella della predizione.

La seconda tendenza è l’influenza causale dei corpi astrali o dei pianeti fisici.

Essa si basa sulla convinzione di poter conoscere “l’altra metà”, quella celeste, ed at- traverso precisi calcoli matematici (di cui abbiamo parlato a proposito della Inter- pretazione Letterale - Temporale) attribuire una relazione di causa- effetto a queste forze celesti. Credo che sia necessario smontare queste modalità di pensiero lettera- le, credo che il compito dell’astrologo sia quello di pensare poeticamente e metafo- ricamente, non adoperando la logica di causa – effetto a cui obbedisce la scienza newtoniana. Non penso che sia necessario attribuire ai pianeti od alle costellazioni il ruolo di cause ed allo stesso tempo non mi importa di sapere perché l’astrologia funziona. Sarebbe meglio lasciar lavorare la carta come se fosse un mantra che ci può offrire preziose rivelazioni, uno sguardo al di là, una mappa dell’invisibile, un compendio di poteri nascosti che lavorano all’unisono. Potremmo parlare di questi poteri come di Dei che governano, di forze che influenzano, senza pretendere di co- noscere dove questi poteri risiedono, come agiscono, cosa vogliono dire.

Quello che voglio suggerire è un modo di interpretare la carta meno metafisi- co o teologico e più fenomenologico, prendendo le cose così come esse appaiono, avulse da speculazioni sulle origini, cause, spiegazioni o teorie. E’ lo stesso modo in cui io procedo con la psicologia. Non ho una teoria dei sogni – da dove vengono, cosa vogliono dire, da cosa sono prodotti. Ed allo stesso modo, non ho teorie dei sintomi, delle neurosi, della follia, della salute psichica. E nemmeno conosco le cau- se di tutti i fenomeni con cui vengo in contatto ogni giorno nella pratica professio- nale. Non so cosa causi gli eventi che i miei pazienti mi raccontano e non me ne preoccupo. Non attribuisco all’abuso di un padre o all’abbandono di una madre una relazione di tipo causa- effetto: invece, io studio il fenomeno. Osservo quello che si presenta – i problemi, le immagini, il dolore, i rovesci del destino – cercando di pre- servare il fenomeno dalle spiegazioni, per concentrarmi su quello che vedo. Prendo ogni cosa per quello che appare. Cerco di mettere in pratica quello che da sempre la filosofia orientale ed occidentale ci hanno insegnato, e cioè che il nesso di causa – effetto è illusorio. Dirò di più: esso diventa il modo di non affrontare il fenomeno che ci sta di fronte. Questo concetto è quel che sottintendo quando dico di non comprendere l’astrologia e non fare niente per capirla. Per me è sufficiente sapere che essa è efficace e quindi portatrice di innumerevoli rivelazioni.

Allora un quadrato Giove - Saturno in segni fissi, come il mio, od una Luna o un Plutone isolati, collegati ad altri pianeti solo con aspetti minori, o addirittura senza aspetti, non saranno più cause di problemi od errori, sventure o sforzi. Queste posizioni della carta diventeranno invece spunti di meditazione, immagini simboli- che di una più vasta produzione mitica; esse diventano doni degli Dei, archetipi.

Quello che sto cercando di fare è di mostrare il parallelo tra un approccio ar- chetipico e fenomenologico nella pratica psicologica ed in quella astrologica. Sto

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cercando di distinguere tra pratico ed empirico; l’astrologia è una arte pratica, ma non una scienza empirica..Per essa, alcuni, come Gauquelin, possono cercare una base empirica raccogliendo una serie di dati statistici, ma io non ne ho bisogno.

Possiamo stabilire il valore e l’autenticità di un’arte attraverso dei dati statistici? La nostra evidenza, sia nell’astrologia come nella psicologia, non è di tipo scientifico, ma si basa sull’essere umano: i suoi racconti, le sue testimonianze, le sue rivelazioni.

Forse non dovrei trattare in modo così netto la distinzione tra pratico ed empi- rico. Infatti in origine “empirico” non significava seguire il moderno metodo scienti- fico, ma si riferiva tradizionalmente ai medici, ai fisici ed a tutti coloro che pratica- vano la loro arte attraverso le loro osservazioni e la loro esperienza piuttosto che su studi teorici. Quello che vorrei dire è che per noi non è necessario avere delle teorie che spieghino le nostre esperienze astrologiche e/o psicologiche in base alle quali esercitare le nostre professioni; tutto ciò che ci serve è di dedicarci ai fenomeni;

dobbiamo studiarli, averne attenzione, osservarli, ascoltarli, in modo tale da essere responsabili del nostro lavoro.

Debbo confessarvi che prendo alla lettera la prima parte della frase di Paracel- so “Il cielo trattiene, all’interno delle sue sfere” e non cavillo sulle parole “metà” e

“tutti” della seconda parte. Non penso che egli intendesse la metà matematica, il cinquanta per cento. Penso che egli intendesse che noi conosciamo solo metà ve- rità, un rimedio parziale, una visione errata se dimentichiamo il Cielo. E quanto alla parola “tutti” debbo pensare che tutto il Cosmo subisca le influenze celesti, a meno che non si voglia pensare che alcune delle sue parti non partecipino di esso e che alcuni eventi ed alcuni corpi siano indipendenti dalle sue leggi.

Ma in quelle prime parole “il Cielo trattiene”, si nasconde il mistero! Cielo, l’ori- gine ultima di questa parola rimane sconosciuta; e mi piace pensare che il suo si- gnificato più profondo sia proprio questo- l’ignoto. Essa viene definita come “al di là delle nuvole”, mentre al plurale – cieli - indica le regioni, le schiere, le gerarchie da cui siamo governati, al di là ed ignote ed alle quali non solo ogni vita, ma ogni singolo momento di esso, aspira come al suo ultimo fine. Celeste è un attributo del divino, un po’ come quando infreddoliti assaggiamo una densa cioccolata fumante e ci lasciamo sfuggire un celeste, divino. Al “settimo cielo” troviamo la più grande felicità e nei cieli è la dimora degli Dei.

Paracelso ci dice anche che questo Cielo che governa metà delle nostre esi- stenze, non solo è invisibile al di là delle nuvole, fuori della portata umana, ma hor- ribile dictu afferra, trattiene, preserva, non si lascia scappare metà delle nostre vite, dei nostri corpi e delle nostre sofferenze. Egli è sotto l’influenza di un Dio saturnino, anale e ritentivo, un Dio assente che tiene nelle sue mani metà delle nostre vite, ma che, allo stesso tempo, non mostra il suo volto, non si apre? Penso che ai tempi in cui egli scriveva, potesse essere la visione del Cielo prevalente, ma che egli non fos- se un tale figlio di Saturno e che non pensasse queste cose. Mi piace pensare che egli ponga l’attenzione sulla metà invisibile delle nostre vite, la parte astrologica- mente governata dalle sfere celesti, fuori della portata delle scienze naturali e dalla

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comprensione strettamente materiale. Possiamo cercare di raggiungere il Cielo at- traverso la speculazione teologica, il misticismo, la poesia, la matematica, ma il Cie- lo trattiene i suoi segreti e le sue sfere sono chiuse ermeticamente. Consci di ciò, noi esseri umani dobbiamo vivere in un mondo fatto di mezze verità e vedere come in uno specchio oscuro ed allora ci rivolgiamo all’astrologia per cercare di ritornare al cielo, alla fonte invisibile che condiziona i nostri corpi ed i nostri mali. In termini junghiani, siamo in cerca di Dio non solo nella malattia, ma nel dis-agio, che chia- miamo vita. L’astrologo risale all’origine degli eventi fino alle loro radici celesti, libe- rando le persone dai lacci della materia fino al Cielo. Da qui il sentimento di aver ri- cevuto una rivelazione che ci prende di fronte ad un’interpretazione particolarmen- te pregnante: le porte del cielo si aprono e le due metà tra cielo e terra si ricon- giungono; l’astrologia diventa un’arte divina, ma mai divinatoria.

Il compito dell’astrologo, come quello dello psicologo del profondo, è dare nuova vita agli Dei piuttosto che portare i doni degli Dei nella nostra vita ed ogni insight, ogni patologia, ogni cosa bella o brutta che possa collegarsi ai pianeti tiene vivi gli Dei. Questo processo di connessione degli eventi visibili ai celesti Invisibili, che nella dottrina cristiana si chiama redenzione, mi piace più assimilarlo al proces- so di epistrophè del Neoplatonismo, o del ta’wil nel misticismo persiano. Questa concezione vuole che l’intero universo sia riempito dall’innato desiderio di ricon- giungersi con la sua fonte prima, la sua essenza archetipica, l’altra metà in cielo.

Allora un ascendente Gemelli come me, con tutti suoi difetti – la debolezza di carattere, l’attenzione spesso distratta, la duplicità, la tortura di essere due cose e sentirne tutta la tensione, con il fascino e l’impazienza, la tendenza alle bugie, la sveltezza della lingua, la sensibilità sovraeccitata, le dita svelte ed il pettegolezzo, lo stress che deriva dall’agitazione – tutte caratteristiche che appartengono al mio carattere, che è il deposito celeste nella mia anima, un tesoro fatto di argento vivo e mercurio, un metallo ed allo stesso tempo un corpo celeste che la mia vita può rendere brunito e fare lustro ed utile. Questo perfezionamento dei difetti è la

“costruzione dell’anima” di cui parlano scrittori come Blake, Keats e Lawrence. Essa restituisce agli Dei, quello che essi ci hanno dato in pegno per la nostra vita sulla Terra, rendendolo rifinito e sofisticato, tanto per usare la terminologia degli alchi- misti.

Ogni volta che una consultazione astrologica può servire a trasmutare un di- fetto in una qualità divina, lucidare un problema affinché brilli in una luce diversa, rivelare il Dio in un momento di dolore, lasciare intravedere al cliente uno scorcio dell’altra metà celeste, vuol dire che l’astrologo sta celebrando una epistrophè, sta trasformando il caos dell’umano in un mito degli Dei.

Affinché non si dica che tutta la mia enfasi sugli Dei, divinità, cieli, invisibili sia esagerata e troppo elevata, voglio ricordare che i pianeti dimorano in costellazioni con forme e nomi di animali, dove si trovano perfettamente a loro agio. Perché chi ha dato il nome a quelle parti del Cielo non ha usato falchi e civette o colombe, aquile od uccelli azzurri, ma animali terrestri come serpenti e scorpioni, pesci e

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granchi, capre, cavalli e tori? Cosa significa la preponderanza di questo tipo di ani- mali?

Per la nostra mentalità occidentale “animale” vuol dire bestiale, stupido, senza favella, che occupa il gradino più basso della scala evolutiva. Ma in tempi più anti- chi ed ancora oggi in molti luoghi della terra, gli animali sono gli insegnanti più saggi dell’umanità, spiriti guida e compagni dell’anima. Alcuni terapisti stanno cer- cando di recuperare questa connessione arcaica con gli animali, ma l’astrologia lo fa da sempre. Nato nell’anno della Tigre -che bello! Sole in Cancro - Ooh! Marte in Toro e Venere nello Scorpione- attento!

Queste forme animali che pervadono l’immaginario astrologico presentano gli animali come canalizzatori di poteri invisibili. Gli animali sono forme del divino, esattamente quello che pensavano gli antichi Egiziani e che ancora affermano le culture del Giappone scintoista e della Polinesia, fino all’Africa ed ai Nativi america- ni. L’astronomia continua a lavorare su degli spazi fatti a forma di animale, ottenuti tirando delle linee tra punti luminosi di stelle. Unite i puntini, e vedrete l’Invisibile divenire un toro, un leone, una coppia di pesci.

L’astrologia lavora matematicamente e normalmente si potrebbe pensare che numeri ed animali hanno poco in comune fra loro, gli uni astratti - gli altri concreti come il loro sangue, gli artigli, i peli ed il veleno. Ma ci sono due importanti passag- gi nei testi di cosmologia della cultura mitologica occidentale ed islamica che met- tono insieme numeri ed animali. La prima la troviamo nell’Arca di Noe, quando de- scrive dettagliatamente le misure per costruire la barca che deve contenere gli ani- mali. La seconda è il Timeo di Platone (verso 55). Lì possiamo leggere di una figura a dodici lati usata dal creatore per il “tutto”. Platone descrive le forme geometriche dei quattro elementi, ed un’altra per il quinto che li contiene tutti e “che è a forma di animale”. Questa figura a dodici lati, a forma di animale la ritroviamo in un’altra opera di Platone, La Repubblica, (verso 589) dove egli presenta “l’immagine simboli- ca dell’Anima” come un animale dalle innumerevoli teste, alcune mansuete, altre feroci.

Nell’antica cosmologia non c’è distinzione tra il geometrico e l’organico; essi stanno assieme per dirci che i calcoli matematici non hanno solo lo scopo di cen- trare l’attenzione nel caso studiato e renderlo astratto in un modello schematico. I numeri sono anche modalità di quantificazione dei vari poteri animali, la bestia a molte teste che ci rivitalizza e segna il cammino da compiere, la guida istintuale che agisce come Compagna dell’Anima. Ecco di nuovo il pericolo dell’astrologia:

mentre giochiamo con i numeri ed i gradi, stiamo in realtà scoprendo l’Animale che guida la nostra anima, o più esattamente che guida l’intero Cosmo. E, non dimenti- chiamolo, sono gli animali – compreso l’animale uomo – che il dio biblico considera come l’unica parte della creazione che vale la pena di salvare, tramite i deliberati ed esatti calcoli matematici di Noè.

Per concludere, se non fosse vera, se i suoi calcoli non fossero che un rituale ed i suoi riferimenti ad i pianeti fisici niente altro che una metafora, perché delle

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persone istruite, intelligenti, razionali, come quelle raccolte qui oggi dovrebbero parlare di astrologia? Perché in volo su un aereo che potrebbe portarci diritto fino alla morte, la prima cosa che facciamo è aprire il nostro giornale all’ultima pagina, quella della previsioni mensili? Perché quando captiamo qualche pettegolezzo pen- siamo a Mercurio retrogrado, od analizziamo il comportamento del nostro partner in base alla sua Luna mutevole, od aspettiamo qualche cambiamento finanziario ra- dicale quando abbiamo un transito sulla seconda casa? Anche se leggendo quell’ul- tima pagina dobbiamo mettere da parte l’incredulità, ci sentiamo un po’ vergognosi di non aver saputo resistere a leggere gli imbrogli di quell’indovino.

Allora, perché dobbiamo rivolgerci all’astrologia? Perché ne siamo affascinati così facilmente? Perché tramite quell’ultima pagina troviamo la nostra Stella, il dai- mon che governa una parte del nostro Destino, l’altra metà. Cerchiamo qualcosa che ci metta in contatto con quel compagno primigenio, quel fratello o quella so- rella del cielo che vive fuori del nostro corpo fisico e che tuttavia divide con noi la vita in ogni istante – e questo istante potrebbe essere anche quello della morte – il daimon del nostro fato, la Moira – una parola greca che significa semplicemente porzione, la metà di Paracelso.

In quell’ultima pagina cerchiamo, tra saggi consigli ed avvertimenti, le predi- zioni e le lusinghe, così enigmatiche, ma allo stesso tempo familiari, che ci mettano in contatto con quei poteri, ritmi e miti del cosmo, ci sollevino da quell’aereo che vola a 35.000 piedi, aldilà delle persone e dei problemi, dai giorni buoni e di quelli cattivi. Quei piccoli paragrafi sulla Vergine o la Bilancia disegnano nelle nostri menti un linguaggio non terreno, fatto di stelle ed animali celesti dove l’anima possa ri- trovare la sua casa.

Sebbene la notte stellata sia oscurata dall’inquinamento, le stelle siano tutte spente ed i segni zodiacali sbiadiscano sulle pubblicità commerciali, Marte e Venere siano ridotti ad emblema del sesso e la Luna, ormai, solo ad un posto dove piantare una bandiera americana, nonostante tutto, il linguaggio dell’astrologia, i suoi rituali matematici, i suoi sacerdoti, i suoi incantesimi ed amuleti che posso tatuare su un muscolo, od appendere alla gola, riescono a tenere lontano tutti i mali dal mio cor- po conteso da Gilette, Exxon, Disney, McDonald e la Banca d’America. Un tocco d’a- strologia - basta un lieve accenno - e torna il Cielo, torna il Destino.

Astrologi, voi avete ricevuto una chiamata che viene dall’alto, servite quello che non è umano, l’altra metà. Non preoccupatevi di usare parole troppo elevate o spirituali, gli Dei non si curano di essere inflazionati; sanno come proteggersi me- glio di noi mortali. Il fatto che si bilancino l’un l’altro conserva il loro potere e forse è proprio per questa ragione che sono immortali, incuranti d’ogni usurpazione da parte di qualunque ideologia monoteista.

1 An Intimate History of Humanity, Harper & Collins, 1994, pag. 339.

2 The Soul Code, ed. italiana Il codice dell’Anima, Adelphi.

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L.A. 129-612

Integrazione personale tra Astrologia, Gestalt e Tantra con descrizione di alcune pratiche antiche e di una nuova sperimentazione del Counselling.

Il trãtaka

Nel presentare questa triangolazione tra Astrologia, Gestalt Psicosociale e Trãtaka, partirò dalla descrizione di una tecnica di gruppo nella quale ho integrato risorse gestaltiche e tantriche, per poi passare ad un’esperienza più recente, sperimentata nel corso di una consultazione astrologica ed ancora in via di perfezionamento.

Trãtaka significa fissare con fermezza, focalizzare tutte le energie interne ed esterne in un unico punto, fino a realizzare lo stadio in cui il soggetto, l’azione e l’oggetto diventano una stessa realtà. In India, il Trãtaka è stato usato in vari modi e per i fini più disparati. I saggi che vivevano nella giungla selvaggia, ad esempio, lo usavano per difendersi dall’assalto delle tigri, fissandole negli occhi, fino a stabilire un’altalena d’immedesimazione tra le reciproche identità. La pratica rituale è molto antica e si diversifica da scuola a scuola, arricchendosi di particolari o riducendosi all’essenziale, secondo le variazioni planetarie ed i calendari lunari. Alcuni astrologi hindu la usano per visualizzare il diagramma oroscopico e per scoprire il volto se- greto del consultante tra le linee del cielo natale. Nei vari tipi di yoga,1essa funge da metodo di concentrazione nella fase propedeutica alla meditazione; in alcuni ca- si, diventa una vera e propria meditazione. Il Trãtaka più interessante è quello ese- guito come pratica di gruppo, in quanto produce e distribuisce energia. S’incomin- cia, di solito, scegliendo uno specifico oggetto di concentrazione, tale da possedere già in sé delle buone vibrazioni: il mantra Om, la foto di una Divinità o di un Mae- stro, ecc. La parte introduttiva consiste nel fissare l’oggetto, senza batter ciglio, fino alla fuoriuscita delle lacrime per poi riprodurlo, fedelmente, ad occhi chiusi e diven- tare consapevoli delle emozioni che esso risveglia. Le scuole ad indirizzo tantrico usano la fiamma di una candela o di una lampada, proseguendo poi con mezzi più raffinati, quali uno jantra,2un mandala,3le proprie pupille o quelle di un’altra per-

MESKALILA NUNZIA COPPOLA

COUNSELLING ASTROLOGICO E TRÃTAKA

SATURNO E PLUTONE AL MEGACONCERTO DI NEW YORK CITY

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