• Non ci sono risultati.

Un nuovo modo di vivere gli uffic

EFFICIENZA ENERGETICA NEGLI EDIFIC

E.7 Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili E.8 Edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabil

5.9. Un nuovo modo di vivere gli uffic

Nel corso dei decenni, abbiamo imparato a conoscere diverse tipologie di ufficio: si è passati dagli uffici cellulari (stanza singola per ogni dipendente), alla condivisione di uffici, per passare poi agli open space e infine agli spazi di coworking, nuova frontiera del lavoro dinamico e quasi nomade. Qualunque sia la tipologia di ufficio, è essenziale garantirne la salubrità, dal momento che vi si trascorrono, generalmente, almeno 8 ore della giornata. Numerosi sono gli aspetti di cui si deve tener conto per una corretta gestione degli uffici. Bisogna infatti considerare le modalità con cui l’ufficio viene fruito, e anche aspetti non secondari come gli impatti energetici ed ambientali. L’ufficio, al pari di una abitazione, deve offrire perciò comfort agli occupanti, ma anche efficienza e sostenibilità.

È necessario perciò, che sia nella progettazione, che nell’uso e gestione di un ufficio, si tengano in considerazione i seguenti aspetti:

• Corretti livelli di illuminamento ed integrazione della illuminazione naturale. In tal senso, si stanno sviluppando nuove tecnologie e sensori in grado di gestire l’accensione dei corpi illuminanti per meglio sfruttare la luce naturale, consentendo inoltre cospicui risparmi energetici ed economici;

• Corretti livelli di insonorizzazione, specialmente per ambienti molto ampi, per assicurare il comfort acustico;

• Opportuni ricambi dell’aria, attraverso impianti di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore, che consentono di pretrattare l’aria in immissione recuperando calore dall’aria estratta dai locali;

• Controllo in generale della Indoor Air Quality (IAQ), ovvero degli aspetti legati agli inquinanti presenti nell’aria (pollini, smog, polveri sottili, VOC, CO2); • Opportuna climatizzazione degli uffici, evitando

temperature disuniformi ad esempio nelle zone di transito, ed evitando problemi di surriscaldamento ed asimmetria radiante in zone vetrate esposte alla radiazione solare (che creano uno spiacevole “effetto serra”).

Come integrare questi aspetti? Come è possibile tener conto simultaneamente di queste esigenze?

Nel caso (sempre più raro) di nuova costruzione attraverso una progettazione integrata, affidata a professionisti che sappiano valorizzare gli aspetti urbanistici, energetici e di comfort interno. Nel caso di uffici esistenti, attraverso l’adozione di sistemi BACS (Building Automation and Control System) in grado di gestire gli ambienti in maniera intelligente, valorizzando

le risorse naturali e consentendo risparmi energetici ed economici a fronte di investimenti spesso contenuti.

Il nuovo modo di vivere gli uffici, perciò, poggia su dei concetti chiave, spesso abusati, ma che mai come in questo contesto fanno valere la loro portata:

• Tecnologia, per poter gestire anche da remoto gli impianti ed i servizi;

• Flessibilità, per poter controllare in maniera quasi puntuale gli uffici, garantendo così le condizioni ottimali per ciascuna partizione operata;

• Sostenibilità, per far sì che il luogo di lavoro non sia anche sede di sprechi energetici, ma anzi un avamposto virtuoso in cui esercitare best practices nell’uso consapevole delle risorse;

• Digitalizzazione, intesa come la capacità di rendere digitali o remotizzabili processi e funzioni;

• Smart working, ovvero rendere intelligente la modalità di gestione e condivisione del lavoro, che può essere svolto ad esempio da casa, con ricadute ambientali notevoli come già dimostrato.

In questa ottica si pone ora un nuovo interrogativo. Come cambierà il modo di vivere gli uffici dopo la triste e difficile parentesi COVID-19? Come sarà possibile tornare a lavorare in sicurezza?

Rispondere a queste domande non è semplice, ma è possibile avanzare delle ipotesi, sulla scorta delle buone pratiche e raccomandazioni che in questi mesi sono state fornite da esperti della sanità. A seconda del luogo, può essere necessario l’uso di pannelli divisori e in generale di sistemi atti a favorire il distanziamento tra i dipendenti. In tal senso, può essere importante ridurre il livello di occupazione degli ambienti, favorendo ad esempio la work rotation e il rientro graduale al luogo di lavoro, attraverso orari scaglionati o giorni differenziati. Sarà importante sanificare in maniera continua le postazioni di lavoro, gli uffici, gli spazi comuni e di condivisione. Sarà necessario prevedere la ventilazione continua, anche nelle ore notturne, dei locali, per poter diluire la concentrazione di inquinanti e, eventualmente, del virus, aumentando la portata di aria esterna di rinnovo. Ad ogni modo, in questo campo c’è molto ancora da studiare e ricercare.

Rimane invariata la necessità di fruire e vivere lo spazio di lavoro come un luogo sicuro, confortevole, intelligente ed efficiente, affinché maturi anche la consapevolezza dell’impatto ambientale ed economico che hanno le piccole scelte individuali che si operano anche a livello di ufficio.

BOX – La diagnosi energetica degli edifici per uffici INPS: il caso della Direzione Generale a Roma INPS - P. Bannetta

ENEA

Le numerose diagnosi energetiche condotte da ENEA negli ultimi anni su edifici per uffici, assieme alla redazione delle linee guida per

l’esecuzione della Diagnosi Energetica

nell’ambito del Progetto ES-PA “Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione”, hanno messo in evidenza come si possa ottenere un congruo risparmio in termini sia energetici sia economici, concorrendo al raggiungimento degli obiettivi promossi dalle strategie europee odierne a medio e lungo termine per l’energia e il clima.

Interessante oggetto di diagnosi è stato il caso di alcuni edifici per uffici dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), collocati in diverse città d’Italia, quali Roma, Parma e Torino.

Essi sono rappresentativi di un quadro estremamente variegato, che avvalora la necessità di valutare ogni caso singolarmente, al fine di ottenere una fotografia realistica dello stato di fatto di tali edifici e individuare di

conseguenza gli interventi più idonei

all’obiettivo di riduzione dei consumi energetici. Pur presentando una struttura tradizionale in

cemento armato, generalmente con

tamponature in laterizio e solai in latero- cemento o a pedralles, tutti gli edifici citati si caratterizzano, infatti, per soluzioni costruttive, livelli di isolamento e sistemi impiantistici diversificati. Per tale motivo, ognuno di essi ha richiesto l’analisi dei consumi energetici reali degli ultimi anni, utile alla scelta di interventi migliorativi a livello di involucro edilizio e di

impianti meccanici ed elettrici, oltre

all’inserimento di sistemi di produzione dell’energia da fonti energetiche rinnovabili. Tra i casi più significativi, interessante è stata la diagnosi condotta su uno stabile di proprietà dell’INPS a Roma, risalente agli anni Cinquanta e situato nel quartiere EUR (Figura in basso a sinistra), adibito ad uffici della Direzione Centrale Tecnologia Informatica ed Innovazione. La caratterizzazione completa e dettagliata del sistema edificio-impianto in tutte le sue parti ha permesso di ricostruire il comportamento energetico dell’edificio stesso tenendo conto anche di diversi fattori, quali le condizioni di esercizio, i profili di occupazione e i profili di utilizzo sia dell’edificio che degli impianti. L’analisi dei consumi reali di energia elettrica su base triennale ha portato ad una stima dei

consumi relativi a ciascun servizio

(riscaldamento, raffrescamento, ventilazione meccanica controllata (VMC), illuminazione,

trasporto, acqua calda sanitaria (ACS),

apparecchiature da ufficio) e dell’energia primaria totale (Grafico in basso a sinistra). Il tutto è stato utile ad evidenziare eventuali carenze dal punto di vista prestazionale e individuare gli interventi di efficienza energetica che garantiscono un buon compromesso tra risparmio energetico e fattibilità economica (figura in basso a destra). Per quanto riguarda l’involucro si è, quindi, prevista la coibentazione della copertura con un risparmio calcolato in termini di energia primaria del 2,3% e un tempo di ritorno di 16,6 anni. La sostituzione degli infissi, invece, è risultata un intervento efficace

da un punto di vista energetico, ma non vantaggioso economicamente per i costi elevati di investimento. Per gli impianti, si è prevista la sostituzione delle pompe di calore esistenti con sistemi ad espansione diretta del tipo a Volume di Refrigerante Variabile (VRV) che garantiscono performance più elevate in termini di prestazioni (COP ed EER) rispetto alle macchine esistenti e prevedono un sistema di controllo e gestione centralizzato e per singolo locale servito progettato appositamente per questa tecnologia. Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, infine, l’installazione di un impianto

fotovoltaico adeguatamente dimensionato

coprirà il 10% del fabbisogno di energia elettrica con un tempo di ritorno semplice di 8,5 anni e un risparmio energetico superiore all’8%. Con la totalità degli interventi sarà possibile conseguire un risparmio superiore al 15% dei consumi totali con un ritorno accettabile dell’investimento (16,5 anni), e il passaggio dalla classe energetica C alla classe energetica A1.

Il caso analizzato evidenzia come sia

fondamentale valorizzare iniziative di

riqualificazione energetica negli edifici per uffici, in quanto essi rappresentano luoghi di lavoro vissuti quotidianamente dai dipendenti e, nello stesso tempo, una grande opportunità di risparmio energetico ed economico. Al di là di eventuali politiche di riformulazione orientate allo smart working e al lavoro a distanza, essi costituiscono, in ogni caso, una fetta consistente del patrimonio edilizio esistente e, pertanto, concorrono a tutti gli effetti al raggiungimento degli obiettivi delle politiche energetiche europee e italiane promosse negli ultimi anni.

Vista della sede regionale INPS nel quartiere EUR a Roma Interventi di riqualificazione individuati

Ripartizione dei consumi elettrici dell’edificio

Fonte: Elaborazione ENEA

23% 3% -1% 22% 14% 5% 33% Illuminazione ACS Trasporto Raffrescamento Riscaldamento VMC Apparecchiature da ufficio

BOX - Progetto REEHUB “Regional Energy Efficiecy HUB”- Best practice trasnazionali per l’efficienza energetica negli edifici

Nell’Unione Europea gli investimenti in

Efficienza Energetica sono diventati

strategicamente importanti a causa dell'alto livello di importazioni di energia richiesto dal blocco UE, dell'instabilità dei prezzi dell'energia e della necessità di passare a un'economia competitiva, resiliente e a basse emissioni di carbonio. Le regioni transfrontaliere del Mediterraneo hanno necessità di allinearsi alle nuove politiche UE nei diversi settori economici, non ultimo quello energetico nelle prospettive di un vasto piano di decarbonizzazione. In questo contesto si inserisce il progetto “REEHUB – Regional Energy Efficiency HUB”, finanziato nell’ambito del programma INTERREG

IPA CBC ITALY-ALBANIA-MONTENEGRO

2014_202051, Tutti i partner del progetto

REEHUB (il MIE, Ministero delle Infrastrutture e dell’Energia Albanese e il Barleti Institute of Research and Development (BIRD) per l’Albania, ENEA e DITNE, Distretto Tecnologico Nazionale sull'Energia, nella Regione Puglia, Comune di Agnone per la Regione Molise e l’Università di Architettura di Podgorica per il Montenegro) hanno partecipato al progetto consapevoli che il settore dell'edilizia rappresenta il più grande settore di consumo energetico nell'economia, e condividendo l'idea che gli edifici pubblici debbano essere un esempio di migliori pratiche per il risparmio energetico, migliorando l'efficienza energetica attraverso tecniche innovative, buone abitudini e comportamenti dei consumatori.

Il progetto è iniziato nel Marzo del 2018 e, con un budget di 750.000 euro, ha consolidato in questi due anni di lavoro nei paesi partner il know how sulle diagnosi energetiche negli edifici e realizzato luoghi fisici, HUB, dove le politiche di efficienza energetica trovano una vetrina verso la collettività e nello stesso tempo diventano laboratori per la formazione sul campo. L’idea vincente e il lavoro svolto da tutti i partner hanno fatto sì che il progetto REEHUB sia stato selezionato con altri 36 progetti tra tutti gli Interreg approvati in Europa, e presentato come Best Practice per la lotta ai cambiamenti climatici a Dicembre a Madrid, durante la “United Nations Climate Change Conference -

COP 25”52.

Gli HUB sono stati individuati a Tirana, Angone, Podgorica e Brindisi (in figura), e scelti in modo da rappresentare tipologie diverse di edificio ma significative per il contesto locale e quindi sono stati poi ristrutturati secondo le indicazioni risultate dalle diagnosi, permettendo al personale formato da ENEA di sperimentare in campo le nozioni apprese, effettuando gli audit energetici sugli HUB stessi, utilizzando le strumentazioni acquisite proprio con il progetto. Ogni HUB è gestito da un tecnico specializzato, che ha seguito un percorso formativo sulla metodologia descritta in queste Linee Guida ed è diventato il “custode” delle buone pratiche acquisite, nonché dell’HUB con la sua strumentazione tecnica. Questi sono un luogo fisico di incontro, scambio con la collettività e i

professionisti al fine di diffondere la

cultura della sostenibilità

ambientale e energetica e di

trasferire attraverso percorsi

formativi e di capacity building le buone pratiche sull’argomento Ogni HUB ha una sua peculiarità costruttiva e questo ha permesso di

condividere problematiche e

soluzioni su diverse tipologie di edificio.

Il consolidamento di questa

esperienza è stata la pubblicazione delle Linee Guida sulla “REEHUB Energy Audit Methodology”, una procedura semplificata per la diagnosi energetica che è stata applicata ai 4 Regional HUB. Queste Linee Guida hanno l’obiettivo di diventare un manuale per la pubblica amministrazione locale che

si occupa di azioni di

efficientamento, sia tecniche che esecutive, e contengono i passaggi fondamentali per effettuare una diagnosi energetica corretta. In sostanza riassumono e spiegano le procedure seguite dai software in modo da trasferire delle nozioni teoriche e pratiche ai tecnici. Le Linee Guida, tradotte in diverse lingue, saranno disponibili nei vari paesi a tutte le parti interessate quali Ministeri, uffici tecnici pubblici, università, costruttori, ingegneri,

architetti, istituti finanziari e

sviluppatori immobiliari, sperando che possano essere da volano per una maggiore e più efficace

diffusione delle pratiche di

riqualificazione energetica degli edifici, in modo da dare un contributo al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050. Sulla scia del progetto REEHUB, con gli stessi partner, nel 2019 è stato

presentato e ammesso a

finanziamento il progetto REEHUB+, che partirà a settembre 2020. REEHUB + mira a rafforzare il ruolo di HUB come "agorà" in cui i responsabili politici locali delle coste italiane e balcaniche possono

dialogare apertamente con i

cittadini, l'industria dei materiali da costruzione, i progettisti, i vari professionisti (architetti, ingegneri e geometri) e imprese edili che vogliano confrontarsi anche con l’utilizzo di materiali naturali di origine vegetale o animale nei

prodotti per l’edilizia per

l'attuazione del piano energetico locale.

Campagna di misure nei 4 HUB individuati

Agnone

Podgorica

Tirana

Outline

Documenti correlati