teneretur
(8).Paganino Cazullo arrestato ad istanza di un suo creditore è protetto dal doge con lettera al podestà di Finale in data 6 giugno 1450, perchè
(1) Arch. di Stato, Diversorum Com. lanuae, Filza 16, n. 158.
(2) Arch. di Stato, Litterarum Reg. 13, n. 754.
(3) Arch. di Stato, Litterarum Reg. 8, n. 3.
(4) Arch. di Stato, Litterarum Reg. 6, n. 704.
(5) Arch. di Stato, Diversorum Reg. 521.
(6) Arch. di Stato, Diversorum Reg. 539, c. 17.
(7) Arch. di Stato, Diversorum Reg. 50, c. 16 v.
(8) Arch. di Stato, Diversorum Reg. 50, c. 22.
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fornito di salvacondotto (1). Il 13 marzo 1452 Giovanni Vacca di Michele ottiene salvacondotto per Savona, Genova ed altri luoghi del distretto a fin di negoziare (2).
Nè mancano i ricordi di marinai finalesi specializzati.
Viene per primo quel Giovannino nipote di Martino del Poggio di Finale, messo il 15 settembre 1266 sotto Oberto Persico per imparare l’arte di maestro di ascia (3).
Più di un secolo dopo, cioè il 2 febbraio 1387, Guglielmo Buraggi fu Antonio di Finale è messo ad imparare la medesima arte sotto Angelino di Promontorio di Savona da suo fratello Simonino (4); e la notizia è' inte
ressante assai, perchè ci fa vedere questo illustre casato, ora decorato del titolo di Conte, fiorire nella capitale del marchesato oltreché a Verzi.
Ancora un secolo ed altre notizie incalzano.
Il 6 marzo 1426 ci si presenta il nome di Benedetto Rosio
de finario, pauperrimus homo, honustus filiorum.
Egli, che non aveva nulla al mondonisi sua brachia
, era stato obbligato ad andaresuper armatam Neapolim
per quattro mesi esuper armatam Benedicti Spinulle
per altri due mesi. Alla moglie che domandava esenzioni da avarie fu risposto:
provideant
...ut eis videbitur
, però si stabilì che per 15 giorni non fosse molestata (5).Lo stesso il 27 luglio 1429 si trovava a Chio, donde fece sapere di volere ritornare a Genova (6); il che gli fu concesso il 30 agosto suc
cessivo (7).
Anche ad un Giovanni
de Clapa de finario
, maestro d’ascia, che voleva venire a risiedere a Genova, il 28 marzo l’avaria fu proposta in lire 2 e soldi10, e così accordata il 30 dello stesso mese (8).
Similmente a Pietro di Castelvecchio
de finario,
che si esercitavain disciplina et arte navali,
fu accordato di pagare solo lire 1 e soldi 5 annui per 25 anni, secondo il decreto di Biagio Assereto che concedeva:Quod omnes et singuli scribe, nauclerii, ingrezatores< co miti et subco miti, officiales et probi marinarii navium, galearum et navigiorum
, desiderosi di venire ad abitare nella contrada del molo, ricevessero esenzioni (9).(1) Arch. di Stato, Litterarum Reg. 17, n. 2095.
(2) Arch. di Stato, Litterarum Reg. 2, n. 1091.
(3) Appendice, Doc. n. XXXIII.
(4) Biblioteca civica di Savona, Not. Leonardo Rusca, c. 17.
(5) Arch. di Stato, Diversorum Com. Ianuae, Filza 3, n. 163.
(6) Arch. di Stato, Diversorum Com. Ianuae, Filza 5, n. 147.
(7) Arch. di Stato, Diversorum Com. Ianuae, Filza 5, n. 156.
(8) Arch. di Stato, Diversorum Com. Ianuae, Filza 7, n. 305 bis.
(9) Arch. di Stato, Diversorum Com. Ianuae, Filza 9, n. 2.
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-Come si vede, adunque, all’attività multiforne degli uomini del Borgo e della valle di Pia risponde il silenzio assoluto tenuto a riguardo della Marina, segno evidente che, se il centro della vita marinara era alla spiaggia, i mem
bri propulsori di questa vita risiedevano altrove.
Ma vi ha un ultimo argomento da esaminare.
11 Silla, chiosando il capitolo XXXII degli statuti finalesi, ove si dice, a riguardo dei testamenti, che i testi nelle ville dovevano essere tre o cinque e invece nel Borgo e presso il mare,
ubi copia testium reperiuntur,
cinque o sette, rileva che questi due centri fossero assai più popolati d’ogni altro paese del marchesato (1).È giusta la conseguenza tirata dalle promesse? A mio avviso no certamente.
1 testi che facilmente si potevano avere al Borgo ed al mare hanno una causa diversa. Al Borgo, perchè era grande il numero degli abitanti;
alla marina, perchè molti vi si trovavano di giorno per svolgervi i loro traffici.
Di notte, quando il Borgo aveva chiuse le porte, non si rogavano atti pubblici.
Infatti, se si è provato che presso il mare non esisteva un paese, come si può affermare che esso era più popolato delle altre ville?
Rimane quindi inefficace anche quest’ultimo sforzo fatto per dar vita ad un’ombra.
Se si troveranno argomenti positivi per distruggere i nostri dati di fatto, solo allora si potrà provare che la Marina ebbe origine prima dell’epo
ca che noi verremo stabilendo, in caso contrario le prove qui raggruppate rimangono a testimoniare la verità del nostro asserto.
Non è ancora provato che il tentativo fatto dai genovesi per elevare le poche case sparse ai piedi del Qottaro alla dignità di paese, dando loro un nome, quando essi divennero padroni di una parte del Finale, si riferisca alla Marina. Ad ogni modo il tentativo non raggiunse lo scopo perchè i Cairetteschi mal sopportando il giogo di quella repubblica, con ribellioni seguite da accordi, poterono riavere il mal tolto.
In altra occasione spero di descrivere le lotte che si svolsero dal XIII al XV secolo tra Genova e il Finale, ora ci basti sapere che proprio sul Gottaro verso il 1365 veniva edificato il Castelfranco, che doveva imbri
gliare gli spiriti audaci dei Carretteschi (2). Questo castello, che in un documento del 3 luglio 1367 si scrive
hedificalum per comune ianue con
tra et prope finarium
(3), in altri due documenti del 24 maggio e del 7(1) Silla, Finale dalle sue origini ecc. cit., pag. 284.
(2) Giu stin ia n i, Op. cit., Vol. Il, pag. ili.
(3) Liber lurium, Vol. II, col. 752.
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-giugno 1395 vien detto