È l’ultimo ricordo dell’antica tradizione. La
valle Finarii
non può essere altro che la valle bagnata dal fiume Finale, perchè sono i fiumi che ordinariamente dànimo il nome alle valli per cui scorrono.(1) De Tu r r i, Op. cit., parte II, pag. 63.
(2) Mo r i o n d u s, Op. cit., Vol. I, col. 5.
(3) Cfr. Fe r r e t t o, Op. cit., in Atti citt., Vol. XXXIX, pag. 464.
(4) Vedi Appendice, Doc. n. IX.
(5) Op. cit., pag. 95.
(6) Im p e r i a l e, Gli Annali citt., Vol. II, pag. 79. La nave Jalna è ivi ricordata pure nel 1195 con la Cannaina e la Vinciguerra, che vanno al Porto Bonifacio (pag. 55), e nel 1213 con la nave Oliva, armate sempre contro i Pisani (pag. 126).
(7) Ga n d o g u a Documenti nolesi citt., in A tti e Memorie citt., Vol. I, II, p a g . 6 0 2 .
I
108
Che se alla valle volessimo far provenire questo nome dal nuovo paese che veniva sorgendo sotto il Becchignolo, come prima le era prove
nuto dal paese di Perti, chiamata, come abbiam visto, nel 1192,
valle... de perticis
, dovremmo trarre altra conseguenza, per noi importante assai, e cioè che solo in questo torno codesto paese acquista tanta importanza da oscurare l’antichissimo Perti.
Com e si vede, infinite ragioni ci portano a questa conclusione: che il nome
Finar
nel secolo XII indicava il corso di acqua che segnava i confini della diocesi e dell’antico marchesato di Savona. Ora è chiamato Melogno nella sua parte superiore oltre Rialto e Pora nel resto del suo corso.
II nome
Finar,
che prima indicava il fiume di confine, a poco a poco allargò il suo significato. Si comunica prima ad un aggregato di case esistente fin dal 1181 e, quando esso diventa il Borgo del Finale e capitale della nuova « signoria », passa a significare anche tutto il territorio, su cui radunò il dominio I’ex-marchese di Savona.La forza degli avvenimenti svoltisi fra la fine del secolo XI e tutto il secolo XII dava un colpo decisivo al dominio feudale. Le città di una certa importanza, ricche di traffici ed esuberanti di vita, aspiravano a libertà. Il Comune, prendendo audacemente le redini della pubblica cosa, limitava sempre più i privilegi dei marchesi, che alla fine, spogli di ogni autorità, cercavano nella campagna di conservare almeno una parte dei feudi aviti.
I Carretteschi (1), dominanti nel marchesato di Savona, seppero destreggiarsi assai nell’opporsi al movimento di libertà allora in voga, ma non poterono arrestarlo. Enrico I aveva già donata la
caminata
che possedeva in Savona all’ospedale di Fornello, comperata poi dal Comune nel 1182 (2). Evidentemente gli riusciva increscioso il fermarsi in città, ove sentiva tanto gli effetti della spogliazione subita. Fin dal 1155, venendo a patto con gli uomini di Noli, si era riservato il diritto di fabbricare in quella città una nuova
carni- nata
(3), ma con ogni probabilità essa non fu edificata, perchè anche lì le condizioni di supremazia del marchese Enrico I erano precarie assai. Enrico II,(1) Su questo appellativo del ramo aleramico di Savona il Siila dice testualmente cosi:
« nel citato docum ento del 1179 appare per la prima volta il nome del Carretto, la cui ori-
«gine è ancora tanto discussa» (Op. cit., p. 91). AAa è proprio vero questo?Se stiamo all’au
torità di antichi scrittori forse che si. I moderni, e fra questi il Desimoni, senza discussione convengono che i titoli dei marchesati provennero ai diversi rami della linea aleramica da castelli e terre, ove i capostipiti posero la loro dimora preferita; e che il Carretto fosse un paese si arguisce da un documento del 1197 col quale Bonifacio del fu Ottone ed Enrico, suo nipote, dànno alla canonica di Ferrania casas et sedimina et capellas et omnes res iuris nostri que sant in loco qui nominatur carreto ( S a n q u in t in o , Op. cit., pag. 65).
(2) V itto r io P og gi, Op. cit., in Miscellanea cit., Vol. X, pag. 310.
— 109 —
suo figlio, anziché a Noli, decise di stabilirsi nella valle del Finale e là innalzò quella
caminata
, che ci viene ricordata la prima volta in un atto del 1" agosto 1188, stipulato appuntointra caminatam marchionis finarii
(1).E la prima e l’unica volta che nei documenti troviamo il titolo di marchese del Finale in questi secoli. I carretteschi preferirono sempre dirsi marchesi di Savona, quasi a rivendicare i proprii diritti su quel marchesato.
Se qui furono chiamati diversamente si deve all’uso invalso di dare ai marchesi il nome del luogo, ove costituivano la loro residenza e alla na
tura dell’atto stipulato nella nuova
caminata.
Con esso Enrico li, a danari contanti, rinunziava a diritti che aveva su Noli, vendendo così la sua autorità su quel luogo. Era giusto che i nolesi non ricordassero più il loro passato marchese, ma solo il signore del nuovo stato che veniva formandosi.
Infatti la fabbrica della nuova caminata preludiava alla stabile dimora, che Enrico II voleva fissare nella valle del Finale, per affermarvi i suoi diritti.
Ben presto intorno alla
caminata
si formerà ilBurgum Finarii
, ove nel mese di ottobre 1213 verrà stipulato un atto, con cui il marchese Enrico II compera da Raimondo Massa una terra situata alla Pietra (2).
Siamo all’origine della capitale della nuova « signoria ».
Tre anni dopo ci vien segnalato il
locus finarii,
ove fu stipulato l’atto di fondazione del monastero di Millesimo (3).Che cosa vogliano indicare le parole
burgum
elocus
in questi due casi?Piuttosto che consultare dizionari, vai meglio scrutare nei documenti sincroni.
Un atto del 18 ottobre 1181 ci dice che Enrico il Guercio, sua moglie ed i figli Ottone ed Enrico concedono ai consoli di Noli di fare
omnia fortia in castro nauli et in burgo et in parammo
(4).Un altro atto del 7 agosto 1193, con cui il marchese Enrico II ven
dette ai nolesi molti diritti,
et generaliter omne ius quod habebam
— egli dice —in hominibus de nauli et in rebus eorum in burgo vel in castro vel in eorum pertinentiis,
fu stipulatoin loco nauli apud canonicam sancti paragoni
(5).Anche qui, come osserva il lettore, si distingue il
burgum
dallocus.
Ma la espressione
apud canonicam sancti paragoni
, chiesa che si trova(1) Ga n d o g l i a, Op. cit., in Atti e Memorie citt., V o l. II, pag. 569.
(2) Ac c a m e, Op. cit., pag. 153.
(3) Ga r o n i, Op. cit., pag. 108.
(4) Ga n d o o l i a, Op. cit., in Atti e Memorie citt., V o l. II, pag. 564.
(5) Ga n d o o l i a, Op. cit., in Atti e Memorie citt., V o l. II, pag. 586.
— 110 —
poco fuori le mura di Noli, ci indica i dintorni immediati della città, mentre il borgo ci ricorda l’insieme delle case poste entro il recinto delle mura.
Nello stesso modo nella valle del Finale ai primi del secolo XIII esiste adunque il borgo con le sue mura e, poco fuori le mura, esistevano altre case, che ne formavano il
locus.
Ancora un poco e nel 126S col