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P Berol Inv N° 13360 (TM 63353), II d.C

4.3 Tradizione indiretta su papiro

4.3.4 P Berol Inv N° 13360 (TM 63353), II d.C

Pubblicato già nel 1974 come testo di natura sconosciuta46, questo papiro è stato fruttuosamente studiato da Gronewald nel 1981,47 il quale lo ha identificato come un glossario che contiene una citazione di Hdt 1.60. Sulla base di questa identificazione, l’autore ha proposto anche il possibile testo da ricostruire nella parte perduta, che conterrebbe un’ulteriore citazione di Erodoto (5.116). . . . [ἐκ νέης ·῾Ηρόδοτος Κύπριοι] [μὲν δὴ ἐνιαυτὸν ἐλεύθεροι γε-] [νόμενο]ι αὖ [τις ἐκ νέης κατ-] [ε]δεδούλων [το. Καὶ πάλιν οἱ δὲ] 5 [ἐ]ξελάσαντες Π [εισίστρατον] [α]ὖτις ἐκ νέης ἐπ’ [ἀλλήλοισι ἐ-] [σ]τασίασαν. [᾿Εκ]νεφίας· Τηλεκλε [ίδης ] [ἀ]σπιδοφεγγὴς στρ [ατὸς ἐκνε-] 10 [φί]ας ἐγ χειρὶ κεραυνὸ [ν υ - - ]

DI NUOVO: Erodoto ”i Ciprioti dunque furono liberi per un anno e poi furono fatti schiavi di nuovo” e ancora ”quelli che [insieme] cacciarono Pisistrato di nuovo si misero a lottare gli uni contro gli altri.”

URAGANO: Teleclide ”scudo splendente dell’esercito, come un uragano, il tuono nella mano”

La presenza per due volte di αὖτις ἐκ νέης nel testo ricostruito e il con- fronto con Esichio, consentono allo studioso anche di ricostruire il lemma iniziale. Erodoto è qui utilizzato come esempio, senza che sia fornita una spiegazione ulteriore, come ci si potrebbe aspettare. È un uso del testo ero- doteo precoce e continuativo, ma non è chiaro quanto esso sia filtrato. Di

46A causa dell’hapax ἀσπιδοφεγγὴς al rigo 7. 47Gronewald 1981, 8-10.

certo è filtrato dalla trasmissione stessa dei glossari, ma anche all’inizio di questa tradizione è difficile capire se le citazioni siano direttamente prese da Erodoto. Certo, un caso come questo, dove due passi tra loro sconnessi sono citati, deve far propendere per una citazione diretta.48

4.3.5

P. Oxy. 11. 1367 (MP3 460, TM 59977, FGrHistCont

1026 F3), II d.C.

Il testo in questione è un’epitome composta da Ermippo di Smirne del Sui Legislatori di Eraclide Lembo. Non è facile però attribuire all’uno o all’altro o ad una terza causa, la citazione di Erodoto (4.161), a supporto delle affermazioni su Demonatte a Cirene. Riporto solo il frammento di testo erodoteo (col.I, ll. 19-39)49:

Δημῶ- ναξ ὁ βασι [λε]ὺς Μαντι- νέων λέγε [ται]Κυρηναί- [οις]ν.ο.μ.ο. [θε]τ. ῆ .σαι καὶ [ἐ]ς . Δελφοὺς [π]αραγενό- 5 [μ]ε.ν. [ος..]... [..]ναι τὰ [...].. [...]ε. .γρα [...]κ. ε. [. συ]μμα- [χ.. Μαντιν]έων [βα]σιλεὺς [ὁ Δημώ]να.ξ φ [....].. [.. 10

48Il verso di Teleclide, secondo l’autore, ha a che fare con il frammento degli Acarnesi

di Aristofane citato da Plutarco in Per. 8 δεινὸν δὲ κεραυνὸν ἐν γλώσσῃ φέρειν. L’intero contesto sarebbe quello dunque delle composizioni di termini per descrivere ed elaborare le caricature dei grandi politici e lascerebbe pensare ad un contesto di reperimento delle informazioni simile a quello di Diodoro per lo stesso contesto di citazione. Quando cita Pericle, all’inizio del dodicesimo libro e ne descrive con i passi dei comici le capacità oratorie, utilizza proprio questo tipo di citazione che il Gronewald (1981) associa a quelle presenti in Plutarco. Inoltre non è una novità che i glossari si rifacessero soprattutto a materiale di IV secolo o successivo e non direttamente ai grandi autori del V secolo, il più delle volte. In questo caso tuttavia, questa seconda opzione è l’unica percorribile.

49Il testo è quello di Bollansée 1999 pubblicato in Jacoby Continued volume IV e

[προ]σνείμας Βαρκαίο [ις [....]...ι.τε. [.]. [... [....]εν. Μα. ντ [ιν... [..].α κ. αθ᾿ ἓν α. [...]κ. ουν [...].ο. ν. εξ .ο. ντ [....] 15 [...]Λ. ι.β .ύην. η.[...].μέ- μ]ν. ηται [[καὶ]] τοῦ Δ. [η]μώ- [να]κτος καὶ ῾Ηρόδο. [το]ς [ὡς ὑ]πὸ Μαν [τ]ινέ [ων] [δο]θ.είη Κ.υ. [ρη]ν.α. [ίοι]ς ἐκ 20 [θε]ο.προπί.ου νομ [ο]θ [έτ]ης

Demonatte, basileus dei Mantineesi: si dice che abbia dato leggi ai Cirenei e che venisse da Delfi . . . come basileus dei Mantineesi... dopo aver distribuito agli abitanti di Barce . . . se ne andò verso la Libia... nomina Demonatte anche Erodoto e dice che fu dato come legislatore ai Cirenei dai Mantineesi in ossequio ad un oracolo.

Il riferimento è corretto e ci dà l’informazione contenuta in Erodoto de- privata del suo contesto narrativo. Il fatto che anche Ermippo / Eraclide si servissero di Erodoto come fonte non stupisce, ma qui Erodoto è solo fonte di supporto, qualcosa in più di cui ci si serve per arricchire l’informazione e di conseguenza conferirle autorità. Non solo Aristarco e Didimo, quindi, ma anche Ermippo conoscevano bene Erodoto e se ne servivano a vario li- vello. In questo senso tuttavia il lavoro di e con Erodoto di Ermippo non è certo della tipologia di quello di Aristarco. Non è su Erodoto, ma su come i lessicografi si servano dello storico.

4.3.6

P.Oxy 17.2087 (TM 63597), II d.C.

In questo frammento di papiro è conservato un glossario di termini desue- ti, inizianti per alpha, compilato con materiali in prosa50anche erodotei.51

50Aristotele Ath.Pol. 54.2, HA 9.40; Thuc. 3.49.4, 6.80.4; D. 21.43, 39.10; Plato, Phaedo;

Leges 747d.

51Per uno nuovo studio del testo rispetto all’editio princeps (con fotografia) si veda

L’ordine dei lemmi è alfabetico ma limitatamente alla seconda lettera. La terza colonna porta solo pochissime tracce52.

Col.2 - - - - [? ]. . . [. . . . [. . . .]. [. . . .].τι [. . . . [. . . .]. [. .]γ . . . .[. . . .]ο. μενω. ρ [. . . . [. . . . .]. . . .ο. . . [.]δ. ι.καστ [. . . . . 5 [. . . . .]. [.]. . . .π. . οι δ. ε εγγυς ολ. . [. . . [. . . .]. Αρις [τ]οτελης εν [Α]θ. ηναιων Πολιτεια την . [.]. [. . . .]. την [ε]ι δικαστ. α. ι. κλοπην μ .εν η δω ρ .[οδο]κιαν δεκαπλω κατακ.ρ.[ινο]υσι ει δε αλλω. ς αδικησειεν απλουν α. υ. τω τι. 10 μωνται ο καλειται αδικιου αειλογ .ι.α. τ.ο. περι του αυ [τ]ου πολλακις λογιζεσθαι αθλοι κ. αι τ. α επαθλα αυτα Θουκυδιδης αρσενικως αιδεσ. ι.ς . . . [αι]δ.εσ.ις δοσις και φιλανθρωπια Αιγιναια δ. ρ .α. χ.μη δυναται οβ.[ο]λους δ.ε.κα 15 . . [. . .]. . την κεραμειαν Αἰά [κ]ι.ον κ(αὶ) ἡ Θόλο.ς. ο. [ὗ]φασι [τ]ὸν Αἰακὸν οἰκῆσ. [α]ι· Θό [λο]ς . δ. (ὲ) ὅπου δει [.]. ι ἡ πρυτα νέου [σ]α φυλή [.2-3 . . ]τῷ Αἰακ.ίῳ δίκ(αι) ἀ(να)γράφονται ακηρατον α. γ .η.ρ.α. ο. ν. α. γ. . .ατον . . .α 20 σι.ον α.ν.επιμεικτον ακραιφνες ακεραιοφανες καθαρον ακταινωσαι Πλατων Περι ψυχης εξαραιωσαι ακομψος ακακος κομψος γαρ ο πανουργος αλλοκοτος ιδιοτροπος τιθεται δε καν 25 περι το σωμα τοιουτο Θουκυδιδης εν τη ¯γ Πλατων εν τοις Νομο [ι]ς

anche nel Catalogue of Paraliterary Papyri online di Leuven dove l’ultimo aggiornamento del record è di Alberto Nodar e risale al 21 Settembre 2003. Qui si trova anche ulteriore bibliografia. Il testo che riproduco è tratto da questa sito.

αλαζονας τους ψευδομενους μετα τινος τεχνης και γοητιας Ηροδοτος ¯ς ανδρι Φω καει αλαζονι Αισχ .ι.νης επι Προδικου 30 τον μεν γαρ σοφιστην και αλαζονα ηγουνται αλλον αντι του τινα εστ. ι. [π]λ. η .σιον Ηροδοτος ¯β κ. αι αλλο μεν εχει ετερου δ. ε επιδειται Δημο σθενης εν τω προς Βοιωτον ω. ς .περ αλλω χαλκω αλη .πεδον το ασπορον κ [αι]αφυτευτον 35 οιον α. ελε. απεδον αληκτα αμεριστα ληξεις γαρ οι κληροι ενθεν και το λαχειν αμβωνες τα υπερεχοντα ως οι αναβα [θ]μοι αμβωνες 40 αμφιβολ [ο]ι αμφοτερωθ [εν]βαλλομενοι Ηροδοτος Αθηναιοι δε καιπερ αμ [φι]βολιη εχομενο. ι. αν. α. ρ .ριχασθαι το ανελ [θειν]τοις ποσι [και α]μ .α ταις χ.ε. ρ.[σ]ι. α.ν.αβα. [ινοντα]ς. Αριστοτελης Ζ. ω. ω. ν φυςε. [ω]ς . . 45

ἀδικία...subito... Aristotele, nella costituzione degli Ateniesi . . . i giudici puniscono dieci volte tanto il furto e la corruzione, se invece un altro commette un’ingiustizia semplice gli imputano quel che è previsto per quella malversazione.

ἀειλογία: il parlare spesso della stessa cosa ἆθλοι: o ἐπάθλα maschile in Tucidide αἴδεσις: perdono, dono e amore per l’uomo αἰγιναῖα δραχμη: può essere divisa in dieci oboli . . . : l’arte del vasaio

Αἰάκιον καὶ ἡ Θόλος: dove dicono che avesse avuto dimora Eaco. Il Tholos è ora quello dove desina la tribù pritaneggiante. Nell’Ea- cheion vengono rese pubbliche le sentenze.

᾿Ακήρατον: immutabile . . . . non mescolato ἀκραιφνής: intatta, pura

ἀκταινῶσαι: Plat., Sull’anima ”ἐξαραιῶσαι” ἄκομπος: vanitoso senza malignità, briccone

ἀλαζονάς: coloro che mentono con una certa arte e magia. Hdt 6 dice i Focei ἀλαζόνι Eschine lo dice nel Contro Prodico, si ritiene infatti che fosse sofista e imbroglione.

῎Αλλονal posto di τινα: si trova ugualmente in Hdt 2 ed ha anche ἄλλοma ha bisogno di qualcos’altro. Demostene nel Contro i Beoti .. con un certo bronzo.

᾿Αλήπεδον: selvatico e non coltivato, come una terra senza ulivi ἄληκτα: parola indivisibile infatti ci sono i lotti e l’ottenerli ἄμβωνες: le cose per sorreggere come le ringhiere delle scale ἀμφίβολοι: presi da entrambe le parti. in Hdt ma gli Ateniesi benché attaccati da due parti

ἀναρριχάσθαι: sollevarsi con i piedi camminando allo stesso tem- po con le mani Aristotele, Natura degli Animali

Le citazioni di Erodoto in questo interessante testo sono di tipologia diversa.53 La nota grammaticale e stilistica invece, che fa riferimento al- l’uso di ἄλλον per τινα, è interessante poiché rivela una conoscenza mol- to più ampia dell’opera, e permette all’autore di generalizzare e di fare affermazioni di ampio respiro non limitate alla singola circostanza.

4.3.7

P. Amh. 2.12 (MP3 483, TM 59241), III d.C.

”The most remarkable of the Herodotean papyri”54 è, se dobbiamo tene-

re fede alla dicitura sullo stesso, un frammento di commento ad Erodoto ad opera di Aristarco (Αρισταρχου Ηροδοτου α υπομνημα).55 Di quale Ari-

starco si tratti non è certo dichiarato, ma sappiamo che il famoso alessan- drino scrisse moltissime opere di questo tipo, per cui l’attribuzione pare indiscutibile.

53Nel Catalogue of Paraliterary Papyri è segnalato un riferimento a Hdt. 1.32 che non sono

riuscito a ritrovare. La prima colonna riporta un esempio dell’uso del termine in questio- ne da Hdt 6.12 e non è di grande interesse, così come il breve passo citato direttamente da Hdt 5.74

54West 2011, 77.

55Questo punto è stato messo in dubbio da West 2011, 80 che pensa piuttosto ad una

serie di errori che avrebbero condotto a questa attribuzione pseudo-epigrafica. Non credo però ci siano sufficienti elementi per sostenere questa ipotesi pure interessante.

Pubblicato per la prima volta nel 1901, questo testo è stato oggetto di numerosi studi ed è un documento importantissimo per lo studio dell’eru- dizione e della filologia ellenistica. Ritrovato ad Ashmunein, riporta due colonne, per un totale di 16,5 cm di altezza e 22,7 di larghezza. Monta- na56 ha recentemente rivisitato la prima colonna del testo, con notevoli

risultati che si riflettono anche sul contenuto e sull’interpretazione della seconda, sebbene lo studioso non prenda una posizione definitiva, non potendo con i dati attualmente a disposizione dirimere la scelta tra due possibilità egualmente sostenibili. Al rigo quarto egli legge infatti . αν εορτην α . α .Questa lettura ammette secondo lo studioso un riferimento a 1.183.2 o a 1.191.6. Secondo l’autore la variante della presenza dell’ar- ticolo e della grafia senza epsilon non inficiano in alcun modo le due op- zioni. Pur mantenendo aperte le possibilità, lo studioso pare propendere per una ricostruzione ipotetica del tipo ἐπεὰν ἑορτὴν ἀνάγωσι che sarebbe molto adatta a riprendere come lemma del commento il passo di 1.183.2. A sostegno di questa ipotesi tra le due possibili, ci sarebbe anche il riferi- mento di πολλοῦ χρόνου al rigo 7 ad 1.189.2-4 dove si parla dei lavori sul fiume Gyndes portati avanti da Ciro. Anche la lettura della seconda co- lonna può ora beneficiare del contributo recente di Lucia Vannini,57di cui

riporto il testo.58 ...οἷα νῦν φοροῦσιν οἱ σακοφοροῦν τες ὄνος ζώς ἐστ [ι]ν· οἷοι καὶ ἐν τοῖς πλοίοις ὄν [οι ±5 ]: ἱππ [όται δ]έ εἰ- [σ]ι καὶ ἅμιπ [ποι· ὡς ἵ]πποι δ [ύο εὐ]ά- γωγοι ἱμᾶσι δεδεμένοι καὶ [ἐπ’]αὐτῶν 5 τινες ὀχούμ [ε]νοι οἱ ἤρωες τοῖς ἅρμα- σι προσήλαυνον καὶ οὕτως ἀπέβα [ι]- νον οἱ δὲ πρ [ὸς]ἐλασσ[[ω]] `ο ΄σιν ὁ μὲν ἀπέ- βαινειν ὀ δὲ [μ]ένων παρείχετο τὴν

56Montana 2012, 72s. dove si confuta dettagliatamente la communis opinio per cui la

prima colonna avrebbe contenuto un commento a διφθέρας στεγαστρίδας di 1.194.2, anche secondo le integrazioni di Viljoen.

57Vannini 2009, 97.

58Per il primo rigo e quelli seguenti il decimo, non presenti nel testo di Vannini, riporto

τοῦ ἡνιόχου χρείαν : σάγαρις · πέλε- 10 κυς Σκυθικός οἴον αἰ ᾿Αμαζονες φοροῦσιν. ὁ ῎Ιων ὀρθῶς ἕλεγε ἐωνη- μένω γὰρ φάλαρον : σιδέρωι δὲ οὐ δ’ἀργύρωι χρ.νται. Σοφοκλῆς ἐν Ποι- μέσι · οὐ χάλκος οὐ σίδηρος ἄπτε 15 ται χραος.

”c’è un asino vivo”: asini, quali anche nelle imbarcazioni [. . . ]. ”Sono poi cavalieri e combattenti su cavalli congiunti”: due caval- li docili legati con tiranti, e su di essi quelli che li cavalcano; gli eroi avanzavano con i carri e così scendevano a terra: quelli inferiori scen- devano, l’altro rimaneva a svolgere la funzione di Auriga. ”Sagaris”: spada scitica portata dalle Amazzoni [. . . ] disse [. . . ] infatti piastra ”non usano affatto né ferro né argento”: cfr. Sofocle, Poimenes: ”né il bronzo né il ferro feriscono la pelle”.

Questa nuova lettura elimina dalla tradizione papiracea la traccia del lavoro filologico di Aristarco, poiché ἄνιπποι letto da Grenfeld e Hunt scom- pare. Ma questo va a tutto vantaggio di Aristarco perché, in questo modo, quella che era una variante diventa il lemma del commento ed è dunque il testo che Aristarco commenta.59 Essa non è più un’alternativa o una spie-

gazione, ma, a pieno titolo, una variante sulla quale Aristarco rifletteva e rispetto alla quale delucidava i suoi lettori nonché i lettori di Erodoto. Questa rilettura e le conseguenti osservazioni poco spazio lasciano ai dub- bi che impedivano, nonostante le esortazioni dell’Hemmerdinger, di inse- rire la spiegazione come variante al testo,60poiché essa risulta, grazie alla

rilettura della Vannini, il lemma e non la spiegazione o un’alternativa alla lezione dei manoscritti. Tutti i lemmi e le relative definizioni provengono da Hdt. 1.215, un capitolo di costume particolare.61

59Cfr. anche le osservazioni di West 2011, 78 che fa riferimento anche ai bassorilievi

del British Museum dal palazzo di Assurbanipal a Nimrud, le cui immagini si possono trovare in Yadin 1963, 382-5.

60Così avviene nell’edizione di Asheri del libro I delle Storie.

61Ciò che questo documento attesta è anche la divisione in libri che già era avvenuta

4.3.8

8. P.Oxy. 65.4455 (MP3 484.01, TM 60041), III d.C.

Si sapeva da quasi un secolo che Aristarco aveva lavorato su Erodoto, al momento della pubblicazione di questo testo in cui pare si debba indivi- duare un riferimento ad un precedente lavoro di Didimo su Erodoto. Il testo è definito dagli editori come un commento a Hdt 5.52-5, e non sor- prende, ma sicuramente aggiunge materiale sulla presenza di Erodoto tra gli studi e gli interessi degli alessandrini. Nel frammento l’autore mette in relazione Erodoto con Senofonte proponendo un confronto sulle incon- ciliabili distanze previste dai due storici per le tappe dell’ὁδὸς βασιληίη. Erodoto diventa non solo materiale di citazione, ma è utilizzato come do- cumento di una realtà da confrontare con altre testimonianze.62 Il metodo, che si potrebbe dire ”erodoteo”, dell’esposizione delle opzioni senza ne- cessariamente una scelta tra esse, lo vede così coinvolto dalla parte del testimone. La prima colonna del testo è stata oggetto di un recente studio di Fausto Montana63 e il testo di seguito è il suo64 completato con quello dell’editio princeps. Col.1 Χενοφῶν δὲ λέγων ἐν τ]ῆι α τῆς ᾿Αν [α βάσεως διὰ Λυδίας κα]ὶ Φρυ [γ]ίας στα [θ μοὺς μὲ]ν ἕνα κα [ὶ ε]ἴκοσι [πα]ρασάγγας δὲ δύο καὶ τ]εσσαράκοντα κ [αὶ ρ τ]άχα ἀξι [ο πιστότερός]ἐστιν ἐπεὶ κα . [ c. 5 ]μαλ 5 ±7 ].. αν ταύτην ει [ c. 4 ]ων δε ±8 ]..ἀπὸ τοῦ ἐλάττον [ος ἀρ]ιθμοῦ ±9 ]... [π]αραγίνεσθ [αι .]αμεν ±8 ]των [ἐ]νενήκοντα [λεί]πετα [ι] ±8 τὰ διαιρ]ετὰ [κ]αὶ πλείονα υ [..]προτα 10 [κτέα. ὁ ῞Αλ]υς π [ο]ταμός , ἐπ’ὧι πύ [λαι]τε εἰσί ἐπι τῆς γε]φύρας φησιν ὁ Δ [ί]δυμος πυ 62Montana 2009, 244 n.7 e 253. 63Montana 2009, 241s.

64Al rigo 11 della prima colonna Montana propone anche una seconda possibilità,

λας εἶναι διαβά]ντι δ’ἐς τὴν Καππαδο κίην καὶ ταύτηι π]ορευομένωι μέχρι οὔρων τῶν Κιλικίω]ν σταθμοὶ δυῶν δὲ 15 οντές εἰσι τριήκοντα]παρασάγγαι δὲ τές σαρες καὶ ἑκατόν καὶ ]ταῦτα διάφωνα ].. [...]... Col. 2 ....]ει [ ..].εισιν [ ..].ντα . [ἡ ὁ δὸς ἡ βασιληίη [ἀν [[ν]]αισιμοῦνται [ἡμέραι ἀπαρτὶ ἐνενή 5 κοντα· ἀπαρ [τ]ί ἀ ... [ νει τι· ἔστι γὰρ α . τ ... [ τεσσαράκοντά τε καὶ πεν [τακόσιοι στά διοι· οὕτωι τρισὶν [ἡμέρηισι μηκύνεται ἡ τρίμηνος ὁδό [ς·]καὶ το . [ 10 ἐστίν· εἰ γὰρ ρν σ [τ]άδιοι ἐν [ . [.].ονται, ἐν τρι [σ]ὶ υν ..χ. [ἐναρ γεστάτην ἔκδηλ [ο]ν . α .. [ σαν ἃ ἔπαθον. γέν [ο]ς ἐόντε [ς τὰ ἀνέκαθεν Γεφυραῖοι· ἀνέκαθεν . . [ 15 . . . ]μακρόθεν. Γεφυραίους δ [ὲ

Senofonte nel primo libro dell’Anabasi dice che ci sono 21 stazioni tra Lidia e Frigia quindi 142 parasanghe. Forse è il meglio perché... questa... da un numero minore . . . essere derivata... ne restano 90 . . . tra queste divergenti è da preferire la maggiore. Il fiume Halis, sul quale sono le porte (e Didimo dice che le porte sono sul ponte), attraversando verso la Cappadocia e da questa continuando fino ai confini della Cilicia ci sono 28 stazioni e quindi 104 parasanghe. Qui sta la differenza.

La strada del Re prende in tutto novanta giorni . . . in tutto... in- fatti è... 540 stadi: così la strada di tre mesi è più lunga di tre giorni. . . . ed è così: se infatti ci sono 150 stadi . . . in tre . . . apparizione vi-

sione . . . quelle percepiscono. Di stirpe gefira dal nord, e da lontano. I Gefiri infatti...

Non c’è una citazione nominatim di Erodoto in questo passo, ma l’iden- tificazione è certa e si possono osservare diverse cose. Il commentatore innanzi tutto si sta adoperando su un problema di cifre legato al sistema viario persiano ”da storico professionista”.65 In secondo luogo anche la

forma del commento è interessante, poiché l’autore cita abbondantemen- te i passi in questione nella sua trattazione seguendo l’ordine del testo di Erodoto. Tuttavia mi pare che il commento in sé sia più facilmente da attri- buire al passo di Senofonte, per discutere il quale il nostro autore potrebbe essersi servito di un passo upomnematico di Didimo su Erodoto, il quale, forse, stabiliva il confronto. Il riferimento puntuale all’inizio della prima colonna credo potrebbe attestare questo. La ripetizione di ἀπαρτί così co- me la continuazione diretta sugli eventi relativi ad Armodio e Aristogitone tuttavia confermerebbe che il commento è al passo di Erodoto e le ellissi presenti potrebbero far parte di un sistema di riferimento che fornisce ai lettori solo inizio e fine del passo in discussione. Ma questo potrebbe es- sere parte del fenomeno di copia da Didimo ed è necessario ricordare che la lettura di ἀπαρτί66 è molto incerta. Un’altra ipotesi potrebbe essere che

ci troviamo dinnanzi ad una copia di un testo con annotazioni a margine che il copista ha semplicemente copiato insieme al testo, ma mentre l’inci- so su Didimo67 ed altri commenti brevi sarebbero ben spiegati, resterebbe

quasi inspiegabile la serie di salti nel testo dello storico. Io credo che si tratti di un commento a Senofonte che utilizza a piene mani il commento ad Erodoto di Didimo, semplicemente rendendolo in modo discorsivo.

65Il problema in sé non stupisce lo storico moderno, come ha ben evidenziato Montana

2009, 243.

66Si veda la nota al passo nell’editio princeps per ulteriori passi paralleli con la relativa

discussione moderna. Haslam, a titolo esemplificativo, propone un’integrazione nella forma di Δίδυμος ὀξύνει ”τι” che dichiara tuttavia anomala.

67Sulla questione delle porte sul ponte, si veda anche Nenci 1994, 233 prima dell’edi-

zione del papiro. Le osservazioni di storici ed archeologi trovano in Didimo un ottimo precursore.

A sostegno di questa ipotesi vorrei sottolineare un ultimo elemento. Legrand68attribuiva a Didimo anche le osservazioni di Plutarco su Erodo-

to θουρίου69e quella dello scolio al Pluto (388) che dice così:

ἀπαρτί· κέχρηται δὲ αὐτῷ ῾Ηρόδοτος λέγων· ἀπὸ τούτου εἰσὶ στάδιοι ο΄ ἁπαρτί

Lo scolio cita Hdt 2.158. A parte la cifra, la cui volatilità è normale, abbiamo una doppia tradizione per la spiegazione di questo lemma in e con Erodoto. Se il Legrand è nel giusto (e questo stesso papiro potrebbe confermarlo) si potrebbe ipotizzare che, non solo il commento sulle porte sul ponte, ma anche tutto il resto del testo siano proprio una sintesi di un’argomentazione su Erodoto da parte di Didimo, interessato ad ἀπαρτὶ tanto nel secondo quanto nel quinto libro, ed utilizzato dallo scoliografo con l’esempio del secondo, senza una particolare motivazione.

4.3.9

P.Oxy 65.4458 (TM 64196), III d.C.

Il testo riporta una citazione di Erodoto molto probabilmente mediata da Diodoro che è la fonte primaria. Si parla infatti di un tema ricorrente dal- l’antichità fino all’era moderna soprattutto per quel che riguarda la tecni- ca retorica della confutazione scientifica: le cause delle piene del Nilo.70 Il

papiro confuta Erodoto come in Diodoro 1.37-41. Erodoto è mitografo e sbaglia (ἥκιστα δὲ ταῦτα λέγεται μεμελημένως), come tutti gli altri. Non sap- piamo se anche questo testo arrivasse ad Agatarchide di Cnido, ma tutto lascia pensare che la traccia sia proprio il testo del primo libro di Diodoro.

68Legrand 1932b, 179-80, escludeva questa origine per Polluce X 163 ῾Ηρόδοτος δὲ καὶ

κίταριν

69Mor 604 F (De exil.): τὸ δ’ ‘῾Ηροδότου ῾Αλικαρνασσέως ἱστορίης ἀπόδεξις ἥδε’ πολλοὶ

μεταγράφουσιν ‘῾Ηροδότου Θουρίου’· μετῴκησε γὰρ εἰς Θουρίους καὶ τῆς ἀποικίας ἐκείνης μετέσχε. Cfr. p.14. Pasquali 1952, 312 sostiene con forza l’originalità di questa lezione attestata da Aristotele Rhet. 1409A,29 e da Strabone 14.2.16 contro tutto il resto della tradizione antica a partire dal famoso busto di Pergamo. La soluzione di Plutarco mi pare storicamente la migliore, mentre per quel che riguarda il testo l’alternanza è inevitabile, proprio a causa del metoichismo. Asheri 1988, 261 per una sintesi delle posizioni e delle critiche a riguardo.

70Se la cronologia ed il luogo di rinvenimento lo consentissero, sarebbe molto

In Diodoro Erodoto è πολυπράγμων ed ἔμπειρως, ma cade in antilogie ed è dunque da rigettare.71 Fonda tuttavia (almeno per noi) il metodo

di discussione delle ipotesi che ha il suo topos e modello nella trattazione del celeberrimo tema della sorgenti e delle piene del Nilo. Il fatto che sia ”fagocitato” nella letteratura che da esso trae il suo iniziale spunto, è un fenomeno interessante ma non straordinario.

[...].... [...]τελει [....]υσυ [3/4]κει α [.]υ π [ε]ρὶ [τούτ]ου γράφει, τοῖς βουλομέ [νοι]ς ἔξεστιν μαθεῖν. ἔχει [γὰρ ο]ὕτως · ᾿Ηρόδοτος δὲ ὁ μυ 5 [θογρ]άφος ἐν τῶι χειμῶμί [φησι]τὸν ἥλιον κατὰ τὴν [Λιβύην ποιεῖσθαι τὴν πο [ρεία]ν ηδ []τύχη῾ι᾿ φερό [μεν]ος ἐντεῦθεν ἀνάγειν 10 [τὸ ὑγρό]ν, περὶ δὲ τὰς θερι [νὰς τρ]οπὰς πρὸς τὴν ἄρ [κτον]ἰέναι. ἥκιστα δὲ ταῦ [τα λέγ]εται μεμελημέ [νως· ο]ὔτε γὰρ τὸν Ν῾ε᾿ῖλον 15 [±3 το]ῦτο ποιεῖν μόνον, [ὁμοίω]ς γὰρ ἐξ ἁπάσης [τῆς Λι]βύης αὐτὸς λέγει τὸν [ἥλιον]ἕλκειν τὸ ὑγρόν, τό τε νομίζειν ὑπερ [± 6]καὶ ὁτιοῦν μέρος [...]εν [ προχεῖσθα [ι ὄμβριον εστ [ λον καὶ το [ στωσι ασηπτ [ 5 καὶ θολερὸν [ καὶ θερμὸν [ τοις ἀφρὸν κα [ γας ἐπισύρεται [ δὲ τούτοις [..]λου [ 10 τῶν τὸν ᾿Αρ [άβιον κόλπον] πλεόντων [μέχρι τῆς κιν] ναμωμοφόρο [υ δὲ τῶν ἐπὶ τὴν [τῶν ἐ ] λεφάντων θήρ [αν ἐκ ] 15 πεμπομένων [ ρους δὲ ὑπο [ τοῦ Φιλαδέλφ [ου .. τὴν ἱστορίαν [ ..νους ἐβουλομ [ 20 .. ᾿Αριστοτέλην οτ [ [...]αὐτοῦ Θρασυκλ [ [.. τ]ῶν πάλαι σοφῶ [ν .. [τ]ὴν γνώμην . [ .. ὡμολόγηκεν [ 25 [.].ρω δ’ἀνατιθεις [ [..]..ου [.].να [ [±8] εξομ [

. . . scrive a riguardo, e per chi vuole è possibile imparare. C’è questo infatti: Erodoto il mitogra- fo infatti dice che d’inverno il sole fa il suo percorso attraverso la Li- bia e dove capita attrae l’umidità. Ma verso l’estate si dirige verso Nord. Ma dice queste cose mol- to poco accuratamente, perché se così fosse non lo farebbe solo il Nilo, ed egli dice che il sole at- trae l’umidità da tutta la Libia al- lo stesso modo. Bisognerebbe ri- tenere questo per ciascuna parte (della Libia).

Essere proposta. . . è piovo- so... e fangoso... e caldo... e la schiuma è trascinata . . . quelli che navigano per il golfo arabico fino alla terra dei portatori di cin- namomo e quelli mandati a cac- cia di elefanti ... dal Filadelfo... la storia . . . Aristotele e prima di lui Trasialce tra i sapienti antichi che erano d’accordo con questa opinione...

La critica mossa ad Erodoto qui è tuttavia ancora meno fondata: la mancanza di accuratezza (μεμελημένως) è piuttosto dell’autore del papiro, che, anche ammettendo che si serva di Diodoro, propone un argomento (οὔτε γὰρ τὸν Νεῖλον τοῦτο ποιεῖν μόνον) già affrontato e messo da parte dallo storico di Agirio che invece confuta Erodoto sulla base dell’assen- za di prove per il suo postulato (οὔτε τῷ συγγραφεῖ προσεκτέον ἀναπόδεικ- τα λέγοντι.72 La seconda colonna del testo è largamente affine a Strabone (17.1.5) che in questo passo cita probabilmente da Posidonio (FGrHist 87 F79).73

72Diod 1.37.11. Cfr. oltre, per la discussione rinascimentale sul grande lago e le mappe

di Idrisi e la Catalana che mostrano questa ubicazione delle sorgenti in congiunzione con il Niger. Quello che per P.Oxy 65.4458 e per Diodoro non era logico o possibile provare, per i geografi diventa informazione topografica.

73Il nome del Filadelfo pone un terminus post quem interessante che potrebbe portare

a pensare che proprio a Posidonio si debba questo testo. Tuttavia vi sono numerosi al- tri candidati tra i quali per esempio Eforo e Teopompo. Cfr. p.52 dove si può trovare ulteriore bibliografia sull’argomento.

4.3.10

P.Oxy 6.857 (MP3 484, TM 60045, BNJ/FGrHist 105,

F3), V d.C.

Questo papiro è considerato un’epitome di Erodoto 7.150 e 7.163. Il pe- riodo di riferimento del testo è il IV secolo, ma la datazione non è molto accurata secondo gli editori dell’editio princeps del 1908. Circolavano nu- merosi scritti di questo tipo delle più svariate origini e con i più diversi scopi. In questo caso però il dato contrasta con la qualità del frammento, proveniente da un codice in velino, scritto in onciale biblica. L’ipotesi che essa sia da riferire a Teopompo è plausibile solo se si pensa a quell’estratto di una delle opere dell’autore che poi prese tale nome, e non come opera compiuta in una certa fase della formazione scientifica del chiota.74

Recto [. .]δ. [. προ]σεβα [λ . . Θε]ρμοπύλαις ἠγω [νί ζ]ο. ντο οἱ ἀνὰ τριακο [σί]ους πλὴν ᾿Αργείων οὗτοι γὰρ ἐφ᾿ ἑαυτῶν 5 μ .ένοντες οὐτε ἄν δρας οὐτε ναῦς ἔδω καν [καὶ ο]ὐ. δενὶ συνε μάχ [ουν δι]ὰ. τὴν δο κο [ῦσαν αὐτῶν]πρὸς 10 Π [έρσας συγγένει] α [ν . .]. [. . . ] ου [.]ο.πρ [. . . ] ἡ .μέρας ὑπ. ερει.δ. [. .] Verso [. . .]ἀπῆλ [θον]ὁ. δ. [ὲ Γέ λ]ων εὐλαβούμε [νος] περὶ τοῦ μὴ νικη [θέν των τῶν ῾Ελλήνω [ν καὐτὸς ἀτυχήση [ὑπὸ 5 τοῦ βαρβάρου ἔπεμ [ψε Κάδμον τὸν Σκύθου [ ἄνδρα Κῶ [ον ἐπ]ὶ. πε [ν] τηκον. [τόρων τρ]ι.ῶν. [ εἰς Δ [ελφοὺς . . .]πολ [.] 10 τ. ο. [. . . .]. ω [. . . . .]. β.[αρ]βαρ [. . . . ]. α χρή [μ]α. τα [. . .]καὶ γῆν καὶ ὕδωρ

. . . alle Termopili com- batterono circa in 300 senza gli Argivi che infatti restaro- no a casa loro e non manda- rono né uomini né navi e non

si unirono a nessuno in batta- glia a causa della loro presun- ta origine comune ai Persiani... giorni...

. . . partirono. Gelone allo- ra prestando attenzione al ca- so in cui non vincessero i Gre- ci, caso in cui anche lui sareb- be finito sotto i Persiani, man-

dò Cadmo figlio di Scite, un