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Pini, Quando eravamo froci Gli omosessuali nell'Italia di una volta, Milano, Il Saggiatore, 2011 p

2.Cenni di storia dell’omosessualità

A. Pini, Quando eravamo froci Gli omosessuali nell'Italia di una volta, Milano, Il Saggiatore, 2011 p

cittadini omo e transessuali sono privi di ogni forma di riconoscimento delle relazioni di coppia e di qualsiasi tutela giuridica che li protegga dall'odio omofobico."75

È proprio in seno al movimento del ’68 e al clima di rinnovamento che si respirava in quegli anni che prende piede anche quello italiano di liberazione omosessuale.

"Non bisogna dimenticare che quelli sono stati anni straordinariamente fertili per il

rinnovamento del modo di pensare, di creare e di vivere degli italiani, anni in cui anche l'Italia cominciava ad assorbire quell'ondata di rinnovamento che era nata negli Usa e nei paesi del Nord Europa. Si mescolavano le nuove idee portate dal femminismo, quelle che proponevano un modo diverso di concepire la creazione artistica, le battaglie per la liberazione delle minoranze, le istanze del movimento pacifista che lottava contro la guerra in Vietnam, il dibattito che portò all'approvazione della fondamentale legge sul divorzio."76

In quegli anni iniziano nel nostro Paese i primi convegni a tematica omosessuale, si inizia a dibattere e parlare in pubblico di omosessualità e sempre più persone gay e lesbiche vengono allo scoperto, facendo coming out. È il periodo in cui il movimento, in Italia, è sostenuto, a livello politico, soprattutto dal Partito radicale; le prime candidature di persone LGBT nella politica italiana incominciano con le elezioni del 1976 e con le esperienze politiche dei Collettivi omosessuali milanesi. Prende il via anche la militanza degli attivisti omosessuali nella sinistra e si assiste alla nascita ufficiale del movimento nel 1977. Sono gli anni in cui Mario Mieli scrive i suoi

Elementi di critica omosessuale; gli anni delle lotte condotte sulla rivista Lambda; un primo Gay

pride risale a quegli anni, al 1978, ma per il primo pride ufficiale, bisognerà attendere il 1994. Se gli anni Settanta sono caratterizzati dai collettivi omosessuali e dalla loro vivace attività, nel decennio dopo si assiste ad un riflusso, dovuto soprattutto alla paura dell’Aids.

Gli anni Ottanta si inaugurarono pertanto con dei passi indietro rispetto agli entusiasmi degli anni precedenti, con la sconfitta delle lotte operaie e rivoluzionarie ed una chiusura da parte delle persone nella sfera privata, intima. Questo si tradusse anche in una diminuzione dei canali

Negli anni ‘80 avviene l’ assegnazione del Cassero alla comunità gay bolognese, ma è periodo

anche di suicidi e morti violente di alcune persone omosessuali, come il delitto di Giarre, che diedero nuova energia ai movimenti di liberazione.

Morto Mario Mieli e nato il circolo che gli è stato intitolato, a Roma, nel 1983, nello stesso anno sempre nella capitale si tennero tre giornate d’orgoglio omosessuale.

Nel 1980 a Palermo si assiste anche alla nascita dell’Arcigay che a partire dal 1983/1985 riuscì a tessere una rete nazionale.

Con il convegno Omosessualità e Stato del 1986, in Italia, si iniziò a parlare del matrimonio gay e della fecondazione artificiale per le coppie omosessuali.

Sempre in quel periodo, viene fondata anche Babele, la prima libreria con pubblicazioni a contenuto omosessuale in Italia.

Della fine degli anni ’80 è anche la prima inchiesta sull’omosessualità su scala nazionale, Il sorriso

di Afrodite, del 1989, condotta da Arcigay e citata in precedenza.

Con gli anni Novanta si assiste ad un’espansione dei movimenti gay e lesbici, all’accesso, a

Bologna, alle case popolari, dei nuclei famigliari gay.

La tematica delle unioni civili e delle adozioni LGBT prende sempre più piede a livello internazionale proprio negli anni Novanta, anticipata, a fine anni Settanta, dalle battaglie, negli Stati Uniti, di Harvey Milk.

Con gli anni ’90 iniziano a farsi strada una serie di proposte legislative che mirano ad assicurare la parità dei diritti tra persone omosessuali ed eterosessuali: nel 1989 la Danimarca è il primo Paese ad

istituire l’unione civile, seguito, negli anni 2000, da altri Paesi occidentali che hanno iniziato a

riconoscere i matrimoni LGBT e le adozioni da parte di coppie omosessuali. Agli anni Novanta risalgono anche a livello accademico, quelle teorie critiche in merito a sessualità e genere, prodotte nelle accademie statunitensi, ad opera in particolare di Teresa de Lauretis e Judith Butler, presto diffuse nel resto dei Paesi occidentali e denominate “Queer theories”.

Massimo Consoli, uno dei padri fondatori del movimento omosessuale italiano, autore anche della

“Carta di Amsterdam” 77nel volume Indipendence gay traccia una storia dei fermenti LGBT dalla

fine dell’Ottocento ad oggi, dividendo il movimento in tre momenti:

-“movimento omosessuale” (da Ulrichs, nel 1864, fino al 1933 con la repressione nazista);

-“movimento omofilo”, dal 1950 al 1960, con un’attenzione che passa sempre più dall’aspetto sessuale a considerare il mondo LGBTinvece come una minoranza;

-“movimento gay”, dalla rivolta di Stonewall, del 1969 a oggi. Che domanda:

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Scritta nel 1969 da Massimo Consoli, in Olanda con l’intento di creare all’estero un embrione del movimento gay, difficile allora da realizzare in Italia

“il rispetto dei propri diritti civili e cerca di attrarre tutta l’attenzione possibile per

affermare la propria forza in una società dove tutti sono esattamente eguali. I leader sono conosciuti e, per la prima volta, vengono considerati dai media come portavoce della

propria comunità”31

Nonostante la ricca storia del movimento LGBT italiano, (termine, LGBT, che dalla fine degli anni Novanta inizia sempre di più a sostituire quelli di gay e lesbica), il movimento al suo interno è molto diviso; la mancanza di leggi anti omosessuali nel nostro Paese secondo Consoli ha potuto

rappresentare un freno alla spinta aggregativa, tuttavia l’ostilità della Chiesa cattolica, negli ultimi

anni ha sortito per Consoli un simile effetto:

“Abbiamo visto che nonostante la comunità gay italiana possa vantare dei precedenti storici molto antichi (…) il movimento è sempre stato molto fragile, di piccole dimensioni e

frastagliato al suo interno. Una spiegazione è che il nostro paese non ha avuto una legislazione anti-omosessuale. (…) Ma l’alba del nuovo Millennio ci ha portato fortuna.

L’opposizione della Chiesa Cattolica ha avuto lo stesso effetto (addirittura decuplicato) delle legislazioni antiomosessuali.”78

3. Il movimento LGBT oggi in Italia: le interviste ai

testimoni privilegiati

3.1 Introduzione e nota metodologica

Per integrare aspetti che dai dati statistici presi in considerazione nel primo capitolo non emergono, per svilupparne alcuni emersi dalla trattazione storica e per conoscere l’opinione degli attori sociali maggiormente coinvolti nei processi di accettazione sociale della minoranza LGBT, in particolare per conoscere la vision degli opinion leader del movimento LGBT in Italia, sono state condotte ventitré interviste semi strutturate a testimoni privilegiati.

A guidare la ricerca, la convinzione che:

“Ogni situazione sociale è il frutto di una “combinazione” di molti motivi e significati individuali, e tale situazione non può essere compresa se non “dall’interno”, cioè

comprendendo ciò che la situazione significa per coloro che sono in essa coinvolti

direttamente. Perciò l’esperienza dell’individuo è fondamentale per il sociologo che cerca di

interpretare la situazione.” 79

Si è scelto di utilizzare l’intervista qualitativa:

“Il tipo di intervista propria della ricerca qualitativa può essere definita come una

conversazione con uno scopo (Berg, 2007). Lo scopo di tale particolare forma di

conversazione consiste nella raccolta di informazioni. L’intervista rappresenta un ottimo

strumento per accedere alle percezioni e alle opinioni degli individui, per comprendere le modalità con cui vengono definite le situazioni sociali e per indagare i modi con cui gli

attori sociali costruiscono la realtà che li circonda.” 80

Nell’organizzazione delle domande agli attivisti, è stata utilizzata l’intervista semistrutturata:

“Nell’intervista semistrutturata, i livelli di strutturazione, standardizzazione e direttività

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