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Quali azioni avete intrapreso e intraprendete per ottenere questi obiettivi?

2.Cenni di storia dell’omosessualità

MOVIMENTO/ DELLE ASSOCIAZIONI COINVOLTE

A. Rotelli, Rete Lenford Costituzione di una rete di avvocati e giuristi; Pubblicazione di volumi; eventi formativi;

2- Quali azioni avete intrapreso e intraprendete per ottenere questi obiettivi?

Fiorenzo Gimelli (Agedo Nazionale) Noi siamo diffusi quasi in tutta Italia, in molte regioni abbiamo sedi o punti di ascolto. Siamo a disposizione. Noi non abbiamo una struttura professionale:

siamo esclusivamente volontari. Chi ha bisogno di un colloquio o di un gruppo d’ascolto, partecipa

o a colloqui individuali o a gruppi di auto-mutuo aiuto, in modo che si confronti, parlando con altri che hanno vissuto esperienze simili. Molti le hanno vissute anche in modo traumatico. Poi dopo

riparative ecc…ma lo fanno perché non hanno una conoscenza adeguata. Il professor Lingiardi ha

fatto delle linee guida su come gli psicologi dovrebbero affrontare queste tematiche. Noi facciamo attività di ascolto, attività nelle scuole, partecipiamo alla vita civile, associativa, ci confrontiamo con altre associazioni, partecipiamo ai gay pride e partecipiamo al dibattito politico locale e nazionale sulle questioni LGBT e dei diritti. Noi pensiamo che la battaglia per i diritti LGBT sia interna alla battaglia per i diritti di questo Paese. Non è solo un discorso LGBT ma pensiamo ai

diritti di cittadinanza, a quelli degli stranieri, al fine vita, ai carcerati… la nostra battaglia è una

battaglia di diritti umani generalizzata. È un pezzetto della battaglia sui diritti che spesso in questo

Paese non brillano… noi ci battiamo insieme a coloro che si battono per questi diritti. Noi sappiamo

che la nostra battaglia non è isolata. È interna alla battaglia per i diritti umani. Ed altre associazioni che normalmente si occupano di altro rispetto alla questione LGBT, come Amnesty, ha portato

avanti anche un progetto sull’omo/transfobia nelle scuole. Anche se ha una vocazione più generale… Abbiamo rapporti con Amnesty, con la Croce Rossa, con Save the Children, con il Centro Genitori Democratici, una realtà di genitori della scuola…Noi siamo un’organizzazione

apartitica ma non apolitica. Essere a favore dei diritti LGBT non è prerogativa di uno schieramento politico piuttosto che di un altro. Mentre altre associazioni LGBT nascono dalla costola della

sinistra: Arcigay, Arcilesbica; Certi diritti è un’associazione radicale… Agedo ha un’altra storia.

Nasce da un gruppo di mamme della buona borghesia milanese senza nessuna estrazione politica particolare, ma uniti da una rivendicazione per i diritti dei nostri figli. Sostanzialmente ci interessa

che i nostri figli possano star bene come i figli degli altri…il nostro obiettivo finale sarebbe: in una

società come si deve non ci dovrebbero essere associazioni di genitori come Agedo. Il nostro sogno, diciamo spesso scherzando, è una società dove Agedo non abbia più motivo di esistere.

Mario Marco Canale (Anddos) Questo è un argomento complesso, perché le azioni devono sicuramente essere fatte a 360 gradi. Non esistono 2 o 3 azioni che possono portare all’ottenimento

della parità…c’è da fare un lavoro lungo nelle scuole; un lavoro lungo nella società…certamente se

i politici dessero il primo segnale di uguaglianza, anche la società farebbe un passo avanti verso

l’accettazione dell’omosessualità e quindi verso l’uguaglianza delle persone omosessuali ed

eterosessuali. È un lavoro che andrebbe fatto a 360 gradi. Bisognerebbe farlo nella Chiesa, in

Parlamento, nelle scuole, nelle famiglie…non ci dimentichiamo che ci sono delle famiglie che condizionate dalla società, dalla Chiesa, dallo Stato, vivono l’omosessualità magari di uno dei loro

figli, come una tragedia. Bisognerebbe formare anche la famiglia. Cosa possono fare le associazioni? Cercare di parlare, affrontarlo…già il fatto stesso di parlarne è un modo per insegnare la tolleranza

e l’accettazione. Per tanti anni si è cercato di nascondere certi fenomeni; perché non faceva paura il

l’omosessuale potevi farlo, l’importante era che gli altri non lo sapessero… questo è qualcosa che è sempre stato presente culturalmente. Il problema non è quello che tu fai, l’importante è che non si

veda. Che tu sei omosessuale, come dice Salvini della Lega, non mi importa; l’importante è che non

ti baci per strada con un altro uomo…capisci? Perché lì chiaramente si vede e non si tollera… La

comunità LGBTIQ io la penso con una forma piramidale, dove ovviamente non è che il vertice

abbia più valore della base della piramidale. All’apice ci sono le persone che vivono l’omosessualità

in maniera libera, aperta senza nessun problema, con gli amici, la famiglia, la società; man mano che si scende la platea si allarga sempre di più. C’è meno coscienza di questo percorso di accettazione. Fino ad arrivare alla base, formata da persone che pure essendo omosessuali non accettano la propria omosessualità ed addirittura la combattono. È notizia di qualche settimana fa che sono stati scoperti dei personaggi politici importanti americani, anche Governatori di Stato, che

erano degli strenui paladini della lotta contro l’omosessualità e loro stessi erano omosessuali…

essendo questa piramide estremamente eterogenea, noi dobbiamo imparare a rispettare le posizioni

di ogni persona all’interno di questa piramide. Le forzature non portano mai a risultati buoni perché

danno sempre risultati pessimi. Le persone che hanno fatto il percorso, arrivando al vertice di questa piramide devono avere la forza, il coraggio, il buon senso e l’intelligenza di scendere agli altri livelli e di prendere per mano le persone e aiutarle a scalare questa piramide. Noi associazioni non possiamo assolutamente costringere le persone ad un percorso con i nostri tempi, i nostri

ritmi…ogni persona è un individuo a sé, ha delle criticità, un background, una crescita individuale e sociale…non esiste una sola forma per tutti attraverso cui si possa prendere la strada giusta.

Flavio Romani (Arcigay) Come azioni concrete ne abbiamo fatte di tantissimi tipi, sia come Arcigay che come movimento LGBT. Da proposte di legge a pressioni che facciamo su deputati e senatori, perché capiscano di essere nel 2014, a gay pride, manifestazioni di piazza sia a livello nazionale che locale per far emergere le difficoltà e fare in modo che la politica si muova. I risultati sono a zero, non è cambiato nulla da un punto di vista politico: la situazione è ferma. Non c'è nessun tipo di legislazione e tutela in nessun settore. Tranne la non discriminazione lavorativa, che è stata una norma obbligatoria che ci ha regalato l'Europa. È la 78/2000 del Parlamento Europeo,

Paola Brandolini (Arcilesbica) Il movimento omosessuale ha da sempre proposto momenti di aggregazione sociale e politica, sempre più visibili e diffusi che hanno contribuito indubbiamente a sviluppare l’accettazione di sé da parte di sempre più persone omosessuali e nel contempo a creare sempre più consenso sociale attorno a noi. Iniziative culturali, creazione di associazioni, manifestazioni politiche: la visibilità è cresciuta negli ultimi 40 anni. Sempre di più sono gli/le attiviste, soci e socie, e soprattutto i nostri temi sono da tempo nelle agende politiche dei vari partiti e spesso governi. In Italia senza esiti positivi ma non ritengo a causa di azioni inesistenti o sbagliate da parte del movimento.

Collettivo Caos Caserta Il CAOS agisce attraverso cineforum, workshop, dibattiti e flashmob per dare un messaggio più rapido ed incisivo dato il target adolescenziale.

Edda Billi (Casa delle donne) Intanto precisiamo una cosa di un’importanza infinita: nessun diritto acquisito è per sempre. Questo le donne specialmente devono ricordarselo e anche tutti gli altri.

Soprattutto le giovani dovrebbero impararlo e stare accorte ed attente, perché l’omologazione è una

bestia feroce che ci porta ad essere quello che eravamo una volta. A dover stare attente a tutto, perché quel poco, quel tanto, che abbiamo conquistato, si rischia di perdere. Io mi definisco lesbo femminista. Prima sono donna; poi femminista; e poi lesbica. Sono i valori che ho difeso da più di

quarant’anni. Sono state lotte… Capisco che le giovani pensano che i diritti che hanno di fronte

restino così, li trovano belli e pronti e non sanno che sono tutti sottoposti ad essere cambiati di nuovo. C’è un’aria di destra in Europa e nel mondo che a me fa un terrore terribile perché lo vedo, lo sento, lo avverto. È bene stare molto accorti. E il fatto di essere delle “minorità” ti dà sia la possibilità di stare accorta e di stare attenta, ma anche presenta una situazione che trovo abbastanza triste.

Irene Pasini (Cassero) Le azioni sono sempre molteplici: dalle manifestazioni contro particolari affermazioni fatte da politici (vedi il glitter bombing su Rosy Bindi all'epoca di una sua pesante affermazione contro le unioni civili), alle campagne pubblicitarie o alla formazione nelle scuole. L'efficacia si misura nella visibilità mediatica, nelle reazioni dell'opinione pubblica e soprattutto in quella dei politici.

Yuri Guaiana (Certi diritti) Noi facciamo soprattutto contenziosi strategici, cioè cause volte ad acquisire diritti attraverso le sentenze dei tribunali, piuttosto che sottolineare la discriminazione con delle sentenze di tribunali, o sottolineando dei vuoti legislativi che devono venire colmati, anche

Un’altra azione che facciamo, a livello transnazionale, consiste nelle campagne a sostegno dei

movimenti LGBT in Africa, in particolare in Uganda, ma anche in Albania, in Russia, dove abbiamo organizzato una campagna di raccolta fondi coordinando tutte le associazioni LGBT italiane, per raccogliere 5000 euro che abbiamo donato alle associazioni russe che si trovano in grandi difficoltà nel regime putiniano. Noi riteniamo che piuttosto che fare campagne di boicottaggio che vanno a colpire i cittadini o le risorse economiche di quei Paesi, senza andare a scalfire il regime ma a volte rischiando di rafforzarlo, per via del boicottaggio, è meglio sostenere la società civile, le organizzazioni e le associazioni che sono già presenti in loco e che si battono per i diritti civili, per i diritti umani, per i diritti delle persone LGBT. Altre azioni concrete in Italia sono

l’attività di advocacy. Cioè campagne, come la campagna per l’affermazione civile che ha portato alla sentenza della Corte Costituzionale del 2010 che ha visto la raccolta e l’organizzazione di varie

coppie che hanno chiesto di potersi sposare in Comune; hanno poi impugnato il diniego del Comune e sono riusciti ad andare fino alla Corte Costituzionale, per far sì che la Corte Costituzionale chiedesse al Parlamento di legiferare. La campagna è andata avanti anche dopo il 2010; siamo riusciti ad ottenere il diritto per le coppie miste (formate da un italiano e da un non

italiano) dello stesso sesso sposate all’estero, fino al riconoscimento del permesso di soggiorno per

il partner non italiano. Ancora, abbiamo tutta una serie di cause che stiamo seguendo per vari diritti specifici che riguardano sempre il diritto di famiglia. Naturalmente ci sono anche campagne di natura più politica, come può essere quella delle trascrizioni dei matrimoni piuttosto che di altra natura.

Maurizio Nicolazzo (Circolo Maurice) Eventi culturali (presentazioni, dibattiti, mostre, discussioni, etc) e politici (Pride, Tdor), sensibilizzazione della società, attività di formazione con scuole, personale, pubbliche amministrazioni ed enti vari, pressione/interazioni con pubbliche amministrazioni a tutti i livelli per il raggiungimento della parità di diritti e di uguaglianza, ma anche legami con altre lotte in un’ottica non solo lobbistica: siamo l’unica realtà sul territorio in grado di difendere realmente proposte critiche "non integrazioniste", "non lobbistiche" "non sindacali" e "rassicuranti", in difesa dunque di una prospettiva critica e di una visione non da

realtà locale e nazionale rispetto al rischio di appiattimento e banalizzazione delle formule politiche e "ideologiche"; il fatto che a Torino forse la vivibilità delle persone Lgbtq sia migliore di altre aree d'Italia è forse dovuto (anche) alle nostre battaglie/attività, e negli ultimi anni insieme al coordinamento Torino pride....

Andrea Maccarrone (Circolo Mieli) Gli interventi sui vari obiettivi dell'associazione sono molteplici e difficilmente riassumibili. Solo per citare i più noti e importanti non si può non parlare dell'organizzazione del Roma Pride che per sua natura copre tutte e tre le tipologie di obiettivi o la serata di Muccassassina che da 25 anni fa cultura, tendenza e socialità. Molto importanti poi sono gli interventi di promozione della salute e dell'informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili, HIV e AIDS, gli interventi nelle scuole, le iniziative culturali e aggregative.

Mi piace sottolineare l'importanza della nostra Rainbow Line 800110611 come linea di accesso ai servizi, la nostra biblioteca intitolata a Marco Sanna come luogo di promozione e conservazione di cultura e memoria del movimento e della comunità LGBT, e gli interventi nel braccio G8 di Rebibbia maschile per le detenute trans. In alcuni casi l'efficacia è misurabile a diversi livelli (crescita di partecipazione a una manifestazione come il pride, o a una qualsiasi iniziativa culturale, impatto sui media, sull'informazione, numero di persone che accedono ai nostri servizi, numero di scuole e studenti coinvolti) in altri casi i risultati sono meno misurabili, come i cambiamenti culturali, di mentalità o di sostegno alla causa dei diritti, ma ugualmente apprezzabili.

Giuseppe Sartori (Circolo Tondelli) C’è ancora un problema di consapevolezza di una dimensione di cittadinanza da parte delle persone omosessuali. Il Veneto è una Regione in cui le persone devono ancora abituarsi ad avere una coscienza del movimento e di appartenenza alla comunità. Quindi noi cerchiamo innanzitutto di far sì che ogni persona abbia sufficiente serenità e autostima per provare ad avviare un percorso di integrazione nella società. Noi operiamo attraverso sportelli di ascolto da tanti anni e intercettiamo le storie di tantissime persone, che vanno da adolescenti a persone anziane e anche tanti genitori, tante famiglie che hanno compreso la formula del nostro circolo; più che un circolo ricreativo, da quando siamo nati siamo stati un circolo che promuoveva la comunità, la persona e le famiglie. Cerchiamo anche di dare visibilità alla comunità perché molto spesso le persone non hanno idea di quello che sia la realtà locale omosessuale. E questo è un altro lavoro da fare.

Noi da molti anni lavoriamo anche nel Bellunese; la comunità LGBT pedemontana e dei monti è spesso scesa al nostro sportello e al nostro circolo. Stiamo lavorando a Belluno, dove collaboriamo con una realtà che non è propriamente una realtà LGBT ma si occupa anche della tematica dei diritti. A Mestre abbiamo lavorato molto per la certificazione anagrafica e siamo riusciti a favorire la

nascita di un gruppo che si chiama: “La stella polare”, composto soprattutto da ragazzi molto giovani, che hanno già una buona collaborazione con l’amministrazione comunale e tra pochi giorni

festeggeranno un anno di attività. Queste sono le associazioni più strutturate in Veneto; poi su

Facebook ci sono alcune pagine ma io non ho mai visto queste persone…Io ho parlato soprattutto di

realtà che hanno anche un dialogo con le istituzioni, che abbiano un certo riconoscimento. Questa è la realtà veneta e dobbiamo essere anche positivi, perché abbiamo visto la nascita anche di nuove

realtà. La parte più avanzata sul fronte dei diritti l’abbiamo proprio nel bellunese, dove ci sono le

amministrazioni più aperte, quelle che hanno fatto anche i famosi registri. Più avanzate anche sul

campo dei diritti. Tra i Comuni più avanti, c’è quello di Ponte sulle Alpi, che è l’unico ad avere una

commissione per i diritti civili. Noi collaboriamo con questa commissione e stiamo concretizzando il regolamento nei diritti assicurati alla comunità. Questo perché molto spesso le certificazioni

anagrafiche spesso non funzionano, perché il cittadino omosessuale non sa bene come farle…salvo

il riconoscimento simbolico che si ha con queste certificazioni. Noi aiutiamo a concretizzare i servizi negati e a rendere possibile questo riconoscimento. Poi purtroppo, con l’avvento di nuovi strumenti, anche sui cellulari, la partecipazione nelle associazioni è diminuita. Ed è questo il motivo per cui abbiamo deciso di contenere di più la parte ricreativa. Ci rivolgiamo ad altre comunità offrendo un supporto e facendo un ruolo di mediazione con le istituzioni, soprattutto locali.

Giuseppina La Delfa (Famiglie Arcobaleno) L’azione più importante è stata la visibilità. Dal primo giorno ci siamo detti, se vogliamo esistere come soggetti dobbiamo esistere tout court, dobbiamo esserci ed essere visibili, come singoli, come coppie e come famiglie. Questo è uno degli aspetti su cui abbiamo lavorato di più: quello di esserci, sia a livello personale, nelle nostre vite

quotidiane, nella famiglia, nel quartiere, nella scuola dei nostri bambini…sia a livello mediatico

partecipando ogni volta che ci è stato richiesto in maniera corretta, a trasmissioni radio, giornali, in

tv… e anche partecipando alla ricerca, fornendoci come cavie alla ricerca in generale, che possa trarre delle conclusioni rassicuranti e che rassicurino l’opinione pubblica. Anche se queste ricerche

esistono ovunque nel mondo, sembra che se una ricerca non è italiana, la gente non è rassicurata,

Angelo Pezzana (Fuori! Torino) L’azione che viene fatta è definibile come una lobby. In Italia non

c’è nessun giornale del movimento venduto nelle edicole. L’azione viene fatta attraverso gli altri

giornali e attraverso la politica. Anche tra i partiti è cominciata anche se con molta cautela, la dichiarazione di alcuni deputati, da due o tre legislature, della loro omosessualità. Questo sta cambiando il lavoro di lobby che è trasversale. La prova più evidente è il cambiamento di opinione di Berlusconi, non si sa se dovuto alla fidanzata…fatto sta che anche lui a parole adesso si dichiara favorevole ai diritti dei gay.

Katia Acquafredda (LLI) La questione del riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso ha praticamente monopolizzato il tradizionale appuntamento annuale in piazza, il Pride che

resta a tutt’oggi il momento di lotta più unitario per il movimento, nonostante le divisioni, i sotterranei conflitti, le inevitabili contese per accaparrarsi l’egemonia politica dell’evento da parte

delle principali organizzazioni Gltq, a partire dalla scelta della sede del Pride nazionale. L’efficacia

è scarsa, se il risultato è zero, ovvero che a tutt’oggi una legge non c’è. In più questa lotta ha un po’ messo in ombra l’elaborazione più originale di un movimento nato sulla base di istanze di liberazione, e che tende oggi a omologarsi e a puntare all’omologazione verso modelli più

tradizionalmente eteronormativi, rinunciando a una critica più radicale della morale, delle prescrizioni e dei divieti della morale di ispirazione cattolica nella quale siamo immersi.

Alessandro Rizzo (Milk Milano) A livello di azioni, come Circolo Milk ci proponiamo su tre fronti. Sul fronte culturale, chiamandoci circolo culturale LGBT (e non di cultura LGBT), facciamo cultura; la maggior parte delle persone che vi appartengono fanno parte del mondo LGBT ma la cultura che proponiamo è molto aperta, non è vista in modo autoreferenziale. Come Circolo culturale facciamo anche azioni nel mondo della laicità, collaboriamo con l'Uaar, stiamo proponendo iniziative confrontandoci su orientamento sessuale e identità di genere con associazioni anche di cultura e filosofia religiosa, ad esempio quella buddista; vorremmo farne anche con il mondo ebreo, anche con quello cattolico e cristiano protestante. Abbiamo nella nostra associazione un esponente della chiesa ortodossa... Dal punto di vista culturale proponiamo la presentazione di libri, ma anche la discussione di temi che riguardano: il cinema, il teatro, la letteratura a tematica LGBT. Poi ci sono i servizi alla persona, sulle problematiche che riguardano l'accettazione di se stessi, le dipendenze affettive, l'identità di genere, con un servizio di consulenza che mette in contatto le persone con i sistemi ospedalieri, ad esempio per le pratiche di cambiamento del sesso. Per il fronte dei servizi proponiamo quindi: counseling, gruppo AMA (auto mutuo aiuto) Ti ascolto, che è un altro gruppo che sta per partire. La terza linea è quella dell’ associazionismo politico: non solo partecipiamo ai Pride, ma anche ai tavoli istituzionali, come quello dell'UNAR. Gli ultimi due

governi però non hanno avuto un Ministero delle Pari Opportunità; e l'Unar che era un momento di confronto del Ministero con le associazioni, al momento è impantanato... Ha anche un problema di fondi, che sono stati tagliati. Quelli per le pari opportunità, come quelli per la cultura, vengono sempre più sacrificati...per problemi economici. Il tavolo veniva fatto periodicamente, con nostri referenti e con altre associazioni LGBT, a Roma.