2.Cenni di storia dell’omosessualità
E. Cantarella, Op.cit pp 366-
2.5 La sessualità a seconda della classe di appartenenza e l’accusa di “sodomia”
Per un altro storico, Jacques Solé (Storia dell’amore e del sesso nell’età moderna, Bari, Laterza, 1979), è importante distinguere anche tra il comportamento sessuale delle classi dirigenti, che è sempre stato più libero e disinibito, e quello delle classi popolari.
A testimonianza di questo, ci sarebbe per lo storico anche il matrimonio ritardato, come strategia per il controllo delle nascite e come possibile alternativa ad una famiglia troppo numerosa o
all’infanticidio.
La castità e la continenza sessuale vennero seguite dalle classi più umili che speravano, sposandosi in tarda età, di sottrarsi alla miseria; ma furono seguite anche dalla classe media, che nella conferma della sola legittimità della sessualità coniugale, ritrovava quei valori morali e culturali che avrebbero portato alla nascita della borghesia.
Nell’imposizione del matrimonio ritardato alle classi più povere, secondo un costume non seguito
invece dalle classi più abbienti, Solé ravvisa una sorta di “perversione” di quest’ultime ai danni delle prime.
Si può dire invece che la loro vendetta, le classi più umili, la trovassero nella stessa istituzione del matrimonio, quando non ritardato: Solé cita a proposito i romanzi di Rètif sulla Francia del XVIII secolo, da cui si deduce che i matrimoni contadini non venivano contratti per interesse ma per attrazione sessuale e amore. Diffondendo, con il tempo, questa rivoluzione sentimentale anche alle altre classi, quelle più abbienti. Mentre i contadini potevano non curarsi troppo degli interessi economici che stavano dietro ai loro matrimoni, le élites ci metteranno più tempo per liberarsi dal
matrimonio d’interesse. Il matrimonio legittimo aristocratico era per lo più privo di passione e
ardore e spesso imposto dai genitori della coppia. Non mancavano casi di felicità coniugale di cui secondo Solé, l’Inghilterra deteneva il primato, ma tendenzialmente erano più le critiche che le lodi fatte al matrimonio.
La religione poi aveva la sua parte, attraverso la “condanna della carne”, nella repressione sessuale.
Tuttavia, tra il XVI secolo e il XIX le classi aristocratiche riescono a sfuggire in vari modi alla repressione sessuale; ma anche i ceti popolari ebbero, secondo Solé, occasioni di sessualità libera, anche se più raramente rispetto alle élites. Delle classi più agiate, Solé ricorda, tra gli altri, i piaceri sensuali di Papa Alessandro VI e la promiscua corte di Enrico IV che lo storico francese paragona
ad un “immenso bordello di lusso.”
Per la Francia del XVII secolo, ma non solo per questa nazione, l’amore tra le classi privilegiate è
baccanali a cui partecipava la nobiltà disinibita di questo periodo e a cui parteciperà anche quella del secolo successivo. In alcune nazioni, questi erano tenuti rigorosamente segreti, in altre, come nella società russa, venivano tranquillamente ostentati. Dai tribunali ecclesiastici, Solé ricava molte notizie riguardo ad una pratica assai diffusa nelle campagne della Champagne tra il XVI e il XVII secolo: accadeva molto di frequente che i parroci avessero una concubina.
Quella che Solé chiama stregoneria rurale, era invece un’abitudine orgiastica diffusa nelle campagne, attraverso riunioni notturne a sfondo sessuale a cui partecipavano vagabondi, studenti ambulanti, prostitute, ragazze dai facili costumi. Benché in epoca moderna si fosse affermata la
natura indissolubile del matrimonio cristiano, l’adulterio e le infedeltà erano pratiche molto diffuse
sia presso le classi aristocratiche che presso quelle borghesi. A tal punto che ad esempio, nella Parigi del 1750, Solé racconta che si dicesse che tre uomini su quattro avessero un’amante e chi non la aveva era disprezzato dagli altri. La pratica dell’infedeltà coniugale durante l’ancien régime era molto diffusa anche nelle campagne. Non mancavano anche i casi di tradimento da parte delle donne, che Solé documenta con numerosi esempi. Ci sono anche casi di grandi seduttori, gelosie
culminate con l’avvelenamento e l’assassinio del coniuge, harem personali, situazioni incestuose,
amori così passionali da sconfinare nel dramma e nella follia, testimoniati da Solé, accanto a
produzioni artistiche di nudi e dipinti che mostrano situazioni d’adulterio accanto ad esempi di
raffinata letteratura e poesia erotica, dalle quali emerge una grande vivacità sessuale dei secoli passati. Una storia della sessualità che è continuamente percorsa da paradossi e contraddizioni e che
ha spesso visto da un lato la predicazione puritana e l’elaborazione di una rigida morale sessuale, dall’altro, l’espressione più varia della sessualità. Accanto ai tabù religiosi e ad esempio, all’intransigente severità dei giansenisti francesi, abbiamo qualche secolo dopo, eccezioni come
quella del poeta William Blake che vedeva nella libertà sessuale la via d’accesso al Paradiso.
Conformismo e libertà sessuale, repressione e tentativi di emancipazione convivono, come documentato anche dai lavori di Muchembled.
Accanto al lusso erotico delle aristocrazie, troviamo lo sfruttamento e le violenze sessuali sulle
classi più povere, di cui sono testimonianza l’aumento dei figli illegittimi nel XIX secolo. Così,
Per Solé sarebbero da lì a poco stati imprigionati anche la sessualità e l’amore; poco conta per lo storico se questa castrazione avrebbe portato a rivelare l’intensità dei desideri, perché di fatto, secondo lo storico francese, furono esaltati soprattutto i tabù, in una situazione di interiorizzazione e repressione della vita sessuale.
Anche se all’argomento dell’omosessualità lo storico dedica un solo paragrafo, è importante, per
capire anche l’omosessualità, la distinzione che lo storico fa delle libertà sessuali del passato a seconda delle classi di appartenenza e l’alternanza di periodi più libertini a periodi repressivi.
Per quanto riguarda, nello specifico, l’omosessualità, Jacques Solé, nota che a partire dal XIII secolo diverse pratiche sessuali entrarono a far parte dell’accusa di sodomia che veniva connessa anche alla stregoneria e all’eresia55 e poteva tradursi in condanne al rogo.
A questo proposito, da segnalare anche due passaggi biblici: Genesi, 19 23-25 sulla distruzione di Sodoma e il peccato dei Sodomiti e il passo contenuto nel Nuovo Testamento, la Lettera di San Paolo ai Romani (1, 26-32);56
“Non è certo la conferma del peccato e della colpa, in linea con la tradizione ebraica
vetero-testamentaria, a costituire il motivo d’interesse, quanto piuttosto la lunga, quasi interminabile, lista di nefandezze che discendono dal vizio omosessuale. In questo senso, la
condanna che l’apostolo definisce con tanto scrupolo, inaugura la serie di mostruosità attribuibili agli omosessuali”.57
Di contro, alcuni storici, tra cui Boswell, hanno rinvenuto in alcune tradizioni cristiane, una pratica,
quella dell’ἀδελφοποίησις (Adelphopoiesis), diffusa nella Chiesa Cattolica fino al XIV secolo e
55
J. Solé, L’amour en Occident a l’époque moderne, 1976, trad.it. Storia dell’amore e del sesso nell’età moderna, Bari, Laterza, 1979 p. 235 e segg.
56
Queste citazioni bibliche vengono ancora oggi prese in alta considerazione da parte degli oppositori del movimento LGBT; riporto qui una lettera da parte di un militante di Agere Contra, della provincia di Verona (2013) che scrive su un blog che definisce “derattizzato dai soggetti di sinistra, illuministi, atei, agnosti, razionalisti e sodomiti”: “L'aver pubblicamente difeso i delitti morali dei sodomiti (leggasi sodomia) e i non diritti dei "diversamente orientati" ha almeno messo a nudo la vostra falsa obiettività...(…) Nel ridicolo tentativo di difendere i fornicatori contro natura, vi siete dimenticati di citare due "soggetti" contrari: l'Aids e san Paolo. L'Aids (e altre malattie veneree) ha giù punito e sta tutt'ora punendo chi ha volontariamente deciso di andare contro la legge di Dio. E San Paolo: San Paolo e i
sodomiti: “Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in
rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento...E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa." (Rm 1, 26/32) - "...Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio" (1 Cor. 6,9/10) - "…La legge non è fatta per il giusto, ma per i non giusti e riottosi, per gli empi e di peccatori, per gli scellerati e i profani, per i parricidi e matricidi e omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i ladri
d'uomini, i bugiardi, gli spergiuri…"(1 Tm. 1,9)” 57