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Sala, in Il mondo della ricerca qualitativa, a cura di A De Lillo, Utet, Torino, 2010, p

2.Cenni di storia dell’omosessualità

E. Sala, in Il mondo della ricerca qualitativa, a cura di A De Lillo, Utet, Torino, 2010, p

sono più bassi. L’unico strumento a disposizione dell’intervistatore è una traccia dettagliata dell’intervista, ovvero una lista di argomenti, organizzati in una serie di domande aperte,

sui quali egli dovrà raccogliere tutte le informazioni richieste dal ricercatore “con la facoltà

di adattare ai singoli intervistati sia le domande, sia l'ordine in cui le pone” (Pitrone 1986, 33). (…) Il processo comunicativo è meno rigido rispetto a quello dell’intervista

strutturata: l’ intervistatore può decidere di mettere l’intervistato a proprio agio chiarendo il significato di domande oscure, accertandosi se egli abbia una posizione sull’argomento trattato e riformulando (o saltando) le domande potenzialmente reattive. L’intervistatore

può anche decidere quali argomenti approfondire, se utili per la comprensione delle

opinioni dell’intervistato. La possibilità di apportare modifiche, seppur parziali, alla traccia dell’intervista garantisce una maggiore fluidità e dinamicità del processo comunicativo: intervistatore e intervistato sono liberi di interagire e di comunicare, seppure all’interno di

una lista di argomenti predefinita.” 81

Sono state poste, in ordine non sempre uguale e con una formulazione leggermente diversa nella forma (ma uguale nel contenuto) dieci domande, che costituivano la traccia, attraverso cui si voleva indagare:

1) L’oggetto delle rivendicazioni e delle richieste; 2) Le azioni intraprese per ottenerle;

3) Gli ostacoli incontrati;

4) Un’autoriflessione sulla pluralità del movimento LGBT;

5) Un’autoriflessione sul cambiamento tra l’attivismo dell’origine del movimento e quello odierno;

6) Una considerazione su quali possono essere stati i fattori che stanno agevolando

l’ottenimento delle richieste del movimento;

7) Una previsione sui tempi per ottenere quello che domandano; 8) Cosa secondo loro è mutato e cosa no nella società italiana;

ciascuno dei quali corrisponde ad uno degli aspetti che si intendeva approfondire con gli intervistati. È stata scelta questa forma perché secondo la letteratura si addice particolarmente all’intervista a

“testimoni privilegiati”:

“L’intervista è semistrutturata quando è circoscritta a un tema specifico per sviluppare il quale può essere stabilita in anticipo dal ricercatore una lista di domande. E’ utile quando si vogliono mettere a fuoco particolari situazioni in cui si trova o si è trovato l’intervistato. (…)

Questa forma di intervista è particolarmente adatta quando: - si intervistano i cosiddetti

“testimoni privilegiati” (per es. responsabili di partito, responsabili di enti…” 82

Per quanto riguarda il ricorso a testimoni privilegiati o qualificati, ai fini della ricerca, è parsa la soluzione più efficace, per sintetizzare, attraverso il ricorso alle opinioni dei suoi più importanti rappresentati, la visione, seppur multiforme, varia e plurale del movimento LGBT italiano.

“I testimoni qualificati sono ad oggi ancora oggetto di scarsi contributi scientifici: con tutto

ciò possono essere ricordati almeno due studiosi che da tempo si occupano di questo particolare argomento. Il primo è Tremblay, autore nel 1983 di un saggio che ha in particolare codificato le principali caratteristiche dei testimoni qualificati; la seconda è

l’italiana Maura Del Zotto, che ha realizzato la prima bibliografia italiana su questo

argomento e che ha compendiato le conoscenze esistenti in un saggio del 1988. Le caratteristiche perché si possa parlare di testimone privilegiato sono, secondo Tremblay

(1983; 100) cinque: 1. Posizione o ruolo all’interno della comunità di appartenenza; 2. Conoscenza dettagliata dell’argomento trattato; 3. Disponibilità a cooperare; 4.capacità dialettica, cioè di comunicare in modo corretto e organico; 5. Imparzialità. (…) Sull’ultimo requisito, l’imparzialità, il dibattito scientifico è ancora aperto; è infatti piuttosto difficile

controllare quanto essa sussista realmente, anche perché può sussistere una relazione inversamente proporzionale tra la capacità di esporre le proprie conoscenze in modo

imparziale e l’eventuale appartenenza del soggetto a gruppi di pressione o di potere; inoltre l’eventuale parzialità può essere anche inconsapevole. Una volta stabilita la necessità di

ricorrere a testimoni qualificati; si pone il problema di come selezionarli. La comunità

82

Maria C.Pitrone, Sondaggi e interviste. Lo studio dell’opinione pubblica nella ricerca sociale, Milano, Franco Angeli, 2009 pp.75-76

scientifica concorda sull’uso di due tecniche (…) la seconda consiste nell’applicare la

tecnica detta “a valanga”, che consiste nel partire con un piccolo gruppo di testimoni, che

a loro volta forniscono altri nomi di soggetti da contattare, i quali dovranno poi fare

altrettanto.”83

In questo caso i testimoni qualificati non avrebbero potuto essere imparziali; sono stati scelti utilizzando la tecnica, appunto, a “valanga”; includendo persone e gruppi via via menzionati dai primi attivisti coinvolti.

In questa ricerca gli osservatori privilegiati erano insieme conoscitori esperti del movimento LGBT italiano e parte della popolazione oggetto di studio:

“(Altre volte) l’osservatore privilegiato fa parte della popolazione oggetto di studio, ma

ricopre in essa una posizione particolare: si pensi ad un leader di opinione o ad un leader di comunità, che viene intervistato in quanto rispecchia le opinioni del gruppo al quale appartiene. Oppure, per sue vicende personali, possiede una conoscenza particolarmente

approfondita dell’oggetto di studio.”84

Ci sono state anche non risposte alla richiesta di partecipare alla ricerca; nonostante alcune mancate risposte, si sono riuscite a coinvolgere le più importanti associazioni LGBT italiane, con interviste via e-mail e telefoniche realizzate nel corso del 2014.

In particolare hanno partecipato le associazioni nazionali: Agedo (il Presidente, Fiorenzo Gimelli); Anddos (il Presidente Mario Marco Canale); Arcigay (il Presidente nazionale Flavio Romani); Arcilesbica (la Presidente nazionale Paola Brandolini); Associazione Certi Diritti (il Segretario nazionale Yuri Guaiana); Famiglie Arcobaleno (La Presidente Giuseppina La Delfa); MIT (La Presidente Porpora Marcasciano); Rete Genitori Rainbow (i co-Presidenti Cecilia D’Avos e Fabrizio Paoletti); Rete Lenford (il Presidente Antonio Rotelli). Tra di esse, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Rete Genitori Rainbow sono le tre associazioni che si occupano, con declinazioni diverse, di famiglie LGBT (sostegno ai genitori di figli omosessuali Agedo; rivendicazione dei

giurisprudenza e del diritto. È stato inoltre intervistato il fondatore del primo movimento omosessuale in Italia (Fuori!), Angelo Pezzana. Sono state coinvolte anche realtà locali ma di una certa rilevanza per il movimento; è il caso del Cassero di Bologna (ha risposto la Vice Presidente Irene Pasini); del Circolo Mieli di Roma (il Presidente Andrea Maccarrone); del Circolo Milk di Milano (il responsabile alla cultura Alessandro Rizzo), del Circolo Tondelli (il Presidente Giuseppe Sartori) molto attivo soprattutto per quanto riguarda il coordinamento dei gruppi LGBT della

Regione Veneto; e del Comitato Orlando, di Brescia, nella figura dell’ex segretario nazionale Arcigay, Luca Trentini. Su suggerimento della Presidente dell’Associazione Dì Gay Project di

Roma, Maria Laura Annibali, è stata contattata una storica esponente del movimento femminista,

Edda Billi, che ha risposto sia per l’associazione Casa delle donne di Roma che facendo le veci

della Presidente di Dì Gay Project. È stata coinvolta anche la prima mailing list lesbica italiana, LLI, nata nel 1996, che non viene normalmente annoverata tra le associazioni LGBT italiane, ma rappresenta un interessante esperimento di condivisione di esperienze e di auto riflessione per le oltre mille lesbiche italiane che ne fanno parte, nella figura della sua fondatrice Katia Acquafredda. È stato preso in considerazione anche un Collettivo studentesco di Caserta, non ben strutturato come altre associazioni, ma interessante per due ragioni: per la giovanissima età dei suoi componenti (under 22) e per essere l’unica voce dal Sud Italia, non avendo altre associazioni più grandi a Sud di Roma, accettato di partecipare alla ricerca. Un caso particolare è rappresentato poi da due associazioni UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti) e Refo, entrambe di Roma: l’una è stata coinvolta perché sebbene non specificatamente LGBT, è stata nominata dagli attivisti ed è spesso presente in occasione di Pride e manifestazioni a sostegno della causa LGBT. Venuta a conoscenza della presente ricerca tramite gli organizzatori dello scorso Roma Pride, ai quali era stato domandato di partecipare, ha domandato di potervi aderire. L’ingresso di associazioni non solo

LGBT nella causa per l’ottenimento delle rivendicazioni LGBT è parso uno degli aspetti molto

rilevanti dello scenario LGBT contemporaneo e per questa ragione è stata inserita. Di contro, gli

attivisti hanno parlato anche dell’operato positivo, nella lotta contro l’omofobia, di alcune

minoranze religiose; si è così chiamata in causa anche un’associazione, Rete Evangelica Fede e Omosessualità, che sebbene rappresenti una minoranza nella minoranza, porta avanti la lotta alle

discriminazioni all’interno delle Chiese, soprattutto riformate, qualche volta anche cattoliche. Nel

corso della ricerca dei testimoni privilegiati, da un importante attivista era stato fatto il nome di una figura non interna al movimento ma molto impegnata nella divulgazione della cultura LGBT,

Giovanni Dall’Orto; anche questa persona è stata contattata, non avendo però risposto alle domande dell’intervista semistrutturata, ma avendo contribuito al dibattito con le sue riflessioni, è

stata inserita la conversazione successivamente.

per il movimento come Dall’Orto, ha fatto si che si ponesse il problema di ascoltare il parere anche di quei testimoni privilegiati che pur non ricoprendo cariche all’interno del movimento e non

facendone direttamente parte, rappresentano comunque importanti opinion leader sulle tematiche LGBT.

È stata coinvolta quindi, nelle interviste semi strutturate, un’altra persona, sempre esterna al movimento, ma che ha contribuito in modo importante, con la sua attività di scrittore e giornalista, al movimento LGBT italiano: Piergiorgio Paterlini.

È stata poi contattata un’altra figura, nominata dagli attivisti: un ragazzo eterosessuale di Bergamo

che ha deciso di esporsi contro l’omofobia, travestito da “Nazista dell’Illinois”, Giampietro Belotti,

che non aveva mai fatto parte del movimento LGBT ma che dopo la sua azione contro le Sentinelle in piedi, è diventato una figura molto vicina ai movimenti LGBT italiani. A lui non avrebbe avuto

senso porre tutte e 10 le domande dell’intervista non strutturata; gliene è stata posta solo una,

inserita, come conversazione, in seguito. Tutte le interviste sono state realizzate nel corso del 2014.

Di seguito, indichiamo l’elenco per ordine alfabetico delle associazioni LGBT coinvolte, la città sede dell’associazione e i nomi e l’età delle 23+2 persone intervistate; precisiamo anche se l’intervista è avvenuta per mezzo telefonico o via mail.

Interviste semistrutturate a testimoni privilegiati:

Agedo nazionale (Associazione genitori di omosessuali) Milano, Presidente Fiorenzo Gimelli, 60 anni (Intervista telefonica)

Anddos, (Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale) Roma, Presidente Mario Marco Canale, 53 anni (Intervista telefonica)

Arcigay nazionale, Bologna, Presidente Flavio Romani, 47 anni (Intervista telefonica) Arcilesbica nazionale, Bologna, Presidente Paola Brandolini, 42 anni (Intervista via e-mail)

Caos, Collettivo Antifascista Omosessuale, Caserta, risposta “collettiva”; Under 25 (Intervista via e-mail)

Circolo Tondelli LGBTI, Bassano del Grappa (VI), Presidente Giuseppe Sartori, 41 anni (Intervista telefonica)

Famiglie Arcobaleno, Milano, Presidente Giuseppina La Delfa, 51 anni (Intervista telefonica) Fuori! (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano) Torino, Angelo Pezzana, Fondatore, 74 anni (Intervista telefonica)

Lista Lesbica Italiana (LLI), Milano, Fondatrice, Katia Acquafredda, 50 anni (Intervista via e-mail)

Milk Milano, Circolo Culturale Harvey Milk, Milano, Alessandro Rizzo, Responsabile Cultura, 37 anni (Intervista telefonica)

MIT (Movimento identità transessuale), Bologna, Presidente Porpora Marcasciano, 57 anni (Intervista telefonica)

Orlando, Comitato Provinciale Arcigay di Brescia, Luca Trentini, membro del direttivo ed Ex segretario Arcigay nazionale, 39 anni (Intervista telefonica)

Piergiorgio Paterlini, Reggio Emilia, giornalista e scrittore, 60 anni (Intervista telefonica)

Refo, Rete Evangelica Fede e Omosessualità, Roma, Presidente Giorgio Rainelli, 63 anni (Intervista telefonica)

Rete Genitori Rainbow, Firenze, Copresidenti: Cecilia D’Avos, 54 anni e Fabrizio Paoletti, 49 anni (Intervista via e-mail)

Rete Lenford Avvocatura per i diritti LGBTI, Bergamo, Antonio Rotelli, uno dei Fondatori e Presidente, 39 anni (Intervista via e-mail)

Uaar, Unione Atei Agnostici Razionalisti, Roma, Coordinatore del Circolo, Roberto Sabatini, 65 anni (Intervista via e-mail)

Conversazioni:

Giovanni Dall’Orto, Milano, 56 anni (Intervista via e-mail)

3.2 Le attuali rivendicazioni del movimento LGBT italiano

Prima di presentare una sintesi schematica delle risposte dei ventitré testimoni privilegiati delle ventuno associazioni coinvolte, seguite dalle risposte per esteso date da ciascuno di loro alla domanda proposta, è utile vedere come le rivendicazioni più condivise nel movimento LGBT italiano riguardino: domande di generale equità di trattamento e di parità di diritti delle persone omosessuali nei confronti di quelle eterosessuali, sulla quale tutti sono concordi; il riconoscimento delle coppie omosessuali attraverso istituti giuridici che assicurino la parità di trattamento delle persone LGBT rispetto al mondo eterosessuale; quindi le unioni civili non basterebbero a garantire

questa effettiva parità finché l’istituto matrimoniale resterebbe riservato solo alle persone

eterosessuali. Già su questa richiesta, il movimento mainstream (le associazioni più grandi a livello nazionale) e alcuni esponenti di movimenti locali o antagonisti, non concordano; non tanto sulla non bontà di non garantire anche alle persone LGBT il diritto di sposarsi ed avere famiglia, ma sulla eccessiva concentrazione del dibattito LGBT su queste tematiche (Unioni di fatto; matrimonio; famiglie LGBT) che risultano quelle dominanti. Diffusa anche da parte degli attivisti, la richiesta di

una legge che tuteli le persone omosessuali da atti di violenza, odio ed omotransfobia (l’estensione della legge Mancino ai reati di omo e transfobia). Alcuni attivisti pongono l’accento anche sul migliorare l’accettazione di sé, oltre all’accettazione sociale delle persone LGBT. La lotta alle discriminazioni basate su identità sessuale ed orientamento di genere è un’altra rivendicazione

condivisa da diversi attivisti. Le appartenenti alla minoranza lesbica fanno poi leva sulla necessità di visibilità della componente “L” e femminile, per una parità che oltre a quella tra omosessuali ed eterosessuali comprenda anche quella tra uomini e donne. Mentre la componente T insiste maggiormente su quella che è riconosciuta (ad. es. da Arcigay), come una delle priorità del movimento, ma non sempre presa in considerazione da tutte e da tutti: la richiesta di cambiamento

del nome sui documenti delle persone trans, senza per forza ricorrere all’operazione chirurgica per il

cambiamento del sesso, per ottenere il cambio del nome. Le rivendicazioni più condivise riguardano in sintesi, uguaglianza sociale e giuridica, la parità di trattamento e di dignità, i diritti negati, la sicurezza personale e la prevenzione dagli attacchi omofobici e transfobici, la possibilità

1) RIVENDICAZIONI DEL

MOVIMENTO/ DELLE ASSOCIAZIONI