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PNRR ed Mobilità Sostenibile

UNO SGUARDO AL 2020: GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA E LE PROSPETTIVE DI RIPRESA

Missione 5: Coesione e Inclusione

1.9.2 PNRR ed Mobilità Sostenibile

M2C4.2 Prevenire e contrastare gli effetti del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio Nell’ambito della M2C4.2 sarà finanziata una linea di investimento:

• Investimento 2.2: Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni. L’investimento aumenterà la resilienza del territorio attraverso un insieme eterogeneo di interventi (di portata piccola e media) da effettuare nelle aree urbane. I lavori riguarderanno la messa in sicurezza del territorio, la sicurezza e l’adeguamento degli edifici, l’efficienza energetica e i sistemi di illuminazione pubblica.

M4C1 Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università

Nell’ambito della M4C1 sarà finanziata una linea di investimento:

• Investimento 1.1: Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia. L’investimento permetterà la costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli asili e delle scuole dell’infanzia al fine di migliorare l’offerta educativa sin dalla prima infanzia e offrire un concreto aiuto alle famiglie, incoraggiando la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la conciliazione tra vita familiare e professionale. La misura consentirà la creazione di circa 228.000 posti. L’intervento verrà gestito dal Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’interno, e verrà realizzato mediante il coinvolgimento diretto dei Comuni che accederanno alle procedure selettive e condurranno la fase della realizzazione e gestione delle opere.

M6C2.1 Aggiornamento tecnologico e digitale

Nell’ambito della M6C2.1 sarà finanziata una linea di investimento:

• Investimento 1.2: Verso un ospedale sicuro e sostenibile. L’investimento mira a delineare un percorso di miglioramento strutturale nel campo della sicurezza degli edifici ospedalieri, adeguandoli alle vigenti norme in materia di costruzioni in area sismica. L’esigenza nasce non solo dalla necessità di assicurare la conformità degli edifici all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 (“Primi elementi riguardanti criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e norme tecniche per la costruzione in aree sismiche”), ma, soprattutto, dalla consapevolezza che, tra gli edifici pubblici, gli ospedali rivestono un ruolo strategico in caso di disastro. Gli ospedali non solo svolgono una fondamentale funzione di soccorso della popolazione, ma sono anche fra i più esposti e sensibili nel caso di eventi sismici in quanto ospitano un numero molto elevato di persone.

Sulla base di una ricognizione puntuale condotta dal Ministero della salute nel 2020, è stata individuata la necessità di realizzare 116 interventi per l’adeguamento alle normative antisismiche.

Questi interventi rappresentano l’oggetto del presente investimento insieme alle precedenti azioni per il rinnovamento e l'ammodernamento strutturale e tecnologico del patrimonio immobiliare sanitario. Il volume di investimento complessivo è pari a 1,64 miliardi (di cui 1,0 miliardo relativo a progetti già in essere).

Per l’attuazione di questo investimento si prevede di completare gli interventi entro il secondo trimestre del 2026.

La distribuzione della spesa associata a questo investimento, che ammonta a 1,64 miliardi (di cui 1,0 relativo a progetti già in essere) risulta contenuta all’inizio del periodo, dedicato principalmente all’espletamento delle procedure.

1.9.2 PNRR ed Mobilità Sostenibile

La Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” mira a rendere, entro il 2026, il sistema infrastrutturale più moderno, digitale e sostenibile, in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione

indicata dal European Green Deal (in particolare la

“strategia per la mobilità intelligente e sostenibile”, pubblicata il 11 Dicembre 2020xii) e di raggiungere gli

obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Gli investimenti previsti sono in linea con quanto descritto all’interno del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che attribuisce ai trasporti un

“rilievo prioritario alle politiche per il contenimento del fabbisogno di mobilità e all’incremento della mobilità collettiva, in particolare su rotaia, compreso lo spostamento del trasporto merci da gomma a ferro”

(Tabella -6).

Tabella -6. Risorse PNRR (mld€) per la Missione 3 “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”

Ambiti di intervento / Misure PNRR

M3C1 - Investimenti sulla Rete Ferroviaria 24,77 M3C2 - Intermodalità e Logistica integrata 0,63

TOTALE MISSIONE 3 25,40

NOTA: I totali potrebbero non coincidere a causa degli arrotondamenti Fonte: PNRR

L’attuale sistema delle infrastrutture del trasporto in Italia sconta carenze e ritardi che hanno effetti significativi sul potenziale di crescita e sulla competitività del Paese dovute al perdurare dei forti divari territoriali, sia fra Nord e Sud ma anche tra aree urbane e aree interne e rurali. Di fatto tali carenze e ritardi limitano di fatto le possibilità di movimento delle persone, lasciando intere comunità isolate e rappresentando così un forte ostacolo alla convergenza economica. quelli maggiormente responsabili delle emissioni climalteranti, con un contributo pari al 23,3% delle emissioni totali di gas serra (pur essendo diminuite del 2,7% nel periodo 1990-2017xiii). La Commissione condizioni di parità con il trasporto esclusivamente su stradaxii.

La mancanza di un efficiente sistema infrastrutturale ha effetti anche sul trasporto delle merci: in assenza di collegamenti ferroviari efficaci ed efficienti, il trasporto su strada rimane l’opzione principale, difatti: le merci viaggiano per circa per il 54,5% su strada (circa 100 miliardi di tonnellate-km) e per circa l’11 % su rotaia (rispetto al 18,7% circa in Europa), con conseguenti congestioni e problemi di sicurezza lungo le arterie

autostradali. Per poter aumentare i volumi delle merci su rotaia, sarà necessario non solo aumentare la capacità della rete e dei nodi ma occorrerà migliorare anche i collegamenti tra la rete ferroviaria e i porti e gli aeroporti. In questo ambito, la Commissione Europea indica l’obiettivo di aumentare il traffico merci su rotaia del 50% entro il 2030 e di raddoppiarlo entro il 2050xii. Ultimi, anche se non meno importanti, bisognerà potenziare le infrastrutture e i servizi digitali nei porti e negli aeroporti e più in generale la competitività del sistema della logistica.

Date queste premesse, la Missione intende realizzare opere necessarie ad incrementare lo sviluppo economico del Paese, contribuendo al tempo stesso al raggiungimento dei target europei di riduzione delle emissioni e di progressiva decarbonizzazione della mobilità. Inoltre, tali investimenti saranno principalmente mirati a supportare quei territori meno collegati e saranno quindi volti a colmare il divario fra Nord e Sud e tra le aree urbane e aree interne e rurali del Paese favorendo la coesione sociale e la convergenza economica tra le aree del Paese ed uniformando la qualità dei servizi di trasporto su tutto il territorio nazionale.

La Missione si articola in due componenti:

1. Investimenti sulla rete ferroviaria destinati allo sviluppo del sistema ferroviario italiano: l’obiettivo principale è potenziare il trasporto su ferro di passeggeri e merci, aumentando la capacità e la connettività della ferrovia e migliorando la qualità del servizio lungo i principali collegamenti nazionali e regionali, anche attraverso il rafforzamento dei collegamenti transfrontalieri.

UNO SGUARDO AL 2020: GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA E LE PROSPETTIVE DI RIPRESA

21 2. Intermodalità e logistica integrata: prevede

interventi a supporto dell’ammodernamento e della digitalizzazione del sistema della logistica.

In stretta connessione con questa Missione, a valere su risorse nazionali, verranno anche realizzati investimenti per la Sicurezza stradale 4.0, al fine di migliorare la sicurezza e la resilienza climatica/sismica di ponti e viadotti, utilizzando le soluzioni fornite dall’innovazione tecnologica e in un’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici; saranno finanziati interventi per lo sviluppo del sistema portuale per il miglioramento

della competitività, capacità e produttività dei porti italiani, con una particolare attenzione alla riduzione delle emissioni inquinanti; si realizzeranno infine ulteriori interventi di rafforzamento del Servizio ferroviario regionale.

Complessivamente, gli investimenti previsti sono coerenti con la strategia nazionale sulla mobilità del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS), come delineata nel documento di programmazione “Italia Veloce” allegato al DEF 2020xiv.

1.10 Politiche presenti in Italia ed obiettivi di risparmio energetico conseguito

(Corte di Conti - M. L. D’Autilia)

Le politiche avviate dall’Italia negli ultimi anni nell’ambito dell’efficientamento energetico e della riqualificazione edilizia del patrimonio immobiliare pubblico e privato, hanno permesso di avvicinare il Paese al conseguimento dell’obiettivo minimo di risparmio energetico cumulato pari a 25,5 Mtep di energia finale stabilito per gli anni 2014-2020 ai sensi dell’articolo 7 della Direttiva 2012/27/UE.

Gli strumenti impiegati, quali lo schema d’obbligo basato sui Certificati Bianchi e specifiche misure alternative (in particolare Superbonus 110 per cento, Ecobonus, Bonus casa, Conto termico, Fondo nazionale per l’efficienza energetica e il Piano impresa 4.0) - su cui si calcolano i target dei risultati attesi di risparmio fino al 2030 - costituiscono ad oggi le leve per spingere le amministrazioni pubbliche e il settore privato ad effettuare investimenti funzionali al raggiungimento degli obiettivi nel settore degli edifici.

Nonostante i miglioramenti ottenuti e l’impiego di significativi incentivi fiscali, il settore residenziale civile continua ad essere responsabile in Italia di circa il 45%

dei consumi finali di energia e del 17,5% delle emissioni dirette, segnalando pertanto la necessità di ridefinire, con profili più appropriati, ma anche con procedure più snelle, gli strumenti finora impiegati.

La Corte dei conti, nell’ambito del Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021, ha svolto un approfondimento sulle politiche di efficientamento energetico, sottolineando come il 2020 abbia rappresentato un anno di particolare interesse per il settore. Le analisi si sono concentrate sia sulle recenti modifiche normative mirate sostanzialmente alla semplificazione dei profili procedurali di alcune misure alternative, sia sulle caratteristiche di alcuni incentivi

fiscali, quali il Superbonus 110%, l’Ecobonus, il Bonus casa, sia, infine, sullo stato di avanzamento dei programmi di investimento in efficientamento energetico finanziati con risorse pubbliche.

La reazione positiva e piuttosto rapida del mercato privato delle ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche legato, in particolare, a specifiche misure quali il Conto termico, l’Ecobonus e il cd. Superbonus, rappresenta un inequivocabile segnale di rilancio per le imprese del settore edile. Profondamente segnate dalla crisi determinata dalla pandemia e più esposte, rispetto ad altri settori, oltre che per la caduta della domanda interna anche per l’acuirsi delle difficoltà di accesso al credito, le imprese di costruzione sembrano aver colto l’opportunità del Superbonus – che traina, ora, oltre il 60 per cento degli interventi – per ripartire.

Tra il 2009 e il 2018 i contribuenti che, in base ai dati delle dichiarazioni dei redditi, hanno usufruito delle detrazioni per ristrutturazioni risultano essere circa 10 milioni, 2,7 milioni coloro che le hanno utilizzate per riqualificazioni energetiche. Una platea che si rileva soprattutto tra i proprietari di abitazioni con redditi più elevati ma che nel 2018 mostra aumenti di spesa, in particolare per il risparmio energetico, in tutte le classi di età e di reddito, stimolate dalla cessione del credito introdotta nel 2016.

Il Rapporto sottolinea, tuttavia, che tali misure – in particolare le detrazioni fiscali - pur apprezzabili sotto il profilo dello stimolo al mercato, se da un lato consentono di perseguire importanti obiettivi di sostenibilità ambientale e di rilancio economico di specifici settori produttivi, costituiscono anche componenti di spesa con impatti significativi sul bilancio pubblico nel medio e nel lungo periodo.

Inoltre, le misure alternative adottate fin qui, potrebbero accrescere la loro efficacia se ricondotte in un quadro più organico rispetto a quello attuale, dal momento che l’eccessiva frammentazione e il loro mancato coordinamento costituiscono, insieme alla complicazione amministrativa, gli ostacoli maggiori al loro impiego, ma anche all’esercizio di una appropriata attività di controllo da parte delle agenzie governative.

Linee di riforma che dovrebbero puntare a superare le criticità che si segnalano, inoltre, nei programmi di finanziamento dell’efficientamento degli edifici delle amministrazioni pubbliche sia per lo scarso impiego delle risorse stanziate, sia per le lentezze nello svolgimento delle procedure di gara, sia, infine, per quanto riguarda il coordinamento tra amministrazione centrale, regioni e comuni.

Il Rapporto si sofferma, infine, su quelli che dovranno essere gli adattamenti richiesti per ottenere uno sviluppo degli interventi nei prossimi anni.

Il rispetto degli obiettivi di sostenibilità ha ormai inciso sui contenuti e sulle caratteristiche di una domanda che si muove su livelli tecnologici sempre più avanzati per un settore tradizionalmente caratterizzato da un’offerta con standard medio/bassi di specializzazione.

I piani di investimento che interesseranno il settore nei prossimi anni, per essere conformi a tali obiettivi non potranno, pertanto, più prescindere dalle condizioni determinate dal rilievo che riveste la componente tecnologica e che potrebbe avere effetti rilevanti sui mercati dell’energia sia dal lato della domanda che dell’offerta con riverberi sulle politiche fiscali di ciascun Paese. Appropriate politiche di formazione mirate al potenziamento delle competenze tecniche del capitale umano delle imprese impegnate nelle ristrutturazioni dovranno accompagnare tale processo allo scopo di elevare la capacità produttiva richiesta dal passo e dalla dimensione finanziaria degli investimenti sul patrimonio immobiliare sia pubblico che privato.

Va sottolineata, inoltre, l’importanza della diffusione dei diversi modelli di investimento che, soprattutto attraverso l’attrazione di capitale privato, hanno iniziato a introdurre, anche nel settore dell’efficientamento energetico, elementi positivi sulla dotazione infrastrutturale del sistema economico e potrebbero determinare, in prospettiva, aumenti del prodotto con effetti di lungo periodo sulla crescita così da ripagare lo sforzo sostenuto sia dal settore pubblico

che da quello privato. Gli effetti nel tempo, in termini di riduzione delle emissioni, delle politiche di riqualificazione ed efficientamento del parco edilizio, del resto, potranno essere significativi se potranno contare su una programmazione integrata e mirata a interventi di riqualificazione profonda.

Emerge, infatti, dagli approfondimenti del Rapporto, che nel corso degli anni si sono aggiunte, a quelle più tradizionali, nuove forme di finanziamento degli interventi come nel caso dei contratti di efficientamento energetico (EPC) che hanno allargato le modalità di attuazione delle politiche da parte dell’operatore pubblico. La diffusione di nuovi profiling di imprese come le società di servizi energetici (ESCo), particolarmente attive, sia in ambito privato che in quello pubblico per la fornitura di tutti i servizi tecnici, commerciali e finanziari necessari alla realizzazione di interventi garantiti a livello contrattuale e finanziati tramite terzi, ha introdotto ulteriori elementi di novità.

In sostanza, la complessità contrattuale degli strumenti utilizzati e gli spiccati elementi tecnici del settore mettono in evidenza la necessità, soprattutto per le amministrazioni pubbliche, di disporre di appropriate competenze specialistiche per la predisposizione dei capitolati così come per la definizione di valutazioni adatte a prevedere l’andamento dei mercati e gli effetti indotti dai cambiamenti tecnologici. Per contribuire a ridurre i costi di transazione, diventa pertanto necessario incoraggiare, ulteriormente, in questo ambito, la standardizzazione dei contratti e degli strumenti finanziari a livello nazionale ed europeo anche utilizzando esperienze che provengono dalle migliori pratiche e da approcci innovativi.

Sarà necessario in prospettiva, soprattutto laddove sono impegnate ingenti risorse pubbliche, dotarsi di adeguati sistemi di monitoraggio e controllo sulle certificazioni energetiche, nonché sui principali nodi della filiera produttiva, allo scopo di accertare la dimensione degli impatti sia sugli obiettivi di risparmio energetico che di riduzione delle emissioni.

Il Piano di ripresa e resilienza potrebbe costituire, in tal senso, l’occasione per ridefinire il perimetro delle misure alternative che ricadono nell’area di policy dell’efficientamento energetico nell’ambito di una programmazione degli investimenti che possa contribuire, attraverso le importanti connessioni con altri settori d’intervento, a rafforzare il percorso di

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23 decarbonizzazione delineato attraverso un impiego appropriato delle risorse nazionali ed europee.

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