quel
medesimo,
tessendo 1’ elogio del quale il povero BartolomeoGamba
morìimprovvisamente
all’Ateneo
di Venezia, congrande
orrore e pietà degli astanti, ai quali rimase impresso ilnome
dell’illustre cencdese-americanocome una memoria,
senza sua colpa, funesta.Marco
Fassadoni (1753-1813) versato in filosofia, letteratura, scienza ed arti, dotato di straordinariame-moria, eruditissimo, attivo pel patrio decoro. Volgarizzò Genovesi, Condillac, Ossian.
Gaspare
Gozzi affidò a lui ilproseguimento
deldizionario d’arti e mestieri,cominciato dal Grisellini.Di
lui lessiuna
curiosissimadissertazione, fatta collamaggiore
serietà: Gionala nella balena.Un
FerroGiovanni
(1775-1833) tanto eloquente che fu portato in trionfo al terminare d’un dibattimento, inPadova
: tanto onesto e passionato del bene,che morì pernon
avere potuto salvar dal patibolo, allora tuttavia in attività,un
uccisore della propria amante.Nomino
extraun
Lasinio per la maravigliosacele-— 43 —
nàtaconcui incideva. In ventiminutila
Regina
d’Etruriai/ide scultala propria
immagine
daquel fulmineo bulino.Di monsignor
Sebastiano Soldati piacemi riportare:)iù oltre l’elogio, con quello di
Monico
patriarca.Di Giuseppe
Monico, arciprete di Postioma, (1769-[1829) son piene lememorie
di queltempo
; pochihanno
ivuti e meritati maggiori
encomi
dai buoni e dai cultori Ielle belle lettere.Bianchetti stava scrivendone 1’ elogio ; entra Dal-Mistro e gli detta improvviso :
«Un dolce portamento, una favella Pronta, faconda, un sempre lieto ciglio,
Un amabile tratto, un’alma bella, Uno in non vecchio cor vecchio consiglio Tutto seco rapì la cruda ecc. »
Appartiene a questa schiera,
quantunque
morisse, nel1859
più che ottantenne, Agostino Fapanni, quel-l’eruditoagronomo,
filologo e cosìvariamente
colto che tutti noiconoscemmo.
Il celebre dott. Fario nel tesserne l’elogio
impiegò
quattordici grandi pagine soltantonegli elenchi: 1. dello opere diFapanni
già stampate; 2. in quelle ineditepos-isedute dal figlio Francesco Scipione; 3. nella lista degli impieghipubblicie delle magistrature daluicoperte;4. in quella delle
Accademie
a cui fu ascritto;5. degl’ illustriconcui
mantenne
corrispondenza epistolare ; 6. conquella dei grandi personaggi a cui ebbe devota osservanza, e antica consuetudine.Della robusta
compagine
di questa intelligenza, pa-ragonabile alle piante secolari, protettrici benefiche della terra e degli animali, che ci stanno d’accanto, io credo aver tutto detto con questo solo accenno dell’esposizione— 44 —
di tante opere, di tanti onori, di tante cariche, di tante onorate amicizie letterarie e scientifiche.
E
quindiinutileche si riporti aduna
ad una. Scrisse della coltivazione delpomo,
sulla coltura del trifoglio in-j
»
carnato, dellapiantagione delfrumento negliannidi care-stia, sullino, sulla segala, sulla pastorizia, ecc.
Trattò
un argomento
che adesso sarebbe vitale e« palpitante d’ attualità. »
Del
pensionatico, ossia della servitùdel pascolo invernale delle pecore in alcuni paesi di pianura nelle provincie venete.Quantunque
natoagronomo,
e miglioratoredelle raz-zebovine,compose
versi.Anzi non manca
allanotail poe-metto, ora si direbbe colpa inevitabile degli scrittori an-tichi, di cui gli die’ soggetto il Castello di Mestre.Rac-colse i Proverbi del
buon
contadino, le delizie della vita campestre da celebri artisti antichi e moderni. S’occupòdi fiori, di frutti, di
memorie
storichecome
le relazioni ecommenti
sopra il capitolare di CarloMagno,
inseritiJ
negli atti dell’Istituto di Venezia.
Era
ancorain questi ultimi anniun
amabile vecchio chene
sapea di tutto, forse troppo;una
conversazione inesauribile, colta, istruttiva; buono, avea presa la vita dal suo lato più solido, più pacifico, e proficuo.Conosceva
tutti; da lui ebbi relazione d’una visita fatta da
un
La-ida, inviato della Serenissima a Luigi
XV
; eglimi
di-pinseindue
parole quel sovrano, e con che sguardogelido riceveva alpetit lever, lavandosi la faccia luinume;
tra icortigiani, poco più che castori o scimmie.
F
apanni, veneratore del Cesarotti,non
iscriveva terso, da vecchio studiò la lingua, essendomembro
dei-fi Istituto veneto, nella
commissione
di lingua italiana con Venanzio, Cittadella, Bianchetti.Non
pertanto più omeno
tersoha sempre
scritto.Era dell’
Accademia
dei Filog’lotti di Castelfranco la pale, dice la prefazione d’una
raccolta di versi degli accademici Monico, Pezzoli, Barbieri, Dalmistro,Pup-pati, Carrer, « ebbe la
prima
origine dauna
società di pochi amici, che desiderosi di coltivare la natia fa-vella, di tratto in tratto in lieta brigata raunavansi : ed ora con metriche leggi, ora con iscioltosermone
tratta-vano
alcun proposto argomento, ecc. » I proposti argo-mentivolgevano
intorno a vari soggetti, temi sacri; fiu-mi, fiori e frutti.Una
volta toccò aFapanni
trattare del /pomo.E
potete credere se ci andò divena
ilconsumato agronomo
!Le
eransolennità, finivano in simposi, lo dico alla latina perchè in quei desinari da pievani, rallegratinon
da toast,ma
da schiettievviva
e danegro
vino no-strano, tutto era classico, le personecome
le cose, idiscorsi, vorrei dire fino i polli e la dindia arrosta, al-la quale dopo che egli
avea
brillato nelle dotte auleaccademiche
, il
bravo
Dalmistro facea validamente onore.Di
tante sue opere io trascrivo quattro versi lati-ni, dalui scritti sotto il suo ritratto, che litografò somi-gliantissimo Francesco Pesce, e che sta fra gli illustri italiani, nel Seminario patriarcale di Venezia.Ad Sileris fontes natum, me dulcis alebat Desius altinas, genitori rara colentem
Ipse ego, qui simul Astreae, Ceserisque minister, Finibus atque agris collegijura regundis.
I quali distici furono così tradotti dal cav. dott. Filippo Scolari.
- 46 —
Nato ai fonti dol Sii, me 1’altinate Dese nutrì amoroso,
Del padre a coltivar lo terre amate;
Quell’ io, eh’ egli vedea
Ministro insiem di Cerere e d’Astrea:
La cui mano i diritti ha in un raccolto
Che a reg-g-ere i confini e i campi han tolto.
Tra
le cose inedite dell1 instancabileFapanni
ce n1 è d1 importantissimecome
la dissertazione intorno al quesito:Qual
sia il mezzopiù
economico di prov-vedere ai figliabbandonaticolminor
aggravio dello Stato ecc. e T altra della Legislazione e Giurisprudenzaagra-ria; opera voluminosa, vari
frammenti
della quale ven-nero letti all1
Istituto veneto.
Agostino
Fapanni
scrisseanche
la biografiadei-fiabate Lorenzo Cricco, che fino dal 1792, si die1 a co-noscere per la sua versione delle egloghe di Virgilio, a cui tennero dietro le Rusticali, creazione sua,che
non
fu però fiultima, nè la sola applaudita.Nella storia della nostra letteratura trovò posto d1 onore Michele
Colombo,
(
1747-1838
) altro
emulo
di Gozzi, filologo, maestro del Porta parmense, lasciò dottistudi sul
Decamerone, un
trattato sugli scacchi ecc.Ghirlanda
Gaspare
(
1768-1837
)
medico
lodatissi-mo, fondatore dell1
Ateneo
di Treviso « dotto, franco, leale, benefico, venerato è compianto. »Amalteo
Francesco(
1767-1838
) ultimo della
il-lustre famiglia degli Amaltei da Oderzo,
no
continuòla bella fama, per gentilezza d1 animo, valor di lette-rato e di filologo distinto.
Viviani ab. Quirico da Soligo
morto
poco più che cinquantenne, nel 1835, poeta e filologo; scrisse can-zoni militari.— 47 —
Tornitane» Giulio Bernardino