• Non ci sono risultati.

III. IL CINEMA POLITICO CONTEMPORANEO

3.3 Tipologie di «Uomini contro»: tra ricchi e poveri.

3.3.1 Postilla sul metodo.

Prima di entrare nel merito dell’analisi occorre aprire una breve parentesi sulle modalità di lavoro che hanno indirizzato la presente ricerca. Innanzitutto, la scelta dei film. Come già accennato in precedenza (cfr. 1.2), stabilire quali

film rientrino o meno nella categoria del cinema politico non è cosa così immediata. Molti, infatti, avrebbero tutte le ragioni per non ritenere effettivamente pertinenti all’ambito prodotti come Romanzo criminale di Michele Placido (2005) o Il partigiano Johnny di Guido Chiesa (2000), entrambi adattamenti di opere letterarie131 e maggiormente riferibili ai generi dello storico, del poliziesco o al film di guerra. Così come molti si troverebbero in disaccordo nel riscontrare l’assenza, all’interno dell’elenco stilato, di film o documentari incentrati sull’analisi di uno specifico tema sociale (di valenza anche politica, quindi), come la questione ampiamente dibattuta dell’immigrazione straniera in Italia o ancora del precariato lavorativo o delle morti bianche. Rispetto a questi temi, mancano ad esempio all’appello film come Inatteso di Domenico Distilo (2005), Tutta la vita davanti di Paolo Virzì (2008) o Morire di lavoro di Daniele Segre (2008). Osservazioni lecite, ma che devono tener conto dell’impossibilità, come già detto, di poter fornire la categoria in esame di confini netti o anche solo di confini propriamente detti (ammesso che ciò sia possibile in generale per qualsiasi azione tassonomica che tenga conto esclusivamente dell’ipotetico genere cinematografico di appartenenza).132 Quel che ne deriva a livello operativo è, per forza di cose, un

131

Il film Romanzo Criminale di Michele Placido è tratto dall’omonimo best-seller dello scrittore e magistrato Giancarlo De Cataldo (G. DE CATALDO, Romanzo criminale, Einaudi, Torino, 2002); Il partigiano Johnny di Guido Chiesa è invece tratto dall’opera omonima di Giuseppe Fenoglio, pubblicata postuma dalla Einaudi nel 1968. La derivazione letteraria di tali film non è comunque discriminante nel definirne o meno l’appartenenza al genere politico, anzi. Buona parte dei più noti film dell’epoca d’oro del genere politico sono infatti derivanti sia da soggetti originali che da testi letterari anche celebri, come ad esempio Uomini contro di Francesco Rosi (1970), tratto dal libro di Emilio Lussu, Un anno sull’Altipiano (1938) o l’opera di Leonardo Sciascia, letteralmente saccheggiata dal cinema anni Settanta (citiamo a riguardo A

ciascuno il suo, 1967 e Todo modo, 1976 di Elio Petri; Il giorno della civetta, 1968 di Damiano

Damiani; Cadaveri eccellenti, 1976 di Francesco Rosi). 132

La difficoltà di poter giungere ad un’unica modalità classificatoria del genere politico può essere riscontrata anche all’interno dello speciale di Close-up, realizzato da Roy Menarini e Giovanni Spagnoletti (cfr. R.MENARINI –G. SPAGNOLETTI, Forme della politica nel cinema

italiano contemporaneo, op. cit.), al cui interno troviamo citati, oltre a prodotti unanimemente

circoscrivibili all’ambito politico, anche film di svariata origine e matrice (il saggio di Paolo Noto sulla politica del cinema comico-farsesco, ad esempio, o di Alice Autelitano sulla recente produzione di comici e istrioni imprestati, più o meno temporaneamente, al cinema).

compromesso, totalmente e consapevolmente discrezionale, e per questo passibile di essere criticato e modificato in ogni momento.

Ad ogni modo, resta il fatto che per poter operare una scelta, ci si è comunque dovuti imporre dei distinguo. Innanzitutto, quindi, si è optato per quei film che si sono in qualche modo dichiarati al pubblico fin dal loro primo annuncio quali prodotti intenzionalmente “politicizzati” (pensiamo ai vari film di Sabina Guzzanti o di Nanni Moretti, per fare degli esempi chiari), o che hanno comunque suscitato un dibattito sociale e critico incentrato in modo prioritario sulle tematiche affrontate all’interno del film (dal Divo a Prima Linea). Attenzione particolare, poi, è stata data a film che potremmo generalmente inserire nel sotto-genere dei “film di mafia” (Placido Rizzotto, Giovanni Falcone, I cento passi e vi discorrendo, l’elenco è abbastanza corposo), per l’importanza che tale tema da sempre possiede nel contesto socio- politico italiano. E ancora film intesi a indagare i cosiddetti misteri d’Italia (I banchieri di Dio, Pasolini - un delitto italiano, Segreti di Stato) oppure volti alla ricostruzione di vicende più o meno recenti della storia italiana, particolarmente significative per il loro impatto sull’opinione pubblica (da Vajont a Carlo Giuliano, ragazzo). Nel complesso, si è cercato di non prendere in esame film più propriamente circoscrivibili ad altri generi cinematografici, innanzitutto all’ambito della commedia, benché la più recente produzione abbia dimostrato di saper dar vita a prodotti in grado di sollevare questioni e aspetti socio-politici di non scarsa rilevanza (nella migliore delle tradizioni della commedia italiana). Pensiamo, a riguardo, al già citato Paolo Virzì con N - Io e Napoleone (2006), rivisitazione più o meno esplicita dell’inquietante potere carismatico di Berlusconi tradotto in sala napoleonica, ma anche alla produzione di Giulio Manfredonia, tra cui l’ironica favola sul post-Basaglia di Si può fare (2008).

Le specifiche potrebbero continuare ancora. Di certo, se da un lato si è riusciti a mantenere una certa coerenza nell’ambito di quei film prodotti e distribuiti all’interno del circuito che abbiamo definito in precedenza come

“istituzionale” (complice anche il numero più ridotto di film realizzati), diverso è stato il caso della categoria “underground”, molto più ricca da questo punto di vista di opere che, per un motivo o per l’altro, avrebbero potuto concorrere all’inserimento in elenco. Innanzitutto, si tratta in buona parte di film documentari, il che basta già di per sé a complicare in modo significativo la tentata operazione di discernimento, per la variabilità di prodotti che tale macro- genere può contenere (dalle sue forme più “pure” a quelle più ibride della docu- fiction). Anche in questo caso, comunque, si è optato per quei film che avessero in qualche modo raggiunto un buon livello di notorietà, sia tramite articoli pubblicati all’interno della critica specializzata (sempre e comunque aggiornata sulla produzione filmica dentro e fuori i circuiti istituzionali) che, soprattutto, tramite i canali meno ufficiali del web e del passa-parola, innescato ad esempio da specifici social network (a riguardo, molto utili sono state le segnalazioni rintracciate all’interno di forum virtuali gestiti da gruppi sociali più o meno schierati, come i Meetup di Beppe Grillo o alte tipologie di blog di matrice marcatamente politica).133

La cernita si è quindi conclusa con la raccolta di un corpus complessivo di film, più o meno variegato sotto il profilo dello stile di realizzazione adottato quanto dei temi affrontati, esito di un compromesso operativo che si è comunque dimostrato efficace per poter ottenere una panoramica il più possibile dettagliata circa i “meccanismi di funzionamento” del settore (non interessa in questa sede entrare nel merito specifico dei contenuti di ogni singolo film, aspetto questo per il quale rimandiamo alle analisi estetiche ed interpretative già abbondantemente presenti in letteratura).134

133

Sono stati infatti vagliati i “consigli di visione” pubblicati all’interno dei vari Meetup, comunità virtuali simpatizzanti per Beppe Grillo, sorte in abbondanza a partire dal 2006, ma anche all’interno di blog antitetici di matrice marcatamente destrorsa, come il caso del circolo di cultura politica “Destra di popolo” (cfr. www.destradipopolo.net).

134

I già citati volumi di Picchi ed Uva, della rivista Close-up, il volume di Fantoni Minella, Non

riconciliati, ma anche tutta la produzione critica presente nelle riviste specializzate (Cineforum, Segnocinema, Duel) ma anche da recensione generalista, che non mancano di commentare ogni

Rispetto ad ognuno dei film selezionati si è quindi cercato di raccogliere una serie di dati che saranno poi oggetto d’analisi nei capitoli successivi. Nello specifico, si è rintracciato l’insieme delle figure coinvolte in fase di produzione (abbastanza frequenti le co-produzioni e/o collaborazioni con case estere) e di distribuzione in sala (più ridotto in questo caso il numero di operatori, per la nota conformazione a clessidra del settore cinematografico).135 Circa i film che hanno raggiunto una commercializzazione in sala, si è quindi rintracciato ove possibile l’incasso totale ottenuto. A riguardo, però, occorre compiere una precisazione importante rispetto alle fonti e alle cifre reperite. Come già sollevato da Barbara Corsi:

[…] un certo smarrimento coglie chi si trovi a scavare nelle cifre del cinema cercando di identificare dati sicuri e definitivi sui film prodotti, gli incassi, gli spettatori.136

Questo perché i dati forniti dalla Siae - Società italiana autori ed editori e da Agis-Cinetel, principali enti di rilevazione del mercato cinematografico italiano, raramente coincidono, talvolta con discrepanze anche significative. Motivo per cui capita spesso di riscontrare, all’interno della critica specializzata quanto della letteratura prodotta sul tema (quindi non solo nel mare magnum di internet), incoerenze nella citazione dei dati relativi agli incassi, il più delle volte forniti senza fonte. Ciò comporta l’impossibilità di poter considerare realmente attendibili, cioè effettivamente corrispondenti a realtà, i dati raccolti a riguardo.137 Ciononostante, benché parziali e imprecisi, tali dati possono

135

Cfr. F. PERRETTI – G. NEGRO, Economia del cinema: principi economici e variabili

strategiche del settore cinematografico, Etas, Milano, 2003.

136

B.CORSI, Con qualche dollaro in meno, op. cit., p. 12.

137

A ciò si aggiunge che non è stato in alcun modo possibile definire un unico lasso di tempo sul quale calcolare gli incassi raccolti dai film in analisi, con il risultato di avere dati relativi a periodi di rilevazione estremamente variabili, che vanno dal singolo mese successivo all’uscita del film in sala, all’intero arco temporale del suo potenziale sfruttamento, ovvero dalla sua uscita fino al momento attuale. Lacuna che viene però colmata dal fatto che la stragrande maggioranza degli incassi effettuati da un film in sala avviene a ridosso delle prime settimane di uscita, per cui è verosimile che i dati pur raccolti a distanza di tempo non incrementino in modo significativo rispetto ad una rilevazione effettuata a ridosso del primo periodo di uscita in sala.

comunque restituire il “polso della situazione”. Rendere conto, cioè, in modo esclusivamente indicativo, circa la bontà commerciale di un determinato prodotto immesso sul mercato. Per quanto ci riguarda, quindi, abbiamo comunque ritenuto utile un ricorso ai dati in questione, pur in modo circostanziato e consapevole dei limiti proposti. Per ottenere una conformità nei parametri di valutazione tra film e film, si sono quindi presi in considerazione i dati raccolti tramite il sistema di rilevazione dell’Agis-Cinetel,138 e laddove si fossero riscontrate lacune riguardo a determinati film (purtroppo le banche dati di cui ci si è serviti non sempre si sono dimostrate complete) si è integrato ove possibile con fonti alternative (soprattutto portali internet e pubblicazioni specifiche).139

Per quanto riguarda i dati relativi ai finanziamenti pubblici, invece, ci si è affidati alle relazioni annuali sull’utilizzo del Fus-Fondo unico per lo spettacolo, stilate dalla Direzione generale per il cinema e pubblicate sul sito del Ministero dei beni culturali.140 Relazioni che, dal 1994 al 2009 hanno modificato ampiamente struttura e precisione nella presentazione dei dati, con un netto miglioramento in termini di accuratezza e dettaglio man mano che ci si avvicina ad anni più recenti.141 Infatti, se è ad esempio possibile ottenere indicazioni abbastanza precise circa l’ammontare del contributo alla produzione stabilito per un determinato film – il quale, però, può non corrispondere necessariamente all’ammontare effettivamente erogato, la cui cifra può risultare superiore o inferiore – diverso è il caso dei contributi sugli incassi o per le attività di

138

Dal 1958 il settimanale dell’Agis Giornale dello spettacolo pubblica periodicamente sull’inserto Borsa Film i dati su spettatori, incassi, giorni di programmazione di ogni singolo film uscito nelle sale. Dal 1995 il sistema Cinetel elabora i dati che arrivano ogni giorno dagli esercenti, ma esclude tutti quegli spazi dove il film vive una vita oltre la prima visione, come le arene estive, i cineclub e le rassegne.

139

Nello specifico, si è consultata la banca dati pubblicata online sui portali www.mymovies.it, www.cinemaitaliano.info, www.imdb.it, e i dati pubblicati all’interno del Dizionario del cinema

italiano edito in più volumi dalla Gremese.

140

Cfr. www.spettacolodalvivo.beniculturali.it. 141

A ciò si devono poi aggiungere le variazioni di legge che si sono susseguite tra il 1994 e il 2009, e che hanno ovviamente modificato modalità, tipologie e percentuali di stanziamento.

promozione, rispetto ai quali abbiamo dati specifici sui singoli film solo per gli ultimi anni di produzione.

Inoltre, considerando ovviamente centrale per il nostro discorso anche un’analisi dei mercati cosiddetti secondari, si è cercato di rintracciare dati relativi al mercato home video e a quello televisivo rispetto ad ogni singolo film. Per quanto riguarda il mercato dell’home video, ci si è affidati agli studi realizzati dall’Univideo-Unione Italiana Editoria Audiovisiva,142 in particolare al Rapporto Annuale Univideo sullo stato dell’editoria audiovisiva e redatto ogni anno in collaborazione con Prometeia, società di consulenza e ricerca economica e finanziaria. Le rielaborazioni pubblicate in tali rapporti, però, riguardano il comparto nel suo complesso e non è stato purtroppo possibile ottenere dati specifici, relativi cioè al numero di vendite, di noleggio e di introiti prodotti dal singolo film commercializzato. Per quanto riguarda l’ambito televisivo, la raccolta dati è stata alquanto difficoltosa per l’inesistenza di un sistema di rilevazione ufficiale circa il numero di passaggi sul piccolo schermo (sia per i canali generalisti che per quelli a pagamento) relativo ad ogni singolo film. Per questo, ci si è affidati alle indicazioni riportate all’interno della banca dati pubblicata dal sito internet www.cinemaitaliano.info, portale estremamente ricco di documentazione e in costante aggiornamento, creato nel 2005 dai ricercatori Daniele Baroncelli e Simone Pinchiorri.143

Infine, si sono raccolti dati relativi alle singole partecipazioni dei film a festival e rassegne cinematografiche, mettendo in luce le vittorie più prestigiose,

142

Associazione fondata nel 1984 che rappresenta il settore dell’Home Entertainment in Italia e raggruppa al suo interno le principali aziende attive nell’industria dell'audiovisivo (editori audiovisivi, duplicatori/replica tori, imprese tecniche e di post-produzione, enti non-profit). Le imprese che aderiscono all’associazione sono al momento 68, un comparto pari a oltre il 90% del mercato totale (Cfr. www.univideo.org).

143

CinemaItaliano.info è un progetto di promozione e valorizzazione della cinematografia italiana, ed è anche un’associazione culturale che organizza eventi significativi per la cinematografia italiana, come la manifestazione “Italiani Brava Gente”, festival documentario di riflessione sulla società italiana che si tiene a marzo a Firenze, e la Giornata Nazionale del Nuovo Cinema Italiano, che l’ultimo giovedì di novembre promuove in tutta Italia proiezioni ed incontri con registi italiani. Purtroppo, i dati riportati all’interno del sito risalgono solo all’ultimo decennio, riguardano cioè tutti i film prodotti dal 2000 compreso ad oggi. Per le produzioni antecedenti ci si è quindi affidati ad altre fonti come il portale www.imdb.it.

vista anche l’importanza che tali riconoscimenti artistici assumono per questa specifica categoria, non solo rispetto al valore strettamente economico del singolo premio in sé, ma soprattutto per il suo valore in termini promozionali e di spendibilità al fine di ottenere nuovi e/o ulteriori finanziamenti pubblici per successivi progetti.