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Principali accadimenti e rapporti con la Consob nel corso del 2003

Motivi della decisione

3. Principali accadimenti e rapporti con la Consob nel corso del 2003

Alla elencazione di accadimenti relativi all’anno 2003, che vuole essere di ausilio nella comprensione dei fatti oggetto di specifica imputazione, giova premettere alcune informazioni di carattere generale sul Gruppo Parmalat.

Essenzialmente il Gruppo era composto dai due sottogruppi Parmalat e Dalmata spa e il bilancio consolidato della holding Parfin risultava dall’aggregazione del suo bilancio civilistico, dei bilanci consolidati delle due sub-holding Parmalat e Dalmata spa e del bilancio civilistico della Parmalat Netherlands, posseduta direttamente da Parfin8.

A seguito della quotazione in borsa di Parfin risalente al 1990, il Gruppo si era espanso notevolmente, effettuando numerose acquisizioni nel settore alimentare in Europa, Sud Africa, Australia, Nord e Sud America: per il reperimento della finanza necessaria a tali operazioni, era progressivamente aumentato il ricorso alle emissioni obbligazionarie, in un primo periodo individuando la società emittente solo nella holding e successivamente nelle controllate Parmalat Finance Corporation BV e Parmalat Capital Finance9.

Va, inoltre, segnalato che il dato dell’indebitamento complessivo del Gruppo risultante dai bilanci consolidati Parfin -peraltro largamente sottostimato rispetto a quello reale, come verrà meglio illustrato nel prosieguo- era cresciuto di anno in anno in modo esponenziale sino a superare alla data del default (intervenuto il 29 dicembre 2003) l’importo di €/mld 7, a fronte di una liquidità dichiarata superiore ai €/mld 3.

Ai fini di una migliore lettura dei dati di seguito riportati, merita altresì anticipare in modo del tutto sintentico quello che è stato l’andamento delle azioni Parfin nel periodo di interesse, titolo incluso nell’indice Mib 30 dal gennaio 2003 e munito di rating livello

7 Ud. 31.05.06 p. 200 ss trascriz..

8 Per una più articolata descrizione del gruppo si rimanda alla consulenza tecnica del PM (Vol. I, p.

132 ss).

9 Dal 1994 al 2003 il Gruppo Parmalat ha emesso obbligazioni per un totale di €/mln 9.445.816: gli unici prestiti obbligazionari quotati alla Borsa Valori di Milano-Mot sono quelli emessi da Parfin per un totale di €/mln 516, mentre i restanti bonds sono stati emessi da società straniere del Gruppo e quotati in Lussemburgo (cfr. consulenza tecnica del PM, Vol. I, p. 132 ss).

investement grade dal luglio 200010: nel periodo compreso dal 16 aprile 2002 ai primi giorni del novembre 2002 il trend era stato negativo, ma sostanzialmente in linea con l’indice Mitbel; dal novembre 2002 al 13 marzo 2003 si era registrata una perdita della metà del valore del titolo, con un andamento nettamente peggiore di quello dell’indice Mitbel, anch’esso peraltro negativo (ribasso fuori della norma); dal 14 marzo al 3 settembre 2003 si era verificata una performance estremamente positiva, ben oltre quella dell’indice Mitbel (rialzo fuori della norma); dal 4 settembre 2003 in avanti il trend era tornato ad essere negativo e il 29 dicembre 2003 il titolo era stato sospeso in via definitiva dalle negoziazioni11.

Ciò detto, si consideri che il primo intervento della Consob nei confronti di Parfin nel periodo oggetto di interesse risale al marzo 200312.

Nel precedente mese di febbraio, la stampa riportava indiscrezioni circa l’intenzione di Parfin di emettere un prestito obbligazionario presso investitori istituzionali per un importo complessivo pari a circa €/mln 300/500 ad un tasso del 7,75%.

Tale notizia veniva prima smentita dalla Parfin ed in seguito confermata con comunicato stampa del 26 febbraio 200313, in cui veniva precisato che si trattava della prima emissione obbligazionaria totalmente dedicata al mercato degli investitori istituzionali per un totale di

€/mln 500 e che i fondi derivanti dall’operazione sarebbero stati utilizzati solo ed esclusivamente per il ripagamento del debito esistente.

Il mercato non valutava positivamente il ricorso a tale emissione, in quanto il Gruppo Parmalat risultava disporre – in base alle semestrale al 30.6.2002 – di liquidità per un importo complessivo pari a €/mld 3,2. In buona sostanza, la domanda del mercato era la seguente: perché chiedere un prestito con i conseguenti costi/interessi se si ha la cassa piena?

A fronte delle indiscrezioni apparse sulla stampa in merito alle presunte difficoltà economico-finanziarie del Gruppo e del repentino ribasso registrato dalle azioni Parfin , già

10 Assegnato dalla società di rating Standard&Poor: sull’andamento del rating assegnato da tale società cfr. consulenza tecnica del PM, Vol I, p. 119 ss.

11 L’andamento dei sei titoli Parfin negoziati nei mercati gestiti da Borsa Italiana spa (azioni Parfin, warrant Parfin, obbligazioni Parfin relative a quattro distinte emissioni) viene ampiamente illustrato nella Relazione Consob – Divisione Mercati / Ufficio Insider Trading “Andamento dei titoli Parmalat Finanziaria negoziati in mercati regolamentati italiani nel periodo 16 aprile 2002 – 29 dicembre 2003” del 4 febbraio 2004, prodotta all’udienza 31.05.06, all’esito della deposizione testimoniale del dott. Giovanni Portioli, funzionario Consob che si è occupato di tale tematica.

12 Come ricordato dalla Prof.ssa Maria Martellini, sindaco Parfin nel triennio 1999-2001 e sentita in qualità di teste all’udienza del 26.04.06, il precedente intervento della Consob con riferimento ai bilanci Parfin risaliva al 2000: nella specie, la Consob aveva censurato il bilancio consolidato Parfin chiuso al 31.12.1999 relativamente alle modalità di contabilizzazione delle imposte differite e alla mancata indicazione nella nota integrativa del dettaglio dei compensi versati ai singoli componenti degli organi societari.

13 Il contenuto dei comunicati stampa richiamati nel presente paragrafo è oggetto di schematizzazione nella consulenza tecnica del PM, Vol. I, p. 75 ss.

il 27 febbraio 2003 Parfin emetteva due comunicati stampa. Il primo comunicato veniva emesso alle ore 13.54, rappresentandosi le seguenti circostanze: che l’annunciata operazione obbligazionaria era motivata dalla volontà di entrare nel mercato istituzionale e sarebbe stata portata a termine solo qualora le condizioni sarebbero state giudicate convenienti; che il Gruppo continuava a godere di solidità economico-finanziaria; che i risultati dell’esercizio 2002, che sarebbero stati di lì a poco pubblicati, confermavano i positivi trends del Gruppo realizzati in tutti i paesi del mondo; che il volume e la redditività dei primi mesi del 2003 erano al di sopra delle aspettative del Gruppo; che l’attuale posizione finanziaria netta del Gruppo risultava in miglioramento rispetto a quella pubblicata il precedente 30 settembre; che il Gruppo si riservava di perseguire vie legali contro chi aveva divulgato informazioni false e tendenziose relativamente alla solidità e alla credibilità della azienda e dei suoi rappresentanti14. Non essendosi arrestato l’andamento discendente del titolo, alle ore 18.20 Parfin emetteva il secondo comunicato con il quale informava il mercato che non avrebbe realizzato l’annunciata emissione obbligazionaria, in quanto “il costo dell’operazione, date le condizioni di mercato sfavorevoli e prevalenti sia sul mercato del debito sia sul mercato azionario, nonché speculazioni di mercato, non riflette la solidità dei fondamentali di credito del Gruppo”.

Nei giorni successivi le agenzie di stampa continuavano a commentare l’accaduto, riportando le valutazioni espresse da alcuni analisti secondo i quali ci si trovava di fronte ad

“un classico esempio di come un’inadeguata comunicazione societaria e il sinora scarso rispetto delle basilari norme di corporate governance determinino una vera e propria distruzione del valore”.

Attesa la peculiarità della vicenda relativa al bond annunciato e poi ritirato, nel marzo 2003 la Consob chiedeva per le vie brevi al management della Parfin e al revisore principale del Gruppo Parmalat, la società di revisione Deloitte & Touche spa (d’ora innanzi DT)15, chiarimenti in merito alle ragioni della sussistenza di un alto livello di liquidità (secondo il progetto di bilancio al 31.12.2002, la somma delle disponibilità liquide e delle attività

14 Cosa effettivamente accaduta, atteso che il 20 marzo 2003 Parfin presentava un esposto alla Consob riguardante i fatti e i comportamenti che si sarebbero verificati nei giorni 26-28 febbraio 2003 in concomitanza con l’annuncio e la successiva cancellazione della citata emissione obbligazionaria da €/mln 500 contro coloro che avevano diffuso voci infondate sulla mancanza di solidità finanziaria del Gruppo; l’esposto risulta sottoscritto da Calisto Tanzi nella sua veste di Presidente Parfin ed è stato redatto con l’ausilio dell’avv. Paolo Zini, consulente del Gruppo Parmalat, originario coimputato che ha definito la sua posizione ex art. 444 cpp all’esito dell’udienza preliminare.

15 A partire dall’esercizio chiuso al 31.12.1999 sino al default, DT ha revisionato i bilanci civilistici e consolidati Parfin, il sottogruppo Dalmata spa, il bilancio sub-consolidato della Parmalat e la maggior parte dei bilanci delle controllate estere industriali, mentre Gran Thornton (di seguito GT) -sino ad allora revisore principale ed in quanto tale responsabile della revisione dei bilanci Parfin- ha mantenuto l’incarico limitatamente al bilancio civilistico della Parmalat e di sue controllate, tra cui la Bonlat.

finanziarie che non costituivano immobilizzazioni ammontava a €/mld 3,3) in presenza di un elevato indebitamento (nello stesso progetto di bilancio al 31.12.2002 la voce “debiti”

era pari a €/mld 7,1). Trattasi, in sostanza, dello stesso quesito che si era posto il mercato a fine febbraio e che, come sopra rilevato, aveva determinato una discesa dei titoli Parfin.

Parfin rispondeva alla Consob con due argomenti diversi. In primis, dichiarava che l’elevato grado di liquidità era coerente con la politica di espansione del Gruppo, in quanto l’abbondanza di attività prontamente disponibili avrebbe permesso di cogliere le opportunità di investimento che si fossero presentate sul mercato. In secundis, quanto alle modalità di contabilizzazione in bilancio dei prestiti obbligazionari, Parfin precisava che una parte dei prestiti era stata emessa da società del gruppo e collocata presso altre società controllate, con la conseguenza che le emissioni obbligazionarie costituivano debiti-crediti infragruppo e venivano, pertanto, elisi in sede di bilancio consolidato per un ammontare complessione di €/mld 2,5.

Nel frattempo, anche in considerazione delle critiche mosse a Parfin da alcuni analisti finanziari con riferimento all’inadeguatezza della comunicazione societaria e allo scarso rispetto delle norme di corporate governance, il 28 marzo 2003 il consiglio di amministrazione della società, al fine di migliorare l’immagine del gruppo, provvedeva ad un rimescolamento nell’organigramma aziendale. Nella specie, veniva deliberato un cambio ai vertici della Direzione Finanziaria, sostituendo il precedente CFO (Chief Financial Officer) Fausto Tonna con Alberto Ferraris, sino ad allora responsabile di Parmalat Australia e Parmalat Asia. A Tonna, invece, veniva conferito il nuovo incarico di Consigliere del Presidente del Gruppo e a Luciano Del Soldato, già responsabile della stesura del bilancio civilistico e consolidato Parmalat, quello di Direttore Generale Amministrazione e Controllo, in precedenza rivestito da Tonna.

Il rimescolamento in parola veniva annunciato al mercato con comunicato stampa emesso in pari data, nel quale si rappresentava altresì: che il consiglio di amministrazione Parfin aveva approvato il progetto di bilancio d’esercizio e di bilancio consolidato al 31.12.2002;

che nel corso del 2002 il gruppo aveva raggiunto ottimi risultati in termini di fatturato, margini operativi lordi (EBIDTA) e netti (EBIT)16, crescita interna, utile netto ed altri parametri17; che la liquidità del Gruppo veniva investita principalmente in strumenti finanziari di breve termine a primarie condizioni di mercato e con basso profilo di rischio, rating minimo single A; che nel 2002 l’attività di raccolta era stata realizzata con l’emissione dei prestiti obbligazionari e attraverso il collocamento di bonds, emessi da

16 L’EBIT (Earings Before Interest and Income Tax) è il reddito maturato nell’esercizio al netto degli oneri e dei proventi generati dalla gestione straordinaria, finanziaria e dalle imposte, mentre l’EBITDA (Earinings Before Interest and Income Tax, Depreciation and Amortisation) è dato dall’EBIT al netto degli amontamenti: nella sostanza tali parametri coincidono, rispettivamente, con il margine operativo netto e lordo.

17 Per il dettaglio di tali dati cfr. comunicato stampa citato.

controllate estere, con scadenza a medio termine che avevano consentito il rifinanziamento di parte del debito esistente derivato principalmente da operazioni effettuate nei precedenti esercizi per far fronte alle significative acquisizioni realizzate negli ultimi anni; che l’obiettivo del gruppo era la graduale riduzione dell’indebitamento netto da attuare attraverso l’utilizzo del cash-flow e di un’efficiente gestione dell’attuale liquidità finanziaria, con conseguente miglioramento del rapporto indebitamento netto/patrimonio netto.

Il 10 aprile 2003 avveniva la presentazione alla comunità finanziaria dei risultati dell’esercizio 2002, riportati in un comunicato stampa in pari data18: Calisto Tanzi e il figlio Stefano illustravano le linee evolutive riguardanti le vendite e il marketing, mentre il nuovo CFO Ferrraris comunicava la nuova strategia finanziaria del Gruppo, precisando:

che il cash-flow sarebbe stato diretto alla riduzione del debito; che nel breve periodo non erano previste nuove emissioni di bonds; che i propri bonds riacquistati e detenuti in portafoglio non sarebbero stati venduti sul mercato; che in ogni caso eventuali manovre sui bonds sarebbero state comunicate al mercato in tempo utile e che i fatti accaduti a febbraio (quando il mercato aveva appreso dalla stampa l’intenzione di Parfin di emettere un prestito obbligazionario presso investitori istituzionali) non si sarebbero più ripetuti19.

Nel periodo in esame, il valore delle azioni Parmalat subiva rialzi assai considerevoli: già il 21 marzo 2003 il mercato aveva reagito in modo estremamente positivo alle prime indiscrezioni giornalistiche circa le dimissioni di Fausto Tonna dalla funzione di Direttore Finanziario; il 28 marzo e il 10 aprile il titolo aveva subito ulteriori rialzi a fronte della nuova strategia finanziaria annunciata da Parfin, che non prevedeva emissioni di nuovi bonds né cessioni sul mercato di quelli riacquistati.

Il mercato veniva, però, ben presto posto di fronte a fatti incoerenti con le dichiarazioni di intenti espresse da Parfin. Invero, nonostante le rassicurazioni di Ferraris in merito al mancato ricorso nel breve periodo al collocamento di nuove obbligazioni, nei mesi successivi venivano emessi da parte della Parmalat Finance Corporation BV i bonds Nextra, Ubs, e Deutsche Bank20.

In particolare, a distanza di poco più di un mese dalla presentazione al mercato del 10 aprile, con comunicato del 15 maggio 2003 venivano diffusi i dati relativi al primo trimestre 2003 ed in tale occasione Ferraris dichiarava alla stampa che il gruppo avrebbe

18 Il bilancio d’esercizio 2002 veniva approvato dagli azionisti Parfin il 30 aprile 2003, notizia riportata nel comunicato stampa Parfin in pari data, nel quale -oltre all’indicazione dei principali risultati raggiunti dal Gruppo nell’esercizio considerato- venivano illustrate le previsioni di miglioramento e di crescita che sarebbero state raggiunte nell’arco del triennio. Il 30 aprile, inoltre, Del Soldato diveniva componente del Consiglio di Amministrazione di Parfin.

19 Si noti che in occasione della presentazione del 10 aprile 2003 veniva per la prima volta comunicato al mercato il dato relativo all’indebitamento bancario, separato da quello verso gli obbligazionisti.

20 Su tali emissioni obbligazionarie e relativi comunicati stampa cfr., altresì, paragrafo 4.

preso in considerazione opportunità di acquisire finanza attraverso l’emissione di bonds se ed in quanto si sarebbero presentate condizioni vantaggiose in tal senso (“non stiamo considerando nessuna emissione pubblica a breve, ma se c’è un collocamento privato a tassi e durata favorevole per il gruppo, allora questo sarà preso in considerazione”)21. In effetti, già nel mese di giugno il gruppo Parmalat emetteva il bond Nextra, notizia che -come accaduto nel febbraio- veniva anticipata dalla stampa. In particolare, il 18 giungo 2003 numerosi articoli riconducevano il ribasso delle azioni Parfin avvenuto a metà della seduta del giorno precedente alle voci su un possibile bond collocato presso investitori istituzionali per €/mln 300 con scadenza nel 2008, ponendosi il solito interrogativo del perché il Gruppo continuasse a finanziarsi a costi elevati piuttosto che utilizzare la cassa.

L’emissione obbligazionaria veniva confermata da Parfin con comunicato stampa del 18 giungo 2003, nel quale la società – rispetto a quanto rappresentato in occasione della presentazione del 10 aprile, in cui aveva escluso il ricorso al qualsiasi tipo di emissione obbligazionaria – illustrava la propria politica consistente nel non emettere, nel medio periodo, obbligazioni convertibili e obbligazioni da collocare sul mercato retail, nonché nello sfruttare le opportunità – che si sarebbero presentate sul mercato – vantaggiose per il rifinanziamento dell’indebitamento a breve della società, così concludendo: “rientra quindi in linea con le previsioni l’operazioni di private placement, su un unico investitore istituzionale, di un prestito di €/ml 300 scadente nel 2008, ad un tasso variabile indicizzato all’Euribor maggiorato di 305 punti base”. A fronte di tale comunicato si verificava una ulteriore diminuzione del prezzo della azioni Parfin, ma già a partire dal giorno successivo il titolo riprendeva il suo trend positivo22. Ciò nonostante, gli articoli di stampa pubblicati nei giorni successivi all’emissione, evidenziavano come risultasse poco comprensibile: che Parfin prima avesse escluso di avere bisogno di ricorrere al mercato (avendo rappresentato di essere in grado di autofinanziarsi con il cash-flow) e poi avesse effettuato una emissione obbligazionaria; che il management della holding avesse negato l’emissione fino a pochi giorni prima del private placement, facendosi così addirittura anticipare dalla stampa; che un gruppo con ingenti flussi di cassa quale quello Parmalat avesse continuo bisogno di liquidità.

Il 7 luglio 2003, nell’inserto Affari & Finanza della La Repubblica, veniva pubblicato l’articolo significativamente intitolato “Parmalat, la regina delle obbligazioni societarie”

nel quale veniva rimarcato che il dato relativo ai prestiti obbligazionari complessivamente emessi dal gruppo Parmalat indicato nel bilancio consolidato Parfin al 31.12.2002

21 Cfr. comunicato stampa Reuters del 15 maggio 2003, il cui contenuto -come si illustrerà meglio in seguito- è stato suggerito da funzionari Ubs.

22 Si ricorda che dal 14 marzo al 3 settembre 2003 le azioni Parfin hanno registrato un andamento positivo fuori dalla norma.

divergeva per €/mld 1,2 da quello evincibile dalla fonte Bloomberg23, ammontando rispettivamente a €/mld 5,8 contro €/mld 7; nel medesimo articolo veniva, inoltre, evidenziato che sino ad allora il gruppo non aveva mai fornito il dettaglio dei bonds ricomprati, ma solo il loro valore complessivo pari a €/mld 2,186.

A fronte di tale evidenziazione, il successivo 9 luglio la Consob – che dal marzo 2003 non era più intervenuta sul Gruppo Parmalat – inviava a Parfin una richiesta di informazioni ai sensi dell’art. 114 TUF24, invitandola a comunicare al mercato: le motivazioni della differenza tra i dati di bilancio consolidato al 31.12.2002 ed i dati di mercato riportati da Bloomberg, l’ammontare totale delle obbligazioni riacquistate dal gruppo al 30.6.03 e le modalità di impiego della liquidità disponibile in bilancio. Contestualmente, la Consob formulava una richiesta ai sensi dell’art. 115 TUF, affinché le venisse trasmesso un elenco di tutti i prestiti obbligazionari emessi dal gruppo Parmalat, con indicazione delle principali caratteristiche di ciascuno.

Il successivo 10 luglio Parfin adempiva a tali richieste, inviando alla Consob l’elenco che asseritamene indicava le obbligazioni ancora in circolazione ed emettendo un comunicato stampa in cui provvedeva a riconciliare le differenze riguardanti l’ammontare dei prestiti obbligazionari.

In particolare, nel comunicato stampa considerato, Parfin rappresentava: che al 31.12.2002 il Gruppo avevo emesso obbligazioni, non ancora scadute, per un importo complessivo di

€/mld 5,9, dei quali €/mld 2,2 riacquistate da imprese controllate e incluse nell’area di consolidamento; che il debito netto iscritto nel bilancio consolidato al 31.12.2002 per l’emissione dei prestiti obbligazionari ammontava a €/mld 3,7 a seguito dell’elisione, in sede di consolidamento, delle partite infragruppo; che la discordanza rispetto ai dati pubblicati da La Repubblica (fonte Bloomberg) era attribuibile ad una serie di elementi erroneamente non considerati da Bloomberg specificatamente dettagliati25; che la liquidità

23 Trattasi di un network internazionale gestito da un organismo privato che -a mezzo di un archivio elettronico, consultabile a fronte della sottoscrizione di un abbonamento- fornisce agli operatori economico-finanziari informazioni relative alle contrattazioni nei mercati finanziari.

24 Nella specie, assume rilievo il comma 5 dell’art. 114 TUF (rubricato “Comunicazioni al pubblico”), ai sensi del quale la Consob può, anche in via generale, richiedere agli emittenti quotati di comunicare al mercato determinati dati e informazioni; diversamente, ai sensi dell’art. 115 TUF (rubricato “Comunicazioni alla Consob”), la Consob può richiedere agli emittenti quotati e alle relative società di revisione di comunicare a sé medesima notizie e documenti.

25 Questo il dettaglio fornito da Parfin: a) prestito emesso da Parmalat Finance Corporation BV, zero coupon, scadente il 18 febbraio 2028: Bloomberg indica un valore, alla scadenza, pari a 517 milioni di euro, mentre nel bilancio consolidato viene indicato il valore maturato fino alla data di chiusura del bilancio pari a 95 milioni di euro; b) prestito emesso da Beatrice Food, zero coupon, scadente il 19 novembre 2026: Bloomberg indica un valore, alla scadenza, pari a 75 milioni di dollari statunitensi, mentre nel bilancio consolidato viene indicato il valore maturato fino alla data di chiusura del bilancio pari a 8 milioni di euro; c) quattro serie di preference shares emesse da

25 Questo il dettaglio fornito da Parfin: a) prestito emesso da Parmalat Finance Corporation BV, zero coupon, scadente il 18 febbraio 2028: Bloomberg indica un valore, alla scadenza, pari a 517 milioni di euro, mentre nel bilancio consolidato viene indicato il valore maturato fino alla data di chiusura del bilancio pari a 95 milioni di euro; b) prestito emesso da Beatrice Food, zero coupon, scadente il 19 novembre 2026: Bloomberg indica un valore, alla scadenza, pari a 75 milioni di dollari statunitensi, mentre nel bilancio consolidato viene indicato il valore maturato fino alla data di chiusura del bilancio pari a 8 milioni di euro; c) quattro serie di preference shares emesse da