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L'impossibilità di eseguire un elevato numero di test sugli intonaci archeologici ha reso necessario il confezionamento di 128 facsimili1 atti a simulare le superfici dipinte oggetto di interesse. Anche in

questo caso il capitolo è articolato in un primo paragrafo in cui sono presentati i materiali utilizzati, le tecniche diagnostiche e la metodologia operativa; nel secondo paragrafo saranno invece esposti e commentati i risultati ottenuti.

5.1 MATERIALI E METODI

5.1.1 Materiali utilizzati

I facsimili sono stati confezionati utilizzando materiali perlopiù provenienti dal territorio sardo. In Tab. 5.1 sono riportati i materiali utilizzati unitamente alla loro descrizione.

Tab. 5.1 Tabella riassuntiva del materiali utilizzati per la produzione dei facsimili. MATERIALI UTILIZZATI

REALIZZAZIONE DEI SUPPORTI REALIZZAZIONE DEL COATING

TERRE PER I SUPPORTI TN TERRE PIGMENTI PIG G

VNF PIG R

MEDIUM PER LA STESURA DEI PIGMENTI

MUCILLAGINE DI OPUNTIA FICUS

INDICA ACQUA

Per la preparazione dei campioni sono state scelte due terre estremamente differenti tra loro in modo da indagare il comportamento e le reazioni di due diversi supporti. Le terre2 dei supporti provengono

dal territorio sardo, che offre una vasta gamma di suoli data l'estrema variabilità della pedologia regionale. Gli strati di finitura sono stati eseguiti utilizzando due pigmenti ottenuti dalla macinazione di terre o frammenti lapidei. In particolare il pigmento giallo è una terra sarda mentre, il pigmento rosa, è

1Nel testo sono utilizzati i termini facsimili/campioni/sistemi di prova/mattonelle come sinonimi per riferirsi ai facsimili confezionati.

2La difficoltà nel trasporto di ingenti quantità di materiale dal Perù non ha reso possibile il confezionamento dei supporti e dei

coating esclusivamente con materiale raccolto in loco. Per questo motivo, è stato necessario attingere dalle risorse locali sarde

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stato ottenuto macinando dei frammenti di roccia sedimentaria prelevati in una delle cave presenti nel sito archeologico di Pachacamac.

Al fine di diversificare ulteriormente i campioni, si è inoltre deciso di realizzare il coating superficiale di metà dei sistemi di prova stemperando il pigmento nella mucillagine di Opuntia Ficus Indica.

5.1.1.1 Terre utilizzate per la realizzazione dei supporti

TERRA NURACHI - TN

La terra che nella presente trattazione viene denominata TN o

Terra Nurachi, è stata prelevata in corrispondenza dei terrazzi

pleistocenici della Bassa Valle del Tirso, quindi nella zona centro occidentale della Sardegna, presso l'area del comune di Nurachi (OR). Questa tipologia di suolo, classificata secondo la

Soil Taxonomy3, appartiene all'ordine degli Alfisuoli, sottordine

Xeralf, gruppo Palexaralfs, sottogruppo Aquic Palexeralfs4

(Arangino F. et alii, 1986; Aru A. et alii, 1989). Gli Alfisuoli sono caratterizzati dalla presenza di un orizzonte con accumulo illuviale di argilla, detto anche orizzonte argillico. L'orizzonte argillico si genera per effetto del trasporto verso il basso, da parte dell'acqua piovana, di minerali (sopratutto argille) ed elementi chimici. Questa movimentazione selettiva permette

un accumulo di minerali argillosi nell'orizzonte inferiore, ovvero Fig. 5.1 Terra Nurachi tal quale.

quello illuviale, e una concentrazione di minerali primari (soprattutto silicati) nella parte superiore, chiamata orizzonte eluviale (Giordano A., 1999). La differente natura delle rocce madri che hanno generato il suolo originale, unita ad una forte intensità dei processi di alterazione avvenuti nella formazione dell'orizzonte argillico, sono la causa dell'elevata varietà mineralogica che si riscontra in questa tipologia di suoli. In particolare, i sottogruppi Aquic Palexeralfs sono originati da una più intensa liscivazione, da una minore permeabilità e da un drenaggio più lento a tratti addiritura impedito (Arangino F. et alii, 1986). A livello macroscopico il campione di terra si presenta sottoforma di agglomerati di particelle molto fini e “cementate” tra loro, di colore marrone scuro e con dimensioni che vanno da pochi mm a qualche cm (Fig. 5.1). Per rendere le successive operazioni di impasto più agevoli è stata eseguita una prima vagliatura scartando il materiale di diametro superiore ai 4 cm.

TERRA ISILI-VILLANOVAFRANCA – VNF

La seconda tipologia di terra utilizzata per la produzione dei facsimili è indicata nel testo come VNF,

Terra Isili-Villanovafranca, in riferimento al luogo di campionatura. Il suolo è classificato secondo la Soil Taxonomy come Calcixerollic Xerochrepts, appartenente all'ordine degli Inceptisuoli, sottordine Ochrepts e gruppo Xerochrepts5 (Arangino et alii, 1986; Aru A. et alii, 1989).

Gli inceptisuoli sono suoli relativamente giovani con orizzonti debolmente evoluti e che sono il risultato dell'alterazione primaria del substrato. La loro mineralogia riflette la relativa immaturità dato che non si riscontra un'apprezzabile alterazione dei minerali come risultato della pedogenesi.

3La USDASoil Taxonomyè un sistema di classificazione dei suoli elaborato dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti.

4Nella classificazione FAO è classificato come Eutric o Dystric Planosol; nella classificazione CPCS è invece classificato come

Sols fersiallitiques à pseudogly.

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Sono assenti orizzonti con marcati accumuli di argilla. In particolare i Calcixerollic Xerochrepts presentano un orizzonte di accumulo secondario di carbonati (orizzonte calcico) e sono tipici di zone dove affiorano i sedimenti calcareo-marnosi del Miocene come nel caso del territorio in questione. L'orizzonte calcico, da cui è stata prelevata la terra VNF, presenta un accumulo di carbonati sotto forma di noduli farinosi e debolmente cementati e, solo in alcuni tratti, si manifesta concrezionale e più compatto. A livello macroscopico si osserva la prevalenza di grani molto fini, in parte sciolti e in parte uniti in agglomerati debolmente cementati (Fig.5.2). Gli agglomerati possono avere dimensioni inferiori al mm fino ad arrivare a qualche cm. Il colore della terra è bianco tendente al grigio; si

osserva la presenza di frustoli e frammenti carboniosi. Fig. 5.2 Terra Isili-Villanovafranca tal quale