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CONSOLIDAMENTO DEI FACSIMIL

RIADESIONE DEGLI STRATI CON ALCOL AL 50% IN ACQUA DISTILLATA E PRESSIONE MANUALE

7.2.2 Variazioni colorimetriche in seguito al consolidamento

Il consolidamento ha apportato delle variazioni nell'apparenza superficiale dei campioni. La variazione cromatica è stata valutata prendendo in considerazione sia il cambio relativo alle superfici originali rispetto a quelle consolidate, sia il cambiamento apportato dal consolidamento rispetto al colore delle superfici invecchiate. A seguire, definiremo i due valori di ΔE calcolati rispettivamente come ΔE1 e ΔE2. Infatti, è stato già descritto nei paragrafi precedenti che i processi di

invecchiamento producono una variazione della cromia originale.

Nei grafici riportati in successione sono riportati i risultati ottenuti. Ogni grafico è riferito ad un gruppo particolare di campioni. Sono quindi presenti 4 grafici relativi rispettivamente al gruppo A, AP, M, MP. In ogni grafico sono comparati i ΔE ottenuti sia considerando il consolidamento rispetto alla cromia originale delle superfici (ΔE1), sia a quella relativa ai campioni successivamente il processo di

invecchiamento accelerato (ΔE2).

GRUPPO A

Fig. 7.11 Variazione del ΔE1 e ΔE2 per il gruppo A.

I risultati ottenuti (Fig. 7.11) per quasi tutti i sottogruppi di questa tipologia vedono la mucillagine di

Opuntia Ficus Indica come il prodotto consolidante che causa la variazione inferiore rispetto alla

superficie ante invecchiamento, fatta eccezione per il sottogruppo A17-A24 dove questo comportamento è attribuibile all'amido di riso. Tuttavia, la situazione si ribalta quando si considerano

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le variazioni riferite alle superfici invecchiate. In tutti i casi invece il silicato di etile è il prodotto che più di tutti crea delle variazioni marcate sia riferite alla cromia originale che alle superfici invecchiate: in particolare, in entrambi i casi in cui i campioni possiedono come supporto TN, sia il ΔE1 che ΔE2

superano il valore limite di 5. L'unico caso che si distacca dall'andamento generale è quello dei campioni A25-A32. In questo caso la tendenza si inverte completamente e il silicato risulta il prodotto che in minor misura incide sulla variazione cromatica. Tuttavia anche in questo caso, nonostante le variazioni ottenute tramite il consolidamento con mucillagine e amido di riso sono tra i più elevati all'interno del gruppo, non è comunque superato il valore limite di 5.

GRUPPO AP

Fig. 7.12 Variazione del ΔE1 e ΔE2 per il gruppo AP.

Dal grafico di Fig. 7.12 si evince che, anche in questo caso, le variazioni cromatiche maggiori sono indotte dal silicato di etile e sono molto più evidenti considerando i valori relativi alle superfici post invecchiamento. La mucillagine di cactus e l'amido di riso manifestano invece variazioni inferiori e alternate tra loro, eccezione fatta per il sottogruppo AP25-AP32 dove, considerando il ΔE2, è stato

riscontrato un valore per l'amido di riso che non solo è maggiore a quello del silicato di etile ma supera, seppur di poco (5.18), il valore massimo ammissibile per il ΔE.

Paragonando i campioni AP con quelli del gruppo A possiamo inoltre riscontrare una minor tendenza alla variazione del colore dei campioni pluristratificati. Infatti, confrontando i ΔE1 dei gruppi A e AP, si

può notare come le variazioni indotte nei campioni pluristratificati siano sempre inferiori, eccezione fatta per il ΔE1 della mucillagine nel sottogruppo A1-A8 che risulta inferiore ma con una differenza

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irrisoria (ΔE1 A1-A8 mucillagine di cactus=0.99 e ΔE1 AP1-AP8 mucillagine di cactus=1.03)nei campioni

con un solo strato di pigmento. GRUPPO M

Fig. 7.13 Variazione del ΔE1 e ΔE2 per il gruppo M.

In Fig. 7.13 si osserva che anche nel gruppo in cui è stata usata la mucillagine di cactus come fase agglutinante nel pigmento, il silicato di etile è sempre il consolidante che maggiormente apporta cambiamenti superficiali. Come nel caso AP, anche nel gruppo M si assiste all'eccezione delle mattonelle con supporto VNF e pigmento rosa che vengono modificate maggiormente dall'applicazione dell'amido di riso e mucillagine e che, in questi campioni, hanno assunto valori superiori a 5 (rispettivamente 5.55 e 5.25) quando valutati in relazione alle superfici invecchiate. Non si riscontra una differenza sostanziale tra le variazioni ottenute sulle superfici legate con acqua rispetto a quelle legate con la mucillagine.

174 GRUPPO MP

Fig. 7.14 Variazione del ΔE1 e ΔE2 per il gruppo MP.

Le variazioni riscontrate nel gruppo MP non si differenziano in maniera marcata da quelle ottenute per i campioni M anche se si dimostrano leggermente più contenute, come nel caso del confronto tra A e AP. La tendenza del silicato di etile ad essere il consolidante che in maniera più incisiva causa una variazione cromatica è per l'ennesima volta verificabile dal grafico. È inoltre presene anche qui un'eccezione, sempre per lo stesso sottogruppo MP25-MP32, dove il ΔE1 appare inferiore a quello della

mucillagine e dell'amido di riso. Solo in questo caso il silicato assume valori di ΔE inferiori rispetto agli altri.

7.2.2.1 Comparazione tra i diversi trattamenti

Concludendo, in linea generale è stato possibile misurareare che mentre nel processo di invecchiamento il valore di L* tende a crescere, successivamente all'applicazione del consolidante si ha un'inversione di tendenza. Ovvero le superfici manifestano un inscurimento che ha riportato i parametri L*a*b* ad assumere valori più simili a quelli relativi alla loro condizione di non invecchiato. Questo è anche il motivo per cui i ΔE1 assumono sempre valori inferiori rispetto a quelli dei ΔE2.

Nei casi in cui il trattamento non ha consistito nell'utilizzo di un prodotto consolidante, ovvero dove è stata usata la soluzione idroalcolica, sono state osservate variazioni di ΔE spesso anche elevate, questo a rimarcare che anche solo modificando la rugosità superficiale e la connessione tra i grani, si assiste comunque ad una variazione cromatica.

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Inoltre, sempre analizzando l'andamento generale di tutti i campioni, è apparso chiaro che le variazioni più evidenti indotte dai consolidanti sono attribuibili al silicato di etile. Non solo queste sono nettamente superiori a quelle generate da mucillagine di cactus e amido di riso, ma risultano anche quelle che nel maggior numero dei casi assumono un valore di ΔE>5.

Considerando i ΔE2 ottenuti su 16 sottogruppi totali presi in considerazione nella sperimentazione, in

ben 13 di questi il silicato di etile ha mostrato una variazione superiore rispetto a mucillagine e amido di riso e, in 10 di questi, il valore è superiore a 5. Solo in due sottogruppi il ΔE2 registrato è stato il più

basso tra i tre consolidanti.

Anche nel caso del ΔE1, il silicato di etile genera la maggior variazione in 13 sottogruppi, supera i

valore limite ammissibile in 5 di questi e risulta invece quello con la variazione minore in soli 2 sottogruppi.

La mucillagine di Opuntia Ficus Indica invece, mostra un ΔE2 inferiore rispetto agli altri consolidanti in 3

sottogruppi e maggiore solo in 1 caso, superando anche se di poco il valore limite. Relativamente al ΔE1 invece la mucillagine genera la minor variazione in 7 casi e non risulta essere in nessun

sottogruppo quella con la variazione superiore.

Infine l'amido di riso rivela un ΔE2 inferiore in ben 11 sottogruppi e superiore in 2. In entrambi i casi in cui

l'amido si presenta come quello con ΔE maggiore, il valore registrato supera seppur di poco il valore limite. Per quanto riguarda invece il ΔE1, nel caso della mucillagine si presenta con i valori inferiori in 7

sottogruppi, mentre assume i valori superiori in 3 ma mai superando il valore limite.

7.3 CONSIDERAZIONI FINALI

I risultati ottenuti dalla valutazione della coesione tramite STT hanno dimostrato che tutti i prodotti impiegati hanno apportato un netto miglioramento della coesione superficiale. Nel caso della sola riadesione degli strati invece, si assiste a un primo iniziale decremento del pigmento asportato ma i valori incrementano notevolmente nei trattamenti successivi. Questo indica che il trattamento ha apportato un miglioramento nell'adesione tra gli strati pittorici ma, allo stesso tempo, ha causato una diminuzione della coesione del pigmento. L'utilizzo di un prodotto consolidante si rende quindi necessario affinché sia ripristinata la coesione dello strato superficiale. In particolare entrambi i materiali naturali applicati con le modalità apprese nella metodica di cantiere, hanno generato sia il miglioramento dell'adesione tra gli strati che della coesione superficiale. I risultati ottenuti con il silicato di etile, confermano invece quanto già riportato in bibliografia. Questo prodotto produce un miglioramento della coesione del coating ma non una riadesione tra gli strati di pittura. La valutazione eseguita è supportata dal constatare che i decrementi percentuali in cui il silicato appare quale migliore prodotto consolidante sono sempre relativi a campioni con superficie caratterizzata da pigmento rosa. Le superfici gialle trattate con il silicato manifestano in linea generale i minor decrementi se comparati con mucillagine e amido proprio perché i sottogruppi 1-8 e 9-16 sono perlopiù interessati dal distacco tra gli strati pittorici. L'utilizzo del silicato ha quindi la costante necessità di essere supportato da un prodotto con caratteristiche adesive nel caso in cui le patologie di degrado siano presenti in simultanea sulle superfici.

I materiali naturali impiegati secondo le pratiche tradizionali hanno mitigato entrambe sia la decoesione che il distacco tra gli strati, mostrando quindi buone proprietà nell'adesione e nella ricoesione del coating.

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Per quanto riguarda i risultati ottenuti nelle indagini colorimetriche, è necessario premettere che qualsiasi prodotto o trattamento consolidante provoca una variazione misurabile strumentalmente in quanto la riflessione misurata è influenzata anche dalla rugosità superficiale. Una mitigazione della polverizzazione genera quindi una variazione superficiale, come visto anche durante il processo di invecchiamento accelerato. Tra i prodotti utilizzati, le variazioni più marcate sono relative al silicato di etile che, in molti casi, supera il valore limite consentito generando una saturazione del colore così elevata da essere percepibile alla semplice vista. Differentemente, le sostanze naturali impiegate, hanno raramente apportato variazioni superiori a 5.

Si conclude quindi che, nella sperimentazione in laboratorio non solo è stato possibile confermare l'efficacia delle sostanze naturali tradizionali, ma queste hanno permesso di raggiungere risultati più vantaggiosi se comparate al silicato di etile.

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