Il progetto di ricerca sviluppato nasce da un approfondito lavoro di analisi della letteratura internazionale esistente, che ha permesso di indagare empiricamente gli argomenti oggetto di interesse, riuscendo a rilevare le ricadute all’interno del processo di apprendimento- insegnamento a seguito dell’utilizzo dell’approccio drammapedagogico33. Dopo aver passato in rassegna le più importanti ricerche condotte nell’ambito dell’apprendimento delle lingue straniere, delle performing arts e del drama, si è deciso di progettare un percorso che si inserisse tra le offerte di sviluppo professionale e di formazione continua del docente, secondo una prospettiva di ricerca-azione, andando cioè ad influire direttamente sui processi didattici, mediante un monitoraggio costante all’interno del contesto lavorativo. Pur tenendo conto della particolarità del sistema scuola, pregno di difficoltà, progetti, obiettivi da raggiungere, corsi di recupero, collaborazioni con le università, sono stati contattati tutti gli istituti secondari di primo grado di Roma, al fine di proporre una collaborazione all’interno del progetto.
Nell’individuare il problema di ricerca, oltre che da un effettivo interesse per l’argomento, si è utilizzato un approccio bottom-up, di particolare rilievo pedagogico per l’analisi della realtà educativa (Baldacci, 2014), che ha messo in luce una competenza linguistica piuttosto precaria dei giovani per quanto riguarda l’utilizzo delle lingue straniere (Education First, 2013) e, parimenti, un corpo docente che utilizza prevalentemente metodologie di insegnamento ancorate ad una vecchia trasmissione del sapere (Fondazione Giovanni Agnelli, 2011). Inoltre, l’analisi della letteratura afferente allo specifico ambito delle metodologie teatrali ad uso glottodidattico ha fatto emergere come in Italia non siano state condotte ricerche significative riguardanti l’argomento di indagine, al contrario di quanto avviene in ambito internazionale.
Una volta chiarito il problema di ricerca si è proceduto con l’individuazione dei quesiti di studio ai quali la ricerca ha provato a rispondere. Gli obiettivi che hanno guidato l’intero percorso di ricerca sono stati i seguenti:
- individuare e capire se e come la metodologia teatrale e drammatica viene usata dai docenti e in che modo influisce sull’apprendimento della lingua straniera;
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Si è deciso di utilizzare la drammapedagogia, in quanto tale tecnica sembra essere quella tra le più facilmente attuabili in classe anche da parte del docente meno esperto. Inoltre, la drammapedagogia consente di strutturare gli incontri nel rispetto dei tempi rigidi della lezione curricolare.
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- verificare in che modo, all’interno della glottodidattica teatrale, l’utilizzo del movimento corporeo e delle emozioni influisce nel processo di apprendimento-insegnamento della lingua straniera;
- contribuire alla formazione dei docenti in questo settore;
- condividere le tesi delle ricerche che sostengono le nostre ipotesi sull’argomento;
- confermare le tesi delle ricerche già esistenti sull’argomento e fornire un contributo innovativo ai risultati finora ottenuti nelle performing arts.
Una volta formulati gli obiettivi è stato delineato lo scopo principale del progetto di ricerca, ovvero capire se l’utilizzo della drammapedagogia consentisse di migliorare il processo di apprendimento-insegnamento della lingua straniera e di favorire, in particolar modo, la competenza comunicativa, la partecipazione attiva del discente, l’insegnamento incentrato sull’alunno, il clima di apprendimento, la motivazione e la sfera affettiva del gruppo dei pari.
La pianificazione di tale percorso ha altresì previsto la formulazione dei risultati attesi, tenendo conto degli obiettivi e dell’ipotesi delineati, riassumibili nei seguenti punti:
- favorire la centralità dell’allievo nel processo di apprendimento-insegnamento attraverso il corpo e le emozioni;
- consolidare la pratica del feedback come strumento metacognitivo per lo studente; - promuovere la pratica del reflection in action e del reflection on action per il docente;
- dare un contributo innovativo all’affermazione dell’argomento dell’ipotesi di ricerca nel panorama scientifico nazionale ed internazionale.
5.1 La metodologia
È possibile suddividere l’intero percorso di ricerca in tre fasi distinte.
Nella prima fase, iniziata nel gennaio 2013 e conclusasi alla fine del 2014, è stata affrontata l’analisi della letteratura di riferimento, al fine di costruire un quadro teorico necessario per rapportare le osservazioni e le interpretazioni dei dati alle teorie e ai modelli espliciti. Inoltre, poiché l’oggetto di ricerca risultava particolarmente poco dibattuto nel panorama scientifico italiano, si è ritenuto utile trascorrere un periodo di studio e di ricerca in Germania, fondamentale per approfondire il grande patrimonio bibliografico e confrontarsi con
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numerosi esperti del settore, presso il Dipartimento di Filologia Inglese della Freie Universität di Berlino.
Sempre nella medesima fase sono state contattate tutte le scuole secondarie di primo grado di Roma, al fine di proporre un percorso di formazione per gli insegnanti di lingua straniera attraverso la drammapedagogia. Tale operazione ha fatto emergere due rilevanti problemi che hanno ostacolato l’originaria idea di ricerca:
- le scuole hanno risposto in minima parte all’offerta di aggiornamento professionale totalmente gratuita per i docenti;
- gli insegnanti hanno dichiarato di avere poco tempo libero e una scarsa motivazione.
Dei nove docenti che hanno preso parte all’incontro di presentazione e, di conseguenza, inizialmente interessati ad aderire, solo due hanno portato a termine l’esperienza. La formazione proposta e condotta dal ricercatore si è articolata in cinque incontri svolti tra maggio e settembre 2014, nei quali sono state sperimentate tecniche della drammapedagogia (primi tre incontri) ed è stato ideato un percorso didattico da implementare in una classe pilota. Si è data grande importanza alla fase di formazione dei docenti, in quanto appare essere un elemento centrale per la qualità della scuola34, che, tuttavia, non può essere imposta tout court, perché vanificherebbe i suoi effetti, ma deve rappresentare un atto libero dell’insegnante, volto ad un miglioramento dell’azione didattica, in quanto professionista competente, riflessivo e consapevole delle proprie scelte. A sostegno di ciò, va menzionata l’indagine TALIS (MIUR, 2009), che mette in luce chiaramente come il corpo docente italiano abbisogni di offerte formative di qualità, tali da avere un impatto positivo sullo sviluppo professionale, con una preferenza per i percorsi di riflessione condivisa ed informale, quali ad esempio lo scambio di esperienze all’interno di vere e proprie comunità di pratica. L’importanza della formazione è stata dettata anche dagli esiti delle ricerche condotte in ambito internazionale dalle quali è emerso come i vantaggi di un’azione basata sull’uso della pedagogia teatrale si amplificano se a condurre le esperienze in classe sono gli insegnanti curricolari, piuttosto che gli esperti esterni al mondo della scuola (Kiger Lee et al., 2014).
Nella fase successiva (novembre 2014 - gennaio 2015) è stato condotto uno studio di caso in una classe terza di scuola secondaria di primo grado di Roma, per un totale di otto incontri, in cui le docenti partecipanti all’intero ciclo di formazione hanno condotto in prima persona un
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Sempre più le politiche nazionali ed internazionali (si veda a titolo esemplificativo la recente Riforma della scuola
italiana e la Strategia Europa 2020) pongono al centro del dibattito il tema della formazione continua, come
elemento di svolta per superare la crisi economica e sociale, in grado di formare cittadini che posseggano solide competenze, necessarie per riqualificarsi ed accedere ad opportunità di sviluppo della carriera professionale.
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percorso didattico attraverso la metodologia drammapedagogica. Come già esplicitato, la scelta di prendere in esame la scuola secondaria di primo grado è stata dettata dalle sue evidenti problematicità all’interno del sistema di istruzione italiano. Con particolare riferimento alla metodologia utilizzata, la scelta dello studio di caso in questa specifica circostanza si lega alla ricerca-azione (Coggi & Ricchiardi, 2008), in quanto il ricercatore è dapprima intervenuto sui docenti nell’ambito del percorso di formazione e, successivamente, ha osservato il percorso didattico implementato dalle insegnanti stesse all’interno della classe, andando a valutare la trasformazione della realtà educativa prodotta in seguito all’attuazione del progetto (Baldacci, 2014, p.390). La scelta dello studio di caso nella ricerca-azione ha permesso di entrare in profondità nella situazione da indagare, favorendo la comprensione delle relazioni tra le variabili esistenti al suo interno. La ricerca-azione ha consentito di tenere presente i punti di vista di tutti i soggetti coinvolti, partendo dal coinvolgimento autentico e motivato degli insegnanti (Pellerey, 1980, p.462), e riuscendo ad approfondire la conoscenza dell’intero processo attivato, così come del contesto in cui è stata svolta l’indagine nel suo insieme. Allo stesso tempo l’intento dello studio di caso, come ricorda Trinchero, è quello di tenere conto il più possibile della complessità della situazione, pur considerando il fatto che esistono molti più fattori all’interno della situazione indagata di quanti sia possibile osservarne. L’idea è quella di approcciarsi al caso come unico e irripetibile nella sua complessità, attraverso un approccio olistico (Trichero, 2004, p.157). Tale metodologia è apparsa quanto mai ottimale per affrontare una ricerca concernente l’apprendimento della lingua straniera, un processo che coinvolge l’ambito cognitivo, emotivo e socio-relazionale; in altre parole, la persona nella sua interezza.
La terza fase (febbraio-settembre 2015) ha invece riguardato l’analisi dei dati emersi durante lo studio di caso nella ricerca-azione, attraverso i software per l’analisi computer assistita, quali NVivo 10 ed Excel. Come verrà in seguito esplicitato, sono stati predisposti differenti strumenti per la raccolta dati, tipici dello studio di caso e della ricerca qualitativa, al fine di produrre un corretto processo di triangolazione, che ha consentito di sovrapporre e combinare i dati compensando eventuali debolezze metodologiche e sostenendo l’attendibilità dei risultati (Mucchielli, 1999). Triangolare i dati ha significato altresì mettere in relazione aspetti diversi di uno stesso problema, prevenire distorsioni soggettive, rendendo più chiara la situazione da indagare. Questa fase, caratterizzata da una profonda sensibilità, è perdurata diversi mesi, necessari per interpretare al meglio la vasta mole di informazioni raccolte, improntando il lavoro sulla trasparenza delle procedure, sulla riflessività dell’approccio utilizzato nell’interpretazione e sulla controfattualità nel formulare le conclusioni (Trinchero, 2004, p.91).
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5.2 Gli strumenti
Il percorso didattico implementato nella classe terza di scuola secondaria di primo grado si è articolato in otto incontri, quattro dei quali tenuti dalla professoressa di lingua inglese e quattro dalla professoressa di spagnolo.
Prima, durante e dopo il percorso didattico sono stati utilizzati differenti strumenti, ideati appositamente per ricavare dati di natura quali-quantitativa. Ogni attore della ricerca (studente, docente, ricercatore) ha contribuito alla raccolta dei dati secondo lo schema riportato qui di seguito:
PRE INTERVENTO PERCORSO
DIDATTICO