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Songwa Estates nasce dall’incontro di tre esponenti di rilievo del mercato dello “specialty coffee”: Probat, Mahikonig e La Marzocco. Le tre aziende producono rispettivamente macchine tostatrici, macchine da caffè espresso e macinadosatori. Lo scopo era portare i propri collaboratori a scoprire le origini di quella che è la filiera del caffè. Insieme hanno dato vita ad un progetto che ha preso metri dalla citta di Dar Es Salaam. I primi viaggi per poter definire questa idea e renderla un programma preciso, hanno avuto luogo nel 2006.

Uno degli scopi dell’allora amministratore delegato de La Marzocco, Ron Cook, era diffondere la cultura dello Specialty Coffe anche attraverso progetti che non fossero legati direttamente alla vendita di macchine da caffè espresso. 27L’incontro con gli altri due partner e con il luogo perfetto allo scopo ha fatto emergere la possibilità di supportare attraverso dei viaggi di formazione la coltivazione sostenibile del caffè verde locale, migliorando le condizioni di vita non solo di chi è coinvolto nella lavorazione del caffè ma di tutta la comunità che vive nei pressi della piantagione. Nella primavera del 2007 il progetto, dalle finalità culturali e umanistiche, è stato reso pubblico.

Nel settore del caffè solo una scarsa percentuale dei guadagni rimane sui territori d’origine della materia prima. Negli anni, il progetto si è quindi ampliato, nel tentativo di ricambiare l’impegno e gli sforzi dei lavoratori. Senza di loro non esisterebbero realtà come quelle della specialty coffee o dei coffeegeek. In questo modo, condividendo esperienza e conoscenza ci si è trovati ad iniziare un processo di sensibilizzazione che porti maggior consapevolezza del grande divario della distribuzione delle ricchezze nel coffee business.

Attualmente Songwa Estates è per la Marzocco il progetto chiave per ciò che riguarda la sostenibilità: un’impresa no-profit che coinvolge in un’esperienza formativa le persone che lavorano nell’industria del caffè o che da appassionate vogliono avvicinarsi a questo mondo in continuo cambiamento, portando fondi in maniera mirata e diretta che riducano il gap economico e di sviluppo.

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7.1. I soci

Le tre aziende storiche rappresentano le filiera del caffè in tutti i suoi step e si può dire siano nate insieme al settore stesso: fondate tra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del XX hanno vissuto la trasformazione di questo mercato attraversandola con successo fino al presente. Ognuna è considerata oggi leader nel proprio campo per offerta e qualità. Le tre aziende producono rispettivamente macchine da caffè, tostatrici e macinadosatori, con una copertura completa del mercato: da quello domestico fino alle grandi catene.

La Marzocco fondata nel 1927 a Firenze dai fratelli Bambi, il cui lavoro prende forma nella culla del Rinascimento e ne assimila e ne rispecchia istintivamente l’amore e la passione per il bello, il creativo e per il geniale. I suoi punti di forza sono l’alta qualità, la pregevole fattura e il design unico, la grande attenzione ai dettagli e all’innovazione, sempre studiata per raggiungere la migliore qualità in tazza. Nel 1939 Giuseppe bambi progetta e brevetta la prima macchina da caffè a caldaia orizzontale, ormai uno standard del settore: la prima di una serie d’innovazioni importanti, come il sistema a doppia caldaia e i gruppi di erogazione saturi. Tradizione, ricerca, qualità e affidabilità sono fattori che hanno sempre contraddistinto l’azienda.

Da più di 80 anni Mahlkonig è sinonimo di leadership in qualità e innovazione. I loro prodotti sono sviluppati dagli ingegneri e realizzati a mano al fine di soddisfare le singole esigenze dei clienti. L’obiettivo principale è lo sviluppo di prodotti per la migliore macinazione. Se il 90% dei suoi prodotti sono utilizzati per la macinazione del caffè, l’obiettivo è quello di produrre dischi abrasivi adatti ad ogni esigenza. I materiali variano: ghisa, acciaio, carburo di tungsteno alla ceramica. Oggi Mahlkonig garantisce la distribuzione e l’assistenza di oltre 400000 prodotti attraverso le proprie filiali, con più di 150 distributori e partner di servizi in tutto il mondo.

La vasta esperienza dell’azienda e la passione per la produzione di macchine di prima classe hanno reso Probat leader mondiale nel mercato delle macchine e impianti di torrefazione per le industrie alimentari e del caffè. Dal 1868 lo sviluppo,

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la produzione e la vendita dei macchinari per il trattamento del caffè verde e tostato è stato il punto focale dell’azienda a cui si uniscono oggi la lavorazione del cacao, del malto e delle nocciole. Nel 1877, Probat ha registrato il brevetto numero 100 presso l’Ufficio Brevetti Imperiale tedesco, cui ha fatto seguito nel 1884 il brevetto per il primo torrefattore rapido – un anno prima dell’invenzione dell’automobile. Oggi possiede 115 brevetti, affermando così la sua leadership tecnologica. Probat ha circa 600 dipendenti in tutto il mondo, circa 400 dei quali con sede in Germania. Ha filiali negli Stati Uniti, Brasile, India, Italia e nelle Filippine e in più di 40 uffici di rappresentanza in tutto il mondo.

7.2. Why Songwa?

Lo sviluppo di questo progetto da parte de La Marzocco ha le sue origini nel desiderio di diffondere la cultura dello specialty coffee, fornendo un sostegno tangibile alla comunità locale che dipende principalmente dal successo della coltivazione di caffè. Soprattutto, è strettamente collegato ai valori portati avanti dall’azienda e prende forma grazie a ciò in cui le persone coinvolte hanno creduto e credono tuttora. Concretizza l’incontro di culture diverse, esalta la bellezza e la ricchezza della diversità, e quale incentivo per i dipendenti mette al centro la persona e ne valorizza l’operato. Contemporaneamente migliora le condizioni di vita delle persone coinvolte. Ogni persona ha dentro di sé un tesoro unico e potenziale a cui si può dar voce. Ad un primo sguardo superficiale può sembrare che questo progetto vada in una sola direzione, dall’Occidente ricco verso un paese in via di sviluppo che ha bisogno di aiuti soprattutto economici ma non è così. La forza e le energie che si sviluppano in un’esperienza simile sono leve che agiscono profondamente su chi scopre questo mondo, tanto quanto su coloro che accolgono. La filosofia aziendale mira all’arricchimento della vita di coloro che entrano in contatto con La Marzocco, attraverso esperienze significative ed emozionanti. Per molte delle persone che lavorano a La Marzocco incontrare l’Africa ha cambiato qualcosa delle loro vite, ha ribaltato paradigmi, aperto nuovi orizzonti. Per questo pensiero seguente è stato creare la stessa opportunità per i collaboratori. Conoscere

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dove e come nasce il prezioso chicco su cui è basato l’intero business rende più chiara la cultura aziendale e porta ogni partecipante a sentirsene ambasciatore in prima persona, a prescindere dal lavoro svolto in azienda.

Si vuole creare una consapevolezza sul settore in cui lavoriamo ogni giorno: dobbiamo comprendere che il nostro guadagno arriva dalla vendita delle macchine da caffè solo perché esiste un cliente finale che chiede un espresso al bar. E questo può accadere solo se il caffè arriva dall’Africa, dal Sudamerica, dal sudest asiatico. Per questo è necessaria la conoscenza di ciò che è all’origine in questo settore. Fare un incentive sul caffè verde consente di imparare a conoscere meglio il caffè ed interagire a un livello più alto con i nostri interlocutori, poter avere argomenti in comune al di là del banale sviluppo di un commercio. Crea connessione tra clienti e dipendenti de La Marzocco in quanto parte di un unico mondo: il mondo del caffè. A tutto questo si unisce l’opportunità di una più equa condivisione non solo delle ricchezze, ma di tutto ciò che generi progresso, nella speranza di un’evoluzione possibile data dalla solidarietà.

7.3. La piantagione

Al confine dell’East African Rift Valley, nella regione di Mbeya, nel sud della Tanzania, si trova un’area rinomata per la produzione dei caffè. Estati calde e inverni freschi in aggiunta ad un suolo ricco e piogge stagionali creano le condizioni perfette per la coltivazione di un caffè eccellente. Il famoso Rift Valley Coffee ha origine qui, cresce nella piantagione Songwa Coffee Estate 1,500 metri sul livello del mare.

Benchè nell’immaginario collettivo l’Africa sia considerata una terra difficile da coltivare, la Tanzania è tra i paesi interessati dal land grabbing, l’accaparramento della terra ad opera di paesi più ricchi. Con la crisi economica questo fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale e l’obiettivo non è mai solo la terra in sé, ma tutte le risorse che ha al suo interno: acqua, fonti di energia, forza lavoro. Lo scopo è sempre quello produttivo, con trasferimento dei prodotti principalmente al mercato del Paese che “grabba”.

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Tra i paesi accaparratori ci sono sia quelli con poca terra, che quelli in cui il benessere economico ha cambiato lo stile di vita e generato nuovi bisogni e consumi.

Larghe porzioni di terra considerata “inutilizzata” vengono così vendute a terzi, aziende o governi di altri paesi, senza il consenso delle comunità che ci abitano o che la utilizzano, spesso da anni, per coltivare e produrre il loro cibo. Spesso, dai terreni comprati vengono mandate via intere comunità, lasciandole senza terra e senza futuro. In questo scenario diventa ancora più prezioso un investimento sul territorio che porti emancipazione e ricchezza a chi abita e lavora su questi terreni. Le varietà Bourbon che crescono a Songwa sono conosciute per il loro gusto vellutato, per la loro corposità e la bassa acidità: il loro sapore unico è dato in parte anche dalla natura del terreno, ricco e di sostanze nutritive e minerali venuti in superficie dal profondo della terra nel corso di milioni di anni grazie alle eruzioni vulcaniche e alle sorgenti calde. La tenuta è attraversata da torrenti di montagna che vengono utilizzati per irrigare dopo la stagione secca e per lavare i chicchi di caffè durante il periodo del raccolto. Le piante di caffè prediligono suoli ricchi e umidi, capaci di assorbire rapidamente l’acqua, ma anche in grado di consentire un rapido drenaggio dell’acqua in eccesso.

Dei 500 ettari ne vengono coltivati circa il 40%: il terreno restante viene lasciato incolto quale riserva naturale e ospita una ricchissima varietà di piante e più di 150 specie di uccelli. Gli alberi presenti donano ombra alle piante senza soffocarle o far proliferare muffe e funghi e forniscono tutta la legna necessaria al fabbisogno della piantagione e delle strutture.

Orientata agli standard di Rainforest Alliance e Utz Kapeh, la piantagione è impegnata in rilevanti attività sociali e ambientali, nell’intento di migliorare le condizioni di vita non solo dei lavoratori impegnati direttamente nella piantagione ma di tutta la popolazione dei villaggi adiacenti. Rainforest Alliance è una organizzazione non governativa i cui scopi sono la conservazione e la difesa della biodiversità e condizioni di vita sostenibili per le persone coinvolte nell’industria. Con sede a New York e uffici in tutto il mondo, è stata fondata nel 1987 e da allora opera sia per ciò che concerne il processo produttivo trasformando le pratiche di uso

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del suolo, che sul mercato, agendo sulle pratiche commerciali e il comportamento dei consumatori.

Utz Kapeh (UTZ Certified) è un programma che porta alla certificazione dell’agricoltura sostenibile. L’etichetta UTZ Certified appare su più di 10,000 prodotti diversi in 116 paesi. Dal 2014, UTZ certified è il più vasto programma per l’agricoltura sostenibile riguardante il caffè e il cacao. Comprende il monitoraggio di aspetti pratici dell’agricoltura, dell’impatto ambientale e anche dei metodi di gestione. Nato nel 2002 come Utz Kapeh, che significa “buon caffè” in lingua Quiché, nel 2007 ha cambiato nome ufficialmente, diventando UTZ Certified.

7.4. La mission

La mission di Songwa Estates è “Bringing people to coffee origins in a meaningful way” e riflette il desiderio di avvicinare le persone ad un mondo ai più sconosciuto e far conoscere le origini e le condizioni che possono portare ad un consumo più responsabile oltre che qualitativamente superiore. Per lungo tempo il dilagare dell’abitudine di bere caffè ha allontanato il consumatore dalla materia prima e dal metodo di produzione: riducendo la bevanda caffè ad un genere di consumo di massa, legato alla velocità di esecuzione di una bevanda magari ottenuta da polvere solubile. Si è pian piano finito per snaturare il caffè, si è “industrializzato” l’immaginario comune. Soprattutto, non c’è stata una crescita egualitaria dei guadagni.

La diffusione dello specialty coffe ha portato di nuovo i riflettori sulla qualità e di conseguenza su quello che il rapporto dell’uomo con la terra, sulla conoscenza che sta dietro ad un’agricoltura consapevole e sostenibile, sull’importanza di tornare in contatto non solo con la natura ma anche con le realtà sociali ed economiche del mondo e con la necessità di avere un approccio etico con ciò che ci circonda.

In generale si può dire che, a differenza dei paesi in via di sviluppo, la corsa al consumo per il mondo occidentale è finita. Si è approdati ad una concezione diversa in cui non si è più trascinati dalla massa: l’identità del consumatore è definita dalla sua posizione che determina una precisa scelta. Il prodotto desiderato è scelto con

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cura, dopo averne approfondito la conoscenza. Si ha l’esigenza di materie prime di qualità e riconoscendone il valore si ha piacere che l’ambiente dove vengono prodotte sia preservato e non sfruttato indiscriminatamente. Si è maggiormente attenti alle condizioni di lavoro delle persone coinvolte. Il consumatore è consapevole che il suo ruolo ha una valenza etica e politica, la sua azione di acquisto ha il potere di influire sulla vita di altre persone. E queste persone sono percepite come una risorsa preziosa.

Assistere ai processi di produzione e lavorazione del caffè partecipando attivamente in prima persona, permette ad ognuno di conoscere il mercato in maniera globale, partendo dall’anello iniziale della catena, e vivere la realtà di paesi ancora in via di sviluppo. Un agricoltore e botanico esperto, che ha lasciato il mondo occidentale per vivere la realtà africana e riesce a trasmettere la sua gande passione gioca un ruolo molto importante in questa visita a Songwa regalando un’esperienza in piantagione. Egli non offre un semplice training pratico ma un’esperienza completa a livello umano: un incontro con le origini che coinvolge tutti i sensi. Per chi lavora nel settore del caffè e per chi desidera raggiungere degli obiettivi, è fondamentale essere coinvolto nella gestione e nel mantenimento di una piantagione per un periodo di tempo che permetta di comprendere le peculiarità di questa attività. Oltre a mantenere lo scopo iniziale di portare visitatori in piantagione, i soci sono riusciti ad aumentare la produzione ed hanno sostenuto iniziative no-profit e promesso il progetto in circuiti diversi da quello della coffee community.

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