Deonomastica panziniana fra antonomasia, tendenze enciclopediche,
1. Panzini, che in genere individua correttamente l’origine delle voci deonimiche, non dedica ad esse nessuna riflessione organica, né nella Grammatica italiana né nel
4.4 Il nome proprio dell’“inventore” o più di rado ispiratore di teorie, dottrine o tendenze ha dato origine a molti astratti in –ismo presenti nel DM 95
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Anche per calembour («il conte Kalenberg di Vestfalia, inviato ambasciatore a Parigi sotto Luigi XV, ne fu l’involontario inventore. I parigini d’allora non comprendevano il tedesco e questo conte vestfaliano, per farsi capire, era obbligato a parlare un francese così... tedesco da non si dire. Avveniva, quindi, che gli sfuggivano molte improprietà che ferivano le delicate orecchie dei parigini e fornivano materia a molti giuochi di parole ai quali si diede il nome di Kalenberg, degenerato poi in calembour. Così il nome dell’ambasciatore di Vestfalia passò ai posteri») DM1 costituisce una delle prime attestazioni, preceduta solo da un testo dannunziano di fine ’800 (cfr. GDLI Su09).
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Secondo GRADIT entrambi i termini sono attestati negli anni ’80 dell’800; resta comunque importante la registrazione delle voci in DM1, come pure la spiegazione che ne dà il contadino Mingòn nel romanzo Il
padrone sono me: «Sa lei, padrona bella, cosa vuol dire essere boicottati? Non si mangia, non si beve, non
si dorme più. Vai alla bottega? E per te la roba non c’è. Hai il pagliajo? E la notte te lo bruciano. Porti il pane al forno? Per te il fornaio non ha più il fuoco. Vai per la strada? Anche i piccoli, i bastardi, ti fischiano dietro; e guai a toccarli! “Ricordatevi” hanno detto “che le bestie devono morire di fame e di sete”. Deve sentire nelle stalle grandi, che rugghi fanno le bestie! Sembrano quasi dei cristiani. Ma adesso la legge è così» (in Sei romanzi…, cit., p. 909).
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Carcel non compare in GRADIT e GDLI, Coulomb è registrato solo in GRADIT ma senza data. Henry e
Violle per GRADIT risalgono al 1905. GRADIT data Bel al 1955. Voltaggio è probabile p.a. in DM1 (cfr. GRADIT).
Per la v. Ohm Panzini non resiste alla tentazione di sfoggiare l’ennesimo bisticcio di parole raccomandando ai lettori «di non fare ohmàggio, o omàggio per indicare la resistenza»; s.v. Volta prescrive: «al plurale volt e non volts».
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GRADIT data la v. al 1955. È possibile che per l’interpretamentum («dal nome di Barrême, libro di
conti fatti») Panzini abbia copiato, sintetizzandolo, quanto scritto da Migliorini proprio nel 1927: il
termine deriva da «Francois Barrême autore di un libro di Comptes faits (1670)» (NP p. 179). 95
Fin dal 1905 –ismo è v. del DM: «noto suffisso di un numero grandissimo di voci astratte, in cui si contiene di solito un concetto di assoluto e di eccesso». DM1-DM4 aggiungevano: «buon numero di questi astratti sono [...] di provenienza inglese o francese, nè tutti mi paiono necessari; e per quanto la tendenza ad astrarre sia carattere del tempo nostro, tuttavia molte astrazioni sono arbitrarie o create da velleità di distinguere secondo più sottili distinzioni scientifiche. Questo suffisso in ismo è specialmente malvisto dai puristi». Ancor più «malvisto» il suffisso derivativo –ìstico («trionfale suffisso dei nuovi aggettivi, come
parlamentarìstico, dopolavorìstico, liberalìstico, tennìstico, pompierìstico, boccìstico, dirigibilìstico, salottìstico, reclamìstico, utilitarìstico. Serve a rendere anche più anchilosata la nuova lingua italiana anche
Si rifanno ai leader di movimenti d’opinione le p.a. dei vocaboli
[1908] Herveismo: vocabolo effimero dedotto dal gergo giornalistico francese; creato nel 1906, per significare il partito di quei socialisti ed anarchici che avversavano senza restrizione alcuna le istituzioni della difesa militare. Dal nome di un socialista francese (Gustavo Hervé) [...]; v. Antimilitarismo96;
[1908] Murrismo: (da Don Romolo Murri): neologismo effimero, usato nel linguaggio della politica per designare il partito cattolico giovane, riformista, demo-cristiano, che accetta molti postulati del socialismo, pur rimanendo fedele al Pontefice, e opponendosi al clericalismo. V. Modernismo,
la seconda presente solo in DM2 e non attestata nei lessici moderni consultati, ma replicata da Migliorini nell’Appendice del 1963 con l’interpretamentum «quella tendenza democratica e modernistica che faceva capo a don Romolo Murri» e l’esempio «“la nuova D.C. liberata dagli errori del murrismo” (Gonella)».
Di una certa attualità anche la lunga v. Malthusianismo ossia legge di Malthus, da
DM1, dal nome di uno studioso, che poi divenne una sorta di ispiratore.
L’interpretamentum contiene anche la prima menzione dell’uso figurato di malthusiano («poi diventato termine comune per significare chi, ad arte, limita la prole […]. Si avverta però che tale senso è abusivo perchè Malthus non consigliò tali mezzi»), e –in DM6- la nota «Mussolini condannò il malthusianismo, perchè vuole l’aumento e non la diminuzione degli italiani (1926)»97.
DM1 è probabilmente p.a. (cfr. GRADIT) per la v. Marxismo (per le prime due
edizioni con la spiegazione «una delle più notevoli suddivisioni del partito socialista», e poi solo con un rimando, in DM3 e DM8 alla v. Marxista, nelle altre edizioni alla v. Lotta
di classe). È più che altro una curiosità la presenza del termine iperspecialistico Beaismo
(p.a. in DM3A; in DM8 Bahaismo), «nome di setta maomettana modernista: dal profeta Bea-Ullah (1892)».
Certi atteggiamenti prendono il loro nome da personaggi fittizi che ne incarnarono l’essenza: Bovarismo (da DM3A; GRADIT data al 1911 la variante Bovarysmo, più vicina al francese), Narcissismo98 (da DM4A, cfr. GRADIT), gigionismo (da DM1 s.v. Gigione, cfr. supra)99.
se è il greco -tikov"» (da DM6). Sul purismo panziniano, cfr. LUCA SERIANNI, Panzini lessicografo tra
parole e cose, in GIOVANNI ADAMO e VALERIA DELLA VALLE (a cura di), Che fine fanno i neologismi? A
cento anni dalla pubblicazione del Dizionario moderno di Alfredo Panzini, Firenze, Olschki, 2006, pp. 55-
78, alle pp. 59-63. Nello stesso studio, a p. 64 n. 31, è riportata una curiosità a proposito dell’atteggiamento panziniano nei confronti del suffisso –istico.
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GRADIT data la v. al 1917 (Gramsci). 97
Cfr. anche la v. Neomalthusianismo, da DM3, sostanzialmente equivalente, anche nella nota di DM6: «così, con nome scientifico, sono designate le arti per evitare la fecondazione. [1931] Condannate dal fascismo (Mussolini) che vuole grande prole!». La p.a. di neomalthusianismo potrebbe però essere gramsciana (cfr. GDLI e GRADIT, che data Neo-malthusiano al 1900).
98 Sulla forma con la doppia esse etimologica, cfr. SERIANNI, Panzini lessicografo…, cit., p. 67 e n. 42. 99
Si vedano anche le p.a. dei detoponimici quartarellismo (s.v. Quartarellista, da DM6) e Hallesismo («sistema economico internazionale, fondato (?) su la separazione dell’economia dalla politica. G.M. Trucco. (Dalle Halles di Parigi)», da DM5).
Senza limitarsi alle p.a., sono astratti che derivano dal nome di un inventore, studioso o ispiratore(in senso lato) da DM1 le vv. Daltonismo (per GDLI Panzini è la prima attestazione, GRADIT data la v. al 1875),
Darwinismo, Masochismo (col sinonimo non deonimico Passivismo), Neokantianismo o neocriticismo, Priapismo, Sadismo, Sciovinismo, Uranismo (al cui interno c’è la p.a. di Uranista, da DM5 voce