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Sia a toponimi che ad antroponimi sono dedicati tabacchi o nomi commerciali di sigari e pipe (e, molto in subordine, di sigarette), che evidentemente destavano un forte

Deonomastica panziniana fra antonomasia, tendenze enciclopediche,

1. Panzini, che in genere individua correttamente l’origine delle voci deonimiche, non dedica ad esse nessuna riflessione organica, né nella Grammatica italiana né nel

3.3 Sia a toponimi che ad antroponimi sono dedicati tabacchi o nomi commerciali di sigari e pipe (e, molto in subordine, di sigarette), che evidentemente destavano un forte

interesse nel Panzini, appassionato fumatore di pipe e di toscani56. In molti casi, il DM è la prima citazione lessicografica dei nomi di questi marchi o prodotti commerciali di origine deonimica. Molti nomi sono citati sin da DM3 nella v.

[1918] Sìgaro: dallo spagn. cigarro, nome di tabacco cubano. I sigari del monopolio italiano a foggia estera e di lusso, tipo avana, sono Londres, Conchas, Trabucos, Medianitos, Minghetti; scelti e comuni, Virginia superiori, Virginia scelti, Fermentati o Toscani, Virginia attenuati; spagnolette, Giubeck, Uso russo, Uso egiziano, Macedonia, Popolari, etc.

Questa voce in DM5 sarà completata dal nome di altre due «spagnolette», «Eja» ed «Eva» (la prima è ricordata come «denominazione di sigaretta con l’emblema del fascio»                                                                                                                

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Non trovo altrove la v. Edda; GRADIT registra senza data il termine tecnico agricolo Ardito. 53

GRADIT data la v. al 1926; probabilmente la fonte è il passo di B. Croce citato in GDLI.

54 Migliorini nel 1950 inserisce l’aggiornamento: «dopo la caduta del fascismo, il nome della città pontina fu mutato in Latinia; poi, giacché nella pronunzia dei coloni veneti della provincia, Latinia sonava come la

tigna, il nome fu definitivamente fissato in Latina».

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Fra i lemmi dedicati a nomi di personaggi ci sono anche termini deonimici già da tempo in uso, come

Saturnalia (deonimico latino, in DM affiancato dalla v. Saturno «nome di antica deità italica» ), Orsoline, Salesiano (entrambi ancora da DM2). Il DM registra anche nomi di ordini religiosi di antica tradizione che

si ispirano a toponimi, cfr. le voci – entrambe da DM2 -Camaldolese e Olivetano. 56

Oltre a parecchie foto che ritraggono Panzini con pipe o sigari in bocca, l’archivio di Bellaria conserva due pipe (attualmente esposte in una vetrina al piano rialzato della “Casa rossa”) e persino un piccolo avanzo di sigaro. Panzini non fumava sigarette, e non le aveva in simpatia; cfr. gli accenni un po’ polemici alla «trionfale sigaretta» (s.v. Accendisigaro, in DM8) nelle voci Trinciato («oggi, età nervosa, anche il popolo fuma sigarette, e si è raffinato», parte aggiunta in DM6) o Enòtria («gli operai bevono caffè ai bar, fumano sigarette (900)», in DM7).

anche nella v. Eja! Eja! Eja! Alalà!, da DM4; la v. «Eva» è registrata a parte da DM5 come «sigaretta leggera per signora»)57. In DM8 verrà aggiornata con le «nuove denominazioni» imposte dalle «controsanzioni linguistiche» del decreto del Ministero delle Finanze del primo gennaio 1936:

i «Londres» verranno denominati «Firenze»; i «Britannica», «Fiume»; i «Trabucos», «Macallè»; i «Medianitos», «Medianito». Le sigarette attualmente chiamate «Uso egiziano» saranno denominate «Sovrana»; quelle «Uso russo», «Favorita»; le «Giubeck», «Giuba»; le «Sport», «Stadio»; le «Kentucky», «Tigrina»58;

come si vede, i nomi imposti sono tutti italiani o ispirati alle colonie.

Alcuni sigari o tabacchi meritano anche voci specifiche del DM; in diversi casi si tratta della prima (e talvolta anche unica) attestazione lessicografica.

Fra i nomi più antichi, si rifanno ai luoghi di provenienza del tabacco le voci note da tempo Avana (DM3 è p.a. solo per indicare metaforicamente il dirigibile «nel gergo della Guerra»)59, Maryland (da DM1), Virgìnia (da DM2, «sigaro […] di foglia di tabacco Virginia. (Molto usato nell’alta Italia, fine 800)»), Macedònia (da DM3, «nome […] di una qualità di sigarette con tabacco originario di Macedonia»)60. Dal luogo di origine della lavorazione tradizionale derivano invece la Spagnoletta (da DM6, «sigaretta a mano secondo l’uso di Spagna») e –naturalmente – il Toscano (Sigaro), celebrato fin da

DM2 come «sigaro che congiunge tutte le classi sociali fraternamente, giacchè lo fuma

l’operaio e non dispiace al ricco: si intende quando è fumabile, ed ottimo quando a pena è                                                                                                                

57 Le Eva, che evidentemente si richiamano al nome della prima donna, erano «molto richieste dalle fumatrici», come pure le Regina iride (GIAMPIETRO DIANA, La storia del tabacco in Italia, II. La coltura e

l’industria del tabacco dalla Regia Cointeressata agli inizi del 900 e La storia del tabacco in Italia, III. Dalla formazione del Monopolio di Stato fino alla 2a guerra mondiale, in «Il Tabacco», 1, 2000 (8), pp.

77-103, citazione a p. 100), che per ellissi diventavano le Regina, lemmatizzate in DM7 come «uno dei tanti nomi delle nostre sigarette».

58 Il tabacco «Kentucky» verrà a sua volta ribattezzato «Padano» o «Barcellona» (cfr. DIANA, La storia del

tabacco…, cit., p. 101). Sulla «serie di provvedimenti legislativi e da circolari ministeriali e di altri enti

competenti, contenenti divieti di denominazioni e diciture non italiane», le cui prime avvisaglie si hanno nel 1923, cfr. GABRIELLA KLEIN, La politica linguistica del Fascismo, Bologna, Il Mulino, 1986, pp. 113 e sgg. (citazione da p. 118). Migliorini, nell’introduzione alla sezione Forestierismi da eliminare (presente per ovvie ragioni in DM8 e non nelle due successive edizioni) cita la legge 23 dicembre 1940-XIX n. 2042 e il r. decreto 26 marzo 1942-XX n. 720, ai sensi dei quali «l’uso delle parole straniere è proibito […] nelle intestazioni delle ditte industriali o commerciali e della attività professionali; inoltre nelle liste, nelle insegne, nei cartelli, nei manifesti, nelle inserzioni e in genere in ogni forma pubblicitaria, comunque effettuata» (DM8, p. 881). Seguono gli «elenchi di sostituzioni» messi a punto dall’Accademia d’Italia dal maggio 1941 al luglio 1942 (ib., pp. 881-95) e in cui rientra appunto la sostituzione di «Kentucky (varietà di tabacco)» con «Padano», di «Virginia bright (varietà di tabacco)» con «Virginia brillante; Italia B.», di «Virginia dark (varietà di tabacco)» con «Virginia scuro», delle diverse varietà di «Burley» con «Campano», di «Maryland (varietà di tabacco)» con «Picentino», di «Root rot-Resistant 142 (varietà di tabacco)» con «Resistente 142», oltre a proposte di sostituzione per vari termini tecnici dell’«industria del tabacco», da «aggraffaggio» («zigrinatura») a «scaffolding» («stesa all’aperto»).

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Cfr. supra § 2.1. DI conferma che DM3 è la p.a. per questo uso traslato di Avana, che coi significati di

‘sigaro’ e ‘colore’ risale al Rigutini. 60

È lecito avere qualche dubbio su questa spiegazione; secondo GRADIT il nome del tabacco è attestato dal 1908; DI conferma che DM3 è p.a. per le sigarette omonime. Deriva ugualmente da un toponimo, da Macouba nella Martinica, il nome (ugualmente noto fin dall’800) del tabacco da fiuto Macubino, in DM3 s.v. Rapati.

discreto»; ma DM3 avverte che ciò accadeva «prima della Guerra» e che la qualità stava scadendo (in DM6 Panzini si duole poiché il toscano «non è più quello di prima», e il prezzo è aumentato). DM4 osserva che il toscano «fa orrore alle dame, ma è pregiatissimo all’estero».

Derivano da toponimi per una scelta commerciale la v. Londres (da DM2 «nome di sigaro di lusso a foggia estera, prodotto del monopolio italiano»; London è da DM7 il nome di un «trinciato estero» s.v. Trinciato), e le p.a. delle voci A.O.I. (in DM8, «sigla di

Africa orientale Italiana. Nome anche di sigaretta», in commercio dal 1936, cfr. DIANA,

La storia del tabacco…, cit., p. 101), Giubek (da DM3A)61, Roma (da DM6, ma con data

1929; «nome di piccolo sigaro toscano. Troppo glorioso nome per cosa sì tenue»).

Sono invece dedicati a celebri statisti (che non sono né gli inventori né gli scopritori della cosa a cui danno il nome, conferendole prestigio in virtù della loro autorevolezza) i sigari a cui sono intitolate le voci Grimaldi (da DM2), Minghetti (da

DM2, sotto questa v. sono citati altri ministri eponimi come Cavour e Crispi) e

[1931] Cavurrìno: modesto sigaro da un soldo al tempo del gran ministro Cavour (1855). E ci teneva fossero buoni per non essere bestemmiato dai fumatori,

con un’altra tipica antitesi panziniana fra «modesto sigaro» e «gran ministro»62 .

Nel DM sono lemmatizzati anche altri nomi commerciali legati al tabacco e al suo consumo: le pipe Gibidì (denominazione familiare di «pregiate pipe inglesi di radica, della marca G.B.D.», da DM3; l’acronimo deriva dai nomi dei fondatori, Ganeval, Bondier e Donninger)63, il tabacco Capstan (da DM5 «nome di buon tabacco inglese per pipa»), le sigarette Abdulla (da DM7, «sigaretta inglese di gran pregio»), Chesterfield (da

DM6, nome forse lontanamente ispirato a un nome proprio, di regione e/o di persona, cfr. DI, che data la v. da DM7), Regina (da DM7, cfr. supra n. 56), i sigari Attenuato («un

tipo più dolce, cioè meno fermentato, del sigaro toscano», da DM3A), e – tutti da DM2 -

Conchas («v. Sigaro»), Medianitos («sigaro, a foggia estera, prodotto del monopolio

italiano»), Trabuco («o, con grafia straniera, più comunemente trabucos: sigaro in origine dell’Avana, che è pur prodotto del monopolio italiano […]. Dallo spagnuolo trabuco,

                                                                                                                61

Il DM non dice che Giubek è il nome di un fiume in Somalia. Non trovo la voce in nessun altro dizionario, e nemmeno la versione “riformata” Giuba, preferita da Montale nella poesia Il Fumo. Non trovo tracce anche delle locuzioni «uso russo» e «uso egiziano» per indicare tipi di sigarette, come pure dei nomi «Firenze», «Britannica», «Fiume», «Tigrina» e «Kentucky» (DI registra quest’ultimo solo come ‘tipo di tabacco pesante, ampiamente coltivato in Italia’, attestato dal 1890).

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Minghetti e Cavurrino come nomi di sigari sono p.a. (cfr. GDLI), Grimaldi non è altrove attestato, come pure Cavour e Crispi con questo significato. NP p. 191 n. 5 cita «i sigari Sella, Minghetti, Magliani, Branca, Grimaldi (alcuni dei quali oggi in disuso)». GDLI e GRADIT riportano attestazioni ottocentesche per

Cavurrino come «carta moneta da L. 2 con il ritratto di Cavour», accezione che Panzini registra solo in DM7.

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Virginia e gibidì compaiono anche nella narrativa di Panzini, cfr. nella Madonna di Mamà un professore di matematica «irremovibile come il suo virginia sul grosso faccione» e il marchese don Ippolito che «traeva fumo azzurro dalla sua gibidí» e «fumava la sua gibidí» (in PANZINI, Sei romanzi…, cit., pp. 485, 597 e 601).

specie di grosso moschetto: per simiglianza di forma»)64.

Anche l’appendice miglioriniana non trascura i termini collegati al fumo; registra fin dal 1942 l’arrivo delle Mentòla («specie di sigaretta senza tabacco, aromatizzata con mentòlo», in commercio dal 1937; cfr. DIANA, La storia del tabacco…, cit., p. 101) e dal 1950 le voci Chesterfield (già registrate come sigarette fin da DM6, cfr. supra) e Lucky

Strike, entrambe come «nota marca di sigarette statunitensi».

Infine, una curiosa metafora deonimica di Faldella, forse familiare ai fumatori letterati, è ricordata s.v. Accendisigaro: «chiamato per bizzarria “d’Annunzio”, perchè contiene il ferro, il fuoco, la fiaccola sotto il moggio e si accende forse che sì, forse che

no»65.

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