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Sviluppo professionale docente

2.1. La professione docente in Europa: profili tendenze e prospettive ricostruite a partire dalle principali indagini realizzate a livello

2.1.6. Quadri di riferimento per le competenze degli insegnant

Il concetto di un quadro di riferimento per l’attività professionale deriva da una lungo percorso che a livello europeo ha visto la massima rivelazione con la messa a punto di strategie coerenti all’orientamento di far si che l’educazione, la formazione permanente e la mobilità divenissero una realtà.95

Nel Green Paper dal titolo “Teacher Education in Europe” (Buchberger, 2000) la TNTEE (Thematic Network on Teacher Education in Europe) evidenzia come a livello europeo vi sia una spiccata tendenza verso l’omologazione dei processi formativi. Questa tendenza concretizzatasi con il processo di Bologna (1999) non ha come scopo la creazione di un sistema di formazione europeo standardizzato, bensì lo sviluppo di una collaborazione europea che si impegni a incrementare le occasioni di dialogo internazionale, la trasparenza e la comparabilità dei sistemi. In questo modo, ogni nazione potrà apprendere dall’altra e migliorare il proprio sistema formativo.

L’uso di quadri di riferimento nel contesto di formazione iniziale degli insegnanti, oltre ad offrire una solida struttura per poter valutare l’attività di un insegnante e promuoverne il miglioramento, si rivela utile anche a definire e descrivere un rendimento esemplare e l’articolazione di standard chiari per l’apprendimento, così da migliorare la qualità di quei lavori e la consapevolezza degli obiettivi da parte dei soggetti in formazione. (Previtali, 2011)

Il rapporto Eurydice, sempre con riferimento alla formazione iniziale degli insegnanti, propone una definizione e identifica i quadri come delle dichiarazioni su ciò che un insegnante deve conoscere o saper fare al termine del percorso di formazione. Viene delineato un panorama secondo cui, in quasi tutti gli stati questi si caratterizzano per contenere una descrizione generale o più o meno dettagliata delle abilità e delle

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L’European Qualification Framework è stato creato con l’obiettivo di incentivare lo sviluppo di un mercato europeo dell'occupazione e di aiutare gli Stati membri nell’azione di confrontare le qualifiche rilasciate dai vari sistemi europei di istruzione e di formazione. Tra le raccomandazioni principali si ricordano quella del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008, sulla costituzione del quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente [Gazzetta ufficiale C 111 del 6.5.2008], nell’ambito della quale viene richiesto agli stati membri di stabilire i legami fra i sistemi di qualifica nazionali * e il quadro europeo delle qualifiche (CEC).

competenze che un insegnante deve possedere.96 Va in ogni caso osservato che nonostante generalmente contengano indicazioni rispetto ai livelli delle conoscenze pedagogiche, alle conoscenze della materia e altre conoscenze trasversali97, si rileva una significativa disomogeneità in termini di formato, di valore e di spettro di riconoscimento.

Nella maggioranza dei paesi le competenze in uscita che devono risultare acquisite dagli insegnanti sono incluse nelle linee guida per la formazione iniziale.98 In Norvegia, ad esempio, gli indirizzi adottati che si basano sul Quadro europeo delle qualifiche stabiliscono in modo dettagliato ciò che i candidati devono conoscere, comprendere e saper fare e lo ripropongono sotto forma di “risultati dell’apprendimento”. In Belgio sono stati

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I quadri delle competenze possono essere molto ampi e caratterizzati da dichiarazioni alquanto generali come in Belgio (Comunità fiamminga), Danimarca, Germania, Francia, Lituania, Italia, Slovenia, oppure più dettagliati, come ad esempio in Spagna, in Irlanda e nel Regno Unito.

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Competenze di valutazione, abilità di lavorare in gruppo, abilità sociali e interpersonali necessarie all’insegnamento, consapevolezze relative alla diversità e all’inclusione sociale, , competenze di ricerca, competenze organizzative e di leadership.

98 Così, ad esempio, nella Comunità fiamminga del Belgio, dieci grandi aree di competenze vengono

identificate per gli insegnanti, tenendo presente che esse si riferiscono all’insieme dei livelli prescolare, primario e secondario. L’insegnante viene rappresentato come: accompagnatore dei processi di apprendimento, educatore, esperto di contenuti, organizzatore, ricercatore e innovatore, collaboratore dei genitori, membro di un gruppo scolastico, collaboratore del mondo esterno, membro di una comunità di insegnamento e come attore culturale. Nel Regno Unito, invece, le competenze sono distribuite in tre grandi categorie concernenti: i valori professionali e la pratica professionale; la conoscenza e la comprensione della vita scolastica e del suo ruolo sociale e istituzionale; la capacità di padroneggiare in modo critico e riflessivo l’insegnamento sotto quattro aspetti preminenti : 1) pianificazione, aspettative e obiettivi, 2) strategie d’insegnamento, 3) supervisione e valutazione e 4) gestione della classe e inserimento degli allievi. L’Austria ha allo stesso modo organizzato le competenze in grandi categorie che vengono, suddivise in otto competenze specifiche: le competenze proprie delle materie insegnate e della loro didattica; le competenze relazionali e quelle sociali; le competenze organizzative e di sistema. La Germania propone la declinazione del profilo atteso dell’insegnante sotto forma di statements, ciascuno dei quali argomenta un’area di competenze. Conseguentemente: a) gli insegnanti sono degli specialisti dell’apprendimento; b) sono coscienti che l’educazione influenza lo sviluppo e la personalità dei giovani; c) esercitano la loro missione di valutazione; d) sviluppano in modo continuo le loro competenze; e) partecipano all’evoluzione della scuola; f) ne sostengono la valutazione interna ed esterna; g) sono chiamati a collaborare allo sviluppo qualitativo del sistema educativo e delle scuole. L’Italia, dal canto suo, ha contribuito a descrivere il profilo professionale atteso individuando dodici aree di professionalità tra loro incrociate. L’insegnante pertanto è chiamato a : a) possedere le conoscenze necessarie; b) accompagnare gli allievi nella formazione; c) collaborare con i colleghi, i genitori, le autorità, le istituzioni, il mondo imprenditoriale e gli organi rappresentativi; d) integrare le proprie competenze nei diversi contesti educativi; e) inscriversi nello sviluppo continuo delle proprie competenze; f) gestire il proprio insegnamento in funzione di obiettivi e di metodi chiaramente definiti; h) far partecipare gli allievi al proprio ritmo preoccupandosi della interdisciplinarietà; i) organizzare il tempo, lo spazio, i modi per favorire l’apprendimento; l) favorire la comunicazione e la collaborazione tra gli allievi; m) promuovere l’innovazione; n) valutare l’insegnamento e l’attività globale della scuola; o) assumere e gestire con consapevolezza il proprio ruolo sociale. Infine, il Portogallo offre una definizione ampia del profilo professionale, che comporta tre aspetti. La formazione degli insegnanti deve permettere loro: a) di adottare un atteggiamento attivo e critico di fronte alle realtà sociali; b) di intraprendere degli approcci e delle ricerche innovatrici nell’ambito del loro insegnamento; c) di sviluppare un auto valutazione e mostrarsi critici in rapporto alla pratica. Cfr. “Quale definizione del profilo degli insegnanti nell’Unione Europea?” Dal Seminario “I nuovi profili dell’insegnante” organizzato sotto l’egida della Presidenza europea il 29 settembre 2001 http://www.concured.it/Bruxelles.doc

approntati due documenti che illustrano in dettaglio le competenze di base necessarie per gli insegnanti principianti, e un documento per gli insegnanti con esperienza.

Ci sono paesi in cui i quadri delle competenze sono definiti come veri e propri

standard professionali, è il caso di Estonia, Lettonia, Paesi Bassi, Regno Unito e Romania.

Particolarmente significativo il caso dei Paesi Bassi, dove a partire dal 2006, successivamente all’entrata in vigore della legge sulle professioni dell’istruzione, sono stati regolati gli standard di competenza per gli insegnanti e tutte le altre persone che lavorano nell’ambito dell'istruzione. Da quel momento coloro che desiderano diventare insegnanti devono possedere un certificato rilasciato da un istituto di istruzione superiore o università che attesti il soddisfacimento degli standard di competenza stabiliti dalla legge. Al fine di dare continuità e sostenibilità ai profili in uscita dalla formazione iniziale è stato approntato un massiccio sistema di monitoraggio posto in essere dall’ispettorato, che consente di concretizzare una politica di mantenimento delle competenze assicurando il coinvolgimento attivo e consapevole delle scuole.99

In Inghilterra dal 2007 esistono standard differenziati per ciascuno stadio della carriera, che sono stati recentemente riformati. Nel settembre 2012 sono entrati in vigore nuovi standard, che hanno sostituito quelli precedentemente richiesti per conseguire il

Qualified Teacher Status (QTS)100 e superare la fase di inserimento e formazione in ingresso.

Tra i lavori di ricerca più rilevanti nell’ambito dei quadri di riferimento si annovera, a livello internazionale, quello sviluppato dalla ricercatrice Charlotte Danielson, che sul finire degli anni novanta ha dato vita al Framework for Teaching, il quale ancora oggi, dopo numerosi adattamenti e integrazioni, pur non rappresentando l’unico quadro di riferimento possibile, figura tra i più virtuosi e riusciti tentativi di definire ciò che l’insegnante deve “sapere” e “saper fare” nell’esercizio della propria professione.

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Nel febbraio 2012, la Cooperativa dell’istruzione (Onderwijscoöperatie) a sostegno del Ministero dell’istruzione, della cultura e delle scienze ha istituito un registro nazionale per gli insegnanti. Gli insegnanti possono iscriversi volontariamente e la registrazione vale quattro anni. L’obiettivo è aumentare la qualità dei docenti tenendo un registro professionale, che li incoraggi ad aggiornare e migliorare le proprie competenze. Inoltre il registro identifica lo status professionale dell’insegnante. Il registro ha pertanto due obiettivi: gli insegnanti registrati possono dimostrare di essere qualificati competenti, e mantengono sistematicamente le loro competenze.

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Tutti coloro che vogliano insegnare nella scuola pubblica inglese devono necessariamente conseguire il QTS (Qualified Teacher Status). Per arrivare al QTS, deve essere completato l’Initial Teacher Training (ITT), che consente di acquisire gli standard professionali richiesti e le competenze necessarie a diventare un insegnante efficace e di qualità. Nel QTS sono inclusi anche standard di comportamento e condotta.

Il quadro per l'insegnamento elaborato dalla Danielson (1996) identifica quegli aspetti della pratica docente che empiricamente si sono rivelati efficaci nel promuovere un miglior processo di apprendimento da parte degli studenti. Pur non rappresentando la descrizione dell’unica pratica possibile, queste responsabilità individuate puntano a definire ciò che gli insegnanti devono conoscere ed essere in grado di fare nell'esercizio della loro professione.101

La complessa attività ascrivibile all’insegnamento è divisa in 22 componenti, a loro volta raggruppate in quattro domini riferiti alla responsabilità insegnante102:

AMBITO 1 - Pianificazione e preparazione AMBITO 2 - L’ambiente classe

AMBITO 3 - L’insegnamento

AMBITO 4 - Le responsabilità professionali

In tabella 2.2. viene riportato il quadro completo.

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Cfr. C. Danielson (1996). Enhancing professional practice: A framework for teaching.

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Ogni componente individua un aspetto distinto di un dato ambito; da due a cinque elementi descrivono la caratteristica specifica di una componente. Inoltre per ciascuna componente il framework individua tre livelli progressivi di performance (rubrics), utili sia in funzione di attività di valutazione diagnostica, sia come strumento a supporto di processi di riqualificazione o di rafforzamento della pratica. Dal momento che l’insegnamento è una pratica complessa, è utile avere una mappa del territorio strutturata intorno a una visione comune dell’insegnamento. Considerando il dispositivo in termini complessivi, una prima osservazione da formulare riguarda il fatto che il framework presenta un carattere generalista e per tale ragione si presta ad un utilizzo rivolto ad insegnanti del sistema scolastico di ogni ordine e grado, a prescindere dall’ordinamento e dall’area disciplinare. In secondo luogo va sottolineato che non si tratta di una check list con cui poter analizzare il comportamento dei docenti, quanto piuttosto di una descrizione delle attività centrali correlate alla pratica di insegnamento, formulata in termini di competenze e di risultati attesi. Pertanto risulta utile non solo a chi svolge attivamente la professione, ma anche alla comunità, poiché trasmette il messaggio che gli insegnanti, come altri professionisti, si attengono agli standard più elevati. (cfr. Iprase 2011 )

LE COMPONENTI DELLA PRATICA PROFESSIONALE