• Non ci sono risultati.

TFA e valenza della formazione iniziale ai fini della promozione dello sviluppo

3.2. Uno studio di caso: l’esperienza TFA di Ca’Foscar

3.2.1.

Introduzione alla fase empirica e contestualizzazione dell’indagine

Ad eccezione di un rapporto pubblicato dall’ANFIS (2013)159, non sono al momento disponibili altre indicazioni formali rispetto agli esiti complessivi del primo anno di TFA in Italia.160

159

L' A.N.F.I.S. è l'associazione professionale dei docenti con competenze certificate nel campo della formazione, della supervisione di processi formativi, della ricerca didattica nella scuola. L'ANFIS è soggetto qualificato MIUR per la formazione degli insegnanti. I dati riportati di seguito sono estratti dal “Rapporto ANFIS sul TFA 2013“

http://www.anfis.eu/documenti/Rapporti_ANFIS_TFA/RA_TFA_2013/Rapporto_ANFIS_sul_TFA- primo_ciclo_2013-1_settembre_2013.pdf

160Sul web sono rintracciabili numerosi contributi “informali” riferiti alle varie fasi del percorso, che

risultano significativi ai fini di una ricostruzione complessiva dell’esperienza facendo tesoro di quanto viene veicolato attraverso la “rete” da parte dei diversi stakeholder a vario titolo coinvolti nell’esperienza TFA.

Così come si è osservato in precedenza anche per i percorsi SSIS, vi è sempre stata, a livello nazionale, una certa difficoltà ad assicurare un monitoraggio delle attività svolte con riferimento alla formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria.

A questo proposito, prima di analizzare le caratteristiche e i risultati relativi al questionario somministrato agli iscritti al TFA dell’Università Ca’Foscari e al fine di inquadrare correttamente i fenomeni e le dinamiche rilevate, isolando ciò che può aver costituito elemento di criticità, e potenziando ciò che ha funzionato meglio, si ritiene utile presentare alcune delle evidenze rilevate da suddetto studio a livello nazionale.161

Secondo i dati raccolti nel Rapporto ANFIS sul TFA 2013, il primo anno di applicazione del D.M. 10 settembre 2010, n. 249, presenterebbe più ombre che luci. Per i ricercatori l’imputato principale non sarebbe tanto la struttura dei percorsi così come individuata dal Decreto, quanto l’organizzazione e la gestione attuativa degli stessi.

L’analisi, che non entra nel merito dei risultati formativi, esplora la qualità di alcune procedure fra quelle più facilmente rilevabili e, in fase introduttiva, sottolinea che una maggiore attenzione alle possibili criticità e ai tempi di attuazione – da alcuni segnalata con largo anticipo – avrebbe potuto evitare buona parte delle disfunzioni rilevate e che vengono sinteticamente rappresentate in quattro punti principali:

1. Il primo dato, già empiricamente noto agli addetti ai lavori e agli studenti, documentato per la prima volta nell’ambito del rapporto, riporta che, a parte alcune virtuose ma circoscritte eccezioni, si sono riscontrati ritardi e inefficienze nell’attivazione di corsi e tirocini.162

2. Il secondo dato documentato è che la collaborazione fra Scuola e Università non ha trovato, fatto salvo per alcuni casi, le condizioni necessarie per svilupparsi. Verosimilmente tale collaborazione, richiamata in più punti dal D.M. 249/2010, in un’attuazione meno congestionata dei percorsi avrebbe potuto trovare spazi adeguati

161

Il Rapporto ANFIS sul TFA 2013 è il risultato di una elaborazione di dati raccolti dall'ANFIS sulle caratteristiche del primo ciclo di TFA nelle varie sedi universitarie italiane, elaborata sulla base di un questionario proposto ai tutor in servizio presso le università italiane sedi di TFA. Nelle premesse del rapporto vengono esplicitati – anche in questo caso – i limiti dell’indagine avviata, dovuti essenzialmente alla soggettività dei dati raccolti mediante questionario e al fatto che esso è frutto di rilevazioni effettuate da una sola categoria di soggetti, fra quelli che partecipano alle azioni del TFA: i supervisori di tirocinio. Il personale docente che ha compilato il questionario è composto, per la quasi totalità, da docenti tutor associati all’ANFIS con formazione ed esperienze specifiche sulla tutorship nel tirocinio previsto per la formazione iniziale degli insegnanti.

162

per manifestarsi. La rappresentazione dei dati raccolti confermerebbe questa tendenza mostrando in modo inequivocabile che non si è posta la necessaria attenzione per far sì che gli atti necessari fossero compiuti nei tempi opportuni, né sono state attivate comunicazioni chiare e tempestive per realizzare una vera e costruttiva collaborazione fra scuola e università.

3. Il terzo dato che il rapporto fa emergere è che nell’articolazione dei percorsi di tirocinio a scuola si sono registrate notevoli (e disfunzionali) differenze nell’interpretazione di come il tirocinio si sarebbe dovuto articolare (tirocinio diretto-tirocinio indiretto, supporto e-learning, autoformazione).

4. Il quarto dato di evidenza, per finire, mostra come il coinvolgimento delle figure con compiti tutoriali (tutor coordinatori e tutor dei tirocinanti) sia stato debole e nella maggior parte dei casi “tardivo” rispetto ai tempi e ai processi di formazione. Questo ritardo viene osservato dall’ANFIS come un aspetto particolarmente invalidante, soprattutto in considerazione dell’importante anello di congiunzione rappresentato dalle figure tutoriali nel loro compito “ponte” fra le due agenzie formative: scuola e università. Secondo l’associazione, infatti, attraverso un coinvolgimento attivo e sistematico dei docenti con compiti tutoriali, la fase preliminare e in itinere del tirocinio sarebbe potuta diventare effettivo luogo di incontro e confronto, di elaborazione progettuale, di riflessione condivisa.

Le problematiche rilevate in modo generale dal Rapporto ANFIS sono per certi versi condivisibili e rappresentano, se non altro, un’ulteriore base di confronto in rapporto alla lettura dei dati raccolti attraverso il questionario che dopo una breve rassegna delle caratteristiche dei corsi attivati a Venezia vengono presentate di seguito.

3.2.2.

Caratteristiche generali dei percorsi attivati a Ca’Foscari

I corsi di Tirocinio Formativo Attivo sono stati avviati alla fine del mese di Novembre – al termine di una lunga e travagliata procedura di selezione163 – secondo le

163Le prove nazionali di preselezione ai corsi di TFA sono state oggetto di forti critiche per gli errori

contenuti in alcune batterie di quesiti di per sé eccessivamente nozionistici; il compito di verificare la correttezza scientifica dei test già svolti è stata affidata ad una Commissione di docenti universitari, nominata dal Ministro. Molti candidati, inizialmente bocciati, successivamente a queste verifiche e alla revisione delle correzioni sono stati riammessi alle fasi successive, in alcuni casi, anche dopo i termini di procedure individuati dagli Atenei.

tempistiche e le modalità concordate anche con gli Atenei di Padova e Verona164, con i quali – data la totale assenza di vincoli normativi e di indirizzi attuativi da parte del MIUR – si è mantenuto per tutto il periodo di riferimento un apprezzabile rapporto di concertazione nelle scelte strategiche e nelle azioni comuni da intraprendere, anche al fine di garantire unitarietà dei percorsi a livello regionale.

Va altresì sottolineato che l'avvio della fase didattica è avvenuta con notevole anticipo rispetto a quanto posto in essere dalla maggior parte degli altri Atenei italiani165, con i quali, tuttavia, al fine di sopperire alla mancanza di indirizzi a livello centrale, si è innescata un’autentica corrispondenza tramite posta elettronica finalizzata ad affrontare i vari nodi di volta in volta emergenti nelle diverse fasi del processo.166

I docenti selezionati per lo svolgimento delle attività didattiche167 hanno permesso un rapido avvio del percorso di TFA, anche con lo scopo di chiudere il percorso entro la fine dell'anno scolastico 2012/2013, come sollecitato dalla nota MIUR del 549 del 28/02/13.

Tra gli aspetti più importanti che sono stati affrontati nella fase di progettazione e di avvio del percorso vi è stata l'individuazione delle giornate e delle fasce orarie più adatte per lo svolgimento delle attività. Gli elementi di maggiore criticità sono stati rilevati nella difficoltà di pianificare la didattica, che risultava concentrata in un periodo relativamente breve, rappresentando, di conseguenza, per i candidati, un impegno significativo e molto oneroso in termini di obbligo di frequenza.

Una percentuale significativa degli immatricolati al TFA, infatti, al momento dell'iscrizione e per tutto il periodo di frequenza prestava servizio presso le istituzioni scolastiche.

164

I due Atenei menzionati sono l’Università degli Studi di Padova e l’Università degli Studi di Verona.

165

ANFIS nel suo rapporto attribuisce agli enti formatori la responsabilità di non essersi attivati di propria iniziativa con una corretta previsione dei tempi di sviluppo dei percorsi. Secondo l’associazione la circostanza fa presumere problemi in ordine all’organizzazione delle attività didattiche e ritardi nelle procedure di assegnazione degli incarichi di insegnamento e tutorato. Questa situazione ha di fatto provocato forti differenze nel servizio erogato agli studenti nei diversi atenei, con effetti inevitabili sulla qualità dei percorsi (presumibilmente inferiore quando il tirocinio è stato attivato in ritardo) e molto probabilmente sulla formazione conseguita.

166Questo approccio collaborativo venutosi ad attivare a livello informale con gli altri Atenei operativi nel

contesto nazionale ha rappresentato indirettamente un’opportunità per individuare il posizionamento dei vari Atenei rispetto all’immaginario GANTT chart del TFA.

167Contemporaneamente alla fase di selezione si è proceduto alla definizione dell'offerta didattica per i

singoli percorsi e all'individuazione del personale docente e/o in servizio presso le istituzioni scolastiche per la copertura degli insegnamenti.

Per suddetti motivi si è reso necessario collocare le lezioni nella fascia pomeridiana (dalle ore 14.30 alle 19.00) e concentrare le attività didattiche cercando di non superare i tre giorni di frequenza settimanali. Purtroppo, per garantire la conclusione del percorso secondo i termini stabiliti dal Ministero, non sempre è stato possibile rispettare questi parametri.

L’avvio della fase di tirocinio – verosimilmente e potenzialmente il momento più fecondo dell’intero percorso – si è configurato, invece, come uno dei momenti più drammatici e di difficile gestione; nonostante, infatti, a livello di Ateneo si sia proceduto a selezionare le risorse cui attribuire l’importante ruolo di tutor coordinatore già nel mese di ottobre 2012, il Decreto di autorizzazione all’utilizzo degli stessi in regime di semiesonero è stato emanato dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto168 solo il 22 marzo 2013, a meno di 2 mesi dalla chiusura dei percorsi individuata dal MIUR nella nota 10.04.2013, prot. n. 839.

A seguito di questo ritardo nelle nomine dei tutor coordinatori169– tutt’altro che privo di conseguenze – è stato possibile avviare esclusivamente una piccola parte delle attività relative al tirocinio indiretto nel mese di marzo, mentre, alle attività di tirocinio diretto è stato dato avvio unicamente nei mesi di maggio e giugno.170

168

Le USR hanno dovuto a loro volta attendere il nulla osta a procedere dal MIUR prima di promulgare i Decreti.

169

L’ANFIS, nel proprio Rapporto, con riferimento alla questione relativa al ritardo di nomina dei tutor coordinatori si esprime come segue “Sarebbe, infatti, stato impossibile attivare regolarmente i tirocini nelle scuole prima che fossero state sbloccate le nomine dei tutor coordinatori, poiché, sul piano strettamente formale, il tutor coordinatore deve sottoscrivere il “progetto di tirocinio” prima del suo avvio a scuola. Sul piano sostanziale, avviare i tirocini in assenza dei tutor coordinatori, membri fra l’altro del Consiglio di corso di tirocinio, è contrario alla ratio e alle disposizioni del D.M. 249/2010 che qualifica il tutor coordinatore come la figura alla quale sono affidati i compiti di: a) orientare e gestire i rapporti con i tutor assegnando gli studenti alle diverse classi e scuole e formalizzando il progetto di tirocinio dei singoli studenti; b) provvedere alla formazione del gruppo di studenti attraverso le attività di tirocinio indiretto e l’esame dei materiali di documentazione prodotti dagli studenti nelle attività di tirocinio; c) supervisionare e valutare le attività del tirocinio diretto e indiretto […].Alcuni atenei, per sbloccare l’impasse, hanno adottato soluzioni che contravvengono la ratio e le disposizioni del D.M. 249/2010, attivando i tirocini nelle scuole senza che i tutor coordinatori fossero ancora incaricati. In pochi isolati casi l’Amministrazione ha proceduto all’affidamento degli incarichi ai tutor coordinatori attuando la disposizione sulla base delle informazioni ufficiose che, ben prima di aprile 2013, davano il decreto in approvazione. In alcune sedi, infine, si è proceduto con contratti di diritto privato per la funzione di tutor coordinatore: comprensibile extrema ratio per fronteggiare l’emergenza, ma che elude palesemente le disposizioni contenute nel D.M. 8 novembre 2011, che disciplinano con scrupolosa precisione le procedure di affidamento dei compiti tutoriali”

170

Le attività di progettazione della fase di tirocinio diretto ma soprattutto indiretto sono iniziate alla fine del mese di febbraio, tuttavia, ai fini di procedere alla fase di micro-progettazione e di implementazione effettiva dei percorsi si è dovuta attendere la nomina dei tutor coordinatori. Di fatto, le attività laboratoriali di tirocinio indiretto sono state avviate nel mese di aprile.

A fronte degli innumerevoli disagi ascrivibili a questa fase171 – i quali verranno trattati nei paragrafi successivi – si è fatto il possibile per adottare soluzioni flessibili in grado garantire una quanto più sostenibile conclusione dei percorsi.

L’ANFIS nel suo rapporto affronta la questione concludendo che chi ha atteso l’emanazione delle necessarie disposizione o chi ha assunto iniziative in deroga per fronteggiare i problemi che si facevano sempre più urgenti, abbia agito per l’assenza, nei tempi opportuni, della necessaria normazione e degli atti dispositivi e di chiarimento necessari.

I ritardi nella nomina dei tutor coordinatori, sottolinea sempre ANIEF nel suo Studio, hanno avuto ripercussioni anche nell’attivazione e nel corretto funzionamento dei Consigli di Tirocinio ai quali il D.M. 249/2010 affida "la gestione delle attività del tirocinio formativo attivo” specificando che essi curano l’integrazione tra le attività di cui al comma 3, organizzando i laboratori didattici disciplinari e i laboratori pedagogico- didattici e stabilendo le modalità di collaborazione tra i tutor dei tirocinanti, i tutor coordinatori e i docenti universitari.

Nel caso dell’Università Ca’Foscari nel mese di gennaio, tramite i DR n° 30 e 31 del 17/01/13, sono stati istituiti due Consigli di Tirocinio, uno per le classi di abilitazione di area linguistica e uno per quelle di area umanistica. Per entrambi è stato individuato un docente referente con funzioni di Presidente. Sono stati inoltre designati, per ogni classe di abilitazione:

- un rappresentante dei docenti; - un rappresentante degli studenti.

L'USR, attraverso proprio decreto, ha provveduto a designare due dirigenti scolastici per ognuno dei Consigli, così come previsto dal DM 249/10. I tutor coordinatori, che al momento dell'istituzione dei Consigli di Tirocinio erano in attesa della nomina ufficiale da parte del Ministero, sono stati inseriti provvisoriamente in qualità di esperti.

171

Tale fase ha previsto la gestione delle procedure relative alla stipula delle convenzioni con gli istituti partner oltre al monitoraggio dei registri e dell'ulteriore documentazione necessaria durante la permanenza dei corsisti a scuola. Sono state stipulate circa 160 convenzioni. Le 3 università del Veneto, a fine novembre, per il tramite dell’USR hanno rivolto formale invito alle scuole della Regione, a dichiarare la loro disponibilità ad accogliere tirocinanti. Il nostro Ateneo ha inoltre previsto, per alcune categorie di studenti, la possibilità di segnalare l’istituto presso cui svolgere l’attività di tirocinio e ha trasmesso un’ulteriore avviso di avvio della fase alle scuole selezionate tramite PEC. Non sono state previste forme remunerative per le scuole e per i tutor accoglienti.