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Raccolta delle informazioni:

Gli strumenti principali per la raccolta delle informazioni sono stati l'osservazione partecipante e le interviste in profondità ma anche l'analisi di diversi tipi di materiali: film, articoli giornalistici, blog, siti vod, programmi di eventi.

Per quanto l'osservazione partecipante

“differisce dagli altri metodi di ricerca in quanto il ricercatore seleziona gli oggetti di osservazione, decide che cosa chiedere e forgia i suoi interessi nel corso della ricerca stessa” (Corbetta, 2009),

per la mia presenza sul campo e la conduzione delle interviste, più che farmi guidare dalla grounded theory (Glaser e Strauss, 1967) in senso stretto, ho deciso di procedere su un “binario più moderato” (Corbetta, op. cit.), tramite il ricorso a concetti sensibilizzanti (Blumer, 1969). La grounded theory, infatti, nell'enfatizzare il fatto che elaborazione teorica e osservazione sul campo procedano di pari passo, che la prima venga scoperta nel corso della ricerca, avanza un invito esplicito ad ignorare la letteratura preesistente (Corbetta, op. cit.).

Nel mio caso, con la consapevolezza che il/la ricercatore/trice non si avvicina al campo (e ai materiali) come tabula rasa (Schwartz-Shea eYanow 2012), , mi sono fatta orientare e predisporre alla percezione (Corbetta, 2006) da dei concetti che, utilizzati in modo flessibile, fornissero “...solo una guida di avvicinamento alla realtà empirica […] suggerendo le direzioni nelle quali guardare […] in una relazione di autocorrezione col mondo empirico” (Blumer in Corbetta, op. cit., p. 65) e di negoziazione costante rispetto a quella che Blumer definisce “ostinata realtà” (Barnao, 2017).

Ho raccolto 53 interviste in profondità, suddivise tra i seguenti soggetti:

3) 20 performers e regist* (spesso potevano avere entrambi i ruoli) ubicat* in USA e CANADA (tre di queste via Skype)

4) 6 attori porno in Italia28

5) 10 performers porno/ sex positive/queer/militant* italian*

6) 7 regist* italian* [anche prima esperienza (una di quest* via mail)] 7) 3 provinanti per progetti pornografici

8) 4 gestore sexy shop femminile 9) 3 studios*

Tutte le interviste sono state registrate e trascritte integralmente. Le trascrizioni sono poi state inviate alle/agli intervistat*, che hanno avuto modo di integrare e di riflettere su alcuni aspetti, con la precisa volontà di trattarl* non come informator* ma come interlocutor* paritar* (Rahola, op. cit. 47) e nella consapevolezza che, anche nell'atto della trascrizione, è sempre presente il filtro e l'interpretazione del ricercatore/trice. In alcuni casi, la lettura della trascrizione ha rappresentato un momento di “frizione” o distacco nei confronti della ricerca e ha richiesto un attento processo di conciliazione da parte mia, di rassicurazione sull'uso delle interviste e sulla mia posizione rispetto ad alcuni temi.

L'atto di “leggersi” ha suscitato, in molt* degli/delle intervistat* sentimenti, emozioni e reazioni contrastanti e varie: paura di aver raccontato troppo, di essersi espost*, stupore per aver affrontato in modo così profondo tanti temi, ricerca spasmodica del minimo errore grammaticale o di trascrizione dall'inglese, così come gratitudine per essermi interessata alla loro visione e narrazione.

Al momento dell'invio della trascrizione, a ogni persona intervistata, veniva chiesto di indicare il pronome con il quale avrebbe voluto essere indicat* nella ricerca e questa semplice domanda, in diversi casi, è servita per stemperare l'eventuale tensione collegata alle trascrizioni stesse.

Nel corso di tutto questo contributo, nel citare le persone intervistate, si noterà una certa “incongruenza” e “disordine” per quanto riguarda alcune informazioni legate all'identità di genere, all'orientamento sessuale o alla razza. Le informazioni che compariranno, dipenderanno principalmente dalla richiesta esplicita degli/delle intervistate di farle o non farle presenti, di essere indicat* in un determinato modo, dalla scelta di definizione di sé stess*, dalla centralità che alcuni elementi hanno assunto nell'intervista (così di qualcun* si 28 Il gruppo “attori porno in Italia” , è stato scorporato dagli altri per sottolineare, oltre alla localizzazione, che si tratta di uomini che la cui principale/unica occupazione è nell'industria pornografica, senza però alcun tipo di coinvolgimento con movimenti LGBTQ o femministi, né partecipazioni a progetti e produzioni porno che intersechino tali movimenti.

dirà che è afroamerican* ma di altr* non si farà riferimento al fatto che possa essere originari* del Sud America), oltre che, naturalmente, all'importanza che rivestono nel soddisfare una curiosità “sociologica”.

Le prime persone intervistate sono state individuate tra le vincitrici/candidate dei Feminist Porn Award's di Toronto del 2015; successivamente, attraverso la modalità snowball (Biernacki, Waldorf, 1981), sono stat* individuat* le/gli altr* intervistat*, richiedendo ai contatti originari (intervistat* FPA's, studios* e militanti di conoscenza pregressa) di indicare principalmente regist* e performer di porno femminista ma anche profili interessanti per le intersezioni tra pornografie e femminismi nel mainstream, nel movimento queer e nella post-pornografia/pornografia performativa in Italia.

L'accesso ai vari campi e la possibilità di svolgere le interviste è stato garantito, come appena anticipato, sia dal contatto positivo e fruttuoso con soggetti che avrebbero il ruolo di informatori e di gate keepers, con cui sono riuscita a stabilire un rapporto di fiducia e rispetto reciproco, sia grazie alle intercessioni di contatti e rapporti precedenti l'inizio della ricerca, sia professionali che, soprattutto, dipendenti dalla mia militanza in collettivi e associazioni femministe. Naturalmente, l'accesso fisico al campo è stato solo il primo passo di un costante tentativo di creazione e ottenimento di fiducia da parte degli/delle insiders. Come spiega Giovanni Semi:

“...non dobbiamo pensare all'ingresso sul campo come se si esaurisse in una situazione temporale singola, 'quel giorno', ma come a tante situazioni in cui veniamo riconosciuti da altri come esistenti e degni di essere frequentati. Queste situazioni sono tante quante sono i possibili contesti che contraddistinguono il fenomeno che intendiamo studiare” (Semi, 2010:36)

A ogni accesso a un nuovo campo, o perfino a un nuovo contatto, ho percepito chiaramente di essere io per prima oggetto di studio, di verifica. Più volte ho dovuto posizionarmi come attivista femminista con una certa visione della sessualità e del lavoro sessuale, in modo da fornire una garanzia ed una rassicurazione a* mie* interlocutor*, che in qualche modo, sentivano accorciarsi le distanze tra noi e i nostri ruoli.