3.4 I campi della ricerca e la raccolta delle informazioni:
3.4.8. b Webcam e riprese: Rita e Carl
Il secondo set che ho visitato era invece totalmente diverso. Molto lontano da San Francisco, era stato allestito in una stanza dell'abitazione privata de* performer. Rita e Carl (nomi di finzione), avevano accolto la chiamata de* performer, offrendosi, previa verifica del progetto di ricerca, del mio curriculum, delle mie pubblicazioni e del sito del dipartimento di afferenza, di permettermi di fare osservazione durante le riprese.
Durante le ore precedenti le riprese, la coppia, anche nella vita, mi ha spiegato di essersi appena trasferita lontano da San Francisco non solo per una questione di risparmio sui costi di vita ma per un senso di non appartenenza alla comunità porno queer della città. Entramb* raccontano di una comunità chiusa, abbastanza escludente, che monitorerebbe costantemente il “livello di queerness” degli/delle (aspiranti) appartenenti, soprattutto dei maschi cisgender. Apparire come una coppia eterosessuale, nonostante le biografie specifiche dei due raccontino invece di una certa fluidità nel proprio orientamento, avrebbe rappresentato un forte limite nello sviluppo del proprio senso di appartenenza e, in seconda istanza, nella nascita di collaborazioni professionali.
Rita e Carl, neuroscienziata la prima e ingegnere il secondo, mi raccontano che la maggior parte dei loro introiti non derivano esclusivamente dai film porno, ma anche dal fatto che Rita sia presente su un sito di webcaming e che i due aspetti si rinforzino a vicenda, sfruttando l'uno la popolarità di Rita, o della coppia, nell'altro.
Mi spiegano che avrò la possibilità di osservare sia una seduta di webcaming che le riprese della scena finale di un film. Rita inizia a prepararsi e, per continuare la conversazione, entra ed esce dal salotto, completamente nuda. Questo elemento di rapporto con il proprio
corpo mi colpisce; la mia proiezione era infatti quella di due momenti ben distinti, un prima le riprese “coperto”, in cui negare allo sguardo esterno la possibilità di interazione, e un durante le riprese “scoperto”. Ai miei occhi, si tratta di un accesso imprevisto e inaspettato al “dietro le quinte”, che mi proietta dunque, da un universo di performance osservata dall'esterno, ad uno di osservazione ravvicinata delle pratiche lavorative.
Ci spostiamo in una stanza adibita a set e luogo per le sedute di webcaming. Ci sono le luci di scena, una scatola e una armadio che contengono costumi di scena e toys, due poltrone sistemate di fronte a un divanetto. Davanti al divano c'è un pc, che servirà per il webcaming e di fronte alle poltrone sono sistemati altri due schermi. Carl mi spiega che in questo modo potrò vedere Rita sia di fronte a me sia sulla chat, come se fossi un* utente del sito. Prima di cominciare, Rita mi introduce al tipo di funzionamento delle piattaforme per cui lavora.
Le ragazze hanno l'obbligo di “connettersi” tutti i giorni e di guadagnare qualche token (monete che equivalgono come a delle mance che le persone pagano durante la connessione). Più Token si ricevono, più si guadagna e la performance, gradualmente, diventa più elaborata, fino alla possibilità di “contrattare” una chat privata.
Le modelle, spiega Rita, elaborano delle strategie proprie, personali, per “attrarre” i clienti. Alcune, quelle col corpo da lei definito “mainstream”, spesso ricevono ingenti quantità di token (che comunque equivalgono a pochi centesimi) senza dover offrire grandi performance, se non la loro immagine; altre, magari più adulte o con corpi meno “perfetti” secondo il canone dominante, offrono prestazioni che altrimenti verrebbero performate solo nelle, più redditizie, chat private (come il sesso orale a un dildo).
Più token guadagnano e più sono attive, più appariranno nelle prime pagine del sito. Rita spiega che questo è molto importante perchè raramente i clienti, nel cercare le ragazze, si spingono oltre la quinta pagina.
Le modelle imparano quale fascia oraria, periodo della settimana o dell'anno sia più redditizio per loro e cercano di concentrare la propria presenza in quelle.
Si può avere accesso allo stesso streaming da siti diversi; in ogni caso ci sono regole molto rigide da seguire: non pubblicizzare i propri siti, non vendere beni, non far comparire nelle chat persone non autorizzate, per fare qualche esempio.
E molto comune che la concorrenza tenti di “rubare” le strategie, un'idea di performance o un look particolare e, di conseguenza, alcune modelle hanno deciso di bloccare l'accesso alle dirette concorrenti.
Ottenere token, click e visibilità è dunque il risultato di una serie di azioni strategiche, mai casuali.
I “clienti” on line vengono subito “studiati” dalle camgirls, alcuni potrebbero essere noti e altri, invece, apparirebbero subito come “ospiti passeggeri”, non disposti a pagare. Il modo per identificare questa categoria, secondo Rita, riguarda la registrazione: se risultano come
“non registrati, non hanno inserito la propria carta di credito, limitandosi ad usufruire gratuitamente del servizio in streaming senza neppure lasciare token minimi” (Rita, donna cisgender, USA)
Rita mi spiega il suo modo di lavorare: basilare sarebbe non far credere al cliente che ci sia un rapporto unico e speciale, rendendo palese che si tratta di un gioco limitato nel tempo e nello spazio. Il live camming di Rita è frutto di uno studio attento del consumatore. Viene venduta un'immagine e un personaggio che, compatibilmente con i gusti e la personalità di Rita, è comunque frutto di “scelte di marketing specifiche”.
Una delle peculiarità di Rita è quella di offrire, a seconda del profilo del cliente, anche la presenza di Carl, creando un'esperienza molto simile a quella del video porno ma esclusiva, non ripetibile e costruita ad hoc per il cliente.
Prima che inizi la sessione, Rita mi fa sedere al suo fianco, sul divano, spiegando che da quella posizione potrò vedere quello che vede lei ma non essere vista in alcun modo. Per quanto reputi interessante questa opportunità, mi rendo conto che allo stesso tempo è causa di timore. Timore di muovermi, di respirare troppo rumorosamente, di poter entrare in qualche modo nel raggio di ripresa della camera, mettendo a rischio la sua sessione. In questo senso, nuovamente, il mio corpo è diventato centrale, così come il suo controllo. Dopo qualche minuto dall'accesso di Rita sulla piattaforma, decido di spostarmi in una delle due poltrone di fronte a lei; accanto a me, su un'altra poltrona c'è Carl. Mi rendo conto di quanto lo studio del posizionamento delle luci sia centrale: sullo schermo, il corpo di Rita appare “perfetto” e privo di quei minimi dettagli, che sia un neo, un segno di rilassamento cutaneo, una smagliatura, visibili invece a occhio nudo.
Durante la sessione, Rita “ammicca”, parla, si muove sinuosa e, saluta le persone che di volta in volta si uniscono, e, dopo pochissimo, lancia una “sfida”: i presenti hanno 10 minuti per arrivare a una determinata quantità di Token, il primo che si aggiudica la cifra avrà accesso alla chat privata. Il tentativo non riesce subito, così lei aggiunge qualche minuto extra. Intanto sorride, si muove, parla. Raggiunta la cifra stabilita, ha inizio la chat privata. Rita si spoglia, balla e utilizza due sex toys diversi. Uno serve per procurarle
piacere, l'altro per simulare la pratica del sesso orale.
Il suo sguardo sembra fisso sulla telecamera ma, in realtà, mi accorgo che spesso cerca e intercetta quello di Carl, che inizia a masturbarsi, in un'interazione che sembra molto più circoscritta ai due soggetti presenti fisicamente che a quelli in chat.
Mentre la performance di Rita non mi crea alcun tipo di imbarazzo, mi rendo conto che la prossimità fisica con Carl, che percepisco come “fuori scena”, non dentro a un ruolo, in qualche modo mi fa riflettere. Il concetto di autenticità vincolata, o limitata, (Bernstein, 2009), prende forma nella mobilitazione di un elemento di gestione del proprio lavoro che corrisponde al rapporto con il proprio partner, una sorta di “capitalizzazione dell'intimità”, offrendo sullo schermo una performance “credibile”, in cui Rita sembrerebbe completamente coinvolta.
La sessione privata si conclude in circa 7 minuti, con Rita che raggiunge il piacere, chiude la chat, saluta e da appuntamento al giorno dopo, spiegando a che ora sarà possibile trovarla.
Nei momenti successivi, emergono altri elementi del suo lavoro; la domenica, spiega, lavora in una fascia oraria estremamente ristretta ma altrettanto redditizia, che equivale all'orario dopo cena. La pratica di web caming, sia dal punto di vista della lavoratrice che da quello del cliente, andrebbe letta e capita come pratica “quotidiana” del cliente, e dunque influenzata dagli impegni lavorativi, familiari e perfino dalle stagioni L'estate, ad esempio, la sera lavora meno perchè, racconta, le persone tenderebbero a stare più volentieri all'aria aperta.
Approfitto dello scambio per cercare di capire meglio il ruolo di Carl nella performance appena conclusa. Rita spiega che per lei è molto importante sapere che il suo compagno è là di fronte, concreto e intimo, per riuscire ad offrire una performance non solo realistica ma divertente e piacevole per sé stessa.
Rita e Carl, spiegano che è il momento di prepararsi per le riprese. Spostano gli schermi, orientano in modo differente le luci e invertono la posizione delle poltrone. Rita va in bagno a prepararsi, cambia completamente tipo di trucco e di acconciatura per i capelli, che ora appaiono perfettamente lisci. Carl, nel frattempo, mi racconta che quella che stanno per girare, è la parte conclusiva di un film che era stato commissionato loro da terzi e che questo tipo di richiesta è molto comune. Racconta che, in realtà, la mia occasione per “osservare”, deriva da un piccolo incidente: durante le precedenti riprese del film, proprio nel momento del money shot, la loro telecamera si era spenta, senza che loro se ne
rendessero conto, rendendo necessaria una seconda ripresa della scena. Per questo motivo, niente nell'aspetto del set e de* due performer deve in alcun modo creare una rottura rispetto alle scene precedenti; la scena finale deve apparire congruente, armonica, rispetto a ciò che già è stato girato, evitando l'accesso del pubblico al “dietro le quinte” (Goffman, 1969).
Rita indossa delle lenti a contatto colorate e, dialogando con Carl, anticipa che nel caso i suoi occhi inizino ad arrossarsi per il fastidio, cosa già avvenuta in passato, a quel punto la scena prevederà l'inserimento di un «deep throat blow job», con conseguente lacrimazione e, come spiega Rita, enfatizzazione della pratica sessuale in atto.
Come abbiamo avuto modo di approfondire nel capitolo sulle teorie sociologiche sulla sessualità, il controllo del proprio «equipaggiamento espressivo» (Goffman, 1969: 35) messo in atto da Rita, mostra quel processo attraverso il quale il corpo, una sua parte o una sua reazione, divengono e vengono interpretati come “sessuali”, perchè inseriti nel contesto specifico delle riprese di un film porno, attingendo a tutto un repertorio di azione e simbolico che viene percepito come “sessuale” e coerente rispetto al contesto.
Mi viene indicata la mia collocazione nello spazio e, nuovamente, realizzo che tra il mio e il loro corpo, ci sarà una vicinanza (circa un metro di distanza) che dovrò gestire. Carl mi mette subito a mio agio, scherzando ed ironizzando sul fatto che la depilazione del suo corpo, causando prurito e dolore, potrebbe rappresentare un problema e che le luci di scena hanno fatto salire la temperatura della piccola stanza a livelli insopportabili.
Rita siede sul divano, Carl sulla poltrona. Iniziano a masturbarsi e, una volta che lei raggiunge l'orgasmo, si sposta su di lui e fanno sesso. Si tratta della preparazione e predisposizione del corpo alla scena che verrà girata di lì a qualche secondo.
Dopo poco si alzano e Carl accende e regola la telecamera: le riprese hanno inizio. Durante le riprese, fatte dall'alto per mano di Carl, si scambiano informazioni tecniche sulla performance, che consta di sesso orale, e le inquadrature. Alla percezione di una forte intimità, avuta fino a quel momento, si affianca dunque la mia consapevolezza del fatto di essere comunque di fronte ad una performance, allo svolgersi di un lavoro, con una grande attenzione per i dettagli da parte della coppia. Il controllo del corpo, dei gesti e dei movimenti appare chiaro: Rita si scioglie i capelli, poi li raccoglie di nuovo, a seconda delle indicazioni di regia di Carl. Poco prima che la scena si concluda, con il facial cumshot52, mi fermo a riflettere sul lavoro di controllo delle proprie reazioni corporee da 52 Pratica che prevede che il performer diriga l'eiaculazione sul volto della/delle partner di scena.
parte di Carl, sul suo essere un professionista che lavora: oltre a dover controllare il raggiungimento del proprio orgasmo per renderlo compatibile con delle tempistiche “accettabili”, a colpirmi è il fatto che riesca ad apparire estremamente presente all'interazione53 e allo stesso tempo attento agli aspetti tecnici della ripresa.
Dopo qualche minuto la scena si conclude e * due performer si alzano sorridenti e rilassat*. Segue un momento per me estremamente interessante; ci fermiamo infatti a riflettere non tanto sulla mia esperienza durante le riprese, quanto sulla loro in mia presenza.
“Averti qua è stato strano in effetti, però ci sentivamo a nostro agio, giusto Carl? E stato un pochino diverso, alla fine non solo sei una civilian ma sei qua per studiarci (ride)” (Rita, donna cisgender, performer altporn, USA)
“Credo che esperienze come queste siano importanti. Siamo abituat* a lavorare con persone presenti ma sono persone che lavorano sul set. E un esercizio per abituarsi a lavorare nelle situazioni più disparate” (Carl, uomo cisgender, performer altporn, USA)