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Regno del terrore e la sparatoria del 26 Giugno ’75

Fu proprio nel 1975, nel pieno di quello che fu definito “regno del terrore”, che gli anziani della riserva di Pine Ridge richiesero l’intervento e la protezione da parte dell’AIM contro gli attacchi dei GOON, che in quegli

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anni si andarono intensificando causando molte morti sospette. Il regno del terrore era costituito da irruzioni all’interno delle case senza alcun mandato, devastazioni, brutali perquisizioni, minacce e violenze di ogni genere a tutti coloro sospettati di avere anche solo una simpatia per l’AIM.

Inoltre gli anziani di Oglala non volevano proteggere solo la loro incolumità ma anche la loro terra, dato che era prevista la cessione al governo di un ottavo delle terre ricche di petrolio ed uranio. Presso Oglala si stabilirono alcuni volontari dell’AIM, con alla guida Peltier che alzarono un campo all’interno della proprietà privata dei coniugi Jumping Bull, nei pressi del villaggio di Oglala. Ricorda Peltier:

“Non era un accampamento militare dove si preparavano piani terroristici. Era un campo spirituale, alzato là…per difendere il popolo di Oglala.”27

Al fianco di Peltier giovanissimi sostenitori: il cugino Bob e Wilford di 18 anni, Norman di 15, due fratelli di 14 ed 11 e infine Joe di 21 e Dino con la famiglia. A Pine Ridge in quei giorni si trovava anche Anna Mae Aquash, la donna che era stata accusata di tradimento, ma della quale egli si fidava. Il 26 giugno 1975 due agenti dell’FBI, Jack Coler e Ronald Williams (che non si identificarono mai come agenti ai membri dell’AIM), entrano a tutta velocità nella proprietà dei due anziani, dove si trovava la città di tende dei volontari dell’AIM, su un’auto senza alcun contrassegno, ufficialmente all’inseguimento di un furgone rosso di un indiano sospettato di aver rubato un paio di stivali ad un cowboy.

Senza alcun motivo fu aperto il fuoco. Gli indiani risposero. Ne nacque una sparatoria tra i due agenti e i membri dell’AIM.

27 Scozza E., Il Coraggio di essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Roma,

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In pochi minuti sopraggiunsero sul posto decine di agenti FBI, sceriffi federali, polizia del BIA e GOON che circondarono la riserva. L’indiano Joe Stuntz Kilsright di 21 anni e i due agenti Coler e Williams rimasero uccisi.28 Pine Ridge passata inosservata per anni nonostante la morte di più di trecento indiani diventò, con la morte di due bianchi, famosissima e in prima pagina sui giornali.

Peltier e un gruppo di circa quindici persone riuscirono a fuggire e da quel momento ebbe inizio la più massiccia caccia all’uomo di portata nazionale avutasi in quegli anni, che durò otto mesi.

Fuggirono a piedi verso Sud, ma gli agenti sembravano essere ovunque e così non sapendo cosa fare, si fermarono a pregare. In quel momento, racconta Peltier, un’aquila volteggiò sopra le loro teste e i fuggiaschi capirono quale direzione dovevano prendere e la seguirono traendosi in salvo.29 Molti indiani di Pine Ridge li aiutarono nella fuga.

Nel frattempo il leader del partito “progressista” tribale firmò un accordo segreto con cui trasferì un ottavo della riserva Pine Ridge, terra ricca d’uranio e altri minerali, al governo federale.

Nel settembre del 1975 una station-wagon esplose nel Kansas: l'auto era carica di armi ed esplosivo, che saltarono in aria, sembra accidentalmente. Al suo interno erano presenti e persero la vita Robert Robideau, Norman Charles, e Michael Anderson, che si diceva fossero complici di Peltier.

Tra i rottami, l’FBI recuperò un fucile Ar-15 che senza alcuna prova chiara venne individuato come l’arma che uccise i due agenti; l’FBI dichiarò inoltre che il furgone apparteneva a Peltier.

A novembre del 1975 una pattuglia dell’Oregon fermò un camper e uno station-wagon ordinando al guidatore di scendere. L’auto però, dopo un segnale dell’uomo, ripartì all’improvviso; furono sparati dei colpi e l’uomo che era stato fatto scendere scomparì nella notte, ferito. Era Leonard Peltier.

28 Reihardt A.D., Ruling Pine Ridge, Texas Tech University Press Lubbock, 2007 29 Peltier L., La mia danza del sole. Scritti della prigione, Fazi editore, Roma, 2005

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Nell’auto che fuggì c’erano Anna Mae Aquash, il suo amico Dennis Banks e sua moglie.

Riuscì a fuggire in Canada e scoprì lì che insieme a due compagni era stato accusato di “complicità e favoreggiamento” della morte dei due agenti e a Dicembre Peltier entrò nella lista dei dieci latitanti più ricercati dall’FBI. A Gennaio il tribunale di Vancouver, Canada, emanò un mandato d’arresto contro di lui. Leonard Peltier si rifugiò presso l’accampamento di un certo Robert Smallboy, un capo Cree.

Erano le tre del pomeriggio del 6 febbraio 1976 quando un ispettore canadese e suoi poliziotti trovarono Peltier all’interno dell’accampamento.

In attesa dell’udienza Leonard Peltier fu rinchiuso nella prigione di Vancouver, dove lo attese un trattamento duro e inumano30: in cella di isolamento per oltre cinque mesi, mezz’ora d’aria al giorno in cui veniva comunque ammanettato mani e piedi, non gli era permesso nessun esercizio fisico, ed era sottoposto a continue perquisizioni corporali.

Ancora una volta i mass media ebbero il loro ruolo fondamentale nella vicenda, dipingendo invece, quasi a giustificare il trattamento ricevuto, un prigioniero feroce, bestiale, uno dei più pericolosi della prigione. Molte guardie lo definirono invece un prigioniero modello.