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La scrittura di Lance Henson

5.5. Lance Henson: poeta e guerriero della parola

5.5.1. La scrittura di Lance Henson

Lance Henson padroneggia la lingua in maniera, a mio parere, semplice ed immediata, soppesando ogni singolo vocabolo che sceglie di utilizzare. Le parole sembrano nelle sue mani lame affilate e sembra conoscerne perfettamente il valore e quanto queste possano ferire.

Nelle sue liriche il passato è rivisitato e reinserito nel presente: egli afferma infatti che la sua opinione di tempo, si possa esprimere più chiaramente attraverso il concetto del “non-tempo”, in cui l’oggi, lo ieri e il domani sembrano rincorrersi in un percorso unico e ciclico.

13Henson L., Sand Creek, Edizioni biblioteca dell’immagine, Pordenone, 2005, Pag.3 14 Talvolta si legavano a terra e, a piè fermo, attendevano l’attacco avversario

15 Il clan si può definire a “numero chiuso”. Per accedervi infatti, è necessaria la morte di uno dei suoi

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Un altro viaggio in treno

“come i miei zii cheyenne prima di me

uomini cacciati ed uccisi dalla democrazia

guardo i venti instabili di una preghiera incompiuta

che raggiunge il mondo degli uomini e dove troverà l'armonia

la struttura della lotta? nelle strade della bosnia

nelle nebbie lacere e strappate del sud africa o negli alberi macchiati di sangue dell'amazzonia la notte avanza come una farfalla bruciata […]

questa storia sta accadendo di nuovo e il mondo continua a distruggersi”.16

Dalla tradizione orale, dai canti di guerra, deriva il linguaggio altamente figurato dei poeti nativi contemporanei come Lance Henson, infatti il suo stile richiama volutamente lo stile del canto tradizionale dei nativi americani, e soprattutto degli Cheyenne.

Anche nel passato la voce individuale era l’espressione di una collettività, e oggi, come allora, la voce di Henson vibra di emozioni che sono sue ma anche della sua gente.

La sua voce cerca di togliere dall’oblio il suo popolo, squarciando quel fitto velo che per anni ha reso invisibili e ignorati i nativi.

Alcuni parlano di Lance Henson come di voce di un popolo, come Buffarini:

“Lance non può permettersi di parlare senza soppesare le parole, perché lui è la voce del suo popolo […]. E allora ti rendi conto del peso enorme

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che è costretto a sopportare come poeta e come “tsistsistas”, il vero nome del popolo Cheyenne.”17

Affermare che egli descriva solo la grandezza del suo Popolo è, a mio parere, estremamente riduttivo poiché egli fa molto di più: sembra scrutare i mali del mondo e sembra poi denunciarli, attraverso grandi testimoni del suo popolo.

Henson paragona spesso la situazione dei nativi americani a quelli di altre popolazioni del mondo, entrando in empatia con tutti gli oppressi della terra, indistintamente dal luogo geografico in cui si trovino:

“questa sera piove

sulle pianure aride a Wounded Knee sugli hogan sulla grande montagna sulle barricate a comwall

sulla terra rossa

alla tomba di geronimo in Oklahoma questa sera piove

nei sogni dei bambini in Salvador e Nicaragua e San Carlos

nei sogni delle madri in Brasile e Cile e a Pine Ridge e a Wind River questa sera piove

nel vento luttuoso

dell'inverno c'è una preghiera si vi vo ho oh shi win

si vi vo ho oh shi win

non verremo spazzati via.”18

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Henson L., Sand Creek, Edizioni biblioteca dell’immagine, Pordenone, 2005, Pag.20

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Egli insiste nel voler allontanare da sé ogni compromesso con l’immagine che ci si aspetta da un Indiano d’America; non ci lascia entrare in una cultura europea, piuttosto che americana o dei nativi.

La vera cultura di cui Lance Henson è portatore è, come ci ricorda Domenico Buffarini, la cultura degli esseri umani.

Un concetto di umanità che riecheggia senza sosta all’interno della sua poesia; e non è altro che la stessa appartenenza all’umanità che è alla base della cultura della maggior parte delle tribù native.

“[…] in un mattino di gelo nel dolore del risveglio

il grido dell’umanità esce da sé impossibile da fermare

come il gocciolio dell’acqua come il pianto di un bambino”19

Concetti come quello di dignità, libertà, ricerca della felicità, fraternità o uguaglianza sono invece nella cultura euro-americana concetti acquisiti relativamente di recente.

Un esempio lampante è il ruolo che all’interno delle comunità tribali assumevano tutti, dall’anziano, alla donna, al bambino, fino al “diverso” per infermità fisica o mentale: tutti avevano il loro ruolo, che permetteva il conferimento di una piena dignità.

Un concetto di fratellanza fra gli esseri umani che si estendeva all’intero Cosmo, come a ricordare un francescano Cantico delle Creature, sentito e praticato da tutti, ed infatti in alcune poesie, possiamo leggere:

“Fratello sole, sorella acqua, nonno fuoco”

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Si ha poi la sensazione che alcune liriche, soprattutto quelle in cui vi è un richiamo alla neve, al freddo inverno, siano silenziose, statiche, immobili come un paesaggio invernale.

Un altro elemento che colpisce molto della scrittura di Lance Henson è l’associazione all’interno della stessa lirica, di parole di vita associate a parole di morte, che sembrano rincorrersi. Troviamo accostate insieme parole come:

“il dolore della luce”

“l’acqua che scorre e piange” “le stelle piangono”

“erba morta”

“risate dei bimbi nel freddo ululare del vento” “farfalla nera”

“giorni colorati di dolore” “aria ferita”

Non solo dunque si trovano in contrapposizione vita e morte in uno strano gioco di colori, dal buio alla luce, ma vengono assegnate agli elementi naturali, emozioni propriamente umane come il pianto, il dolore, la morte. Come appena sottolineato, il suo linguaggio è altamente figurato.

Si trovano nelle sue poesie numerosi riferimenti alla natura, perché in fondo è tipica l’identificazione con la natura stessa tra i nativi, considerata fonte di vita.

“Il mio approccio alla poesia è molto semplice: le poesie sono storie. Le poesie sono storie che riflettono le esperienze umane e la poesia migliore è quella che esprime o rispecchia la relazione fra l’essere umano e le forze che circondano la sua vita.”20

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La natura, l’elemento fondamentale nella concezione nativa, è una presenza costante, ed elementi naturali come l’acqua, il vento, la neve, il sole, la luna, le stelle, il fuoco, sono solo una parte di quelli che troviamo in continuazione nelle sue poesie, spesso presenti per assumere un valore simbolico.

“il suono di questo vento è un messaggio di dolore che arriva da lontano”21

Con la stessa intensità gli animali emergono nella scrittura, perché elementi della vita quotidiana e della spiritualità.

In particolare ritroviamo spesso la figura dell’aquila, dell’uccello luminoso, figura che simboleggia un antico mito che vedremo nei prossimi paragrafi e il lupo, che è lo spirito illuminato e illuminante della cultura cheyenne, ovvero la creatura che, durante le cerimonie, dona agli uomini la propria anima cosmica e rappresenta la vita pura, metafisica, quella che scorre e si rivela nell’unità del mondo.

“[…] mentre chiudo gli occhi

un uccello luminoso vola attraverso un vento di seta di gerriero dog soldier […]”22

Un’altra peculiarità dei suoi scritti è la mancanza di utilizzo delle lettere maiuscole e della punteggiatura. Egli afferma infatti di non aver nessun rispetto per la lingua inglese, ma di essere quasi obbligato ad utilizzarla, e per questo motivo la disprezza ancor più. Per Henson la lingua rappresenta solo uno strumento, una lama ben affilata, come egli la definisce.

Per quanto riguarda più nello specifico le tematiche affrontate nei suoi scritti, come abbiamo visto queste sono tra le più svariate: alcune liriche ci parlano di esperienze e riflessioni legate alla cultura del Popolo e ad alcuni

21 Henson L., Traduzioni di un giorno di vento, , La Rosa Editrice, Torino, 2001, Pag.55 22

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avvenimenti della storia; in altre vi sono numerosi riferimenti di carattere religioso e legato alla sacralità; altre liriche sono ovviamente dedicate alla disperata resistenza contro gli invasori europei ed americani.

Altre ancora sono di carattere puramente personale, in cui emergono gli affetti di Lance Henson, e i ricordi più intimi.