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di Letizia Moratti

Giunto al secondo anno di vita, il progetto legato all’Osservatorio UBI Welfare conferma la collaborazione tra UBI Banca e ADAPT in una visione condivisa dell’evoluzione del welfare aziendale quale collante per lo sviluppo delle relazioni industriali nel nuovo contesto di Industria 4.0 e risposta ai bi- sogni delle persone e delle comunità. In questo percorso si colloca il sostegno di UBI Banca ai giovani ricercatori della Scuola di alta formazione di ADAPT, attraverso borse di stu- dio messe a loro disposizione, che rappresentano un contribu- to indipendente e proiettato al futuro nella lettura dei feno- meni riguardanti il welfare aziendale, con l’obiettivo di inqua- drarli in una più ampia prospettiva di comunità e territorio. Quando parliamo di welfare dobbiamo essere consapevoli che si tratta di uno dei principali tasselli di un articolato mosaico. Non possiamo non avere sullo sfondo una riflessione sull’economia nel suo complesso, che metta al centro l’idea stessa di sostenibilità. E quando si parla di sostenibilità non si fa riferimento solo a tematiche ambientali: vi sono ad esempio le grandi sfide demografiche, con l’invecchiamento della popo- lazione, l’incremento dell’incidenza delle patologie croniche e il tema della disabilità.

UBI Banca, da sempre focalizzata nel supportare le persone, le famiglie, le imprese, le organizzazioni no profit e le istituzioni locali nelle attività economico-finanziarie, è profondamente consapevole della propria responsabilità di attore privilegiato

nell’economia sociale del Paese, in particolare per la capacità di favorire la conoscenza e, soprattutto, di sostenere lo svi- luppo di tematiche sociali, di welfare, ambientali e di sviluppo sostenibile. La sostenibilità e l’impatto sociale generato sono per UBI Banca elementi strategici di indirizzo delle politiche aziendali, in una visione di lungo periodo, mantenendo ed as- sicurando nel contempo adeguati ritorni economico-finanziari tipici dell’attività di impresa.

La ricerca della sostenibilità passa per UBI Banca attraverso la capacità di ascolto di un contesto in profonda evoluzione, nel quale emergono nuove categorie e nuovi bisogni, la capacità di formulare risposte innovative, in termini di prodotti e servizi di qualità, rafforzando il rapporto con i territori di riferimen- to, contribuendo al benessere delle comunità e promuovendo sinergie al fine di creare valore condiviso.

La seconda edizione del Rapporto Welfare for People affronta questi temi con un approfondimento del welfare sanitario, ana- lizzando come e con quali strumenti esso è già diffuso nella contrattazione collettiva. L’analisi declina così un’idea di wel- fare che va oltre il mero beneficio economico, per l’impresa e per il lavoratore. Il welfare diventa strumento di sostenibilità di fronte alle sfide del cambiamento della struttura anagrafica degli occupati, della maggior domanda di assistenza e del mi- nor numero di contribuenti, soprattutto a causa del calo delle nascite e, quindi, dell’assottigliamento delle fasce anagrafiche più giovani che si affacciano al mercato del lavoro.

Difficilmente il futuro potrà discostarsi da questa situazione: gli ultimi dati Istat mostrano una popolazione italiana ulte- riormente invecchiata nel 2018 e le previsioni al 2060 non sembrano cambiare il trend. La combinazione tra costante di- minuzione della natalità, da un lato, e progressivo aumento dell’età media, dall’altro, conduce a stimare che la popolazione inattiva nel 2050 sarà pari all’84% di quella attiva. Ecco che il welfare aziendale può essere una risposta anche alla stessa cri- si di natalità, laddove introduce strumenti per facilitare la con- ciliazione vita-lavoro, non pensata come allontanamento dal lavoro bensì come ripensamento delle organizzazioni, sostenu-

to, anche economicamente, dall’utilizzo di strumenti di welfare aziendale.

Il lavoro in Italia è cresciuto rispetto agli anni peggiori della crisi, tornando ai livelli del 2008. Tuttavia il decennio trascor- so ci consegna un mercato del lavoro profondamente mutato, con una quota di lavoro femminile positivamente cresciuta, ma con i lavoratori in regime di part-time involontario più che raddoppiati, con tutte le conseguenze che questo comporta sui salari e sui redditi. Eurostat ha recentemente certificato che il 12% dei lavoratori italiani è a rischio povertà, pur con una oc- cupazione. Esclusione sociale e lavoro, quindi, non sono più elementi che si escludono a vicenda, complicando notevolmen- te lo scenario e rendendo spesso ancor più inefficaci le vec- chie politiche di inclusione.

C’è poi la paura della rivoluzione tecnologica in atto, che tan- to inciderà sui modi di produrre e di creare ricchezza e che impone un piano straordinario di alfabetizzazione digitale nel- le aziende e nei luoghi di lavoro, che è compito dei moderni sistemi di welfare affrontare, coinvolgendo le imprese e i corpi intermedi in una logica di sussidiarietà rispetto all’intervento dell’attore pubblico. La crescita del lavoro a bassa qualifica che ha caratterizzato la ripresa occupazionale ha conseguenze negative sulla produttività delle imprese e quindi sulla possibi- lità stessa di una crescita dei salari attraverso una sua corretta redistribuzione.

Il welfare aziendale può rispondere a queste sfide, ponendo al centro formazione e competenze come leve di sostegno ai cambiamenti del lavoro che Industria 4.0 sta generando, in quanto scenario che porta inevitabilmente a nuovi modi di pensare, progettare e attuare i processi produttivi con nuove modalità di gestione e coinvolgimento delle persone. In questo ambito, UBI Banca ha deciso di condividere la sua pluriennale esperienza interna nella gestione del welfare aziendale rivolto ai propri dipendenti con tutte le aziende clienti rivolgendosi, in un’ottica inclusiva, non solo alle grandi aziende, ma anche alle PMI e alle micro-imprese.

Con la visione che scaturisce dall’attenzione ai bisogni delle proprie comunità, aziende, famiglie ed operatori del terzo set- tore, UBI Banca è stata la prima banca in Italia a proporre una soluzione di welfare aziendale ai propri clienti, creando solu- zioni ad hoc di agevole implementazione per le aziende e una rete dedicata di specialisti sul territorio, in grado sia di affian- care l’azienda nella sua attività di definizione delle politiche di welfare più adeguate per la singola realtà, sia di condurre ini- ziative di education nei confronti dei lavoratori.

Il welfare secondo UBI Banca racchiude in sé molte e diverse importanti opportunità per le imprese, che vanno ben oltre le pur significative agevolazioni fiscali e contributive. Il più am- pio obiettivo di UBI Banca è infatti quello di contribuire allo sviluppo sui diversi territori di veri e propri “ecosistemi di welfare” in grado di rispondere ai nuovi bisogni delle imprese, delle persone e delle comunità, realizzando un vero e proprio network di prossimità in grado di rispondere ai nuovi bisogni delle imprese, delle persone e dei territori, coniugando profit- to e utilità sociale: un ecosistema che rappresenta una vera e propria rete di protezione e di welfare per l’intera comunità. UBI Banca ha ricevuto per il servizio UBI Welfare diversi ri- conoscimenti: MF Innovazione Award 2017, Italy Protection Award 2107, Premio ABI per l’innovazione 2018 e Premio Na- zionale per l’Innovazione “Premio dei Premi” 2018, che è sta- to consegnato lo scorso 4 marzo a Roma dal Presidente del Senato, nel corso di una cerimonia tenutasi presso la Sala Koch di Palazzo Madama.

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