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In Giordania il sistema universitario prevede la presenza di università pub- bliche, finanziate dal governo e dal governatorato di cui sono parte, e di quelle private2.

A un visitatore attento non sfuggono le indicazioni stradali per raggiun- gere sperdute università che si ergono come vere e proprie cattedrali in mezzo al deserto, mimetizzate fra un’area turistica e l’altra. Il 70% della popolazione giordana è composta da giovani incentivati a raggiungere i più alti livelli di istruzione dalla cospicua offerta di università presente sul territorio naziona- le. L’istruzione pubblica è gratuita e le università offrono generose borse di studio3. Quanto poi queste servano alla classe dirigente stessa per assicurarsi

il tipo di scuola secondaria cui potranno accedere; ci sono principalmente due tipi di corsi, accademici e professionali. Alla fine del percorso secondario, della durata di due anni, gli studenti sostengono un esame generale, il Tawjihi (General Secondary Education Certificate),

il cui punteggio inciderà per l’ammissione all’università. Cfr. www.jordanembassyus.org. 4. L’esplosione delle rivolte nel Sud, nell’aprile del 1989, innescata dalla crisi economica, fu un fatto eclatante perché queste sono ed erano aree tipicamente fedeli e di forte sostegno al sovrano. Da Ma’an a Karak a Tafileh, le roccaforti di fiducia del re si ribellano una dopo l’altra per l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità imposto dalla crisi economica e dagli aggiustamenti strutturali predisposti dal Fondo monetario internazionale e dalla Ban- ca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo per salvare l’economia del paese.

uno stabile ricambio generazionale, controllato nel suo percorso di forma- zione, è un altro discorso. La storia dell’educazione superiore in Giordania inizia pochi anni dopo l’indipendenza (1946). Nel 1951 viene avviato il pri- mo corso di livello post-secondario di un anno, ma la fondazione della prima università arriverà circa dieci anni dopo. Nel 1962 è la Jordan University che, alla sua nascita, inaugura il primo corso universitario. Fino alla fine degli anni Ottanta, il settore non era molto sviluppato ed era interamente finanziato a livello pubblico: il peso sulla finanza statale era ingente e la qualità ne veniva intaccata. La crisi del 19894 contribuì ulteriormente all’emergere di università

private, che alleggerirono il peso dell’istruzione superiore sulle casse pubbli- che e assorbirono la montante massa di studenti desiderosi di proseguire gli studi. Negli anni Settanta il numero di studenti che si recava all’estero per studiare era davvero rilevante, ma la crisi bloccò questo flusso: le famiglie non potevano più permettersi questa spesa e lo stesso valeva per le borse di studio offerte dal governo. Così le università private divennero la soluzione. L’enor- me capitale di giovani di cui è composta la popolazione giordana ha indero- gabilmente attirato l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di investire e migliorare il settore dell’istruzione superiore (Kanaa, 2009, p. 10).

Il boom delle università pubbliche e private negli anni Ottanta e Novan- ta venne abilmente incanalato nel processo di bilanciamento sociale inizia- to già alla fine degli anni Sessanta. In particolare, per favorire gli studenti delle zone più disagiate del paese, le nuove università pubbliche nacquero lontano dai centri urbani più grandi. Le già citate cattedrali nel deserto sor- sero come concessioni del re alle tribù beduine che lamentavano una natu- rale situazione di svantaggio. Le università private erano, all’estremo oppo- sto, dominio palestinese: possedute in prevalenza da cittadini giordani di origine palestinese, evidenziavano una maggioranza di studenti e professori palestinesi al loro interno (Yitzhak, 2002, p. 143).

Il cambiamento nella composizione dello staff accademico negli istitu- ti universitari pubblici è avvenuto grazie all’accurata selezione dei soggetti vincitori di borse di studio statali per l’estero. Al completamento degli studi,

5. La disoccupazione fra gli studenti laureati è maggiore di quella fra i giovani con un livello di istruzione inferiore. Secondo il Jordan Department of Statistics, nel 2008 il livello di disoccupazione dei laureati era del 15% contro il 10% di giovani con la sola istruzione secondaria.

6. Ne è una testimonianza il fatto che i quaderni per le studentesse hanno copertine con bellissimi neonati che sorridono, una pubblicità subliminale che invita le ragazze a sposarsi e avere dei figli.

7. Nel 1961 una commissione britannica arrivò in visita ai quartieri generali delle forze armate giordane per parlare di rifornimenti di armi. Alla domanda riguardante quali arma-

infatti, gli studenti chiamati “la delegazione” (ba’tha) devono restituire quan-

to ricevuto dal governo lavorando per il paese per diversi anni. La politica di attribuzione delle borse di studio ha generato quindi, consapevolmente ma non ufficialmente, un cambiamento a livello economico e sociale (ivi, p. 149).

Da questa prospettiva il regno è dotato di un grande potenziale di capi- tale umano qualificato che può supplire alla mancanza di altre risorse nel paese. Da un altro punto di vista, una così alta concentrazione di giovani ben istruiti, con tante aspettative e poche possibilità concrete5, ha un potenziale

esplosivo notevole. Un popolo istruito e giovane ma senza prospettive è una combinazione molto pericolosa. La Giordania è stata valutata come leader nel settore dell’educazione superiore nell’area mediorientale dal report della Banca mondiale intitolato The Road not Travelled: Education Reform in the Middle East and North Africa del 2008 (Kanaa, 2009, p. 12). Inquadrando

però questo dato in una panoramica più ampia, esso può rivelarsi non indi- cativo poiché nessuna università mediorientale è inserita nella World’s Top 500 delle università (ivi, p. 37).

La Giordania vanta un altissimo tasso di alfabetizzazione, circa l’89%. Le donne hanno una percentuale di iscrizione all’università molto alta (il tasso di alfabetizzazione femminile nel complesso è dell’82%); ad esempio, la popolazione femminile supera di gran lunga quella maschile alla Jordan University. A dispetto dei numeri, però, la realtà è diversa. Molto spesso le ragazze si iscrivono all’università, ottenendo anche ottimi risultati, solo per migliorare il loro status sociale e aumentare le possibilità di trovare un

“buon partito”6. La maggior parte delle laureate, infatti, lavora solo per po-

chi anni per poi sposarsi e dedicarsi interamente alla famiglia.

8.3