3.2 La competenza emotiva
3.2.2 Strumenti di valutazione della competenza emotiva
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suoi esordi già nel periodo precedente ai due anni di vita quando, i bambini orientano l’attenzione verso uno stimolo o la distolgono da esso, sono capaci di distrarre se stessi mediante l’autoconsolazione o l’autostimolazione fisica oppure, esercitano la manipolazione cognitiva e simbolica di una situazione attraverso il gioco (Kopp, 1989). Sebbene ci siano già questi primi tentativi di fronteggiare e gestire un’emozione, i bambini in età prescolare hanno bisogno di sostegno esterno per diventare abili nella regolazione delle proprie emozioni (Kopp, 1989; Maccoby, 1983;
Thompson, 1994). I genitori del bambino possono, ad esempio, permettere al bambino di affermare i propri sentimenti e apprendere dai loro feedback oppure, reinterpretare e rimaneggiare gli eventi emotivamente carichi attraverso le conversazioni. Nonostante la presenza di un supporto esterno si renda necessario affinchè il bambino apprenda strategie regolatorie, non è detto che egli non intraprenda di sua iniziativa alcuni tentativi di regolazione emotiva. Tramite una modalità di apprendimento per prove ed errori, bambini in età prescolare sperimentano strategie quali lo sfogo, l’evitamento o l’espressione di avversione/disapprovazione (Fabes, Eisenberg, 1992) oppure utilizzano una strategia di tipo più comportamentale intervenendo attivamente nell’ambiente attraverso l’uso gi giocattoli, l’esplorazione generale o il coinvolgimento di un’altra persona. Dopo il periodo prescolare le strategie da comportamentali diventano sempre più cognitive, nel senso che bambini più grandi sono in grado di
“pensare a” qualcos’altro, anziché “fare” qualcos’altro (Denham, 2001).
3.2.2. STRUMENTI DI VALUTAZIONE DELLA COMPETENZA EMOTIVA
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oltre alla versione originale in inglese. La standardizzazione italiana del TEC è frutto del lavoro condotto negli anni 2004-2007 da un gruppo di lavoro formato da ricercatori di diverse università, coordinato da Ottavia Albanese (Albanese, Molina, 2008).
Studi di validazione condotti su un campione iniziale di bambini inglesi hanno mostrato come le performance complessive migliorino con il progredire dell’età così come i risultati delle singole prove. Studi successivi hanno confermato una buona misura di affidabilità e validità. Inoltre, il TEC ha mostrato correlazioni elevate con la Scala WAIS-III, che misura la competenza emotiva e, il TROG (Test for the Reception of Grammar: Bishop, 1982), che valuta la competenza linguistica nella comprensione grammaticale.
Il TEC prevede due versioni, una per bambini e una per bambine ed è composto da 23 tavole. Le prime cinque raffigurano quattro diverse emozioni di base (felicità, tristezza, rabbia, paura, più un’espressione neutra) e si chiede al bambino di identificarle una per volta. Le restanti sono divise in due parti, una superiore dove si racconta una storia a contenuto emotivo con il volto del protagonista lasciato in bianco e, una parte inferiore nascosta fino alla fine del racconto che contiene quattro diverse espressioni emotive tra cui il bambino sceglie quella da attribuire al protagonista. Le storie sono ricavate dalla letteratura e possono interessare più tavole per mantenere alta l’attenzione del bambino. Prevedono, inoltre, un ordine crescente di presentazione, anch’esso dedotto da una disamina della letteratura. La somministrazione non richiede più di 15-20 minuti è quindi probabile che non intervengano variabili come la stanchezza o la noia a inficiare il risultato. Non si richiede al bambino una risposta verbale, ma solo di indicare la faccina che secondo lui/lei corrisponde all’emozione del protagonista della storia. Ogni prova presenta quattro emozioni, una target e altre tre in posizione casuale, di cui una deve essere della stessa valenza emotiva di quella target.
Tranne che per la prova di riconoscimento, tutte prevedono lo stesso materiale di presentazione e di richiesta, che verranno descritte di seguito.
Nella prova di Riconoscimento al bambino è richiesto di indicare l’espressione emotiva corrispondente all’etichetta presentata dallo sperimentatore tra le quattro emozioni di base e quella neutra disponibili. La prova viene ripetuta per ogni emozione e si può considerare superata se il bambino riesce in quattro abbinamenti su cinque.
Per la componente della Causa esterna, la richiesta è quella di indicare l’espressione emotiva pertinente alla storia raccontatagli/le tramite una vignetta che rappresenta una situazione in grado di suscitare emozioni. Le vignette sono ricavate
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dalla letteratura classica sulla comprensione delle emozioni e raffigurano, ad esempio, per la tristezza la morte di una animale domestico. Anche per questa prova ci sono cinque step da effettuare e si considera superata se sono state indicate correttamente quattro emozioni su cinque.
Alcune componenti della prova sulla Causa esterna, sono utilizzate in quella del Desiderio, ma questa indaga la capacità del bambino di comprendere come individui diversi possano reagire in modo diverso a una stessa situazione a seconda di quello che desiderano. In una scatola chiusa c’è una Coca-Cola e un’insalata e si considera la reazione di due bambini a cui uno piace l’insalata e a uno meno. Se il soggetto esaminato è capace di differenziare le reazioni di questi due bambini all’insalata, la prova può dirsi superata.
Nella prova della Credenza si valuta la capacità di comprendere come le emozioni sono in funzione delle credenze di una persona e, viene presentata una versione modificata di Cappuccetto Rosso (Harris, de Rosnay, Pons, 2005) che rappresenta un esempio di falsa credenza. Un coniglietto sta mangiando una carota che gli piace molto ma non si accorge della volpe nascosta dietro a un cespuglio. Al bambino viene chiesto di indicare se l’emozione del coniglietto è quella della felicità, perché mangia la carota o, quella della paura perché c’è la volpe.
La prova della componente del Ricordo si ricollega a quella precedente attraverso la storia narrata. Il coniglietto è stato mangiato dalla volpe e il protagonista del racconto è triste per questo. Il giorno dopo, comunque, sfoglia una album di fotografie e vede prima la foto del suo migliore amico e poi quella del coniglietto. Nella prima situazione il protagonista proverà gioia, mentre nella seconda tristezza. La prova si considera superata se il bambino indica nella tristezza l’emozione provata dal protagonista alla vista della foto del coniglietto.
Il racconto continua anche nella prova sulla componente della Regolazione. Al bambino viene chiesto cosa può fare il protagonista della storia per essere meno triste.
Si propongono quattro strategie: illusoria (coprirsi gli occhi), comportamentale (uscire), mentalistica (pensare ad altro) e, riconoscere che non si può smettere di essere tristi. La prova è superata se il bambino sceglie l’opzione mentalistica.
La componente Occultamento-Nascondere è associata a una procedura di Harris (Harris, Donnelly, Guz, Pitt-Watson, 1986): un bambino che non ha biglie viene deriso da un altro che, invece, ne ha tante. Nonostante ciò, il primo bambino sorride all’altro perché non vuole far capire come si sente veramente. Con questa storia s’indaga la