La normativa agroenergetica legata all’agricoltura
2.4 Gli strumenti di programmazione per l’energia rinnovabile e l’agroenergia IL PASER
La Regione Campania ha intrapreso un percorso di sviluppo a partire dal 2006 con Il Piano di Azione per lo Sviluppo Economico Regionale (PASER) che aggiornato annual- mente, prevede al suo interno linee di azione riguardanti il sostegno allo sviluppo produt- tivo e la competitività del tessuto imprenditoriale regionale in settori strategici, quale la produzione di energia, nell’ambito di programmi integrati di ricerca e innovazione, trasfe- rimento e sviluppo tecnologico.
La linea d’azione 1 del PASER, affida un ruolo centrale al comparto produzione ener- getica, in particolare da fonti energetiche rinnovabili, al fine di promuovere lo sviluppo della filiera agro-energetica regionale, attraverso l’implementazione di adeguati processi territoriali che incidano sulla governance e sui modelli gestionali al fine di:
li, agroindustriali e del comparto zootecnico regionale, sfruttando il biogas - per usi termici ed elettrici, ed ottenendo alla fine del processo produttivo – ammendanti e fertilizzanti;
– favorire lo sviluppo di colture bioenergetiche oleaginose e successiva trasformazione in biocombustibili, nonché di colture bioenergetiche per la combustione diretta in im- pianti FER incrociando obiettivi ed azioni per lo sviluppo di aziende agroenergetiche e di consorzi che vedano coinvolte in formule gestionali innovative le stesse comunità locali;
– provvedere a corredare la promozione della filiera con il supporto di adeguate azioni di analisi, pianificazione e programmazione, in ottemperanza alla Legge 10/91, al d.lgs. 387/03 e alla restante normativa in materia.
Gli strumenti operativi per il conseguimento degli obiettivi, sono stati delineati con la legge regionale n. 12 del 28 novembre 2007 “Incentivi alle imprese per l’attivazione del piano di azione Per lo sviluppo economico regionale” creando cinque forme di incentivo per la competitività delle imprese:
1. Il contratto di programma regionale - finalizzato a valorizzare la contrattazione pro- grammata a livello regionale e a favorire l’attuazione di interventi complessi di svilup- po territoriale e settoriale realizzati da una singola impresa o da gruppi di imprese nell’ambito della programmazione concertata e volti a generare positive ricadute sul sistema produttivo regionale;
2. Il credito d’imposta regionale per nuovi investimenti produttivi - finalizzato a razio- nalizzare e specializzare la strumentazione destinata al sostegno e allo sviluppo delle imprese sul territorio regionale e ad affrontare situazioni di carattere congiunturale; 3. Il credito d’imposta per l’incremento dell’occupazione - finalizzato a favorire l’incre-
mento dell’occupazione stabile e la creazione di nuove opportunità di inserimento du- raturo nel mondo del lavoro;
4. Gli incentivi per l’innovazione e lo sviluppo - finalizzati a promuovere progetti orientati al rafforzamento dei processi produttivi, distributivi e organizzativi di impresa, all’in- ternazionalizzazione, all’incremento della dimensione d’impresa e della competitività sui mercati nazionali e internazionali, tramite la realizzazione di interventi di caratte- re strutturale in investimenti produttivi, in formazione del capitale umano, in ricerca e sviluppo tecnologico, volti a produrre effetti duraturi per le imprese che operano sul territorio regionale;
5. Gli incentivi per il consolidamento a medio e lungo termine delle passività a breve - finalizzati a favorire il rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese aventi sede legale ed unità produttive ubicate sul territorio regionale e a facilitare il rapporto con il sistema creditizio e finanziario.
Già nel 2006 la forte richiesta di autorizzazioni per la costruzione di impianti FER, soprattutto eolici e l’avvio del nuovo periodo di programmazione dei fondi comunitari, evi- denziava l’esigenza per l’Amministrazione regionale di dotarsi di uno Piano strategico per l’energia al fine di meglio incanalare risorse finanziarie e meglio gestire il territorio.
il pEaR
Gli obiettivi primari della proposta di Piano Energetico Ambientale della Regione Campania (PEAR)43 consistono, nel valorizzare le risorse naturali e ambientali territoriali,
43 Approvato con Deliberazione n. 475 del 18 marzo 2009 e pubblicato nel BUR Campania n.27 speciale del 6 maggio 2009.
promuovere processi di filiere corte territoriali, stimolare lo sviluppo di modelli di gover- nance locali, generare un mercato locale e regionale della CO2, potenziare la ricerca e il trasferimento tecnologico, avviare misure di politica industriale.
L’intento è quello di contribuire ad avviare una sorta di rivoluzione copernicana nella impostazione delle finalità e degli strumenti per conseguirle, in cui le previsioni, e le scelte conseguenti, divengano strumenti per lo sviluppo.
L’introduzione di politiche volte a “decarbonizzare” l’economia, cioè a ridurre le emis- sioni di CO2 in atmosfera, ha determinato importanti opportunità commerciali nei settori tecnologici legati all’efficienza energetica ed alle energie rinnovabili, promuovendo il con- tenimento della spesa relativa all’approvvigionamento energetico, una modernizzazione in chiave ecologica del sistema economico e la creazione di comunità locali più sostenibili.
Le politiche energetiche regionali si pongono come strumento cruciale per la riconver- sione del sistema regionale verso un modello di mercato concepito a basse emissioni, a par- tire dalla dimensione locale, con l’individuazione dell’Ente locale, quale referente diretto e interlocutore privilegiato per il governo del territorio e delle aree urbane, industriali e rurali.
Il PEAR è stato preceduto dalla elaborazione di “Linee d’indirizzo strategico”44, che hanno definito finalità, obiettivi e approccio metodologico per la redazione del Piano “qua- le strumento per la programmazione di uno sviluppo economico ecosostenibile median- te interventi atti a conseguire livelli più elevati di efficienza, competitività, flessibilità e sicurezza nell’ambito delle azioni a sostegno dell’uso razionale delle risorse, del rispar- mio energetico e dell’utilizzo di fonti rinnovabili non climalteranti”.
Compito del piano energetico ambientale della Regione Campania è quello di ripren- dere gli indirizzi delineati, indicando la strategia complessiva. I cinque pilastri program- matici individuati sono:
– riduzione della domanda energetica tramite l’efficienza e la razionalizzazione, con par- ticolare attenzione verso la domanda pubblica;
– diversificazione e decentramento della produzione energetica, con priorità all’uso delle rinnovabili e dei nuovi vettori ad esse associabili;
– creazione di uno “spazio comune” per la ricerca e il trasferimento tecnologico; – coordinamento delle politiche di settore e dei relativi finanziamenti.
La proposta di piano energetico ambientale regionale contiene alcuni obiettivi speci- fici che riguardano le biomasse di origine agro-forestale:
– favorire la creazione di filiere corte per la produzione di energia da biomassa di origine agro-forestale, ottenuta soprattutto da scarti agricoli, di allevamento e forestali, laddo- ve i territori sono maggiormente vocati a questo tipo di produzione ed in aree interne svantaggiate dove la creazione di una filiera della biomassa possa creare occupazione conseguendo al tempo stesso l’autosufficienza energetica di piccole comunità;
– creare le condizioni per l’ulteriore sviluppo delle agro-energie all’interno delle imprese agricole;
– semplificare le procedure amministrative per autorizzare gli impianti a biocombusti- bili gassosi fino a 3 MWt, gli impianti a biocombustibili solidi fino a 1 MWe e quelli a biocombustibili liquidi fino a 5 MWe;
– favorire l’integrazione degli impianti a biomassa con altre fonti rinnovabili (soprat-
44 Approvate con l’aggiornamento del Piano di azione per lo sviluppo economico regionale (PASER) con delibera di G.R. n. 962 del 30/05/2008
tutto solare termodinamico, fotovoltaico, microeolico fino a 200 kW).
In particolare, al fine di sviluppare le risorse endogene dei territori rurali, viene data priorità alla cogenerazione a partire da biomasse locali ed allo sviluppo della genera- zione distribuita basata su impianti di medio-piccola taglia ad alta efficienza energetica, che attraverso l’integrazione tra diverse fonti di energia rinnovabile, possono contribuire alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.
Il documento strategico prevede inoltre la strutturazione di interventi per incen- tivare l’utilizzo di energia rinnovabile da biomasse agro-forestali all’interno dell’azienda agricola, in raggruppamenti di aziende e piccole comunità rurali; la possibilità di affidare agli enti locali in maniera diretta a cooperative e loro consorzi lavori e/o servizi riguar- danti la realizzazione e la gestione di impianti di produzione di calore alimentati da fonti rinnovabili di origine agro-forestale in armonia con le caratteristiche peculiari, le risorse e le vocazioni specifiche dei territori, puntando all’integrazione produttiva tra energia rin- novabile e programmabile.
L’assenza di una filiera agro-energetica, fa sì che diventi indispensabile la presenza di un sistema locale pronto a cogliere le opportunità di sviluppo partendo dal basso. Il ruolo degli enti locali in questo senso può diventare essenziale nel favorire l’aggregazione volon- taria dei diversi attori, integrando nella filiera non solo i fornitori, i produttori ed i trasfor- matori, ma anche il sistema amministrativo, il sistema creditizio e il terziario e creando la massa critica necessaria alla sostenibilità di un progetto di investimento in energia da fonti rinnovabili. Tra i soggetti indispensabili per la formazione del partenariato:
– enti locali;
– operatori del settore energetico;
– aziende agricole, forestali, agroindustriali anche in forma associativa (Organizzazioni di produttori, Cooperative, Consorzi di bonifica;);
– istituti di credito.
L’intenzione del policy maker è quella di sviluppare una governance su scala locale, che alimenti il sistema competitivo mediante la partecipazione delle comunità territoriale.