Qualche esempio di esegesi scientifica del Corano, tra classicità e modernità
2.4 Sura Rūm, vv 2-3 – commento secondo al-Rāzī
«I Rūm sono stati sconfitti - al confine del territorio. Dopo la loro sconfitta vinceranno - entro qualche anno» (30:2-3).
[L’espressione] «al confine del territorio» si riferisce al territorio degli Arabi, infatti alaf e lām rendono determinato il termine “territorio”, al-arḍ. Quanto alle parole dell’Altissimo «dopo la loro sconfitta», quale beneficio si trarrebbe nel menzionarle [per la seconda volta] considerando che il termine «vinceranno» è comunque già preceduto dall’espressione «sono stati sconfitti»? Noi diciamo che [la ripetizione] rende manifesta l’onnipotenza [divina] e rende evidente che la vittoria fu una concessione di Dio. Infatti, dopo la sconfitta, il perdente non può che essere debole. Se la vittoria dei Romani fosse dipesa dal loro coraggio, essi avrebbero vinto prima di essere sconfitti, ma se hanno vinto dopo significa che la vittoria è stata resa possibile da Dio. Perciò l’espressione «dopo la loro sconfitta» vuol farli
378 Muḥammad b. ‘Alī al-Šawkānī, Fatḥ al-qadīr, Dār Ibn Kaṯīr-Dār al-kalam al-ṭayyib, Dimašq-
Bayrūt 1414, vol. 5, p. 364.
379 Zaġlūl al-Nağğār, The Geological Concept of Mountains in the Qur’an, Al-Falah Foundation for
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riflettere sulla loro fragilità e ricordare loro che se furono in grado di marciare all’assalto fu solo per merito di Dio. [L’espressione] «al confine del territorio» rende evidente la loro estrema fragilità, così fragili da essere annientati sulla via dello Ḥiğāz, nel loro stesso Paese, per mano dei nemici. Poi [i romani] vinsero, giunsero nelle città e là diedero origine alla civiltà romana per dimostrare come questa grande vittoria, seguita alla grande debolezza, fosse merito di Dio.
Esegesi scientifica contemporanea: commento secondo Ṭanṭāwī Ğawharī e Zaġlūl al-Nağğār
Sappi che i Persiani hanno sconfitto i Romani e li hanno sopraffatti tra Aḏra‘at e Bosra o nella penisola araba, nel territorio romano più vicino ai Persiani. Quando la notizia della loro sconfitta giunse a Mecca, gli idolatri si rallegrarono e presero a insultare i musulmani dicendo loro: voi e i cristiani siete gente del Libro, noi e i Persiani siamo pagani; i nostri fratelli hanno sottomesso i vostri fratelli e noi sottometteremo voi. Abū Bakr, Dio si compiaccia di lui, disse: «Dio non si rallegra per voi, tra qualche anno i Romani sottometteranno i Persiani». […] I Romani furono sconfitti dai Persiani al confine del loro territorio, e a loro volta i Romani sconfissero i Persiani dopo sette anni. I musulmani sconfissero la regina del territorio romano nove anni dopo la rivelazione di questo versetto. Sicuramente entrambi gli eventi sono miracolosi e l’uno non esclude l’altro. I Romani sconfissero i Persiani e i musulmani sconfissero i Romani, perciò il versetto ha due possibili letture380.
Il commento di Ğawharī del versetto in questione permette di cogliere la questione delle varianti coraniche con i diversi significati che ne derivano. Il versetto infatti è soggetto a due possibili letture. Secondo la variante più comune il versetto alluderebbe a una prima sconfitta dei Bizantini per mano dei Persiani e alla successiva vittoria dei primi. La seconda variante allude invece alla vittoria dei Bizantini sui Persiani a cui fece seguito il loro annientamento per mano degli Arabi. Ğawharī unisce le due varianti a formare un’unica unità interpretativa: i Persiani sconfissero i Bizantini, i Bizantini si presero la rivincita ma poi furono sconfitti dagli Arabi, momento che sancisce l’ascesa di questi ultimi nella storia. Per quanto questa lettura possa risultare interessante per l’unione delle due varianti interpretative, essa è comunque molto limitata se la si pensa nell’ottica
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dell’esegesi scientifica e si tiene conto che Ğawharī è considerato uno dei massimi esponenti del Novecento di questa corrente di pensiero. L’autore infatti non rileva veramente gli aspetti che farebbero ritenere il versetto scientificamente inimitabile. A questa carenza supplisce al-Nağğār che si dilunga in un’accurata e ricca spiegazione scientifica del versetto rifacendosi alle acquisizioni dell’altimetria, ramo della topografia che si occupa della misurazione delle altitudini e delle depressioni.
A suo avviso, il passo coranico che ravvisa la sconfitta dei romani per mano dei persiani nel 627 d.C., permetterebbe di localizzare con esattezza il luogo della battaglia, avvenuta come narra il Corano «al confine del territorio» (adnà al-arḍ) o “sul territorio più basso”. Al-Nağğār rettifica tutte le ipotesi avanzate nel corso della storia circa le possibili località dello scontro che l’esegesi tradizionale e i libri di storia situavano in luoghi diversi: in Palestina, nella zona compresa tra le città di Aḏra‘at e Bosra in Siria, nei dintorni di Antiochia, a Damasco, a Gerusalemme, o ancora ad Alessandria d’Egitto. Secondo lui la battaglia sarebbe avvenuta tra la Giordania orientale e la Palestina, precisamente nella depressione compresa tra il Wādī ‘Arabah e il Mar Morto. Quest’ultima ipotesi troverebbe conferma nei recenti studi altimetrici che hanno consentito di individuare il punto più basso della terra (adnà al-arḍ), di cui si parla nel versetto esaminato, esattamente in corrispondenza del Mar Morto [fig. 4]. Il versetto 2 perciò sarebbe scientificamente inimitabile perché avrebbe rivelato un fatto geografico che sarebbe stato messo in luce dalle rilevazioni della quota altimetrica solo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo e che il Profeta non poteva conoscere381.
[Fig. 4 Rilievo altimetrico della depressione del Mar Morto]
381 Zaġlūl al-Nağğār, Aḫfaḍu minṭaqah ‘alà saṭḥ al-arḍ, «Mawsū‘āt abḥāṯ al-i‘ğāz al-ilmī, Al-arḍ wa
‘ulūm al-biḥār», disponibile su http://www.eajaz.org/index.php/Scientific-Miracles/Earth-and- Marine-Sciences/168-Romans-have-been-defeated-(-2-)-in-the-lowest-earth-,-and-they-,-after- their-defeat-will-be-victorious-(-3-)-in-a-few-years-God-is-before-and-after-that-day-believers-will- rejoice-)-4-(.
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Al-Nağğār commenta il versetto in questione come segue:
Il Mar Morto è parte della grande depressione terrestre che si estende dai laghi dell’Africa orientale al lago di Tiberiade. Dal Mar Morto la depressione scende verso il Wādī ‘Arabah, in Giordania, raggiunge il golfo di ‘Aqaba, il Mar Rosso e si unisce alla profonda depressione del fondale dell’Oceano Indiano, attraverso il golfo di Aden.
Come dimostrano i dati, la depressione del Mar Morto è il punto più basso della superficie terrestre (yābisah):
Wādī ‘Arabah: 355-400 mt. sotto il livello del mare
Punti più profondi del fondale del Mar Morto: 794 mt. sotto il livello del mare Superficie delle acque del mar Morto: 402 mt. sotto il livello del mare
Superficie delle acque del lago di Tiberiade: 209 mt. sotto il livello del mare Fondale del lago di Tiberiade: 252 mt. sotto il livello del mare
Superficie terrestre del deserto dell’Egitto orientale: 133 mt. sotto il livello del mare Superficie terrestre della Death Walley in California: 86 mt. sotto il livello del mare Superficie terrestre di al-Fayūm in Egitto, 45 mt. sotto il livello del mare382.