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Temporalità genetiche

Nel documento Synch - Fra l'attimo e l'evento (pagine 88-93)

Capitolo II – Ciò che resta dell’ambiente

III.IV Temporalità genetiche

Quale tipo di informazioni vengono trasmesse tramite i principali canali di comunicazione in età contemporanea e quale discrimine s’adopera per distinguere ciò che è adatto alla diffusione accelerata e ciò che non lo è?

Questo domandare trascina a largo, poiché nel tentare di definire un contesto comunicativo che sincronizzi l’opinione pubblica mondiale alcuni elementi emergono rispetto alla divergenza costitutiva fra sapere scientifico e applicazione mediatica. Il 1998 e gli anni immediatamente precedenti, racconta Timescapes, vengono scossi dal dibattito attorno alla BSE e alle condizioni di vita dei bovini negli allevamenti intensivi, ma ciò raggiunge la superficie mediatica ed attira le attenzioni pubbliche solo a seguito di un presunto riscontro empirico che attesta il collegamento fra l’encefalopatia spongiforme bovina ed una malattia cerebrale, la CJD (Creutzfeldt–Jakob disease), che comporta demenza e per la quale tuttora non esistono rimedi191.

interdependence, and the fine-tuning involved. This body symphony, however, is not played in isolation. It is performed in synchrony with all the earth's other symphonies. In other words, our body rhythms are not merely orchestrated into a coherent whole but they are also synchronised with the rhythms of the environment»; Adam 1994, p. 74.

189 Ibid.

190 L’aggettivo italiano ‘normale’ è legato etimologicamente alla ‘norma’ giuridica dalla comune origine latina ‘norma’,

sostantivo indicante lo strumento della squadra utilizzato per la misurazione degli angoli. Una riflessione possibile, perciò, riguarda la performatività di una misurazione data, argomento che in qualche modo riecheggia con veemenza non solo nelle riflessioni adamiane rispetto alla temporalità, ma complessivamente nella SAT rispetto all’accelerazione sociale e alla sincronizzazione. L’allevamento intensivo, da questo punto di vista, diviene un’immagine della violenza sociale applicata alla temporalità naturale a seguito della capitalizzazione della vita delle società contemporanee. Una considerazione antispecista delle pagine di Adam permetterebbe di scorgere l’operare del dispositivo biopolitico nell’addomesticamento della temporalità animale al tempo della produzione umana. In tal senso, è possibile considerare l’intero svolgimento storico del capitalismo come basato su un’addomesticazione del mondo naturale: in questo processo, l’accelerabilità della vita e della morte degli animali dell’industria alimentare umana non può che occupare una posizione fondamentale.

191 «[O]nce the UK Government announced the likely link between BSE and CJD, a most horrific deadly disease, the

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Il caso, apparentemente specifico, porta la sociologa a sperimentare un’indagine peculiare che verrà rendicontata passo per passo in Timescapes: nel tentativo di comprendere che tipo di relazione sussiste fra il morbo animale e la sua controparte umana, Adam ricerca fra due tipologie di lavori, da un lato saggi di stampo medico pubblicati su riviste scientifiche specializzate, dall’altro articoli di quotidiani e magazine inglesi che hanno scosso l’opinione pubblica.

Al di là della constatazione dei media come «constructors of knowledge»192 e non semplici ‘trasmettitori’ nelle società contemporanee, il percorso svolto nell’opera sfocia nella messa in risalto di una frustrazione da parte dei ricercatori rispetto all’auto-conversione giornalistica delle proprie ipotesi in ‘fatti’.

La ricerca sulla BSE solleva dubbi e perplessità in ambito accademico e non si ha una vera e propria risposta definitiva; d’altro canto, la stampa adotta un lessico di prevenzione e sicurezza, che ascrive alle ricerche una corretta prevedibilità dei fenomeni, elemento che gli stessi ricercatori disconoscerebbero. Questo caso viene legato da Adam all’appiattimento in Merkwelt delle problematiche ambientali e tale processo di semplificazione ed ‘irrigidimento’ assume necessariamente un carattere economico e temporale, risponde anch’esso ad un bisogno accelerativo:

They find it frustrating to witness the transformation into the language of certainty and fact what they had expressed with utmost caution in terms of hypotheses, conjectures and probability. Equally disconcerting for them is the pressure for the dangers to be quantified, to be expressed in terms of risk, and for cost to be calculated in purely material and monetary terms. […] What is missing from this mass of factual writing and reporting on the subject is a frank discussion about all that is uncertain and the effects of this inescapable indeterminacy for political action and the potential for securing public safety. The crucially important Wirkwelt of the hazards is silenced into oblivion, creating yet another velvet void, this time at the centre of media hyper-activity193. Gli spunti adamiani possono essere adeguatamente inseriti nell’odierno dibattito riguardante la cosiddetta ‘slow information’, delimitando al contempo il perimetro di un’incompatibilità crescente del mondo della ricerca scientifica rispetto al tentativo di schiuderlo ad un pubblico più vasto.

Ricostruire un fenomeno come la BCE, ed il suo collegarsi o meno alla CJD, comporterebbe un’ampiezza decisamente inconciliabile con le tempistiche mediatiche e questo singolo esempio viene inserito in un contesto altrettanto variegato riguardante l’intreccio di argomenti ambientali, biologici e genetici. Durante l’analisi del caso, perciò, troviamo una rilevante differenziazione fra soft

news (caratterizzate per un approccio retrospettivo e prospettivo long-term, insieme alla resa dei

dubbi e delle fallacie che devono necessariamente tangere una metodologia autenticamente scientifica) e hard news194; quest’ultime, aventi come modello i casi di ‘cronaca’ (letteralmente i fatti attenenti al tempo sociale, in un’accezione squisitamente cairotica), divengono principali nel contesto accelerato globale, ove ogni comunicazione deve preventivare un certo impact factor.

Il calderone mediatico è dunque costituito da porzioni rigide d’informazione e i dibatti attorno a questioni di matrice scientifica vengono animati da scontri fra posizioni in-discutibili ed im-

public fears and had the potential to destroy livelihoods. As such, it required and commanded immediate and extensive media attention. The announcement that BSE-infected meat is a likely cause of CJD, hit Britons and the citizens of continental Europe like a bombshell. Everybody recognised themselves as implicated: meat eaters and their children; vegetarians who were told that foods such as cheese, fromage frais, and fruit jelly contain beef products; people who had undergone growth hormone treatment during childhood»; Adam 1994, p. 171.

192 Ivi, p. 165. 193 Ivi, p. 167. 194 Cfr. Ivi, p. 169.

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permeabili per il modo in cui si presentano: servizi d’informazione pubblica riguardanti le soft news assumono una funzione meramente secondaria nelle fasi fredde delle trasmissioni, in momenti riempitivi in cui nulla davvero ‘accade’: «While hard news require almost real-time reporting – the faster the better and instantaneity is best – environmental matters, from ozone depletion to pesticide contamination of soil and water, do not command the same sense of urgency. Instead, during their

stable phases, they are seen by the news media of television and press as useful filler items for the

days when there is nothing more urgent, timely or pertinent to report»195.

È conseguente intuire come la divulgazione scientifica, rispetto a casistiche come la qualità della vita animale negli allevamenti intensivi, le politiche ambientali atte a limitare fattori entropici d’inquinamento o lo sfruttamento di risorse geo-idriche e la considerazione della loro rinnovabilità, non faciliti un coinvolgimento maturo dell’opinione pubblica, celando gli effettivi snodi critici di problematiche siffatte. Le news delle società accelerate assumerebbero tratti simili a quelli della drammaturgia aristotelica, considerata l’assenza di un background storico e, soprattutto, filogenetico come fonte di valore più che fallacia strutturale:

News is traditionally associated with specific characteristics, so-called news values, which would

include novelty, timeliness, recency, immediacy and urgency. These are clearly descriptions that fit accidents, crimes, disasters, and political events. […] They rarely apply to globally dispersed and time-space distantiated environmental phenomena that reside nowhere in particular and go on for years without resolution. Long-term, chronic hazards do not allow journalists to limit their story to the here and now. Instead, they require historical contextualisation, since without such wider historical background the information may be meaningless196.

Ciò che colpisce la sociologa è la mancata coscienza dell’aspetto filogenetico della temporalità naturale e il tema viene più volte immediatamente legato ai presupposti dell’ingegneria genetica, oltre che al modo di comunicare innovazioni dello stesso campo in ambito mediatico.

Per quali motivazioni sociologi come Jeremy Rifkin, in Declaration of a Heretic (1985), si spingono fino a dichiarare che la «genetic engineering represents the ultimate negation of nature»197? E che collegamento può sussistere fra una lettura critica della sperimentazione genetica in ambito scientifico e politiche considerate accelerative rispetto al contesto dell’informazione e della ricerca?

La prospettiva critica di Adam prende le mosse, a seguito dell’argomentazione inerente all’alterazione chimica di prodotti alimentari, dalla messa in atto di genetically modified organism (GMO); questa specificità viene, in realtà, superata dall’autrice, che indica punti di frizione fra un approccio genetico a fini tecnico-ingegneristici ed il paradigma scientifico dell’evoluzionismo in toto.

Nel momento in cui le scienze genetiche permettono una differenziazione genotipica e fenotipica di uno stesso elemento, un passo successivo connetterà i due aspetti tramite un legame temporale: cambiamenti d’ordine fenotipico vengono alla luce a seguito del susseguirsi di molte generazioni –

filogenesi – e non vi sarebbe accelerazione più profonda di una messa in parentesi della temporalità

naturale nel suo darsi fenotipico.

Ciò risulta implicito nella decisione d’agire direttamente su realtà genotipiche, modificandole e sorpassando ex abrupto storie millenarie, ritmate da morfogenesi lente e invisibili: «Conventional breeding is achieved through changes in the phenotype. It depends on cross-breeding within species across generations. Genetic modification, in contrast, cuts out the generational waiting game by

195 Ivi, p. 170, corsivi miei. 196 Ibid.

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carrying out the breeding operation at the level of the individual gene, that is the genotype rather than the phenotype»198. Si può, perciò, riconoscere la concettualizzazione di un’accelerazione genetica nelle argomentazioni adamiane nel momento in cui, fra le temporalità naturali, un posto esemplificativo può essere accordato alla filogenesi e alla temporalità di ogni genoma.

Mediante una sorta di contrasto interno alle scienze moderne, evidente soprattutto in termini teorici, l’ingegneria genetica andrebbe ad assumere un ruolo annichilente rispetto alla prospettiva evoluzionista e, nella pratica, ciò avverrebbe soprattutto tramite una ricercata velocizzazione delle temporalità che si frapponevano in natura fra genotipo e fenotipo: «The accomplishments, we need to appreciate, are staggering. But, then, so are the perils: millions of years of co-evolution are circumvented. Reproduction cycles are dramatically speeded up or cut out altogether. […] Although the unprecedented speed-up of processes has obvious economic advantages, it clearly contradicts some very important scientific principles»199.

Adam puntualizza in più luoghi come gran parte delle sperimentazioni nello stesso settore si focalizzino sull’alterazione di singoli geni, pur essendo gli stessi geni in rapporto fra loro in una rete (genoma). Un gene si relaziona temporalmente al genoma e implementazioni di modifiche rispetto a singoli geni non contemplerebbero, in diversi casi, un prolungamento delle simulazioni (ove ciò fosse possibile) che permetterebbe di comprendere e studiare contemporaneamente tutte le reazioni destate complessivamente nel restante genoma. Ciò perché, in un’ultima analisi, ogni genoma si costituisce come rete temporale autoregolantesi, avente una temporalità filogenetica in sé:

The controlled conditions of this experimental science create a context within which to produce specific, desired and highly predictable results about the action and function of individual genes only. Since, however, the multiple layers and levels of interactions and contextual differences do not form part of the experimental paradigm, the embodied, embedded phenotypic and environmental outcome is anything but predictable or certain. There exists no comprehensive theory to date, […], that is capable of describing the relationship between the functional effect of

a gene and its spatial arrangement within the genome. This means that the timescape of genes is

only indirectly encoded in DNA and cannot therefore be deduced from the structure of individual genes200.

Le riflessioni svolte da Adam in merito alla temporalità filogenetica permettono di scorgere, nella produzione adamiana, la concettualizzazione di molteplici timescapes, frammenti di un più grande

natural timescape, che copre la temporalità del vivente; la temporalità del genoma, in questo senso,

rappresenterebbe la matrice ultima della temporalità della vita (βιος).

La possibilità di raccontare la temporalità della vita, seppur nella difficoltà di una simile impresa, è ammessa da Adam nell’inclusione, fra gli obiettivi della sua ricerca, del rendere visibile l’in-visibile e materiale l’im-materiale: «[T]hrough the timescape perspective I have sought to make the invisible visible, the im/material real»201. La sociologia di Adam, nell’intento di rendere conto della temporalità del vivente, deve assumere su di sé una poetica fenomenologica: tempo sociale e temporalità animali, vegetali, telluriche e generiche si rapportano fra loro mediante la configurazione di ambienti, nell’intersecarsi problematico di accessi-al-reale diversi. Anche l’essere umano, ora

198 Adam 2004, pp. 96-97.

199 Adam 1998, p. 221, corsivi miei. 200 Ivi, p. 220.

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conscio di appartenere almeno a due modalità temporali diverse, è posto davanti a una scelta prospettica fra un tempo che può essere controllato e una temporalità libera.

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