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TRIBUNALE DISTRETTUALE DI SORVEGLIANZA DI NAPOLI PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI NAPOLI

Nel documento Corte d Appello di Napoli (pagine 46-50)

(Relazione del Presidente Adriana Pangia)

In riscontro alla nota n. 148/20 GAB del 07/0/2020 medesimo oggetto, relaziono quanto se-gue sull’amministrazione della giustizia presso il Tribunale di sorveglianza di Napoli e gli uffici del distretto nel periodo 1 luglio 2019 – 30 giugno 2020.

Nel distretto della Corte di Appello di Napoli operano: a) il Tribunale di Sorveglianza di Napoli; b) l’Ufficio di Sorveglianza di Napoli; c) l’Ufficio di Sorveglianza di Avellino; d) l’Ufficio di Sorveglianza di S. Maria Capua Vetere.

Il Tribunale di Sorveglianza di Napoli ha giurisdizione sulla Casa Circondariale di Napo-li Poggioreale (presenza attuale: 2109 detenuti su una capienza regolamentare attualmente disponibile di 1460), sul Centro Penitenziario di Secondigliano (1237 det. su una capienza regolamentare di 1025), sulla Casa Circondariale di Pozzuoli (115 detenute su una presenza regolamentare di 106), sulla Casa di Reclusione di Aversa (118 det. su una capienza regola-mentare di 231), sulla Casa Reclusione di Carinola (337 det. su una capienza regolaregola-mentare di 544), sulla Casa Circondariale d S. Maria Capua Vetere (904 det. su una capienza regolamenta-re di 789), sulla Casa Circondariale di Arienzo (37 det. su una capienza regolamenta-regolamentaregolamenta-re di 32), sulla Casa Circondariale di Ariano Irpino (318 det. su una capienza regolamentare di 275), sulla Casa Circondariale di Benevento (429 det. su una capienza regolamentare di 261), sulla Casa Circondariale di Avellino (450 det. su una capienza regolamentare di 503), sulla Casa Circondariale di S. Angelo dei Lombardi (129 det su una capienza regolamentare di 120), sull’

ICAM Lauro (6 det. Su una capienza regolamentare di 27). Il numero complessivo di detenuti nel distretto è di 6479 soggetti di cui 1727 detenuti in esecuzione pena del territorio di compe-tenza di Napoli; numero diminuito rispetto all’anno precedente cui però va aggiunto il numero degli internati nella casa di lavoro istituita ex novo presso la casa di reclusione di Aversa. Va ancora una volta rilevato come in molti istituti il numero dei ristretti è superiore alla capienza regolamentare fissata dalla direzione generale: in particolare nella casa circondariale di Napoli Poggioreale sono ristretti 2109 soggetti su una capienza di 1460, nell’istituto di Secondigliano 1237 soggetti su una capienza di 1025, in quello di Benevento 350 soggetti su una capienza di 261 ed in quello di S. Maria C.V. 904 soggetti su una capienza di 789; sovraffollamento che comporta gravi problemi di gestione del quotidiano, carenze nel trattamento rieducativo dei ristretti e nell’assistenza sanitaria degli stessi, nonché notevoli difficoltà di convivenza tra i detenuti, acuitesi negli ultimi mesi a causa della naturale tensione dovuta al timore di contagio COVID. Resta inoltre elevata la presenza negli istituti di soggetti con problematiche di tipo psichiatrico non adeguatamente assistiti per la loro specifica patologia e in più casi trattenuti in istituto carcerario nonostante la prevista destinazione in REMS o assegnati ad una casa di lavoro pur essendo stati in origine prosciolti per infermità di mente, e ciò a causa della carenza di ricettività delle REMS e/o dell’inadeguatezza dei servizi di salute mentale territoriali.

Inoltre nel distretto del Tribunale di Sorveglianza di Napoli risultano attive quattro REMS (tre nel casertano di competenza dell’ufficio di sorveglianza di S. Maria C.V. ed una nell’avelline-se di competenza dell’ufficio di sorveglianza di Avellino) la cui vigilanza da parte dei magistrati pone particolari problemi per le condizioni di salute psichica dei soggetti in esse ricoverati e per le difficoltà di raccordo con i dipartimenti di salute mentale delle ASL ed i servizi sociali del terri-torio, spesso non adeguatamente attrezzati per la predisposizione di piani terapeutici individuali idonei a consentire la dimissione ed il reinserimento in società degli internati in tempi rapidi; è stata infine istituita una sezione per l’esecuzione della misura della casa di lavoro presso l’istitu-to di Aversa, nella quale sono attualmente ristretti 31 soggetti il cui trattamenl’istitu-to all’interno non risulta adeguato alle finalità proprie della misura di sicurezza per la carenza di attività lavorative e complicato dalla presenza di soggetti con patologie psichiatriche.

Nel corso dell’anno in tutto il distretto sono state in esecuzione più di 13.000 misure alter-native con netta prevalenza di quelle gestite dall’ufficio di Napoli (ben 11864 rispetto alle 727 di Avellino ed alle 1069 di S. Maria C.V.) e ne sono rimaste in esecuzione al 30/6/2020 più di 11.000.

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Rilevante è poi anche il numero dei soggetti sottoposti a misure di sicurezza non detentive e delle procedure derivanti da proposte di declaratoria di delinquenza abituale e di conversione delle pene pecuniarie.

Piante organiche dei magistrati e del personale amministrativo

Premesso che il Tribunale di Sorveglianza è mero organo collegiale, privo di proprio organi-co, le cui funzioni sono espletate da tutti i magistrati del distretto e dal personale amministra-tivo del solo Ufficio di Sorveglianza di Napoli, la pianta organica dei magistrati del distretto, costituita nel periodo 1/7/2019-30/6/2020 da 11 magistrati dell’Ufficio di Sorveglianza di Na-poli oltre il Presidente, da 4 magistrati dell’Ufficio di S. Maria Capua Vetere e da 4 magistrati dell’Ufficio di Sorveglianza di Avellino, a luglio 2019 presentava una vacanza nell’ufficio di sorveglianza di S. Maria Capua Vetere, coperta in data 9/1/2020, ed una vacanza nell’ufficio di sorveglianza di Napoli, coperta in data 24/3/2020, con conseguenti notevoli difficoltà di gestio-ne da parte dei singoli magistrati dei propri ruoli sovraccaricati dall’assegnaziogestio-ne a ciascuno di parte dei ruoli dei magistrati trasferiti; la pianta organica risulta coperta al 30/6/2020 ed è stata di recente ampliata ex L.145/2018 e D.M. 14/9/2020 con l’aumento di un posto nell’ufficio di Napoli, posto allo stato non coperto.

La pianta organica del personale amministrativo nel febbraio 2010 per tutti e tre gli Uffici di Sorveglianza è stata ridotta a numeri con evidenza insufficienti rispetto ai carichi di lavoro, peraltro in costante e rilevante incremento; al riguardo va sottolineato che nel 2016 è stata ampliata la pianta organica dei magistrati dell’ufficio di S. Maria C.V., portata da tre a quattro magistrati in considerazione del carico di lavoro, e nel 2020, come già rilevato, è stata ampliata di un posto anche la pianta organica dell’ufficio di Napoli, ma a tali aumenti non si è accompa-gnato un aumento (e neanche la copertura integrale) dell’organico amministrativo

In particolare per l’Ufficio di Napoli la pianta precedente, già ridotta a 54 unità + un diri-gente, nel 14/2/2018 è stata ampliata di 2 unità (assistenti giudiziari) ed attualmente presenta 24 vacanze (in particolare grave è la scopertura del posto del dirigente e gravemente carenti sono i ruoli degli operatori - 4 in servizio sui 12 in organico-, dei cancellieri - 5 in servizio sugli 11 in organico- e degli ausiliari - 4 in servizio sugli 11 in organico-) con una scopertura pari al 41%; vacanze che aumenteranno già nei primi mesi del prossimo anno per il previsto pensionamento di un funzionario e di un ausiliario attualmente in servizio; va poi sottolineato come negli ultimi due anni sono andati in pensione 13 unità del personale senza alcuna sostituzione.

Per l’Ufficio di Avellino la pianta organica di 14 unità allo stato presenta 7 vacanze con una scopertura del 50% solo in parte compensata dall’applicazione di 3 unità di altri uffici; per l’Ufficio di S M Capua Vetere la pianta organica di 16 unità allo stato presenta 6 vacanze con una scopertura pari al 38% del personale.

È superfluo aggiungere che poco proficue sino ad oggi sono state le sollecitazioni rivolte ai competenti uffici ministeriali per la copertura degli organici:ed invero solo nel settembre u.s. è stata disposta l’assegnazione all’ufficio di Napoli di due assistenti mentre il dirigente assegnato da giugno u.s. all’ufficio non vi ha preso ancora servizio restando trattenuto presso il Ministero;

quanto al personale della polizia penitenziaria di cui reiteratamente si è chiesta l’assegnazione, alla luce anche della recente previsione normativa della funzione di vigilanza di tale polizia sull’esecuzione delle misure alternative e l’evidente affinità dell’attività della medesima con quella degli uffici di sorveglianza, va detto che allo stato all’ufficio di Napoli risultano provvi-soriamente assegnate fino al 15 novembre p.v. 6 unità di personale della polizia penitenziaria (le ultime tre solo da metà settembre 2020) comunque insufficienti a compensare la carenza di organico e non assegnate in via definitiva.

Quanto agli uffici locali di esecuzione penale esterna destinati a fornire i dati socio- am-bientali utili alle decisioni della magistratura di sorveglianza ed a seguire lo svolgimento delle misure alternative, va detto che si è registrato un miglioramento dell’attività grazie al coinvol-gimento di alcuni volontari, cui è seguita l’assegnazione di otto unità di personale penitenzia-rio, ma comunque allo stato tali uffici ancora presentano carenze di personale e di risorse, per cui spesso non riescono a rispondere tempestivamente alle richieste degli uffici di sorveglianza

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e degli istituti carcerari con conseguenti ritardi nella definizione dei procedimenti o nell’ela-borazione da parte degli istituti penitenziari delle relazioni sull’osservazione dei detenuti o dei programmi di trattamento, né sono in grado di gestire e seguire adeguatamente tutti i soggetti ammessi a misure alternative, e ciò anche per il numero elevato delle misure medesime (per il solo Ufficio di Napoli al 30/6/2020 sono 10586).

Le risorse materiali attribuite per gli acquisti del materiale d’uso e la gestione del

servizio auto sono appena sufficienti per l’essenziale e necessitano sempre di integrazioni mentre le dotazioni informatiche sono sufficienti per l’Ufficio di Napoli ma carenti per gli uffici periferici.

Comunque la magistratura di sorveglianza napoletana ed il personale amministrativo, no-nostante la limitazione delle risorse umane e strumentali disponibili, hanno compiuto enco-miabili sforzi per dare concretezza ed effettività alla finalità rieducativa della pena sancita dalla Carta Costituzionale.

Eloquenti sono i dati statistici che pongono in evidenza l’elevata produttività del Tribunale di Sorveglianza di Napoli tenuto conto del numero delle persone detenute, del personale in servizio e della quantità dei procedimenti definiti. Nel periodo in esame presso il Tribunale e l’Ufficio di Sorveglianza di Napoli sono sopravvenuti n. 50470 procedimenti e definiti n.

39671; parimenti elevato è il numero dei procedimenti definiti dagli uffici periferici: 9653 presso l’Ufficio di Avellino e 8435 presso l’Ufficio di S M Capua Vetere.

Per quanto concerne le misure alternative alla detenzione sono state definite 7036 istanze dal Tribunale e complessive 1906 istanze di applicazione della misura della detenzione domici-liare ex L.199/1980 dai magistrati di tutto il distretto; è stata quindi disposta l’esecuzione della pena in regime diverso dal carcere all’incirca per il 60% dei condannati e le misure alternative concesse hanno prevalentemente avuto esito positivo, risultando i casi di revoca limitati all’in-circa al 10%.

Va sottolineato poi anche nell’ultimo anno si è registrata la netta prevalenza di istanze di misure alternative provenienti da soggetti non in stato di detenzione carceraria rispetto a quel-le provenienti da detenuti.

Altro dato interessante è quello del numero elevato di procedure per l’ammissione alle mi-sure alternative rivolte ai magistrati monocratici, competenti per l’applicazione provvisoria delle misure salva successiva eventuale conferma da parte del T.d.S., e tali procedure sono ov-viamente aumentate anche per effetto dell’art.4 del D.Lgs.123/2018 che, modificando l’art.678 c.p.p. ha previsto, nei casi di ordine di esecuzione sospeso ex art.656,c.5,c.p., la competenza del magistrato designato relatore nel T.d.S. a provvedere in via provvisoria con procedura de plano sulle istanze di misure alternative per pene residue non superiori ad anni uno e mesi sei, salva la facoltà di opposizione da parte dell’istante o del P.M. e la necessità di una pronuncia successiva del T.d.S.. Va ribadito al riguardo, che l’effetto deflattivo sulle procedure del T.d.S.

cui si mirava è stato molto limitato, se non insussistente, considerata sia la frequenza delle opposizioni sia la previsione della necessità di una pronuncia del T.d.S. anche nel caso di mancata opposizione: molto più proficuo sarebbe stato attribuire la competenza a decidere direttamente al magistrato monocratico e prevedere l’intervento del T.d.S. solo in caso di recla-mo, come peraltro già previsto per l’applicazione della detenzione domiciliare ex L.199/2010.

Inoltre la nuova disciplina ha comportato un aggravio di lavoro per il personale di can-celleria (notoriamente scarso), in quanto, non essendo la decisione del giudice monocratico esecutiva, la cancelleria deve provvedere, prima, alla notifica del provvedimento alle parti, poi alla verifica della regolarità della notifica e del decorso del termine previsto per l’opposizione, e, solo dopo, all’apposizione dell’attestato di esecutività ed all’ulteriore comunicazione agli organi preposti all’effettiva esecuzione.

Infine l’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del contagio COVID19 ha reso ancor più problematica la gestione degli uffici, con l’obbligo di smart working per il personale, la limitazione per un certo periodo delle attività alle urgenze, la sospensione ex lege di alcune procedure e contestualmente il maggior carico di istanze dirette alla scarcerazione dei soggetti ex art.123 D.L.n.18/20, di procedure instaurate d’ufficio per la concessione di licenze straor-dinarie ai semiliberi onde evitarne il quotidiano rientro in istituto, di istanze di applicazione

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provvisoria di misure alternative e di richieste di sospensione dell’esecuzione per incompa-tibilità con la restrizione in carcere di soggetti affetti da patologie croniche a rischio in caso di contagio da COVID19. Tutto ciò ha comportato un notevole affanno sia dei magistrati che del personale amministrativo e contestualmente anche l’aumento dell’arretrato relativo alle procedure non urgenti ed in particolare alle procedure per l’eventuale applicazione di misure alternative ai soggetti liberi con titolo esecutivo sospeso ex art.656,c.5,c.p.p..

Per completezza espositiva ed ai fini di una maggiore comprensione del carico di lavoro del Tribunale di Sorveglianza e degli Uffici di Sorveglianza di Napoli, Avellino e S.Maria C.V. si riporta di seguito il prospetto del lavoro svolto.

TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI NAPOLI

procedimenti pendenti al 30/06/2019 20256 procedimenti sopravvenuti (1/7/2019 al 30/6/2020) 20518 procedimenti definiti (1/7/2019 al 30/6/2020) 12757 procedimenti pendenti al 30/06/2020 28017 UFFICIO DI SORVEGLIANZA DI NAPOLI

procedimenti pendenti al 30/06/2019 16130 procedimenti sopravvenuti (1/7/2019 al 30/6/2020) 39524 procedimenti definiti (1/7/2019 al 30/6/2020) 31161 procedimenti pendenti al 30/06/2020 24493 UFFICIO DI SORVEGLIANZA DI AVELLINO

procedimenti pendenti al 30/06/2019 1505 procedimenti sopravvenuti (1/7/2019 al 30/6/2020) 9672 procedimenti definiti (1/7/2019 al 30/6/2020) 8540 procedimenti pendenti al 30/06/2020 2367 UFFICIO DI SORVEGLIANZA DI S. M. CAPUA VETERE procedimenti pendenti al 30/06/2019 3394 procedimenti sopravvenuti (1/7/2019 al 30/6/2020) 8916 procedimenti definiti (1/7/2019 al 30/6/2020) 9191 procedimenti pendenti al 30/06/2020 3119

Risulta evidente dal prospetto che nel corso dell’anno si è determinato, salvo che per l’ufficio Avellino, un aumento delle pendenze, ciò a causa dell’elevato carico iniziale e del rallentamento complessivo delle attività nel periodo iniziale dell’emergenza sanitaria; inoltre va considerato che difficoltà e ritardi nella definizione delle procedure e nell’esecuzione dei provvedimenti derivano dalle più volte denunciate carenze dell’organico del personale amministrativo.

Va aggiunto che, a causa proprio dell’inadeguatezza numerica del personale amministrativo, si è ritenuto opportuno modificare nuovamente l’organizzazione degli uffici di cancelleria accor-pando in settori unificati, da un lato, tutto il personale avente il compito di provvedere all’istrut-toria delle procedure e, dall’altro, tutto il personale avente il compito di provvedere all’esecuzione dei provvedimenti; tale riorganizzazione, anche se ha consentito una più agevole mobilità del personale, non ha però allo stato di molto migliorato le condizioni di lavoro del personale stres-sato dal carico di lavoro in massima parte di carattere urgente e/o non rinviabile.

Il Presidente Adriana Pangia

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M_DG.Corte d'Appello di NAPOLI - Prot. 19/10/2020.0016627.E

Nel documento Corte d Appello di Napoli (pagine 46-50)