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Per quanto concerne il turismo italiano in Giappone, i dati a nostra disposizione derivano da studi accademici e statistiche governative giapponesi; sembrano invece essere limitate le analisi dal lato italiano83. Considerate le caratteristiche generali dei turisti italiani descritte in precedenza, si

procederà ora a illustrare una panoramica degli stessi in Giappone.

Gli ingressi di italiani in Giappone sono incrementati in modo graduale sin dalla metà degli anni Novanta, per poi subire un tracollo legato alla crisi economica e finanziaria del 2009-2011 (JNTO 2019 a). In seguito, con il miglioramento del contesto economico, le cifre hanno ripreso a salire vertiginosamente. Nel solo 2018, sommando gli italiani che sono giunti per turismo, business o altro,

83 Da segnalare lo studio di MAGNANI (2018-2019) sulle caratteristiche dei turisti italiani in Giappone.

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Tendenze arrivi annuali di italiani in Giappone

Turismo Business Altro

111 gli ingressi si aggirano attorno alle 150 mila unità (JNTO 2019 a). La crescita è stata esponenziale: nel 2018 si è ottenuto un incremento del 189,6% rispetto al 2012 (JNTO 2019 a). L’aumento del flusso è florido in particolare nel settore turistico, come si evince dai 120.274 italiani che nel 2018 si sono recati in Giappone per turismo (JNTO 2019 a).

Nonostante le cifre siano positive, l’attenzione dei turisti italiani per il Giappone è una tendenza nuova: nel 2017 i turisti italiani che hanno visitato il Giappone per la prima volta rappresentavano l’80,4% del totale dei turisti italiani giunti in Giappone quell’anno (JNTO 2019 a). Già del 2018 però questo dato si è modificato: “solo” il 78,1% dei turisti del Bel Paese dichiarava di entrare in Giappone per la prima volta per turismo, seguito da 9,1% di viaggiatori alla seconda vacanza (JTA 2019 f). Gli italiani in visita in Giappone nel 2018 hanno speso 2,7 miliardi di euro, lo 0,7% degli introiti totali derivati dal turismo inbound del paese (JTA 2019 f). I turisti italiani in Giappone per viaggi di piacere spendono di più in confronto alla media dei turisti stranieri in terra nipponica: nel 2017 hanno speso pro capita 1.500 euro, circa 260 euro in più della media generale per lo stesso anno (JNTO 2019 f)84.

Gli stessi hanno utilizzato nel 2017 il 45,3% del loro budget per l’alloggio, il 20,7% nella ristorazione, il 18,8% per i trasporti e il 12,2% in shopping e acquisti (JNTO 2019 f). La spesa comunque varia di molto a seconda che vi sia o meno un intermediario turistico: nel 2018 gli italiani che si sono affidati a tour o hanno utilizzato pacchetti hanno speso per la preparazione del viaggio 3.500 euro a persona, a differenza dei turisti indipendenti che tendevano a superare di poco i 1.000 euro prima della partenza (JTA 2019 f). La cifre durante la permanenza sono state invece di quasi 1.700 euro per gli indipendenti, al contrario dei turisti seguiti da agenzie e tour con una media di 805 euro (JTA 2019 f).

La distribuzione dei turisti italiani sul territorio giapponese è simile a quella descritta nel quarto capitolo e che vale per la maggioranza di turisti euro-americani. Gli italiani in Giappone per divertimento e relax si concentrano nelle prefetture più gettonate, nell’ordine Tokyo, Chiba, Kyoto e Osaka, e risulta di molto inferiore la loro presenza in altre destinazioni meno conosciute dai visitatori internazionali (JNTO 2019 a). Le regioni del Kanto e del Kinki si posizionano infatti con un considerevole scarto rispetto alle altre (JNTO 2019 a). Tuttavia, tra gli italiani che hanno già un precedente viaggio in Giappone alle spalle e che si sono recati in zone meno frequentate dal turismo di massa, la soddisfazione del viaggio è tale da desiderare di tornare nuovamente in aree al di fuori delle quattro città principali (Tokyo, Kyoto, Osaka, Nara) (MAGNANI 2018-2019). Anche per i turisti che non hanno ancora viaggiato in Giappone sembrerebbe esserci curiosità verso le destinazioni meno conosciute: il 57% ha dichiarato di aver interesse nel visitare le località che non siano Tokyo, Kyoto e Osaka (MAGNANI 2018-2019).

Nel 2018 i turisti italici sono stati per lo più uomini (64,9%) e soprattutto giovani: il 32,1% era al di sotto dei 30 anni e il 32,3% trai 30 e i 40 (JTA 2019 f); il 16,1% era invece sulla quarantina (JTA 2019

84 Anche per questo capitolo, i cambi yen-euro sono stati fatti il giorno 20/06/2019 attraverso il convertitore di

112 f). Si viaggia per lo più da soli (31,2%) o con il partner (31,5%), meno con amici (17,1%) e familiari (12,5%) (JTA 2019 f).

Gli italiani rimangono in Giappone almeno per una settimana: nel 2017 per il 56,4% la durata si attestava tra i 7 e i 13 giorni, mentre per il 31,0% arrivava ai 20 giorni (JTA 2019 f; JNTO 2019 a). Nel 2018 in media gli italiani si sono fermati in Giappone per 12,9 giorni, un periodo superiore alla media totale di 5,9 (JTA 2019 f). I periodi di principale affluenza sono la primavera e l’estate (JNTO 2019 a).

Per quanto riguarda la scelta dell’organizzazione e prenotazione del viaggio, gli italiani sembrano preferire il “separate arrangement”, una modalità condivisa dall’80,5% e intesa come la pianificazione individuale (JNTO 2019 a); il 66,4% ha prenotato online (JNTO 2019 a). Questa modalità è in aumento anche per il 2018, arrivando all’88,5% del totale, come pure le prenotazioni via web che hanno toccato il 77,6% delle prenotazioni totali (JTA 2019 f). Inoltre, un numero consistente sembra essersi informato prima della partenza per il Giappone tramite Internet, siti web e SNS, e il passaparola con parenti e amici (MAGNANI 2018-2019). Ben il 30,1% ha ottenuto informazioni attraverso siti di recensioni e il 24,1% grazie al passaparola di amici e familiari (JTA 2019 e).

Le motivazioni che portano gli italiani a viaggiare per turismo in Giappone sono molteplici. Per i turisti che hanno già avuto un’esperienza in Giappone risalta fra tutte l’interesse per “arti tradizionali e cultura”, motivazione seguita da altre tra loro vicine per percentuale di risposte: si apprezza il Giappone per “la natura giapponese”, per alcune specifiche località, “Kyoto, Nara, Asakusa, Kamakura”, per la cucina e per “la tecnologia e la cultura moderna” (MAGNANI 2018- 2019:14). Le ragioni che spingono al viaggio in Giappone chi invece non vi è ancora stato, sono leggermente diverse. Ai primi posti troviamo “architettura tradizionale e paesaggi” e “la natura”, seguite con un buon distacco da “cucina giapponese” e “arti tradizionali e cultura”; al quinto e sesto posto invece si riscontrano “le esperienze culturali immersive” e “la cultura moderna” (MAGNANI

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