III. Il mondo delle drag queen: famiglia, lavoro, mimes
2. Madrine, novizie e il decalogo
3.3 Rovyna una degli altr
3.3.1 Un’altra cronistoria minima
Il percorso di Rovyna una degli altri non si fermò alle elezioni del 2010. All’indo- mani della conferma di Formigoni alla guida della Regione Lombardia, il collet- tivo non si fece prendere dallo sconforto, ma anzi portò a termine alcune delle “azioni”, come le chiamava Alice, più significative del gruppo.
Sono riuscito a ricomporre una cronologia minima, di certo non ufficiale, del percorso di Rovyna una degli altri grazie all’aiuto innanzitutto di Rovyna Riot e di Alice e Mirco, che mi aiutarono ad inquadrare cronologicamente la loro esperienza nel collettivo in modo più preciso.
Febbraio 2010: un gruppo all’interno di SEL (Sinistra Ecologia e Libertà) contatta Rovyna per fare da volto al collettivo.
19 febbraio 2010: viene presentata Rovyna una degli altri al bar Mono di Milano. 62
27 febbraio 2010: Rovyna va al mercato. Azione di Rovyna una degli altri al mer- cato di viale Papiniano per discutere con le persone presenti attraverso la mo- dalità della “pesca dei diritti”.
28 febbraio 2010: presentazione ufficiale delle liste candidati per le elezioni. 11 marzo 2010: Elisabetta Soglio pubblica su Il Corriere della Sera un articolo in cui mette in evidenza la non corrispondenza tra il nome del candidato della lista Rovyna una degli altri e il volto della campagna, ovvero Rovyna Riot. Inizio del dibattito mediatico.
61 Con questo termine, si indica un’azione politica diretta non violenta squisitamente urbana di stampo ambientalista, per cui ci si appropria di spazi urbani che non si possiedono con l’intenzione di impiantarvi del verde, o meglio restituirlo, sotto forma di fiori o piante.
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È un attimo. Relazionalità, performance e politica tra le drag queen di Milano
13 marzo 2010: A cena con Rovyna, cena di raccolta fondi organizzata e cu- rata da Rovyna una degli altri.63
20 marzo 2010: Rovyna piantala!. Azione di Rovyna una degli altri di sensi- bilizzazione ecologica attraverso l’uso del guerrilla gardening.64
21 marzo 2010: Rovyna sposati!. Azione di Rovyna una degli altri per promuove- re la libertà di sposarsi liberamente, in attesa del verdetto della Corte Costitu- zionale in merito ai matrimoni tra persone dello stesso sesso (23 marzo 2010). Celebrati matrimoni in piazza Cordusio (MI).65
28 marzo 2010: elezioni regionali in Lombardia.
12 giugno 2010: Rovyna una degli altri partecipa al Gay Pride di Milano con un carro che celebra la libertà individuale. Tutti i partecipanti con una masche- ra bianca sul volto e un mantello nero sulle spalle. Slogan del carro le parole della poesia Non chiederci la parola di E. Montale.66
Autunno 2010: Scoprifuoco, ultima azione di Rovyna una degli altri, all’interno delle attività rinominate Don’t stop the fun. DJ set nel piazzale antistante palazzo Marino, sede del Comune di Milano, per protesta contro il coprifuoco imposto in alcune zone di Milano ai locali dalla giunta Moratti.67
Fine 2010: Rovyna Riot esce da Rovyna una degli altri. Il collettivo si trasfor- ma in Alterego e continua la sua attività.
Maggio 2011: Elezioni amministrative per il Comune di Milano. Alterego sostiene il candidato Pisapia, che viene eletto. Dopo questo evento, il collettivo continua ad esistere, ma dirada le proprie apparizioni.
Il passaggio dal 2010 al 2011 vide il ritiro di Rovyna Riot dal collettivo e la trasformazione, inevitabile, di quest’ultimo. Da Rovyna una degli altri si passò ad
Alterego e, venuta meno Rovyna, parve venir meno anche lo spirito più combat- 63 La pagina Facebook dell’evento si può trovare qui: https://www.facebook.com/even- ts/350780592318/.
64 Un articolo dal blog di Rovyna Riot che annuncia l’evento: http://rovyna.blogspot.it/2010/04/ rovyna-piantala.html.
65 http://www.youtube.com/watch?v=U-QG0JvBHPE.
66 Il trailer della partecipazione di Rovyna una degli altri al Pride si trova qui: http://www.youtube. com/watch?v=9olkOEtnVMs, mentre una raccolta delle immagini tratte dalla parata si trova qui: http://www.youtube.com/watch?v=rPB3hYeFLYs.
164 Marcello Francioni
tivo e anticonvenzionale che aveva contraddistinto l’attività del collettivo fino a quel momento. Come mi disse Alice (autrice, peraltro, di tutti i video in nota), in un bar argentino di Porta Venezia a Milano, tra la musica latino-americana e gli schiamazzi delle cameriere:
Una sera vennero in riunione dei rappresentanti SEL da Legnano. […] E loro avevano saputo della nostra attività e volevano fare delle cose con noi. […] Perché... dicevano: “A noi piace questa, quest’idea, no? Della-, di quello che fate voi, di come lo fate, in maniera dirompente”. Io ogni volta che parlavo di Rovyna dicevo: “Rovyna oggi agi- sce senza se e senza ma”. Agisce e basta. (Intervista ad Alice Cimini, p. 8)
Mentre, una volta che Rovyna fu uscita di scena:
Sabato, c’è stata la manifestazione in ricordo di Dax, il ragazzo del Leoncavallo che fu ucciso da un gruppo di destra. E noi, cioè così parlando, si è detto: potremmo parteci- pare a questa manifestazione con uno striscione. Ecco, io quando ho letto quello mi è venuto veramente tanta tristezza, perché, cioè, io quando vedo chi partecipa con lo striscione è perché deve stare là. Ma lo striscione non dice niente, non fa nulla. […] Perché lo fanno tutti! Perché è comodo! Ecco, la cosa bella di Rovyna, è a che Rovyna piacevano le cose scomode. Le robe per cui veramente dovevi dare l’anima e romperti la schiena. Però, tu dicevi, mandavi dei messaggi, facevi vedere come poteva essere. Tu facevi vedere come poteva essere. Non stavi lì a raccontarlo, cioè. (pp. 17-18)
Si potrebbe dire, usando gli strumenti analitici della storia delle religioni, che il collettivo Rovyna una degli altri si configurava come il nucleo raggruppato intorno a un leader carismatico, ovvero Rovyna, e che una volta scomparso il leader, il collettivo si sia trasformata in un movimento, con la conseguente tendenza all’istituzionalizzazione e alla “normalizzazione” dei metodi utilizzati: gli stri- scioni, uno strumento addirittura tradizionale di fare-manifestazione, contro le azioni, di certo meno convenzionali e prevedibili e di fronte alle quali gli striscioni provocano solo immensa “tristezza”.