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La violenza di genere in Italia: dati ed osservazioni in merito alla crescente

CAPITOLO 2: LA VIOLENZA DI GENERE: UN QUADRO GENERALE

2.2 La violenza di genere in Italia: dati ed osservazioni in merito alla crescente

La violenza di genere è di grandi dimensioni. Si evidenziano i dati relativi alle telefonate al numero 1522 da parte delle donne che hanno subito violenze nel primo semestre del 2018 e che sembrano in crescita rispetto all’anno prece- dente. Tante telefonate, si, ma ancora troppo poche se si considera che il 90% delle donne vittime di violenza non denuncia e il 30% non si rivolge a nessuno. Va premesso che la violenza contro le donne è un fenomeno di difficile misu- razione perché si sviluppa soprattutto negli ambienti familiari, dove una donna dovrebbe sentirsi più sicura.

Lo statistico Maurizio Cassi sottolinea la gravità dell’assoluta carenza di dati continuativi e standardizzati in merito a questo fenomeno. È una situa- zione che impedisce di raggiungere conclusioni condivise e apre la porta ad interpretazioni divergenti, rappresentando di fatto un impedimento all’ado- zione di politiche di contrasto efficaci. Ed è, ovviamente, un segno di quanto le istituzioni siano sensibili al fenomeno.82

L’Istat, in un’indagine del 1997-1998, rileva come solamente il 21,7% degli stupri sia ad opera di sconosciuti e solo il 19,4% avvenga per strada.

La violenza sessuale avviene nella maggior parte dei casi nei luoghi familiari alla vittima, ad opera di amici, conoscenti, fidanzati, parenti, colleghi di lavoro, in particolar modo se la vittima è una donna giovane. La maggior parte delle donne che hanno subito un tentato stupro dichiarano, infatti, di non aver superato mai completamente il fatto accaduto, con conseguenze negative

81 L. Lipperini, M. Murgia, L’ho uccisa perché l’amavo. (Falso), Idola Laterza, 2013, p.8 82 Ivi, p.59

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che hanno determinato una limitazione della personale autonomia e un muta- mento rispetto al proprio carattere personale.

Biancheri afferma che, nel 2006, l’Istat ha presentato i risultati di una nuova indagine e misura tre tipi di violenza:

• Violenza fisica (dalla più lieve alla più grave): si intende la minaccia di essere colpita fisicamente, l’esser spiata, afferrata o strattonata, l’esser colpita con un oggetto, schiaffeggiata, presa a calci, a pugni o a morsi, tentativo di strangolamento, soffocamento, ustione e la minaccia con armi;

• Violenza sessuale: si intende ogni situazione in cui la donna è costretta a fare o a subire contro la propria volontà atti sessuali di ogni tipo, stu- pro, tentato stupro, molestia fisica sessuale, rapporti sessuali con terzi, rapporti sessuali non desiderati subiti per paura delle conseguenze, at- tività sessuali degradanti e umilianti;

• Violenza psicologica: si intendono le denigrazioni, il controllo dei com- portamenti, le strategie di isolamento, le intimidazioni, le forti limita- zioni economiche subite da parte del partner.

I racconti di donne che hanno subito questi comportamenti evidenziano come gli episodi di aggressione anche fisica aumentano via via che il partner percepisce una perdita di controllo sulla compagna.83

Secondo Hirigoyen la violenza fisica e la violenza psicologica sono legate. Non esiste violenza fisica senza violenza psicologica, in cui l’altro viene con- siderato un oggetto.84

Quindi alla nozione di violenza fisica si aggiunge la nozione di violenza psicologica, comprendente ogni forma di maltrattamento, minaccia ideologica, menzogna e altra deformazione delle informazioni, esercitata indirettamente da un complesso di agenti non identificabili individualmente o individualmente insignificanti. Dunque “la violenza come qualsiasi forma di influenza, di con-

trollo, di condizionamento, a causa delle quali le realizzazioni pratiche ed

83 R. Biancheri, Un fenomeno in crescita, in Mi fai male, Atti del convegno Venezia, Auditorium Santa Margherita, 2008, a cura di G. Giusti e S. Regazzani

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intellettuali di determinati esseri umani sono costrette al di sotto delle loro realizzazioni potenziali.”85

Un quadro complessivo ed articolato della violenza sulle donne è emerso soltanto dai dati dell’indagine sulla violenza denominata “Indagine sulla sicurezza delle donne” condotta nel 2006 e poi nel 2014.

Questa complessa rilevazione è stata preceduta da una lunga e approfondita fase di progettazione svolta con gli esperti di settore e le associazioni di riferi- mento e si è potuta avvantaggiare del finanziamento del Dipartimento delle Pari opportunità86 presso la presidenza del Consiglio.

Il campione analizzato comprende 25.000 donne tra i 16 e i 70 anni attra- verso interviste telefoniche su tutto il territorio nazionale dal gennaio all’otto- bre 2006.

È di tutta evidenza, ai fini dell’elaborazione di efficaci politiche e azioni di prevenzione e contrasto, l’importanza di avere a disposizione dati e informa- zioni in grado di fornire alle istituzioni, alle assicurazioni e ai cittadini, una base di riferimento per valutare la portata dei fenomeni, conoscere le caratteri- stiche di vittime e autori, comprendere radici e contesti in cui maturano questi crimini.

L’Italia quanto alle indagini sulle reali dimensioni, condizioni, qualità e cause del femminicidio e più in generale, di ogni violenza di genere, non è seconda a nessun altro paese. Le due indagini svolte dall’Istat nel 2006 e nel 2014 l’hanno resa all’avanguardia su questo campo.

Per colmare le lacune il presidente dell’Istat ha segnalato alla Commissione parlamentare l’urgenza di realizzare il “Sistema integrato di raccolta ed elabo- razione dei dati”87 disposto dal Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere adottato nel luglio 2015.

85 R. M. Callà, Conflitto e violenza nella coppia, Milano, Franco Angeli, 2011, p.41

86 Il dipartimento della Presidenza del Consiglio dei ministri è l’ufficio del Governo italiano che si oc- cupa del coordinamento delle iniziative normative e amministrative in tutte le materie attinenti alla progettazione e alla attuazione delle politiche di pari opportunità. Cura la raccolta e l’organizzazione delle informazioni, nonché la promozione e il coordinamento delle attività, di verifica, di controllo, di formazione e informazione nel campo delle pari opportunità. (www.wikipedia.it/)

87 Prevede anche l’alimentazione di una parte inerente alla normativa nazionale ed internazionale, gli aspetti definitori della violenza di genere, le politiche intraprese in termini di prevenzione primaria e secondaria del fenomeno, le buone pratiche messe in atto sul territorio, intese come protocolli di rete predisposti a livello locale per la presa in carico della vittima. (www.istat.it)

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L’architettura di questa banca dati nazionale prevede la raccolta di dati pro- venienti da fonti diverse:

• Indagini campionarie periodiche sulle persone: come le indagini sulla violenza contro le donne;

• Dati amministrativi: come i dati sanitari, le informazioni in pos- sesso dalle forze dell’Ordine, i dati raccolti presso i centri;

• Antiviolenza, case rifugio e il numero 1522.

La prima rilevazione in assoluto sul fenomeno della violenza contro le donne in Italia era stata fatta nel 2006.

Oggi, dopo nove anni, a che punto siamo? Ce lo rileva la nuova indagine Istat condotta tra maggio e dicembre 2014 su un campione di 24.751 donne.

Violenza fisica, violenza sessuale, violenza psicologica, stupro, stal- king: è ciò che, molto più spesso di quanto si creda, accade in Italia alle donne. A dircelo sono i numeri contenuti nel nuovo Rapporto Istat “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia. Anno 2014” che mette a nudo la realtà italiana, delineando contorni e sfumature di un silenzioso dramma giornaliero che mostra quanto sia radicato ancora l’atteggiamento prevaricatore dell’uomo sulla donna.

Ma, a ben vedere, i dati della ricerca non sono (solo) numeri, ma vite reali di donne che chiedono di avere un’opportunità di poter ricominciare a vivere nel rispetto e con dignità.

Il fenomeno continua ad essere grave e diffuso. Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subito nel corso della propria vita una qual-

che forma di violenza fisica o sessuale. Ha subito violenze fisiche o sessuali da parte del partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. Le violenze subite dal partner o ex partner sono spesso gravi o molto gravi: nel 37,8% la donna ha subito ferite, nel 36,1% ha temuto per la propria vita, nel 44,7% dei casi la violenza è stata molto grave.

La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in pas- sato lo hanno lasciato proprio a causa della violenza subita (68,6%). Per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione.

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Il 24,7% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei, il 13% da persone conosciute. In par- ticolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti, il 2,5% da colleghi di lavoro.

Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%).

Tra le donne che hanno subito violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate, o abbracciate, o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenza (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).

Le donne straniere hanno subito violenza fisica o sessuale in maniera simile alle italiane nel corso della vita. La violenza fisica è più frequente tra le straniere, mentre quella sessuale più tra le italiane. Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri e subiscono violenza da partner o ex partner e meno da altri uomini. Le donne straniere che hanno subito violenza da un ex partner sono il 27,9% ma per il 46,6% di queste, la relazione è finita prima dell’arrivo in Italia.

TIPO DI VIOLENZA Partner attuale o

ex (a) Non partner (b) Totale (b)

Ita- liane Stra- niere To- tale Ita- liane Stra- niere To- tale Ita- liane Stra- niere To- tale Vio- lenza fisica o ses- suale 12,9 20,4 13,6 25,3 18,2 24,7 31,5 31,3 31,5 Vio- lenza fisica 11,0 18,2 11,6 12,3 12,6 12,4 19,6 25,7 20,2 Vio- lenza ses- suale 5,5 9,1 5,8 18,3 9,7 17,5 21,5 16,2 21,0

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Tabella 1: Donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito nel corso della vita violenza fisica o sessuale da un uomo per tipo di autore, tipo di violenza subita e cittadinanza. Anno 2014 (per 100 donne con le stesse caratteristiche)

Fonte: www.istat.it

Rispetto all’indagine svolta nel 2006, che aveva preso in considera- zione gli anni dal 2000 al 2005, si colgono incoraggianti segnali di migliora- mento. La prevenzione, il contrasto e le campagne contro la violenza sulle donne stanno cominciando a dare i primi frutti. Diminuiscono la violenza fi- sica e sessuale da parte di partner attuali o ex partner. Diminuisce la violenza perpetrata da uomini diversi dal partner. Il calo di violenze fisiche, sessuali e psicologiche si registra soprattutto tra gli episodi meno gravi: ciò vuol dire che le donne hanno una maggiore capacità di prevenire la violenza appena si esprime.

Certamente questo miglioramento deriva anche dal mutato clima so- ciale che oggi è più determinato a condannare questo fenomeno.

Emerge, infine, una migliore consapevolezza della violenza subita. Le donne denunciano di più. C’è meno vergogna a parlare con qualcuno e, ri- spetto al passato, si cerca più frequentemente aiuto presso i servizi specializ- zati, i centri antiviolenza e gli sportelli donna.

Stupro o ten- tato stupro 2,2 4,2 2,4 3,3 4,6 3,4 5,1 7,7 5,4 Stupro 1,8 3,8 2,0 1,1 2,0 1,2 2,8 5,3 3,0 Ten- tato stupro 1,0 2,1 1,1 2,5 2,9 2,5 3,3 4,6 3,5

(a) per 100 donne con partner attuale o precedente (b) per 100 donne dai 16 ai 70 anni

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Sono gli stessi dati sulla violenza e sul femminicidio, con la loro am- piezza sconvolgente, a svelarci, purtroppo, una realtà che non avremmo mai pensato di dover ancora riconoscere e combattere: la donna viene considerata un oggetto o un trionfo che appartiene all’uomo, che ha il diritto di controllarla, di minacciarla, di picchiarla. Fino all’omicidio. Una cultura patriarcale antica che riemerge con forza proprio nel cuore della modernità.88