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Visioni e Pre-vision

Questa realtà costituisce una fertile suggestione operativa per i progettisti che vengono chiamati a proporre elaborazioni progettuali che devono essere prima di tutto strumento di comunicazione tra l’esistente, paesaggio e società insediata e visione futura. Il progetto non può ridursi a mera espressione di una idea ma diventare l’innesco di un processo comunicativo sul territorio in questione, capace di generare riflessioni e sintesi congruenti con il territorio e con previsioni temporali di lunga durata.

Il progettista, attraverso l’elaborazione progettuale è chiamato a comunicare determinati significati e visioni ad un pubblico di “lettori” che non devono essere solo degli interlocutori formati e preparati ma anche e soprattutto persone estranee al sistema tecnico-operativo come gli abitanti dei luoghi oggetto di studio e analisi.

I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, riconosciuti nel giugno 2014 nella World Heritage List dell’UNESCO nella categoria dei paesaggi culturali, aderiscono

vivente o evolutivo, ossia un paesaggio che conserva un ruolo sociale attivo, strettamente associato ad un modo di vita tradizionale e nel quale il processo evolutivo continua; e come il paesaggio culturale associativo, che è definito come un paesaggio che giustifica la sua iscrizione alla lista per la forza di fusione dei fenomeni religiosi, artistici o culturali con l’elemento naturale piuttosto che per le tracce culturali tangibili che possono essere insignificanti o anche inesistenti.”1

Fig.1 Vista dei paesi di Moasca e Castelnuovo Calcea.

Questo paesaggio è costituito da un sistema collinare lungo cui si dispongono filari di vite a girapoggio, caratterizzato da cascine e nuclei rurali, paesi, insediamenti industriali e commerciali nei fondovalle. Gli specifici caratteri naturali e antropici, che unendosi concorrono a identificare i diversi aspetti del paesaggio della millenaria “cultura del vino”, hanno contribuito a identificarne l’unicità che ha portato all’inserimento nella lista dei patrimoni Unesco.I più recenti strumenti urbanistici, hanno posto il paesaggio al centro delle politiche territoriali, riconoscendo in esso lo spazio costruito dall’uomo per vivere, produrre, muoversi ovvero l’espressione di una cultura che proprio attraverso il paesaggio si rappresenta; il paesaggio è la radice profondo di una comunità, in quanto i segni lasciati sul territorio rispecchiano le esperienze e le scelte della stessa. Fatte queste premesse, il Piano di Gestione dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, vuole porsi come riferimento metodologico in termini di tutela attiva del paesaggio, strumento per una programmazione strategica di indirizzo e di monitoraggio. Il piano di gestione del sito dei paesaggi vitivinicoli di Langhe- Roero e Monferrato fornisce delle visioni sui futuri scenari che si debbono realizzare o

Giornata di Studi - Genova 11 maggio 2015, Dip. DSA

mantenere se già esistenti nel sito , viene proposta una combinazione tra tutela e conservazione del bene con una gestione sostenibile della realtà economica e sociale. La visione elaborata e trasmessa è che il paesaggio naturale, non sia una risorsa rinnovabile; il paesaggio si consuma e ogni volta che viene attuata una trasformazione che non tiene conto delle “regole” sottese a quel paesaggio e si determini la perdita inevitabile di qualche elemento caratterizzante. Ovviamente esistono regole che governano i processi naturali e norme della società moderna che indirizzano l’intervento sul territorio.

Il paesaggio va quindi conservato in virtù di tali regole, in quanto risorsa non rinnovabile, anche se l’ottica della conservazione non è da intendersi nel mantenimento immutabile, ma piuttosto nell’attuazione di strategie gestionali mirate al mantenimento di quei processi che garantiscono una l’evoluzione coerente dei paesaggi.

L’insieme di azioni non correttamente pianificate e perpetuate nel tempo, conducono ad una perdita che in alcuni casi può apparire minima, ma la stratificazione di comportamenti non adeguati crea un danno permanente che ricadrà sui futuri abitanti e fruitori dei luoghi. Il territorio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato è caratterizzato da una forte presenza umana, sia da un punto di vista insediativo che da un punto di vista dell’uso del suolo; l’espansione dei centri abitati, delle aree artigianali-industriali e dei tracciati infrastrutturali, ha determinato un intensificarsi di elementi sul suolo e sovrapposizioni di funzioni non propriamente congruenti con le aree e le peculiarità evidenziate.

Sono riscontrabili edificazioni insediate sul territorio non contestualizzate e ripetute serialmente. È il caso dei capannoni prefabbricati a servizio delle attività agricole e industriali, che spesso trovano collocazioni dettate unicamente dalla praticità, dalla facilità degli accessi e dalla vicinanza con altre strutture con cui si relazionano, e che non tengono conto del contesto paesaggistico, culturale e tipologico che li circondano.

Fig. 2 Edificio in costruzione, sede del “futuro” ospedale della Valle Belbo

Il “comportamento progettuale” e quello “normativo-direzionale” che hanno fornito le precedenti linee guida per l’insediamento di questa tipologia edilizia, vedevano il concludersi

Tale prassi edificatoria è stata sviluppata nel corso dei decenni precedenti, tutt’ora attiva, però oggi messa in discussione dal radicamento sempre maggiore delle ideologie che hanno preso piede a partire dagli ultimi anni.

Da un punto di vista progettuale-architettonico, diventa fondamentale l’analisi dei piani di governo del territorio (PGT) redatti sull’aree, per comprendere la “vision” sottesa che determina le proposte, non più solo mere norme urbanistiche.

In quest’ottica, la “vision” è: “la costruzione collettiva di una visione territoriale e urbana, è una idea intenzionale del futuro la cui costruzione sociale si misura con le risorse a disposizione e con le aspirazioni dei soggetti che vivono e agiscono su quel territorio. La funzione della vision è quella di costruire un’idea di sviluppo territoriale di lungo periodo attraverso la quale orientare le previsioni, le progettualità e gli interventi che verranno proposti.”

Il percorso di determinazione delle scelte di piano è complesso, frutto delle interlocuzioni di un articolato numero di soggetti interessati alle opportunità che il piano definisce: cittadini, associazioni, categorie professionali e imprenditoriali.

Dall’analisi del piano di gestione dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato si evincono quattro previsioni, quattro obiettivi strategici di medio-lungo periodo: la realizzazione di “un paesaggio armonico”, mediante la progettazione, di “un paesaggio sociale”, dove vivere, di “un paesaggio economico, dove lavorare e di un “paesaggio efficiente” nel quale gestire adeguatamente le risorse.

Le linee guida elencate per raggiungere l’obbiettivo di “paesaggio armonico” mettono in evidenza la necessità di utilizzare in fase progettuale e conseguentemente esecutiva, materiali corretti in relazione al sito, colori congruenti sia per le operazione di restauro che di nuova edificazione, mitigazione di elementi impattanti mediante azioni di camouflage ma non solo, anche nuove prospettive progettuali risultano valutabili e se avvalorate realizzabili. L’innovazione progettuale non viene aprioristicamente bocciata, è necessaria una valutazione più ampia che deve svilupparsi partendo dalla base fornita dalla “vision” per arrivare agli obiettivi e comprendere se la proposta formulata risulterà accettabile per il contesto e in una previsione di durata temporale.

Risulta interessante sottolineare come si definisca la necessità di creare analisi dei territori condivise che dovranno essere messe in rete sovrapponendo tali dati al Gis esistente, prevedere la redazione di un Piano del colore intercomunale, rafforzando l’ideologia che l’interazione tra le aree e le linee guida porterà ad una più corretta attività edificatoria .

Le azioni proposte porteranno ad una migliore conservazione e valorizzazione dei luoghi nell’ottica della realizzazione, per esempio, di percorsi architettonici e progetti di sviluppo locale.

I luoghi così percepiti, diventeranno opportunità per costruire processi identitari e di intergrazione tra le tipicità esistenti e le nuove realizzazioni, dando vita ad opportunità socioculturali ed economiche.

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Fig.3 Il paesaggio nicese: la fusione tra l’architettura e le geometrie dei vitigni

Bibliografia

Convenzione Europea del Paesaggio, 2000

Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato. Il Piano di Gestione, 2013

G. Boioli, Manuale Guida per l’individuazione degli elementi tipici del patrimonio naturale locale, G.A.L. Giarolo Leader s.r.l., 2011

A. Lambertini, Iter progettuali ed estensioni di campo. Una conversazione tra Giampaolo Proni e Raffaella Trocchianesi, Ri-Vista ricerche per la progettazione del paesaggio. Dottorato di ricerca in

La valutazione economica del paesaggio: