MEMORIA SOPRA UN NUOVO
MATERIALE ORGANICO
SEPARATO...
Cesare Pegna
iatifftK*a*i*ttìxpvuttviBMm>i dM^mav^wwivtrv
mmua
^*»nmnv tfMAfc4B^UQkSiccome
nel farealcunesperimento chimico avvenne a molti di vedere qualchenuovo fattochenon
siricercava, così neltentare di ottenere isolato il principioamaro
delle foglie d'olivo, OìeaEuropaea,
io ritrovai senza che ne andassi in tracciaun
mate- riale organico fin quinon
conosciuto, che credo doversi reputare un corpo sui generis. Io poneva quelle foglie secche ed acciac- cate in infusione nell'alcool di gradi 35 B.: edopo
circa otto giorni, per mezzo del carbone animale purissimo tolta la materia colorante al liquido, Io faceva filtrare per carta cmporetica, e quindi lo lasciava inun
matraccio con bocca larga ed aperta.Trascorsa
una
settimana io vedeva, con mia grande maraviglia,
nuotare nel liquido stesso una quantità grandissima di cristalli aghiformi, alcuni dei quali congiungcndosi poi fra loro per
una
delle estremità, apparivano
come
iPappi
semplicideiCardi,Car- dus vulgaris.Sembrandomi
che il fatto fosse di qualche impor- tanza, io ripetei cotal processo per più volte, ed ottenendo sem- pre i medesimi risultamenti, dubitai che la sostanza cristallizzata fosseun
materiale sui generis;ma non
credei che potesse esse- re il principioamaro
ricercato, perchè il sapore di essa era ben lungi dal poterla far creder tale.Avendo
poi trovato che questomio
dubbioha
molte ragioni in suo appoggio,m'è sembrato op-)( 4 )(
portuno di pubblicare i miei esperimenti e le mie idee su lai proposito, sebbene
dopo
aver fatto questo lavoro, io trovassi nel giornale di Cattaneo deiranno 1828 il seguente annunzio. Ilsig.Paìlas medico dell ospitale diPamplona, allievo delsig,
V
auque-lìn,fece
P
analisi delle figlie <f ulivo (OleaEuropaea
) ed ot- tenne iseguenti resultati:— Un
principioamaro
acido;—
dellaresina nera;
— una
sostanza particolare cristallina;—
della materiagommosa
;— una
materia verde;—
del concino;—
del?acido gallico;
—
alcuni saliminerali.—
// sig. Pallas9 da' suoi sperimenti, riconobbe nel principio cristallino ottenuto dallefoglie di ulivo, delle proprietà febbrifughe.V
autoresipro-pone
diseguitare le sue ricerche su tale proposito.Ad
ottener poi la sostanza cristallina dame
sopra enunciatami
bastava far passare per la carta emporetica Pinfuso alcoolico delle foglie d' olivo, poiché essa rimaneva sul filtro. Io la chia-merò
Olivina, perchè ilnome
ne rammenti l'origine e verrò to- sto a descriverne i caratteri.L'olivina si presenta all'occhio
nudo
sotto l'aspetto fogliaceo dovuto all'agglomerainento dei cristalli che si veggono ben sepa- rati nel liquido già accennato.È
bianca, semi- trasparente,facilis-sima a polverizzarsi, e tanto leggera che quasi nuota nell'alcool, in cui cristallizza.
Non
ha alcun sapore ne alcun odore. Esposta al fuoco in vaso aperto si fonde facilmente, e aumentando il ca- lore siscompone
senza che s'infiammi o lasci alcun residuo.Gettata sui carboni accesi tramanda
un fumo
denso, che ha un odore particolare aromatico, e chenon
s'infiamma accostandoviun
lume acceso.La
sua inalterabilità alla luce e all'aria è tale, che sipuò
conservare anche tenendola esposta a tutte levicende atmosferiche. E' solubile nell'alcool, nell'acido acetico, negli olii volatili e fissi, e molto più neh" etere idrico5ma
è affatto inso- lubile nciracqua, negli alcali caustici, e negli acidi azotico eclo- ridrico. Tutti gli indicati mestrui agiscono più a caldo che a)(
5)(
freddo, e gli ultimi liquidi, di cui al>biam fatto menzione,restano sempre inerti anche facendovi intervenire l
1azionedel calore.L'a- cido solforico concentrato discioglie a freddo l'olivina e il fluido prende un colore rosso giallastro
;
quando
poi si esponga la so- luzione al calore, essa si annerisce ben presto sviluppando vapori tPacido solforoso con scomposizione della sostanza organica.La
soluzione alcoolica delPolivina
non
altera i colori azzurri dei ve*getabili, nè forma alcun precipitato unita alle soluzioni alcooliche dell'acetatorameico, dell'acetato piombico e del clorurostagnico.
Indicati i caratteri della olivina avrei dovuto presentarne Pa- nalisi elementare,
ma
essendomi stato impossibile di procacciarmi l'apparecchio necessario per eseguirla,non mi
resta che ama-
nifestare il desiderio che essa venga fatta da altri chimici, e in- tanto non tacerò tre importanti
domande
che io faceva ame
stesso, cioè:
La
olivina è semplicemente un edotto delle foglie d1olivo? E' ella un materiale immediato?E
anche riconosciutacome
tale, deve tenersi perun
corpo sui generis? Facile è ilprovare che essa esiste già formata nel vegetabile,
quando
si ri- fletta che il processo per separarla è semplicissimo, chenon
è necessario l'intervento del calore per ottenerla, e chele sostanze adoperate per prepararla non rimangono decomposte.A
dimo- strare sempre più la verità di questa mia opinione, aggiungerò che sipuò
ottenere ilmedesimo
risultamentoimpiegandonelpro- cesso indicato Petere idrico o Pacido acetico invece dell'alcool.La
cristallizzazione poi del corpo organico, la sua perfetta solu- bilità negli olii, neh"alcool, nell'etere e nell'acido acetico; ilnon
lasciare alcun residuo fisso coli'azione del calore, ePimpossibilità di farlo risolvere, coi mezzi chepossediamo,inaltriprincipj senza procedere all'analisi elementare, sono cose tutte per cui rispon- deva affermativamente alla seconda questione, finché almeno la scienza non giunga ad avere altri mezzi d' investigazione. AIterzo quesito però credo che
non
si possa rispondere con la facilità,X6
)(con cui abbiamo risoluto i due primi} poiché
quando uno m
faccia a considerare le proprietà dell'olivina, si vede che alcune dì esse la fanno credere una resina: infatti essa è solubile nel- Talcool, negli olii, nelF etere idrico e nell'acido acetico5
ma è
assolutamente insolubile nell'acqua. L'azione pure dell'acido sol- forico sopra di essa essendo simile a quella esercitata sulle so- stanze resinose,può
render sempre piùdubbiosaladecisione}ma sembrami
che cessi questa incertezza,quando
si confrontino tra loro le altre proprietà dei due corpi. Incominciando daifisicica- ratteri, debbo rammentare che tutti i chimici asseriscono che le resine molto difficilmente cristallizzano, che è impossibile ottenerle bianche colsemplice carbone animale, e che sottomettendole al calore in vasi aperti bruciano confiamma
gialla.E
tanto piùmi
piace di notar tal cosa, in quanto che la fiamma è IVflettodella combustione dei prodotti aeriformi risultanti dall'azione delfuoco sulla materia che ad esso è sottoposta, equando
in duemateriali questi prodotti sono così differenti cheuno
di essi si accenda, eF
altro no, sarà sempre unbuon
criterio per credere che idue
corpi appartengano adun
tipo di composizione diversa.Hattchettche
ha
osservato con diligenza Fazione di alcuni acidi sulle resine, ci riferisce cheF
acido cloridrico le discioglie,
e che
F
acido azotico le attacca edecompone
con violenza, for-mando un
liquore chenon
è intorbidatonemmeno
dall'acqua: e noi abbiamo vedutocome
questi medesimi acidinoo
abbiano al-cuna azione sulFolivina.
Vero
e7 chedopo
gFingegnosilavori diUnverdorben, lepro- prietà elettro-negativenon
son più stimate caratteristiche delle resine, poiché egli ha potuto formare una classe di resine chenon
arrossiscono la tintura diLaccamuffa, che sono insolubilinel- la potassae
nella soda caustiche, e che per ciò chiamò Indiffe- renti:ma
questenon
si trovano mai in naturaisolate,e solo con processo chimico si ottennero separate dalle resine naturali, che)( 7 )(
oramai tutti reputano composte da altre chiamale
Alpha
y Bela,Gamma
ecc.Or
dunque, siccome Polivina possiede al più alto grado proprietà indifferenti a qualunque base salificabilenon me-
no che alla tintura di Laccamuffa, così volendola annoverare fra le resine, sarebbeduopo
classarla fra quelle indifferentidiUnver- dorben, e sarebbe 1'unico caso fin qui osservato d'una resina, elementare, indifferente, isolata naturalmente, cristallizzata,non
in- fiammabile esposta al fuoco, e insolubile negli acidiazotico eclo- ridrico»A me
sembradunque
che piuttosto di ammettere tante eccezioni, si debba considerare Polivinacome
un materiale sui generis; tanto più che l'opinione a questa contraria sarebbe so- stenuta soltanto dalla sua solubilità nelPalcool, negli olii, e ncl- Petere idrico, e dalla sua insolubilità nelPacqua: inoltresi
può
a ciò rispondere, chenon
si dovrebbero perquesta ragione stimare materiali suigeneris uè la cantaridina,nèlapiperina,nòParicina, nè Pacidorocellico,nèmolti altri corpi clic taccio pernon
allun- garmi di troppo, poiché ionon
intendo di entrare in [discussioni generali sui materiali immediati, e giovamiinvecefarealcunecon- siderazioni sopra il già esposto annunzio del sig. Pallas per di- mostrare che la olivinanon
sembra certo uguale alla sostala cristallina da esso notata.Prima
di tutto farò riflettere, chenon
trovandosiquesta registrata in alcun Trattato di Chimica, è da credersichenon
sia stata riconosciuta perun
materialeimme-
diato. Il suo scopritore poi dice di avervi ritrovatoproprietàfeh- brifughe, ed io
m'
avviso, chequando
essa fosse stata Polivinanon
avrebbe potuto supporsi chegodesse di un !al potere, giac-che
questamanca
d'un
carattere principale chehanno
lesostan- ze antiperiodiche, cioè il sapore più omeno
amaro. Forseilcor-po
cristallino del medico diPamplona
era un composto, che io stessoho
ottenuto cristallizzato, facendo evaporare lentamente Palcool anidro, con cui aveva trattato a caldo Pestratto acquoso delle foglie d'olivo, e che riconobbi poi essere un resinato.Ma
)(
8
)(tutte queste mie idee sul composto del sig. Pallas devono aversi per semplici ipotesi, poiché
non mi
è stato dato di rintracciare alcun suo lavoro originale, salvo quello già riportato nel princi- pio della presente Memoria.Si consideri poi Volivina
come una
nuova resina elementare, ocome un
materiale suigeneris, io confido che il conoscerlanon
sarà discaro ai Chimici, imperciocché essa (arasempreparte del patrimonio della scienza, enon
di rado è avvenutodivedere fecondi di applicazioni, fatti che a prima vista sembravanonon
esser altro che un lusso scientifico.
(Dall'AnnuariodelleSciente chimicheere.
diVerona 18/, 2).