Università degli Studi di Pisa - Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale
Fisica e Elettronica Appello 5 - 10/1/2007
PROBLEMA I
Tre sottili lamine metalliche identiche hanno forma quadrata di lato a e sono disposte parallelamente una all’altra. La distanza tra coppie di lamine affacciate è h << a. Le lamine sono identificate, nell’ordine, dalle lettere A, B e C. Un generatore di tensione continua con f.e.m. V0
può essere collegato tra le lamine A e C (polo positivo in contatto con A) mediante un interruttore, come mostrato in figura. Gli effetti di bordo possono essere trascurati.
Inizialmente l’interruttore è aperto e sulle lamine A, B, C sono rispettivamente depositate le cariche QA, QB e –(QA+QB). Nelle condizioni iniziali determinare:
1) il campo elettrico negli spazi tra le lamine;
2) l’energia di configurazione;
3) la forza risultante sulla lamina B.
Successivamente si chiude l’interruttore e si attende il raggiungimento dell’equilibrio elettrostatico. Al nuovo equilibrio determinare:
4) la carica elettrica su ciascuna lamina;
5) l’energia erogata o assorbita dal generatore;
6) l’energia complessivamente dissipata per effetto Joule.
a
A B C
+
h h
V0
PROBLEMA II
Una spira conduttrice circolare di raggio a è costituita da un filo di resistività
ρ
e sezione circolare di raggio r << a. La spira è inoltre dotata di un’induttanza non trascurabile L. La spira ruota con velocità angolare costanteω
intorno a un asse diametrale, in una regione dello spazio dove è presente un campo magnetico uniforme e costante B con direzione perpendicolare all’asse di rotazione. In condizioni di regime determinare:1) la f.e.m. indotta nella spira;
2) la massima corrente circolante nella spira;
3) l’angolo formato tra la normale al piano della spira e la direzione di B nel momento in cui circola la massima corrente nella spira;
4) la potenza dissipata per effetto Joule in funzione del tempo;
5) il momento meccanico medio che viene esercitato sulla spira per mantenerla in rotazione uniforme.
PROBLEMA III
Nel circuito di figura, che utilizza un amplificatore operazionale ideale funzionante in zona lineare, L1 = L/2, L2 = L,
ω
2= 1/(LC). A regime determinare:1) l’impedenza di ingresso;
2) la potenza istantanea assorbita da ciascun induttore;
3) la tensione di uscita Vout;
4) la potenza erogata dall’operazionale (dal terminale di output) in assenza di carico;
5) l’impedenza di uscita.
6) Determinare infine le condizioni sulla tensione di ingresso per cui è verificata l’ipotesi del funzionamento lineare.
-
+ Vout
L1 L2 R
C V0 cos(
ω
t)ω
B a