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Comune di Treviglio Consiglio Comunale del 14 ottobre 2009 Apertura di seduta Presidente

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 14 ottobre 2009 Apertura di seduta

Presidente

(inizio registrazione mancante) ... 14 ottobre 2009, preliminarmente procediamo con l’appello nominale a cura del Segretario Generale.

Prego.

Segretario Generale – Appello nominale Presidente

Grazie. Sono presenti 17 Consiglieri Comunali, assenti solo i Consiglieri D'Auria – Gatti – Pirola e Zordan. È raggiunto il prescritto numero legale e la seduta è legalmente valida alle ore 19.18. Prima di iniziare i lavori vi verrà distribuito un prospetto con i dati richiesti relativi al punto che era stato discusso sul project financing per la piscina. Vi dicevo che vi stanno distribuendo un documento informativo con i dati che erano stati richiesti in occasione della discussione sul punto relativo al project financing della piscina.

Punto n. 1)

INTERPELLANZA CONSIGLIERI RIGANTI/SILIPRANDI SU CONVOCAZIONE D’URGENZA CONSIGLIO DEL 24 SETTEMBRE 2009 -

Presidente

Procediamo col punto n. 1 all’ordine del giorno avente a oggetto:

Interpellanza Consiglieri Riganti/Siliprandi su convocazione d’urgenza Consiglio del 24 settembre 2009. I Consiglieri hanno proposto al protocollo dell’Ente la seguente interpellanza al Sindaco, interpellanza al Sindaco con richiesta di risposta scritta.

- Premesso che ieri Martedì 22 settembre la Sig.a Sindaco ha convocato d’urgenza il Consiglio Comunale per domani giovedì 24 settembre;

- Considerato che la Giunta Municipale ha adottato la quinta variazione al Bilancio di Previsione in via d’urgenza il 28 luglio

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2009, che poteva già allora nel mese di luglio consegnare la documentazione ai Consiglieri Comunali, che poteva già allora nel mese di luglio convocare la prima Commissione con largo anticipo per il mese di settembre, che poteva già allora nel mese di luglio convocare il Consiglio Comunale con largo anticipo per il mese di settembre, si chiede di conoscere:

- chi è il responsabile di questo procedimento;

- quanto costa al Comune di Treviglio l’inutile convocazione d’urgenza del Consiglio Comunale;

- a chi sarà addebitato il costo di questa brutta rappresentazione di una insufficiente Amministrazione Comunale.

-

Risponde il Sig. Sindaco. Prego.

Sindaco

Risposta all’interpellanza dei Consiglieri Comunali Riganti e Siliprandi del 23 settembre, ricevuta al prot. N. 44698 del 24 settembre riguardo a convocazione d’urgenza Consiglio Comunale 24 settembre 2009.

Premesso a livello metodologico:

- che le variazioni urgenti al Bilancio di Previsione assunte dalla Giunta Comunale nella seduta del 28 luglio 2009, sono state trattate in seno alla Prima Commissione Consiliare permanente nella seduta del 9 settembre 2009, convocata nel rispetto degli ordinari termini regolamentari;

- che la convocazione d’urgenza del Consiglio Comunale del 24 settembre 2009 è stata autorizzata dalla Commissione Capigruppo consiliare all’unanimità nella seduta del 21 settembre 2009, convocata nel rispetto degli ordinari termini regolamentari, assente il Consigliere Riganti, presente la Consigliera Siliprandi che in tale sede non ha manifestato né dissenso, né ha votato sfavorevolmente;

Premesso sempre che:

- la convocazione d’urgenza del Consiglio Comunale del 24 settembre 2009 avvenuta con largo anticipo rispetto alle 24 ore di cui al Regolamento di funzionamento del Consiglio, nel corso della giornata del 22 settembre 2009, con consegna ai singoli Consiglieri del materiale tecnico di riferimento, quale standard di qualità aggiuntivi rispetto alle prescrizioni regolamentari che si limiterebbero tra l'altro al deposito degli atti presso la sede municipale.

Premesso che:

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- è stato conseguentemente preservato l’interesse fondamentale ed essenziale della vicenda, ossia il diritto di informazione preventiva dei Consiglieri Comunali,

Si evidenzia che:

- le variazioni al Bilancio di Previsione vengono gestite in seno al Settore economico-finanziario:

- la convocazione d’urgenza del Consiglio è per larga parte ascrivibile alle spese di funzionamento ordinario della sede municipale ancora attiva nella fascia oraria 19-20;

- ad una prima analisi si individua quale costo aggiuntivo specifico il gettone premiale del dipendente preposto alla cabina tecnica di regia, pari a Euro 40, che vi sarebbe stata ugualmente in caso di convocazione ordinaria ad hoc;

- identica la ratio per i gettoni di presenza dei Consiglieri;

- il costo della brutta rappresentazione non sarà addebitabile, ci si è mossi nel rispetto della legge, artt. 42.4 e 175 del T.U. Enti Locali in tema di tempi di ratifica delle variazioni giuntali di bilancio e del Regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale – art. 36 del Regolamento di funzionamento del Consiglio in tema di convocazione d’urgenza del Consiglio. Grazie.

Presidente

Grazie. Ha chiesto la parola la Consigliera Siliprandi per replica. Prego.

Consigliera Siliprandi

Non siamo assolutamente soddisfatti della risposta, né io né ... non siamo assolutamente soddisfatti, tra l'altro la Sua risposta Sig.a Sindaca non fa altro che evidenziare le vostre contraddizioni e non fa altro che sottolineare la mancanza totale di democrazia e di rispetto delle regole della Giunta e di Lei, Sig. Sindaco. Quando Lei mi dice – c’è qualcosa che non va, scusate, ma non… - che nella seduta del 28 luglio sono state trattate… in seno alla prima Commissione nella seduta del 9 settembre, vuol dire che non c’era urgenza e poteva convocare il Consiglio non in maniera urgente. Non ho capito dove fosse la necessità. Se Lei mi dice che è stato trattato il 9 di settembre in una Commissione, vuol dire che si contraddice con l’urgenza del Consiglio Comunale poi in tutta fretta convocato il 23 settembre.

Inoltre, Sig. Sindaca, le Commissioni sono le Commissioni, il Consiglio Comunale è il Consiglio Comunale. Lei non può pensare di sostituire la Commissione col Consiglio Comunale e ogni Consigliere, soprattutto di Minoranza, valuta se è il caso o non è il caso di parlare in Commissione

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o meno. Io l'ho già detto molto chiaramente che io in Commissione vengo ad ascoltare quando vengo, non vengo ad esprimere un giudizio soprattutto negativo di critica. Questo fa parte dell’Opposizione e ci rispetti per favore come Opposizione. Così come durante la seduta della Conferenza dei Capigruppo, qualsiasi cosa io dica, visto che sono in Minoranza, ha pochissimo valore, ne sono testimone tutti i verbali delle Conferenza dei Capigruppo. Comunque noi chiediamo ancora una volta più democrazia per il Consiglio Comunale, per l’Opposizione e per tutti i cittadini. Grazie.

Presidente

La parola al Sindaco, prego.

Sindaco

Solo per far presente che il Sindaco non presiede né le Commissioni, né la Conferenza dei Capigruppo e che alla Commissione non era presente e alla Conferenza dei Capigruppo era presente e il verbale dice questo. Il Sindaco non ha nessun ruolo nella convocazione del Consiglio Comunale. Grazie.

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 14 ottobre 2009 Punto n. 2)

DETERMINAZIONE AI SENSI DELLA LEGGE REGIONALE 16 LUGLIO 2009 N. 13 CONCERNENTE: “AZIONI STRAORDINARIE PER LO SVILUPPO E LA RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ED URBANISTICO DELLA LOMBARDIA” -

Presidente

Procediamo col punto n. 2 all’ordine del giorno avente a oggetto:

Determinazione ai sensi della legge regionale 16 luglio 2009 n. 13 concernente: “Azioni straordinarie per lo sviluppo e la riqualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia”. Illustra il provvedimento l’Assessore Adobati. Prego Assessore.

Assessore Adobati

Grazie Presidente. Si tratta della L.R. n. 13 – Azioni straordinarie per lo sviluppo e la riqualificazione del patrimonio edilizio e urbanistico della Lombardia, che correntemente viene fatto riferire a quel provvedimento più generale che è stato chiamato Piano casa. Un provvedimento che stabilisce, secondo modalità, criteri che poi i tecnici presenti ci spiegheranno, la possibilità di agire in deroga alla strumentazione urbanistica vigente, in quota rispetto agli edifici esistenti e che introduce un articolato che abbiamo avuto modo di discutere in diverse sedi, introduce per l’Amministrazione Comunale la facoltà di introdurre elementi di specificazione o di restrizione all’applicazione del provvedimento.

In buona sostanza, trattandosi di una misura che in deroga alla strumentazione urbanistica, dà facoltà di ampliare o di sostituire edifici esistenti in misure che vanno dal 20 al 30 – 35 – 40% del patrimonio esistente, il provvedimento è indirizzato ai Comuni e chiede ai Comuni di esprimersi entro il termine perentorio del 15 di ottobre, in ordine ad alcune questioni. In prima battuta a quale sia l’ambito del territorio comunale e gli ambiti del territorio comunale che l’Amministrazione ritiene di escludere dall’operabilità di questo provvedimento. In seconda istanza, ed è una fattispecie che riguarda solo gli edifici produttivi da sostituire, di identificarne se ce ne sono, una terza questione riguarda criteri in termini di dotazione di verde e parcheggi da porre come requisiti minimi per l’applicazione del Piano casa, quindi sottratto al

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territorio comunale quello nel quale si ritiene non applicabile il provvedimento per le parti in cui invece si può operare con il Piano casa a quali condizioni in termini di reperimento di parcheggi e di verde, e in ultimo di esprimersi circa l’applicazione di una riduzione al contributo di costruzione, sapendo che se il Comune non si esprimesse entro il termine del 15 ottobre, il contributo è fissato con una riduzione del 30%

rispetto a quello ordinario.

Sono esposte le tavole a beneficio di tutti quanti e su questa legge 13 abbiamo avuto occasione di discuterne in Seconda Commissione, prima anticipando già da tempo il testo ai componenti la Commissione, perché avessero modo di valutarlo. Poi abbiamo convocato una riunione congiunta della Seconda Commissione Consiliare con la Commissione Paesaggio per discutere intorno alle questioni che sono di competenza comunale, riunione che si è tenuta il 29 settembre. Peraltro in qualche misura anticipando poi un’esortazione che via-via si è fatto spazio nel dibattito come consiglio ai Comuni di coinvolgere le Commissioni Paesaggio nell’assumere questo provvedimento, per questioni tecniche naturalmente e poi fino all’ultima riunione di Seconda Commissione Consiliare nella quale abbiamo presentato i contenuti del provvedimento che abbiamo sotto gli occhi questa sera.

Prima questione rilevante è quali ambiti del territorio comunale si ritengono da escludere dal provvedimento. Qui si è partiti evidentemente e naturalmente dal centro storico, per quello che è il centro storico riconosciuto anche nello strumento urbanistico come zona A il centro storico e il Cerreto. Va considerato che poi a questo si è da subito aggiunto, nelle prime valutazioni che abbiamo fatto già a provvedimento appena preso, utilizzando quelli che sono gli studi in corso del Piano di governo del territorio, abbiamo da subito allargato questo ambito a molte parti del tessuto consolidato di Treviglio, perché molto delicati e sensibili sotto il profilo dell’immagine che ormai pongono, riconoscibile rispetto alla cittadinanza, alcuni assi intorno alla Città al di fuori del centro storico – zona A, già richiamato.

Va considerato che per Treviglio c'è anche un elemento di specificità che è emerso anche in sede di presentazione a suo tempo del documento preliminare del P.G.T., cioè questo anello del centro storico, primo anello, questo secondo sistema di viali che rappresenta il secondo anello e che in molte porzioni ha una sua immagine e una sua riconoscibilità che oramai sono una parte propria del tessuto consolidato della città.

C'è un altro elemento che è intervenuto nella riflessione, che è quello che, come molti centri di pianura, Treviglio avendo un impianto

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radiocentrico con le strade che la connettono ai centri minori vicini, ha questo requisito prospettico di assialità sul campanile da molti assi di accesso e quindi oltre al sistema di viali e tangenziali ci sono anche i viali radiali che hanno una loro delicatezza, proprio perché questi viali hanno questo fondale rappresentato da questo landmark del campanile e incorniciato dalle sequenze edificate da un lato e dall’altro. In ultimo, considerazione poi emersa nella riunione ricordata congiunta Seconda Commissione e Commissione Paesaggio, una certa fragilità di alcune porzioni del tessuto che vediamo rappresentato, di contenuto tra la Statale 11 e le linee ferroviarie Treviglio-Bergamo e Treviglio- Milano.

In buona sostanza la sommatoria di questi elementi ci ha portato a considerare come tessuto consolidato di Treviglio la realtà che è appunto ricompresa tra la padana e le ferrovie e quindi di ritenere sensibile ed escludibile questa parte di territorio. Inoltre il provvedimento nelle esclusioni va oltre e va a riconoscere sull’intero territorio rurale quelle parti di edifici rurali che hanno un valore di carattere storico. Per fare questo si è ripreso il riconoscimento già fatto dal Piano Territoriale Provinciale che assume quelle parti di edifici rurali che erano già presenti nella levata IGM del 1931. Si aggiungono poi, ma qui i tecnici saranno più precisi, verde privato e interventi che hanno in corso dei piani attuativi. Quindi prima questione ambiti da escludere.

Seconda questione, per quello che rimane dove il Piano casa è applicabile, dotazioni minime da chiedere. La legge prevede che ci si esprima in ordine alla dotazione di parcheggi e di verde. Il provvedimento, per come è proposto, introduce la necessità di corrispondere il minimo di parcheggi stabilito già dalla Legge Tognoli del 1989, un mq. ogni 10 mc. e comunque nella misura minimo di un posto auto per ogni alloggio che si andasse ad aggiungere. Per quello che riguarda il verde, avendo come elemento fisso la rispondenza al Regolamento locale di igiene che stabilisce che rispetto all’8, il 30%

deve essere permeabile, di stabilire che vada comunque ricavato un terzo di quel 30%, il 10% quindi del lotto complessivo, come area verde effettiva, piantumabile per intenderci. Quindi dove applicabile queste sono le dotazioni minime che è richiesto di adottare.

Terza questione rilevante riguarda gli oneri di urbanizzazione. Il provvedimento regionale pone il 30% come riduzione nel caso non ci si esprima, ma lascia facoltà di esprimersi naturalmente diversamente, anzi chiede di esprimersi e in assenza di espressione si applica il 30%.

Il provvedimento che sottoponiamo è un provvedimento che prevede di non modificare gli oneri ordinari. Questo essenzialmente perché il provvedimento regionale non potrebbe essere diverso, riguarda tutti i Comuni della Lombardia e tutte le situazioni possibili, nel nostro caso

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una deliberazione del febbraio dello scorso anno, nel riformulare gli oneri di urbanizzazione ha stabilito anche forme di incentivazione e quindi riduzione degli oneri di urbanizzazione per quegli interventi particolarmente prestanti sotto il profilo del rendimento energetico e già allora questo Consiglio Comunale ha approvato la revisione degli oneri e l’applicazione di una misura che prevede che se l’intervento va oltre a quelli che sono i requisiti minimi regionali in una misura che va dal 5 al 30%, in termini di consumo kw/mq., analogamente dal 5 al 30% viene ridotta la quota di oneri da corrispondere. Abbiamo ritenuto questa una misura premiale già significativa e orientata a qualificare gli interventi edilizi.

In ultimo, ma immagino questo poi avremo occasione di parlarne più avanti e ci sono i tecnici che hanno fatto su sollecitazione della Seconda Commissione, degli approfondimenti. C'è anche una verifica di questo provvedimento rispetto a quello che può accadere e in particolare per alcune porzioni che vengono escluse all'interno di quello che abbiamo definito Città consolidata. Questo perché è un provvedimento di natura straordinaria, un binario parallelo rispetto alla strumento ordinario che vige e vigerà come Piano Regolatore Generale, come Piano di governo del territorio, è strumento straordinario, vi ricorre chi vuole e chi non vuole procede per via ordinaria e ha durata di 18 mesi. Si appoggia, si misura con uno strumento urbanistico generale già esistente che nel nostro caso, nel caso di Treviglio, già introduce alcuni meccanismi orientati a favorire la rigenerazione di alcuni tessuti esistenti e la vitalizzazione delle trasformazioni in alcuni ambiti problematici.

Su questa cosa però, avendo la Seconda Commissione chiesto ai tecnici di operare delle esemplificazioni e delle simulazioni, rimando alla relazione che l’Arch. Morabito e il geom. Finardi che ringrazio vi faranno, a meglio specificare dal punto di vista tecnico le cose che io ho raccontato e lasciandogli spazio anche per corrispondere a questa istanza che gli è stata posta dalla Seconda Commissione. Grazie.

Presidente

Grazie Assessore. Chi interviene? Prego Architetto.

Arch. Morabito

Buona sera. Abbiamo provato a fare alcune simulazioni su alcuni lotti del Piano Regolatore per vedere quali possono essere gli effetti dell’applicazione della normativa prevista dalla Legge Regionale 13.

Sommariamente da queste simulazioni si evince che una parte

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consistente di incremento volumetrico può avvenire nei casi di sostituzione integrale dell’edificio in lotti già saturi. Cioè se il lotto è saturo c'è maggior possibilità di poter utilizzare l’ampliamento del 30%

in caso di sostituzione dell’edificio.

Viceversa se il lotto non è saturo conviene applicare le norme del Piano Regolatore che comunque consentono di ottenere risultati più elevati rispetto al 30%. Quindi sono aspetti di simulazioni solo su alcuni casi, tenendo in considerazione la zona B, la zona B2-1 – e la zona B2-2 e i risultati sono abbastanza simili, perché il nostro Piano Regolatore sugli interventi, sui lotti già edificati, prevede delle formule matematiche abbastanza complesse, che tengono conto sia della superficie del fondo, sia del volume, volume non volume legale, ma volume fisico.

Volume fisico che comprende il fabbricato nella sua interezza, dal piano di campagna alle falde del tetto. Questo volume, secondo le nostre norme, viene diviso per l’altezza teorica tre ed ha una superficie residenziale complessiva che è il dividendo della formula che viene applicata a seconda se si tratta di zona B2-1 o zona B2-2, ci sono dei coefficienti diversi.

Il conteggio del volume fisico nel momento di costruire si trasforma in un beneficio ulteriore, perché la superficie residenziale complessiva, come calcolata dal nostro Piano Regolatore, alla fine, cioè quando si va a presentare la richiesta di permesso di costruire, la denunzia inizio attività, tiene conto solamente della superficie reale, quindi della superficie lorda dei vari piani, moltiplicata per l’altezza tre. Quindi quel volume teorico fisico iniziale, nello sviluppo del progetto, dà incrementi di superficie calpestabile superiore. È una cosa abbastanza complicata anche da applicare.

La stessa cosa che abbiamo provato a simulare è per l’ampliamento.

Allora il nostro Piano Regolatore nel caso di lotti saturi dà comunque una possibilità edificatoria tout-court del 10%, sempre nei casi che dalle formule non è possibile avere un ampliamento, oppure se l’ampliamento è al di sotto del 10%. L’applicazione del Piano casa in alcuni casi consente di raggiungere un aumento del 20%, in altri casi no, in altri casi conviene mantenere le possibilità edificatorie del Piano Regolatore.

Teniamo sempre conto che nei casi di ampliamento, l’ampliamento è limitato. La stessa legge regionale dà per gli edifici uni o bifamiliari una possibilità di poter incrementare il volume di non più di 300 mc. per unita immobiliare, come la bifamiliare nell’ipotesi più favorevole, al massimo arriva a 600 mc. – Mentre per gli edifici che hanno più di due alloggi, quindi piccoli condominietti, oppure le villette tri-familiari, che non superano però i 1.200 mc., è consentito dalla Legge 13 un aumento del 20%, quindi al massimo 240 mc. – Anche qui a seconda del casi, a

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seconda del livello di saturazione del lotto il più delle volte ci si ferma a un livello abbastanza simile, con una certa propensione verso la possibilità di aumentare il volume fino al 20%.

Per quanto riguarda le distanze da tenere dai confini il nostro Piano Regolatore, come confermato anche nelle note tecniche che sono in calce alla relazione, ritiene di mantenere i cinque metri da confine, fatta salva, come prevede ancora il nostro Piano Regolatore, la possibilità di costruire a confine in aderenza o in adiacenza a seconda se vengono effettuati accordi tra i privati. Non so se c'è da aggiungere qualcos’altro, se ci sono domande.

Presidente

Avete terminato l’illustrazione? Bene. Ringraziamo la Giunta e i Tecnici che sono intervenuti. Dichiaro aperta la discussione, avevamo stabilito in Conferenza dei Capigruppo di far procedere il dibattito dalle richieste di chiarimenti o domande che i Consiglieri che vorranno proporre, per cui se avete dei chiarimenti da formulare, fatelo subito e possibilmente in maniera concisa, dopodiché lasceremo decorrere i tempi ordinari per il dibattito. Consigliera Siliprandi ha delle domande? Prego.

Consigliera Siliprandi

Io vorrei capire innanzitutto come mai c'è questa volontà politica di disattendere, perché io la interpreto in questa maniera, la legge statale.

È una domanda seria, non è una domanda retorica, anche perché sembra che non si capisca o non si voglia capire che lo spirito della legge statale e anche regionale, è quella di fare da volano soprattutto alle piccole imprese che sappiamo che sono in crisi in questo periodo e anche lo spirito della legge è teso al risparmio energetico e alla bioedilizia che dovrebbe comunque arginare il problema dell’inquinamento, che da noi sappiamo che è estremamente critico. Poi mi sembra e io parlo da inesperta, perché non sono certamente un tecnico, che si voglia far confusione in qualche maniera fra centro storico e città consolidata. Immagino che tutte le città siano consolidate.

È chiaro che il centro storico è un centro storico, ma la città consolidata mi sembra un po' come dire... e questo lo chiedo all’Assessore, mi sembra un po' tirato per i capelli. Posso capire certamente che ci sono dei viali, delle case che hanno la loro caratteristica, ma non è tutto così.

Poi mi sembra e parlo sempre comunque non da tecnica, che si sia voluto privilegiare comunque la Zona Nord e trovo molto discriminante questo atteggiamento. Quindi vorrei capire Assessore come mai avete fatto una scelta così discriminante. Non sono d'accordo neanche sugli

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oneri di urbanizzazione, ma su questo qui non è da far domande, semmai ne parliamo dopo, intanto queste sono le mie brevi domande.

Presidente

Grazie Consigliera. Altri Consiglieri? Consigliere Riganti, prego.

Consigliere Riganti

Grazie. Scusatemi. Quanti sono gli edifici singoli unifamiliari che potenzialmente potranno usufruire della Legge 13? Quanti sono gli edifici con meno di 1.200 mc. che potenzialmente potranno usufruire della Legge 13. Quali sono le motivazioni addotte per l’esclusione di ogni singolo fabbricato o di ogni singolo territorio. C'è una relazione redatta dai nostri Uffici che elenca le motivazioni di queste decisioni in merito alla non applicazione della legge per tanti parti del territorio escluse? Una domanda alla fine, siamo più vicini a 10 o a mille interventi, nei 18 mesi che potranno essere presentati? Grazie.

Presidente

Grazie. Consigliere Manenti.

Consigliere Manenti

Tre domande. Frazione Geromina, mi si dice a un certo punto nella vostra relazione che dove c'è l’anticipo opificio si accompagna due stecche di edifici coevi, quale alloggio delle maestranze che completano l’insediamento con il fabbricato adibito a dopolavoro, ed è una zona produttiva. Mi si dice in questa relazione qua che è in effetti è una zona abitativa, era una zona abitativa, ci abitavano le vecchie maestranze.

Ora mi chiedo e vi chiedo perché non è applicabile questa norma di recupero e perché pur essendo inclusa in zona produttiva, come è notorio, perché è una questione che gira sui tavoli di tutti, da anni non è ammessa nemmeno in questa fase qua, la trasformazione in abitativo.

Era l’occasione per farlo diventare abitativo, visto che la casa è abitativa, l’immobile è abitativo, per un errore è stato inserito come produttivo e attualmente quell’immobile lì non è utilizzabile né come produttive, quelle stecche lì non sono utilizzabili né come produttivo, né come abitativo. Perciò se non era il caso con questa norma di poterne venir fuori.

La seconda domanda è questa: voi fate riferimento all’elaborato grafico 5.4 della Provincia, dove si richiama in tema di presenze storiche rurali, mi si dice che sono ricomprese buona parte delle cascine che anche noi

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recepiamo adesso in questo piano. Non avendo sottomano questo elaborato grafico, vi chiedo tutte le cascine recepite in questo elaborato grafico sono state riprodotte qua o noi ne abbiamo messe di più? Cioè se sono tutte o solo in parte, perché mi pare che qua bene o male ci siano tutte le cascina o se ce ne sono alcune, quali sono quelle escluse.

La terza che secondo me è quella di più interesse generale, è che sempre sulle presenze storiche rurali voi fate riferimento all’indagine agronomica condotta per il redigendo piano del governo del territorio.

Allora vuol dire che qualcosa sul Piano di governo del territorio c'è, noi né nella Seconda Commissione né in Consiglio non so se ne siamo a conoscenza, almeno io non ne sono a conoscenza, perciò questo qui essendo un atto ufficiale, richiamato in un altro documento ufficiale, chiedo che venga distribuito ai Consiglieri, sempre per averne ampia conoscenza, il piano agronomico realizzato per il Piano di governo del territorio. Questo per darci modo di darne una valutazione.

Quarta, riguarda il centro storico. Sul centro storico noi abbiamo fatto una valutazione di esclusione totale di questa normativa, vi chiedo se dalle vostre cognizioni ci sono fabbricati nel centro storico di Treviglio che per la loro conformazione o per la loro ristrutturazione avvenuta negli anni scorsi avevano bisogno di interventi o sono auspicabili degli interventi per essere rimessi nella tipologia del nostro centro storico e il perché se ci sono questi tipi di fabbricati, e ci sono sennò non farei la domanda, ci sono, perché non è stata sfruttata questa norma che è proprio indicata per queste tipologie di fabbricati. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliere. Consigliere Brambilla, prego.

Consigliere Brambilla

Grazie. Anch'io ho la voce un po' rauca, non faccio parte della Minoranza, ma ho la voce minorata. Anch'io volevo fare un paio di domande, la prima riguarda l’aspetto della simulazione, se in qualche modo, come forse stavo chiedendo già il Consigliere Riganti, è quantificabile e come è distribuita rispetto alle zone che qui abbiamo definito. L’altra cosa che mi sembra interessante è quella che riguarda da una parte il discorso del contenzioso eventuale qualora ci fossero dei ricorsi in merito ad esclusioni non giustificate e dall’altra invece se si può trovare, cioè se esiste un meccanismo successivo, perché situazioni che magari oggi nella simulazione non emergono, o magari non sono considerabili, invece possono nascere e quindi con una richiesta di ricorso successivo a questa legge, almeno per quanto riguarda il periodo di durata. Sono delle domande anch'io da non

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tecnico, ma che comunque mi sembrano pertinenti per capire anche un po' la complessità del discorso, finalizzato anche all’obiettivo che questa legge quantomeno prevede che è quello di rilanciare un po' certe attività, soprattutto l’edilizia nelle piccole imprese ecc. – Grazie per avermi tolto la parola.

Queste sono le tre domande che volevo fare e ho finito. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliere. Consigliere Mangano, prego.

Consigliere Mangano

Grazie. All’Arch. Morabito chiedere se è possibile avere la relazione circa le simulazioni di cui ha parlato prima per renderci conto con calma quant’è questo insediamento e sapere in particolare qual è in relazione alla sostenibilità dell’ulteriore peso insediativo, quindi venire a conoscenza quale sarebbe o quale voi avete calcolato il peso insediamento per prendere le decisioni di non applicare l’art. 2 e l’art. 3 nel centro storico.

Presidente

Grazie. Consiglieri avete terminato le domande? Consigliere Reduzzi, prego.

Consigliere Reduzzi

Io volevo porre al Segretario una questione che avevo posto nelle due sedute della Seconda Commissione, la prima allargata alla Commissione Paesaggio, la seconda specifica della Commissione 2 e poi nella terza, nella riunione dei Capigruppo nell’ultima seduta. La domanda è questa, la legge nazionale di cui la Legge 13 regionale è figlia, è stata accompagnata dal Regolamento applicativo, oppure no e nel caso non sia stato ancora prodotto a livello nazionale il Regolamento applicativo si può considerare valida la legge nazionale o manca di un elemento fondamentale e quindi non può essere applicata a livello regionale. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliere. Nessun’altra domanda? Nessun’altra. Possiamo procedere quindi con le risposte, Assessore inizia Lei o diamo la parola ai Tecnici? Architetto... prego Assessore.

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Assessore Adobati

Grazie Presidente. Io lascerei spazio subito ai tecnici per tutte le domande puntuali che sono state fatte, poi le parti che erano state rivolte a me o di carattere più generale che rimanessero scoperte.

Quindi la parola all’Arch. Morabito.

Geom. Finardi

Cerchiamo di andare in ordine. La risposta magari al quesito della Consigliera Siliprandi deve essere rivolta in modo specifico all’Assessore e poi magari risponderà l’Assessore e poi integrerà Morabito, perché è quella la domanda, il centro storico dove arriva, come mai il centro storico è assimilato a città consolidata. È per quello che lascio la parola a loro. Cerchiamo di rispondere alle domande magari un po' più tecniche e ad alcune domande magari la risposta può essere che riguardi più domande perché alcune sono un po' ripetute.

Alle domande e in particolare a quelle quantitative fatte dal Geom.

Riganti, che erano già state suggerite in sede anche di Seconda Commissione, l’avevamo già detto e ripetiamo che non abbiamo fatto una valutazione quantitativa di quanti edifici di tipo unifamiliare, quanti di tipo plurifamiliare fino a 1.200 mc. ci sono sul territorio, per il semplice motivo che non abbiamo questo dato statistico e il recupero di questo dato statistico avrebbe fornito soltanto il numero di quanti ne esistono, ma per il semplice fatto che appunto questa è una normativa a tempo, avrebbe comunque lasciato l’incognita sulla possibilità di applicazione da parte del privato. In più c'è - e in parte c'è la risposta alle altre domande – le simulazioni che abbiamo fatto appunto e di cui parlava prima l’Arch. Morabito – abbiamo tentato invece di fare delle simulazioni per vedere quanti, magari in termini percentuali, questi edifici possono utilizzare il Piano casa, o meglio hanno interesse a utilizzare il Piano casa, rispetto alle possibilità che già sono previste dal Piano Regolatore attuale.

In questo sinteticamente e vale sia per gli edifici unifamiliari e plurifamiliari di ridotta dimensione, fino a 1.200 mc., che possono fare l’ampliamento del 20%, ma vale anche e soprattutto per gli edifici che prevedono la completa demolizione e sostituzione dell’edificio con l’ampliamento del 30%, in entrambi questi casi con i distinguo che sono doverosi perché il nostro Piano Regolatore è piuttosto complesso succede un po' questo, che chi ha un lotto, chi ha un fabbricato sia unifamiliare che plurifamiliare, comunque che non ha saturato le possibilità edificatoria previste dal Presidente, è molto al di sotto, probabilmente di questo Piano casa non ne ha bisogno, perché già il

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Piano Regolatore consente degli ampliamenti superiori a quelle che sono le possibilità del Piano casa.

Questo credo che senza essere tecnici in 10 anni o qualcosa di più di applicazione del nostro Piano Regolatore, l’abbiano constatato tutti vedendo in quante zone del territorio è stato possibile sostituire degli edifici di ridotte o contenute dimensioni o anche di notevoli dimensioni, con edifici molto più grandi. Questo senza fare i tecnici, proprio verificando qui o là. Quindi questo appunto, ripeto, che chi è al di sotto delle possibilità edificatorie già offerte dal P.R.G., non avrà interesse a utilizzare il Piano casa. Mentre il Piano casa potrebbe diventare uno strumento che può essere utilizzato nei casi in cui già si è saturata la possibilità edificatoria, perché sinteticamente, ma ripeto non è così in tutte le zone, ma nella stragrande maggioranza dei casi il Piano Regolatore nella zona consolidata, per chi ha il lotto già saturo, dà il 10% di ampliamento. Il Piano casa dà invece il 20 per gli edifici unifamiliari o di piccole dimensioni e il 30 alle case in sostituzione.

Quindi sarebbero i casi in cui potrebbe diventare interessante utilizzare il Piano casa.

Questa simulazione, queste ipotesi le abbiamo volute fare anche per verificare se poteva avere anche senso uno fare la prima scelta, cioè quella che era la prima che era stata proposta e credo l’Assessore l’abbia già illustrata, quella di escludere l’applicazione del Piano casa nelle zone notoriamente con più storia, quelle che conformemente alle disposizioni di legge sarebbero da escludere senza fare tanti studi, diciamo così, e di vedere se poteva aver senso la scelta che è stata poi formulata in seguito agli incontri fatti in Seconda Commissione e con la Commissione Paesaggio nella zona di quella che viene chiamata la città consolidata. Il motivo per cui può aver senso l’aver escluso è questo, che ci troveremmo quindi a dare ancora una maggiore possibilità edificatoria a edifici che già hanno saturato le possibilità edificatorie e quindi sono su lotti già edificati e questo con un ulteriore elemento, che il Piano casa consente anche un’ulteriore deroga alle altezze degli edifici perché tra le varie deroghe che dà, dà la possibilità di fare quattro metri di altezza in più, ovviamente sempre nei limiti del 30%, quattro metri di altezza in più rispetto a quella che è l’altezza massima consentita dal P.R.G. Quindi forse anche questo elemento, ripeto, in lotti già saturi, in questi lotti potrebbe determinare il non rispetto di quelle indicazioni che fornisce la legge e dire quando vai a escludere delle zone del territorio individua le zone in cui, non so... gli allineamenti, le zone consolidate e storiche ecc., è opportuno che mantengano certi elementi. Questo è.

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Con questa risposta credo di aver risposto in parte... no... così concludo con il Geom. Riganti, abbiamo detto l’altra volta saranno 10 o saranno mille? Probabilmente se avessimo la sfera di cristallo risponderemmo, però penso, ma è un penso, che saremo più vicino ai 10, nel senso che questo Piano casa apparentemente dice che lo si può applicare comunque ---- però se poi uno va a vedere la norma, per esempio trova le situazioni in cui si dice: gli edifici che non sono del tutto residenziali, possono sì fare la sostituzione, ma in questo caso non hanno il 30% di aumento. Quindi a quello lì conviene comunque usare il P.R.G. che gli dà il 10% in più se è in zona B2-2, anche se non è completamente residenziale.

Quindi è per quello che non voglio oggi dare dei numeri, se volete magari ci proviamo, però se la domanda è dieci o mille, sicuramente saremo più vicini a dieci, ma questo probabilmente anche riducendo il rosa di molto. Facciamo l’ipotesi assoluta, se il Comune non approvasse questa esclusione, va in vigore il Piano casa come l'ha disposto la Regione, probabilmente saremmo sempre più vicini al 10 anche con il rosa. Quello che sarebbe strano è in effetti che ci sarebbero degli elementi magari non coordinati e con questo credo di aver risposto alle domande di Riganti. Forse in parte c'è la risposta a Mangano in questo senso, che le simulazioni fatte sono in questi termini, cioè verificate a che cosa potrebbe succedere nei vari casi, ma non c'è stata una quantificazione del tipo facciamo l’ipotesi che tutti applichino il Piano casa, cioè noi non approviamo questo, oppure lo approviamo con questa ipotesi e o con quella prevista dalla Regione?

Non è stata fatta una simulazione, per cui non siamo in grado di dire se tutti utilizzassero il Piano casa avremmo 500 alloggi in più, 2.000 mc., 50.000 mc., non è stata fatta la simulazione, anche perché ripeto, forse in tre mesi di tempo avremmo potuto farla, però sarebbe rimasta l’incognita e chi l’avrebbe applicata.

È come dire adesso il P.R.G., dieci anni fa avevamo il P.R.G. che consente 300.000 mc., però in un anno quanti lo utilizzano, che era la possibilità. Questa era la domanda di Mangano. A Manenti rispondi tu, perché quello dell’azzonamento ce l’hai. Centro storico chiedeva Manenti, Manenti ha fatto una serie di domande, la Geromina magari lascio rispondere a lui con la quantificazione, una domanda era quanti edifici potrebbero essere in centro storico che avrebbero la possibilità di applicarlo. Dalle nostre simulazioni, perché qui un’indagine è stata fatta proprio perché era il centro storico, anche qui avremmo una situazione che in sede di applicazione già avrebbe una difficoltà, perché la norma dice che di norma il centro storico sarebbe escluso, però è ammessa la possibilità di applicazione della norma e di sostituzione per quegli edifici che sono in contrasto... e aggiunge completamente residenziali.

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Quindi nella prima, quando va a definirlo completamente in contrasto, sono quelle definizioni che già a seconda di chi lo guarda potremmo dire in dieci è completamente in contrasto, altri all’unanimità, altri invece in 9 dicono che è in contrasto, uno no, per cui qua c'è già una difficoltà. Però a nostro avviso quelli completamente in contrasto con la tipologia tipica del centro storico sono in numero esiguo e la stragrande maggioranza di questi non sono completamente residenziali. Quindi ai autoescluderebbero, quindi verrebbe limitato il caso a proprio pochissime situazioni se il Comune decidesse di applicarlo nel centro storico.

Arch. Morabito

Rispondo al Consigliere Manenti per quanto riguarda la Geromina.

L’edificio individuato dalla Geromina non è l’opificio, perché l’opificio essendo già individuato dal nostro Piano Regolatore come edificio industriale, qualora si fosse individuato per l’applicazione della legge, potrebbe essere solo sostituito da edificio industriale. Quello di cui si parla nella relazione sono gli edifici che stanno di fronte, a sud, c'è scritto a sud dell’opificio. Al di là della strada ci sono due stecche, più il dopolavoro, magari vi faccio vedere... sì, questi qua, perché la parte a nord è stato sempre l’opificio e c'è quel bellissimo ingresso sulla strada, però dà su un edificio classificato dal nostro Piano Regolatore come produttivo, dove esistono delle ditte artigiane, parte dismesse, ma parte ancora operative. Quindi il fatto di andare a individuarlo, potrebbe essere fatta solamente la sostituzione, andare a sostituire un edificio così bello, per poi sostituirlo ancora con un edificio produttivo non ci sembrava il caso, quindi non è stato individuato tra... (intervento fuori microfono) – ma anche con il Piano casa non si può fare la residenza, perché gli edifici produttivi possono essere sostituiti solo con edifici produttivi, a meno che non siano in un contesto residenziale.

Poi chiedeva della tavola 5-4N del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, sì la tavola 5-4N del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale individua le cascine storiche che si vedono anche direi nella tavola lì appesa che mi pare sia la 4N, versione adottata P.T.C.P., non quella approvata, quindi sono quelle più scure sparse nel territorio, color quasi rosso, arancio, mattone... aggiungo questo, le abbiamo aumentante. Le abbiamo aumentate perché nell’indagine che lo studio agronomico ha prodotto come base per lo studio del territorio, dell’utilizzo del suolo, la tavola 3 e la carta delle strutture rurali, sono individuate tutte strutture agricole divise in centri aziendali, centri agricoli aziendali con allevamenti e edifici con elementi tipici dell’architettura rurale che aggiungono alcuni elementi in più rispetto a quelli individuati dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

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Alcuni edifici sono stati esclusi dall’individuazione perché non hanno le caratteristiche tipiche dell’edificio rurale. Quindi troverà nel territorio alcune parti che non sono colorate, ma sono proprio individuate e sono quelle che sia il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che i nostri studi agronomici hanno considerato non di pregio, perché sono edifici che sono stati costruiti al di fuori della cascina, ma probabilmente utilizzati anche dagli agricoltori, ma con tipologie a villino o a condominietto.

Poi rispondo al Consigliere Brambilla. In parte ha già risposto il collega Finardi sulla quantificazione della simulazione. Possibilità di modificare la planimetria in caso ci accorgessimo... la legge non lo prevede, quindi quello che si individua oggi dovrebbe essere quello che si mantiene nel tempo per i 18 e i 24 mesi, 24 mesi qualora si tratti di edifici in quartieri di edilizia residenziale pubblica.

Contenzioso. Contenzioso, su quello non Le so rispondere, quello dipende dalla volontà del cittadino se vuole fare un ricorso o meno a questa individuazione e non riesco a quantificare un rischio. Qualsiasi provvedimento della Pubblica Amministrazione è a rischio. Non ho preso appunti su quello che ha detto il Consigliere Reduzzi e mi scuso.

Presidente

Architetto, Lei ha terminato? Prego.

Segretario Generale

Se non ho capito male, il Consigliere Reduzzi chiede se a fronte di una normazione statale non completa, cioè in che termini va valutata la legislazione regionale. (Intervento fuori microfono non trascrivibile) ... è pienamente valida, pienamente vigente, precettiva al mille per mille e tutti sono tenuti ad applicarla. La legge regionale può perdere efficacia solo se è dichiara incostituzionale dalla Corte Costituzionale. Il Comune in quanto tale non ha alcuna competenza in materia di valutazione della costituzionalità delle leggi regionali, lo stesso giudice di un contenzioso in cui emergesse questione di legittimità, dovrebbe sospendere il giudizio e rimettere la valutazione sulla legittimità costituzionale della legge, al giudice delle leggi che è la Corte Costituzionale. Quindi in questo momento la legge è precettiva al mille per mille.

Presidente

Grazie. Ringraziamo anche il Segretario comunale. Assessore, prego.

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Assessore Adobati

Completo le risposte per quanto di mia competenza, riprendo a partire da quanto chiesto dal Consigliere Brambilla in continuità con l’intervento dell’Arch. Morabito rispetto alla possibilità che intervengano ricorsi intorno a questa decisione. Le cause di esclusione sono quelle che sono di rifinanziamento a carattere di tipo storico, paesistico ambientale e urbanistico. Se le parti storiche le conosciamo, le delicatezze paesistico-ambientali per quanto sono interpretabili, hanno una loro caratterizzazione che nella relazione è stata spiegata, l’urbanistico si porta dentro molti contenuti, anche in termini funzionali.

Io faccio riferimento qui a una relazione che è posta sul sito del Portale del Tecnico pubblico lombardo, a firma dell’Avv. Mario Viviani che conoscerete essere consulente del Comune per gli aspetti legali del P.G.T., gli aspetti giuridici, questa nota – ne leggo uno stralcio, ma è abbastanza chiaro e dice – l’esclusione va motivata con riguardo alle speciali peculiarità storiche, paesaggistico-ambientali e urbanistiche delle aree, compresa l’eventuale salvaguardia delle cortine edilizie esistenti - e fa riferimento al comma 6 dell’art. 5. L’indicazione dei diversi profili da considerare per l’esclusione è così generale da non costituire significativa limitazione della discrezionalità del Comune. Sarà pertanto legittima anche la motivazione che faccia riferimento ad esempio alla non sostenibilità di un maggior peso insediativo, stante la saturazione delle urbanizzazioni a rete al servizio di quella certa parte del territorio.

Ora questo arriva ad un caso limite in cui si possa ritenere che è sufficiente che ad esempio la tubazione fognaria non sia sufficiente o sia già a tale livello di saturazione da non consentire l’aggiunta di un abitante equivalente e qui riprendiamo a partire dalla questione posta dalla Consigliera Siliprandi rispetto a come è identificata la città consolidata, perché è a tutti più chiaro, parliamo del centro storico e lo riconosciamo, poi questo è riconoscibilissimo. Ci sono alcune sequenze edificate che si sono ... e poi la storia va avanti ogni giorno e quindi le cose assumono valore storico nel tempo, però come dire la via Portaluppi e porto un esempio che è leggibilissimo anche sulle mappe ed altre situazioni.

Dicevo la specificità di Treviglio nell’avere quella parte di territorio che è retinata in rosa e che è esclusa dal provvedimento Piano casa, è quello di avere un sistema di viali intorno che rappresenta la seconda circonvallazione, quindi un momento fondativo, nuovo della città rispetto a quello storico, antico, medievale e la seconda cosa è quello di avere

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questo impianto radiale e questo elemento centrale che porta a una tale sovrapposizione di elementi dal punto di vista paesistico, dal punto di vista storico, ma quelli li abbiamo riconosciuti e dal punto di vista urbanistico per come l’impianto funziona, da ritenere che la città consolidata sia quella che sostanzialmente è andata a svilupparsi all'interno di elementi che sono da sempre o che sono diventati dei confini fisici, degli elementi forti di freno allo sviluppo. Per Bergamo storicamente sappiamo che è sempre stata la linea ferroviaria e difficoltà di... anche Treviglio nel suo sviluppo urbanistico, letto nelle soglie storiche, è evidente per Treviglio come per altre realtà che sono lambite dalla ferrovia, la ferrovia ha sempre rappresentato un elemento non di ostacolo completo, certo di freno e quindi è un limite.

L’altro limite che quando è stata disegnata non era tale, era un asse di scorrimento, ma via-via è diventato un elemento di limite a un tessuto, è la Padana nella sua configurazione attuale, naturalmente non storica e quindi quello che lì dentro c'è, è evidente che non è omogeneo, anzi dal punto di vista morfologico, tipologico, però è assumibile soprattutto a partire da questo provvedimento che necessariamente, essendo scritto da un legislatore regionale che ha tutto il territorio regionale sott’occhio, a partire da questo provvedimento è una realtà che è accomunata da elementi o di valore o di sensibilità tali da ritenerli meglio trattabili con uno strumento urbanistico dedicato. In questo senso Treviglio già gode di uno strumento vigente, il Piano Regolatore che già si è preoccupato qui di identificare delle misure per incentivare le trasformazioni edilizie e quindi per riqualificare e rigenerare i tessuti consolidati, ed è evidente che stante gli elementi di qualche delicatezza che soprattutto il tessuto consolidato presenta, è preferibile incentivare, avendo chiaro qual è l’esito in termini di parametri, che in una forma necessariamente più piatta, che però può portare a quegli elementi di disarmonia, che se sono da scongiurare ovunque sul territorio comunale, diventano tanto più delicati se ce li ritroviamo a ridosso del tessuto storico, a rompere quell’armonia che è presente in buona parte rispetto all’assetto dei viali o rispetto alle vedute prospettiche sul riferimento paesistico principale che è il campanile.

In ultimo il Consigliere Manenti mi chiedeva rispetto a questa indagine agronomica che adesso l’Arch. Morabito citava. In effetti il gruppo di lavoro dell’indagine agronomica aveva presenziato alle occasioni in cui mesi fa e l’anno scorso si è presentato i vari step del quadro conoscitivo, delle letture ecc. e questi poi sono elementi di affinamento che sono andati oltre, naturalmente ad uso poi della valutazione tecnica e della decisione politica dopo del Piano. Quindi sono elementi di studio in questa fase, non è che sanciscano nulla, sono elementi di studio e di affinamento rispetto a quello che ... Però è uno studio un po' più

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raffinato di quello che magari tradizionalmente gli strumenti urbanistici facevano fino ad alcuni anni fa, assumendo, come ha assunto l’agronomo e come gli è stato dato in incarico, di riporre attenzione adeguata al patrimonio rurale, costruito e non...

Non so se abbiamo risposto a tutte le domande.

Presidente

Grazie. La Consigliera Siliprandi aveva chiesto la parola, ha detto che doveva fare una domanda, penso la possa fare nel suo intervento.

Prego.

Consigliera Siliprandi

Ma questo è un intervento o solo domande?

Presidente È l’intervento.

Consigliera Siliprandi Quindi non è domanda?

Presidente

No, però può cogliere l’occasione naturalmente per integrare.

Consigliera Siliprandi

Allora posso fare domande e intervenire, no perché poi non si capisce mai... non mi mangi il mio tempo Presidente. Prima ho dimenticato comunque due o tre domande. Innanzitutto io vorrei capire, e questo lo chiedo al Sindaco, come mai nella riunione congiunta del 29 di settembre non è stata convocata anche la Consulta urbanistica, visto che si tratta dell’applicazione di una legge regionale sul territorio comunale e come dice la denominazione stessa: “Consulta Urbanistica”, andava convocata per l’occasione. Quindi Sig.a Sindaca io Le faccio due domande, prima perché non è stata convocata, secondo, visto che non è stato fatto, ci deve spiegare a cosa serve la Consulta. Grazie.

Questa è la domanda alla Sindaca.

Poi io leggendo la delibera che andremo personalmente a non votare, la legge è molto chiara in molti passaggi che poi in realtà sono secondo me totalmente disattesi poi dalla delibera. Per esempio, io ricordo e

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forse voi l’avete dimenticato, che questa è una legge che esprime delle azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione e mi sembra che questo principio sia totalmente disatteso. In più sempre la legge recita: I Comuni possono individuare con atto motivato le parti del proprio territorio nelle quali sono escluse... ecc. ecc. eccetera. Ma io questi atti motivati non li vedo. Cioè la motivazione non c'è, è molto carente. Io credo che molti cittadini potrebbero ricorrere come qualcuno ha chiesto tipo Brambilla. Potrebbero chiedere dei danni per esempio.

Poi un'altra carenza rispetto allo spirito della legge è questa. Allora la legge sempre recita: Possibilità di esercitare la facoltà di sostituzione e ricostruzione con l’ampliamento ecc. ecc., di edifici industriali e artigianali ecc. ecc. – Però qui li avete cassati completamente e vorrei capire perché. Qui dice di non prevedere, di non individuare aree aventi destinazione produttiva secondaria industriale, o artigianale o parte di essa, ecc. ecc., anche qui chiedo come mai è stata completamente cassata questa possibilità.

Poi qualcuno prima, non mi ricordo se l’Assessore o forse l’ingegnere, alla domanda di qualcuno, forse di Manenti, ha detto be’ ma noi non avevamo tempo. Ma come non avevamo tempo? E ha anche aggiunto:

ci sarebbero voluti tre mesi; ma la legge se non sbaglio è del 15 luglio e quindi tre mesi ampiamente c'erano per fare una sorta di simulazione.

Io credo che farò un intervento lungo quando farò la mia dichiarazione di voto, adesso vorrei aspettare ancora queste risposte prima. Grazie.

Presidente

Consigliere Riganti, prego.

Consigliere Riganti

Grazie. Il presupposto della legge 13 è l’aiuto alla ripresa economica.

Fermo il mercato dell’auto e della meccanica, soprattutto la meccanica a Treviglio è considerevole e ferma l’edilizia, la crisi si sta accentuando e la legge vuole dare un impulso al settore edilizio, favorendo non solo quel peso in più che ha detto l’Assessore o che qualcuno come il Dott.

Viviani ha sottolineato, ma favorendo l’edilizia di qualità e migliorando il patrimonio residenziale esistente – leggo la legge e penso che sia proprio questo il testo: Il patrimonio residenziale esistente dal punto di vista estetico, funzionale e sotto il profilo energetico e ambientale.

Perciò non solo ampliamenti, la legge consente di intervenire inoltre solo su edifici esistenti, non di usare aree nuove e avendo cura di tutelare i centri storici, le aree naturali, ambientali ecc. –

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È un provvedimento straordinario, attenzione e a termine, in tempi talmente brevi che bisogna valutare quanti in quei 18 mesi hanno la necessità e limitato. Limitato, perché ci sono nella legge notevoli limitazioni e allora: edifici unifamiliari, 1.200 mc., impatto paesistico, standard, rispetto del Codice Civile, diritti dei terzi, presenza di opere di urbanizzazione, poi per le aree agricole, ecc., tutti i casi, perciò le limitazioni sono notevoli. Penso che sia stato chiaro avendole riassunte così. Le limitazioni e i paletti che il Consiglio Comunale di Treviglio e tutti i Consigli Comunali, ma Treviglio può introdurre, non deve, può introdurre, devono essere fatte con deliberazioni motivate e riguardano:

speciali peculiarità storiche, speciali peculiarità paesistiche, ambientali e urbanistiche, eventuale salvaguardia di cortine edilizie esistenti.

Punto, non ce n’è altri, questi.

Allora sarebbe stato opportuno per ogni colorino, per ogni disegnino, dire questo è per questa peculiarità, questo per questa peculiarità, questo per quest’altra, sono tre. Oppure qualcuno le ha anche tutte e due o tutte e tre. Nella delibera invece non viene proposto questo, non ci sono le motivazioni. Le limitazioni fatte con il generico motivo che il lotto è saturo e queste limitazioni impediscono di migliorare il patrimonio residenziale esistente, dal punto di vista, come ho detto prima, estetico, funzionale, energetico, ambientale e quanto si voglia.

La delibera che viene proposta limita la possibilità di ampliamento della casa a chi ne ha bisogno, a chi ha la possibilità economica e sono pochi in questo momento che hanno la possibilità economica o riescono ad accedere ai mutui e tra un poco avremo i mutui al 40% del finanziamento che si va a chiedere e la Regione glielo consente a questi, sono pochi casi, però a questi casi glielo neghiamo anche a loro.

La delibera che viene proposta va contro l’interesse dei cittadini trevigliesi, teniamo presente questo. Stiamo parlando di trevigliesi, trevigliesi che hanno casa a Treviglio, che abitano a Treviglio. Va contro l’interesse dei piccolissimi imprenditori, idraulici, elettricisti, muratori, falegnami, fabbri che operano a Treviglio e che ancora resistono. A Treviglio non ci sono più le grandi imprese edili come una volta, Cefis, Melli o quanti altri, non esistono più. Queste potevano prendere in appalto qualcuno dei grossi interventi che il Consiglio Comunale ha approvato in questi ultimi tempi.

Abbiamo approvato, avete approvato, numerosi piani – io dico abbiamo perché nel Consiglio Comunale ci sono anch'io – in questi ultimi tempi piani, P.R. – P.L., quello che volete e questi sono stati presentati adesso, prima del P.G.T. – è il mio parere – per sfruttare tutto il maggior peso abitativo che il P.R.G. attuale consente, per poi magari, come ho sentito, sfruttare dopo anche ulteriori possibilità che il P.G.T.

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consentirà. Bene, dove vietiamo al piccolissimo che vuole fare una mezza stanza o fare un portichetto o sistemare un momentino la casa, non lo permettiamo a questi. Ottimo! Saranno realizzati questi interventi da imprese estranee a Treviglio, perché non bastano le impresine che abbiamo a Treviglio per questi lavori. Pare al sottoscritto che questo Consiglio Comunale voglia favorire operatori estranei e punire o purgare i trevigliesi. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliere Riganti. Consigliere Manenti, prego.

Consigliere Manenti

Grazie Presidente. Potrei anche non parlare perché l’intervento di Riganti è stato di una maestria tale che penso che non si possa dire nient’altro. Vedrò comunque di aggiungere qualcosa se riesco. Parto dalla premessa che a me non piace né la legge nazionale, né la legge regionale, come non mi piacciono neanche tutte le altre leggi regionali che hanno approvato in questi mesi a seguito della legge nazionale.

Non mi piace perché quando parliamo di urbanistica, quando parliamo di interventi sul territorio, i provvedimenti a termine che prevedono poi modifiche sul territorio mi lasciano sempre perplesso, cioè capisco gli incentivi sulle macchine, capisco tante cose, però permettere ad esempio di alzare di quattro metri una casa che ha già un’altezza stabilita sui nostri P.R.G., francamente non mi piace. Non mi piace la norma in sé. Però di fronte a una legge che come giustamente ha detto il Segretario Comunale, la legge c'è e noi dobbiamo applicarla fino a quando non verrà dichiarata incostituzionale, ma penso che in questo caso qua non ci siano nemmeno i tempi, perché hanno una durata talmente breve queste leggi qua che non ci sono i tempi e poi sarebbero già state comunque in buona parte attuate prima dell’eventuale dichiarazione di illegittimità. Mi pare che il senso... noi non siamo stati capaci di recepire il senso della legge.

Io mi sono letto e con questo forse rispondo al Consigliere Reduzzi che quasi si accaniva sulla Regione Lombardia perché c'è su il Centrodestra, dicendo ma la Regione Lombardia ha deliberato e invece non doveva deliberare perché manca la legge attuativa dello Stato, però se si fosse informato il Consigliere Reduzzi avrebbe visto che hanno già deciso anche la Basilicata, la Calabria, la Sardegna, la Campania, l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, le Marche, la Liguria, il Piemonte, la Puglia, la Sicilia, il Trentino Alto Adige, l’Umbria, la Valle d’Aosta e il Veneto. Perciò si sono già dotati di leggi come ha fatto la Lombardia.

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Ecco, tutte queste leggi di tutte queste regioni italiane e anche ha fatto la Regione Lombardia, secondo me hanno migliorato la legge nazionale, hanno tutti cercato di migliorare la legge nazionale, dicendo se io ti consento questo Piano casa, impostato da Berlusconi come piano per una ripresa economica, alto là! Va bene, la ripresa economica, va bene tutto, però ti pongo dei paletti. Il paletto che ha posto la Regione Lombardia, ma la leggo anche e sono fatte quasi a fotocopia, mi sono letto anche la legge dell’Emilia Romagna che è addirittura molto più estensiva di quella della Regione Lombardia, dice, allora la premessa della legge della Regione Lombardia dice: favorire sì la ripresa dell’edilizia, ma questa edilizia deve essere di qualità per migliorare il patrimonio residenziale esistente dal punto di vista estetico, funzionale, sotto il profilo energetico e ambientale, della sicurezza degli edifici e della valorizzazione dell’edilizia sociale.

Allora questo cosa significa sostanzialmente? Io ti consento di un qualcosa, legittimo e illegittimo, giusto o non giusto, ma tu in cambio mi devi dare qualcosa d’altro. Allora io ti consento di intervenire con una maggiore cubatura, però in cambio tu mi devi dare un miglioramento energetico, un miglioramento ambientale, un miglioramento della sicurezza degli edifici. Di fronte a delle norme così importanti, calate poi nella realtà trevigliese, mi pare che noi con la nostra delibera siamo andati non in questo verso, ma siamo andati in un verso assolutamente contrario. Spiego perché. Il Geom. Finardi ha fatto un’esposizione magistrale della situazione di Treviglio, perché nessuno come lui ha una conoscenza di quella che è l’edilizia a Treviglio e di fronte a delle precise domande del Geom. Riganti ha detto a Treviglio con il nostro P.R.G. poi chi si occupa di edilizia come mi occupo io giornalmente, sappiamo queste cose, però molti altri non le sanno. Allora il Piano Regolatore di Treviglio permette comunque, nella gran parte dei casi e anche nel centro storico, degli aumenti volumetrici sull’esistente superiori a quelli che mi permette il Piano casa.

Perciò se facciamo una grande analisi di quanti casi potrebbero oggi adoperare il Piano casa di Treviglio, fra il 1.000 e il 10 richiesto da Riganti, il Geom. Finardi ha detto ... uso il mio tempo anche per dopo Presidente – ne ho 10? Allora arrivo a 10. Allora il Geom. Riganti dice che ci sono 10 casi, al massimo io prevedo 10 casi, una decina, 10-12 casi, perciò niente, stiamo discutendo sul niente, su una questione che secondo me dal punto di vista del principio è importante. Allora io mi chiedo, ma perché noi come Amministrazione Comunale non l’abbiamo presa al contrario questa norma, dicendo ma chi rientra nei parametri della norma può edificare, può edificare, ma non li utilizza più i parametri di P.R.G. che sono più favorevoli. No, deve utilizzare i

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parametri del Piano casa. Perciò tu intervenendo col parametro del Piano casa mi devi assicurare che anche nella tua ristrutturazione, perché oggi noi l’obbligo di costruire edifici di profilo energetico B e A l’abbiamo solo sulle nuove costruzioni, ma non l’abbiamo sulle ristrutturazioni, non l’abbiamo sui piccoli implementi, lì siamo ancora terra di nessuno.

Allora io dico magari tirando la legge, perché mi rendo conto che magari la legge la tiravamo, ma dico prevalente è questa norma sulla nostra. E allora se tu oggi vai a sfruttare la norma dove chiedi anche un incremento che comunque hai la possibilità di chiederlo, perché è previsto dal nostro P.R.G., tutti i casi, tutta Treviglio, compreso il centro storico, eh no, ora c'è una legge regionale, tu per fare questi interventi devi preparare o fornire degli immobili che siano dal punto di vista estetico, funzionale, energetico, ambientale, della sicurezza degli edifici, siano conformi a quello che prevede la legge regionale, cioè quasi assumendo questa normativa regionale, quale presupposto per il futuro P.G.T. che andiamo ad approvare.

Allora sarebbe stata una legge lungimirante secondo me, una decisione del Comune di Treviglio. Mi rendo conto, forse a cavallo di un coltello, forse non pienamente legittima, ma che aveva un senso forte. Un senso che mi portava non alla divisione del territorio fra i trevigliesi, ma dicendo io voglio che Treviglio diventi una città virtuosa dal punto di vista energetico, dal punto di vista ambientale, dal punto di vista degli edifici che sappiamo che il 95% degli edifici a Treviglio non hanno i doppi vetri alle finestre. Quante case hanno il cappotto a Treviglio! Dieci geom. Finardi, 20? Diciamo cento, ma esageriamo se diciamo che cento case a Treviglio hanno oggi fatto il cappotto per il risparmio energetico.

Quanti hanno il tetto ventilato? Se ne contano poche di case che potrebbero essere oggetto di questa norma.

Allora a mio modo di vedere io non facevo una divisione del territorio, perché francamente non ha senso dire ma al di là della Statale nella Zona Nord si, che cosa poi non si sa, perché secondo me non fanno niente, e al di qua della Statale, per esempio via XX Settembre, via Giotto, tutte quelle vie lì no. Ma perché? Perché è bello il termine dettato dall’Oggioni nell’ultima riunione? Secondo me è anche bruttissimo quel termine che avete utilizzato sulla città consolidata.

Consolidate sono altre cose, non sono le città. In città ci vive la gente se devono essere vivibili, non consolidate. Perciò tutta la cosa che vive si modifica, si trasforma e si migliora, non deve essere un macigno fermo.

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Allora proprio perché la città non è macigno e il centro storico non è un macigno, non sono sassi, non sono rovine, non c'è archeologia qua, sennò non avremmo permesso certi interventi a Treviglio. Li abbiamo anche permessi perché non c'è archeologia. Allora la città che vive deve andare verso una tutela ambientale e allora noi dovevamo sfruttarla, ma dove dovevamo sfruttarla? A una netta diminuzione degli oneri, noi andiamo in senso contrario, non diminuiamo gli oneri.

Per incentivare la gente a comperare una sorta di piano macchine sulla casa, allora sì aveva senso anche una durata di 20 mesi, perché uno si fa il suo ragionamento e dice, ma risparmio il gasolio, risparmio il gas, però il capotto mi costa ics, risparmio gli oneri, forse è arrivato il momento di ristrutturarmi la casa e di mettermi a posto la casa? E secondo me lì avremo avuto una risposta a mio modo di vedere positiva. Qui perderemo a mio modo di vedere 18 mesi, nessuno presenterà domande, perché a Treviglio non servono, però continueranno a fare case con il vecchio stile, pagando oneri cari e noi dal punto di vista della Città di Treviglio non ne ricaveremo nessun beneficio. Perciò a mio modo di vedere tutta questa norma andava presa con le gambe per aria di come avete fatto voi. Grazie.

Presidente

Grazie Consigliere. Consigliere Gusmini aveva chiesto la parola prima ho visto. Prego.

Consigliere Gusmini

Breve intervento. Secondo me facevate più alla svelta a dire che non volete approvare questa legge, perché mi sembra proprio strano che tutto sia viola e quello che non è viola è quasi campagna sotto certi versi e mi allaccio alla Zona Nord e non riesco a capire perché la Zona Nord non è storica anche lei, cioè non è consolidata. Più consolidata della Zona Nord, quella che è stata ricostruita, quella che io chiamavo Treviglio 2 e di conseguenza mi sembra che bisognerebbe riflettere se approvare questa delibera oppure no. Non approvarla noi di ignoranza, voglio dire se vale la pena rivederla alla luce di quello che ha detto Manenti.

Presidente

Grazie. Consigliera Bonfichi, prego.

Consigliera Bonfichi

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