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La Stampa Sportiva - A.04 (1905) n.01, gennaio

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Academic year: 2021

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(1)

Anno IT.

TORINO 1* Gennaio 1905

N. 1.

s p o r t a l l e Corti < l'Ivi. i-t>j>t>. _ Carlo 1, Ile del Portogallo (che, fu recentemente ospite della Corte d'Inghilterra e del Presidente della Repubblica Francese), è uno dei più entusiasti appassionati sportmen, ed è un mecenate dello sport.

LA STAMPA

A u t o m o b i l i s m o - C i c l i s m o

.

Alpinismo - Avaostatlaa

N u o t o - C a n o t t a g g i o - Y a n b t i n g

Jk

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k

»

I p p i e a - A t l e t i c a « S c h e r m a Slnnastlsa - Cassia - Tini » Podismo

Qiuoabi Spostivi - Varietà

Ssee ogni Domenica in 16 pagine illustrate.

SPORTIVA

(Canio corrente cella Posta).

DIRETTORI: NINO a . PAI MI E AW. OESARE QORIA-QATTI - REDATTORE-CAPO.- GUSTAVO VERONA

M B B O f l i L j W H f l T I | DILEZIONE E fllB|«IflISTf|BZIOHE I I J S l S H I ? Z I O f l I

A n n o t v . t> - E s t e r o I O f , ' ±

, Italia e e n t io , f TORINO - Piazza Solferino, 2 0 - Tofttflo S •»•«• trattative rivolgessi presso

Do Numero ) B g t e r o ^ ¡° j Arre,r.,o e t 20 | ^ THfHFoo „-sa ^ | .'Amministrazione del Giornale

(2)

de PUTBAUX

en réponse à quelques insertions parues dans

un Journal Piémontais, informe sa nombreuse

clientèle qu'elle ne donne garantie absolue de

ses chassis qu'autant qu'ils seront livrés par

son Agent Général pour l'Italie:

ETTORE NAGLIATI - FLORENCE

ou par:

M. ALESSIO - TURIN

Représentant pour le Piémont, auquels sont

accordées les meilleures facilitations.

(3)

BUON ANNO!

Ogni anno vissuto è una pagina sfogliata nei libricino della vita.

Beati coloro che passando da un periodo al-l'altro del breve capitolo dell'esistenza possono compiacersi del cammino percorso e andare sicuri e fidenti incontro alle ore che verranno.

E' questo l'augurio migliore che vorremmo fatto a noi stessi e non sappiamo quindi rivolgerne uno migliore ai nostri cortesi lettori ed amici.

Di lotte e battaglie, di idealità e sacrifici, di speranze e sconforti è fatta la vita, e solo a prezzo di queste alternative di gioie e di dolori essa acquista valore e pregio.

E' la visione lusinghiera del domani che dà sapore e scopo alla attesa dell' oggi. Un giornale è come un individuo anche perchè di individui è fatta la sua anima. Quindi al momento di incominciare a vivere il capitolo della nostra vita su cui sta scritto un enigma-tico 1905 — gettiamo uno sguardo al 1904 e crediamo trarne motivo di compiacenza e di orgoglio.

La buona strada su cui la Stampa

Sportiva ha mosso i suoi primi

passi non fu punto obliata e alle brillanti affermazioni degli anni precedenti sono seguiti tre av-venimenti degni d'essere ricordati.

L' Esposizione Automobilistica, dalla Stampa Sportiva ideata, è ormai divenuta l'annuale conve-gno dell'automobilismo industriale italiano; il Haid Milano - Torino, fu una grandiosa affermazione in-ternazionale dello sport ippico, e il giro di Torino la più grandiosa riunione popolare pedestre d'Italia dell'annata.

E a tutte queste iniziative la

Stampa Sportiva ha dedicato il

meglio delle sue forze e del suo buon volere, non risparmiando la sua borsa (il Baid ci è costato oltre L. 10.000). Nè questa strada, che fin qui ci condusse a così bril-lanti risultati, sarà abbandonata nel 1905.

* * *

Continueremo come in passato a dedicare le nostre forze al risve-glio e al trionfo delle forze spor-tive italiane, e a rivolgere a bene-ficio dello sport tutte quelle sim-patie di cui vediamo secondata ogni nostra iniziativa.

Senza promesse ma con sicura fiducia chiediamo quindi a tutti i nostri amici la conferma di questa loro simpatia, simpatia e fiducia che per ora si sintetizzano in una modesta quota d ' a b b o n a m e n t o (L. 10 all'anno per l'edizione di lusso) e L. 5 per l'edizione co-mune.

La Stampa Sportiva.

Il 7° Salon dell'Automobile di Parigi

L'Industria Francese

Nei numeri scorsi del nostro giornale abbiamo dato alcuni cenni sommari sugli insegnamenti che venivano dall'Esposizione parigina, e sulla parte-cipazione dell'industria italiana a quella grande festa del lavoro.

Dovremmo oggi passare in rassegna i prodotti dell'industria francese, la quale si è presentata agli occhi dei milioni di visitatori del Salon in tutta la rigogliosa sua vitalità, in tutta la sua forza meravigliosa, straordinaria.

Ma appena un volume di molte pagine baste-rebbe per dare una chiara idea di quanto era esposto a Parigi di modelli costrutti in Francia. Il lettore immagini che il numero degli esposi-tori francesi superava il migliaio, e che non più sufficiente il Orand-Palais a contenerli, l'Esposi-zione automobilistica di quest'anno occupava anche le Serre municipali del Corso della Regina, un complesso di oltre 30 mila metri quadrati di su-perficie.

Diremo quindi brevemente, come lo spazio ci consente, e delle sole Case costruttrici francesi che le recenti vittorie hanno reso popolari nel mondo, o che in Italia sono maggiormente cono-sciute.

E non sapremmo meglio iniziare questi cenni che scrivendo della Richard- Brasier, la grande trionfatrice dell'anno 1904, la fabbrica che la vit-toria della coppa Gordon Bennett ha portato in poche settimane alla vetta più alta e gloriosa, piazzandola alla testa del movimento industriale

francese a pari delle più vecchie e reputate case costruttrici del mondo. La curiosità, l'interesse maggiore erano per questa fabbrica, al cui nome è legata la grande gioia provata dai francesi per il ritorno della classica coppa sulla terra della loro patria. Ed in pellegrinaggio continuo, inces-sante, tutti i visitatori si recarono allo stand n. 92 a fare omaggio ai forti industriali che col-l'ingegno e l'audacia seppero dare allo

chauvi-nisme francese una delle più grandi soddisfazioni

di questi ultimi tempi.

La Casa Bichard-Brasier esponeva dei chassis e delle vetture complete; dei chàssis da 12-16-24 HP a cardani, e fra le vetture una landaulet 12-16 HP a catena, Una vettura 40-50 HP a catena, un'altra

vettura 24-30 HP a cardan, e la vettura trionfa-trice del Taunus, la vettura della Coppa, come oggi essa viene chiamata in Francia.

La Delaunay-Belleville, il cui nome è già molto conosciuto in fatto di costruzioni metallurgiche, personifica un passato industriale veramente glo-rioso, ed il successo riportato quest'anno al Salon promette ad essa un più grande successo com-merciale. Sono sessantanni ch'essa costruisce nel campo meccanico, e questa esperienza di 60 anni essa ha riversato nella fabbricazione delle auto-mobili, per cui si può essere sicuri della bontà e della perfezione delle sue costruzioni. Al Salon espone tre tipi di vetture : una 16-20 HP a cardan, una 24-28 HP a catena, 40-45 HP a catena; i mo-tori sono tutti a 4 cilindri, largamente separati tra loro.

La vecchia e gloriosa Casa Panhard-Levassor ha riportato al Salon parigino uno di quei suc-cessi che le sono familiari. Nello stand luminoso ed elegante s'impone subito allo sguardo del vi-sitatore il meraviglioso chàssis 50 HP, un insieme di forza e di semplicità; la 10-15 HP, una vettura di tourismo di una costruzione perfetta ; la 24-35IIP montata con carrozzeria di gran lusso, ad entrata laterale, per lunghi viaggi, piena di comfort.

Un faro luminoso roteante attirava subito l'at-tenzione verso lo stand della Casa De Dietrich, ma in verità questo richiamo era superfluo per fermare il pubblico. Alla sua attenzione, come negli anni scorsi, anche quest'anno s'imponevano subito le magnifiche costruzioni delle officine di Lunéville. Quattro chàssis di 16, 24, 40 e 60 HP specialmente costruiti pel grande tourismo, e per ricevere le carrozzerie maggiormente confortevoli formavano l'ammirazione di tutti.

La Darracq conservava al Salon splendida-mente il suo posto fra le principali Case costrut-trici del mondo. Chi voleva farsi un'idea esatta

delle nuove tendenze verso cui s'incammina la fabbricazione del 1905, doveva fermarsi a lungo nello stand della Casa Darracq.

Sotto il portico moresco dello stand erano schie-rati in magnifica rassegna uno chàssis di 8 HP, con motore motocilindrico, capace di diverse car-rozzerie, uno chàssis di 12 IIP con motore a 2 ci-lindri per carrozzerie a 4 posti, e poi numerosi tipi di 15, 20/22, 28 e 30 HP. La marca Darracq mantiene in tutti gli chàssis il cambiamento di velocità con train baladeur, con tre velocità e marcia indietro, e sulla medesima leva in presa diretta la grande velocità.

Il trionfo della vettura popolare si riscontra nello stand della fabbrica De Dion-Bouton, la

ce-lebre marca che il bravo Cormier ha portato attraverso l'Europa in un viaggio di 8 mila chilometri, nel quale non si sa se più am-mirare l'intrepidezza dello

chauf-feur o l'assoluta bontà della

mac-china. Dalla piccola vetturetta di 6 HP alla grande di 12 HP, tutto è rimarchevole nella costruzione di questa grande casa. L'ultima sua creazione, la 15 HP, una per-fezione del genere, era la più am-mirata nell'elegante stand della

De Dion-Bouton.

La divisa della marca

Bayard-Clément « senza macchia e senza

paura » non poteva essere più felicemente appropriata. I sette modelli presentati da questa fab-brica al Salon, la forza dei quali variava dai 7 ai 35 HP, rispon-devano completamente a tutte le domande più esigenti. Vetturette, vetture leggere e pesanti sono costrutte con una perfezione ed una eleganza che riaffermano il valore di questa grande marca francese.

Il successo prodigioso riportato dalle vetturette Bébé della Casa

Peugeot è stato precisamente

ri-confermato al Salon parigino. In verità la vetturetta Bébé compierà anche delle performances che poco si addicono all'infantile suo nome. Munita di un motore di 6 HP, di essa si può fare l'uso il più serio, la sua velocità può raggiungere anche i 40 chilometri all'ora. Essa è costruita secondo tutte le regole delle altre vetture di maggior forza della Casa Peugeot, e la mi-tezza del suo prezzo non toglie che essa rappresenti quanto di meglio, di fine, di robusto, si abbia nel campo delle costruzioni auto-mobilistiche.

Ed ora dovremmo continuare a parlar della Brouhot, della Bossel, della Ader, della 0. G. V., della

Badia, della Gotterau, della Pipe,

della Paris-Moto, della

Gobron-Brillié, della Renault, della Ber-liet, della Gordner-Serpollet, della Rochet - Schneider, della Barri,

della Decauville, della

Westin-ghouse, delle inglesi Wolseley e Bolls, e di tante,

tante altre fabbriche, ma quel tale volume manca, la pagina è completa, e noi dobbiamo far punto e basta.

Un'ultima cosa però dobbiamo notare nel Salon di Parigi, ed è il trionfo dei pneumatici Michelin. Sulla totalità delle vetture automobili esposte, 1598 ruote erano munite di pneumatici Michelin, le altre 1144 ruote erano divise fra le Case

Con-tinental-Dunlop, Le Gaulois, ecc. e 68 case

costrut-trici d'automobili si sono presentate al Salon adottando esclusivamente i pneumatici Michelin, fra le quali notiamo Fiat, Isotta e Fraschini,

Panhard-Levassor, Renault, Mors, Bichard-Bra-sier, G. G. F., Darracq, De Dietrich, Delahaye, Hotchkiss, Decauville, Martini, Euche, Barré,

Krieger, ecc., ecc.

Michelin lo si trova dappertutto, ed è questo

un degno coronamento dell'intelligente, infatica-bile operosità di questa grande marca di pneu-matici.

R. Glannnzzi-Savelll.

Le ricompense accordate al 7° Salon di Pariti

Nel 7» Salon di Parigi testé chiusosi era stato indetto un concorso per la decorazione degli stands.

Fra i premiati notiamo con vero piacere e viva soddisfazione le tre case italiane che parteciparono all'Esposizione francese.

La Fabbrica Italiana di Automobili di Torino (Fiat) ottenne la medaglia vermeil.

La « Florentia » la medaglia d'argento e la fab-brica Isotta e Fraschini la medaglia di bronzo.

Alle fabbriche premiate, che alto mantennero all'estero il nome italiano, le nostre felicitazioni più vive.

(4)

Oli esercizi alla sbarra. Passaggio dalla sospensione all'appoggio. Appoggio dorsale alla sbarra fissa.

riscontriamo che le spalle sono rientranti ed hanno il petto piuttosto sporgente e il torace assai largo.

La marcia e la corsa non sono prefe-rite da questi ginnasti, i quali anzi con fatica compiono una gara di simil genere. Gli esercizi agli attrezzi sviluppano una sola parte del corpo e così ci è dato spesso vedere degli atleti che hanno torace e spalle fenomenali e gambe al contrario lunghe e sottili.

£a ginnastica chc deforma

Così oggi questa vecchia ginnastica, se non abbandonata, certo è poco praticata dalla nostra gioventù, che viene educata ad altra scuola, fuori della palestra, all'aria aperta, nel campo cosidetto dei giuochi sportivi. L' a n t i c a g i n n a s t i ca uscita dalla palestra dei g i n n a s i è passata su 1 palcoscenico dei teatri e sshss»' v d e i c a f f è •^'DlCEiTlBLKftCHETJ^ ^

chantants. JÌ^IL"^!^. dlretu

I campioni Z2. -dell' a n t i c a

scuola, i cosidetti acrobati della ginnastica, sono precisamente i professionisti, che si presentano nei pubblici spettacoli.

Gli sporta vogliono uniformità di movi-menti e ciò è quanto sostengono i nostri moderni educatori con la scuola dei giuochi. Questa ginnastica sportiva deve necessariamente stabi-lire uno sviluppo muscolare dei nostri giovani, e formerà belli ed eleganti atleti.

v. g. La ginnastica è un modo particolare di

educazione fìsica, che mantiene in buon'atti-vità le funzioni organiche, lo sviluppo ar-monioso del sistema muscolare e l'educa-zione del movimento. Il corpo può così acquistare vigoria, e per molti anzi salute e forzi. Vi è però la differenza fra metodo e metodo di ginnastica. Abbiamo la ginna-stica dei giuochi, e quella cosidetta degli attrezzi. A quest'ultima rivolgiamo oggi la nostra attenzione.

La ginnastica speciale agli attrezzi, che sviluppa solamente la parte superiore del corpo, sacrifica l'armonia muscolare dell'in-sieme e produce una deformazione appa-rente del ginnasta. Oggi tutti gli educatori per i quali la ginnastica costituisce il più prezioso dei mezzi di educazione fisica, scartano la ginnastica agli attrezzi per so-stenere quella dei giuochi della palla, del calcio, del tennis, della corsa a piedi, del salto, esercizi tendenti a dare armonia al corpo e non a deformarlo come col primo mezzo di ginnastica. Ma i nostri atleti, i nostri veri ginnasti prescelgono sempre gli attrezzi, lo sport della palestra dove le parallele, il trapezio, le sbarre, le pertiche, la cavallina, i pesi sono a loro disposizione. Tutti gli esercizi che possono compiersi ai suddetti attrezzi obbligano le spalle del nostro ginnasta a sopportare il peso del corpo.

Le fotografie che pubblichiamo ci spie-gano chiaramente questo fatto. Sulla corda, sul trapezio, agli anelli il ginnasta è sospeso dalle spalle; alle parallele, alla cavallina, le spalle so-stengono il corpo.

L'articolazione della spalla con tutti i suoi

muscoli risente così i molteplici esercizi che il ginnasta fa agli attrezzi.

Così la spalla assume forme viziose nelle diffe-renti prove, alla sbarra fìssa ed agli anelli.

In tutti i ginnasti che coltivano tali esercizi

L'esercizio della « cavallina*.

(5)

motta

Motocicletta Monfatrice anche nel 1904

R a p p r e s e n t a n z a p e r l ' I t a l i a t

MILANO

- S E C O N D O P R 7 K T I - Via («ari Correnti, 8

_ LA STA MPA SPORTIVA

— — — \

IL RE DEL PORTOGALLO SRORTMAN

II Re del Portogallo

La Stampa Sportiva ha suc-cessivamente dedicato all' il-lustrazione dei sovrani d' Eu-ropa, che prendono parte alla vita sportiva, numerose e ric-che pagine illustrate da bel-lissime incisioni.

Così già interessammo i let-tori della vita sportiva del Re Edoardo, dell'imperatore Gu-glielmo, del Kromprintz di Germania, del principe di Mo-naco, dei Sovrani e principi italiani, del presidente Loubet, del re Alfonso. Questa Galleria illustrata dei sovrani d'Eu-ropa, sta per essere completata. Continuando così la serie in-teressante di illustrazioni, la

Stampa Sportiva pubblica oggi

alcune riuscitissime fotografìe riproducenti il Re del Porto-gallo mentre giuoca al tennis e mentre partecipa ad una par-tita di caccia ospite del Re Edoardo VII.

La passione per lo sport è ormai la caratteristica che ri-scontriamo in ogni sovrano di Europa. Alla testa milita sem-pre l'Imperatore Guglielmo, an sostenitore convinto di ogni manifestazione sportiva di cui interessa i programmi delle scuole e dell'esercito del suo paese.

Fra i sovrani maggiormente competenti in materia d'ippica abbiamo Re Edoardo, posses-sore d'una delle più impor-tanti scuderie.

Automobilista impareggia-bile è il nostro giovane So-vrano. Da abilissimo chauffeur Egli trascorre la nostra Italia guidando ima potente mac-china sulla quale viaggia pure la Regina Elena, appassiona-tissima chauffeuse.

Il Re del Portogallo si di-stingue fra i seguaci di

Nem-brod, e dei sovrani d'Europa

è forse il più abile tiratore ; egli

appartiene al gruppo dei Sovrani che maggior-mente coltivano, sostengono ed incoraggiano lo sport.

Di questi giorni il Re del Portogallo e la Re-gina Amelia hanno visitato il VII Salon Parigino del ciclo e dell'automobile, interessandosi viva-mente di ogni novità in fatto di carrozzeria e motori. Giungevano a Parigi, provenienti dalla

Il Re del Portogallo alla^caccia.

terra inglese dove il Re del Portogallo, appassio-natissimo di caccia, ospite di un sovrano amico, ha potuto dimostrare ancora una volta la sua valentia come tiratore. E come tale, difficilmente Carlo 1° trova concorrenti a lui superiori. Egli tira con una mano come se dovesse al posto del fucile da caccia maneggiare una piccola pistola.

Quando Re Carlo si reca alle caccio in

Inghil-terra, i giornali di quel Paese e tutti gli sportsmen sono sem-pre concordi nell' elogiare i suoi tiri.

Ma lo sport cinegetico, la passione per il fucile non gli fanno dimenticare le altre ma-nifestazioni all'aria aperta.

L'equitazione è molto colti-vata dal Re del Portogallo, il quale è forse il migliore di tutti i cavalieri del suo regno. Al Re Carlo sta molto a cuore l'equitazione militare e nel «jg^ suo esercito oggi conta una

J H i * d e l l e cavallerie. La

cavalleria portoghese infatti una volta era assai deficiente e oggi invece, se non eguaglia le scuole di Saumur e di Pine-rolo, tiene un buon posto fra le cavallerie degli eserciti del vecchio continente. Ma oltre allo sport del fucile e del ca-vallo, della caccia e dell'equi-tazione, Re Carlo I è un ap-passionato giocatore di tennis, del golf, e del ping-pong. In-somma noi riscontriamo in lui uno dei più ferventi sportsmen europei. In Francia, al suo passaggio per Parigi, il Re del Portogallo ha partecipato ad interessanti partite di cac-cie organizzate in suo onore dal presidente della Repub-blica Loubet, il nuovo capo di Governo conquistato, in oc-casione del VII Salon, dall'au-tomobilismo.

Loubet ha iniziato le sue gite automobilistiche con vet-ture elettriche ed a giorni viag-gierà sulla vettura a benzina di recente ordinazione.

Il Re del Portogallo appas-sionato coltivatore degli sports atletici, degli esercizi ginna-stici, segue il progresso e viag-gia col veicolo di moda. Ha

prescelto una vettura automo-gbile di fabbricazione italiana f e nel suo garage figura ap-punto una potente macchina FIAT.

Il Re del Portogallo, di corporatura piuttosto grossa, facilmente sopporta le fatiche della caccia e quando monta un cavallo puro sangue inglese, appare agilissimo.

Il giovane Re di Spagna, è tiratore, cavaliere,

chauffetir non meno provetto non meno

appassio-nato di Re Carlo. v. g.

(6)

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UNA CACCIA

AL CINGHIALE IN ALBANIA

Il 14 mattina, quando ancora l'ampia rada di Yalona era immersa nella nebbia della notte, nebbia maledetta, apportatrice di febbri, la barca a vapore scostava dal bordo con dieci di noi.

Alla spiaggia ci attendevano otto cacciatori, i cani, i battitori ed un uomo con un somaro, che doveva portare nell'andata la nostra colazione, nel ritorno i cinghiali uccisi se se ne fossero uccisi. Degli otto cacciatori, due italiani:

l'inter-imn alt.

bey, un albanese e un turco prendemmo a dritta e arrampicatici sino alla cresta, dopo di aver camminato per una mezz'ora circa, ci distendemmo alla distanza di 3 © 4 cento metri l'uno dall'altro, scegliendo per appostarci le insellature, ove più facilmente i cingniali sarebbero passati nella loro fuga impetuosa.

Ci era stato caldamente raccomandato di non tirare, per nessuna ragione, se non ai cinghiali ; e di tirare sempre a valle, onde non correre il pericolo di colpire qualche compagno.

Sull'altra cresta stavano gli altri cacciatori : li avevamo veduti farsi strada coi calci dei facili fra | roveti spinosi e selvaggi, lungo il fianco della collina ; ed ora ne scorgevamo alcuno, dritto ed immobile, appoggiato al fucile : vigile senti-nella nell'attesa della fiera.

Rimasi solo: sette od otto di noi già s'erano distesi alla mia sinistra: gli altri continuarono a seguire la cresta e si perdettero fra i roveti — un colpo di fucile, rintronando nelle gole dei monti vicini, ripetendosi di vallata in vallata, avvertì i battitori che i fucili erano pronti e che la battuta poteva cominciare.

10 ero solo : appostato fra due gobbe, non ve-devo i miei vicini, e potevo così tirare in qual-siasi direzione. — Lontano, lontano, oltre Punta Linguetta e l'isola di Laseno, scorgevo l'Adria-tico : non una vela, non un filo di fumo. — Nella rada solo la nostra nave, apparentemente addor-mentata nella calda mattinata albanese : un pro-fondo silenzio. — Passò sul mio capo, altissima, un'aquila, librantesi maestosamente nel vuoto ; iÌ mio fucile a sei colpi e della portata superiore ai 1000 metri, avrebbe potuto colpirla. Macchi-nalmente portai l'arma alla spalla e mirai; ma la consegna di non tirare era rigorosa. Rimisi l'arma al piede.

A ottocento metri da me, sull'altra cresta, fermo come una delle roccie che gli sorgevano ai fianchi, stava un turco, spiccante sul cielo puris-simo: gli ornamenti e i ricami del suo vestilo brillavano al sole: un riflesso dorato che gli ve-niva dal petto, comparendo e scomparendo, mi dava il ritmo del suo respiro, lento, calmo, re-golare.

Udii un colpo di fucile ; poi un altro, poi un terzo: e degli urli paurosi di uomo, e cani ab-baiare e colpi sordi di marre sul terreno e sovra i tronchi: la battuta era cominciata. — Giù, nel-l'angusta valle, sentivo tutti questi rumori avvi-cinarsi ed allontanarsi, quasi un turbine di vento.

Provai se il coltellaccio usciva liberamente dalla guaina; verificai se il fucile era armato e rimasi in attesa.

Alle mie spalle, a un metro dai miei piedi, la collina cadeva a picco nell' altra vallata. Solo cento metri più a dritta e cinquanta più a sinistra, ricominciava il pendìo.

Un albanese, strada facendo, mi aveva raccon-tate le innumerevoli sue vicende di caccia: aveva ucciso non so quanti cinghiali, lupi, aquile, orsi : e quasi sempre senza disgrazie; chè solo un'aquila, ferita a morte, aveva voluto lasciargli prima di morire uu duraturo ricordo, strappandogli con un colpo di artiglio un bel pezzo di carne dal collo: e l'albanese mi faceva mettere il dito in una pro-fonda cicatrice: un lupo poi gli aveva addentato una mano, e mangiato, succulento boccone, una falange dell'indice: e l'albanese mi faceva vedere il dito dimezzato; e un cinghiale infine, con una zannata, gli aveva aperto il ventre:

« quel fio] de un can d'un can el m'à scucjì la pansa, quel fiol de un can d'un can », e aprendosi la camicia a scoprendosi il velloso petto, met-teva a nudo un'informe, immane ci-catrice , che da sotto la mammella destra andava a perdersi nella cintura dei pantaloni. Per un cacciatore, che non aveva avute troppe disgrazie, non c'era male davvero. — La tra-gica avventura di caccia, narrata in quel modo, con un dialetto veneto assai buffo, non mi aveva allora im-pressionato gran che: allora. — Non così dopo. « Quel fiol de un can d'un can '». La frase era buffa, indiscuti-bilmente; ma il senso non lo era affatto. — E peggio ancora : quel cin-ghiale figlio di un cane, dopo aver compiuta la sua bella impresa, se l'era svignata con due palle nel corpo, è vero, ma se l'era svignata. Se

pro-prio lui o qualche suo rampollo, con istinti altret-tanto bellicosi si fosse avventato su di me avesse scucito pure a me la pancia

11 turbine di vento, giù nella valle, s'avvicinava e s'allontanava. — Il turco a me dirimpetto

con-II sig. Betteloni col sig. Temih bey, cacciatore di Valona,

servava la sua immobilità di roccia; ma eccolo, ad un tratto, curvarsi un po' e, fatto della mano visiera agli occhi, guardare attentamente verso di me, forse un poco a sinistra. — Mi metto in ginocchio e trattengo il respiro : sento che qualche cosa si avvicina. — Un grosso cane, che forse non è un cane, e certo non è un cinghiale, arriva alla

ere-prete del nostro consolato e il direttore delle scuole italiane ; quattro albanesi, tre turchi : fra que-st'ultimi Temih bey, giovanotto di circa 30 anni, appartenente ad Una delle migliori famiglie di Yalona, cacciatore appassionato al punto di pas-sare i giorni interi pei monti alla ricerca di un cinghiale, di un lupo, di un'aquila : alto, magro, bruciato dal sole: altero e silenzioso come un principe indiano.

Seguimmo la costa per circa due miglia, tro-nando l'occhio e il polso col tirare alle rondini verso terra, ai gabbiani verso il mare. Giunti ad un esteso oliveto, piegammo a sinistra e ci internammo fra i vetusti e contorti tronchi d'olivo. La nebbia s'era ora del tutto diradata e il sole riempiva di caldi bagliori il bosco.

All'imboccatura della valle, limitata da due catene di colline, ci dividemmo : noi dieci, Temih

sta, trottando silenziosamente, leggermente fra i roveti ; è un lupo ; passa a circa cinquanta metri da me. Mi alzo in piedi: vorrei far fuoco; ma il pen-siero della consegna a cui non voglio assolutamente mancare, riesce ancora a trattenermi ! Fremendo del sacro fuoco di distruzione, che arde in tutti noi, mi tengo pronto a far fuoco, se il lupo mi assalirà. L'animale mi vede: si ferma e preci-pita, in un galoppo furioso, giù per la china del monte e, in un batter di ciglio, si perde fra i cespugli. — Mi mordo le labbra e ingoio veleno. Lontano, altissime, due aquile volano nel cielo. Due colpi di fucile, sparati sulla mia dritta, vicino vicino, mi mettono il cuore in gola. Un terzo colpo ritrona: sento questa volta fischiare la palla dietro di me ; mi volto e vedo, spetta-colo meraviglioso, quattro grossi cinghiali galop-pare di un [lazzo galoppo, a quattrocento e più

metri da me, giù giù verso l'altra vallata, che mi sta ora dinanzi.

Un altro colpo; poi due altri: i miei-compagni stanno facendo un fuoco di fucileria. — Ecco un quinto cinghiale; ma questo galoppa dal basso verso l'alto, maledizione! anche questo mi pas-serà lontano. Porto l'arma alla spalla e faccio fuoco. La palla non tocca l'animale, troppo lon-tano ancora; ma ha la virtù di spaventarlo ancor più e di farlo piegare un poco a dritta. — Esso è a 150 metri: miro al petto: un lungo balzo furioso mi fa sperare di averlo colpito. Se tutte le mie facoltà non fossero assorbite dall'intenso desiderio di uccidere la fiera credo ch'io griderei

V interprete.

(7)

Una dichiarazione per volta.

Mi pregio significare alia S. V. Ili""", che sono pienamente soddisfatto dei lubrificanti CI lido, da me adoperati da oltre un anno sulla mia Wanderer 14, che viene così resa silenziosa,

agile, scorrevole, veloce.

Con distinti ossequi.

Gatti Mario

Studente in Medicina e Chirurgia

Via Pio V, n. 13 - Torino. Allo scopo di rendere note le qualità dei miei lubrificanti ai ciclisti e motociclettisti, a titolo di campione, invio contro cartolina vaglia di L. 1,25 franco in tutto il regno, 1 latta olio per movi-menti a sfere e magneti, ed 1 scatola pasta per catene.

Eugenio Panchetta

Torino - Corso Valentino, 2 - Torino.

LA STAMPA SPORTIVA

dall'entusiasmo. L'animale è a 100 metri da me, a 50 dalla cresta : faccio fuoco una terza volta: un debole grugnito fa eco alla detonazione. — La fiera è ora solo cinquanta metri lontana, miro attentamente, con una calma che mi meraviglia: miro al cuore. La quarta palla parte mentre la fiera balza da un cespuglio ad un altro. — Uno schianto di rami spezzati: e null'altro: poi un silenzio asso-luto, pauroso. — Col fucile in resta, lacerandomi le vesti fra i roveti spinosi, mi avvicino: l'ani-male sta dibattendosi nelle convulsioni spasmo-diche della morte : si agita ancora, le sue membra si stendono : il cinghiale è morto ! Un « evviva » squillante, sonoro, più forte di un colpo di fu-cile, mi sale dal petto alle labbra. Il cinghiale è morto !

La battuta è finita.

Ci si riunisce nella vallo: abbiamo tutti una gran fame. — Sotto un immenso platano si stende

Il primo decennio di

Viglieea (cap. back) - Zucchinetti (goal-keeper) - Storace (back) - C'astruccio - C'evasco - Ferraris (half-backs)

- Polldk - Salvadk - Faria - Crosa - Pellerani (forwards).

(Fot. Alfredo Ornano, Genova). sfilata per Milano dei volontari ciclisti Siftati e

delle numerose Associazioni ivi convenute. Pure per la stessa domenica verrà organizzato un banchetto grandioso di migliaia di coperti, preparato e servito con tutti i moderni mezzi di trasporto, camions, omnibus, automobili, ecc.

Il lunedi successivo avrà luogo la gita nazio-nale al Sempione in distinte carovane automobi-listiche, cicautomobi-listiche, motocicautomobi-listiche, ferroviarie e ciclo-ferroviarie.

Geniali ricordi e ricchi regali distingueranno questa festa turistica, a cui parteciperà l'intera nazione. v. g.

L'abbonamento alla STAMPA SPORTIVA tosta in tutta Italia L. 5

diverse squadre composte dei migliori giuocatori, i scelti tra gli equipaggi inglesi di passaggio nel 1 porto di Genova, fra cui sempre si trovava qualche' | ex-professionista. Queste quadre avventizie, bea-S*

chè abbiano lo svantaggio di non essere affiatate, sono però composte di buoni elementi. E pep questi stessi inglesi è una sorpresa il trovare fra lai gioventù italiana così diffuso e ben giocato un giuoco che finora era esclusivamente inglese.

La squadra si compone dei signori : Zucchi-netti (goal-keeper); Yiglieca {cap.); Storace (backs); Castruccio, Cevasco, Ferraris (half-backs) ; Pollak, Salvadè, Faria, Martius, Pellerani (forwards).

Istruttore di questa squadra è il signor dottor^ I. R. Spensley, veramente benemerito del gioco del foot-ball di Genova.

i d o N M T *

Il successo trionfale riportato dal giornale La a

Donna ha riconfermato come nel pubblico fem- I

minile d'Italia si sentiva il bisogno di una lette- " ratura sicura, piacevole, che arricchisse la mente specialmente delle nostre fanciulle, di utili cogni-zioni, e parlasse al cuore delle donne d'Italia dei più dolci sentimenti che albergano nella soave anima femminile. La Donna appaga questo bi-lj sogno, e non v'è famiglia italiana che non avrà nel suo salotto questa splendida Rivista illustrata dove tutte le espressioni della femminilità sono trattate : dalle forme intellettuali come teatro, letteratura, musica, ecc., alle estrinsecazioni della vita quotidiana, come la casa, la cucina, i bimbi, i consigli d'igiene e di toeletta, alle espressioni più belle della vita mondana, feste di beneficenza, balli, matrimoni, ecc.

La Donna pubblicherà inoltre i figurini di

mode che vengono raccolti dal più apprezzato dei periodici del genere, Femina.

L'abbonamento a questa ricca, interessante, splendida pubblicazione costa L. 10 annue per l'Italia, L. 18 per 1 estero.

Gli abbonamenti si ricevono presso l'amministra-zione del giornale « La Stampa », via Davide Ber- fi tolotti, n. 1, Torino.

" Qiovani f o o i - Tjallers , ,

Presentiamo ai lettori della Stampa Sportiva la 3a squadra della fiorente Società Genovese

« Genoa Cricket and Foot-Ball Club », la prima fondatasi in Italia, e la cui 1" squadra è orinai conosciuta nel mondo sportivo per le brillanti vittorie riportate che l'hanno resa da molti anni detentrice del campionato italiano di foot-ball.

La 3a squadra, di cui diamo la fotografia, è

composta tutta di giovani italiani inferiori ai j 17 anni, e si prepara a succedere degnamente ' alla 1» ed a continuare le gloriose tradizioni di questa, benché nessuno dei suoi componenti co-nosca il giuoco da più di due anni.

Intanto essa ha già ottenuto, l'anno scorso, il 3 campionato genovese di 3° squadre, ha già bat- • tuto parecchie volte la 2a squadra, tutt'altro che

debole, dell'« Andrea Doria » di Genova ; nelle 1

frequenti gare che hanno luogo colle squadre- | allievi di Genova, essa non ha ancora conosciuta j la sconfitta; ed infine ha avuta la soddisfazione 1 di rimanere tre volte a pari merito contro tri Par cosa d'ieri, scriveva giorni addietro un

collega del Corriere, e sono dieci anni che l'isti-tuzione del Touring Club Italiano fu ideata e tradotta in fatto; mai in tanto breve tempo l'Italia nostra vide prosperare così fra le univer-sali simpatie, una istituzione come questa, che fa appello alle sole qualità fondamentali di ogni in-dividuo, l'energia della tempra e la vigoria del

pensiero. Sotto la biin-& d i e r a del Touring in dieci yyÉlIiliBliPs^ anni sono accorsi da ogni Zapp;- terra italiana cinquanta-nniW . f S m i l a volonterosi ai quali ''ìiB* . - " ¿ a g l S f c / f ^ tutti è destinata ora dalla I p H • yfSS&l&K. ¡¡|i| Direzione generale una • fing- 0 1 geniale medaglia,

appo-g appo-g i S B ; - ^ sitamente modellata. La B ® ii}/ testa bella, espressiva di W ' " j B f ^ y un giovane atleta, dal

v j i ^ i J ^ collo taurino, rivela e sin-i"™"^ tetizza, nella saldezza dei

La medaglia lineamenti e nell'occhio, commemorativa del T. O. I. che guarda lontano, tutto

il vigore di vita e la coscienza di ampio avvenire che animano il Tou-ring, il cui motto vi et mente è espresso nel lambello che incornicia lievemente il resto della medaglia, avente nel campo a sinistra la sigla sociale. Nel verso sorge e campeggia vigorosa una pianta, dal tronco robusto e slanciato, allar-gante i rami frondosi e ricchi di frutti. Nel campo, ai lati del saldo tronco vitale, la leggenda dice che il Touring Club Italiano — ricorda a

cin-quantamila soci — il compiuto decennio della sua utile e gagliarda vita.

Questa medaglia, in graziosa forma di ciondolo, è felicemente simbolica; ricorda nel bronzo tutta la giovinezza promettente della simpatica isti-tuzione, ed è stata offerta dal comm. Jonhson.

Dal nostro corrispondente milanese appren-diamo che vennero spedite dapprima le medaglie destinate ai consoli e capi consoli, dando la pre-cedenza, com'era naturale, a quelli residenti nei grandi centri.

Contemporaneamente si è iniziata la spedizione delle medaglie ai soci: Ab Jove principium, dice-vano i nostri padri latini, ed il Touring ha prin-cipiato dalla capitale: a tutti i soci residenti in Roma infatti la medaglia commemorativa venne spedita già da qualche tempo; in seguito si iniziò il Piemonte che — all'infuori di qualche provincia — venne quasi esaurito; ed ora, mentre si

con-un ampio tappeto turco; dai panieri sventrati esce la colazione. — Una mezz'ora d'opo, sigarette, sigari, pipe mandano incenso al cielo. — Noi, sdraiati sull'erba, facciamo progetti per cacciare fra tre mesi il leone nel deserto di Sahara.

Gli albanesi vogliono provare i nostri fucili. Bersaglio : le bottiglie vuote. — Non una riesce a salvarsi.

Quatti-' ore dopo mezzodì torniamo a bordi». I marinai, che ci sapevano a caccia, ci attendono al barcarizzo per vedere cosa portiamo.

Il cinghiale viene portato a bordo da due ma-rinai sardi, fra gridi di gioia. —• Povera vittima! La carne per noi; gli intestini e la pelle per i pesci: le zampe per farne manicai di tagliacarte, le zanne per mio padre e per mia madre... le setole per il portinaio della mia vecchia casa, ove son nato; per il mio portinaio che fa, « cela va sans dire », il ciabattino. v. f. b.

vita del

Touring C. I.

tinua il Piemonte e qualche altra regione, si è intrapresa la spedizione ai soci di Milano.

I festeggiamenti per il decennio del T. C. I., rimandati nello scorso novembre al prossimo maggio, sono stati fissati definitivamente per la metà dello stesso mese, con una solennità ed una grandiosità senza precedenti. Essi comprende-ranno un importantissimo Congresso, nel quale le più illustri competenze

tratteranno temi di in-teresse vitalissimo e ge-nerale, come ad esempio, lo studio dei trasporti in materia di turismo; le ferrovie e le facilitazioni di viaggio; i combustibili e le essenze nei rispetti dell'automobilismo e del-l'economia nazionale; mo-dificazioni al sistema tri-butario per le biciclette.

Nella stessa domenica avrà luogo un grande convegno turistico, con

adunata nazionale dei volontari ciclisti, gare di tiro collettivo e concorso di praticità ciclo-automobili-stica al nuovo Poligono di Boldenasco, che verià inaugurato ufficialmente in quella occasione ; una

La medaglia regalata dal comm. Jonhson

Strìe HANINIER „ PERRY „ CITO „

(8)

# l a s t a m p a \ s p o b t i v a

1/ • } . ; ; : " ' '

Il B i l a n c i o ¡sportivo d e l

Il ciclismo, tanto fiorente all'estero, è quasi com-pletamente decaduto in Italia; e non è la man-canza di passione per questo genere di sport da parte del pubblico che lo fece decadere; ma la mancanza di corridori.

Le società organizzatrici presto abbandona-rono i loro velodromi; le riunioni si fecero più rare.

Il nucleo dei corridori fu meno numeroso ed invano da qualcuno fu tentato di rialzare le sorti del ciclismo.

Valga a provare quanto asserisco l'esempio da-toci dalla città di Torino. Si tentò in questa città, tanto appassionata per lo sport, di riabilitare il ciclismo. Un' vecchio velodromo venne rifatto, si diedero corse e si fece

fiasco, per penuria di concorrenti. Sarebbe stato necessario per ottenere un successo far venire dall'estero quasi tutti i corrido-ri ; cosa quasi impos-sibile, date le enormi spese che incontre-rebbero gli organiz-zatori.

Dunque se il cicli-smo in Italia decade non è per mancanza di corse, ma per man-canza di corridori, perciò invito la gio-ventù forte e volon-terosa a dedicarsi al ciclismo e a lavorare con seriet-i, e non lasciar morire intem-pestivamente questo genere di sport che seppe sollevare entu-siasmi folli e far fre-mere migliaia e mi-gliaia di persone.

Pietro Bixio è il fortunato vincitore del Xo Campionato

Italiano di velocità. E' il più vecchio dei corridori italiani che siano a n c o r a sulla breccia, e di questi è ancora il più forte.

Quest'anno in Italia vinse sempre, ma all'estero non ebbe fortuna e fece una cattiva tournée.

Bixio è ancora l'unico degli sprinters italiani sul quale si possa fare oggi affidamento; ma se è vero quanto si vocifera, e cioè che il forte ge-novese abbandoni la pista, non saprei chi prono-sticare campione d'Italia pel 1905; sarà neces-sario attendere il risultato delle prime riunioni per vedere se Gardellin potrà avere ragione di Gl'anaglifi, Diana, Del Rosso e Messori.

Ad ogni modo, io mi auguro che quanto si voci-fera non sia vero, per por-ter assispor-tere alla lotta del Jaquelin d'Italia, coi sopra nominati corridori, e ve-dere se tanta gioventù si farà ancora battere da chi frequenta le piste da un-dici anni. Al vecchio e glo-rioso campione i migliori augurii.

Giosuè Giuppone è il campione Italiano di re-sistenza; e come s t a y e r Giuppone ha un certo va-lore. Segue la motocicletta allenatrice con un coraggio ed un'energia che mera-vigliano ; la sua pedalata è elastica e potente al tempo stesso, e la sua partenza è delle più veloci. Tutto ciò contribuì a renderlo in Italia invincibile in questi ultimi due anni, ed infatti egli trionfava in tutte le corse di fondo che si fecero, comprese le gare di Campionato Italiano e nel match contro Tonny Hai, Ponzio, Brusoni. E' pure detentore del record Italiano dell'ora, km. 72. 180 m., e dei 100 km. in ore 1.22'. Nella stagione che sta per cominciare, dato il nuovo regolamento che proibisce le mo-tociclette pesanti come macchine allenatrici, e ammette solo le motociclette inferiori ai 70 kg., Giupporfe troverà in Gerii un avversario temibi-lissimo e capace di togliergli il primato.

Brusoni di Bergamo.

E. Pampuri.

La Stampa Sportiva diede a suo tempo i più minuti particolari di tutti i grandi cimenti che si susseguirono nel passato anno. Oggi, salutando il 1905, ricorda ai suoi lettori la f amiglia dei cam-pioni che onorano lo sport italiano, riunendo in questo primo numero le loro fotografie. Alle foto-grafie aggiungiamo interessanti note che un gio-vane e distinto sport man, che cela il suo nome col pseudonimo di Italo, ci ha gentilmente rimesse cogli augurii di fine d'anno. N. d. B.

Automobilismo e Motorismo.

JLancia, Giappone e Monasterolo

e Giuppone. Di quest'ultimo non è pi i audace, ma più temerario, temerarietà che gli è data dalla grande passione che ha per le corse moto-ciclistiche. Quando è in corsa non ha che un solo pensiero, quello di arrivare primo ; e, senza indugi spingendo sempre la sua potentissima mac-china a tutta velocità. Neil' ultima riunione di Padova dove in corsa raggiunse una media di

Dell'automobilismo il campione fu Lancia. E chi non conosce questo simpatico ehauffeur pieno di audacia e di ardire ? Tutti lo conoscono e tutti sanno che all'abilità ed al coraggio unisce una calma più unica che rara, dote questa che contribuì non poco alle sue vittorie. Oso dirlo senza tema di smentita che Lancia è il migliore dei ehauffeur italiani, e di questi, è quello che conta al suo attivo le vittorie più importanti.

Quest' an-no, d o p o aver tatto una corsa lodevolis-sima nella G o r d o n B e n n e t t vinceva la Susa-Mon-cenisio; e nel g r a n ni e e t i u g di Brescia trionfava su cani-pioni este-ri di indi-scusso valore , a r -r i v a n d o s p l e n d i -damente primo del-la sua ca-tegoria. L a n c i a Bixio di Genova. c o r r e d a parecchi anni, ed ha sempre guidato le impareggiabili mac-chine Fiat, portandole quasi sempre alla vittoria. Il miglior augurio per il nuovo anno che si possa fare a questo modesto quanto ¿valente corridore, è di trionfare nella prossima Gordon Bennett.

Giosuè Giuppone, e Dionigi di Monasterolo fu-rono i campioni del motorismo.

Giuppone corre in motocicletta da tre anni, fu uno dei primi in questo genere di sport, e si di-stinse subito per la sua audacia che rasenta quasi sempre la temerarietà. Intelligentissimo in ma-teria motoristica, conosce

a perfezione la parte tec-nica della macchina e le macchine da lui preparate e guidate non conobbero mai la pan ne ; e chi cono-sce le difficoltà che presen-tano le macchine leggiere (tipo di macchina colla quale corre Giuppone) sa-prà maggiormente apprez-zare quelle doti che fecero di quest'ottimo giovane il migliore dei motoristi ita-liani.

Conta al suo attivo vit-torie importantissime e quest'anno trionfò nel

cam-pionato d'Italia di velocità Marchelli. (macchine leggiere), nel

Campionato d'Italia di resistenza 100 Km. (mac-chine leggiere), e nel meeting di Padova. Nel nuovo anno correrà anche all'estero, e le vittorie non gli mancheranno certamente. I campioni d'oltre Alpe troveranno in lui un avversario temi-bilissimo.

Il Monasterolo è giovanissimo in tali cimenti, e da persona accorta, scelse tanto per cominciare la macchina pesante, tipo che presenta maggior difficoltà di guida; ma che in compenso è assai più facile regolare. Nella prossima stagione cor-rerà con motocicletta leggiera, e gli impresarii del Motovelodromo ci daranno certo lo spettacolo interessantissimo di un maeth fra il Monasterolo

G. Gerbi di Asti.

124 km. all'ora, si sentì portare via le gambe di sulle staffe, e la strada non era per lui che una lunga e stretta striscia bianca tanta era la velocit i; ma con tutto ciò non cedette, non esitò; e deciso o a vincere o a saltare per aria, non rallentò un solo istante; vinse, e non solo; ma colla vittoria si appropriò un record mondiale che difficilmente sarà battuto : i dieci km. in 4'.53" 2[5.

A questa brillantissima vittoria unisce quella nel Campionato Italiano di velocità per macchine pesanti. E' anche un ottimo allenatore.

F. Muggiani.

Tanto è coraggioso, altrettanto è modesto, dote questa che non guasta mai, e che lo rende il be-niamino del pubblico e dei camerati. Il suo nome brilla ora nel libro d'oro dei Campioni d'Italia e dei recordmen del mondo.

Ciclismo-Bixio - Giappone - Gerbi e Brnsoni

Quattro sono i campioni del ciclismo Bixio, Giup-pone, Gerbi e Brusoni. I primi due sono i cam-pioni della pista, gli altri sono gli eroi di quelle lunghissime e faticosissime corse su strada che tanta voga presero in questi ultimi tempi in Italia.

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Scherma e canottaggio.

Giuppone, allenato da Clément.

finitivamente a Pisa vincendo il campionato Ita-taliano schif senior, e battendo di parecchie lun-ghezze l'energico milanese Saccbini. L'Umberto fu già campione d'Italia nel 1898, e degna d'es-sere ricordata è la lotta terribile che sostenne in quel medesimo anno nella gara di Campionato Europeo, contro l'invincibile belga Delamplanche. Grande e slanciato di persona é dotato di una musculatura secca e nervosa come quella di un arabo, di una forza e resistenza non comuni, che non solo come tiratore, ma anche come inse-gnante. Tralascio di enumerare le sue vittorie perchè troppo note ; ed auguro a questo instan-cabile lavoratore quella fortuna che le sue doti morali e artistiche meritano.

Amilchere Pieroni, è da qualche anno alla testa dei dilettanti italiani, conosce a perfezione i se-greti dell'arte schermistica che coltivò e coltiva con tanta passione. Plastico nella guardia, fine e velocissimo nei movimenti, desta l'ammirazione nel pubblico e l'entusiasmo nei conoscitori. Il suo giuoco è semplice, ma bello e potente, la sua pa-rafa è ricca e sicura.

Gerbi, che è il migliore dei routiers italiani, naufragò quest'anno nel mare delle disgrazie. Nella Paris-Roubaix è vittima di un raffreddore che lo obbliga a rinunciare alla gara ; nella Mi-lano-Genova, " sono le gomme che lo lasciano per strada. Ma non si scoraggia, anzi continua tena-cemente ad allenarsi; riparte per Parigi a fine di partecipare alla Bordeaux-Parigi, ma per inci-denti di macchina, non riesce che a piazzarsi de-cimo. Non si dà ancora per vinto, lavora con as-siduità e diligenza; parte nel giro di Francia spe-rando in una rivincita completa. Fa una corsa me-ravigliosa durante la prima tappa, piazzandosi secondo; nella seconda tappa eccolo nuovamente vittima, e questa volta di che cosa 1 Di teppisti che lo bastonano, obbligandolo ad abbando-nare

Demoralizzato, avvilito, ritorna in Italia, parte-cipa ai 600 km. senza miglior fortuna. Il forte asti-giano che da parecchi era anni invincibile in corse

risultato della gara poteva cambiare. Gerbi non sarebbe forse riuscito a battere in velocità Bru-soni, ma certo Ghirardelli ; per tal modo la gara che era stata sempre emozionantissima e che lasciava prevedere una fine più emozionante an-cora, perdette di molto il suo interesse.

Nel secondo anno il percorso fu di km. 600. Ros-signoli ne fu il vincitore, e ciò causa uno sbaglio imperdonabile di Gerbi. Costui, per eliminare il suo più temibile avversario Brusoni, mantenne per i primi 250 km. un passo indiavolato. Il ri-sultato fu il seguente : Brusoni eliminato dopo 200 km., Gerbi, in testa con vantaggio di un'ora sul Rossignoli secondo, (che a sua volta ne ha 5 di vantaggio sul terzo), cade sfinito per lo sforzo fatto a 240 kilom. dal traguardo e R o s s i -gnoli, che aveva cor-so b e n e , trovatosi solo pur non essen-do d e l l a f o r z a dei suoi com-p e t i t o r i arriva pri-m o con cinque ore di vantag-gio sul se-condo. Questo a n n o la gara pre-sentò po-chissima l o t t a es-s e n d o stati eli-ini n a t i G e r b i e Rossigno-li per gua-sti di mac-chi n a; il B r u s o n i di mol to superiore

agli altri concorrenti vinse senza scomporsi. Brusonj corre da moltissimi anni ; fu il migliore dei dilettanti italiani, dopo l'invincibile Aghemio, e passato alla categoria professionisti non gli mancarono allori.

Infettissimo di forme, ha una costituzione di un piccolo atleta, ed è bello in macchina, perchè è correttissimo anche nello sforzo

su-premo. La sua pedalata è elasticissima ; il suo stile è impressionante. Peccato che la passione per le corse di fondo l'abbia distolto dalle corse di velocità dove tanto si distinse.

Bina di Savona.

I campioni della corsa a piedi di resistenza 1° Volpati 2° Civetti 3° Ferri 4" Negro.

Non si può parlare di Enrico Brusoni, senza parlare della Gran Corsa Nazionale dei 600 km., gara che si disputa solo da tre anni, e che per ben due volte fu da lui vinta.

Questa è forse la gara ciclistica più importante che si disputi in Italia. Il primo anno il percorso non fu di 600 km. ma solo di 540. Brusoni ne fu il vincitore avendo battuto nella volata finale

Beccaria, Muller, Buni. Durante gli ultimi chilo-metri furono eliminati dal gruppo di testa Ghi-rardelli e Gerbi; fu un vero peccato, e forse il

Ed eccoci arrivati' agli sport clas-sici : scherma e canottaggio.

Della scherma i campioni sono Luigi Colombetti, per la categoria maestri, e Amilcare Pieroni per la categoria dilettanti.

Luigi Colombetti è il maestro che maggiormente si distinse. Tiratore correttissimo, efficace ed astuto, ha un giuoco potente e bello; tanto potente da sconcertare chiunque, e tanto bello da non invidiare quello di nessuno. Innamoratissimo dell'arte sua, lavora con passione ed i progressi che fa sono continui e grandi, e non solo lavora, ma fa lavorare i suoi allievi il più pos-sibile, e in essi sa infondere la pas-sione per questo nobile sport, dove tutto agisce, tutto lavora.

Colombetti se continua di questo passo concen-trerà su se stesso tutto il mondo schermistico, e

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Torretta Gaspare di Milano.

Il Pieroni vinse quest' anno tutti i tornei ai quali partecipò; e degni di menzione sono le sue recenti vittorie di Cuneo e Bergamo. Passerà presto alla categoria dei maestri, ed in unione a Vegri, che già passò a questa categoria, aumen-terà quella gloriosa schiera di campioni nella quale brillano fulgidissimi, Agesilao Greco, Atos di S. Malato, Pini, Conte, Pecoraro, Sartori, ecc., ecc.

Lo sport del remo ci diede quest'anno un fortis-simo skfista nella persona di (Sabaudo) Umberto. ^Vincitore a Pavia e Firenze, prima, trionfò'de-su strada, che aveva portato in esse la rivoluzione,

distaccando tutti i concorrenti ed arrivando coti vantaggi enormi, abbandona la strada per dedi-carsi alla pista. Ma quando la sfortuna perseguita, tutte le energie, tutte le fibre, anche le più forti, devono finire per cedere. E così fu per il disgra-ziato Gerbi, al quale la pista non fu più benigna della strada in quest'ultimo anno.

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La lotta che quest' imbarcazione sostenne con-tro quella di Livorno nella gara di Campionato d'Italia fu delle più emozionanti; il percorso fu fatto bordo a bordo dalla partenza fino al tra-guardo, e se Bataplan con un ultimo sforzo ebbe ragione dell'avversario, lo deve alla calma olim-pica ed alla tattica impareggiabile del suo capo-voga.

A Parigi nelle gare di Campionato Europeo corse bene e si piazzò terzo dietro Grand e Sois-sons. Bataplan correrà ancora quest'anno ; se mi-gliorerà V assieme sarà Voutsider del Campionato Europeo del 1905.

Podismo e Nuoto,

Lo sport degli umili ci riconfermò quest'anno i campioni vecchi ; Mautero per il nuoto, Torretta per la corsa veloce, Ferri di Bologna per le corse di fondo, e Emilio Bina per la marcia.

Dei rari nantes in gurgite vasto, Mautero tiene il primo posto. È nato a Cornigliano, vicino a Ge-nova, a pochi passi dalla riva del mare. Nuota-tore abilissimo e fortissimo, ha un metodo di nuotare tutto suo particolare. Nuota come si suol dire alla marinara, ma colla faccia nell'acqua re-spirando a tratti. Se la corsa è breve la fa tutta di un flato, se invece è lunga, in due o tre riprese, riposandosi a tratti per poi ripartire colla foga primitiva. Vinse quasi tutte le gare a cui prese parte ; Semorile, Eossi, Perlo, dovettero abbas-sare bandiera.

Quest'anno essendo soldato non partecipò a gare, prese solamente parte al campionato mili-tare a Spezia, gara che aumentò il numero delle sue brillanti vittorie. Sarebbe interessante un

macht tra il Mautero e l'Albertini di Pavia, e da

appassionato, mi auguro di poter assistere presto ad una lotta così interessante, lotta che porrebbe fine alle diverse opinioni che vi sono intorno a questi due fortissimi nuotatori. Chi vivrà vedrà; forse il 1905 ci darà questa soddisfazione.

Gaspare Torretta, da più anni campione di corsa veloce, è un bel giovinotto, pieno di forza ed energia. Atleta, ginnasta, saltatore, è uno spe-cialista della corsa veloce, ed in Italia nessuno gli è superiore. Tinse tutte le corse alle quali prese parte, e conta al suo attivo tre campionati d'Italia. La sua partenza in corsa è fulminea, il suo stile impressionante. Il Torretta è giovanis-simo e lo Sport Pedestre Italiano lia fondato giustamente su di lui tutte le sue speranze.

Ferri, vincitore del giro di Milano è recordman Italiano dell'ora con km. 17,439 ('?). Ferri è il corridore più forte di fondo che abbia l'Italia. Fu il primo rivale di Volpati, e dopo averlo vinto più volte, batteva anche il record italiano di quest'ultimo. Sviluppatissimo di torace, ha un passo leggiero e veloee, e data la sua costanza nell'allenamento, sarà facile per il Ferri acquistare in questo nuovo anno qualche nuovo record, o qualche vittoria importantissima, come ad esempio la Maratona di Parigi, corsa per la quale ha già cominciato un serio lavoro di preparazione ed alla quale parteciperà certamente.

unite alla sua tenacia e buona volontà, lo resero subito celebre.

La sua vogata è semplice e potente ; fu un vero peccato che questo fortissimo campione, a causa del vento che sollevò l'onda, non abbia potuto difendere a Parigi nelle gare di campio-nato europeo la sua chance contro i campioni esteri.

Nella prossima stagione, se gli studi glie lo per-metteranno (e giova ricordare che mentre

col-Anche la marcia ha un forte campione nel Bina, che seppe in un'ora pedibws calcantibus e al passo percorrere la bellezza di km. 11,656. Questa ottima performance, che difficilmente verrà supe- / rata, portò il Bina al primo posto dei marciatori

Il Conte di Monaslerolo. Jtl W'i <•

Otiti, e M « « ì i « v n

tiva con tanto amore lo sport del remo, è anche un diligentissimo studente di chimica e farmacia) correrà ancora, e se qualche nuovo astro d'oltre Alpe non sorgerà sull'orizzonte, Umberto aggiun-gerà il suo nome in quella lista gloriosa dei campioni europei.

Nelle gare di Pavia, Firenze e Pisa si distinse pure moltissimo l'otto Bataplan della Cerea. Pri-mo, a Pavia, secondo a Firenze per pochi centi-metri, dopo una lotta omerica, trionfava a Pisa nella gara di Campionato d'Italia, vincendo la coppa del Ee. E' formato da un elemento ottimo :

Caspone capo voga, Bassignano, Cagliassi, Marro, Forni, Colli, Bossi, Marchetti, tutti fortissimi

vo-gatori di punta, già conosciuti per aver formato altri equipaggi e per aver vinto numerosi primi premi.

Atletica - Lotta.

Fra i lottatori italiani continua a tenere il primo posto il milanese Castelli. Dell'atletica i campioni sono l'ing. Gamba e il sig. Muggiani. Il 3* campionato atletico italiano venne quest'anno organizzato dalla società « La Polisportiva Po ». Nella gara di prima classe (sollevamento pesi) il Muggiani riuscì classificato il primo ; secondo fu l'ing. Gamba del Club Audace di Torino.

Italo.

italiani, posto che nel prossimo anno, data la suai buona volontà e la sua costanza, saprà certa-mente conservare.

Il maestro Colombetti.

La ll

a

Esposizione Internazionale d'

I> I TORINO (21 Gennaio — 6 Febbraio 1905)

Scomparso dalla cronaca e dai discorsi giorna-lieri del mondo sportivo internazionale il classico Salone Automobilistico di Parigi, è più facile condurre l'attenzione dei nostri lettori sull'Espo-sizione Automobilistica che da tempo si prepara a Torino e che col gennaio entra nel periodo più attivo della sua preparazione.

E' logico battezzare il Salon di Torino il great

event, il clou del movimento automobilistico

ita-liano, ma la sua importanza non viene pel solo fatto che è unico e quindi anche primo, ma spe-cialmente dalla rapida e brillante sua affer-mazione.

Non era che un timido tentativo l'anno scorso questa Esposizione annuale automobilistica, ed è già una cosa ammessa, accettata, nell'anno suc-cessivo.

Fu una rivelazione per molti l'anno passato l'importante movimento automobilistico italiano, di cui il Salon era l'indice apparente e visibile, è già ora una data attesa con impazienza dal pubblico e a cui si preparano con premurosa cura e vigile interesse tutte le nostre fabbriche e tutti i nostri rappresentanti.

Tutto questo, più che il premio insperato a una iniziativa che veniva a colmare una lacuna e un bisogno, ò la risultante della meravigliosa forza di espansione e di progresso che racchiude in sè quella meravigliosa macchina che è l'auto-mobile, a giusto titolo chiamata la più geniale sintesi delle conquiste del genio umano.

* *

E così nella ospitale Torino sono convitati per la seconda volta tutti i pionieri dell'invincibile veicolo dell'avvenire, e ancora una volta le gal-lerie del Palazzo delle Belle Arti al Valentino si schiuderanno colla fine del gennaio a questa festa

del lavoro e dell'eleganza, a cui sono convitati quanti sportsmen ha l'Italia e quanti seguono con intelligenza le brillanti affermazioni della modernità e del progresso.

« » *

Al primo appello del solerte Comitato promo-tore hanno già risposto unanimi i costruttori e i rappresentanti delle più note marche italiane ed estere di vetture, di motociclette e di canotti, in modo che è già facile supporre che sarà pure favorevolmente accolto il secondo invito che presto sarà fatto al pubblico, di venire ad am-mirare tutte quelle innovazioni e quei migliora-menti che un anno di vita e di esperimigliora-menti hanno suggerito all'industria automobilistica.

E si potranno così ammirare, alla distanza di un mese, tutte quelle particolarità e attrattive che davano interesse alla recente mostra parigina, coll'aggiunta di un buon numero di mostre, spe-cialmente italiane, come la Itala, la Bapid, la

Ziist, che, per brevità di tempo, non poterono

concorrere al Salon francese.

Sarà quindi un giudizio migliore e più com-pleto, che i visitatori della Mostra torinese po-tranno formarsi sul movimento automobilistico, specialmente italiano, e ci lusinghiamo che i confronti di fatto confortino quella compiacenza che noi proviamo ora consultando l'elenco degli inscritti.

Le migliori marche estere, che già erano tra le concorrenti l'anno scorso, non mancano quest'anno. Oldmobile, Rochet Schneider, De Dion Bouton, Eenault, Bayard Clément, Panliard, Mercedes, Peugeot, Darracq, De Dietrich, Hurtu.

In più si sono aggiunte altre nuove, come la

Pope Toledo (americana), la Opel e la Neue Allgemeine (tedesche). Ma dove la variante è

si-gnificante è nelle fabbriche nazionali.

Como l'anno scorso vi saranno la Fiat, la Isotta

Fraschinì, la Florentia, la Taurinia, e in più la Itala, la Bapid, la Ziist, la Società veneta di Barche Automobili, la Ceirano junior, la Bianchi

e forse la Marchand.

E di questo rapido ascendere dell'industria nazionale noi ci compiaciamo profondamente come di sintomo sicuro e confortante del risveglio industriale ed economico del nostro paese.

* * *

Solo nel numero prossimo noi saremo in grado di dare l'elenco preciso degli inscritti, chiuden-dosi le iscrizioni col 31 dicembre 1904.

Possiamo però dire fin d'ora che il numero e il valore degli inscritti supererà quello dell'anno scorso, e la riuscita di questa seconda Mostra ef così ormai certa e sicura.

Il giorno 4 gennaio, alle ore 14, tutti gli Espo-sitori inscritti sono convocati nei locali dell'Espo-sizione al Valentino, per l'assegnazione degli spazi, e chi non può intervenire, dovrà farsi rap-presentare o fare delega al Comitato, poiché la distribuzione rimarrà definitiva.

I lavori di addobbo potranno incominciare dal giorno 5 o il 21 mattina, alle ore 10, come an-nunciato, l'Esposizione torinese sarà infallante-mente inaugurata.

All'inaugurazione sarà invitato S. M. il Re, i Beali Principi e le Principesse, il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri dell'Agricol-tura, Lavori Pubblici e della Guerra; nonché tutti i Presidenti dei Clubs automobilistici italiani ed esteri, la Stampa straniera e nazionale, e tutte le personalità cittadine e del mondo sportivo. italiano.

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