EPISTOLA A
FILIPPO DÈ BONI
TRADUTORE
DELL'OPERA DI
RENNAN DI A.G.S.
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EPISTOLA
FILIPPO DÈ BONI
TRADUTORE DELL'OPERA
DIRENNA
N
DI
AGGIUNTOVI DISCORSO DI
NAPOLEONE
I. ILGRANDE
Frustra parat opea, quiveria animi boni»vacat, aolaanimi bona nonsuntviolentia ob-
Cicer. ùpoph.
VENEZIA,
TIP.TONDELLI,
A 8PESE DI A. G. SPINELLI. I.MPR.4863.
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fi'Autore «iti«rba il diritto di proprietà.
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Etliiilo
Signor Giuseppe Blneftl
hi provadellafedeche senzatrepidareionutro,facciopub- blicaa voi dedicandola quest' Epistola.
A
Voi che benignissì-mo
spontaneo trovai per l'amore del vero e dell'equo.Se
avessi tuli9orain pubblicazione ilmio
Periodico V Osscrvator Veneziano,lesuecolonne avrebber contenutalalode avoicon- degnae T opera medesima.Ma
se solo mecenate prontissimo quanto contuttariserbatezza nobileiovitrovaiunico,m'è d'uopo escogitardueeventicheprecedettero lapubblicazionecontempo- ranea delmio dramma
(*) che offertolo in dedica al signor conte A. P.pellaterza fiatariprodottomi rispettoso qualser- vonell'entrata,m'
ebbibassorifiuto,edallaschedina di Asso- ciazione,non
dame
offerta,per usa copia, segnavasi,mentre
il Sig.A.G. dieci in
una
accettava.Voi
prontissimo nobil-mente
aderistespontaneo, di Voila mia gratitudine dovutavi mentreIddio veneaccerta il centoper uno,e l'estimazionedi(*) Orgoglio e Tirannide.
A. G.
S.Digitizedby
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PROEMIO
Avrei potuto
accompagnar
questamia
debolequanto mot- teggiatile epistola diopportunenoteattenendomialleinesaura- bili fonti teologiche deiluminaridella cattolica Chiesa,eper alcunicitarne diFrancia,basterebbeun
NicolòJamin
co suoi eruditissimi pensieri.1fanciulli edipazzi,ancosemaligna- mente
agiscono, denno essere trattaticonmodi
opposti,ma
perù senza sdegno eserietà,
non
quindi né Bossuet oFenelon o tant'altì'idellaFrancia medesima
illustripertalenti eper
opereepercarità evangelica, io citoNapoleone I. tiGrande
eper
cuiManzoni promemorato
nelsuo 5maggio
scriveva Bellaimmortai
beneficaFede,ai trionfi avvezza, Scrivi
ancor
questo, allegratiChe
piti superba altezza Al disonor del GolgotaGiammai non
si piegò.Manzoni quando
scriveva quest' ode, ignorava che avea detto quelgrande,uè misui-ato ilmartirio cheelettinon
pos- sonoprovare,perchènon
maritie non padri}etantepenne che sioccuparonodottepellavitadilui,nessunofece
menzione
sup-ponendo
ilcruccioso silenzio diquell'immortale chegloria edo-nore
gli tributerannolegenerazioni. Cattolico e credentedi- cendoin pensierireligiosi.»
Che non
fu dettomai anzi
nè dopo.Quindi
più riputabilmenleallamia,
Epistolaèconvenienteuna
tale sacra sublimità chesorpnnde
ildottore Idnovilàdei originalmentepensieriespressidimaggiori sublimami
doloro stessi,lepiùsomme
verità dimostrantie interamenteilbuon
cattolico istruendoeV
avversoconvincono.Digitizedby
S*un aimil mal addetto ètragliBoni, Uual dè Boni sarà il mal addetto?
Epigrafe min.
fffei tu quel Boui Io schicrcato Prete, ,
Il
Don
Filippo apostatadi Piero?.Oh
qualunqua tusia,iovoglioun
poco Trescarelecoe colmio
debil ritmo.E
se quello tusei,seiGanno
doppio.Lograr la
mente
su lue ciancie insulse Sarebbe vano, c confutarmenzogne
Più
stolte chesataniche d'assai.Che
più d'orror, risvegliano pietade.—
Dimmelo
per l'amordi tuasapienzaCh'é
in te di ogniamor, èamor
maggiore,S
àisacra,dimmi
la carità patria,Chi
dellollae seguimaggiordi Cristo Divinamente?... Eisolsegnolla airuomo
Nella purezza disuaperfezione,
E
tuqualenehaidi più perfetta,Quale
ne aggiugnituniegandoilvero?E
tu impostormortai, più fattoe arditoTi
vanteraidellatua patria degno?—
Sull'opra tua famosa, eretta edequa, Sultuo strami-ho
non rammenti dunque Quanto
scrivestibellamenteallora?(i)(1) Capo19,p.84 »Ilverboimmortale delperfezionameutoche Dio
•criiaeneUa mentee nelcuoredei popoli. »AlCapo20,p.93.« IVI Cri- stianesimorivelatasilapacoladiscesa fragliuominie scritta inogni eu«»re
1'indefinitoe progressivo sviluppamelo(fetta verità confidato ali» na- zioni eie.
Ed
aicapoultimo chiudendolamedesimaopera sull'ultimapa- gina:(204)u tusemprevicario diCristocolonnareligiosa e civile dell'Eu- ropae delmondo etc. «K
Cristo saràin Italia visibile dalCampidoglio.EdizionediMilano nel 1818.
Sci quindi nato monlilorperenne
» Sottoalvessillo delniun
Dio
raccolto?Talmudisti, Fozian, setlarj, alci
E
«fucili pur<rognipiù strano cullo Politeisti,che diran delsommo
Negatore diCristo,ilgran
De
BoniAbate Don
Filippo,che aS. Pietro Fecele fusa enediviene mostro?...—
Ma
qual fedegiuravial sacerdozio Abiurando(inDio
dépadri tuoi?Qnal
israelita o qualgiudeo falliloSenza
dell'incarnato tuo sapere, Ardi cotanto?— Tu
cristiano e prete Imparasti davver eh"ancoVinfamia Immortalefa Yuom,
purtradelitti.Quale
interesseo genioditenèbraTe
risospinseperstrappardall'araIl CristoRedentor? aspireresti
Con
tua sapienza sovraportestesso?E
con quale virtù,chenon
conosci.Che
sperieroe deipadri edellapatriaFar
divoun empio
gallo, etu peggioreSperi perteperlui delubroedara,
Ma
la crocenon
già, eh'ipari tuoiSono
piùZani eh'almartiriosacri»Innocentequal Socrate
non
sei Dell'apposta infrazion,non
hai Melilo,Né assumo
quila parte. SaggiaItalia Forseleggenon ha
per ituoi pari,Negando Emanuel
Dio, ne mettiun
aftro ? Olicome
tisi attaglia esclamazioneDel possente Asligian contro Volterò: Sei tu inventor o disventor del nulla?
Brama,
Confucio, Baal oMaometto
--
8—
Seguir tu vuoi,tu battezzato, ardisci
. Senzarossor chet'arroventi gotte.
Se
del gallo soltanto pubblicavi L'empio
concetto coir aspiro lolleTu
piùfollie si aggiugni colproemio?Se
dicessi Paspiro tuo soltantoPer
atterraril temporal potere, Saresti al pardiquel,che falsa carta Trafìicantegiocando, a luttidanno.Al popoloed al Sir,ei sidifese
Dicendo
chepelRege
eitrafficavaE
pel danno produr uè suoi nemici.—
li tuo scopo malignoe più scurile,
Roma non
fa cader,benmuovi
a ItaliaGuerra
?1suo Dioal popolo edaltrono.Se
potentisceilrati e dottisommi,
IVonsenzadimania
falli orgogliosiE
più di lesapuli,non
poterò Strappardal capolo spinoso serto DalletempiediCristo, eh'io confessoE
crederòmio
Redentor eDio,Se
dieciolto secoli ruotaro Sulle alideltempo, qualedotto, Settarioquale mai, odateista Potè prenderV amore
e viva fede Ch'il mortoCristoa tanti scaldò'1petto;Ed
iseguacidicotanti eroiChe
assailiamaron
ene seguir legesta Clrorasonpolve, quai riscaldan petti?...Tu mi
trova Veroe qualDivo
Cristo.Te,lucifero agghiaccia dagran
tempo
!—
Dimmi
ancor, tu saitanto! L'almalieni Immortai odisorcio, tum'
accertaQuand'in
noi entra e si diparteella^— 9 —
E
senaturasai scrutar cotanto,Dimmi
dovesi tracil suon molestoLa
zanzarasanguivora, di retroO
dalla trombasua semisonantc?E come
ilmar
da cuisi trae milioniSu
milioni di saiper iviventi,Né
diviendolce, ne mancavi mai, In oppostoalle slilleeh' egli esala Sulle falde dei monti, evannodesseAd
arricchir torrenti elìumie fonti.—
Facci un branco di pecore, lu incapo
Ne
diverrai ilpecoron primiero.La liamma
risplendente del VangeloChe
riluce dall'uno all'altro capo,Come
ilsol, chenon
luce perilciecoNé
pegli atei certo; epercodestiIl Divin fallo
uom,
quaggiù nonscese.Pria che apostata fossi, ericristiano Mentiviallora, tupiù adesso menti,
Onde
tuPippomio
fairilevareChe
fostiun
Arlechineti mantieni;Galantuomo
ilaliandistrugger tanto!11 suo
Nume,
l'aliar, popol, sovrano?Se
li dovessi 1 premio, a te darei0
perenne prigion, o*1manicomio Che
nonsodirli se più patto oreo.Una
lua schiccherala cerctana .Ve
cili anco Spinosa ed ilLebnizio Apostoli del ver,come
luadeptoCon
mille citazion eh'abbagliai! cerio1 pari luoi,noni Cristiani edotti.
Tu come
farmacia, checento vasiCon
antidoli varj per i morbi, Nessunguarisce, e ne rcndon pazienti.— io —
Se
attaccar vuoi glierror dichiè MinistroTu
filosofosommo
aspiri a torreI sacri
dommi,
pelmortale abuso?...—
Oh
quantial parditesomene
tali!Non
islupis™ iono,che traseguaci Di Lui,chenon
errò, sapientifattiBravi Giuda,tu l'emuli assai.
Quel V
Un
tradiva, etu tradisci tutti.Se
molti Simoniaci ne rinvieni,Tu
puoi apporgli,Vescovi virtuosi Dell'Oceania, che con nudi piediDi
nottetraV
orror, e ricalcandoLe
peste del leon o della tigre,Vanno
acompier mission dell'Uomo Dio,Il viatico recando
alfuom
che muore;Credimi Pippo
mio
pochiài seguaci.Oh
pochi sondi quelli forti spirtiChe
nella stanza loro silenziosi Escogitandoa Dio,oppur del nulla,Un
ronzared' insetto,odun romoro
Imprevvistogli scuole, estantementi;A
imperversardella tempesta, iltuono Quasi a dire rintrona nel Ior petto,Che menomo
o puerilhanno
lospirto.—
Saiperchè lascia ipari tuoi 1'Eterno?
Per
ridere di lor,che quai Titàni Farsi volendoscala sin al cielo, Travolgono cadendo quai Pigmei,E
tumio
Pippo,mi
dirai quai fondo.Una drama
di polve pariginaVuoi
che produca i'esplosion mondialeE
di seimilla anni 1'edifìcio DelFabbro
Eterno,tu che pur non sei Millesma parte Esiodo, e Trimegisto—
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—
41—
Non
dirmai
nel morircene Volter disse, Mantienti nel tuo culto eh' appalesi, Fattimaggior dellevirtù ch'insegniMi
sapraidir,ciòche farai dimane.Sbattezzati se puoi, più diSatana Avverso a Dio, dilavali la chterca
Come
Giulian col sanguedi neonato,E
peggiordi filler,Calvin, Zuinglio Abbracciauu
rito, epelsuonume
iissaUn nume
diRennan,
o la ragione, Quellaeh'in{rancia uccise isacerdoti, I templi chiuse, edatterrò la CroceRiponendo
Ragion, eh' eraBagascia Nuda, ele procession incensie preci Francia le dedicò, in legranPippo
Insieme conRennan,
entroicervelli S'impossessa di Voi,di leiben
degni!—
Italia bella serpi
non
produci Sottol'unica e chiara tua regione,Né
crotali simil, sorprenderdeiChe
produci figliastri siribelli Caldi allamadre
lor, più venenosiContro Iddio, controitempli, e della patria
Nemici
acerbi!Va
t'innalza tempioEd
allaschiatta eh' è crescente odierna, MostraliPippo
conRennan
insieme Fiancheggianti la gallica ragione Condegni figli, e numi, e sacerdoti.—
*
Ivi
1'spintisuperficialiveggono della somiglianza Ira ilCristo ei fondatori d'imperi, i conquistatori egli dèi delle altre religioni.Questa somiglianza
non
esiste; havvi ira la re- ligione cristiana equalsiasi altrareligioneladistanzadell'infinito»
Qualunque
altrosciorràla questiouccome
io lasciolgo, purch'egli abbiauna
vera conoscenzadellecose,una
vera spc- rienza degli uomini.»Chièdinoiche osservando conquellospirito d'analisi e di critica,chenoi abbiamo,idifferenticulti delle nazioni,
non
possa dire ai loro autori;»No,voinésiete dèi,nesieteagentidella divinità;no,che
non
avetemissioue verunadal Cielo; sietebeusi missionarii dellamenzogna. Voi
fostefabbricati dellostesso fango,ondeilfuronogli altri mortaliquanti essi sono;voi siete della stirpe e della famigliadelprimopadre.Tulle lepassioni,lutti ivizii
sono vostri
compagni
indivisibili; ciòètanto vero che ivizii furono con voi divinizzati. I vostri templi,i vostri sacerdoti annunzianoessipnrelavostra origine.La
vostra storiaèqiicl- degliinventorideldespotismo. Allorché esigestedai vostri sud- ditiquegli onori che non sonodovuticheaDio,eravate ispi- ralidaquell'orgoglioeh'è naturalecompagno
delpotere (l).(1) EccociòchediceSalomoneintornoalculto degli idoli: a La in- venzionedegliidoliè principiodifornicazione, eilloro ritrovamento fu1•
corruzionedella vita.Perocché questi daprincipionon furonoenonsaranno persempre. Conciossiachèlivanitadegù uominigì'introdusse nelmonio, eperciò* inbreve verràilloroesterminio.
Un
padre pienodiacerbodolo- resì feceilritrattod'unfigliuolo rapitoa lui repentinamente: e quello chealloramorìcomeuomoha cominciato adessoaonorarlo qnal Dio,etra ì suoi servitorigli assegnaeultoe sagrifizi. Indi coli*andare del tem^o prese piedelaprova consuetudine,eVerrorefuosservatoqual legge, eper ordinedei tirannionorali furonoisimulacri, tiquelliche gli nomininoli potevano onorare personalmente, pereti*»eranonsseuti, fattovenire da lun- gi illoro ritratto,esposeroinchiaraluceI'immaginedelre a cui voleva»n<>rendere onore,affitteditributargliiloroossequiicomesefossepresente.
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— i3 —
E
ceriouè lalibertà,nèla coscienza vi obbedironole prime;furono bensila villa, il bisogno el'amore del maraviglioso, T ignoranza elasuperstizionedieviIributaronoiprimiincensi.
» Talesarà il giudizio,ilgridodi coscienzadi qualunque interrogheràgii dèi oitempli delpaganesimo.
» Conoscerelaverità èun donodelCielo(1) e il carattere propriod'unospiritoeminente,
ma non
v'ha nessuno che non possanegar fedeallamenzogna,
essendochéciòch'éfalsoripu-gna
edépresto conosciuto.»
Mi
sidirà: uu'ondad'obbiezioni s'innalzacontinuamen- te contro la religionedi Cristo:il so.Ma
perchè non vengo-no
egualmente impugnate lealtre?Perchèognuno
che sia do-talo di
buon
sensolecrede falsesenza esitare. Igrandi uomi- nidellaGrecianon
ritenneromaiperveritàassoluta il pagane- simo, nè Pitagora, nèSocrate'néPlatone,nè Anassagora, nè Pericle.Questisiricreavanocoi raccontidelbuonOmero,
colle graziose invenzionidellamitologia,ma non
n'erano adoratori.» PerIocontrario, dopol'apparizionedelCristianesimo i
piùchiari ingegni ebberola fede,unafede viva,unalede pra- ticanei misteri enei
dogmi
dell*Evangelio;non
solamente Hossueta Fénélon, ed iunumerevolialtri chelo predicavano per professione;ma
Cartesio e Newton, Lebnizioe Paschal, Cornelioe Ratine, CarloMagno
eLuigiXIV
edaltria mille.Donde
viene questa singolarità,cheun
simbolosi misterioso ed oscurocom'è
ilsimbolodegliApostoli,siastatoaccoltocol piùprofondo rispetto daimmenso numero
di grandi uomini,mentre
teogonie attinte dalle leggi della natura, eche altronon
erano, in ultima analisi,chespiegazioni sistematiche delE
adunRimile cultofuronospintianchegì'ignoranti dalla finissima dili-genzadell'artefice,mentrequesti, per piacereachi loadoprxva,feceogni sforzodell'arte perfarepiùperfetta l'immagine. Ondela turba, rapita dalla bellezza dell'opera,prende adesso perundiocoluiche pocoprimati onorava comeuomo.
SaP.xiv, iti eseg.
—
Traduzionedi Munsig.Martini.(1) Muratorinellasuafilosofiadicelafededonod"Iddio..
Notadi A.6.S.
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— U —
inondo,imisieno giuute aimporreavermi
uomo
di genio?Ciri disse piùmale dell'Olimpo pagano che i pagani slessi?»
La
ragionen' èadatto naturale; dietroilvelodellamito- logia un saggio scorgeaprima vistal'andamento c le leggi delle società nascenti,leillusioni elepassionidel cuoreumano
i simboli della scienza,V
omaggio
resoalpotere.»
La
mitologia é la religionedellafantasia. I poeti, divi- nizzandoi loro sogni,seguirono V inclinazione naturale alno- stro spirito,ilquale esagera,finoad adoraresestesso,la pro- pria potenza,perchè neignorailimiti. Nella mitologiatutto èumano,
tuttodice:iosonol'opera dellacreatura.Ognuno
vede che tutto inessa è imperfetto,incerto,incompleto;ognuno
viscorge adogni passo contraddizioni.Tutto ilmaraviglialodelle favolediverte l'immaginazione,
ma non
soddisfa laragione.»
Non
ècollemetafore,non
ècollipoesiachesispiega Dio, che siparla della originedelmondo,
che sisvelano le leggi dell'intelligenza.11paganesimoèopera dell'uomo: visi può leggere da perlutto l'umanaimbecillità,dapertuliovi si scor- l'umana impronta.»
Che mai
sannopiùdeimortali quelle divinitàsi vantate?Che mai
sannopiù deglialtri uominiqueilegislatori greci e ro- mani,queiÌNuma,quei Licurghi, quei sacerdoti dell'India edi Mentì, que'Confucii, qne'Maometti? Questifeceroun verocaos volendo dare codici dimorale;eqnal édi loroche alcuna cosa abbia dettodinuovorelativamenteallanostra destinazione,alla nostr'anima,alla essenzadi Dio,allacreazione?Iteosofinulla e'insegnaronodiciòchee1
importadi sapere;non
abbiamo
da loro alcnna essenziale verità.Sembra
chedi Ititi1
altro intenda-
no
diparlarechedi religione,tanto laloro teogonia èconfusa ed oscura.»Havvi unaveritàprimitivacherisale allaculladell'uomo, veritàchesi ritrova pressolutti ipopoli, scritta ne' nostri cuori dal dito diDio,lalegge naturale, lajqualec'insegnaildovere, lagiustizia, l'esistenzadiDio;la quale ciguida a conoscere
— 45 —
cosa è quest'
uomo
compostodi spirito edicorpo.Una
sola re- ligione adottapienamentelalegge naturale,unasolaseneap- propria iprincipit, unasolane faVoggettodi pubblico e per- petuo insegnamento:equestareiigioneela cristiana.» Pressoipagani, perlocontrario,la legge naturale era negletta, sfigurata,modificatadall'egoismoe soggettaallapo-
litica. Essaera tollerata,
ma non
era conosciuto il suo sacro carattere.Questa leggenon
avevané tempio,né sacerdoti,né altro asilocheillinguaggio.Dio
laconservava perun
fine della suaprovvidenza.»
La
mitologia èun
tempio consacraloellaforza, agli eroi, allascienza,ai beneficii dellanatura.Isagginon
vihanno
luo- go,nédoveano averlo,essendoessiinaturalinemici dellaido- latriachedivinizzalamateria. Penetrateinquei santuarii:non
vitroveretenéordinené armonia,
ma un
vero caosomille gof- Jecoutraddizioni: la guerratragli dèi,immobili statue,i divi- Di attributi alteralionegati nella loroessenza,isofismi della ignoranzaedellepresunzione,profaneorgie, trionfi della disso- lutezza,V
impurità e l'ebbominazione adorale,ivizii luttigia- centi infolte tenebre traun
firacidolegnoe '1suosacerdote.È
questo
un
cultocheglorificaDio,opiuttosto cheV
offende (1 )?(1)Questeespressioni ricordano quellediSalomonesullastessamateria.
»Così precipitò nell'errorelaumanavita,mentregliuominioper secon- dareilproprioaffettooperingraziantieoiregi,diederoallegno edai sassi ilnomeincomunicabile.NebastòVavere errato riguardoallacognizionedi Dio,
ma
vivendogliuomininella guerra grande della ignoranza, atanti .maliesìgrandidannoilnomedipace.Conciosaiachè orsacrificandoiprò- prii figliuoli,or tenebrosisagrifiziifacendo, orcelebrandovegliepienad'in- famila,nèlavita loro,néimatrimonii conservanopuri;ma
1'unouccide1'altroperinvidiao lo contrista co'suoiadulterii,e dapertuttoinondano le stragi,gliassassini], ifurti, lefraudi, lecorruttele, leinfedeltà, itu- multi,glispergiuri,lavessazione de'buoui,ladimenticanzadi Dio,lacon- taminazionedelleanime,laincertezzadei parli, laincostanzadeimatrimo-
nii,laconfusionedegli adulteri! e dellaimpudicizia. Coucioasiacbè l'abbo-
•11ine\olecultodegli idoliècausa e principio efined'ogni male.Imperoc- chée nelle loro festedannoin insania,oalmenofalsioracoli fingono ovi- vouoseuzagiustiziaospergiurano confacilità,perchèconfidatinei loro I- doliebe tono senza,anima, sperano che male nonfarà adessi ilgiurare malamente.
Sap.xjv, eteff.TraduzionediMomign.Martini.
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Sono
questereligioni,sonoquesti(lèida paragonarsialcristia- nesimo,alDio
dei cristiani?Per me
iodico che no.Chiamo
l'intero
Olimpo
almio
tribunale, e giudico queinumi
benlungi dal prostrarmi innunzi a vani simulacri. I numi, i legislatori dell'India ed IlaChina,diRoma
e di Alenenullahanno
chem'imponga. Non
giàch'iosia ingiusto versodiloro: no,li ap- prezzo giustail loro merito.Se
l'esistenza di qualcheprincipe s'immortalo nellamemoria
degli uominicome
unaimmagine
dell'ordinee della potenza,
come
un'idea della forza o della bellezza,ècertochetaliprincipiisonoordinarli.Ma
bisogna pure comprendereinquestirisultali l*ignoranzadi quelleprime so- cietàumane. E
convienedire eh'esse fossero mollo ignoratilisecolle virtùdivinizzarono ivizii:tanta eralapariedell'
imma-
ginatoneinquella strana seduzioneICiò è tanlo vero chela violenza, la ricchezza, l'orgoglio delpotere,l'amore delpole- re,lavoluttàsfrenata, V abusodella forza,sono ihalli caratte- ristici di que'numi
tali quali civengonodalla mitologia e dai poeti ingenuamentedescritti.» In Licurgo,in
Ruma,
inMaometto
io veggodei legisla- tori,iquali,sostenendo ilprimo personaggioinunostalo, cer- caronola migliorepossibilesoluzione delproblema sociale;ma
nullaveggoinlorochemostri la divinità: eglinostessi si alto
non
miravano colle loro pretensioni.» Kgli è evidenteche nondaicontemporanei,
ma
soltantodalla posterità furono divinizzati i primidespoti,gli eroi,i governa- toridellenazioni,gli restitutori delleprime repubbliche. Io ri- guardo questiuominie gli dèicome
esseri della mia stessana- tura. Nulla v'hache dislingueessenzialmentedallamia
la loro inlelligcnza:essi ne*lorosecoli riempironoilmondo
della loro lamacome
io feci nelmio.Nienteè in essichegli annnnzìi per esseri divini: io scorgo inveceinnumerevoli rapporti egrande somiglianza tra loro eme,
riscontro in essi debolezze ed erroricomuni
conme
e con tulla Vumanità.Le
loro facoltà sono quelle stesse ond*iosono dotato; quelle dallemie non
dilTeri-DigitizedbyGoogle
— il —
scotìo chenel diversoscopo alqualele abbianofateservirese- condo ipaesi ele circostanze...
«
Ma
quanto diverso è Cristo! Tuttoin luimi
sorprende,la sua
mente
avanzalamia
di untratto infinito,lasua volon- tàmi
confonde.Tra
lui etutto ciòeh' é netmondo non
v'ha misura chesen
aa conoscereladistanza. Egli èun essere a parte.Le
sueidee eisuoisentimenti,la veritàch'egli annun- zia, lasua manieradiconvincerenon
sispieganonécolla or- ganizzazioneumana,
nécollanaturadelle cose.« Ilcomparirediquest'essere straordinarioelastoria del- lasuavita,laprofonditàdellasua dottrina,che giugne allaci-
ma
delle quislioni,ele troncacon ammirabile soluzione alla radice;ilsuoVangelo,il suo impero,il suotrionfantecammino
per gli secolie per gli regni,tuttoéperme
un prodigio,un non
su quale misteroch'é sottoimiei occhi emi
confonde, mistero permanente che miéimpossibiledi negare, impossibi- ledi spiegaie^echefuori dime mi
trasporta.« In quest'essere nulla ioveggo d'umano. Per quanto
mi
avvicino,per quanto esaminodappresso,luttorestagrande d'u- na grandezza chemi
annienta. Ilo bel riflettere: di ,nulla so rendermiconto.«
La
suareligione éun
segretoch'ésuo, eproviene d'una intelligenza,chealcertononè l'intelligenzadell'uomo. Havvi inessaunaoriginalitàprofonda checreaunaserie diparole e dimassime
sconosciute.Gesù
nulla prende a prestito da veruna scienzaumana. Non
sitrovachein luisolol'imitazio-ne
o l'esempio della sua vita.Questi non ènemmeno un
filosofo,giacché siservedi miracoli, eisuoidiscepolisono lino dal principio suoi adoratori. Eglili persuade moltopiù richia- mandolial sentimento checollo sfarzodi metodo e di logica:
non
richiededaloronéstudii preliminari,né cognizioni lette- rarie,benché essi deggianessere suoi banditori. Tuttalasua religione consiste nel credere.2
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-48-
«
Di
fatto lescienze ela filosofia a nullaservono perlasal- vezza dell'anima, eGesù
nonvienealmondo
che perrivelarei secreti del Cielo ele leggi dello spirito.Per conseguenza egli
non ha
afareche coiranima, conlei solaei sitrattiene, per leisola egli predicailsuoVangelo. L'anima
basla alui com'e- glibasta all'anima:primadi luinon
sipensava all' eccellenza dell'anima;la materia ediltempo
signoreggiavanoilmondo.
La
sua voce lutto rimette nell'ordine: la scienzaela filosofianon
sonopiùcheoggetti secondari}: l'animaha rivendicalala suasovranità. Tutti i sistemi scolasticicadonocome
edilizi di- struttidaunasolaparola:la Fede.* Qualeparola, qualmaestro che opera
una
talerivoluzio-ne? Con
quale autoritàegliinsegnaagliuomini lapreghiera?Con
quale sicurezzaimpone
loro ciòchehanno
acredere?E
nessunogli
può
contraddire,siperchè ilVangelo
contiene la piùpura morale;siperchéildogma,
in ciòche contiened'o- scuro, nonèaltra cosachelapromulgazione ela verità diciò eh'esistelà,doveuman
occhionon può
vedere,dovenon
giun- geumano
raziocinio.«Consultale pure i filosofi intornoall'essenzadell'uomo e all'essenzadella religione; ditemi poi cosadiutilevi avranno insegnato.
Qual
èl'uomo dibuon
senso che abbiainlesi isi- stemidell'antica o dellamoderna
metafisica, i qualialtronon
sonoche una vanaepomposa
ideologia,senz'alcun utile rap- porto collanostraviladomestica.,collenostrepassioni? Si per- viene,é vero,con lunga meditazionea possederelachiavedella socratica e della platonica filosofia;ma
conviene, per ottener questo, essere metafisici,efadi mistieri, oltre a degli anni di studio,unaspecialeattitudine.Ma
il buousenso,ilcuoreeuua
sanamente
bastano per comprenderela dottrinadiCristo.«
La
religionecristiana nonèideologica németafisica, essa èuna regola praticachedirigeleazioni dell'uomo,
che ilcor- regge,ilconsiglia
Jl'assiste.
La
Bibbiaci ofiie unaseriecom-
pleta di falli ed'uoministorici per ispiegareil
tempo
e l'eler-DigitizedbyGoogle
»•«!
— co-
nila, qu
Me
verini" altra religionenoné incasod*offrire.Se
que- stinon é la verareligione, èdegno
discusa chi s'ingannacre- dendola divina,poichéin essaIntto è grandeedegnodi Dio.» locercoindarnonella storiaondetrovarviod un personag- gio similea
Gesù
Cristo oqualche cosachesomiglial Vangelo.La
storia.!'umanità,isecoli,la naturanulla mostrano chepos- sa paragonarsi aquellapersona odaquel libro;nullachepossa spiegarli.Tutto inessiè straordinario; piùioli considero, più m'assicuro chein essi tutto è fuori delcammino
delleumane
cose,tutto aldi sopradello spirito
umano.
» Gli empii stessi
non hanno giammai
osato negarelasu- blimila dell'Evangelio,il quale inspirain essi,loro malgrado,una
certa venerazione. Quali portenti non viammirano
coloroche
r hannomeditalo!« hie^soogni parolahail suosuggello,
ognuna
èsolidaria d'ognialtracome
lepietred'uno stesso edilìzio.Quello spiriloche
lega le parole tra loro èun
contento divino chetira ne scoprealla nostra menteilsigniGcato, oraglielonasconde.Ogni
fraseha unsensocompleto checorrispondeallaperfezione del- l'unità eallasublimitàdell'insieme. Librounico, incui lospi- ritotrovauna bellezzamoralesconosciutadapprima,eun*idea dell'infinito superioreaquellastessache somministralacrea- zione!Chi altricheDio
poteva produrre questo tipo, questo idealedi perfezione esclusivodel paricheoriginale,chiusoalla critica, in cuinessuno trova parolaa togliere, nòparolaad ag- giugnerc;librodifferentedalutto ciò cheesiste,assolutamente nuovo, nuovosempre
da nessunaltro preceduto,da nessunal- tre seguilo fi)?(1)Napoleoneaveva,Dellasua giovinezza,lettoIlotisseau elotenevain altastima.Più maturorinunziòaiautismi e all'ideologiadell'autore para- dossaledelContrattoSociali';inadeve avererilettoilseguente squarcio che contieneunelogiodell'Evangelio, tanto piùgrandequautoscorri'spontaneo dallapennadelloscrittore,eliecedeall'evidenzapiù presto cheallafede. (*) (*)Questodiscorso èriportaloanco daJaminne'*uoipensieriteologici.
A'o/adiA. 6.S.
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«
Voi mi
parlatediConfucio,diZoroastro,diNinna,diGìo- p,
ediMaometto
;ma
traloro eilCristopassa questa diffe- renza:chetutto ciòchequestifeceédegnod'unDio,inquel-linullavi
ha
cheumano
nonsia.L'azionedi quei mortali ces- sòcollalorovita:essi stabilirono,finchévissero, lelororeligio- nicoli'aiutodellepassioni,colla forza, colfavoredellepolitiche vicende: Cristoluttoriserba allasuamorte.É
questala inven- zioned'uomo?
No,quest'éun
procederestraordinario,una
si-» Lamaestàdelle scritturemisorprende,la ssntitè delVangeloparla almiocuore.Leggeteilibri deifilosofi:come«odessipiccoli, contutta la loropompa, accantoa quello!Puòmaidartiche un litroei sublime eai semplicealtempoatessosiaoperadegliuomini?ÈJquelloforseillinguaggio 4'unentuaiastaod'un ambiziososettario?Qualedolcezza!Quale purezza nei suoi costumi!Quale unzione nellasueistruzioni! Quale elevatezza nelle suemassime! Qualeprofonda sapienzane' suoi discorsi!Quslepron- tezza,quale acutezza, quale precisione nellesue risposte! Quale impero sulle passioni! Dov'è l'uomo, dov'èilsaggioche sappia operare,soffriree morire senza debolezza e senzaostentatone?Allorché Platone dipingett suo giusto immaginario, copertodituttol'obbrobriodel delittoedegno di tuttiipreroiidellavirtù, eglifa lavera pitturadi GesùCrisio.La somi- glianzaesìsorprendente chetuttiipadri dellaChiesa l'hanno sentita, •
«ho è impunibiledinon>edere Quale accecamentodi*hiosava para- gonareilfigliodiSofroniscaalfigliuoledi Maria!Qualedistanzatra l'uno
•l'altro!NonèdifficileaSocrate, ehemuoresenza dolore e senzaignomi- nia, disostenere sinoall'ultimo istsnteilsuo carattere:e sequesta facile morte nonavesseonoratalasua vita,sidubiterebbe se Socrate, con tutto
ilsuoingsgno,altro fossedieunsofista.
Ma
JachiappreseGesùquellapura• subblimemorale,di cui egli solo diedelelesionie Pesonipio? Dal seno delpiùfuriosofanatismos'udì lavocedellapiùaltasapienza,ela sempli- citàdellepiù eroiche virtùonoròunpopolo materiale.LamortediSocrate shefilosofa tranquillamenteinmezzoa'suoiamici èls pitidolcechesipos- sa desiderare: quelladiGesùche spira nei tormentiingiuriate; schernito detestatoda tuttounpopolo élapiùterribileohesipossa temere. Socrate prendelacoppa avvelenataeconforta quello eheglielapresentaochepiange:
Gesùinunorrendo suppliziopregspe'snoidisumanaticarnefici Sì,se la vitaelamortediSocratesonovitaemorted'un saggio,lavitaelamorte diCristosonovita emorted'unDio.
Diremonoi forsedieUstoriadelVangeloèuninvenzione? No,nonè
«osiches'inventa; eifattidiSocrate,do' qualinessunodubita, sonomeno provatichequelli di Cristo.Edè piùdifficileaintenderecomepiù uomini
sisieno accordati perfingere quella storia, diquellosische unosolo ne abbia somministratoilsoggetto. Gliscrittoriebreinonavrebberomai tro- vatonéquel linguaggio,nequellamorale;el'Evangelio«acaratteri dive- ritàaigrandi,sìsorprendenti,sìinimitabilicheIinventoreuesarebbs più prodigioso ehel'eròe».
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-Si-
curezzadi sastessosoTrumana, una realtà inesplicabile. Non;
d'altriper anco seguitoche da pochidiscepoliidioti,Cristo
è
condannatoamorte; eglimuore
vittimadellacollera de' sacer- dotiebrei edeldisprezzodellasua nazione,abbandonatoda'suoi e tutto ciò.chestavaperavvenirgli egli loavevagià letteral-mente
annunziato.«
Tra
poco, dicevaegli,sarò legato e crocefisso:saròabban- donato datulli,ilmio
primodiscepolomi
negheràall'incomin- ciare delmio
supplizio.Lascierò cheicattivioprinoaloro vo-gliala
inseguito, soddisfattaladivina giustiziaedespiatacolmio
supplizio lacolpa originale,illegame dell'uomo conDio
sarà rannodato,elamia
mortesaràla vita de'miei discepoli:allora essi saranno più fortisenzadi
me
che conme,
giacchémi
vedrannorisuscitato, ediosalirò alCielo,edi làmanderò
ad essiuno
Spiritochegì'istruirà:lo spirito dellacroce farà loro intendereilmio
Vangelo;essi locrederanno,loprediche-ranno, nepersuaderannol'universo».
«
E
questa strana promessa,tantopropriamente chiamata da san Paolofolliadella croce, e questovaticiniod'un
misero condannatosonosiletteralmente avveratit...E
ilmodo onde»
adempie
é forsepiù prodigiosodella promessa.«
E non
fuun
giorno,non
fuuna
battagliachene
decisaY adempimento
:fu forseiltempo
dellavitad'un uomo? No,
fuuna
guerra,fuun lungo combattimentoditrecento anni, inco- mincialo dagli Apostoli,e sostenuto dailori successori edall' ondacrescentedellegenerazionicristiane.Dopo
san Pietro i trentadue vescovi diRoma
chegli successero nel principato, furonocome
essimartirizzati:cosi lacattedradiRoma
fu pertre secoli
un
glorioso patibolo, sulqualedoveafinirechi v'era chiamato.E
diradoglialtrivescovi,durantequesto periododi Ima rA/>/"> I I a!»I>Afri /lirAM0An n Ml g\iresecou euoeroaiversasone.
» In questaguerrasi trovavano da
una
parte tuttiì re a tutteleforze dellaterra;dall'altranon
veggo armata,ma una
energia misteriosa, alcuni uominidisseminaliquaelaper loDigitized
mondo,
senz1altrosegno diriunioneche una fedecomune
nel mistero della croce.»
Che
singolare vessillo!I discepolidell'UomoDio vanno
superbidellostrumentodelsuosupplizio; essiportano perl'u- niversolacroceinun
colloroconvincimento, ardenteMamma
elicsi propaga dipaese in paese. « IlCristo,Dio,essi sclama- no, émorto perlasalvezzadegliuomini».
Quale
lotta, quale burrascanon
suscitano queste semplici parole intorno all'umi- le stendardo?« E
quanto sanguenon
fuversato!Qual
furore!Ma
quire-gna h
collera,l'acciecamento,lefuriedell'odioedella violenza, là ladolcezza,un
portentoso coraggio,una rasseguazionesen- za esempio.Per
trecent'anni il pensierolottacontrola brutali- tàdelle sensazioni,lacoscienza contro ildespotismo, Panima
controilcorpo, lavirtù controi vizi-i.11 sangue de'cristiani«orrea rivi: essi
muoiono
baciandolamano
cheli tormenta.L'anima
sola protestamentreil corpoéinpredaal supplizio.I cristianidappertuttosoccombono,dappertutto trionfano (\).
»
Voi
parlatediCesaree diAlessandro,delleloro conqui- ste,edell'entusiasmo che seppero accendere nelcuoredelsol- datoondeseco usarlo a spedizioni diavventura!Riguardoaque-sticonvien riflettere allaricompensadell'affetto del soldato, all'ascendente del genioedella vittoria,alnaturaleeffetto[del- la disciplinamilitare edi unlegittimo e
ben
regolatocomando.Ma
quanti anniebbe di duratal'imperodiCesare?Per
quantotempo
essiannosostenuto l'entusiasmodei soldatiper Alessandro?(ì)Eccocomeesprìme Rousseaulestesse idee: atppresso la morte diGesùCristododici poveripescatori iutraptelidono1*istruzionee
h
con- versionedelmondo. Sempliceeraillorometodo; predicavauosenz'art**,ma
con cuore penetrato;e di tulliimiracolicoiqualiDiopremiavalalorofede,
ilpiù stupeudo eralasantità della loro vita.Ilorodiscepoliseguirono quel beli'esempio,eil successofu prodigioso. Isacerdoti pagani allarmatisi, diedero ad intendereaiprincipichelostatoera rovinato perchéscemavano loofferte.Si suscitarono persecuzioni,lequalinonfeceroche accelerareil
progressodiqneilareligione ch'osaivolevanosoffocare.Tuttiicristianicor- revanoalmartirio, tuttiipopolicorrevanoalbattesimo,lastoria diquei*
primi tempièuncontinuo prodigio».
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— 23 -
ym^ti
godctleroditaliomaggi
ungiorno,un'ora;finchéikuv*illoro
comando,
otutt'al piùla loro,vita, secondoilnumero
de' soldati o ilcapriccio della fortuna, secondolicalcoli della strategia,infinesecondolesorti dellaguerra
E
sela vittoria capricciosagli avesse abbandonati, noncredete voieheI*entu- siasmo avrebbetosto cessato? Lasciatech'io vidomandi; l'in- fluenza militarediCesareed'Alessandrosi protrassedi làdel- la tomba, o finicon essi?« Potetevoiimmaginarvi che un morto facciaconquistecol
mezzo
d'un'armata fedele,ecostantementedevota allasuame-
moria? Potetevoiimmaginarvi che unfantasimaabbia de' sol- datisenzastipendio,senzasperanzadi migliorarelaloro sorte su questaterra, ch'eglipossa ispirarelorolaperseveranza ela .tolleranza d'ogni sortadi privazioni?Ahimé! Era
ancoracaldala spogliadi
Tu
renna; elasua armataavvilita,abbandonava ilcampo
dinnanziaMonLecuccoli.— Edio
sonodimenticato,ancora vivo, dallemie
armatacome
il fuAnnibaledall'armata cartagi- nese.Ecco
quul éilpoteredinoigrand'uomini!Una
solabat- taglia perdutaciatterra,elasventurafasparireinostri amici.Da
quanti Giuda nonmi
vid'ioattorniato?Ah!
s'ionon
potei persuadereque' generalichemi hanno
tradito,s'essiobliaro-no
ilmio
nor.;e,senegaronoiportentid'un veroamore
dipa- triaedifedeltà!.... S'io,chegliaveva condotti tantevolte alla vittoria, non poteiin aitariscaldare que* cuori egoisti;come
dunque,fatto iostesso cadavere,,potreitener vivoo farrivivereil loro zèlo?
«
V
immaginale voiche Cesarepotesse dal (ondo del suo mausoleotenere leredinidell'impero,restare capodelsenatoromano,
e vegliare sui destini diRoma
?Ma
taleéappunto la storiadell'invasione edellaconquistadelmondo
operala dalcri- stianesimo;questoéilpoteredelDio
dei cristiani,éilperpetuo prodigiodel progressodella fede edelgovernodellasuachiesa- Spariscono ipopoli, crollanoi troni;elachiesaresta.Qual
èdunque
laforza chetienein piedi questa chiesaassalita dall'o-Digitizedby
- t
i-
rea no furibondodella colleraedegli insultidel secolo?
Qual
èil braccioebeladifeseperdiciolto secolicontrotanteburrasche che minacciaronodidistruggerla?
« In qualunquealtroessere,fuorché nel Cristo,quante
im.
perfezioni,quantamutabilità!
Qual
carattereési fermo danon
piegarsidinnanzi avenniostacolo?Qual
è t'individuo chenon
subiscamodificazione per qualsiasiavvenimento, chenon
senta l'influenza delle circostanze,chenon
transigao coicostumi o collepassionio
con qualche improvvisanecessità? Iosfidochic- chessia a citarmiun
essere scevro,come
Cristo,daliamenoma
alterazionediquesto genere, chesìapuro datali macchie,da
talicangiamenti.
«
Dal
suoprimo
giorno sino all'ultimo eì resta eguale, egualesempre, maestosoe semplice, infinitamente severoein- finitamente dolce.Famigliarecontutti pelgeneredivita che egliadottò,Gesù non
somministramai
ilmenomo argomento
alla critico,ela sua condettasiirreprensibile strappaF
ammi-
razione perun
insiemedidolcezza edi forza.Che
parli oche
operi,Gesù
èsempre
grande,immutabile, imperturbabile. Di- cesicheil sublimeèun
tratto della divinità.Qual nome
dun-que
sidaràa chiinsé.riuniscetuttiitratti delsublime?«11maomettismo, lecerimonie di
Noma,
leistituzioni di Licurgo,ilpoliteismo,sonopiuttostooperedilegislazionichere- ligioni.Di
fattituttiquesticultiintendonoalla felicità terrena piucchèai benicelesti;sono propridique' popoli, eciaschedu-no
de'loro autori miravagli interessi della sua nazione. Ora,non
é eglievidente chela vera religionenon
potrebb'essere circoscritta aun
solo paese?La
veritàdeve abbracciarel'uni- verso: e taleèlareligionediCristo, lasola religione che di- struggelanazionalità, la sola che proclamilaunità ela frater- nitàassolutanell'umana specie,la solachesiaveramente spi- rituale,la sola infineche assegni atuttisenza distinzione per vera patria il seno d'unDio
creatore.« 11Cristoprovacolsuodisprezzo del
tempo
ch'eglié figlio0
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— 25 —
dell'Eterno: così il suoimperosiestende
come
l'orizzonteesiprolunga
all'infinito. Cristoregnadilà della vitaedi làdellamorte;
eglidomina
ilpassalodelpari che l'avvenire, ilregno dellaveritànon
potendoaverealtrolimitechela menzogna. Talè
ilregnodell'Evangelio,ilquale abbraccialuttii luoghi etutti i popoli.Gesù
siéimpadronito delgenereumano,
nefeceuna solanazione,lanazionedell'onestagentech'egli invitaalla perfe- zione. Gl'inimicidiCristodel pari cheisuoiamicidaluidipendo-no
pelgiudizioch'ei pronuncieràsovra tullialla(ine deitempi.«
Maometto
insegna, é vero, l'unità diDio:questaveritàéla baseeildogma
principaledellasuareligione.Ognuno
ilsa;ma ognuno
sa eziandioch'egli prese questodogma
daMose
edalla tradizionedegli ebrei.Glialtridogmi
diMaometto
sonodettali dal- lasuaimmaginazione,ecosil'alcorano éun
libropienodiconfusio-ne
ed'oscurità,parto d'un innovatore appassionalo,ilqualesitor- tura, perisciogliere colmezzo
delgeniodellequestionicheso-no
superiori al genio, enon riescechea turpitudini. Tanlo é verochenon
èdato averuno,nemmeno
aungrand'uomo didire cosesoddisfacentiintornoaDio,s'eglinonn'é diDio
stessoistrui- to.PerciòMaometto
nonèveritierosenon
allorach'éappoggialo allaBibbia ealsentimentoinnatodellacredenzainDio. In lut- to ilresto l'alcoranonon
è inultimaanalisi cheun
arduosiste-ma
didominio e d'invasionepolitica.« In tutto ilsuo codice
Maometto
simostra apertamenteuomo
ambizioso, vileadulatoreditulle lepassionipiù care al- l'uomo.Come
accarezzaeglilacarne! qualgenerosoretaggionon
dàegliallasensualità! Siproponegli diguidarel'arabo allave- ritàdivina oallaseduzionediluttiipiaceri permettendoliinque- sta vita,e promettendoli qualcelesteguiderdonenell'altra ?Per
abbagliare,per sedurreun popoloeglichiamò
sotlolasua ban- dieralepassioni. Ebbene,egli viriesci:ma
la causadelsuotri- onfo saràun giornola causadellasuacaduta. Presto otardi la mezzaluna scompariràdallascenadelmondo,
edinsuoluogo si vedrà inalberala lacroce:ilsensualismo uccidealla fine lepas-DigitizedbyGoogle
— 26 —
sioni,
come
uccidegl'individuichehanno
la folliadi farlobase dellaloroesistenza.«
Di
Più,questofalsoprofeta parla aduna
solanazione, e senteilbisognodirappresentareduepersonaggi,ilpoliticoeil religioso.Quanto
alprimoegliilsostennecou tutta la forzacon tulioilpossesso: quantoalsecondoein'ebbebensìilprestigio,ma nou
larealtà.Di
fatti eglinon
diedemai provedella divini- la dellasuamissione.Per
una o due volleeivuole sostener dei miracoli einciampa vergognosamente.Nessuno
credeimiraco-li diMaometto, perchè
Maometto
stessonon
licredeva; cicche prova chenon
ètanto fucile,quanto alcun crede,il trarre in erroregli uomini in fallo dimiracoli.« Ora,seiltitolod'impostorestabeneal
nome
diMaomet-
to,questo lilolotanto stamale al
nome
diCristo, ch'io credo nessun nemico, cheforsennatonon
fosse,delcristianesimo, ave- re osatofarea Cristotaleonta. (i).«
Eppure non
v'ha viadi mezzo: seCristonon
fosseDio
sarebbeslatounimpostore.« Cristo
nou
senteP ambizione terreno,egli siconsacra esclusivamente allasua missioneceleste.Era
moltoagevole ad esso, facendosiuomo
politico, di valersi della seduzione per giugnercalpotere:tutto lo favoriva, tuttoprevenivai suoi desi- derii s'eglia quello avesseaspirato.« Gli ebrei aspettavano
un
Messiatemporale che dovesse soggiogare ìloro nemici: aspettavanoun
re, il dicui scetlro mellessesollolaloro dominazionetulliipopolidella terra.Que-
staeraunatentazionemollodifficilea superare, e l'elemento na- turaled'unagrandiosa usurpazione.
Eppure Gesù
osailprimo impugnare
pubblicamentel'erronea interpretazionedelleScrit- ture.Egli imprendeadimostrareche quelle vittoriee quelle conquiste delCristosonovittorie spirituali:che missionedi lui dev'essere direprimereivizii, disoggiogarelepassioni,d'inva-• »
(1)Chiavrebbe dettodiRenanedelsuo traduttore quel grande?..
NotadiA.6.S.
DigitizedbyGooqIi
— 17 —
derele nazioni spiritualmente:cheseleScrittureannunziano la sotlomessionedell'universo,questasotlomessioneassoluta èan- nunziata perlafinede'tempi.
»
Gesù
prendeparticolarecurad'inculcarea'suoidiscepoli questa spiegazione tutta spirituale.Si vuole, in più occasioni, porgliin capolacoronaregale:ei la rifiuta.«
Gesù
a miglioripattinon
vienecolle altredebolezzeuma-
ne.Isensi, questi tirannidell'uomo,sono perlui trattali da schiavi,fattiper obbedire, non già percomandare. I viziisono oggettodelsuo odio implacabile. Egli mortificalepassioni,par- lada padroneairumana
natura degradata,dapadrone sdegnalo chevuole un1espiazione.La
sua parola, tuttoché austera, s'in- sinua noli'anima come
un'aria puraesottile;la coscienzan'é penetrala, n'etacitamente persuasa.«
Gesù
lascia pure dapartelapolitica,cosa superflua po' suoiveriseguaci,iqualiadoranoildogma
dellafraternitàdivina.« Quest'è
un uomo
di singolare natura: quest'èun ponte- fice,questauna religionechesiseparano da tuttele altrereli- gioni: mentrechidiceesserviun uomo
chesomigliaquestouo-mo,
esservi unareligionecheaquesta somigli.« Cristoproponeallanostra fedeunaserie di misteri. Egli
comanda
autcrevolmentedicrederlisenzaaddurrealtraragione chequesta spaventevole parola: iosonoDio.« Egli sidichiara Dio, econquesta dichiarazioneei mette una distanza incommensurabiletraséegli altriautori di reli- gioni.
Quale
midaciajquii1sacrilegio,qualebestemmia
seciònon era vero? Diròdipiù: iltrionfo universalediun' asserzionedi questogenere, se nonerarealmenteil trionfo dellostesso Dio, fornirebbeuna provae unaplausibilescusa all'ateismo.«
Ma
proponendo dei misteri Cristo sta d'accordocollana- turadellecose, laquale éprofondamentemisteriosa.Chi sonio?donde vengo? dove vado?
L'umana
vitaéunmistero nellasua origine,nellasua organizzazione,nellasuafine.Nell'uomoefuo- ri dell'uomo lutto èmisteronella natura; esivorrebbe che laDigitizedbyGoogle
— 28 —
religione
non
fossemisteriosa?La
creazionedelmondo
eilsue finesonoun
abisso impenetrabile,come
lo sonolacreazioneeil fined'un solo individuo.
La
religionecristiana, almeno,non, elude questegrandi questioni; essaleattaccadi fronte,eisuoidogmi
ne sonola migliore soluzionepercolui che crede.Ipa- ganinon
negavano che lanatura dellecose fosse misteriosa: pressodiloro il mistero era dappertutto;aveanomisteridimol- tesorla: misterid'Iside,misteri dibaccanali, misteridisaviez- za ed'infamia; sicché essipotevano abuon
drittoavereasde-gno
lanotteimpura eprofonda che coprivailsantuario.« Qualestranoimpastodi principi!conlraddittorii
non
era- nolateogonia caldea, l'egiziana elagreca?Quale oceanod'idee bizzarresenzaordine, senzalegame!Che
miscugliodi sublime ediassurdo,disacro edi profano! Ciòchev'hainessedime- no
oscurosiriferisceevidentementeall'origine della società,al- lalorostoria,esopprattuttoallastoria de'primi monarchi;men-
treildogma
ripiglialestessecredenze,o per meglio dire, gli stessi erroridiunatradizione perduta.Ilsantuariopagano
ève- ramentericettacolotenebrosodel falsochiarorede'sensi,radu- nanzaimpurade' mille scherzi della fantasia, asiloconsacralo a tutte lefollie,atuttele aberrazionidei secoli.«
E
talitempli,talisacerdotipotranno forseessereitempli eisacerdoti dellaverità?Chi
oserebbemai
sostenerlo?No,
ipaganistossi
non
l'hannomai
seriamente creduto,« Ilsolo cristianesimo
accampò
sino dalsuo nascere que- stapretensione;eglisolo hadiritto disostenerla,poiché il suodogma
é coerente, ragionevole e d'accordocollapretensione. Il politeismo n'ebbepresentimentoallorché attaccòcontanto furoreil cristianesimo.