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EPISTOLA A FILIPPO DÈ BONI TRADUTORE DELL'OPERA DI RENNAN DI A.G.S. Digitized by Google

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(1)

EPISTOLA A

FILIPPO DÈ BONI

TRADUTORE

DELL'OPERA DI

RENNAN DI A.G.S.

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(2)

EPISTOLA

FILIPPO DÈ BONI

TRADUTORE DELL'OPERA

DI

RENNA

N

DI

AGGIUNTOVI DISCORSO DI

NAPOLEONE

I. IL

GRANDE

Frustra parat opea, quiveria animi boni»vacat, aolaanimi bona nonsuntviolentia ob-

Cicer. ùpoph.

VENEZIA,

TIP.

TONDELLI,

A 8PESE DI A. G. SPINELLI. I.MPR.

4863.

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(3)

fi'Autore «iti«rba il diritto di proprietà.

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(4)

Etliiilo

Signor Giuseppe Blneftl

hi provadellafedeche senzatrepidareionutro,facciopub- blicaa voi dedicandola quest' Epistola.

A

Voi che benignissì-

mo

spontaneo trovai per l'amore del vero e dell'equo.

Se

avessi tuli9orain pubblicazione il

mio

Periodico V Osscrvator Veneziano,lesuecolonne avrebber contenutalalode avoicon- degnae T opera medesima.

Ma

se solo mecenate prontissimo quanto contuttariserbatezza nobileiovitrovaiunico,m'è d'uopo escogitardueeventicheprecedettero lapubblicazionecontempo- ranea del

mio dramma

(*) che offertolo in dedica al signor conte A. P.pellaterza fiatariprodottomi rispettoso qualser- vonell'entrata,

m'

ebbibassorifiuto,edallaschedina di Asso- ciazione,

non

da

me

offerta,per usa copia, segnavasi,

mentre

il Sig.A.G. dieci in

una

accettava.

Voi

prontissimo nobil-

mente

aderistespontaneo, di Voila mia gratitudine dovutavi mentreIddio veneaccerta il centoper uno,e l'estimazionedi

(*) Orgoglio e Tirannide.

A. G.

S.

Digitizedby

(5)

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(6)

PROEMIO

Avrei potuto

accompagnar

questa

mia

debolequanto mot- teggiatile epistola diopportunenoteattenendomialleinesaura- bili fonti teologiche deiluminaridella cattolica Chiesa,eper alcunicitarne diFrancia,basterebbe

un

Nicolò

Jamin

co suoi eruditissimi pensieri.1fanciulli edipazzi,ancose

maligna- mente

agiscono, denno essere trattaticon

modi

opposti,

ma

perù senza sdegno eserietà,

non

quindi né Bossuet oFenelon o tant'altì'idella

Francia medesima

illustripertalenti e

per

opereepercarità evangelica, io citoNapoleone I. ti

Grande

e

per

cui

Manzoni promemorato

nelsuo 5

maggio

scriveva Bella

immortai

benefica

Fede,ai trionfi avvezza, Scrivi

ancor

questo, allegrati

Che

piti superba altezza Al disonor del Golgota

Giammai non

si piegò.

Manzoni quando

scriveva quest' ode, ignorava che avea detto quelgrande,uè misui-ato ilmartirio cheeletti

non

pos- sonoprovare,perchè

non

maritie non padri

}etantepenne che sioccuparonodottepellavitadilui,nessunofece

menzione

sup-

ponendo

ilcruccioso silenzio diquell'immortale chegloria edo-

nore

gli tributerannolegenerazioni. Cattolico e credentedi- cendoin pensierireligiosi.

»

Che non

fu detto

mai anzi

nè dopo.

Quindi

più riputabilmenlealla

mia,

Epistolaèconveniente

una

tale sacra sublimità che

sorpnnde

ildottore Idnovilàdei originalmentepensieriespressidi

maggiori sublimami

doloro stessi,lepiù

somme

verità dimostrantie interamenteil

buon

cattolico istruendoe

V

avversoconvincono.

Digitizedby

(7)

S*un aimil mal addetto ètragliBoni, Uual dè Boni sarà il mal addetto?

Epigrafe min.

fffei tu quel Boui Io schicrcato Prete, ,

Il

Don

Filippo apostatadi Piero?.

Oh

qualunqua tusia,iovoglio

un

poco Trescarelecoe col

mio

debil ritmo.

E

se quello tusei,sei

Ganno

doppio.

Lograr la

mente

su lue ciancie insulse Sarebbe vano, c confutar

menzogne

Più

stolte chesataniche d'assai.

Che

più d'orror, risvegliano pietade.

Dimmelo

per l'amordi tuasapienza

Ch'é

in te di ogniamor, è

amor

maggiore,

S

àisacra,

dimmi

la carità patria,

Chi

dellollae seguimaggiordi Cristo Divinamente?... Eisolsegnolla air

uomo

Nella purezza disuaperfezione,

E

tuqualenehaidi più perfetta,

Quale

ne aggiugnituniegandoilvero?

E

tu impostormortai, più fattoe ardito

Ti

vanteraidellatua patria degno?

Sull'opra tua famosa, eretta edequa, Sultuo strami-ho

non rammenti dunque Quanto

scrivestibellamenteallora?(i)

(1) Capo19,p.84 »Ilverboimmortale delperfezionameutoche Dio

•criiaeneUa mentee nelcuoredei popoli. »AlCapo20,p.93.« IVI Cri- stianesimorivelatasilapacoladiscesa fragliuominie scritta inogni eu«»re

1'indefinitoe progressivo sviluppamelo(fetta verità confidato ali» na- zioni eie.

Ed

aicapoultimo chiudendolamedesimaopera sull'ultimapa- gina:(204)u tusemprevicario diCristocolonnareligiosa e civile dell'Eu- ropae delmondo etc. «

K

Cristo saràin Italia visibile dalCampidoglio.

EdizionediMilano nel 1818.

(8)

Sci quindi nato monlilorperenne

» Sottoalvessillo delniun

Dio

raccolto?

Talmudisti, Fozian, setlarj, alci

E

«fucili pur<rognipiù strano cullo Politeisti,che diran del

sommo

Negatore diCristo,ilgran

De

Boni

Abate Don

Filippo,che aS. Pietro Fecele fusa enediviene mostro?...

Ma

qual fedegiuravial sacerdozio Abiurando(in

Dio

dépadri tuoi?

Qnal

israelita o qualgiudeo fallilo

Senza

dell'incarnato tuo sapere, Ardi cotanto?

— Tu

cristiano e prete Imparasti davver eh"ancoVinfamia Immortalefa Y

uom,

purtradelitti.

Quale

interesseo genioditenèbra

Te

risospinseperstrappardall'ara

Il CristoRedentor? aspireresti

Con

tua sapienza sovraportestesso?

E

con quale virtù,che

non

conosci.

Che

sperieroe deipadri edellapatria

Far

divo

un empio

gallo, etu peggiore

Speri perteperlui delubroedara,

Ma

la croce

non

già, eh'ipari tuoi

Sono

piùZani eh'almartiriosacri»

Innocentequal Socrate

non

sei Dell'apposta infrazion,

non

hai Melilo,

Né assumo

quila parte. SaggiaItalia Forselegge

non ha

per ituoi pari,

Negando Emanuel

Dio, ne metti

un

aftro ? Oli

come

tisi attaglia esclamazione

Del possente Asligian contro Volterò: Sei tu inventor o disventor del nulla?

Brama,

Confucio, Baal o

Maometto

-

(9)

-

8

Seguir tu vuoi,tu battezzato, ardisci

. Senzarossor chet'arroventi gotte.

Se

del gallo soltanto pubblicavi L'

empio

concetto coir aspiro lolle

Tu

piùfollie si aggiugni colproemio?

Se

dicessi Paspiro tuo soltanto

Per

atterraril temporal potere, Saresti al pardiquel,che falsa carta Trafìicantegiocando, a luttidanno.

Al popoloed al Sir,ei sidifese

Dicendo

chepel

Rege

eitrafficava

E

pel danno produr uè suoi nemici.

li tuo scopo malignoe più scurile,

Roma non

fa cader,ben

muovi

a Italia

Guerra

?1suo Dioal popolo edaltrono.

Se

potentisceilrati e dotti

sommi,

IVonsenzadi

mania

falli orgogliosi

E

più di lesapuli,

non

poterò Strappardal capolo spinoso serto DalletempiediCristo, eh'io confesso

E

crederò

mio

Redentor eDio,

Se

dieciolto secoli ruotaro Sulle alideltempo, qualedotto, Settarioquale mai, odateista Potè prender

V amore

e viva fede Ch'il mortoCristoa tanti scaldò'1petto;

Ed

iseguacidicotanti eroi

Che

assaili

amaron

ene seguir legesta Clrorasonpolve, quai riscaldan petti?...

Tu mi

trova Veroe qual

Divo

Cristo.

Te,lucifero agghiaccia dagran

tempo

!

Dimmi

ancor, tu saitanto! L'almalieni Immortai odisorcio, tu

m'

accerta

Quand'in

noi entra e si diparteella^

(10)

— 9 —

E

senaturasai scrutar cotanto,

Dimmi

dovesi tracil suon molesto

La

zanzarasanguivora, di retro

O

dalla trombasua semisonantc?

E come

il

mar

da cuisi trae milioni

Su

milioni di saiper iviventi,

diviendolce, ne mancavi mai, In oppostoalle slilleeh' egli esala Sulle falde dei monti, evannodesse

Ad

arricchir torrenti elìumie fonti.

Facci un branco di pecore, lu incapo

Ne

diverrai ilpecoron primiero.

La liamma

risplendente del Vangelo

Che

riluce dall'uno all'altro capo,

Come

ilsol, che

non

luce perilcieco

pegli atei certo; epercodesti

Il Divin fallo

uom,

quaggiù nonscese.

Pria che apostata fossi, ericristiano Mentiviallora, tupiù adesso menti,

Onde

tuPippo

mio

fairilevare

Che

fosti

un

Arlechineti mantieni;

Galantuomo

ilaliandistrugger tanto!

11 suo

Nume,

l'aliar, popol, sovrano?

Se

li dovessi 1 premio, a te darei

0

perenne prigion, o*1

manicomio Che

nonsodirli se più patto oreo.

Una

lua schiccherala cerctana .

Ve

cili anco Spinosa ed ilLebnizio Apostoli del ver,

come

luadepto

Con

mille citazion eh'abbagliai! cerio

1 pari luoi,noni Cristiani edotti.

Tu come

farmacia, checento vasi

Con

antidoli varj per i morbi, Nessunguarisce, e ne rcndon pazienti.

(11)

io

Se

attaccar vuoi glierror dichiè Ministro

Tu

filosofo

sommo

aspiri a torre

I sacri

dommi,

pelmortale abuso?...

Oh

quantial pardi

tesomene

tali!

Non

islupis™ iono,che traseguaci Di Lui,che

non

errò, sapientifatti

Bravi Giuda,tu l'emuli assai.

Quel V

Un

tradiva, etu tradisci tutti.

Se

molti Simoniaci ne rinvieni,

Tu

puoi apporgli,Vescovi virtuosi Dell'Oceania, che con nudi piedi

Di

nottetra

V

orror, e ricalcando

Le

peste del leon o della tigre,

Vanno

acompier mission dell'Uomo Dio,

Il viatico recando

alfuom

che muore;

Credimi Pippo

mio

pochiài seguaci.

Oh

pochi sondi quelli forti spirti

Che

nella stanza loro silenziosi Escogitandoa Dio,oppur del nulla,

Un

ronzared' insetto,od

un romoro

Imprevvistogli scuole, estantementi;

A

imperversardella tempesta, iltuono Quasi a dire rintrona nel Ior petto,

Che menomo

o pueril

hanno

lospirto.

Saiperchè lascia ipari tuoi 1'Eterno?

Per

ridere di lor,che quai Titàni Farsi volendoscala sin al cielo, Travolgono cadendo quai Pigmei,

E

tu

mio

Pippo,

mi

dirai quai fondo.

Una drama

di polve parigina

Vuoi

che produca i'esplosion mondiale

E

di seimilla anni 1'edifìcio Del

Fabbro

Eterno,tu che pur non sei Millesma parte Esiodo, e Trimegisto

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(12)

41

Non

dir

mai

nel morircene Volter disse, Mantienti nel tuo culto eh' appalesi, Fattimaggior dellevirtù ch'insegni

Mi

sapraidir,ciòche farai dimane.

Sbattezzati se puoi, più diSatana Avverso a Dio, dilavali la chterca

Come

Giulian col sanguedi neonato,

E

peggiordi filler,Calvin, Zuinglio Abbraccia

uu

rito, epelsuo

nume

iissa

Un nume

di

Rennan,

o la ragione, Quellaeh'in{rancia uccise isacerdoti, I templi chiuse, edatterrò la Croce

Riponendo

Ragion, eh' eraBagascia Nuda, ele procession incensie preci Francia le dedicò, in legran

Pippo

Insieme con

Rennan,

entroicervelli S'impossessa di Voi,di lei

ben

degni!

Italia bella serpi

non

produci Sottol'unica e chiara tua regione,

crotali simil, sorprenderdei

Che

produci figliastri siribelli Caldi alla

madre

lor, più venenosi

Contro Iddio, controitempli, e della patria

Nemici

acerbi!

Va

t'innalza tempio

Ed

allaschiatta eh' è crescente odierna, Mostrali

Pippo

con

Rennan

insieme Fiancheggianti la gallica ragione Condegni figli, e numi, e sacerdoti.

(13)

*

Ivi

1'spintisuperficialiveggono della somiglianza Ira il

Cristo ei fondatori d'imperi, i conquistatori egli dèi delle altre religioni.Questa somiglianza

non

esiste; havvi ira la re- ligione cristiana equalsiasi altrareligioneladistanzadell'infinito

»

Qualunque

altrosciorràla questiouc

come

io lasciolgo, purch'egli abbia

una

vera conoscenzadellecose,

una

vera spc- rienza degli uomini.

»Chièdinoiche osservando conquellospirito d'analisi e di critica,chenoi abbiamo,idifferenticulti delle nazioni,

non

possa dire ai loro autori;

»No,voinésiete dèi,nesieteagentidella divinità;no,che

non

avetemissioue verunadal Cielo; sietebeusi missionarii della

menzogna. Voi

fostefabbricati dellostesso fango,ondeil

furonogli altri mortaliquanti essi sono;voi siete della stirpe e della famigliadelprimopadre.Tulle lepassioni,lutti ivizii

sono vostri

compagni

indivisibili; ciòètanto vero che ivizii furono con voi divinizzati. I vostri templi,i vostri sacerdoti annunzianoessipnrelavostra origine.

La

vostra storiaèqiicl- degliinventorideldespotismo. Allorché esigestedai vostri sud- ditiquegli onori che non sonodovuticheaDio,eravate ispi- ralidaquell'orgoglioeh'è naturale

compagno

delpotere (l).

(1) EccociòchediceSalomoneintornoalculto degli idoli: a La in- venzionedegliidoliè principiodifornicazione, eilloro ritrovamento fu1

corruzionedella vita.Perocché questi daprincipionon furonoenonsaranno persempre. Conciossiachèlivanitadegù uominigì'introdusse nelmonio, eperciò* inbreve verràilloroesterminio.

Un

padre pienodiacerbodolo- re feceilritrattod'unfigliuolo rapitoa lui repentinamente: e quello chealloramorìcomeuomoha cominciato adessoaonorarlo qnal Dio,etra ì suoi servitorigli assegnaeultoe sagrifizi. Indi coli*andare del tem^o prese piedelaprova consuetudine,eVerrorefuosservatoqual legge, eper ordinedei tirannionorali furonoisimulacri, tiquelliche gli nomininoli potevano onorare personalmente, pereti*»eranonsseuti, fattovenire da lun- gi illoro ritratto,esposeroinchiaraluceI'immaginedelre a cui voleva»

n<>rendere onore,affitteditributargliiloroossequiicomesefossepresente.

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(14)

— i3 —

E

ceriouè lalibertà,nèla coscienza vi obbedironole prime;

furono bensila villa, il bisogno el'amore del maraviglioso, T ignoranza elasuperstizionedieviIributaronoiprimiincensi.

» Talesarà il giudizio,ilgridodi coscienzadi qualunque interrogheràgii dèi oitempli delpaganesimo.

» Conoscerelaverità èun donodelCielo(1) e il carattere propriod'unospiritoeminente,

ma non

v'ha nessuno che non possanegar fedealla

menzogna,

essendochéciòch'éfalsoripu-

gna

edépresto conosciuto.

»

Mi

sidirà: uu'ondad'obbiezioni s'innalzacontinuamen- te contro la religionedi Cristo:il so.

Ma

perchè non vengo-

no

egualmente impugnate lealtre?Perchè

ognuno

che sia do-

talo di

buon

sensolecrede falsesenza esitare. Igrandi uomi- nidellaGrecia

non

ritenneromaiperveritàassoluta il pagane- simo, nè Pitagora, nèSocrate'néPlatone,nè Anassagora, nè Pericle.Questisiricreavanocoi raccontidelbuon

Omero,

colle graziose invenzionidellamitologia,

ma non

n'erano adoratori.

» PerIocontrario, dopol'apparizionedelCristianesimo i

piùchiari ingegni ebberola fede,unafede viva,unalede pra- ticanei misteri enei

dogmi

dell*Evangelio;

non

solamente Hossueta Fénélon, ed iunumerevolialtri chelo predicavano per professione;

ma

Cartesio e Newton, Lebnizioe Paschal, Cornelioe Ratine, Carlo

Magno

eLuigi

XIV

edaltria mille.

Donde

viene questa singolarità,che

un

simbolosi misterioso ed oscuro

com'è

ilsimbolodegliApostoli,siastatoaccoltocol piùprofondo rispetto da

immenso numero

di grandi uomini,

mentre

teogonie attinte dalle leggi della natura, eche altro

non

erano, in ultima analisi,chespiegazioni sistematiche del

E

adunRimile cultofuronospintianchegì'ignoranti dalla finissima dili-

genzadell'artefice,mentrequesti, per piacereachi loadoprxva,feceogni sforzodell'arte perfarepiùperfetta l'immagine. Ondela turba, rapita dalla bellezza dell'opera,prende adesso perundiocoluiche pocoprimati onorava comeuomo.

SaP.xiv, iti eseg.

Traduzionedi Munsig.Martini.

(1) Muratorinellasuafilosofiadicelafededonod"Iddio..

Notadi A.6.S.

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(15)

— U —

inondo,imisieno giuute aimporreavermi

uomo

di genio?Ciri disse piùmale dell'Olimpo pagano che i pagani slessi?

»

La

ragionen' èadatto naturale; dietroilvelodellamito- logia un saggio scorgeaprima vistal'andamento c le leggi delle società nascenti,leillusioni elepassionidel cuore

umano

i simboli della scienza,V

omaggio

resoalpotere.

»

La

mitologia é la religionedellafantasia. I poeti, divi- nizzandoi loro sogni,seguirono V inclinazione naturale alno- stro spirito,ilquale esagera,finoad adoraresestesso,la pro- pria potenza,perchè neignorailimiti. Nella mitologiatutto è

umano,

tuttodice:iosonol'opera dellacreatura.

Ognuno

vede che tutto inessa è imperfetto,incerto,incompleto;

ognuno

vi

scorge adogni passo contraddizioni.Tutto ilmaraviglialodelle favolediverte l'immaginazione,

ma non

soddisfa laragione.

»

Non

ècollemetafore,

non

ècollipoesiachesispiega Dio, che siparla della originedel

mondo,

che sisvelano le leggi dell'intelligenza.11paganesimoèopera dell'uomo: visi può leggere da perlutto l'umanaimbecillità,dapertuliovi si scor- l'umana impronta.

»

Che mai

sannopiùdeimortali quelle divinitàsi vantate?

Che mai

sannopiù deglialtri uominiqueilegislatori greci e ro- mani,queiÌNuma,quei Licurghi, quei sacerdoti dell'India edi Mentì, que'Confucii, qne'Maometti? Questifeceroun verocaos volendo dare codici dimorale;eqnal édi loroche alcuna cosa abbia dettodinuovorelativamenteallanostra destinazione,alla nostr'anima,alla essenzadi Dio,allacreazione?Iteosofinulla e'insegnaronodiciòchee

1

importadi sapere;non

abbiamo

da loro alcnna essenziale verità.

Sembra

chedi Ititi

1

altro intenda-

no

diparlarechedi religione,tanto laloro teogonia èconfusa ed oscura.

»Havvi unaveritàprimitivacherisale allaculladell'uomo, veritàchesi ritrova pressolutti ipopoli, scritta ne' nostri cuori dal dito diDio,lalegge naturale, lajqualec'insegnaildovere, lagiustizia, l'esistenzadiDio;la quale ciguida a conoscere

(16)

— 45 —

cosa è quest'

uomo

compostodi spirito edicorpo.

Una

sola re- ligione adottapienamentelalegge naturale,unasolaseneap- propria iprincipit, unasolane faVoggettodi pubblico e per- petuo insegnamento:equestareiigioneela cristiana.

» Pressoipagani, perlocontrario,la legge naturale era negletta, sfigurata,modificatadall'egoismoe soggettaallapo-

litica. Essaera tollerata,

ma non

era conosciuto il suo sacro carattere.Questa legge

non

avevané tempio,né sacerdoti,né altro asilocheillinguaggio.

Dio

laconservava per

un

fine della suaprovvidenza.

»

La

mitologia è

un

tempio consacraloellaforza, agli eroi, allascienza,ai beneficii dellanatura.Isaggi

non

vi

hanno

luo- go,nédoveano averlo,essendoessiinaturalinemici dellaido- latriachedivinizzalamateria. Penetrateinquei santuarii:

non

vitroveretenéordinené armonia,

ma un

vero caosomille gof- Jecoutraddizioni: la guerratragli dèi,immobili statue,i divi- Di attributi alteralionegati nella loroessenza,isofismi della ignoranzaedellepresunzione,profaneorgie, trionfi della disso- lutezza,

V

impurità e l'ebbominazione adorale,ivizii luttigia- centi infolte tenebre tra

un

firacidolegnoe '1suosacerdote.

È

questo

un

cultocheglorificaDio,opiuttosto che

V

offende (1 )?

(1)Questeespressioni ricordano quellediSalomonesullastessamateria.

»Così precipitò nell'errorelaumanavita,mentregliuominioper secon- dareilproprioaffettooperingraziantieoiregi,diederoallegno edai sassi ilnomeincomunicabile.NebastòVavere errato riguardoallacognizionedi Dio,

ma

vivendogliuomininella guerra grande della ignoranza, atanti .maliegrandidannoilnomedipace.Conciosaiachè orsacrificandoiprò- prii figliuoli,or tenebrosisagrifiziifacendo, orcelebrandovegliepienad'in- famila,nèlavita loro,imatrimonii conservanopuri;

ma

1'unouccide

1'altroperinvidiao lo contrista co'suoiadulterii,e dapertuttoinondano le stragi,gliassassini], ifurti, lefraudi, lecorruttele, leinfedeltà, itu- multi,glispergiuri,lavessazione de'buoui,ladimenticanzadi Dio,lacon- taminazionedelleanime,laincertezzadei parli, laincostanzadeimatrimo-

nii,laconfusionedegli adulteri! e dellaimpudicizia. Coucioasiacbè l'abbo-

11ine\olecultodegli idoliècausa e principio efined'ogni male.Imperoc- chée nelle loro festedannoin insania,oalmenofalsioracoli fingono ovi- vouoseuzagiustiziaospergiurano confacilità,perchèconfidatinei loro I- doliebe tono senza,anima, sperano che male nonfarà adessi ilgiurare malamente.

Sap.xjv, eteff.TraduzionediMomign.Martini.

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(17)

Sono

questereligioni,sonoquesti(lèida paragonarsialcristia- nesimo,al

Dio

dei cristiani?

Per me

iodico che no.

Chiamo

l'intero

Olimpo

al

mio

tribunale, e giudico quei

numi

benlungi dal prostrarmi innunzi a vani simulacri. I numi, i legislatori dell'India ed IlaChina,di

Roma

e di Alenenulla

hanno

che

m'imponga. Non

giàch'iosia ingiusto versodiloro: no,li ap- prezzo giustail loro merito.

Se

l'esistenza di qualcheprincipe s'immortalo nella

memoria

degli uomini

come

una

immagine

dell'ordinee della potenza,

come

un'idea della forza o della bellezza,ècertochetaliprincipiisonoordinarli.

Ma

bisogna pure comprendereinquestirisultali l*ignoranzadi quelleprime so- cietà

umane. E

convienedire eh'esse fossero mollo ignoratili

secolle virtùdivinizzarono ivizii:tanta eralapariedell'

imma-

ginatoneinquella strana seduzioneICiò è tanlo vero chela violenza, la ricchezza, l'orgoglio delpotere,l'amore delpole- re,lavoluttàsfrenata, V abusodella forza,sono ihalli caratte- ristici di que'

numi

tali quali civengonodalla mitologia e dai poeti ingenuamentedescritti.

» In Licurgo,in

Ruma,

in

Maometto

io veggodei legisla- tori,iquali,sostenendo ilprimo personaggioinunostalo, cer- caronola migliorepossibilesoluzione delproblema sociale;

ma

nullaveggoinlorochemostri la divinità: eglinostessi si alto

non

miravano colle loro pretensioni.

» Kgli è evidenteche nondaicontemporanei,

ma

soltantodalla posterità furono divinizzati i primidespoti,gli eroi,i governa- toridellenazioni,gli restitutori delleprime repubbliche. Io ri- guardo questiuominie gli dèi

come

esseri della mia stessana- tura. Nulla v'hache dislingueessenzialmentedalla

mia

la loro inlelligcnza:essi ne*lorosecoli riempironoil

mondo

della loro lama

come

io feci nelmio.Nienteè in essichegli annnnzìi per esseri divini: io scorgo inveceinnumerevoli rapporti egrande somiglianza tra loro e

me,

riscontro in essi debolezze ed errori

comuni

con

me

e con tulla Vumanità.

Le

loro facoltà sono quelle stesse ond*iosono dotato; quelle dalle

mie non

dilTeri-

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(18)

— il —

scotìo chenel diversoscopo alqualele abbianofateservirese- condo ipaesi ele circostanze...

«

Ma

quanto diverso è Cristo! Tuttoin lui

mi

sorprende,

la sua

mente

avanzala

mia

di untratto infinito,lasua volon-

mi

confonde.

Tra

lui etutto ciòeh' é net

mondo non

v'ha misura che

sen

aa conoscereladistanza. Egli èun essere a parte.

Le

sueidee eisuoisentimenti,la veritàch'egli annun- zia, lasua manieradiconvincere

non

sispieganonécolla or- ganizzazione

umana,

nécollanaturadelle cose.

« Ilcomparirediquest'essere straordinarioelastoria del- lasuavita,laprofonditàdellasua dottrina,che giugne allaci-

ma

delle quislioni,ele troncacon ammirabile soluzione alla radice;ilsuoVangelo,il suo impero,il suotrionfante

cammino

per gli secolie per gli regni,tuttoéper

me

un prodigio,

un non

su quale misteroch'é sottoimiei occhi e

mi

confonde, mistero permanente che miéimpossibiledi negare, impossibi- ledi spiegaie^echefuori di

me mi

trasporta.

« In quest'essere nulla ioveggo d'umano. Per quanto

mi

avvicino,per quanto esaminodappresso,luttorestagrande d'u- na grandezza che

mi

annienta. Ilo bel riflettere: di ,nulla so rendermiconto.

«

La

suareligione é

un

segretoch'ésuo, eproviene d'una intelligenza,chealcertononè l'intelligenzadell'uomo. Havvi inessaunaoriginalitàprofonda checreaunaserie diparole e di

massime

sconosciute.

Gesù

nulla prende a prestito da veruna scienza

umana. Non

sitrovachein luisolol'imitazio-

ne

o l'esempio della sua vita.Questi non è

nemmeno un

filosofo,giacché siservedi miracoli, eisuoidiscepolisono lino dal principio suoi adoratori. Eglili persuade moltopiù richia- mandolial sentimento checollo sfarzodi metodo e di logica:

non

richiededaloronéstudii preliminari,né cognizioni lette- rarie,benché essi deggianessere suoi banditori. Tuttalasua religione consiste nel credere.

2

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(19)

-48-

«

Di

fatto lescienze ela filosofia a nullaservono perlasal- vezza dell'anima, e

Gesù

nonvieneal

mondo

che perrivelare

i secreti del Cielo ele leggi dello spirito.Per conseguenza egli

non ha

afareche coiranima, conlei solaei sitrattiene, per leisola egli predicailsuoVangelo. L'

anima

basla alui com'e- glibasta all'anima:primadi lui

non

sipensava all' eccellenza dell'anima;la materia edil

tempo

signoreggiavanoil

mondo.

La

sua voce lutto rimette nell'ordine: la scienzaela filosofia

non

sonopiùcheoggetti secondari}: l'animaha rivendicalala suasovranità. Tutti i sistemi scolasticicadono

come

edilizi di- struttidaunasolaparola:la Fede.

* Qualeparola, qualmaestro che opera

una

talerivoluzio-

ne? Con

quale autoritàegliinsegnaagliuomini lapreghiera?

Con

quale sicurezza

impone

loro ciòche

hanno

acredere?

E

nessunogli

può

contraddire,siperchè il

Vangelo

contiene la piùpura morale;siperchéil

dogma,

in ciòche contiened'o- scuro, nonèaltra cosachelapromulgazione ela verità diciò eh'esistelà,dove

uman

occhio

non può

vedere,dove

non

giun- ge

umano

raziocinio.

«Consultale pure i filosofi intornoall'essenzadell'uomo e all'essenzadella religione; ditemi poi cosadiutilevi avranno insegnato.

Qual

èl'uomo di

buon

senso che abbiainlesi isi- stemidell'antica o della

moderna

metafisica, i qualialtro

non

sonoche una vanae

pomposa

ideologia,senz'alcun utile rap- porto collanostraviladomestica.,collenostrepassioni? Si per- viene,é vero,con lunga meditazionea possederelachiavedella socratica e della platonica filosofia;

ma

conviene, per ottener questo, essere metafisici,efadi mistieri, oltre a degli anni di studio,unaspecialeattitudine.

Ma

il buousenso,ilcuoree

uua

sana

mente

bastano per comprenderela dottrinadiCristo.

«

La

religionecristiana nonèideologica németafisica, essa èuna regola praticachedirigeleazioni dell'

uomo,

che ilcor- regge,ilconsigli

a

Jl'assiste.

La

Bibbiaci ofiie unaserie

com-

pleta di falli ed'uoministorici per ispiegareil

tempo

e l'eler-

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(20)

»•«!

— co-

nila, qu

Me

verini" altra religionenoné incasod*offrire.

Se

que- stinon é la verareligione, è

degno

discusa chi s'ingannacre- dendola divina,poichéin essaIntto è grandeedegnodi Dio.

» locercoindarnonella storiaondetrovarviod un personag- gio similea

Gesù

Cristo oqualche cosachesomiglial Vangelo.

La

storia.!'umanità,isecoli,la naturanulla mostrano chepos- sa paragonarsi aquellapersona odaquel libro;nullachepossa spiegarli.Tutto inessiè straordinario; piùioli considero, più m'assicuro chein essi tutto è fuori del

cammino

delle

umane

cose,tutto aldi sopradello spirito

umano.

» Gli empii stessi

non hanno giammai

osato negarelasu- blimila dell'Evangelio,il quale inspirain essi,loro malgrado,

una

certa venerazione. Quali portenti non vi

ammirano

coloro

che

r hannomeditalo!

« hie^soogni parolahail suosuggello,

ognuna

èsolidaria d'ognialtra

come

lepietred'uno stesso edilìzio.Quello spirilo

che

lega le parole tra loro è

un

contento divino chetira ne scoprealla nostra menteilsigniGcato, oraglielonasconde.

Ogni

fraseha unsensocompleto checorrispondeallaperfezione del- l'unità eallasublimitàdell'insieme. Librounico, incui lospi- ritotrovauna bellezzamoralesconosciutadapprima,eun*idea dell'infinito superioreaquellastessache somministralacrea- zione!Chi altriche

Dio

poteva produrre questo tipo, questo idealedi perfezione esclusivodel paricheoriginale,chiusoalla critica, in cuinessuno trova parolaa togliere, nòparolaad ag- giugnerc;librodifferentedalutto ciò cheesiste,assolutamente nuovo, nuovo

sempre

da nessunaltro preceduto,da nessunal- tre seguilo fi)?

(1)Napoleoneaveva,Dellasua giovinezza,lettoIlotisseau elotenevain altastima.Più maturorinunziòaiautismi e all'ideologiadell'autore para- dossaledelContrattoSociali';inadeve avererilettoilseguente squarcio che contieneunelogiodell'Evangelio, tanto piùgrandequautoscorri'spontaneo dallapennadelloscrittore,eliecedeall'evidenzapiù presto cheallafede. (*) (*)Questodiscorso èriportaloanco daJaminne'*uoipensieriteologici.

A'o/adiA. 6.S.

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(21)

«

Voi mi

parlatediConfucio,diZoroastro,diNinna,di

Gìo- p,

edi

Maometto

;

ma

traloro eilCristopassa questa diffe- renza:chetutto ciòchequestifeceédegnod'unDio,inquel-

linullavi

ha

che

umano

nonsia.L'azionedi quei mortali ces- sòcollalorovita:essi stabilirono,finchévissero, lelororeligio- nicoli'aiutodellepassioni,colla forza, colfavoredellepolitiche vicende: Cristoluttoriserba allasuamorte.

É

questala inven- zioned'

uomo?

No,quest'é

un

procederestraordinario,

una

si-

» Lamaestàdelle scritturemisorprende,la ssntitè delVangeloparla almiocuore.Leggeteilibri deifilosofi:come«odessipiccoli, contutta la loropompa, accantoa quello!Puòmaidartiche un litroei sublime eai semplicealtempoatessosiaoperadegliuomini?ÈJquelloforseillinguaggio 4'unentuaiastaod'un ambiziososettario?Qualedolcezza!Quale purezza nei suoi costumi!Quale unzione nellasueistruzioni! Quale elevatezza nelle suemassime! Qualeprofonda sapienzane' suoi discorsi!Quslepron- tezza,quale acutezza, quale precisione nellesue risposte! Quale impero sulle passioni! Dov'è l'uomo, dov'èilsaggioche sappia operare,soffriree morire senza debolezza e senzaostentatone?Allorché Platone dipingett suo giusto immaginario, copertodituttol'obbrobriodel delittoedegno di tuttiipreroiidellavirtù, eglifa lavera pitturadi GesùCrisio.La somi- glianzaesorprendente chetuttiipadri dellaChiesa l'hanno sentita,

«ho è impunibiledinon>edere Quale accecamentodi*hiosava para- gonareilfigliodiSofroniscaalfigliuoledi Maria!Qualedistanzatra l'uno

l'altro!NonèdifficileaSocrate, ehemuoresenza dolore e senzaignomi- nia, disostenere sinoall'ultimo istsnteilsuo carattere:e sequesta facile morte nonavesseonoratalasua vita,sidubiterebbe se Socrate, con tutto

ilsuoingsgno,altro fossedieunsofista.

Ma

JachiappreseGesùquellapura

• subblimemorale,di cui egli solo diedelelesionie Pesonipio? Dal seno delpiùfuriosofanatismos'udì lavocedellapiùaltasapienza,ela sempli- citàdellepiù eroiche virtùonoròunpopolo materiale.LamortediSocrate shefilosofa tranquillamenteinmezzoa'suoiamici èls pitidolcechesipos- sa desiderare: quelladiGesùche spira nei tormentiingiuriate; schernito detestatoda tuttounpopolo élapiùterribileohesipossa temere. Socrate prendelacoppa avvelenataeconforta quello eheglielapresentaochepiange:

Gesùinunorrendo suppliziopregspe'snoidisumanaticarnefici Sì,se la vitaelamortediSocratesonovitaemorted'un saggio,lavitaelamorte diCristosonovita emorted'unDio.

Diremonoi forsedieUstoriadelVangeloèuninvenzione? No,nonè

«osiches'inventa; eifattidiSocrate,do' qualinessunodubita, sonomeno provatichequelli di Cristo.Edè piùdifficileaintenderecomepiù uomini

sisieno accordati perfingere quella storia, diquellosische unosolo ne abbia somministratoilsoggetto. Gliscrittoriebreinonavrebberomai tro- vatonéquel linguaggio,nequellamorale;el'Evangelio«acaratteri dive- ritàaigrandi,sorprendenti,inimitabilicheIinventoreuesarebbs più prodigioso ehel'eròe».

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(22)

-Si-

curezzadi sastessosoTrumana, una realtà inesplicabile. Non;

d'altriper anco seguitoche da pochidiscepoliidioti,Cristo

è

condannatoamorte; egli

muore

vittimadellacollera de' sacer- dotiebrei edeldisprezzodellasua nazione,abbandonatoda'suoi e tutto ciò.chestavaperavvenirgli egli loavevagià letteral-

mente

annunziato.

«

Tra

poco, dicevaegli,sarò legato e crocefisso:saròabban- donato datulli,il

mio

primodiscepolo

mi

negheràall'incomin- ciare del

mio

supplizio.Lascierò cheicattivioprinoaloro vo-

gliala

inseguito, soddisfattaladivina giustiziaedespiatacol

mio

supplizio lacolpa originale,illegame dell'uomo con

Dio

sarà rannodato,ela

mia

mortesaràla vita de'miei discepoli:

allora essi saranno più fortisenzadi

me

che con

me,

giacché

mi

vedrannorisuscitato, ediosalirò alCielo,edi là

manderò

ad essi

uno

Spiritochegì'istruirà:lo spirito dellacroce farà loro intendereil

mio

Vangelo;essi locrederanno,loprediche-

ranno, nepersuaderannol'universo».

«

E

questa strana promessa,tantopropriamente chiamata da san Paolofolliadella croce, e questovaticinio

d'un

misero condannatosonosiletteralmente avveratit...

E

il

modo onde»

adempie

é forsepiù prodigiosodella promessa.

«

E non

fu

un

giorno,

non

fu

una

battagliache

ne

decisa

Y adempimento

:fu forseil

tempo

dellavitad'

un uomo? No,

fu

una

guerra,fuun lungo combattimentoditrecento anni, inco- mincialo dagli Apostoli,e sostenuto dailori successori edall' ondacrescentedellegenerazionicristiane.

Dopo

san Pietro i trentadue vescovi di

Roma

chegli successero nel principato, furono

come

essimartirizzati:cosi lacattedradi

Roma

fu per

tre secoli

un

glorioso patibolo, sulqualedoveafinirechi v'era chiamato.

E

diradoglialtrivescovi,durantequesto periododi Ima rA/>/"> I I a!»I>Afri /lirAM0An n Ml g\

iresecou euoeroaiversasone.

» In questaguerrasi trovavano da

una

parte tuttiì re a tutteleforze dellaterra;dall'altra

non

veggo armata,

ma una

energia misteriosa, alcuni uominidisseminaliquaelaper lo

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(23)

mondo,

senz1altrosegno diriunioneche una fede

comune

nel mistero della croce.

»

Che

singolare vessillo!I discepolidell'Uomo

Dio vanno

superbidellostrumentodelsuosupplizio; essiportano perl'u- niversolacrocein

un

colloroconvincimento, ardente

Mamma

elicsi propaga dipaese in paese. « IlCristo,Dio,essi sclama- no, émorto perlasalvezzadegliuomini».

Quale

lotta, quale burrasca

non

suscitano queste semplici parole intorno all'umi- le stendardo?

« E

quanto sangue

non

fuversato!

Qual

furore!

Ma

quire-

gna h

collera,l'acciecamento,lefuriedell'odioedella violenza, là ladolcezza,

un

portentoso coraggio,una rasseguazionesen- za esempio.

Per

trecent'anni il pensierolottacontrola brutali- tàdelle sensazioni,lacoscienza contro ildespotismo, P

anima

controilcorpo, lavirtù controi vizi-i.11 sangue de'cristiani

«orrea rivi: essi

muoiono

baciandola

mano

cheli tormenta.

L'anima

sola protestamentreil corpoéinpredaal supplizio.

I cristianidappertuttosoccombono,dappertutto trionfano (\).

»

Voi

parlatediCesaree diAlessandro,delleloro conqui- ste,edell'entusiasmo che seppero accendere nelcuoredelsol- datoondeseco usarlo a spedizioni diavventura!Riguardoaque-

sticonvien riflettere allaricompensadell'affetto del soldato, all'ascendente del genioedella vittoria,alnaturaleeffetto[del- la disciplinamilitare edi unlegittimo e

ben

regolatocomando.

Ma

quanti anniebbe di duratal'imperodiCesare?

Per

quanto

tempo

essiannosostenuto l'entusiasmodei soldatiper Alessandro?

(ì)Eccocomeesprìme Rousseaulestesse idee: atppresso la morte diGesùCristododici poveripescatori iutraptelidono1*istruzionee

h

con- versionedelmondo. Sempliceeraillorometodo; predicavauosenz'art**,

ma

con cuore penetrato;e di tulliimiracolicoiqualiDiopremiavalalorofede,

ilpiù stupeudo eralasantità della loro vita.Ilorodiscepoliseguirono quel beli'esempio,eil successofu prodigioso. Isacerdoti pagani allarmatisi, diedero ad intendereaiprincipichelostatoera rovinato perchéscemavano loofferte.Si suscitarono persecuzioni,lequalinonfeceroche accelerareil

progressodiqneilareligione ch'osaivolevanosoffocare.Tuttiicristianicor- revanoalmartirio, tuttiipopolicorrevanoalbattesimo,lastoria diquei*

primi tempièuncontinuo prodigio».

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(24)

— 23 -

ym^ti

godctleroditali

omaggi

ungiorno,un'ora;finchéikuv*

illoro

comando,

otutt'al piùla loro,vita, secondoil

numero

de' soldati o ilcapriccio della fortuna, secondolicalcoli della strategia,infinesecondolesorti dellaguerra

E

sela vittoria capricciosagli avesse abbandonati, noncredete voieheI*entu- siasmo avrebbetosto cessato? Lasciatech'io vidomandi; l'in- fluenza militarediCesareed'Alessandrosi protrassedi del- la tomba, o finicon essi?

« Potetevoiimmaginarvi che un morto facciaconquistecol

mezzo

d'un'armata fedele,ecostantementedevota allasua

me-

moria? Potetevoiimmaginarvi che unfantasimaabbia de' sol- datisenzastipendio,senzasperanzadi migliorarelaloro sorte su questaterra, ch'eglipossa ispirarelorolaperseveranza ela .tolleranza d'ogni sortadi privazioni?

Ahimé! Era

ancoracalda

la spogliadi

Tu

renna; elasua armataavvilita,abbandonava il

campo

dinnanziaMonLecuccoli.

— Edio

sonodimenticato,ancora vivo, dalle

mie

armata

come

il fuAnnibaledall'armata cartagi- nese.

Ecco

quul éilpoteredinoigrand'uomini!

Una

solabat- taglia perdutaciatterra,elasventurafasparireinostri amici.

Da

quanti Giuda non

mi

vid'ioattorniato?

Ah!

s'io

non

potei persuadereque' generaliche

mi hanno

tradito,s'essiobliaro-

no

il

mio

nor.;e,senegaronoiportentid'un vero

amore

dipa- triaedifedeltà!.... S'io,chegliaveva condotti tantevolte alla vittoria, non poteiin aitariscaldare que* cuori egoisti;

come

dunque,fatto iostesso cadavere,,potreitener vivoo farrivivere

il loro zèlo?

«

V

immaginale voiche Cesarepotesse dal (ondo del suo mausoleotenere leredinidell'impero,restare capodelsenato

romano,

e vegliare sui destini di

Roma

?

Ma

taleéappunto la storiadell'invasione edellaconquistadel

mondo

operala dalcri- stianesimo;questoéilpoteredel

Dio

dei cristiani,éilperpetuo prodigiodel progressodella fede edelgovernodellasuachiesa- Spariscono ipopoli, crollanoi troni;elachiesaresta.

Qual

è

dunque

laforza chetienein piedi questa chiesaassalita dall'o-

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(25)

- t

i

-

rea no furibondodella colleraedegli insultidel secolo?

Qual

è

il braccioebeladifeseperdiciolto secolicontrotanteburrasche che minacciaronodidistruggerla?

« In qualunquealtroessere,fuorché nel Cristo,quante

im.

perfezioni,quantamutabilità!

Qual

carattereési fermo da

non

piegarsidinnanzi avenniostacolo?

Qual

è t'individuo che

non

subiscamodificazione per qualsiasiavvenimento, che

non

senta l'influenza delle circostanze,che

non

transigao coicostumi o collepassioni

o

con qualche improvvisanecessità? Iosfidochic- chessia a citarmi

un

essere scevro,

come

Cristo,dalia

menoma

alterazionediquesto genere, chesìapuro datali macchie,da

talicangiamenti.

«

Dal

suo

primo

giorno sino all'ultimo eì resta eguale, egualesempre, maestosoe semplice, infinitamente severoein- finitamente dolce.Famigliarecontutti pelgeneredivita che egliadottò,

Gesù non

somministra

mai

il

menomo argomento

alla critico,ela sua condettasiirreprensibile strappaF

ammi-

razione per

un

insiemedidolcezza edi forza.

Che

parli o

che

operi,

Gesù

è

sempre

grande,immutabile, imperturbabile. Di- cesicheil sublimeè

un

tratto della divinità.

Qual nome

dun-

que

sidaràa chiinsé.riuniscetuttiitratti delsublime?

«11maomettismo, lecerimonie di

Noma,

leistituzioni di Licurgo,ilpoliteismo,sonopiuttostooperedilegislazionichere- ligioni.

Di

fattituttiquesticultiintendonoalla felicità terrena piucchèai benicelesti;sono propridique' popoli, eciaschedu-

no

de'loro autori miravagli interessi della sua nazione. Ora,

non

é eglievidente chela vera religione

non

potrebb'essere circoscritta a

un

solo paese?

La

veritàdeve abbracciarel'uni- verso: e taleèlareligionediCristo, lasola religione che di- struggelanazionalità, la sola che proclamilaunità ela frater- nitàassolutanell'umana specie,la solachesiaveramente spi- rituale,la sola infineche assegni atuttisenza distinzione per vera patria il seno d'un

Dio

creatore.

« 11Cristoprovacolsuodisprezzo del

tempo

ch'eglié figlio

0

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(26)

— 25 —

dell'Eterno: così il suoimperosiestende

come

l'orizzonteesi

prolunga

all'infinito. Cristoregnadi della vitaedi della

morte;

egli

domina

ilpassalodelpari che l'avvenire, ilregno dellaverità

non

potendoaverealtrolimitechela menzogna. Tal

è

ilregnodell'Evangelio,ilquale abbraccialuttii luoghi etutti i popoli.

Gesù

siéimpadronito delgenere

umano,

nefeceuna solanazione,lanazionedell'onestagentech'egli invitaalla perfe- zione. Gl'inimicidiCristodel pari cheisuoiamicidaluidipendo-

no

pelgiudizioch'ei pronuncieràsovra tullialla(ine deitempi.

«

Maometto

insegna, é vero, l'unità diDio:questaveritàéla baseeil

dogma

principaledellasuareligione.

Ognuno

ilsa;

ma ognuno

sa eziandioch'egli prese questo

dogma

da

Mose

edalla tradizionedegli ebrei.Glialtri

dogmi

di

Maometto

sonodettali dal- lasuaimmaginazione,ecosil'alcorano é

un

libropienodiconfusio-

ne

ed'oscurità,parto d'un innovatore appassionalo,ilqualesitor- tura, perisciogliere col

mezzo

delgeniodellequestionicheso-

no

superiori al genio, enon riescechea turpitudini. Tanlo é veroche

non

èdato averuno,

nemmeno

aungrand'uomo didire cosesoddisfacentiintornoaDio,s'eglinonn'é di

Dio

stessoistrui- to.Perciò

Maometto

nonèveritierose

non

allorach'éappoggialo allaBibbia ealsentimentoinnatodellacredenzainDio. In lut- to ilresto l'alcorano

non

è inultimaanalisi che

un

arduosiste-

ma

didominio e d'invasionepolitica.

« In tutto ilsuo codice

Maometto

simostra apertamente

uomo

ambizioso, vileadulatoreditulle lepassionipiù care al- l'uomo.

Come

accarezzaeglilacarne! qualgenerosoretaggio

non

dàegliallasensualità! Siproponegli diguidarel'arabo allave- ritàdivina oallaseduzionediluttiipiaceri permettendoliinque- sta vita,e promettendoli qualcelesteguiderdonenell'altra ?

Per

abbagliare,per sedurreun popoloegli

chiamò

sotlolasua ban- dieralepassioni. Ebbene,egli viriesci:

ma

la causadelsuotri- onfo saràun giornola causadellasuacaduta. Presto otardi la mezzaluna scompariràdallascenadel

mondo,

edinsuoluogo si vedrà inalberala lacroce:ilsensualismo uccidealla fine lepas-

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(27)

— 26 —

sioni,

come

uccidegl'individuiche

hanno

la folliadi farlobase dellaloroesistenza.

«

Di

Più,questofalsoprofeta parla ad

una

solanazione, e senteilbisognodirappresentareduepersonaggi,ilpoliticoeil religioso.

Quanto

alprimoegliilsostennecou tutta la forzacon tulioilpossesso: quantoalsecondoein'ebbebensìilprestigio,

ma nou

larealtà.

Di

fatti egli

non

diedemai provedella divini- la dellasuamissione.

Per

una o due volleeivuole sostener dei miracoli einciampa vergognosamente.

Nessuno

credeimiraco-

li diMaometto, perchè

Maometto

stesso

non

licredeva; cicche prova che

non

ètanto fucile,quanto alcun crede,il trarre in erroregli uomini in fallo dimiracoli.

« Ora,seiltitolod'impostorestabeneal

nome

di

Maomet-

to,questo lilolotanto stamale al

nome

diCristo, ch'io credo nessun nemico, cheforsennato

non

fosse,delcristianesimo, ave- re osatofarea Cristotaleonta. (i).

«

Eppure non

v'ha viadi mezzo: seCristo

non

fosse

Dio

sarebbeslatounimpostore.

« Cristo

nou

senteP ambizione terreno,egli siconsacra esclusivamente allasua missioneceleste.

Era

moltoagevole ad esso, facendosi

uomo

politico, di valersi della seduzione per giugnercalpotere:tutto lo favoriva, tuttoprevenivai suoi desi- derii s'eglia quello avesseaspirato.

« Gli ebrei aspettavano

un

Messiatemporale che dovesse soggiogare ìloro nemici: aspettavano

un

re, il dicui scetlro mellessesollolaloro dominazionetulliipopolidella terra.

Que-

staeraunatentazionemollodifficilea superare, e l'elemento na- turaled'unagrandiosa usurpazione.

Eppure Gesù

osail

primo impugnare

pubblicamentel'erronea interpretazionedelleScrit- ture.Egli imprendeadimostrareche quelle vittoriee quelle conquiste delCristosonovittorie spirituali:che missionedi lui dev'essere direprimereivizii, disoggiogarelepassioni,d'inva-

»

(1)Chiavrebbe dettodiRenanedelsuo traduttore quel grande?..

NotadiA.6.S.

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(28)

— 17 —

derele nazioni spiritualmente:cheseleScrittureannunziano la sotlomessionedell'universo,questasotlomessioneassoluta èan- nunziata perlafinede'tempi.

»

Gesù

prendeparticolarecurad'inculcarea'suoidiscepoli questa spiegazione tutta spirituale.Si vuole, in più occasioni, porgliin capolacoronaregale:ei la rifiuta.

«

Gesù

a miglioripatti

non

vienecolle altredebolezze

uma-

ne.Isensi, questi tirannidell'uomo,sono perlui trattali da schiavi,fattiper obbedire, non già percomandare. I viziisono oggettodelsuo odio implacabile. Egli mortificalepassioni,par- lada padroneair

umana

natura degradata,dapadrone sdegnalo chevuole un1espiazione.

La

sua parola, tuttoché austera, s'in- sinua noli'

anima come

un'aria puraesottile;la coscienzan'é penetrala, n'etacitamente persuasa.

«

Gesù

lascia pure dapartelapolitica,cosa superflua po' suoiveriseguaci,iqualiadoranoil

dogma

dellafraternitàdivina.

« Quest'è

un uomo

di singolare natura: quest'èun ponte- fice,questauna religionechesiseparano da tuttele altrereli- gioni: mentrechidiceesservi

un uomo

chesomigliaquestouo-

mo,

esservi unareligionecheaquesta somigli.

« Cristoproponeallanostra fedeunaserie di misteri. Egli

comanda

autcrevolmentedicrederlisenzaaddurrealtraragione chequesta spaventevole parola: iosonoDio.

« Egli sidichiara Dio, econquesta dichiarazioneei mette una distanza incommensurabiletraséegli altriautori di reli- gioni.

Quale

midaciajquii1sacrilegio,quale

bestemmia

seciònon era vero? Diròdipiù: iltrionfo universalediun' asserzionedi questogenere, se nonerarealmenteil trionfo dellostesso Dio, fornirebbeuna provae unaplausibilescusa all'ateismo.

«

Ma

proponendo dei misteri Cristo sta d'accordocollana- turadellecose, laquale éprofondamentemisteriosa.Chi sonio?

donde vengo? dove vado?

L'umana

vitaéunmistero nellasua origine,nellasua organizzazione,nellasuafine.Nell'uomoefuo- ri dell'uomo lutto èmisteronella natura; esivorrebbe che la

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(29)

— 28 —

religione

non

fossemisteriosa?

La

creazionedel

mondo

eilsue finesono

un

abisso impenetrabile,

come

lo sonolacreazionee

il fined'un solo individuo.

La

religionecristiana, almeno,non, elude questegrandi questioni; essaleattaccadi fronte,eisuoi

dogmi

ne sonola migliore soluzionepercolui che crede.Ipa- gani

non

negavano che lanatura dellecose fosse misteriosa: pressodiloro il mistero era dappertutto;aveanomisteridimol- tesorla: misterid'Iside,misteri dibaccanali, misteridisaviez- za ed'infamia; sicché essipotevano a

buon

drittoavereasde-

gno

lanotteimpura eprofonda che coprivailsantuario.

« Qualestranoimpastodi principi!conlraddittorii

non

era- nolateogonia caldea, l'egiziana elagreca?Quale oceanod'idee bizzarresenzaordine, senzalegame!

Che

miscugliodi sublime ediassurdo,disacro edi profano! Ciòchev'hainessedi

me- no

oscurosiriferisceevidentementeall'origine della società,al- lalorostoria,esopprattuttoallastoria de'primi monarchi;

men-

treil

dogma

ripiglialestessecredenze,o per meglio dire, gli stessi erroridiunatradizione perduta.Ilsantuario

pagano

ève- ramentericettacolotenebrosodel falsochiarorede'sensi,radu- nanzaimpurade' mille scherzi della fantasia, asiloconsacralo a tutte lefollie,atuttele aberrazionidei secoli.

«

E

talitempli,talisacerdotipotranno forseessereitempli eisacerdoti dellaverità?

Chi

oserebbe

mai

sostenerlo?

No,

i

paganistossi

non

l'hanno

mai

seriamente creduto,

« Ilsolo cristianesimo

accampò

sino dalsuo nascere que- stapretensione;eglisolo hadiritto disostenerla,poiché il suo

dogma

é coerente, ragionevole e d'accordocollapretensione. Il politeismo n'ebbepresentimentoallorché attaccòcontanto furore

il cristianesimo.

La

vocedellareligionediCristofuinlesa

come un

possente gridodella coscienzacherisvegliavala coscienza.

Fu

allorachel'idolatriasisenti feritanelleviscere, enullaaven- doaopporreaquel grido generoso,laidolatria minacciatadi

morte

rispose con

un

gridodirabbia. Questa rabbia

non

era figliadellaconiitizione;era ladisperazione dicolorochestava-

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