jr
SCHERZO COMI CO IN UN ATTO
TRATTO DA UN ROMANZO
DIC.P.DIROCK da
PRESSO LUIGI CIOFFI EDITORE
Cont.delPesce,N.17.
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f Proprietà Letteraria.
ì
COI
TIPI DI A.VALENTIN! E
C.— FA BISOGNO —
Un
letto.Una
carta per Carlo.Un
vestito da caricatura inglese per Oliviero. Variemo-
nete per Benedetto.Una
eorbetta con6
bot- tiglie di vino per Oliviero. Occorrente per ap- parecchiareuna
tavola da 4 coperti.Un arma-
dio.Un
tavolorotondo.Sedie N. 6.Una
sporta per commestibili.Una
borsa damarocchino
per Lisetta.— Un
piatto maccheroni .conaltri piatti a piacere che porta il garzone d’osteria.Un
cava turaccioli.I
Moranval
ex Colonnello, zio diGustavo
possidente,amico di Oliverio,Commesso
di studio, Carlo, amico di Gustavo,Benedetto,
servitore di Gustavo, Elisa,Carlotta,
Un
garzoned’osteria.L’ azione succedein Parigi.
Epoca
presente.Cameraincasad’ Oliviero.
— Una
portaal fondo: lateraleadestraed asinistra.— Un
letto,un arma-s
diocon occorrente per apparecchiare una tavola per quattro.
—
Tavolo,sedie,specchio,ecc.ecc.SCENA PRIMA
BENEDETTOÌndiGUSTAVO.
I
Ben. (all’alzarsi dellatelaèaddormentato sopra
una
sedia, svegliandosi di soprassalto)Eh
? direiquasi d’averdormito un poco.Se miavesse sorpresoil padrone,stava fresco,come
si fa, quandoallanotte nonsipuò dormire,mi tocca starsemprealzatoadaspettarlo che ritorni dal giuoco...
e questa notte venne a casa che eranolesei. ..giuocare!rischiarealgiuocola fortuna lasciataglida’suoi parenti
... ma
! .•. eil suobuonzio,ilsignor Colonnello chisaco-me
avràbestemmiato, quandogliavranno detto6
UN PRANZO DA SCAPOLI.clic ilsignor Gustavoerafuggito di nottetempo daPierrelìt,accompagnato da
me
solo»...
e invecediandare acasanostrasiamovenutiad
abitareda questosuo amico,altrodiscolodipri-ma
sfera....
esongiàquindici giorni.Per
quantevolteio gliabbia chiesto ilmotivodella fuga, . . . mi ha semprerispostoburberamente; cosacentri tu di volersapere i miei interessi.- Eh,
ma
io hobuon naso e scommettereidue
soldicheèfuggitoper nonsposaremadamigella Aurelia,propostaglida suozio.-...ohi
eccoil padrone,(siritirain fondo)
Gusl. (esce dall'appartamento a destra, molto preoccupalo) Ecco
come
vannole cose! Voglio operare senza riflettere,esemprecommettodelle stoltezze! Se avessivolutopensarviun tal poco, non sareiandatoagiuocare,cosiavrei ancorailmio debitodi quattromilafranchi sullaparo- la.Sono peiò fortunato clic mi rimane ancora
il ricavo dellacarrozzaecavalli chehodatoda vendere all'amicoOliviero. .
. (vedendo Bene- detto)Cosavuoi?
Ben. Aspettavo isuoicomandi.
Gust.
É
uscitoprestoquesta mattinaOliviero?Ben. Alle undici.
Gust.
Non
ha chiestodime?
Ben. Si,
ma
siccomeelladormiva non ha voluto destarlo, tanto piùcheledissi ch'era rientrato questa mattinaallesci.Gust.
Ho
capito.Che
oraè?DigitizedbyGoogle
ATTO
UNICO 7 Ben.Non
so;hal’orologioosservi.Gust.(L’orologio!è inluogosicuro).
Ben.(con malizia)
Ha
osservato?Gust.
Ho
osservato,cnon hoosservalo,cosa im- portaate.Ben. (Iltermometroquesta mattina segna 1’ura- gano).
^
Gust.
Dimmi
piuttosto, perchè hai indossalii miei abiti.Ben.Dirò,signore, èuna miafurfanteria.Siccome vadosempre fuori dicasa pe' bisogni, giacché ella nonesceche hasera avanzata,cosìhodetto
’fra
me
: li terrò indosso,che se alle volte in- contrassilozio,non miriconosce al certo, enon
scoprirebbeeh’ ella èinParigi; perchè sa quanto èincollera, dopo quell’ultima biricchi- nata cheleha fatto .. .Gust.
Che modo
di parlareè il tuo? cosa c’en- tritu ...Ben. (interrompendolo)Scusi, signore,voleva di- re, chesuo zio sarà incollera perchè è fuggi- to .. .Sì, perchè siamo fuggiti di notte . . . .
Gust. Taci làscimunito! io non sonofuggito. Se partimmodi nottedal castello
De
Bcrly,fuper- chè aveva piacere diviaggiarealchiarodi luna...Ben. Bella luna,pioveva.
E
le faròosservare.. . .Gust.
Non
voglioosservazioni.Ben. Scusi,perdoni, io non credeva.. .
Gust.(interrompendolo)Bastacosì! Vaitene.
Ben. (dasù) Credeva proprio di scoprir qualche cosa.
8
UN PRANZO DA SCAPOLI.Gust.(da sé)Sono pureinsopportabili questi do-
.mestici.
Ben.
Oh!
(sullimitare) Lasignora Elisa.SCENA
II.elisaedetti.
i
i
'
Gust. Elisa.
El. (sullimitare)
É
permesso?Gust
. (passandoallostalo(d'allegria)
Oh
chesiate la benvenuta, mia caraElisa,(si stringono lamano)
Benedetto, lasciaci.Ben. (dasè,
mentre
parte)Almeno
chelasigno- rinaleportasseil buon umore.El.
Come
statebuona lana? Gust. Bene, evoi?El.
Oh
io, semprebene.Non
ho nessunpesoche mi opprima,e capirete bene...Gust. Si,si, vedo che avete una cera giubilante da incantare.Novità?
El. Nessuna. Vedete seson diparola,sono venuta a trovarvi.
Gust. Invero,cara amica, nonpotevate giungere inpunto migliore.
Et. Perchè?
Gust.Perchè, mi trovava in riflessioni melanconi- che. Lavostrapresenzami restituisceTallegria.
El
.
Sono
bencontentase ciò è vero..Ma voieecu-DigitizedbyGoo^jc^
ATTO UNICO
9
patoin riflessioni?credoche sarebbe la prima volta.Gust.Ascoltatemi, tutto haprincipio;ediocomin- cioad invecchiare. *
Et.Cominciatedaquesta mattina.
Gust.Si!
El.
Ah
!Ah
!(ridendo) che bel vecchietto a %V anni.Gust. Passerete
meco
quasta giornata?El. Ben volontieri,così mi racconterete quell’av- venturacomica diPierrefit.
Gust.Sì,sì,e riderete molto. Pranzeremocoll’amico Oliviero,non vi fa paura
ne
vero?El.Amerei meglio d’essersoli;
ma
poiché siamo insuacasa.'Gust. Questasera vicondurrò io stesso.
Che
ve nc pare?El. Sapete bene chefaccio
come
volete.Gust. Brava!
Ma
levatevi il cappello,la mantiglia e accomodatevicome
sefostein casavostra.El.(si toglielamantiglia) Si,
ma
primadipranzo devo andare da mia zia,., anzivianderòsubito, cosìritornando nonvi lascierò più.(si rimette lamantiglia)Gust. Benissimo,andate dunque,
ma
tornate pre- sto.El. Fra unquarto d’ora.
A
rivederci.Gust.
A
rivederci,(accompagna
Elisa che esce)10
IN PRANZO DA SCAPOLI.SCENA
III.GUSTAVO indiBENEDETTO eOLIVIERO.
Gust. Si rivede purvolonlieriuna graziosa
don-
netta, con un amabile bocchino, unrosso colo- rito, un nasoben fatto. . . sono proprio con- tentocheresta a pranzoconnoi. (chiama
)
Be-
. nedctto!. . . Benedetto!
Ben. Signore!
Cìnsi. Benedetto, quest’oggi devi,provvederci un pranzo squisito, delicatissimo,emolto eccitante.
Le donnette
amano
moltogl’intingoli eccitanti, ediosono inciòmollosomigliante ad esse:Ben. Signore,il malesiè chenon so
nemmeno
selapotrà avere unpranzetto assaimodesto.Gust.Perchè?
Ben. Perchèil trattorecui ella deve già cinque pranzi, mi ha detto chese non glipagailconto precedente, nonvuol darmenealtri.
Gust. Iodebitore dicinquepranzi?
Ben. Signorsi, senza tenercontodi quelliche ho fatto portarda
un
altro.Gust.
E
perchènon l’haidettoad Oliviero? Egli penserà a pagarli.Ben.
Quando
si trattadi pagareil signor Oliviero mimanda
sempre dalei.»
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ATTO UNICO i\
Gust. Crede chela mia borsasia il pozzo di San Patrizio. Eglideve averedei fondi,non hoan- cora preso nulla deicavallie carrozzachehaven- duti. Vaacercarlo, edigli . . .
Oliv.(didentro cantando apiacere)
Gust. Eccoloche scende appuntodallasignora Car- lotta.
SCENA
IV..OLIVIERO e DETTI.
Oliv.(entra cantando) Gust. Giungi in buon punto.
Oliv.Davvero? (sempre gorgheggiando) Gust.
Ma
cosa hai?... chearia di trionfo?... haiforsetirala intierala tua mesata?...
Oliv.La mia mesata? non nc ho veduto unquat- trino,
ma
ascolta ciòche mi ha fattoluttogajo.Vengo
dallamiavicina, è una donna affattoalla buona...Suibene.Gust. Caspita!una civettina.
OUv. Lasciami dire, non una civettina,
ma
una donnaildi cuimarito èmortocapitano di va- scello.Gust.Si, al fondodi una cala.
Ma
insomma...Oliv.
Insomma
sua zia, quellavecchia signoracon cui ella abita,èandata a Bougival apassarela giornata, ehoindotto*-la vicina a veniroggia pranzare con noi.12
' UN PRANZO DA SCAPOLI.Gust.
A
meraviglia. Viene ancheLisetta.Oliv. Davvero?1'amabile Elisa?
. GttsLSì, èstataqui pocofa, è andata
un mo-
mento da sua zia,ma
ritorna subito.Cosifaremo partilainquattro.Oliv. Egregiamente!
Oh come
cela vogliamo ri- dere.Gust. Si, dia per ridere conviene dare queste donnette
un
buon pranzo.Oliv. Oh! un pranzocoifiocchi! Veniva appunto per consultarti.
Gust.
Ed
iotimandava
a cercareallostudio.Oliv.
Non
sonoandato.Mi
mandavia cercare?per farche?Gust.Per avere del denaro. Il trattorenon vuol piùfornirci dinulla senza essere pagato; presto valloa pagaree
comanda
il pranzoper oggi.Oliv.
Che
vada a pagarlo?(imbarazzato)E
con che?Gust.
Con
il denarode’cavalli.Oliv.
Oh
povero Gustavo! non aveva avutoancora cuore di dirtelo...ma...Gust.
Ma
che?Oliv.
Ho
messoi tuoidenari sulbianco elarossa,. el'ègià un pezzochese ne sonoandati.
Gust.
Come
giuocasti il denaroallaroulette? Oliv.Sì,amico mio, ilgiorno stessocheliho ven-duti,doveva pagare unavagliaal miosarto;ho volutoraddoppiareil denaropagato...avevaim- maginato una nuovamarlingalla.
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ATTO
UNICO.13
Gust.ÀI diavolo lemartingala...Oh mi
haifattoun
bel giuoco!.. Seiproprioincorreggibile.Oliv. Sì,hairagione,ma...
Gust. Eccoci in
un
belimpiccio,la mia borsa è vuota.Oliv.
E
la mia nonfu maipiena.Gust.
E
il trattorechenonvuol più darci pranzi a credenza.Oliv.
E
qnellesignorine che abbiamo invitate a pranzo?Gust. Povera Lisetta!avevaanche fatto conto di farle un regalo.
Oliv.
E
lamia vicina chemi haconfidato chele piace lo sciampagne.Gust. Si?Felice lei se avrà del vinello.
Oliv. Tuttoper causa mia,mi strappereiicapelli.
Gust. Ponifine allestoltezze,etroviam
modo
d'u- scirdibriga, (a Ben.) Cosa fai lì,come
una marmotta?Ben. Sto ascoltando.
Gust.
Dimmi
un poco, bui perbuona sorte, qual- che denaroin serbo?Ben. Signor si!., ho qualchecosetta.
Oliv. Davvero?caro Benedetto’.
Gust. Qua,un abbraccio'Dimmi, dunque, quanto avrai pressoa poco?
Ben.Ho...' (fo/iimportanza) quaranta...
Oliv.Quaranta franchi? Ben. No... ho quarantasoldi.
Gust.Imbecille!edice d’aver qualchecosa.
14
UN PRANZO DA SCAPOLI.Olii.
Daremo
unbel pranzocon quarantasoldi.Gust. Avessitu almenodellospirito,
ma
conun
domesticocome
tcsipuò morire di fame. % Olio. Se potessimo trovarequalchemezzo.Gust. Iolosto bene mulinandocol cervello, ma...
Olio, (o Ben.) Pensa anchetu.
Gust. Zitti!(dopo
un momento,
e facendosiilare adun
tratto)Animo
,amico mio, pranzeremo.Non
sopoicome
lo pagheremo,ma
per oraquel che importa è di pranzare.Olio. Inche
modo?
Gust. Eccoqui. Saibene cheseimesior sono,
men-
tremio zio dimorava invilla,io rimasi solo a Parigi. Alloraandava qualche volta a pranzare allatrattoria di una vezzosina di sessant’anni
,
con trebraccia di circonferenza, diforme ercu- lee, edi una cera giubilante da incantare.
—
Ella ini guardava dibuon occhio; ioledavodi quelle occhiateelettriche fulminanti...edella mi sorrideva equando andava al banco mi diceva sempre, che aspettassia pagaremolti pranzi alla volta. Io allora mi trovavabenfornitodidenaro, e non ho maiapprofittatodisue grazioseofferte.
Ma
in oggimetterò alla provail suobuon
vo- lere.Corro dalei, fingo diesseregiunto orora dalla campagna,di averea trattarealcuni amici, emi riporloalla suacompiacenzadifarmi figurar benein taleoccasione.— E
quando il pranzo sarà mangiato,penseremoai mezziper pagarlo.Oliv. Cosiva fatto? Latua idea èun vero sugge-
i
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ATTO UNICO ,
15
riineutodiMinerva; e initornaa mente la ni- potedi un confetturierecolla quale ebbiqualche amichevolerelazioneper mezzodialcunibiglietti chefaceva asuozio pe’suoipistacchi.Vo’anche io allabottega del confetturiereovecredod’otte- nereuna bella portata diconfetti edolci.Ben. Benone!
Gust. Sbrighiamocidunque. (prende ilcappello) Olio.Sì,andiamo. (c. s.)
GustiSeviene Elisa(a Ben.) dilleche abbia la compiacenzad’aspettarmi clicvengo subito.An- diamo,Oliviero;vedi,mi espongoperfinoaduscire di giornoarischio d'imbattermi conmiozio.
Oliv,Hai proprio d’incontrarlostamattina? Andia- mo.(fanno per uscire)
Ben. (gridando)
Ah
signorpadrone, signor padrone!Gust. Cosa c’è?
Oliv. Diventimatto?
Ben. Signori miei,a
me
pare chemanca
ancora qualchecosapel pranzo.Gusl. Eli via!non manca nulla. ,
Oliv. Sbrighiamoci dunque,(perpunire) Ben. (trattenendoli)Caspita! non hanno vino!
Gust.
Oh
cheil mariuoloha ragione.Oliv.
&
il capo essenziale.Gust.Siamofritti!
come
potremoaver vino?(aOliv.)Non
conoscila moglie,la figlia, ola nipotedi qualche mercantedi vino?Oliv.Eh’amico mio,ho semprescelto lemie con- quiste fra unceto piùelevato.
16
. UN PRANZO DA SCAPOLI.Gust. In fedemia,in questo
momento
una pas- sioncellaconuna mercantessadivinocitrarrebbe d’imbroglio.Ben.
Un
pranzosenza vino,non sarebbeilpiùallegro.Oliv. L'acquacedratajo quidirimpettoci conosce, cidaràdella birra.
Gust. Bellabevandaper mettere allegria.
Ben. Deipunch non sarebbero buoni?
Gust. Si,bravo! dietroagli intingoliil punch.
Ben.
E
farlo fare invece colvino.Gust.
Oh
vaunpo’ aspassoOlir.Ab, Gustavo, miviene un’jdea sublime.Avrera vino di Bordeaux,di Sciampagne. Vuoi fidarmi Benedetto?
Gust.
Te
lo abbandono,fanne quello chepuoi.Ben.
Ma
,signore...Gust.Zitti! efaquello-cheti ordineràOliviero (a Oliv.) Alloraescodalla mia stanza,cosi
ho
la chiaveper rientrare.Oliv. Sì,cd ioesco da questa,(segnando lei co-
•
mune)
buonafortuna.Gust.
Anche
a te. (entra nell'appartamento a de- stra)SCENA
V.OLIVIERO,BENEDETTO, Ìndi .CARLO.
Oliv. Oraanoi Benedetto, vieni ad ajutarmi a
vestire. »
Ben.
Come,
nonèvestito?DigitizedbyGoogte
ATTO
UNICO *’17
Oliv. Si,ma
bisogna checangia Yabifo chedevo
riuscire nel mio intento.
Ben.
E
qualesarebbequesto syointento.Oliv. Vedrai,ti assicurochese mi va bene...
Car. (didentro)
E
permesso?Oliv.
Sempre
qualcheseccatura. Va a vedere chi è,echiunquesia,di’loroche non sonoincasa, io vadoa vestirmi, (entraa sinistra) Ben. Scommetto cheèdi nuovo il padronedica-sa,che vieneachiederel’affitto. • «
.Car. (esce) Sietetutti morti questa mattina? (a Benedetto) Gustavodòv'è?
Ben.'
E
uscito momenti sono.Car. Uscito
?...
bisogna bene che la calamitasia stataforteper farlomuovere..Ben.
Fortissima; (da sé) bisogna chetaccia.Car.Saiil motivo?
Ben. No. -
Car.
É
dicattivoumore
?Ben.Cattivissimo, (da sè)
Non
lafinisce più.Car.(dasè)
Ho
capito, sarà andato da qualche amico perfarsi prestareiquattro milafranchif...Sonocontento d’averloprevenuto, (forte)
Non
haipotuto comprendere il motivodella sua tri- stezza?Ben.
Non
hopotutocomprenderenulla.Giàargui- scoche sarà perqualcheamoretto...Car.Si,di Luigi, però.
Ben. Per denari?
S
1
'18
•UN PRANZO DA SCAPOLI.Car.Certamente.ierisera ha perduto, oltre quello che possedeva',quattromila franchi.
Ben. Quattro cflila
;franchi!(dosé)Oracapisco per- chèsièalterato quandogli dissid’osservarel’o- rologio,... l’avevasicuro venduto, (forte)
Ma
co-me
farà apagarli?Car.
Ha
ancorai! ricavo delia carrozzaecavalli.•
Ben. Seilsignor Oliviero non gli avesse giuocati.Car.
Come!
glieli ha giuocati.-Ben.
Insomma
,quando glidico cheseOlivieroè al verde, il mio padrone peggio,ilpiù ricco sonoiocheho quarantasoldi.
Domando
io chi gli daràlasomma
dipagare... Da suo zio non vuol andare... getterei viaun
capo sene aves-sidue. <'
( - .>•-
Car.Calmati Benedetto, calmati.Sappichelesbor-,
sai io alcreditore. •* ;-Vi
Ben. Lei?(dandoin uno scroscia di risa )
Ah
!Ah
!È
al verde ancheleiotto giorni la setti-mana !...
Miscusima
questa nonglielapasso.Car. Prendi, leggi,(dandogli
una
caria) Ben. Ma...le dirò...soleggeresi,ma
soltanto lostampato.
Car. Ah!
Ah! Ebbene
questa è la ricevutadeh
denaro fattamidaTrenevil.-Ben.
Ma
leicome
hafatto adavere tantodenaro, solamentejeriera zero viazero,zero.Car. Eccoil
come
!Io mi trovava all’antivigilia di essere tradotto inquel benedettocollegiocor- rezionale.DigitizedbyGoogle
ATTO
UNICO >:49
Ben. Perdebiti.r *
Car. S'intende. Jeri sera ho detto a
me
stesso:giuochiamo ciòche
mi
resta, se vinco, faccio onore ai miei affari,cioèai miei debili...ritiro le mieletteredi cambioinpericolo, e sfuggo dallaspada di Damocle, cheunusciere tienein- cessantementesospesasopra lamialibertà...sono. salvo!... Perdo?...Alloraper
me
non vi è più, avvenire... houccidersi... ho in prigione...
E
fra queste riflessionientrai nellacasada
giuoco. Si principiaagiuoeare,ed iopunto per la1nera,
e la nerauscì, puntauna seconda volta, e
mi
_ r,fu propizia,la terza, laquarta,la quinta. Allora
un
ebbrezzadi contento s’impossessòdime,non
osai piuritirareil denaro,e mi trovai padrone diquaranta mila franchi. > -
. -
Ben. Figuratevi.- , ,
Car. Mi recaisubitonellasala vicina per dividere
il miocontento cogliamici,inquelmentresento cheGustavo dicevaad
un
giovinotto. Signore voiavete lamia parola,fraduegiorni avretei quattro mila franchiLo
chiamai,ma
non diede retta,epartì. Allorami diressiaquel giovane edandogli dei biglietti dibanca,'gli dissi:Ecco signoreiquattro milafranchichevi è debitore Gustavo, che certamentegli haperdutial giuo-.co,vi piacciafarmene unaricevuta. Egli esitava,
n
perché credeva eh\iovolessicomperareilsuode- bitoper.farequalche vendetta,ma
dopoaverlo assicuratochequestanonerache una restitu-DigitizedbyGoogle
20 UN PRANZO
DASCAPOLI,zione,accettò imiei bigliettie
mi
diedeunafor- malericevuta.Ben. Bravo? Leisi,cheèun veroamico. Ma,
mi
scusi,sele faccioun’ interrogazione,ha detto che nonèaltroch’una restituzione,come
mai.,.Car.Si,perchèGustavo, mi prestò del denaro moltevolte,che non mi ha maichiesto, edio non fuipiùingrado di restituirglielo,essendo-
mi
capitataquestabellaoccasione, ho adempito adun
dovere.Ben.
Ho
capito.Ora, che la fortunagli è stata propiziasi ricordidi conservarsela.Car. Certamente,tanto piùche sono felice,hopa- gato tuttii mieidebiti,e mirestanoancoracin- quemila franchi chesapròfarle trar frutto...
QuantotardaGustavo... ionon posso aspettare dipiù... Ritornerò piùtardi. Silenziosu quanto
tiraccontai. Addio,(via) Ben. La riverisco.
.
SCENA
VI.BENEDETTO'itidi OLIVIERO.
Ben.
Che
buon giovine quel signorCarlo; quello è un amico! .. .Guardamo*
jerisera mentre' usciva glielo ripeteva; padrone, non vadi a giuocare;...
un
qualchemomento
si rovinerà...Digitizedby
ATTO
UNJCO. ,2i
adessonon sièrovinato, è vero, ha perduto soltanto chequattro millefranchi... ma, quattro»milleoggi,due domani,sei dopo...ilpatrimonio se neandrà,edallora?...
Oliv. (dalla sinistra, vestitoda caricatura ingle- se,apiacere,edavràin
mano
, unavesteda camera
dinankin,un
panciottorosso,eduna
monliera)
Sen’è andato?
Beìi.Signorsi. (dando in
uno
scroscio di risa )Ah
!Ahi Ah
!Oiiv.Cosa ridi,imbecille.
Ben.
Non
posso trattenermi.,,in fedemia èimpa- gabile.Sembra
unod'oltremarecapitatocidi fre- sco, -farà laconquista ditutte leninfe delle gal- lerie.Ah! Ah/
Oliv. (dopoessersi specchiato)
A
meraviglia.Che
avevaCarlo?Ben. Midisse chejeri nottehavintoquarantamila franchi.
Oliv.Quaranta mila..
. perchènon chiamarmi, mi sareifatto prestare del denaro, ed avressimo provvedutoil vino. Così mi tocca uscire. Sei
* propriouna bestia.
Ben. Se avessisapute le sue intenzioni, sarebbe stata...
Oliv. Basta così,non parliamone più.
Dammi
piut- tosto iquarantasoldi chehai. ..Ben.
Come
!vuole...Oliv.Sì,voglioi quarantasoldi, m’occorrono.
Gu-
stavo;teli restituirà.22
UN PRANZO DV SCAPOLI.Ben. (dandoglieli )
Eccoli.
Oliv.(intascandoli) Adessogettafuorigliabiti, e poni questi.
(dandogliquelli che avrà portali) Sbrigati marmotta.
Ben. Pazienza! facciamoanche questo, (getta via gliabitiepone,panciottoecc... OlivieroVaiu- terà avestirsi.
— NB.
Benedettoavrà i pan- talonineri.)Ben.(dopo essersi vestito)
Ed
ora cosa debbo fare?Oliv. Ascoltabene.
...
Ben. Sono tuttoorecchi.
Oliv. losono un milord. Saichecos’è un milord?
Ben.
É
un inglesecheviene a Parigi a visitareimonumenti, iteatri,i ridotti... nehovedutidue Taltrogiorno.
Oliv.
Ebbene
,tuhaiadarti I’aria d’inglese se-guendomi
daun mercantedi vino;se qualcunoti parla, guardati dal rispondere altrocheyes.
Ben. Ycs?
Oliv.Sì,qualunque siala
domanda
che li venga fatta,nonrispondereche yes,sempre yes.Ben. Oh,èuna parola chesitiene amemoria.
Oliv.
Non
è qui lutto.Quando
iopartirò tureste- rai dalmercante divino finchénon veniamo a cercarti, odio, o Gustavo; che se torni qui senza unodi noi ti toccherebbero venticinque bastonate.Ben.
Non
nepartiròcerto.Oliv.
E
neavraicinquanta se darai il mio indi- rizzo.Haiinteso?DigitizedbyGoogle
ATTO* UNICO
53
Ben. Altro che!Oliv. Possiamo andare.
Ben. Mi raccomandoalei...
Oliv.Lascia fare.
(partono. Olivierochiudelapor- ta.
— Un momento
dipausa).SCENA
VII.* «
•* t ( * *
gustavoe Carlodalla destra.
é * * ' i.
Gust. CaroCarlo, tu haifatto per
me
più di quello che potrebbefaroun fratello... pagare un mio debito.Gar.
Non
parliamonepiù; anche tu mi hai fatti molti piaceri.Gust. Nella mia pazzia, hosempreperòavutouna massima,fa aglialtri quello che vorresti esser fattoper testesso...
ma
parliamo d’altro.*Car.
Come
vannoi tuoiamori?Gust.
Non me
ne parlare percarità. - » Car.Perchè nonsposasti la figlia del signorMa*
raney, èpurbella, ricca, balla bene.
Gust. Si,è vero,ed èappuntoper questoche la rifiutai...
Le
piace troppola danza, ed io non aspiroadottenere un cuore chenon si ottiene che collegiravolte;e poi io penso che prima di sposarsi bisogna conoscersi,sapere se 1’uno convieneall’altro;
insomma
ilmatrimoniodipro- gettonon mi èmai andato agenio.E
sei ge- nitoripensasseroquantoèpenosopassare i suoi24
* UN PRANZO DA SCAPOLI,giornicon persona che nonsipuò amare,e quali conseguenze ponno nascere; inteiogherebbero ben beneil cuore diunafanciulla primadi le- garlaad unodiquestimatrimonii, e certo che
sivergognerebbero diproporli.
Car. Hairagione.
Gust.
E
tuquando t’ammogli?'‘Car. Presto,t’assicuro. Cosa vuoi,visono deimo- menti cheanchela vitadelloScapolo,miviene a noja,a sazietà, incui sentoilbisognodirinfran*
carsi,diriposarsi nelseno dellafamiglia...
Sono
stanco dituttele facili avventure,edeile belle avventuriere; hopagato tuttiimieidebiti,edorabramo
unavitatranquilla, beata, lungi dalru-more
dellacapitale,csono certoche ci riusci- rò. Rigenerazione! 1Gust.
Ed
iotel’auguro di vero cuore.Car. Grazie!(prendeilcappello)
Gust. Mi lasci? - ' • ‘
.
Car. Bisogna che vadadal mionotajo, per diversi affari, mi recavo appunto quando t’incontrai.
Gust.
Non
voglio trallenef’tidi più. Addio.Car. Addio, o meglioa rivederci.
Gtisf. Perdiqua. (accompagnandolo sull'uscio a destra, Gustatolosaluta dinuovo) Addio, (en- trano. Gustavoesce subito)
Non
etmancava
che questa!nel.chiudere misi è rotto la chiave, cosi nonsi può uscire...Non
importa.ATTO
UNICO25
SCENA
Vili.\ r ,*
# . .1
*
gustavoindioliviero.
i * •* »» ' * •
%
Guxt.
Buon
amico.Sono
proprio contento, che almeno la fortuna qualche volta 1’ha favori- to; e così fui favorito anch’io.(siede) Mi sentosollevalodaunpeso. Sì,siCarlo hai ra- gione, visono purtroppo dei
momenti
che la vita delloScapolo viene a noja; che si da- rebbeluttoalla vitacasalinga, alla vita senza rimprovero:.. Il matrimonioèlatomba
dellefol- lie, dell’amore,de' piaceri,esidiviene savio, moderato nellospendere. Quel sentirei parenti altercare, la mogliegridare,i figli piangerein- torno a sècome un
accordo armonico,èassai proprioper far passare la voglia di ridere e d’amoreggiare... Perquestavoltariuscirò certo acontentaremio zio. Dicono checolperseverare siriescea tutto,ilche nonèvero,che per me- tà, perchè mi son provatole cerilovolte per essersavio, enon ho potuto riuscirvi...(s'alza) Perorasono contento d’esserriuscito ad avere unbuon
pranzo... povera vecchiotta,quantapre- mura... chi sase Olivieroèstatofortunatocome
me, ho gran paura cheabbia fattofiasco.Olio. (dtdentro, cantando apiacere)
Gust. Eccolo... canta... buon segno, glièandata bene.
-,
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26
UN PRANZO DA SCAPOLI'Oliv.(apre,ed entra sempre gorgheggiando) Vit- toria, Gustavo, vittoria. Eccola miaiusegoa.
(mostrando
una
corbellacon entrovarie bot- tiglie)Gust.Perchè inquell’arnese, Oliviero.
Oliv.
Eh
sfido io!perchèaltrimenti,potevamo man- giare senza vino. AllegroGustavo, quivi èdel bordeaux,dello champagne... hofattoprestosai!Non
ci ho messo un quartod’ora.Gust.
Come
diavolohai fatto...Oliv.Ecco qui. iomi sono trasformatoin
un
mi- lord, vedi? Benedetto lo vestii da staffiere.Uscimmo,
giuntiadun
postedi vettura,mon-
tammo,e contraffacendoillinguaggio inglesedò ordinealcocchiereche miconduca ad uno dei primi mercantidi vino.Giù una frustataairon- zini evia di trotto. Strada facendo ripetevo a Benedettoleistruzioniche le avevadato, e da cuinon deve decampare. Cifermiamo innanzi adun
grande negoziodi vino; scendiamo, io entro nella bottega dondolandomi e spingendo innanzilapancia. Benedetto mi segueagambe
aperteccogli occhi a terra, lo storpiai varie paroleinglesi,esubitomi si fa attorno tutta la gente delnegozio, (contraffacendoilparlarin- glese) Iovoleva un belpaniere divino perre- galareduemilordi miei amici, ifyon
please,dicoloro. Mi daretenovebottiglie;trebordeaux, tre balsamo, tre
champagne
,me
leporrete in unacorbella. Tuttisiaffrettanoametterelebol-0
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ATTO
UNICO27
tigliedivino in unpaniereclicmi portanonella vettura.
Gust.
E
perpagarlo?Oliv. Ascolta, lipadronepiipresenta ilconto, io non faccioosservazione alcuna, fingo di porre
' la
mano
in tasca,egli dicoun po’scontentato.(c.s.) loho lasciata la mia borsa all*albergo,
signor mercante,fate venireunode' vostrigio- vani-con me, perchègli consegni il denaro e e yonpleasc.
Montiamo
in vettura con il gio- vine delnegozio, edissial cocchiere di con- durmi dallapartedeiCampi
Elisi;corsountratto di strada, mi sonbattutalafronte,come
se avessi dimenticala qualchecosa,efacendosostarelacar- rozza,dissi algiovine di bottega, che mioccor- rebbero ancora seibottigliedi vino di Spagna.Andate
dunque
a prenderletosto eil mioStaf- fierevi accompagneràe tornereteconlui all’al- bergodei Milordi; sonoscesi, io mi feci con-"durresinoallaporta Saint-Martin,ovepagaiil cocchiere,e presi
un
facchinoche mi feci por- tarelacorbella fin qui allaporta, arrivandofe-licemente. *
Gust.
Ah!
Ah!...E
di Benedetto?Oliv.
Non
nesònulla.Gust.Saiche questofattonon ha nulla dionesto.
Oliv.Perchè? •-
Gasi. Trasvestirsiperavere delvino, con inten- zione di nonpagarlo.
Oliv.Caspita!iointendodi pagarlo,ene siapro- val’aver lasciatoun pegno.
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28
UN PKAKZO DA-SCAPOLI*.Guai. Belpegno chehai lasciato, quelbalordo di Benedetto.
Oliv. Amicoper quantoeglisia semplice,
un
bel giovinolto di vent’anni vale sempre sessanta franchi.Guai.
Ma
eglidiràchi siamo.Oliv.
É
impossibile;gli ho datala lezione. Orsù metti dabanda gliscrupoli,quandoriceverò la mesata tipromettodi andarea liberar Benedetto.Gust. Allora,egliresterà in pegnoper unpezzo.
Oliv.
E
tunon mi dici nulla di quello che hai fatto?Gust.
Oh
avremo un pranzo principesco? pesci, arrosti, piatti dimezzo, nonvi mancherà nulla.Oliv.
Amico
mio, nonèazione onesta il mangiale un pranzoclic nonsipuò pagare. ,.Gust.La cosaèben diversa, mi vico fatta cre- denza spontanea.
La
grossa vecchiotta ini offre - di far pranzoa mesata. .Oliv.
A
mesata!Ab
amico mio, chefortuna ti è capitala,altreundici trattorediquellastampa esaremmo
inpensioneper tuttoun
anno.G
usi.Orsù,ponfine alle celieeapparecchiamolatavola.Oliv. Cominciaapreparare, intantovadoamutarmi.
(entraa sinistra )
Gust.(prendedall’armadio V occorrente,edap- parecchia latavola) Le nostredonnettedovreb- berotardar pocoavenire... Cbisacosa pense- rannonon vedendo neppure un domestico per servirci. .. veramente potranno pensare che
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ATTO
UNICO25 abbiamo
mandato fuori di casa la servitù per trovarci piòliberi, ed abbandonarci all'allegria...Eh
1iovedo tuttodallatofavorevole;ma
temo che quel scemodi Benedettonon ci facciaqual- chestoltezza,(continuaad
apparecchiare)SCENA
IX.elisa edetto, indi oliviero.
El.(entra)
Ma
bravo Gustavo, non sapeva che eravatebuono
diapparecchiareuna tavola, (os- servando) vch! veli/come
siete tondoInon
sapete mettere aposto un piatello.Gust. Aspettavo che m’insegnastevoi.
El.
Non
avete il servitore?(Just. L'ho mandatoa pranzareall'osteria.
El.
Un
imbarazzo meno. Aspettate che v'ajuterò.(levail cappello, mantiglia, epone sul letto ; avrà
una
borsadimarocchino con molla d'ac- ciajo)Osservateun
pocoquesta borsa,vi piace?Gust. Bellissima. Qualchedonosicuramente.
El. Proprio.
Me
l’haregalata una mia amica, (lapone
sullospecchio)Come
!perchèquattro co- perti?Gust. PerchèOliviero hafatto anche lui
un
invito.El.
E
chi mai?(aggiustando ed ultimandolata- vola)DigitizedbyGoogle
30
UN PRANZO DA SCAPOLI.Gasi.
La
sua vicina.Oh
una donnetta assai gar- bata.El.
É
in casaOJiviero? •,/.tìust.Si, sla vestendosi.
El. La tavolaèpreparata.
Gust. EccoOliviero.
El.
Oh
signor Oliviero garbatissimo.Olir. SignoraLisetta, i mieidoveri.
El.
Son
venuta ad incomodarvi. , Oliv. Tutt’altro; sono moltocontento. Passeremounabellagiornata.
El.
É
moltotempo che non venitein viaChar- lotte,perchè?Gust. Perchè adessoquando hafatto duescale,si trova
come
in viaCharlotte.El. Briccone!-
Oliv.
Ah!
ah! (ride) - . ./ /•'>«?SCENA
X.•
. ?- .•f • «-j ‘
Ilgarzoned'osteriaedetti.
• x
’
t I ...iir. tìar. (avrà
una
sporta con entro commestibi-li,ec.'ec.) Eccoil pranzo.,
*•
Gust.Bravo ragazzo. Prendete, ponetein tavola.
(leva dal cesto ipiatti e li
dà
adOliviero chemano mano
lipone in tavola)(Just.
Quando
ritornerai aprendereipiatti,tidarò. .'la mancia, (aigarzone)<
Gar. Sifiguri.
A
benerivederli, (parte)DigitizedbyGoogle
ATTO
UNICO31
Oliv. Avvisa Carlottache tuttoè inordine.Gust. Poniamo ii tavoloin mezzo allastanza, dà
mano
Oliviero. (trasportanoil tavolo inmezzo
alla scena)El.
É
più meglio.Gust.Chiama la signora.
Oliv. Subito...
(perpartire)
Oh
! eccolaqui.SCENA
XI.CARLOTTA,detti,indi ilCOLONNELLO.
,1 . - * »
*
\. • i
Oliv. BellaCarlotta, voglio presentarvi un'amicadi Gustavo, chepranzaconnoi.(presentandoleElisa) Car.Chi vedo,Elisa.
El. Carlotta,(siabbracciano)
Oliv. Viconoscete? .. .
Car. Altro che!
Eravamo
ascuola insiemeda ma- damigella SoGa.Come
te lapassi, di'? El. Bene, etu? *Gar. Adesso che sonolibera,sto bene,uia
quando
avevaquel cane di miomarito...El.Come,ti sei marilata?
Car. Sicuro,esono giàdueanui cherimasi ve- dova.
Oh
bella, tunon sapesti niente?...
Si- curo, giàè tantotempo che non ci vediamo.El. Saranno treanni. <
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32
UN PRANZO DA SCAPOLI.Gust. Percarilasignorine,lascialequesti discorsi, avretetempo di raccontarvelidopo pranzo.
Oliv. Poniamociatavola.
Gusl.
Dà
ilcatenaccio allaporta. (ad Oliviero) Oltv.{esce dal fondo,ma
ritorna subito, frattantoglialtri prendonoposto) Oliv. (ritornando
)
Eccofatto, {prendeposto
)
Gust. Animo,mangiate, bevete, ridete,{dàin giro ilpiatto) Ecco lavitacheio amo. Unavitad’e- mozioni senzale quali che cosasarebbela no- straesistenza? Miserabileal
sommo.
Oliv. Sentirete chemaccheroni.(dopocheluttisono serviti,tieneilpiattoper luiemangia) Gust.
Lo
credo io,sonfattialla napoletana.Car. Di chetrattoria viservite?
Gusl. Dal Leon d’Oro. .
Car. Anch’io.
Ha
un buoncucinatore.Gusl. Oliviero,fasaltare unturàceiolo.
Car. Avete lo
champagne?
Oliv. Altro che, l’hotolto appositamentepervoi.
Car.
È
lamia passione.Oliv. {fa saltareilturacciolo
ad una
bottiglia,e mesce)El.Gustavo, intanto che
mangiamo
raccontateci bel bellolacomica storielladi Picrrefit.*
Car. Si,sentiamo questa carastoriella.
Gust. Comincio! {continuano a mangiare) Dovete sapereche miozio,sieraposto inmentediam- mogliarmi,emi avevadestinatolanipote d’
un
suoamico ilsignorDe
Berly;questasignorinasi
©
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/
ATTO
UNICO33
trovava alsuocastello a Pierrefit
...
Mio zio mi dàcento Luigiper le spesediviaggio, c per divertirmi;accettodi portarmial castello,na- che perchèla curiosità mi spronava di vedere questa signorinauseita difresco dalcollegio.—
Monto
nel mio tilburycon Benedetto,epartia- mo. Arrivaifelicemente ai castello il custode m' invitaad entrareigiardini allorché ad un,angolodel sentiero per cuicamminavo, vedose- dutasotto un boschettounagiovinedonna. Cre- dendo che fosse!a sposadestinatami, mi,fermo suidue piedi ad osservarla
...
Era unangelo,meno
leali, un bocchino,un naso, unafronte graziosaombreggiata da morbidi capelli biondi...due occhipoi
...
oh cheocchi...
final- mente vengo presentatoalSignore, efuiaccolto benissimo..
Oliv. (dandoaltro piatto) Servitevi signorine. Fac- ciosaltare un altroturacciolo. (mesce,e conti-
nuano
a mangiare);Li signor
bitosua moglieelanipote. Ecco ch’arrivanole signore
,povera
me come
ni’era ingannato, la signorina vista nel boschetto eralamoglieenon la signora Aurelia!Che
differenzachezia eni- pote. Madamigella eraalta dellastatura,stecchi- ta, leziosa; lasua faccia nulla avevad’irregolarema
nulla però d’attraente.... insomma
non consigliavanèamore
, nèamicizia, (beve)Ed
èDe
Berlyfa chiamar su- El.E dunque?
Gust. Dunque, il
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34
DN PRANZO DA SCAPOLI.questa, dissifraree, ia moglie chemi vuol da- re? che mio zio prende tantapremura?
No
,no, nonsposerò la nipote,
ma
sela ziaè sensi- bile procureròfarmi amico. Inmen
che Iodico, abbiamo stretta grandeamicizia; il marito non leandavaa genio,non P aveva veduto che al
momento
disottoscrivereilcontratto,e perciò fecirapidi progressi.Cari, e El. (ridono).
Gusl. (beve)Oravieneii buono. Sentitedunque.
Una
sera arrivamiozio, giàbenpersuasoche 10fossiinnamorato dallaragazza. Il signorDe
Berlygli propone una partila al bigliardo. Ioapprontando
deU’occasione di trovarmi unmo- mentosolo colla moglie di lui, giacchéanchela nipotesierarecata nellasaladabigliardo, mi gettaia’suoipiedi elefecila piùcompleta di- chiarazione,quando,funestaimprevidenza!entra11marito, miozio, lasposa,emitrovanoinquella posizione
...
aquellavista,mi
alzotosto,apro la finestra ebalzo in giardino, mi cercarono dappertuttoma
non milasciaipiù trovare,quando fututto cheto,e già notte avanzata, andai apic- chiareall'uscio di Benedetto,feci attaccare ilmiotilbury,partimmo, ed eccomi installaloqui incasadi Oliviero.
Tutti (ridono).
El.
É un
bell’aneddoto. Facciamo un brindisi ai felicisuccessidi Gustavo.Ah
!Ah
!Oliv.(riempie ibicchieri).
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ATTO
UNICO35
Tutti. Evviva.Gust. Signorine,sonosensibile,(s*alza per in chinarsi,urtanelsuopiatto,checade)
Oh
*Cari.Niente!
El. Allegria.Signor Oliviero
,fatecisentire qual- cheduna dellevostre immortali canzoni.
Cari.Sì, quella che mi avete declamata l’altra' sera.
Gust. FattionoreOliviero.
Oliv.
Lo
volete, vicompiaccio.(s’alza,ecolbic- chiereinnalzato declama)
Doveildilettoabbonda Prossimo èilduol miacara.
Tardi in
amor
s’impara Quel che purtroppoio so.Mor.
(didentrobussa)Oliv. (c. s.) L’amor chetutti .. .
El. Silenzio! battono.
Cust.(Battono!)
Oliv. (Oh Dio, mi sento gelare ilsangue).
El.
Non
uditeche baltouo, perché restate
come
duescinde digesso.Gust.
Udiamo
perdio!ma
non sappiamo se con- vengarispondere.Oliv.
È
forsequalche visitaindiscreta.El.
Ah
!l’indovino saràqualchedonnetta, etemo- no che citrovinoqui.Cari.
Vo
iostessa adaprire, (siavviaconElisa)DigitizedbyGoogle
36 UN
PRANZO DA SCAPOLI, » n Olii).Nò, non aprire.Moran. {didentro)Mille
bombe!
aprite.El.(gettando
un
grido) Ah, èquei vecchio got- toso di Colonnello.Gus. {sorpreso
)
Mio zio!
Oliv.Ora stiamo freschi.
Gust. Mi avrà vedutoquesta mattina perlastrada.
NB.
Questa scena deveesser eseguilacongrùircelerità. \ r
" ''
')
Oliv.
Come
farla?Gust. Bussi finche vuolenon apriamo.
Cari.
E
bencattivoquestozio. 1El. Altroche!iolho provato unavoltae non mi lascioprendere perla seconda . . . Nascondia- moci,nascondiamoci.
Morali,(c.s.)Se nonapritefaccioatterrarel’uscio.
El.
Ed
ècapacedi farlo,{la sorpresa sarà gene- rale. Tuttidanno mano
a sbarazzare la tavo- la, epongono
tuttonell'armadio)Gust. Orsù, nonv’è datentareche questocolpo.
(levandosi l’abito,lacravatta edilpanciotto) Cari.Cosa fate?
El.
Che
ideavi èvenuta.(raccoglieilcappelloec.) Gust. {accomodandoilletto), lomi pongo a letto, tu Oliviero m’assisti, ediraichefui colpitod’una febbrecerebrale,edora stomale, sonoin pe- ricolo dimorte.
Oliv. Benissimo!evoi uscitedaquella parte,tro-
v
verete unuscio... {indicando l'uscioadestra)
DigitizedbyGoogle
ATTO
UNICO37
Qust.Non
si puòuscire, misi èrotto la chiavenellaserratura.
El.Civoleva'anche questa.
Cari.Nascondiamoci.
El.Per caritànon lasciateloentrare, (partono. Eli- sa dimenticala borsa sullospecchio).
Gasi,(vaaletto )
Aprigli?(Oliviero esce dalfondo eritorna subito col Colonnello).
0
SCENA
XII.Il COLONNELLO, MORANVAL edelti.
Moran. Finalmenteboi signorino,si è degnato ad aprirmi,non sache èun mancardi riguardoil lasciar picchiaretanto tempo.
Oliv. Signor Colonnello,laerapadronedinonre- stareall’uscio?
Moran.Sì,sperava ch'iopartissi,
me
neaccorsibe- nissimo. Mi eraperòfatto conoscere ed ellado- veva . . .Oliv.
È
appunto perquesto che non apriva.Morati. Grazie delcomplimento.
Oliv. Era per nonaffliggerla,pernon pungere la suasensibilità.
Moran. Lasciamo lechiacchiere. Dov’è mionipote?
Oliv. Zitto!
Moran.
Cosasignifica questozitto.DigitizedbyGoogle
38 UN
PRANZO DA SCAPOLI.Oliv.
Non
vedelà,il povero Gustavoinchestatò sitrova?Moravi.(ironico)
Che
cosa ha? '‘‘ *Oliv.
Una
febbre cerebrale che minaccia di farsi putridae maligna,edoratemodella sua vita.Moran. Ah
edèperguarirlo che V.S. èandato stamattinaa scroccar dellebottigliefingendosiun Milord.Gtisl.(Tuttoèscoperto).
Oliv. (Qui ci vuol coraggio.) Signor Colonnello
1'espressioneè
un
po'pungente...
Se il mio amico non fosse malato.Moran.
Perdio! belsignorino nonpresto più fede allesuestorie; un malato non si risana collo champagne.Oliv.L'ho preso soloperme,ondetenermiinforra perassisterel’amico.
Moran.
E
perciò,ella lascia inpegnoilservodi lui.Oliv. £$onpoteva offrirne dimeglio.
Moran.
Lepare? Esporrequelpoverettoadessere condotto prigione. /,Oliv.Signor Colonnello, Patroclo s’èfatto
ammaz-
zare per Achille.Pollucemuore
seimesi l’anno per Castore.Orfeo va all’inferno per suamo-
glie, e Benedetto poteva benissimo andare ini prigione pel suopadrone.’ u .
Moran.
Quinon trattasi d’Orfco' e.diPolluce;trat- tasi dimionippte chemercèlasua amicizianon fachecommetterestoltezze.Ha
fattochiamareil'medico? x
_
-j; ... li.
..JC- DigitizedbyGoogle 4
atto
unico .39
Olii'.
Non
ancora.Non
abbiamo denaro percom-
perare le medicine ebe potrebbe descrivere.Morati.
Che
razzadi contegno! trovarsisenzailde- naronecessario pervivere.Olir. Ciò avvienesemprealle personepiù oneste.
Morati.
Non
dovrebbeperò succederea leiche ha un impiego. .. Del restovogliosapere,lave- rità,favorisca diandare per un medico (guar- dando per lacasa) Abiti per terra.. .Che un piatto rottocondei maccheroni?Qliv. Sonopel miogatto,signor Colonnello.
Morati,(sempre osservando)Turaccioli . . .e. .
,ahche è questo? (osservando la borsa sullo specchio)
É
forsepel suogatto,questaborsadadonna? „ .«
...
Olii.'
Ah!
perdio!la trovofinalmente! ò la borsa della mia fante,1’hacercataquesta mattinaal-meno
per dueore: poveraCecchino,credevadi averla perduta.Moran. Ah
ella dunque ha una fante che porta borsadimarocchino con molla d'acciajo Oliv.Ora ne portono tutte,son divenutele borsecomuni. .
Moran. Via,sisbrighipelmedico. Io veglieròin- tantoamionipote.
Oliv.Ma, signore. . .
Moran.
Millebombe
vogliocosì,ele proverò che sonuomo
fermo.Oliv. Vado. (Gustavo ele nostrebelle che se la peschino
come
meglio sapranno,dapartemia hofattoil miodovere, e
me
la batto, (parte)DigitizedbyGoogle
40
UN PRANZO DA SCAPOLI.Gust.(Prepariamociad una buonalevata di capo) Ahi! che dolore!
(mandando
qemitilamen tosi)Moran. Non dorme
il SignorGustavo?Gust. (simulandola voce fioca)Chiè sono?
Moran.
Non
mi conosci?Gust.
Come
! Ella signor zio.Mòtan.
Si,signor nipote . .. non miaspettavaal certo;edifattose nonera Benedetto non sarei venuto a cercarlo.Gust. Ah! èstato Benedetto?
H
? dove
\
rj*
Moran.
Sì,dopo 20bastonatepel suo silenzio,e'colla minaccia deldoppio sementiva. Signorni- pote bisogna Unirla una volta
...
Sa'quanto mi ha fattosfigurare aPierrcfit,per le sue bi- ricchinate.... Ha
venduto icavalli,lacarrozza,Il;
non possiedeuncentesimo,eppure nonsfède- gnato dichiedere scusa evenire acasa. ‘ Gust.
Temevo
troppo lavostracollera. Sietetantofurioso.
....
Moran. Sono
furiosoèvero.Ma
sa che con una solaparola mi avrebbepacificato,., perchèlevo- gliobene. Allora ancheValtro giornomi venne acasa unaltrobigliettodi600
franchi da pa- gareal signor Varville,eravamoin collera,ma
pure ho pagato. ;
1. . \
Gust.Caro zio,egliera un debito d’onore.
Moran. Ognidebito bel signorino èunsacroimpegno.
Ma
questanon èragioneche autorizzi a farnerrj<i :M'i. •h . . .
...
••• tATTO
UNICO4i
'\quandoio so prevederetutti i suoi bisogni, e mi docuradisoddisfarli.
Ma
ellaèundiscolodip{*irna sfera. .
)
Gust.Zio mio
....
Morati.Sì, leripeto che è un discolo di prima sferaeche nonfa nienteonorea’suoi genitori.
Oh» miasorellachebravadonna, economa,regolata..
Gust. Ellapossedeva tutte lebuone qualità.
Morati.So anch'io chiera mia sorella,eso pure cheaccecatadaeccessivoamorepersuo figlio, non sapevavederein lui un fanatico, un impa- ziente,unmentitore,ungiuoeatore.
Ah
semiavesse dato rettadi correggevi,ma
ella credeva che l'etàtasterebbea mutarelatuaragione.Povera Ortensia! Ella ti trovavaamabile .. .Gust.baroziotutte le signore la pensano
come
mia madre. _ .
Morati. Si,ed è per questo che il signorino co- minciò assaiper tempo ad amarletutte.
Gust. Per riconoscenza,caro zio.
Morati.
Ed
èancheper riconoscenza che ora le inganni.E
sa il cieloquanti dispiacerimi haica- gionato.Hai 21 anni ed io comincio ad invec- chiare,miriescetroppo gravosoilcontinuare più à lungo unasorveglianza, una responsabilitàche non milascianounmomento
diquiete. Desidero, anzi ho bisognodi riposare. . .{Sisente starnutaredidentro) Gust. Chi èche starnuta?
Gust. Saràil cagnolino d'OIiviero.
• •
i I
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/
42
UN PRANZO DA SCAPOLI.Morati.
Un
cane,un gatto,avete qui unserraglio compito.Gust. Oliviero èmoltoamante delle bestie, (dal-
1'appartamento adestra, siode
rumore come
disedie rovcscialcyMoran. Questa volta non è un cagnolino.
É
in questo gabinetto, voglio osservare...
Gust. (subito sialza per fermarlo) Fermatevizio, cosafate?
Moran.
Ah! tièpassata lafebbre. Mi sonobenac- còrtofin da prima clicquestoera un inganno;tu hai nascosto làdentro qualche donna. Saràla governante del signor Olivierochecerealaborsa.
Sonocurioso diconoscere lasignora Cocchina,e leavessi arestar qui fino a domani, la non usciràsenza ch’io laveda.
Gust.(frattanto sisaràalzalo, emessoin fretta cravatta,panciotto,ecc.)
Moran. Ah!
ali! briccone sei guarito della tuafebbre?
Ebbene
partiamo. J.Gust.Miozio,vede che m’espongoa tuttala sua collera,
ma
lo faccioper dueinteressanti, amabili edinnocentisignorine, che non devono certa- mentedivertirsi in quelgabinetto; mi.sacrifico per loro.. .Sonoaisuoi comandisignorzio.Moran.
Primadi partire dovrei conciare per le festequelleinnocenti signorine che si nascon- danonelgabinettodiduediscoli.Ma
questa volta sarògeneroso, lascierò la tua Lisetta coll'amica in pace. Presto,sbrighiamociaduscire, le belleVinate
ATTO
UNICO43
sen’andranno a lorcomodo. (partonodal [fon- do. Gustavo molto mortificato)SCENA ULTIMA.
Dopo
unmomento,
escecàrlotta,indi elisa.Carlotta.(osservando conprecauzione,emollo
m-
dispetlita)Mi colgail malannoseun’altravolta
mi
lascioadescareda qualchevicino. (partedal fóndo).Elisa,{sisaràmessadidentro, cappello emanti- glia,osservaprendelasuaborsa). Mipossaca- scareilcapo, se accetto
un
altropranzoincasa diScapoli,{parte)COMMEDIA IN UN ATTO.
si)J>)
:
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pattinaggi
Il Contedi Colfiorito.
Metilde
sua figlia. „,• • ‘
‘ .
Edoardo
Avventuriere. <,|
Giacinto suo
compagno.
Guglielmo
Segretario del Conte.Un
Uffizialedi Giustizia.Soldatiche
non
parlano.La
Scena si finge in Parigi in Casa del Conte di Colfiorito.Digìtizedby
ffl ll '
Sala magnificaconvarie porte d’ingresso.
SCENA PRIMA
<•:
EDOARDO,e GIACINTO.
Edo.
Ah
!ah!eccocia Parigi, quantoè delizioso questo soggiorno! è inquesta Capitaleove regna esiede la splendidezza! ove tuttospiragiocon- dità, brio ebuon
gusto!Già. Si,si,purché alcontrario questa città non siafatalissima per noi.
Edo.
Ma
inverità, o Giacinto,eh* io scorgo in te tutte lequalità d’unfurfante,d’untemerario, e insiemedi unvile, d’untimoroso.Già. Edoardo! Edoardo! le tue proposizionisono un po’troppoavanzate,a
me
nonsiconvengono, nè lesoffrirò giammai,cessa dall’insidio, altri- menti cidisgusteremo.Edo. Via, via non t’infuriare, siffatti scherzisono permessi fra noi.T'assicuro, o Giacinto, cheuna
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un’avventura inParigi.sìcuriosa avventuranon mi avvennegiammai, elladesterebbe 1’estroagli autori francesi.
Che
bell’idea in’è venuta!in fedi? miache orainco- mincio ad insuperbirmi.
E
tu nonapplaudisciai miei talenti?questo, questo si chiama esserdo- tati dalla naturadispirito, e coraggio, saper profittare delle circostanze, essernati insostanza perfarfortuna in questomondo. Ah!ah! que- sta inelagodo,ellaè ridicoladavvero, (ridendo) Già.Edoardo, non sono questi i momenti di *
scherzare.Noi siamo involti nel piti maledetto imbroglio, bagattelle! etu astuto epenetrante non comprendi laconseguenza terribile chena- scer potràdasiffatto
impegno?
pazienza, senon avessimoancora il recente esempio di Torino,
dovese nonera l’orosomministratoalvetturale, cquei benedetti cavalli cheper nostra sorte vo- lavano,la nostra storia andavaper finiremolto luttuosamente!
Oh
Dio! iniscorronoancora per tutto il corpo ifreddi sudori!Edo.
Eh
pazzo maledetto! pusillanimecome
va questa faccenda?non fostitu l’autore dellagran- diosa rappresentazioneda noi data in Torino?Non
venne date il consigliodipresentarelafai-, silicatacambiale diventi mila franchi a quel _Negoziante?Non
futuo fratello,che da Venezia scrisselalettera d’avviso perla Trattacontraf- facendoil carattere delcorrispondente,affinchè non vi fossero ostacoli al pagamento, ed ora vienifuoricon istravaganze,con timori,con di- sperazioni?DigitizedbyGoogle